L'ASCOLTO di Marco Cicogna Sono infine giunte in redazione per questa importante prova le grandi Chario, per la piena soddistazione del nostro Gian Piero Matarazzo che ha potuto verificare le nuove creature di Mario Murace anche alla luce dei nuovi test di misura. Imponenti, ben costruite, solide, massicce, ca aci di un'emissione sonora potente e fluida, dettagliata ma a r tempo stesso avvolgente e coinvolgente. Di queste caratteristiche ci eravamo già accorti nei nostri precedenti incontri. Catene di riproduzione di impostazione eterogenea, ambienti diversi, momenti di ascolto ben distanziati nel tempo consentono oggi di disegnare un 9uadro attendibile della personalità delle Nostre. Ho scritto 'personalità" nell'intenzione di sottolineare come le Serendipity, sulla scia della migliore tradizione delle ammiraglie Chario, riescano a distinguersi dalla pur vasta congerie dei riproduttori sonori "accurati" o comunque dotati di buone prestazioni. Diciamo subito che con i mezzi attuali e disponendo di un budget sostanzioso è relativamente semplice ot~ tenere un prodotto "corretto" sotto il profilo elettroacustico. E facile accorgersi come sia ormai reperibile un buon numero di sistemi di altoparlanti capaci di esibire una risposta in frequenza ampia e priva di vistosi difetti, una dinamica idonea alla rappresentazione di masse orchestrali importanti, rifiniture estetiche di un certo pregio. Anche all'ascoltoI appare evidente come con l'impiego di driver di buona tattura e (soprattutto) di software per la realizzazione del crossover, non ci voglia un premio Nobel per tirar fuori qualcosa di decente. Questa "globalizzazione", poco poetica se volete, ha prodotto effetti positivi per il consumatore, contribuendo ad innalzare lo standard delle macchine da musica, ottimizzando i costi per le aziende e i processi produttivi, isolando in nicchie ristrette i "maghi" autori di prodotti "miracolosi". Certo è che alla lunga si ascolta un suono un po' troppo uguale a quello di tanti altri, spesso asettico, un sound che anclie in Asia sanno ben copiare. Restano comunque i grandi nomi, che come gli chef davvero geniali sono pochi e per questo ancora più significativi. Per costoro continua ad essere fondamentale l'attività di ricerca, intesa non nel senso (scontato) di reperire sul mercato la presenza di componenti idonei, ma disegnare in proprio driver per ottenere l'emissione sonora desiderata. In pochi casi si progetta per riscrivere i canoni apparentemente consolidatr della fruizione del campo sonoro riprodotto, aiungendo a considerare non soltanto il comportamento del diffusore in astratto, ma la sua naturale e necessaria interazione con l'ambiente d'ascolto. Questo è il caso del più interessante progetti sta nazionale, Mario Murace, mente di Chario, l'azienda che ogni qual volta che si è presentata sulla scena con una nuova serie "di punta", si è permessa di lasciare una traccia indelebile. Come vi descrive Gian Piero in queste pa~ine, le Serendipity non tralasciano neppure di considerare I insieme dei segnali di ambiente presenti (in vario modo) nel software, per una resa che arricchisce il senso di tangibilità e presenza della scena sonora. E un "carattere", 9uello delle Nostre, che si evidenzia in modo sottilmente originale, mai al di sopra delle righe, un'impostazione sonora che riesce a far considerare "scontati" quei parametri di correttezza ed affidabilità che per la maggior parte dei concorrenti sarebbero in sé un traguardo di cui anaare (non immeritatamente) fieri. l'evento musicale contenuto nel software discografico è presentato con una dovizia di particolari sconosciuta alla precedente serie, tuttavia non è rinnegata la tradizione di garbo e piacevolezza d'insieme, caratteristiche queste che rendono le Chario (tutte le Chario) adatte ad ascolti prolungati. Torniamo a dire che l'impostazione timbrica ricalca le scelte a suo tempo effettuate dal Murace nell'affermare l'autorevolezza della gamma profonda, curando una curva di risposta che tenga conto dell'effettiva propagazione del segnale musicale in ambiente. Nel tempo
