Asta 0471

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Maioliche e Porcellane DI UN CONNAISSEUR LOMBARDO E DA ALTRE COLLEZIONI PRIVATE Genova 5 Novembre 2020





MAIOLICHE E PORCELLANE DI UN CONNAISSEUR LOMBARDO E DA ALTRE COLLEZIONI PRIVATE

GIOVEDÌ 5 NOVEMBRE 2020 ore 15.00 - Lotti 1 - 294

THURSDAY 5 NOVEMBER 2020 3 pm - Lots 1 - 294

Asta 471 - Auction 471

ESPOSIZIONE - VIEWING GENOVA

Castello Mackenzie Mura di S. Bartolomeo 16 Sabato 31 Ottobre ore 10-19 Saturday 31 October 10 am - 7 pm Domenica 1 Novembre ore 10-19 Sunday 1 November 10 am - 7 pm Lunedì 2 Novembre ore 10-19 Monday 2 November 10 am - 7 pm Martedì 3 Novembre ore 10-19 Tuesday 3 November 10 am - 7 pm

CAMBI LIVE In questa vendita sarà possibile partecipare in diretta tramite il servizio Cambi Live su: In this sale is possible to participate directly through Cambi Live service at: www.cambiaste.com


INFORMAZIONI PER QUESTA VENDITA ESPERTO DI DIPARTIMENTO ENRICO CAVIGLIA SI RINGRAZIANO PER LA STESURA DELLE SCHEDE AI NUMERI: 269 DOTT.SSA ANGELA CARÒLA-PERROTTI 129, 132-134, 136, 142, 146, 150, 196197, 199-200 e testi alle pp. 72, 77 DOTT.SSA CARMEN RAVANELLI GUIDOTTI

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OFFERTE

Lo stato di conservazione dei lotti non è indicato in catalogo; chi non potesse prendere visione diretta delle opere è invitato a richiedere un condition report all’indirizzo e-mail:

Le persone impossibilitate a presenziare alla vendita possono concorrere all’asta tramite offerta scritta o telefonica che deve pervenire almeno 5 ore lavorative prima dell’asta all’indirizzo e-mail:

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testo p. 6 DOTT.SSA RAFFAELLA AUSENDA

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DIPARTIMENTI ARGENTI ANTICHI Carlo Peruzzo c.peruzzo@cambiaste.com

DIPINTI DEL XIX E XX SECOLO Tiziano Panconi (Direttore Scientifico) t.panconi@cambiaste.com

MANIFESTI E CARTE DEL ‘900 Sergio Pignatone s.pignatone@cambiaste.com

ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA Michela Scotti m.scotti@cambiaste.com Daniele Palazzoli d.palazzoli@cambiaste.com

DIPINTI E DISEGNI ANTICHI Gianni Minozzi g.minozzi@cambiaste.com

MOBILI E ARREDI Matteo Cambi arredi@cambiaste.com

FOTOGRAFIA Chico Schoen c.schoen@cambiaste.com

MIRABILIA-STORIA NATURALE Iacopo Briano i.briano@cambiaste.com

I MAESTRI DEL FUMETTO E DELL’ILLUSTRAZIONE Sergio Pignatone s.pignatone@cambiaste.com

OROLOGI DA POLSO E DA TASCA Assistente - Barbara Galbiati orologi@cambiaste.com

ARTE ORIENTALE Dario Mottola d.mottola@cambiaste.com ARTI DECORATIVE DEL XX SECOLO Marco Arosio m.arosio@cambiaste.com AUTO E MOTO D’EPOCA Claudio Rava c.rava@cambiaste.com DESIGN Piermaria Scagliola p.scagliola@cambiaste.com Sirio Candeloro s.candeloro@cambiaste.com

RAPPRESENTANZE TORINO Via Giolitti 1 Titti Curzio - Tel. 011 855641 torino@cambiaste.com VENEZIA San Marco 3188/A Gianni Rossi - Tel. 339 7271701 g.rossi@cambiaste.com LUGANO Via Dei Solari 4, 6900 Lorenzo Bianchini - Tel. +41 765442903 l.bianchini@cambiaste.com

