Le Vie Nuove - Aprile 2019

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Le Vie Nuove Notiziario del Camper Club Etruria Aprile 2019

Grotte di Frasassi - Meraviglie sotterranee

Umbria Millennium Sestri Levante, la città dei due mari E se passate da‌ Mantova Massa Marittima


Le Vie Nuove

Sommario Telefonini? Attenti alla testa

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Colori e sapori di primavera

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Notiziario del Camper Club Etruria Aprile 2019

Grotte d Frasassi - Meraviglie sotterranee

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Direttore Responsabile Giorgio Raviola

Peumatici, diamoci delle arie

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Direttore editoriale Beppe Tassone

Umbria Millenium

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E se passate da‌ Mantova

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Sestri Levante, la cittĂ dei due mari

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Massa Marittima

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CBE e ALKO

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Teleco CombiSat

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UCA - Comunicazione

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UCA - Lettera al Ministro

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Mondo APC

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I nuovi orizzonti della poesia

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Le nostre ricette - Trippa e fagioli

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Redazione Roberta e Fabrizio Laser

Editore Camper Club Etruria

Aderente UCA

Camper Club Etruria Sede: Via Prato Maremmano, 24 00052 CERVETERI (RM) Cell. 331.7450232 Sito: www.camperclubetruria.it Facebook: Camper Club Etruria E-mail: info@camperclubetruria.it

In copertina

Campi di Norcia (PG) Il paese inagibile visto dalla piana

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Eh si, il progresso è bello, utile, testimonia dell’ingegno umano, però spesso produce cose che vanno utilizzate cum grano salis, per dirla con i padri latini. Nello specifico si tratta dei telefoni cellulari, o come meglio si chiamano ora, perché telefonare è ormai una delle mille funzioni che questi oggetti possiedono, e non è nemmeno più la predominante. Si può fotografare, filmare, vedersi in diretta e parlarsi da un capo all’altro del mondo. Possiamo persino sentirci opinionisti attraverso uno dei tanti social disponibili, scaricare e leggere un libro, sentire canzoni e vedere partite di calcio o film, prenotare ristoranti e viaggi. Possiamo scrivere, inviare messaggi, entrare e navigare in internet, farsi indicare ed indirizzare ovunque, comandare il riscaldamento di casa, monitorarne la sicurezza, e tanto altro ancora. Tutto questo in una scatoletta piatta, leggera, il più delle volte meno ingombrante di un portafoglio. Di contro c’é che si corre il rischio rinchiudersi in una vita virtuale che ci isola dal mondo reale, umano, vero. A questo si aggiunga che l’utilizzo improprio di questi attrezzi rischia anche di compromettere la nostra incolumità. Si legge ormai con troppa frequenza di incidenti dovuti alla distrazione che l’abuso di queste tecnologie provoca. Singolare e quanto mai significativa è l’iniziativa messa in campo dall’agenzia per l’ambiente della provincia autonoma di Bolzano, chiamata “Stay smart”, con lo scopo di sensibilizzare ad un uso consapevole del cellulare. Hanno installato su pali della luce e cartelli stradali dei paratesta fucsia, vere e proprio difese in gommapiuma per proteggere chi cammina per strada guardando il cellulare. C’è anche un sito apposito dove si possono avere consigli sull’uso intelligente e consapevole di questi aggeggi, laddove definiscono significativamente “social zombies” coloro i quali sono ormai affetti da dipendenza dal cellulare. Le case produttrici invece riescono a fare business in ogni situazione, persino sfruttando a proprio favore quelle che sembrerebbero negatività. Per questo hanno inventato lo smartphone con una parte dello schermo che ripropone ciò che si presenta di fronte, consentendo così di evitare i rischi che si corrono con queste distrazioni. Non basta, arriva fresca fresca dall’America la notizia della realizzazione di un accessorio da posizionare all’interno di qualunque calzatura, che camminando è in grado di mettere in moto un piccolo generatore in grado di ricaricare una batteria impermeabile posta all’interno di una custodia e celata legandola ai lacci. Tramite una porta usb si collega il cellulare da ricaricare ed il gioco è fatto. Dicevamo in apertura d’articolo che queste innovazioni, che si susseguono e si sopravanzano di ora in ora, vanno salutate come le benvenute, ma usate con le dovute cautele e nelle giuste dosi. Noi camperisti abbiamo dalla nostra il fatto che natura, paesaggio, viaggio, scoperte e conoscenze, aggiunte al piacere di stare insieme sembrano ancora preservarci per non farci finire nella triste categoria dei social zombie. Smartphone sicuramente si ma, attenti alla testa. Giorgio Raviola

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Anche se le modifiche climatiche hanno appiattito le stagioni, la primavera è comunque ben visibile grazie ai suoi profumi, ai suoi colori ed alla natura che rigogliosamente riparte. E’ il momento nel quale la dieta mediterranea esplode in tutti i suoi colori ed in tutti i suoi sapori, che s’impone non solo per l’eccezionalità dei gusti e dei profumi, ma anche per la sua varietà e la capacità di attrarre grazie ai colori che caratterizzano le verdure e la frutta di stagione. I mercati, con le loro voci e i loro scorci anche pittoreschi, sono il luogo nel quale questa capacità straordinaria della primavera di “disegnare e colorare” le tavole si esprime in tutta la sua bellezza. Ancora una volta il mondo del plein air, che è il maggior difensore, nel settore turistico, dell’ambiente, della genuinità e della tradizione, è in grado di fare la differenza. Da sempre il turismo di movimento si è contraddistinto per la straordinaria capacità di inserirsi nella realtà dei luoghi, di aiutare a viverli, di raccontarli anche attraverso quello che queste località sanno produrre e proporre. Così, quando esplode la primavera, camper e caravan si trasformano in una straordinaria opportunità per il territorio, aiutandolo a farsi conoscere le realtà e a far apprezzare tutte le potenzialità che sa esprimere. E’ il momento giusto, questo, per creare un legame ancora più forte e saldo tra turismo di movimento e territorio, tra l’abitar viaggiando e le tipicità e le eccellenze che i luoghi sanno offrire a chi vi giunge. La dieta mediterranea non è solo una straordinaria alimentazione, un veicolo di sapori e di salute, ma anche l’ambasciatrice di un territorio che sa contraddistinguersi per i propri sapori e per il modo sempre diverso e ogni volta vario di proporre piatti e di creare un legame ed un sistema integrato con tutto quello che il territorio sa offrire. Difendere la dieta mediterranea, le nostre produzioni genuine, prendere le distanze e denunciare quanti deturpano il territorio deve rappresentare un impegno per tutti, per chi viaggia in camper un punto di onore, il giusto modo per rendere omaggio al territorio, per difenderlo e per aiutare chi, con onestà e correttezza, vi opera. Beppe Tassone

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Grotte di Frasassi Meraviglie sotterranee