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anche altri costruttori hanno verificato il maggior senso di realismo di questa impostazione, evitando curve di risposta d'effetto soltanto sulla carta. Corretta appare la distribuzione di energia tra le gamme per un risultato che si mantiene coerente anche con un finale sinfonico ascoltato a livello da prime file di auditorium. la fondamentale porzione medio-bassa non è che uno dei punti di distinzione di queste Chario nel saper offrire la pienezza dei toni fondamentali degli strumenti acustici. Poche settimane fa ho ascoltato qui a Roma la Filarmonica di New York con la Sinfonia "Fantastica" di Berlioz diretta da Maazel. È ben nota la citazione del tema del "Dies Irae" affidato a due tube, fagotti e archi gravi, con il supporto del rullante della grancassa. Dovreste ascoltare quelle tube; potenti, incisive, a penetrare la cassa toracica, frementi di energia pur nella acustica non proprio esaltante del gigantesco auditorium della capitale. Avrebbero dovuto esserci quelli che si ostinano ad osannare l'esile campo acustico dei minisistemi, delle mini-valvole, dei mini-impianti. A questo titolo è esemplare l'ascolto del passaggio "Baba Yaga" dai "Quadri di un'esposizione" (Sinopoli, DG), oppure della stessa "Fantastique' incisa da Maazel con fa Cleveland Orchestra (Telarc). Scena sonora ampia e articolata, fiati concreti, presenti e articolati nella prima ottava. le grandi percussioni orchestrali si propagano anche attraverso il pavimento, affidate alla massiccia sezione bassi in push-pull. Introspezione ai massimi livelli, un corpo generoso che non stempera gli accenti dei timpani, piatti ai consistenza metallica, rifiniti, mai evanescenti, l'effetto percussivo esaltato senza ricorrere ad intemperanze della via alta. Il ritmo dei brani è esaltato dalla velocità di risposta, dalla freschezza timbrica, dai particolari che emergono anche nel pianissimo, nei passaggi orchestrali più complessi, in una raHigurazione michelangiolesca di un tortissimo orchestrale che appare inesauribile. Non meno indicativo è l'ascolto di un vecchio CD della britannica Hyperion con le Sonate di Boccherini per violoncello e contrabbasso. Il fraseggio dei due strumenti è sempre perfettamente identificabile, il ruolo di ciascuno, la prevalente contabilità del primo, il supporto armonico e ritmico del secondo. Si coglie l'aria tra gli strumentisti, un garbato alone sonoro che lascia intatta la solidità della scena e semmai ne aumenta il senso di realismo. In tutto questo la prima ottava del contrabbasso scandaglia la massa sonora i contorni plastici, tridimensionali, la prontezza ed immediatezza dell'attacco. Trasparenza e definizione nelle Serendipity non si esauriscono dunque nella gamma media ed acuta, ma come nei migliori sistemi elettrostatici interessano quella porzione dello spettro che offre il senso di calore, di presenza, di realismo. Presenza e dinamica sono attributi che le nuove grandi Chario possono elargire con eleganza, con quella disinvoltura che contraddistingue i sistemi aavver:o.9randi, in grado di digerire potenza senza mai indurire. E tacile poter ascoltare a volume praticamente reale un pianoforte suonato a tutta forza, come quello offerto nelle Incisioni di Beethoven SACD, Pentatone), il prodigioso Kissin (Chopin, BMG), le e aborazioni sapienti del nostro CD "Superpiano" (incisioni HyperionI. Non basta questo spazio aa indicare il campo sonoro tangibile di questo grande strumento, le sfumature del tocco, l'espressione del più intimo cantabile ed il contrasto fiero con le martellanti ottave, rifinite in ogni porzione della tastiera, dotate di limpidezza cristallina. Nessuna compressione, limitazione od inasprimento, nulla se non la grande musica. Sospetto fortemente che le Serendipi!y potranno diventare un riferimento nella valutazione del software, uno strumento di ascolto prezioso per l'indagine e piacevole per l'appassionato di musica, attendibili e convincenti nel lungo periodo, per un'emozione capace di rinnovarsi.
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AUDIOREVlEW n. 270 luglio-agosto 2006