GIOIELLI ANTICHI E CONTEMPORANEI Titti Curzio t.curzio@cambiaste.com LIBRI ANTICHI E RARI Gianni Rossi g.rossi@cambiaste.com MAIOLICHE E PORCELLANE Enrico Caviglia e.caviglia@cambiaste.com

SCULTURA ANTICA E OGGETTI D’ARTE Carlo Peruzzo c.peruzzo@cambiaste.com TAPPETI Giovanna Maragliano g.maragliano@cambiaste.com VINI PREGIATI E DA COLLEZIONE Luca Martini l.martini@cambiaste.com

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Castello Mackenzie Mura di S. Bartolomeo 16 - 16122 Genova Tel. +39 010 8395029 Fax +39 010 879482 genova@cambiaste.com

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Maioliche e Porcellane

di un connaisseur lombardo LOTTI 1-114

TRE “PESCERE” E UN PIATTO LODIGIANI La formula decorativa di queste “pescere” è prova della più raffinata cultura artistica lombarda. E’ ben noto come, dalla fine del Cinquecento, i più colti pittori lombardi (come Giovanni Ambrogio Figino, Panfilo Nuvolone, Vincenzo Campi e Caravaggio), dipingevano raffinati piccoli quadri con “rappresentazioni di frutta autonoma come doni agli ospiti”, come scrive Mina Gregori. E, quando a Lodi, nella prima metà del Settecento le manifatture di maioliche fini inventano nuovi giochi decorativi, vi si ispirarono felicemente: frutti naturalistici decorano i piatti. I più celebri volumi illustrati dedicati alla maiolica lodigiana del Settecento mostrano piatti con gruppi di mele, o pere, prugnette e uva (ed in alcuni più rari anche fragole) appoggiati su una zolla erbosa. [E’ anche noto come questo motivo “alla frutta” lodigiano, venga progressivamente adottato da tutte le fabbriche dell’Italia Settentrionale in varie declinazioni.] Le “trutere”, come venivano chiamate in Lombardia, erano i piatti da portata ovali che ospitavano trote, tinche o lucci, i pesci pescati nell’Adda, usati scherzosamente a trompe-l’oeil durante i pranzi più festosi delle tavole più raffinate della regione. Oggi le pescere di maiolica lodigiana sono diventate rare e di alta considerazione storicoartistica. Le vetrine dei più importanti musei della ceramica ne mostrano esempi-documento: al Museo della Ceramica di Faenza ne è esposto uno datato “1751” considerato opera di Antonio Maria Coppellotti, e al Musèe National de Céramique di Sèvres uno marcato “Lodi. Fabrica Feretti” prodotto con nuovi modelli plastici, derivati dall’argenteria contemporanea, innovazione produttiva adottata da Antonio Ferretti negli anni Sessanta del Settecento. (A. Novasconi, S.Ferrari, S.Corvi, La ceramica lodigiana, Lodi 1964, p. 175)

MAIOLICHE E PORCELLANE


1

Piatto ovale “trutera” Lodi, manifattura Antonio Maria Coppellotti, 1751 circa Maiolica policroma a gran fuoco. Marca: assente. Dimensioni: cm 48,5x27,5. Conservazione: ottima; qualche piccola sbeccatura al bordo Provenienza: Altomani, Pesaro Piatto piano ovale dal profilo mistilineo col bordo sagomato a rilievo, rivestito di smalto stannifero e decorato con un luccio rappresentato in stile naturalistico a “trompe-l’oeil” tra quattro fette di limone e insetti diversi. La tesa, orlata in bruno, è decorata con tralci fioriti e piccoli insetti bruni Un piatto molto simile, assegnato con sicurezza - dato il suo carattere tecnico formale - alla produzione della manifattura di Antonio Maria Coppellotti, è esposto nelle vetrine del Museo delle Ceramiche a Faenza (inv.14450), e reca sul retro la data “1751”. E’ stato pubblicato diverse volte: si veda F.Ferrari, L.Samarati, A.Stroppa, La ceramica di Lodi, Lodi 2003, p.131, n. 48 Un altro pezzo molto simile è stato esposto alla mostra di Palazzo Reale dedicato al Settecento milanese nel 1991 (vedi M.A. Zilocchi, Le maioliche, in “Settecento Lombardo”, catalogo della mostra, 1991, p. 496, n. V-46)