Milioni d'anni fa, per l’esattezza 180, le Marche erano sommerse dal mare della Tetide, come tutta l’Italia appenninica. Dopo l’emersione sotto la spinta di spaventose forze orogenetiche, l’erosione determinò la formazione delle valli, che nelle parti più alte hanno ancora oggi l’aspetto di gole orride lungo le quali scorrono torrenti e fiumi che si dirigono verso il non lontano Adriatico. Gli stessi fiumi di superficie ed altri corsi d’acqua sconosciuti s’inabissano in certe aree montane di natura calcarea, molto simili a quelle famose del Carso, per scavare buie caverne fra loro comunicanti. Nel corso d’intere ere geologiche le grotte si sono arricchite di fantastiLe Vie Nuove - Aprile 2019

che formazioni di stalattiti e stalagmiti, nei fiumi e nei laghi sotterranei si è sviluppata una fauna cavernicola cieca, attraverso fenditure del suolo si verificano scambi d’aria fra il mondo esterno e quello sotterraneo nel quale s’insinuano anche forme vegetali ombrofile e animali con abitudini notturne. L’uomo preistorico, dall’età della pietra a quella del bronzo, conosceva già le grotte marchigiane nelle quali sono stati trovati reperti di notevole interesse, esposti insieme a grandi quantità di fossili nel Museo d’Ancona, ma le grandi grotte sono state oggetto di studi e di scoperte in epoca relativamente recente. Nella Gola di Frasassi, nel comune di Genga, fra il 1947 e il 1971 gli speleologi marchigiani esplorando la zona ricca di grotte carsiche fe-

cero straordinarie scoperte. All’inizio furono esplorate le caverne del complesso noto come Grotta del Fiume nella valle del torrente Sentino, ma il 29 settembre 1971, quasi casualmente, incuriositi da misteriose correnti d’aria che uscivano da una fenditura della montagna, gli esploratori del Gruppo Speleologico Marchigiano si trovarono al cospetto della Grande Grotta del Vento, una meraviglia sotterranea per la quale le Marche possono oggi vantare il possesso della grotta più lunga d’Italia, rappresentata da un Pag 5


itinerario di oltre 13 km di grandi caverne comunicanti fra loro attraverso stretti passaggi, agibili anche da parte dei turisti, o pericolosi cunicoli noti solo agli esperti di speleologia. Le Grotte di Frasassi, più importanti di quelle pugliesi di Castellana e seconde in Europa dopo il complesso sloveno di Postumia, sono una meta turistica straordinaria. A Genga si sono abilmente organizzati per ricevere un gran numero di visitatori. Nei pressi della locale stazione ferroviaria è stato attrezzato un grande piazzale di parcheggio ed accoglienza, con biglietteria, bar e gli immancabili negozi di souvenir. Un autobus navetta trasporta ordinatamente i gruppi che hanno prenotato le visite. Il veicolo s’inerpica lungo la strada che s’insinua nella gola del Sentino in un paesaggio impressionante, poi si giunge all’ingresso delle grotte ed inizia l’avventura della visita sotterranea. Una stretta ed umida galleria artificiale, lunga 223 metri, collega il mondo esterno con il complesso ipogeo. Quando già qualcuno paventa problemi di claustrofobia, il tunnel sbocca nella Grotta Grande del Vento, simile ad una cuLe Vie Nuove - Aprile 2019

pola alta 130 metri che potrebbe fungere da contenitore per cattedrali delle dimensioni del Duomo di Milano. Qui si comprende quanto furono ardimentosi i primi esploratori. Con il lancio di pietre da una piccola apertura scoperta alla sommità era stata valutata la profondità dell’abisso. Gli speleologi si calavano usando una scaletta ondeggiante nel vuoto, poi procedevano sfidando incredibili pericoli negli antri bui e nei cunicoli fra una grotta e l’altra. Oggi, i turisti procedono sicuri su sentieri protetti da balaustre, lungo itinerari illuminati per facilitare il cammino, ma soprattutto per dare risalto alle meraviglie naturali che si ammirano du-

rante la lunghissima passeggiata sotterranea. La Grotta Grande del Vento, o Abisso Ancona, è popolata da Giganti, così si chiamano le enormi stalattiti e stalagmiti che si trovano al centro della caverna. Al loro fian-

co si vede un Lago Cristallizzato e di fronte la Sala del Trono. Attraverso vari cunicoli si passa alla Sala Duecento, a quelle delle Candeline e delle Colonne, per finire nella sala dell’Orsa e in quelle di Finlandia e di Gentile da Fabriano. Alle concrezioni sviluppatesi secondo ritmi millenari nelle viscere della terra si attribuiscono oggi nomi di fantasia che rendono solo parzialmente l’idea della grandiosità e della raffinatezza dell’opera della natura: l’organo, le candeline, il colonnato, la cascata, il castello delle streghe, il pagliaio, l’obelisco, l’angolo del paradiso, i giganti, Niagara, castello della fatina, il dromedario. In alcuni tratti del lungo itinerario fra queste realtà di sogno rappresentate da candide concrezioni e d’incubo per l’oscurità delle spelonche e dei pozzi naturali, l’acqua che ha creato le caverne con la sua potenza ed il movimento vorticoso, ha modellato a goccia a goccia con un’incessante azione tutte le concrezioni visibili all’interno degli antri, contribuisce in alcuni punti a raddoppiare gli effetti scenografici, poiché nei laghetti sotterranei lo spettacolo delle grotte è riflesso splendidamente, con la complicità di un sapiente sistema d’illuminazione. Pag 6


Il turismo di massa rischia di compromettere il delicato equilibrio ambientale delle grotte. Nonostante le raccomandazioni e i divieti, qualcuno tocca o peggio ancora rompe le concrezioni che hanno richiesto millenni per la loro formazione. Il fiato stesso di migliaia di visitatori e i movimenti d’aria possono alterare la composizione e la temperatura dell’atmosfera sotterranea, le luci artificiali lasciate accese per tempi troppo lunghi favoriscono la vita microbica e lo sviluppo d'alghe verdi che possono aggredire le concrezioni modificandone le forme e i colori. I visitatori, che all’inizio della

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lunghissima e faticosa passeggiata nelle viscere della terra, tengono un contegno spensierato e riempiono le grotte di echi d’esclamazioni meravigliate, verso la fine del gran circuito s’affrettano verso l’uscita in religioso silenzio. In certi luoghi unici al mondo, la natura invita alla meditazione e al rispetto, forse incute timore. L’uomo si sente piccolo e misero. Uscendo dalle Grotte di Frasassi nella gola del fiume che pure appare paurosa e scura, gli sguardi si rivolgono allo spicchio di cielo che occhieggia fra le pareti di roccia e gli alberi dei boschi. Si prova un senso di sollievo e al tempo stesso di soddisfazione, come un risveglio da un sogno e per taluni da un incubo.

Metà della giornata è trascorsa nelle grotte ed è giunta l’ora di pranzo. Il paesetto di Genga riserva sorprese culinarie. Chi vuole un buon indirizzo ricordi il Ristorante del Parco. Sembra un locale montano, attrezzato per accogliere numerose comitive. Si mangia benissimo e il conto è molto ragionevole. I marchigiani hanno grande astuzia commerciale. All’uscita, nel pomeriggio avanzato, si è contenti in tre, l’oste, lo stomaco e il portafoglio. Umberto Mantaut

