La metafisica di Harry Potter - cap. 7

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Capitolo 7 – Il prescelto, l’Ombra e il mito della rinascita

I

l fatto che fra Harry e Voldemort esista qualche tipo di legame emerge subito fin dal primo volume: quando il ragazzo si reca per la prima volta a Diagon Alley, nella bottega di Olivander, la bacchetta magica che lo sceglie ha curiosamente, al suo interno, lo stesso nucleo di quella di Voldemort, ossia una piuma della medesima Fenice. Quella Fenice che scopriremo poi essere Fanny. Abbiamo visto nel capitolo precedente che, psicanaliticamente, gli uccelli sono immagini dell’anima, e a questo punto va da sé che, come le due bacchette condividono il medesimo contenuto, così i due corpi contengono lo stesso spirito. Il fatto poi che Harry, giunto a Hogwarts, potrebbe essere smistato dal Cappello Parlante sia nella casa di Grifondoro, tradizionalmente vista come positiva, che in quella sinistra di Serpeverde (già Casa di Voldemort) è ulteriormente indicativo della coabitazione, nel ragazzo, delle due parti contrapposte della sua personalità. Successivamente, nel secondo romanzo, apprendiamo che Harry e Voldemort condividono un comune retaggio Babbano e la difficile condizione di orfano. Come nota la psicologa junghiana Gail A. Grymbaum,1 l’orfano appartiene al simbolismo alchemico della Separatio, dal momento che questi non ha più i genitori. Privo di legami diretti, egli 1. G.A. Grynbaum, The Secrets Of Harry Potter, cit.

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