Euro 3.500 - 6.500

7


2

Piatto ovale “trutera” Lodi, Manifattura Antonio Maria Coppellotti, 1751 circa Maiolica policroma a gran fuoco. Marca: assente. Dimensioni: cm 48,5x27,5. Conservazione: ottima; qualche insignificante caduta di smalto al bordo; piccola felatura sulla tesa Piatto piano ovale dal profilo mistilineo, col bordo sagomato a rilievo, rivestito di smalto stannifero, è decorato con un pesce rappresentato in stile naturalistico a “trompe-l’oeil”. La tesa, orlata in bruno, porta dipinti tralci fioriti e piccoli insetti bruni Questa tipologia ceramica appartiene alla produzione della manifattura lodigiana di Antonio Maria Coppellotti. E’ noto, e spesso pubblicato, un piatto affine datato “1751” esposto nelle vetrine del museo delle Ceramiche faentino (MIC di Faenza, inv.14450; vedi F.Ferrari, L.Samarati, A.Stroppa, La ceramica di Lodi, Lodi 2003, p.131, n. 48) In un’esposizione milanese del 1991 a Palazzo Reale, dedicato al Settecento lombardo, ne venne esposto un altro coerente (vedi M.A. Zilocchi, Le maioliche, in “Settecento Lombardo”, catalogo della mostra, 1991, p. 496, n.V-46)

Euro 3.500 - 6.500

MAIOLICHE E PORCELLANE


3

Piatto ovale “trutera” Lodi, Manifattura Antonio Ferretti, 1760 circa Maiolica policroma a gran fuoco. Marca: assente. Dimensioni: cm 57x32,5. Conservazione: ottima; insignificante sbeccatura al bordo Provenienza: Alberto e Michele Subert, Milano Piatto piano ovale, dal profilo mistilineo col bordo sagomato a rilievo, rivestito di smalto stannifero, decorato nel fondo con una tinca e un limone rappresentati in stile naturalistico a “trompe-l’oeil”. La tesa orlata in bruno, è ornata con piccoli fiori e tralci fogliati, alternati a piccoli insetti stilizzati in monocromia bruna Questo piatto appartiene alla produzione di Antonio Ferretti. La formula pittorica del pesce, del limone e dei fiori secondari mostra particolare somiglianza con i pezzi pubblicati da F.Ferrari nel suo volume F.Ferrari, L.Samarati, A.Stroppa, La ceramica di Lodi, Lodi 2003, pp. 236-237, nn.182-182 e p. 242, n. 189 L’effetto illusionistico tridimensionale del limone dimostra lo straordinario livello artistico conseguito nelle manifatture lodigiane, tanto da diventare luogo leggendario del sapere ceramico del XVIII secolo

Euro 3.500 - 6.500

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Piatto tondo Lodi, manifattura Ferretti, 1760 circa

Piatto tondo Lodi, Manifattura Giorgio Giacinto Rossetti, 1728-1736

Maiolica decorata con colori a gran fuoco. Marca: assente. Diam. cm 23,3 Conservazione: sul recto smalto ripreso in restauro; una felatura visibile sul verso; possibili sbeccature restaurate sulla tesa Provenienza: Alberto e Michele Subert, Milano

Maiolica a gran fuoco. Marca: “GR” in blu. Diametro cm 26,5 Conservazione: felatura circolare su parte del ricasco Provenienza: Antichità Antonia Giannetti, Milano, come da etichetta cartacea posta sul verso

Piatto tondo esalobato in maiolica fina, prodotta a stampo, decorato in policromia con testa di luccio e limone. La tesa è ornata con insetti policromi tra rami fioriti stilizzati

Piatto tondo fondo dalla tesa ad orlo liscio, modellata al tornio con modena, rivestito di smalto fine, dal tono leggermente azzurrato, con una decorazione a struttura radiale, disegnata in blu con i fioretti rossi e pennellate gialle e verdi L’elegante decorazione grafica appartiene alla formula decorativa rayonnant derivata dalla cultura ceramica di corte francese prodotta a Rouen e Moustiers. Viene rielaborata con estrema eleganza dal piemontese Giorgio Giacinto Rossetti che lavora a Lodi dal 1729 al 1736, quando marca con questa formula scrittoria

