Chianti e dintorni

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Quarto itinerario

I luoghi di Sant’Eufrosino, l’evangelizzatore del Chianti S

econdo un’antica tradizione si vuole che il Chianti sia stato evangelizzato dal vescovo Eufrosino, un Santo di origine orientale, contemporaneo degli Apostoli, che morì nei pressi di Panzano, luogo da lui scelto come dimora nell’ultima parte della sua vita. In realtà il culto del Santo, documentato solo a partire dal XII secolo, potrebbe essere effettivamente legato a una figura connessa con l’affermazione del Cristianesimo nel Chianti. Non è tuttavia pensabile un evangelizzatore della regione vissuto nel I secolo d.C., mentre è assai più probabile che la tradizione abbia tramandato fatti avvenuti intorno al VII-VIII secolo, quando tutta la Toscana fu interessata dall’attività pastorale di missionari orientali inviati da Roma per convertire i longobardi ariani. Certo è comunque che il culto di Sant’Eufrosino risulta essere un culto tipicamente ed esclusivamente chiantigiano, come dimostra, tra l’altro la distribuzione delle chiese intitolate al Santo. In particolare, intorno a Panzano, si sono costituiti i principali punti di aggregazione devozionale del culto di Sant’Eufrosino che hanno dato vita a tutta una serie di “luoghi sacri”, un tempo meta di pellegrinaggi delle popolazioni del Chianti e delle zone limitrofe.

Tradizionalmente ritenuto l’evangelizzatore del Chianti, Sant’Eufrosino era probabilmente uno di quei missionari orientali inviati da Roma nel VII secolo a evangelizzare i longobardi ariani. Nel luogo ove morì, ai piedi del castello di Panzano, fu eretto sul suo sepolcro un oratorio a lui dedicato, che divenne ben presto meta di pellegrinaggi, anche per la qualità miracolosa dell’acqua che ivi sgorgava. 82

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Quarto itinerario L’“impregnazione sacrale” di tali luoghi derivava, oltre che dall’esistenza del sepolcro del Santo nel Santuario a lui dedicato, da una composizione storicoscenografica dello spazio, imperniata su “memorie” della vita dell’evangelizzatore del Chianti. Ripercorriamo insieme la visita ai “luoghi sacri” di Sant’Eufrosino, un po’ come dovevano fare un tempo i pellegrini. Partiamo dal Santuario, che si trova poco oltre la pieve di San Leolino, a breve distanza dalla strada statale “chiantigiana”. L’edificio è una costruzione molto sobria, nella quale è possibile rilevare più stratificazioni architettoniche, frutto di interventi riferibili ad epoche diverse. Consta di un ampio e sgombro vano a pianta rettangolare, strutturalmente riferibile alla prima metà del Quattrocento, ma rimaneggiato nel XVIII secolo, epoca a cui risale anche il porticato esterno. In fondo alla chiesa fa mostra di sé una edicola trecentesca in pietra serena che doveva servire per l’esposizione delle reliquie del Santo, mentre nella parete destra della navata si apre una grande nicchia semicircolare con altare, ai piedi del quale è una statua di Sant’Eufrosino, raffigurato giacente, in abiti vescovili, con una finestrella sulla fronte in cui sono contenute alcune reliquie. La realizzazione della nicchia nella costruzione quattrocentesca fu conseguente alla necessità di conservare al culto del Santo un punto particolarmente sacro: il luogo che ne ospitava le spoglie mortali, la nicchia corrispondendo al braccio destro del transetto del primitivo oratorio, che accoglieva il sepolcro di Sant’Eufrosino in una sorta di cripta. Infatti sotto il piano di calpestìo della nicchia è un vano a pianta circolare coperto con volta a thòlos e dotato di accesso esterno, nel quale è possibile riconoscere una tomba etrusca che dovette essere riutilizzata come sepolcro del Santo. A tergo del Santuario, a pochi metri di distanza dallo stesso, è poi una cap-

L’oratorio di Sant’Eufrosino a Panzano

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pellina che accoglie al suo interno un piccolo altare in pietra serena, scolpito con fiori stellati e motivi decorativi ancora legati alla tradizione romanica. Alla base dell’altare è un’apertura comunicante con un pozzo la cui acqua si riteneva avesse qualità miracolose: quello di Sant’Eufrosino era infatti un culto terapeutico e, quindi, un culto di pellegrinaggio per eccellenza. E in effetti non lontano dall’oratorio troviamo un altro luogo legato alla figura del Santo e all’esistenza di acque risanatrici: il cosiddetto “Fontino di Sant’Eufrosino”. In questo caso si riteneva avessero virtù risanatrici le acque scaturenti da una sorgente che la tradizione voleva fosse servita al Santo in vita. Proprio sulla sorgente, circondato da un ciuffo di cipressi, è un singolare tabernacolo, sorta di tempietto nel cui prospetto sono due colonne in muratura e nel cui interno, in una cavità, si trova la sorgente sopra la quale, in una nicchietta, un tempo era collocato un busto in arenaria del Santo, contornato da una serie di ex-voto. Dopo aver visitato il “Fontino”, ritornati sulla statale “chiantigiana”, si può giungere sino alla pieve di San Leolino, al cui interno si conserva una interessante testimonianza dell’antichità del culto di Sant’Eufrosino. Sono i resti di una recinzione presbiteriale ritrovata sotto il pavimento del Santuario nel corso di recenti lavori di restauro cui l’edificio è stato sottoposto. Si tratta di due pilastrini in arenaria di forma parallelepipeda, decorati a ornato depresso con motivi del repertorio preromanico (nastri solcati e annodati, volute, vortici, ecc.) e di una lastra, egualmente in arenaria, scolpita con decorazioni dello stesso tipo, cronologicamente riferibili all’VIII secolo. Tali reperti testimoniano come nell’alto Medioevo il culto di Sant’Eufrosino, nel Chianti, non solo era presente, ma aveva dato vita a un Santuario di non secondaria importanza, che accoglieva delle suppellettili sacre con sculture di raffinata qualità formale.

Il piccolo altare della cappellina sorta sul pozzo di Sant’Eufrosino

Capitolo 4 - Quarto itinerario

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