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èStiamo andando verso la bella stagione ed anche la legge ci dice che, nelle zone dove è previsto, è finito l’obbligo di catene a bordo o dell’utilizzo delle gomme termiche. E’ questa anche una buona occasione per controllare lo stato di usura e l’integrità degli pneumatici, senza mai dimenticare che la prima sicurezza dei nostri mezzi dipende proprio da questi. Così come non va dimenticato che sul camper trasportiamo un bene grandioso: la famiglia. Nei vari discorsi tra camperisti si sente spesso dire più o meno: pensa che il mio camper ha più di sei anni e non ho mai cambiato gli pneumatici. E’ profondamente sbagliato questo perché mediamente dopo cinque anni, anche se conservano un buon battistrada per i pochi chilometri percorsi, gli pneumatici vanno sostituiti, perché la gomma si indurisce e di conseguenza si ha una minor tenuta di strada. Consideriamo che i nostri mezzi sono sempre carichi al limite della portata, giorno e notte, trecentosessantacinque giorni l’anno, e tutto questo peso grava proprio sugli pneumatici, che essendo parcheggiati per molto tempo sullo stesso punto rischiano anche l’ovalizzazione. Da ciò è evidente che la loro manutenzione è fondamentale. Ma vediamo come procedere partendo dalla pressione, che va sempre mantenuta nei valori indicati dalle case costruttrici. Pneumatici troppo sgonfi si consumano di più ai lati, mentre se sono troppo gonfi consumano il centro del battistrada, ed in entrambi i casi si ha maggiore usura e più surriscaldamento, compromettendo anche la buona tenuta di strada. Importante ricordare come il controllo della pressione degli pneumatici, per essere veritiera, deve sempre essere effettuata a freddo, tenendo conto che dopo un viaggio lungo il raffreddamento completo avviene in due o tre ore. La profondità minima del battistrada degli pneumatici è stabilita dalla Comunità Europea nella Le Vie Nuove - Aprile 2019

misura di 1,6 millimetri, al di sotto della quale si incorre in pesanti sanzioni, ed anche in tale frangente la tenuta di strada risulta piuttosto compromessa, in special modo con la pioggia, dove è sempre in agguato l’acquaplaning, quel fenomeno per effetto del quale la gomma, ad esempio su di una pozzanghera, plana e quindi perde l’attrito, di conseguenza non si è più in condizione di controllare il veicolo. Tale fenomeno è tanto più avvertito quanto più è consumato il battistrada. Ricordo anche che gli pneumatici vanno spostati dal dietro al davanti, più o meno ogni diecimila chilometri, senza invertirli però, perché altrimenti si cambia il senso di rotolamento. Altre operazioni importanti che si debbono fare dal gommista sono l’equilibratura e la convergenza. La prima consiste nel bilanciare gli scompensi di peso che naturalmente le ruote hanno (gomma - cerchio - organi rotanti), ed avviene applicando dei piccoli pesi di piombo, sulle ruote stesse, dalla parte opposta del maggior peso misurato. La convergenza invece è l’allineamento delle ruote, tutte allo stesso modo rispetto al centro geometrico del veicolo, ed ogni veicolo ha un suo settaggio fissato dal costruttore. Il disallineamento solitamente si avverte perché lo sterzo tende a tirare a destra od a

Pneumatico termico

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sinistra, cosa alla cui sistemazione provvede sempre il gommista. Ricordo ancora che sostituendo gli pneumatici è bene cambiare anche le valvole di gonfiaggio, quelle che sono attaccate al cerchione, le tradizionali sono di gomma ed invecchiano anche loro, con il rischio di piccole perdite d’aria, mentre se ne possono montare anche di metallo che sonio sicuramente più durature. Si potrebbe parlare ancora a lungo degli pneumatici, ma credo di aver detto almeno le cose fondamentali. Voglio fare ancora un breve accenno su catene e pneumatici da neve, quest’ultimi chiamati anche termici. Per quanto concerne le catene sarebbe bene sempre averle al seguito, per due motivi: in determinati periodi dell’anno, su molte strade ed autostrade, vige l’obbligo di averle a bordo sempre; possono tornare utili ad esempio in caso di forte pioggia ed il camper debba venir fuori da un terreno scivoloso. Le catene debbono essere della misura esatta, possibilmente di buona qualità e vanno montate correttamente, sulle ruote della trazione. Questo perché una catena lenta, o che malauguratamente si rompe, potrebbe causare danni anche importanti alla carrozzeria. Bisogna inoltre evitare quanto più possibile di viaggiare con le catene su strade non innevate, onde appunto causare rotture e sollecitazioni troppo forti al nostro camper. Gli pneumatici da neve sono sicuramente più pratici, si può viaggiare tranquillamente sempre, anche senza neve e su strade asfaltate. In quest’ultima condizione però l’usura è maggiore rispetto agli pneumatici tradizionali, ed in ogni caso debbono essere montati su tutte e quattro le ruote. In sintesi, se si abita in zone dove la neve è presente per lunghi periodi è sicuramente consigliabile l’adozione degli pneumatici termici, diversamente la dotazione di un buon paio di catene da neve è più che sufficiente. Gli pneumatici più utilizzati dai camperisti riportano la scritta M + S (Mud + Snow), che tradotto dall’inglese significa Fango + Neve), e vuol dire anche che se i nostri pneumatici hanno questa marcatura, possiamo stare dunque tranquilli dal punto di vista della legge, non servono catene a bordo, ma l’efficacia poi non è certo quella di uno pneumatico termico o delle Le Vie Nuove - Aprile 2019

Catene da neve

catene stesse. Ultima nota, ma non meno importante, è data dal fatto che per i camper occorre montare pneumatici specifici, rinforzati, dunque costruiti proprio per meglio sopportare l’uso specifico che se facciamo. Laser Prescrizione per il marcaggio dello pneumatico omologato -

Marchio di fabbrica o nome del costruttore

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Designazione della dimensione

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Indicazione della struttura (R o “-”)

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Indice della capacità di carico

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Simbolo della categoria della velocità

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Lettera “Z” posta all’interno della designazione per idoneità superiori a 240 km/h

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Sigla “TL” per montaggio senza camera d’aria (tubeless)

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Sigla “M + S” per pneumatici neve

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Data di produzione

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Marchio di omologazione ECE

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“Temporary Use” nel caso di pneumatici di soccorso temporaneo

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Umbria millennium

Ci sono cose, luoghi, eventi, di cui si sente sempre parlare e dei quali ognuno si configura una sua personale scenografia, comunque sempre diversa e meno intensa di quanto al tutto si aggiungono emozioni e sensazioni vissute. E’ quanto è capitato a me recandomi all’Assemblea Interregionale dell’UCA, la nostra Federazione, che quest’anno si teneva a Campi di Norcia. Come risaputo la zona ha subito un terremoto forte e drammatico poco più di due anni fa che ha messo in ginocchio popolazioni già toccate da precedenti eventi sismici. A distanza di più di due anni vedere ancora le case diroccate, paesi interi considerati zona rossa e quindi inagibili, persone che dormono in prefabbricati e container, quando va bene, altrimenti ancora in caravan lascia sgomenti. Ma la vita continua, la gente di questi luoghi non vuole lasciare la propria terra, cancellare la storia umana di ognuno di loro, rinunciare a quella che il più delle volte è l’unica opportunità di sostentamento. Sono tornato a casa ma il mio pensiero è rimasto là, dove persone tenaci e mai rassegnate combattono per sopravvivere, là dove i bambini scorrazzano gioiosi ed inconsapevoli tra macerie e nuovi cantieri, là dove gli animali continuano a produrre carne e latte per permettere ai norcini di continuare nella loro professione, il più delle volte passata da padre in figlio. Sono contento di essere arrivato fin lassù, soprattutto ringrazio gli amici dell’UCA per la scelta e ringrazio tutti coloro i quali hanno partecipato. Caso ha voluto che appena a casa ho scoperto casualmente che l’amico Umberto Mantaut, del quale avrete sicuramente letto suoi gradevoli articoli sul turismo pubblicati su queste pagine, ha un rapporto diretto con Campi e le sue genti, e mi ha mandato un pezzo che scrisse tempo fa, dopo la ricostruzione di Campi avvenuta successivamente al terremoto del 1979. Eh si, purtroppo Campi è stata più volte toccata da terremoti, data l’alta sismicità della zona. Ma ora leggiamoci quanto scritto da Mantaut prima del devastante terremoto del 2016.