La curiosa e rara formula pittorica visibile in questo piatto è coerente con quella appena notata nel piatto ovale con la tinca: molto simile il limone Un solo piatto tondo affine noto, decorato con una testa di tinca e limone, è stato pubblicato da A. Novasconi, S.Ferrari, S.Corvi, La ceramica lodigiana, Lodi 1964, p. 174; e da F.Ferrari, L.Samarati, A.Stroppa, La ceramica di Lodi, Lodi 2003, p.243, n. 90

Euro 800 - 1.400

5

Piatto ovale “trutera” Italia Settentrionale, XIX - XX secolo (?) Maiolica fina decorata con colori a gran fuoco. Marca: assente. Dimensioni: cm 48x29,7. Conservazione: rotto in più frammenti e ricomposto in restauro Grande piatto ovale, con tesa dal profilo mistilineo, modellato a stampo, decorato in policromia con un pesce gatto riconoscibile dai bargigli - e un limone. La tesa è ornata con coppie di virgole rocaille gialle da cui nascono steli fioriti stilizzati L’intera formula decorativa deriva dal modello lodigiano, ma lo stampo la rende probabile prodotto di una manifattura ceramica contemporanea, del Settentrione, forse piemontese

Euro 400 - 800 MAIOLICHE E PORCELLANE

Euro 1.200 - 2.400


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9

Piatto Lodi, Manifattura di Antonio Maria Coppellotti, verso il 1750

Piatto Lodi, Manifattura di Antonio Maria Coppellotti, 1745-1750 circa

Maiolica a gran fuoco. Marca: assente. Dimensioni: diam. cm 24 Conservazione: buono stato; minime sbeccature al bordo

Maiolica a gran fuoco. Marca: assente. Diam. cm 24. Conservazione: ottima; insignificanti salti di smalto al bordo

Dall’orlo mistilineo ospita nel cavetto una natura morta su una zolla erbosa con uva bianca e rossa, susine e fico. Sulla tesa ricco motivo di lunghi rami fioriti di gusto esotico che fuoriescono da due foglie

Dal bordo a forte sagomatura “a coste” è dipinto “alla frutta” con due prugne posate su fondo erboso. Steli fioriti e insetti blu e gialli ritmano la decorazione della tesa listata in color cannella. Questo motivo di natura morta inventata a Lodi alla metà del Settecento ebbe straordinaria fortuna

Euro 600 - 900

Euro 400 - 800

8

Coppia di piatti Lodi, 1775-1800 Maiolica a gran fuoco. Marca: assente Diam. cm 24,5. Conservazione: buona; qualche piccola sbeccatura ai bordi I piatti dal bordo “a coste”, decorati nel cavetto “alla frutta” a gran fuoco, sono eseguiti da mano rapida, uno con una pera e un fico, l’altro con un carciofo e una pera che poggiano su zolla con due arbusti ai lati. Steli fioriti ed insetti ornano la tesa dal filetto bruno al bordo. Questo motivo con natura morta inventato a Lodi attorno alla metà del Settecento riscontrò grande fortuna sino alla fine del secolo

Euro 600 - 1.200

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Coppia di piatti Lodi, 1775-1800

Coppia di piatti Lodi, 1775-1800

Maiolica a gran fuoco. Marca: assente. Diam. cm 24,5. Conservazione: buona; qualche minima sbeccatura al bordo

Maiolica. Marca: assente. Diam. cm 24,5. Conservazione: buona; un piatto con felatura; minime sbeccature al bordo

I piatti dal bordo “a coste”, decorati nel cavetto “alla frutta” a gran fuoco, sono eseguiti da mano rapida, uno con una pera e una susina, l’altro con tre susine che poggiano su zolla con due arbusti ai lati. Steli fioriti ed insetti ornano la tesa dal filetto bruno al bordo. Questo motivo con natura morta inventato a Lodi attorno alla metà del Settecento riscontrò grande fortuna sino alla fine del secolo

I piatti dal bordo “a coste”, decorati nel cavetto “alla frutta” a gran fuoco, sono eseguiti da mano rapida, uno con una pera e l’altro con un carciofo e una prugna che poggiano su zolla con due arbusti ai lati. Steli fioriti ed insetti ornano la tesa dal filetto bruno al bordo. Questo motivo con natura morta inventato a Lodi attorno alla metà del Settecento riscontrò grande fortuna sino alla fine del secolo

