I luoghi, la memoria, l'immagine di una città: Maglie

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ALTERNANZA SCUOLA LAVORO

L’identità, i luoghi, la memoria, l’immagine Video - Prasadesign - Maglie

Il Palazzo Baronale Laboratorio di Disegno e Storia dell’Arte

Palinsesti dal carcere WunderK - filmaker - Milano

“Tracce” Graffiti del ‘600 Video - Prasadesign - Maglie FINALITA’: acquisizione del valore del Patrimonio Culturale quale motore ineludibile del modello di sviluppo del territorio. OBIETTIVI: leggere la trasformazione dello spazio antropizzato che dal presente conduce al passato, con particolare riferimento alla lettura antropica del territorio della città di Maglie e alla trasformazione del Palazzo Baronale “F. Capece”: da residenza feudale fortificata fino all’attuale Istituzione scolastica.

Marika Palumbo Sara Fersini Veronica Pasanisi Adelia Ruberto Marta Malorgio Elisabetta Fino Emiliano Carluccio Mauro Bello Francesco Nucita Giovanna Stefanelli Alessio Zacheo Federico Barone Chiara Andrani Giorgia Carbone Rita Malerba Silvia Stefanelli Emanuele Cimini Emanuel Corrado Alessandra Palumbo Alberto Tronci Matteo Tomasi Mattia Mitola Emanuele Stendardo Andrea De Pascalis Desirèe Sindaco RELATORI Prof. Antonella Tommasi Prof. Carmelo Caroppo Prof. Loredana Vantaggiato Prof. Rita Tunno Prof. Francesco Tarantino Prof. Francesco Gianfreda Prof. Ruggero Villanova Prof. Maria G. Serrone Prof. Rosa Politi Prof. Daniele Arnesano Prof. Fabio Ronzini Dr. Antonio Lupo Dr. Stefano Compagnone Dr. Massimo Ciccolini TUTOR: C. Caroppo - S. Coluccia Dirigente scolastico prof. Roberto Muci D.S.G.A. Alessandro Patella

Materiali Alter 8 Indirizzo Scientifico


IL PALAZZO BARONALE Che l’area del palazzo “F. Capece”, residenza dei feudatari che si sono succeduti, rappresenti uno dei luoghi più antichi di Maglie è un fatto noto ma non è altrettanto noto il castello che l’ha preceduto. L’attuale prospetto del palazzo prospiciente sulla piazza A.  Moro, demolito nella parte Sud per l’apertura della via Ginnasio e accresciuto nella parte Nord alla fine dell’800, interventi dovuti alla logistica viaria il primo e alla accresciuta necessità di aule ginnasiali per i convittori il secondo, è parte dell’originario palazzo signorile che il duca della Torre volle costruire nel secondo decennio del ‘700, abbattendo le torri e le mura del vecchio castello ormai fatiscente.

Entrando nel palazzo dal portale barocco d’ingresso e percorrendo tutto il cortile fino all’angolo a nord, si entra in una sala (ex stalla) nel fondo della quale, attraversato un passaggio in una muratura spessa due metri, si raggiunge la stanza dei graffiti detta “lo galera”. Questi “graffiti” non si configurano secondo alcuna tradizione artistica consolidata, risultano il frutto di un’ espressione spontanea, di una registrazione istintiva che coinvolge la totalità dell’uomo che li ha realizzati, compresa quella del tutto particolare delle condizioni di sofferenza proprie della restrizione carceraria e quella dell’ambiente socio-culturale dell’epoca. Rilievo diretto con il “frottage” Tracce di sofferenza e tormento, la densità del tempo è palpabile nel susseguirsi di segni in un continuum spaziale ossessivo, spesso sovrapposti e modificati “a più mani”.

Graffiti dal 1601 al 1669 Vascelli, galee veneziane, barche, mani levate, con stimmate, e cate n e, a n i m a l i d o m e st i c i , g u e r r i e r i , r i t ra tt i , fi g u r e demoniache, satiri, simboli re l i g i o s i , ca l i c i , ca l e n d a r i . proverbi e detti, nomi propri, torture, ecc. Una lettura attenta e ravvicinata di questi graffiti permette anche la scoperta di una numerosa e ricca serie d’ immagini di autentica speranza e amore per la vita e per la natura, con tenere figure di animali domestici, stelle, piante, paesaggi, ecc..

Prospetto ideale dell’antico castello di Maglie (1500-1600)





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