Da Campi a Campi

Chi dalla Valnerina svolta in direzione di Norcia, attraversando il territorio del comune di Preci, scorge alla sua sinistra, alto sul colle più esposto a mezzodì, l’abitato trecentesco di Campi. Il paesetto deve, paradossalmente, la sua attuale straordinaria bellezza al terremoto che sconvolse l’Umbria e le Marche qualche anno fa. Per riparare i notevoli danni alle abitazioni ed al patrimonio artistico arrivarono provvidenziali fondi, una volta tanto spesi bene, ed il restauro fu davvero molto accurato. Dal basso, Campi sembra un delizioso presepe. Fra le sue case ocracee spicca la stupenda Chiesa di S. Andrea, incastonata perfettamente nel paesaggio collinare ricoperto dalla macchia che fa parte del Parco nazionale dei Monti Sibillini. Natura ed arte, qui come in tutta l’Umbria, s’integrano vicendevolmente. Alcune strutture moderne, per Le Vie Nuove - Aprile 2019

fortuna poche, e le brutte case “nuove”, che solo certi paesani arricchiti riescono a farsi progettare e costruire da mediocri geometri di provincia, occupano il fondovalle dove la strada asfaltata serpeggia fra le stoppie ingiallite. Gli abitanti più legati al vecchio paese e alcuni cittadini amanti del bello si godono la quiete dei vicoli e delle piazzette, affacciate su un panorama idilliaco, allietate dalle petunie in fiore e cullate dal gorgogliare d’antichissime fontane. Al tramonto le facciate assumono un colore rosato e, quando l’ombra del bosco che sovrasta l’abitato s’allunga sulle radure, dai cespugli escono timidi i caprioli a brucare l’erba fra i cardi spinosi di un incredibile colore azzurro. Da qui si parte, ma qui si ritorna per le gite insolite della primavera e dell’estate, lasciate Pag 10


completamente al caso nei primi anni del nuovo secolo turbolento, come se il luogo di partenza e d’arrivo tagliato fuori degli itinerari del turismo di massa suggerisse d’andare alla ricerca d’altri siti poco infestati dalle folle vacanziere. Le masse, come le famigerate locuste, migrano a sciami da una regione all’altra producendo un fastidioso ronzio di motori e lasciando al loro passaggio cumuli di pattume. La prima regola è evitare le autostrade. Si risparmia pure il pedaggio pagato, ironia della sorte, per rimanere immobili per ore fra il metallo del guard-rail e quello del veicolo di fianco. Eppure, dopo itinerari tanto lunghi, vari e tortuosi, ad un certo punto si sente il bisogno di ritornare a vagare fra i colli ameni che videro nascere San Francesco, Santa Rita e i santi gemelli Benedetto e Scolastica, per ritrovare ogni sera la pace di Campi in una casa amica. A monte del villaggio si snodano soltanto piste percorribili con fuoristrada, vecchie mulattiere e sentieri che un tempo guidavano gli eremiti ai loro rifugi nelle grotte o in conventi di nuda pietra nascosti fra i lecci di montagne impervie. Oggi quegli itinerari sono stati riscoperti e segnalati a vantaggio di nuovi gruppi di fedeli disposti a riscoprire pellegrinaggi dimenticati fra l’Umbria e le Marche, facendo tappa presso le magnifiche abbazie della Valle Campiana, la Madonna Bianca di Ancarano, San Salvatore e S. Andrea di Campi, e specialmente l’abbazia di S. Eutizio al centro di quella che fu la Tebaide degli eremiti umbri, luogo sacro e storico dei benedettini. In quest’Italia devastata dalla speculazione edilizia, dagli incendi dei boschi e dall’incuria per le bellezze naturali, sembra un miracolo, inerpicandosi da Norcia sui Sibillini, trovare intatti ai piedi del severo Monte Vettore, m. 2476, i magnifici Piani di Castelluccio. In quest’area esisteva in ere lontane un lago le cui acque sono scomparse attraverso inghiottitoi carsici. Sul fondo assolutamente piano si è sviluppata una prateria che ai primi di giugno si ricopre di magnifici fiori. Lo spettacolo della fioritura di Castelluccio attira turisti, ma l’amministrazione del Parco Naturale dei Sibillini è severissima. Qualsiasi costruzione è stata vietata, come pure le attività di campeggio e bivacco che potrebbero alterare il delicatissimo equilibrio ambientale. Le attività silvopastorali sono sotto controllo e solo i colli che chiudono i Piani verso il bel villaggio di Castelluccio di Norcia sono destinati alla coltivazione della famosissima lenticchia locale, di piccolissime dimensioni ma dal sapore inconfondibile. Percorrendo il lungo rettilineo che attraversa i Piani fra greggi al pascolo e cavalli allo stato brado, si nota sulla sponda sinistra del grande anfiteatro naturale un bosco artificiale che ha la forma dell’Italia, uno stivale perfetto con le grandi isole d’abeti scuri su un mare d’erba. Andando da Campi a Leonessa, bella città appartenente al Rietino, si passa accanto a Le Vie Nuove - Aprile 2019

Monteleone di Spoleto, località che non avrebbe speciale notorietà se non si fosse scoperto un sepolcreto dell’età del bronzo con una tomba contenente una rarità archeologica, una biga intatta con lamine a sbalzo con scene della vita d’Achille. Purtroppo a questo paesino umbro è stata lasciata ingiustamente solo una copia del prezioso reperto che si trova al Metropolitan Museum di New York. Speriamo nel miracolo di un’improbabile restituzione. A proposito di miracoli n’abbiamo ottenuto uno da Santa Rita. Nell’autunno del 2005 venne a Campi un amico dello Sri Lanka, ormai affermatosi come imprenditore in Italia. Raccontò assai angosciato d’avere un figlio d’otto anni colpito da leucemia incurabile. In questi casi si cerca il miracolo “impossibile”, sicché si decise una visita al Santuario di Cascia durante un pomeriggio piovoso. Arrivando nella città di Santa Rita si trovò un sole splendente di buon auspicio. Mentre il povero padre pregava presso la tomba della Santa, una monaca lo invitò a visitare il monastero, a sostare presso il famoso roseto e ad accettare un poco della polverina ricavata dai petali delle rose benedette, da sciogliere nei cibi del malato. Tornato a Roma al capezzale del bimbo dato per spacciato da tutti i medici, il padre, poiché il malato non poteva più mangiare, lo costrinse a bere acqua che il piccolo definì sporca, perché contenente la polvere di rose di Santa Rita. Nessuno riesce a crederci, ma da oltre un anno il ragazzino è misteriosamente guarito, ha ripreso le sue normali attività scolastiche e nel suo corpo i medici non trovano neppure più le tracce della pericolosa forma di cancro. Solo le monache di Cascia, visitate per un ringraziamento, hanno considerato la cosa assolutamente normale. Umberto Mantaut

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Attestato di partecipazione del Camper Club Etruria all’Assemblea dei Presidenti - Aree Centro Est - Ovest - Sud