Euro 600 - 1.200

Euro 600 - 1.200

MAIOLICHE E PORCELLANE


12

Coppia di piatti piani Milano, Manifattura di Felice Clerici, 1770-1790 Maiolica. Marca: assente. Dimensioni: diam. cm 24,2. Conservazione: ottima; qualche insignificante sbeccature e una minima felatura Provenienza: Alberto e Michele Subert, Milano I piatti, dall’orlo mistilineo profilato in bruno, sono decorati con un esuberante motivo floreale stilizzato, dalla tavolozza cromatica a gran fuoco Diversi piatti di questa tipologia, appartengono alla collezione del Castello Sforzesco, di cui alcuni marcati “Mil.o” (R.Ausenda, schede, in R.Ausenda (a cura di) Museo d’Arte Applicate. Le Ceramiche, tomo II, p.257-258, n. 281)

Euro 500 - 600

13

Piatto fondo Milano, Manifattura Pasquale Rubati, 1780 circa Maiolica. Marca: pennellata in blu. Dimensioni: altezza cm 3,5; diam. cm 24,5 Conservazione: ottimo; minime insignificanti sbeccature al bordo Provenienza: Alberto e Michele Subert, Milano, come da etichetta cartacea sul retro Piatto fondo esalobato, rivestito di smalto stannifero ricco di stagno, decorato in ricca policromia a piccolo fuoco “a smalto” con un motivo di fiori stilizzati “ad uso di Strasburgo”. Sul retro una pennellata in blu di cobalto ne testimonia la produzione milanese Questa tipologia ceramica è tipica della produzione della manifattura di Sant’Angelo a Milano guidata da Pasquale Rubati con prodotti di maiolica fina

Euro 380 - 500

14

Rara zuppiera Lombardia (Lodi?), Manifattura sconosciuta, 1780-1790 Maiolica. Marca: assente. Altezza cm 21,3; 31x19,5 Conservazione: probabili estesi restauri invisibili Zuppiera a base ovale dal corpo rigonfio alla spalla con anse a rocaille e coperchio a doppia calotta con presa superiore ad anello triangolare. Il rivestimento di smalto stannifero pannoso è decorato a piccolo fuoco con mazzi di grandi fiori stilizzati La potente formula grafica e cromatica di questi fiori “ad uso di Strasburgo” è rara. La forma di questa zuppiera la rende appartenente alla famiglia di maiolica fina, celebre soprattutto con un decoro di “figure chinesi”, considerata produzione lodigiana ma ancora oggetto di indagine per riconoscere il nome della fabbrica produttiva. Un gruppo importante è esposto nelle vetrine del Castello Sforzesco di Milano (vedi R.Ausenda, schede, in R.Ausenda, a cura di, Museo d’Arte Applicate. Le Ceramiche, tomo II, pp.195-203, n. 235)

Euro 800 - 1.400 13


15

“Garniture” di vasi Olanda, Delft, Manifattura De Porceleyne Schotel, ultimo terzo del XVIII secolo Maiolica a gran fuoco. Marca: “JDuyn” in blu. Altezza massima cm 33,8. Minime insignificanti sbeccature; un coperchio con presa incollata; un coperchio non pertinente e restaurato L’insieme dei cinque vasi, dalla forma a sezione ottagonale, è composto da tre potiches con coperchio dalle prese a forma di animale e due vasi a tromba. La decorazione in blu di cobalto vede un paesaggio con riva ed edificio incorniciato in una riserva formata da rocailles in rilievo. Sul verso ramoscelli fioriti e fogliati Nel Settecento in tutt’Europa ma specialmente in Olanda le “garniture” erano spesso esposte sopra gli armadi quale decorazione e potevano comprendere tre, cinque o sette vasi

