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12.11.2019 ANNIVERSARIO Trenta anni dalla caduta del regime totalitario, luci e ombre (di Atanas Tsenov) A distanza di 30 anni, i media in Bulgaria riservano ampio spazio agli eventi drammatici nel paese, iniziati nel lontano 10 novembre 1989. Quel giorno a Sofia si svolse uno storico plenum del Comitato centrale del Partito comunista bulgaro (Bkp) che segnò la fine del regime totalitario di Todor Zhivkov, destituito da segretario generale del Bkp, rimasto al potere per 33 anni e morto nel 1998 a 86 anni. La Bulgaria era ritenuta tra i Paesi satelliti del blocco comunista la più fedele all'Unione Sovietica. I media di Sofia ricordano l'anniversario evidenziando le luci e le ombre degli anni di transizione seguiti allo storico 1989. Rilevano fra l'altro che vi è ancora una fetta consistente della vecchia generazione che ricorda con nostalgia l'epoca di Todor Zhivkov, denominato “tato” (papà), ritenendo che alla sua epoca “si viveva meglio”. La stampa rileva anche i lati positivi della democratizzazione della società bulgara: la libertà di esprimersi e viaggiare, il rispetto dei diritti umani, l'ingresso del Paese nell'Ue e nella Nato. Ma gran parte dei politici che hanno vissuto i primi anni di transizione, e degli analisti, sia pro che contro, convengono oggi sulla conclusione che i trent’anni di transizione sono trascorsi in modo sbagliato e sono state perse diverse occasioni per far progredire meglio il paese. “Trenta anni fa, la Bulgaria si è avviata con entusiasmo sulla nuova strada, ma la speranza di una vita migliore, tuttavia, ha dovuto affrontare profonde turbolenze socioeconomiche, per le quali i bulgari hanno pagato un prezzo troppo alto”. È quanto scrive il presidente Rumen Radev sul suo profilo Facebook in occasione dell'anniversario. “La privatizzazione selvaggia, la riscrittura della storia, l'oblio culturale e delle tradizioni bulgare fanno parte dei fenomeni che ci hanno spinto verso la povertà materiale e spirituale”, osserva Radev. A suo avviso, “la Bulgaria ha fatto la sua importante scelta geopolitica, ma non è riuscita a costruire una base solida per lo stato di diritto, la separazione dei poteri e la libertà di espressione”. Per la ricorrenza non si sono svolte manifestazioni importanti, ma circola la barzelletta: “Saremo vivi per vedere la vera democrazia? - No, amico mio, non saremo vivi. - E i nostri figli? - Loro sì, purtroppo, poveretti!”. ELEZIONI Maya Manolova presenta la richiesta per annullare l’esito elettorale a Sofia La candidata a sindaco di Sofia come indipendente ma sostenuta dai socialisti, Maya Manolova, ha presentato una domanda ufficiale per l’annullamento delle elezioni amministrative che si sono tenute nella capitale. Manolova è stata sconfitta al ballottaggio, tenutosi lo scorso 3 novembre, dal primo cittadino uscente ed esponente del partito di governo Gerb, Yordanka Fandakova. L’ex difensore civico ha dichiarato di avere


depositato presso la Commissione elettorale centrale quattordici fascicoli di prove di gravi violazioni elettorali. Inoltre Manolova con il suo staff ha segnalato queste presunte violazioni all’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), alla Commissione di Venezia, nonché agli ambasciatori dei paesi dell’Ue e all’ambasciatore degli Stati Uniti. INFRASTRUTTURE La tratta del Turkish Stream fra Bulgaria e Serbia sarà pronta entro il maggio 2020 La sezione del gasdotto Turkish Stream fra la Bulgaria e la Serbia sarà completata entro maggio 2020. Lo ha detto il premier bulgaro Boyko Borissov all'emittente serba Prva. Borissov ha precisato che in questo momento sono realizzati cinque chilometri al giorno del gasdotto in Bulgaria. Se dovesse manifestarsi una “crisi del gas”, ha aggiunto Borissov, Sofia vedrebbe comunque delle forniture grazie ad un accordo con la Russia che prevede la distribuzione fino alla Turchia da qui al 2030. La Bulgaria, ha concluso Borissov, può trasportare gas anche da altri Stati e insieme con la Serbia “rifornire l'intera Europa”. CORRIDOIO 10 Serbia apre al traffico il braccio orientale verso il confine con la Bulgaria La Serbia ha aperto al traffico l'intero braccio orientale del Corridoio 10, che collega la città di Nis al confine con la Bulgaria. La cerimonia di apertura, avvenuta il 9 novembre alla presenza del presidente serbo Aleksandar Vucic, della premier Ana Brnabic e del primo ministro bulgaro Boyko Borissov, ha segnato ufficialmente “la fine dei lavori su quel corridoio, la cui lunghezza totale attraverso la Serbia è di 813 km”, ha specificato il governo serbo in una nota. La Banca europea per gli investimenti (Bei) ha fornito 265 milioni di euro per la costruzione dell'autostrada sul Corridoio 10, il 40% del costo totale del progetto infrastrutturale, ha informato il portale specializzato SeeNews. Il Corridoio 10 collegherà Salisburgo a Salonicco.


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