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E se passate da…

Mantova

Panorama da Sparafucile

Mantova costituisce un’occasione di visita organizzata o addirittura non programmata, quelle che capitano così, ad esempio domandandoci: dove ci fermiamo a dormire questa sera? Va detto subito che Mantova è una città ideale per noi camperisti, perché è dotata di una tranquilla ed organizzata area sosta inserita in un bellissimo parco, ma soprattutto a due passi dalle mura del centro storico della città, raggiungibile tranquillamente a piedi percorrendo il suggestivo ponte che attraversa uno dei tre laghi artificiali che la circondano. Mantova è nota per la ricchezza di edifici rinascimentali fatti erigere dai Gonzaga, una delle più note famiglie principesche di tutta Europa, signori e dominatori di Mantova per circa 380 anni, precisamente dal 1328 al 1707, diventandone marchesi e duchi. La nostra visita cittadina comincia proprio dall’area di sosta camper ubicata all’inizio di ponte San Giorgio, accanto alla storica Rocca di Sparafucile, luogo facente parte delle fortificazioni orientali, diventato noto per la tragica conclusione del Rigoletto di Giuseppe Verdi. Da qui si può osservare uno dei più suggestivi panorami della città, dopodiché gambe in spalla Le Vie Nuove - Aprile 2019

Castello San Giorgio

Piazza delle Erbe - I Portici

per attraversare lo storico Ponte San Giorgio, inizialmente costruito in legno, per trovarsi di fronte al poderoso Castello di San Giorgio, edificato dall’architetto Bartolino da Novara, lo stesso che ha realizzato il Castello Estense di Ferrara, nello stesso periodo. Diverse le trasformazioni subite nel tempo, nato come fortificazione è divenuto residenza dei nobili, poi caserma militare e prigione, nella quale furono rinchiusi i martiri di Belfiore. Da non perdere è lo spettacolo conservato nel castello: la Camera Pag 13


Il Duomo

degli Sposi, detta anche “camera picta” (camera dipinta), affreschi capolavoro del Mantegna. Pochi passi e ci si ritrova nell’ampia Piazza Sordello, la più grande di Mantova, sulla quale si affacciano il Duomo e lo splendido Palazzo Ducale. Il Duomo, dedicato a San Pietro, è di origine paleocristiana, edificato originalmente in stile romanico, arricchito successivamente con l’inserimento di elementi gotici. L’interno è a croce latina a cinque navate, con la volta affrescata dal Mantegna e dipinti di Paolo Veronese e Giulio Campi. Piazza Sordello è il centro storico della città, testimone del trascorrere della storia, a partire dagli Etruschi passando per i romani, dei quali vi sono ancora visibili le tracce. Il Palazzo Ducale voluto dai signori di Mantova, costruito tra il XIII e XVIII secolo, è un insieme di diversi fabbricati che, con giardini e cortili occupano un’estesa superficie. I più importanti artisti dell’epoca furono ospitati qui, in quella che fu la residenza dei Gonzaga, contribuendo con le loro opere ad arricchire gli ambienti del Palazzo. Elencare le opere in esso conservate sarebbe impresa alquanto ardua. Pochi passi e siamo a Piazza delle Erbe, la cui edificazione risale all’epoca dei Comuni, verso la fine del XII secolo. Per gli abitanti della città Piazza delle Erbe è il salotto Le Vie Nuove - Aprile 2019

Palazzo Ducale

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Rotonda di San Lorenzo

buono, con portici e palazzi importanti che raccontano le varie epoche storiche, tra i quali spicca il palazzo del Podestà, mentre sul lato orientale si trova il palazzo della Ragione con la Torre di Luca Fancelli. Vero gioiello è la Rotonda di San Lorenzo, secondo la leggenda fatta erigere da Matilde di Canossa per ricordare il San Sepolcro. La sua posizione, più in basso rispetto al piano della città, lascia presumere che sia stata costruita sulle rovine di un tempio Pag 14


Lago Inferiore

romano, mentre un’altra tesi la vorrebbe come l’antica cappella del Palazzo dei Canossa, di cui non vi è più traccia. Adiacente a Piazza delle Erbe troviamo Piazza Mantegna, sulla quale si affaccia la Basilica di Sant’Andrea, tra le più significative chiese del rinascimento che, secondo la tradizione, sorgerebbe dove fu nascosto il sangue di cristo da parte del soldato Longino. Il progetto è di Leon Area camper Sparafucile Battista Alberti edificata su una chiesa romanica. L’interno è a navata unica e croce Sebastiano. Costruita da Leon Battista Alberti latina ed è più grande del Duomo. Interessante su commissione di Ludovico II di Gonzaga nel la visita alle diverse cappelle che conservano 1460 ha una storia complicata ed incerta, anche preziosi tesori, ed in quella di San Giovanni la sua destinazione presenta molti interrogativi. Battista si trova la tomba di Andrea Mantegna. L’edificio, a forma di croce greca racchiusa in un Ora gambe in spalla per fare un tratto un po’ più quadrato con tre absidi semicircolari, è uno dei lungo di passeggiata per arrivare alla casa di primi esempi di chiesa a pianta centrale del Andrea Mantegna. Viene definita un piccolo Rinascimento. Potremmo concludere la nostra capolavoro di architettura, costruita nel 1476 su passeggiata a Mantova visitando il vicino di un terreno donato al pittore la Ludovico II di Palazzo Te, costruito dal 1525 al 1534 è il Gonzaga, è un palazzo di due piani a pianta capolavoro dell’architetto Giulio Romano, quadrata con all’interno un imponente cortile commissionato da Federico II Gonzaga, circolare sul quale si affacciano le stanze. dedicata all’amante Isabella Boschetti. Si Edificio monumentale di elevatissimo valore tenevano feste, banchetti, ricevimenti e svaghi, storico e artistico, è la principale sede espositiva mentre il duca Federico II Gonzaga vi della Provincia. Questo edificio ha un altissimo addestrava i suoi cavalli. La pianta riproduce la valore artistico e storico, oggi principale sede forma della domus romana, con gli ambienti che espositiva della provincia ed è visitabile in si affacciano su di un cortile quadrato. occasione di mostre ed eventi. Di fronte alla Consigliabile la visita alle diverse stanze in cui casa del Mantegna possiamo visitare un altro sono esposte opere di notevole pregio. monumento particolare: la Chiesa di San Le Vie Nuove - Aprile 2019

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Sestri Levante La città dei due mari

La Baia del Silenzio

La Liguria con il suo mare, i caratteristici borghi marinari, un’enogastronomia d’eccellenza ed una lunga litoranea che la percorre e descrive tutta in un continuo sali scendi tra panorami incantevoli ne fanno una meta ambita per turisti e villeggianti. Tra queste bellezze emerge una vera e propria perla: Sestri Levante, la città dei due mari, appellativo dato dalla morfologia del suo territorio, con un centro storico che si affaccia su due baie, la più grande chiamata Baia delle Favole e l’altra detta Baia del Silenzio. Scavi archeologici abbastanza recenti hanno riportato alla luce una Necropoli che testimonierebbe la presenza di un importante insediamento risalente all’età del ferro. I Liguri Tigulli fondarono Sestri Levante, all’epoca Segesta, a cui seguirono i romani, periodo in cui la città conobbe un importante sviluppo. Decaduta nel medioevo per colpa delle invasioni barbariche ricominciò a rifiorire sotto la Repubblica marinara di Genova. Dopo alterne fasi, in cui la città ha subito anche saccheggi da Le Vie Nuove - Aprile 2019

parte di turchi e saraceni, è diventata un luogo magico, fonte di ispirazione di scrittori e poeti. Sestri Levante è considerata uno dei luoghi più incantevoli di tutta la Riviera Ligure ed una delle più belle spiagge d’Italia. Hanno soggiornato qui molti personaggi illustri, tra i quali il compositore Richard Wagner, lo scrittore Hans Christian Andersen, Guglielmo Marconi e Arthur Van Schendel, scrittore olandese. Cosa vedere La storia e la cultura di Sestri Levante sono testimoniate dai tanti edifici religiosi ed architetture civili presenti, la chiesa più antica è San Nicolò dell’Isola, costruita nel 1151 in stile romanico sulla sommità del promontorio che suddivide i due golfi. La pianta è basilicale suddivisa in tre navate con colonne di pietra sulle quali poggiano archi e sesto acuto. L’ i n t e r n o , a n c h e a s e g u i t o d i d i v e r s i rimaneggiamenti, vede la predominanza di elementi gotici. All’esterno un campanile con Pag 16


cuspide a forma di piramide con aperture a bifore. Scendendo dalla piccola collina si trova la Basilica di Santa Maria di Nazareth, costruita nel 1604 su di una preesistente cappella. Come la precedente chiesa la struttura dell’edificio è basilicale con tre navate. L’altare maggiore custodisce una scultura che rappresenta la Vergine con i cherubini. Dell’edificio originale rimangono i campanili ai lati della facciata. Nei pressi della Basilica c’è una piccola e breve via che conduce alla Baia del Silenzio, affacciandosi sulla quale si prova una sensazione di rilassatezza, una sorta di pace con il mondo, e si comprende come mai nome sia stato più azzeccato. Percorrendo la strada che attraversa il borgo antico si incontrano interessanti palazzi, come il Palazzo Durazzo – Pallavicini, costruito nella seconda metà del XVII secolo per volere del Doge della Repubblica di Genova Cesare Gentile. Dal 1956 è di proprietà del Comune ed ospita il Municipio. Altro edificio importante e storico è il Palazzo Fascie Rossi, sede del Museo Archeologico e biblioteca civica. A testimoniare le origini antiche del borgo vi è il ponte medievale a schiena d’asino sul torrente Gromolo, ed i cinque ponti che si trovano in località Valle del fico, tutti di origine romana. Passeggiare per Sestri Levante, tra le allegre e variopinte botteghe, o nei giardini che arrivano a lambire la spiaggia della Baia delle Favole, fino a raggiungere il porto turistico, è un piacere che si deve concedere chi vuole apprezzare fino in fondo questa splendida località.

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Cosa Gustare La proverbiale focaccia, conosciuta un po’ in tutta la riviera, trova qui la sua miglior consacrazione, insieme alla farinata di ceci. Al ristorante si consiglia di provare il prelibato pesto ligure, magari come condimento dei tipici testaroli, una pasta locale. Piatti più semplici ma altrettanto gustosi sono le diverse torte salate, mentre tra i classici di pesce merita la pena di assaggiare le acciughe sotto sale, il bagnun di acciughe ed il ciuppin, una tipica zuppa di pesce. Ad esaltare i sapori contribuisce sicuramente l’olio extravergine di oliva, un marchio DOP del levante ligure. Ottimi i vini tipici del Golfo del Tigullio come il Vermentino, il Ciliegiolo o una delle varietà del Portofino da abbinare al pandolce locale. Molto buono e tradizionale il gelato artigianale.

Dove sostare Area sosta attrezzata Levante Camper Via Liguria 39, 16039, Sestri Levante (Ge) Telefono: 348-1592567; 340-3232551; 348-1592568 Email: levantecamper@gmail.com www.levantecamper.com GPS N 44°16’43.29’’ E 9°24’07.62’’

Levante Cam

per

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Massa Marittima

Duomo

Panorama

Palazzo Comunale

Non fatevi ingannare dal nome, quindi lasciate pure a casa il costume che qui non serve, anche se il nome della località invita a pensare a lungomare e spiagge. Come mai? Massa Marittima è situata nell’entroterra grossetano, ad una ventina di chilometri dal mare ed a trecentottanta metri di altitudine. Però non si sbaglia nel consigliare la visita di questo delizioso posticino. Se poi decidete di arrivare qui passando per Larderello avrete percorso un itinerario interessantissimo e quanto mai emozionante, addirittura unico nel suo genere. Il paesaggio attraversato ha del surreale grazie agli enormi tubi d’acciaio lucente che attraversano la valle e le pendici in un incrocio fantastico e fantasioso per portare, ad un vasto comprensorio, l’energia prodotta dalla centrale geotermica alimentata dai soffioni boraciferi. Ma ora pensiamo a Massa Marittima, cittadina che ha conobbe il suo massimo sviluppo attorno all’undicesimo secolo, grazie allo sfruttamento delle risorse minerarie di cui il suo territorio è ricco. Il medioevo poi l’ha impreziosita artisticamente conferendole l’aspetto urbanistico del quale ancor oggi ne possiamo ammirare la straordinaria bellezza. La realizzazione della piazza principale ha dovuto tener conto ed adattarsi alla conformazione del terreno collinoso, impegnando non poco la fantasia e l’estro di architetti e mastri edili. E’ uno dei motivi per i quali il maestoso Duomo poggia su di una enorme base a gradoni ed è collocato trasversalmente rispetto all’asse della piazza. Edificato in stile romanico, con arricchimenti architettonici in pianta gotica, ha l’interno a tre navate piuttosto ampie. Bassorilievi di pregevole fattura, ed altre sculture marmoree, ne valorizzano l’insieme. Dal sagrato si gode il miglior colpo d’occhio sulla piazza: sul lato sinistro affaccia il Palazzo Comunale, ricavato dalla fusione di tre palazzi-torre; sul versante destro c’è la Fonte Pubblica, detta anche dell’Abbondanza, risalente al Le Vie Nuove - Aprile 2019

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Centro S

1265. Di fronte al Palazzo Comunale inizia via Moncini, la strada che taglia a metà il centro storico per inerpicarsi fino a raggiungere Piazza Matteotti, sovrastata dalla Torre del Candeliere, cuore della città nuova. Per ridiscendere conviene cambiare strada per godere appieno l’architettura del luogo, senza tralasciare le vetrine dei negozi che hanno in bella mostra merci, prodotti ed oggetti dell’artigianato e del prodotto locale. torico

Note Gli Etruschi furono i primi a sfruttare la zona mineraria e intorno al 750 a.C. l'estrazione dei minerali portò questo popolo a essere il più ricco dell'Italia centrale. Le città di Populonia e Vetulonia spinsero i domìni verso le Colline Metallifere. Populonia traeva la ricchezza dal minerale ferroso estratto, dal IV secolo a.C., nell'Isola d'Elba; da Vetulonia, invece, partirono molti degli abitanti per andare a stabilirsi nei villaggi intorno all'attuale Braccialetto Etrusco Massa Marittima (tanto che, nelle vicinanze del lago dell'Accesa, sono state ritrovate tracce di questa presenza). In queste terre abbondavano minerali ricchi di argento e di rame. E i ritrovamenti effettuati attestano una continuità nel trattamento dei minerali, che non è tanto diverso da quello delle moderne acciaierie e fonderie; sono state ritrovati, infatti, resti di forni fusori e, sempre intorno al lago dell'Accesa, le fondamenta di un abitato del VI secolo a.C. dove vivevano probabilmente i dirigenti di una miniera. Gli Etruschi trasformavano quei minerali ricchi di oro, ferro, argento, piombo, rame, in monili e oggetti di vario uso.

Area Sosta Camper Comunale Viale Risorgimento Gratuita - Carico e Scarico acque Vicino al centro GPS N 43°02’42.62’’ E 10°53’26.91’’

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CBE avvia la collaborazione con il Centro Assistenza AL-KO di Verona

Il Centro Assistenza Premium di Castel assistenza qualificata per assali, longheroni e d’Azzano, nato nel 2014 per garantire il miglior t e l a i , m a n u t e n z i o n e e r e g i s t r a z i o n e servizio alla clientela italiana di AL-KO dopo le esperienze positive del “Service Center” di Koetz in Germania e di “Station Premium” di Louhans in Francia, offrirà ora anche un nuovo servizio: il montaggio degli accessori after market di CBE. È questo un ulteriore passo verso l’integrazione operativa tra AL-KO e CBE dopo la firma avvenuta nell’estate del 2018, con la quale il gruppo DexKo Global, leader mondiale nella produzione di tecnologia delle sospensioni, della costruzione di telai e componenti correlati, ha acquisito l’azienda trentina.

dell'impianto frenante di rimorchi e sospensioni, amplia così la sua offerta di servizi di alta q u a l i t à a l c l i e n t e , o ff r e n d o o r a a n c h e l’installazione specializzata di prodotti CBE presenti sul catalogo nelle quattro gamme: Solar Systems (moduli fotovoltaici, regolatori e accessori correlati), New Technology (pannelli test e rivelatori di gas), Modular Plates (comandi e prese), Energy Line (carica batterie, inverter, dimmer, sistemi di gestione per batterie di servizio). A fine febbraio il team del Centro Assistenza Premium di Castel d’Azzano ha completato il corso di formazione tecnica e dai primi di marzo il servizio di installazione Il Centro Assistenza Premium di Castel degli accessori CBE è operativo. d’Azzano, nei pressi di Verona, che già fornisce

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“La collaborazione tra il CDA Premium di Castel d’Azzano e CBE rappresenta un ulteriore passo avanti delle attività operative congiunte che sono state avviate insieme ad AL-KO” – dice Dorian Sosi, amministratore delegato di CBE – “Con questa operazione anche CBE finalmente entra, concretamente e con orgoglio, nel progetto Quality For Life di AL-KO, una filosofia aziendale condivisa da entrambe le aziende, volta ad assicurare prodotti della migliore qualità, con altissime performance, lunga vita e un’assistenza al cliente di prim’ordine. Una nuova e qualificata sinergia a tutto vantaggio del cliente: CBE con l’affidabilità dei suoi prodotti e AL-KO con il know how tecnico e l’alta specializzazione del suo servizio di assistenza Premium offriranno un ulteriore valore aggiunto ai camperisti in una zona ad alta concentrazione di veicoli ricreazionali e dove, peraltro, non avevamo centri d’installazione”.

Ufficio Stampa Mazzucchelli & Partners Viale Campania 33 - 20133 Milano tel. +39 02 58437693 - fax +39 02 58437051 email: press@mazzucchelliandpartners.eu

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TELECO CombiSat lo switch che non ti lascia mai senza TV Comunicato stampa Lugo di Ravenna, 5 febbraio 2019 Si chiama CombiSat il nuovo dispositivo che permette a camperisti e caravanisti di non rimanere mai, in nessuna circostanza, senza segnale televisivo. La richiesta è venuta da un prestigioso partner di Teleco, un costruttore di motorhome di fascia Premium, che voleva offrire alla sua esigente clientela la possibilità di guardare la televisione anche con il veicolo parcheggiato sotto gli alberi o in presenza di ostacoli che impediscono l’utilizzo dell’antenna satellite sul tetto. Teleco, che da oltre 40 anni progetta e produce antenne per veicoli ricreazionali, ha quindi sviluppato alcuni kit in grado di collegare facilmente il camper ad una antenna satellite supplementare automatica portatile, ACTIVSAT, oppure alla colonnina del campeggio per prelevare gli eventuali canali via cavo disponibili. CombiSat è uno switch intelligente che in maniera completamente automatica permette di collegare l’antenna portatile ACTIVSAT in combinazione con quella installata sul tetto del Camper. ACTIVSAT è un’antenna satellite portatile, completamente automatica, di semplicissima installazione (è sufficiente aprire il treppiede, montare la parabola e collegare il cavo da 15 m all’apposita presa esterna ACTIVSAT del veicolo). Collegando il cavo dell’ACTIVSAT alla presa, lo switch intelligente CombiSat disconnette automaticamente l’antenna sul tetto e mette in comunicazione ACTIVSAT con il televisore. Quando l'antenna portatile punterà il satellite, il segnale arriverà immediatamente sul televisore, assicurando una perfetta visione di tutti i programmi. Nel caso le televisioni siano più di una, Teleco ha propone il dispositivo TWIN che offre la possibilità di guardare tutti i programmi su due televisori contemporaneamente. È inoltre disponibile CombiCab che permette di collegare facilmente il camper e quindi i televisori alla colonnina del campeggio, per usufruire di tutti i canali via cavo disponibili. CombiMax invece è un dispositivo onnicomprensivo che consente di collegare il camper con due televisori sia all’antenna supplementare satellite ACTIVSAT sia alla colonnina del campeggio tramite la presa TV.

Ufficio Stampa MEDIASUR in alliance with MAZZUCCHELLI & PARTNERS Mauro Nogarin Email: m.nogarin@mediasur.net Skype: mauronog8284

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UCA - Unione Club Amici Cari amici ho il piacere di informarvi che, FINALMENTE, dopo due anni dall’acquisto, la Club House dell’Unione Club Amici, acquistata per la ripresa del turismo itinerante nell’area del “cratere” del terremoto del Lazio, è in fase di installazione presso l’area di sosta di Leonessa. Ricordo a tutti che, inizialmente, l’iniziativa era rivolta ad AMATRICE dove, il Sindaco Sergio Pirozzi, ci ha chiesto responsabilmente di offrire la Club House ad un altro paese meno “seguito” in quanto AMATRICE aveva già tantissime altre donazioni. Assieme al presidente Spadoni del Rieti Camper Club siamo andati ad ACCUMOLI dove il sindaco non ha potuto accettare la nostra offerta perché aveva già problemi di denunce per installazioni non autorizzate (???). Così, dopo averlo concordato, la nostra “casetta” (10 m. x 5 con tetto rialzato) è stata consegnata a Leonessa che, fidandosi della

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donazione di APC, si aspettava 20.000,00 €uro di contributo per concludere i lavori di sistemazione dell’area. Contributo mai concesso e da ciò, il ritardo di installazione. In tutto questo tempo non vi abbiamo aggiornato perché volevamo darvi conferme sicure ma noi, durante tutto questo tempo, abbiamo regolarmente sollecitato, scritto, intimato, il montaggio della Club House perché temevamo che la struttura non montata potesse subire dei danni. Oltre alla casetta abbiamo acquistato una colonnina di Carico e Scarico e una di erogazione della corrente elettrica ed oggi sono felice di allegare le foto della installazione in corso. Rinnovo i ringraziamenti a quanti hanno contribuito. Grazie Ivan Perriera

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UCA - Unione Club Amici Il Presidente dell’UCA Unione Club Amici, la Federazione presso la quale siamo tesserati come Camper Club, ha scritto al Ministro delle infrastyrutture per sollecitare i controlli sulla funzionalità dei pozzetti di scarico sulla rete autostradale nazionale. Chi intendesse collaborare segnalando malfunzionamenti riscontrati lo può fare scaricando il modulo di segnalazione aL Presidente Ivan Perriera.

http://www.unioneclubamici.com/files/Modulo-per-ANAS--2-.pdf Spett.le Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, da un controllo effettuato sul sito della società Autostrade, sulla mappa on line che riporto di seguito, si vedono un numero inammissibile di pozzetti di scarico chiusi per lavori, manutenzioni, guasti. Gli sforzi fatti qualche anno fa dalla nostra Federazione Nazionale, dal Dott. Mauro Coletta e dal Ministro delle Infrastrutture, vista la situazione attuale, sembrano essere stati profusi invano. L’aumento dei veicoli ricreazionali circolanti (camper e caravan) ed il fortissimo aumento di turisti stranieri che raggiungono la nostra nazione a bordo di questi veicoli, non ci consentono di poter avere una situazione come quella che voi stessi potrete verificare. Non serve ricordare che, per dichiarazione dello stesso Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti: “Una stazione di servizio che non concede il servizio di carico e scarico, non potrà avere il rinnovo della concessione”. Vi chiedo, quindi, un immediato controllo perché, già a partire dal periodo di Pasqua e con i conseguenti ponti del 25 aprile e primo maggio, è facile immaginare un altissimo numero di Camper e Caravan che transiteranno sulle nostre autostrade di tutta Italia, rendendo indispensabile l’utilizzo dei pozzetti di scarico e relativo utilizzo dell’acqua per le operazioni di pulizia e carico dell’acqua potabile. Certo di vostro intervento, invio cordiali saluti Ivan Perriera Presidente Nazionale Unione Club Amici Federazione Nazionale a favore del turismo itinerante Le Vie Nuove - Aprile 2019

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MONDO APC – BANDO APC “I COMUNI DEL TURISMO IN LIBERTÀ” 2019 Torna anche quest’anno, puntualissimo e con una novità importante, il Bando APC “I Comuni del Turismo in Libertà” per la realizzazione di un’area di sosta attrezzata per i veicoli ricreazionali, giunto alla XVIII edizione. Parlavamo di novità: sì, perché da quest’anno, oltre ad ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), Federparchi – Europarc Italia, Federterme e Fee ItaliaFondazione per l’Educazione Ambientale, registriamo con piacere l’ingresso importante del Touring Club Italiano tra i partner di questa nostra iniziativa. Il valore di ciascun premio che verrà riconosciuto ai 4 Comuni italiani vincitori è come sempre di 20.000 euro (per un totale quindi di 80.000 euro in palio). Tra i parametri di valutazione validi per tutte e quattro le categorie, il Comitato attribuirà particolare rilevanza ai progetti che prevederanno l’inserimento dell’area di sosta camper all’interno di un Parco associato a Federparchi, Europarc Italia, in Comuni in cui sia presente un centro termale associato a Federterme o al Comune certificato con la Bandiera Arancione del Touring Club Italiano. Si precisa che l’80% del contributo verrà assegnato da APC al momento dell’inaugurazione dell’operadichiarata agibile o al momento della conclusione dei lavori di ristrutturazione e/o implementazione; il restante 20% invece sarà erogato entro i 3 mesi seguenti la conclusione dei lavori e in seguito a sopralluogo dell’Associazione per verificare la piena funzionalità dell’area di sosta. QUATTRO LE CATEGORIE PARTECIPANTI: • Comuni del Nord (Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino Alto-Adige, Friuli Venezia-Giulia, Veneto, Emilia Romagna); • Comuni del Centro (Toscana, Abruzzo, Umbria, Marche, Lazio); Comuni del Sud e Isole (Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna); • Progetti di ristrutturazione e implementazione di aree di sosta camper già esistenti, dedicata a tutti i Comuni italiani non vincitori di precedenti edizioni del presente Bando che intendono introdurre migliorie, ristrutturare e/o implementare l’area di sosta per renderla più fruibile. • Possono altresì concorrere in quest’ultima categoria i Comuni vincitori del presente Bando, che hanno realizzato l’area entro il 2009 compreso e che intendono ristrutturare e/o implementare l’area di sosta. Informiamo, infine, che il termine entro cui presentare la dichiarazione d’intenti è fissato al 10 aprile 2019mentre le domande di partecipazione e gli elaborati progettuali dei Comuni partecipanti dovranno essere inviati entro e non oltre il 31 maggio 2019. Tutti i lavori dovranno essere necessariamente avviati a seguito della cerimonia di premiazione, che si terrà come da tradizione alle Fiere di Parma durante il Salone del Camper (14-22 settembre 2019), e conclusi entro e non oltre dodici mesi dalla data di proclamazione della vincita, a pena di decadenza del premio (quindi entro il 22 settembre 2020). Le Vie Nuove - Aprile 2019

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I nuovi orizzonti della “Poesia”

CE VO’ RISPETTO Un giorno sano, a detta der giornale, pe’ ricordà l’ebbrei morti ammazzati, er giorno appresso, li terremotati, femminicidi e morti pe’ le scale. A fine d’anno, ha detto er Cardinale, che vò du giorni pe’ li violentati: “so pe’ certo che vanno aripagati, dar diavolaccio der confessionale”. La nuvola, che ammanta ‘sta Nazzione, ce piagne addosso, ce fa sta’ a lo scuro e ce rinchiude, dentro un’emozzione. Nun basta, pe le straggi er discorsetto; ce vòle pe’ sta’ in pace ner futuro, “La Giornata Mondiale del Rispetto”. Dario Ludovici

CUORE FANCIULLO Vorrei ricordare le parole più belle ma la memoria, vecchia e stanca ormai, non mi affianca più. La speranza è un foglio bianco che rimane intonso sul tavolo, mentre una voce grave e opaca scivola nella mente e s’ impossessa dei miei pensieri. Lontana dalla mia terra, con solo un cartoccio di nostalgia, senza più lacrime, intono silenzioso un canto per sfuggire le ombre di una sera che, avida, si impadronisce del mio cuore fanciullo. Memoria e speranza, un giorno non troppo lontano, forse ritroveranno dentro me la giusta strada. Gabriella Garonzi

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Fabrizio

Roberta

Le nostre ricette

Trippa e Fagioli Ingredienti per 4 persone: •

700 gr di trippa precotta.

1 costa di sedano, 1 carota, 1 cipolla

Due scatole di Fagioli di Spagna, 800 gr

80 gr di Guanciale (facoltativo)

Una scatola di pomodori “interi”

Brodo vegetale.

Parmigiano grattugiato e una crosta di formaggio

Origano – Maggiorana - Salvia

Sale - pepe - peperoncino - olio EVO q.b.

In un tegame di coccio mettiamo un filo di olio e facciamo soffriggere la cipolla, il sedano e la carota tagliati a cubetti (se volete potete aggiungere il guanciale). Facciamo rosolare a fuoco basso per qualche minuto. Aggiungiamo, dopo averla sciacquata, la trippa, saliamo leggermente, aggiungiamo il peperoncino e gli odori sminuzzati e lasciamo che il composto prenda il sapore. Uniamo ora i pomodori (schiacciateli con la mano), la crosta di formaggio, facciamo insaporire e aggiungiamo del brodo caldo a coprire tutto il composto. Copriamo e facciamo cuocere per una ventina di minuti, controlliamo che il tutto non si asciughi troppo (eventualmente aggiungere del brodo). A questo punto uniamo i fagioli sciacquati e lavati dal loro liquido e ancora del brodo (un dito almeno oltre il composto), mescoliamo e facciamo cuocere, mescolando spesso ed aggiungendo (eventualmente) del brodo. Continuiamo la cottura per ancora una ventina di minuti o sino a quando la trippa non sarà ben cotta. Servite con una bella macinata di pepe, parmigiano grattugiato e buon appetito. Vino consigliato: Rosso Conero.

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