Euro 600 - 1.200

16

Piatto Pavia, seconda metà del XVIII secolo Maiolica. Marca: assente. Diam. cm 32,5. Ottimo stato; insignificanti sbeccature al bordo; leggere craquelures Il piatto dal bordo leggermente centinato ospita al centro due grandi pere con picciolo fogliato incorniciato da tre ciuffi di ramoscelli fogliati che nascono dal filetto in manganese del bordo Per piatti simili si confronti P. Casati, Le maioliche di Pavia nelle collezioni pubbliche e private dal XVII al XIX secolo, Milano 1992, pp. 30-32

Euro 120 - 200

17

Zuppiera Milano (?), XIX secolo (?) Maiolica fina. Altezza cm 22; diam. massimo cm 27,5. Conservazione: ottima; insignificanti sbeccature al bordo del coperchio e ai manici Zuppiera dalla vasca cilindrica biansata, poggiante su tre piedini, col coperchio dalla presa superiore a ciliegia, decorata in tricromia Imari - blu a gran fuoco e rosso e oro a piccolo fuoco - con un motivo che vede un olandese che si inginocchia davanti ad un sacerdote orientale davanti ad una pagoda. Questo motivo, prodotto dalle due manifatture milanesi del Settecento, sul mercato antiquariale, è soprannominato “al carabiniere” Questa forma geometrica, insolita, è stata considerata settecentesca da S.Levy (in Maiolica Settecentesche lombarde e venete, Milano 1962, tav. XVII) e da S.Ferrari alla mostra del Museo Poldi Pezzoli (G.Gregorietti, a cura di, Maioliche di Lodi, Milano e Pavia, Milano 1964, n. 271) e non da R.Ausenda in scheda, in R.Ausenda, (a cura di), Le Ceramiche, Museo d’Arti Applicate, Tomo II, p. 612, n.16a

Euro 300 - 400 MAIOLICHE E PORCELLANE


18

Raro contenitore per panna Meissen, 1723-1725 circa Porcellana. Marca: assente; numero “10.” in oro sul coperchio. Altezza cm 10,8. Ottimo stato di conservazione Questo contenitore dalla forma globulare con il suo coperchio leggermente arrotondato poggia su tre piedini modellati a zampa di leone ed ha il classico manico a rocailles come quello delle teiere coeve. La decorazione pittorica policroma vede tre riserve, incorniciate dal Laub- und Bandelwrk” (ossia “a foglie e nastri”), sia sul contenitore sia sul coperchio, con cineserie alla maniera di Johann Gregorius Höroldt. Sul manico alcuni fiori indiani Pochissimi sono i pezzi con questa forma giunti sino a noi, secondo alcuni studiosi questa porcellana era destinata a contenere la panna, altri invece ritengono che servisse per il brodo Un contenitore con la stessa forma, ma decorato a paesaggi, è conservato a Jacksonville (Florida), The Cummer Gallery of Art (cfr. The Wark Collection, Early Meissen Porcelain, 1984, n. 108) La scoperta fondamentale delle ricette dei colori per la porcellana la si deve a Johann Gregor Höroldt (1696-1775) che arriva a Meissen nel 1720 quale istruttore dei pittori per poi assumerne la direzione del reparto. A questo straordinario artista si deve pure l’invenzione artistica delle cineserie: rappresentazioni allegre e spensierate della vita quotidiana di un mondo esotico idealizzato, rappresentato da chi conosceva l’Oriente solo attraverso le favole ed il racconto dei viaggiatori

Euro 3.200 - 5.200 15


19

Teiera Meissen, 1723-1726 Porcellana. Marca: spade in blu sopra coperta; “K.P.M.” in blu sotto coperta; numero “85.” in oro. Altezza cm 13,8. Due sbeccature al bordo del coperchio ricomposte in restauro La teiera dalla forma globulare allungata verso l’alto porta un mascherone barbuto a rilievo alla base del beccuccio ed ha un manico a “C” che s’innesta al corpo con motivi vegetali a rilievo. Il coperchio è a cupola. La decorazione pittorica policroma vede sui due lati una riserva a cineserie con diversi personaggi alla maniera di Höroldt, sul manico e beccuccio “fiori indiani”, inoltre cineseria senza soluzione di continuità sul coperchio Nel 1720 arriva a Meissen Johann Gregor Höroldt (1696-1775) al quale si deve la scoperta fondamentale della ricetta dei colori per la porcellana e la straordinaria invenzione artistica delle cineserie: rappresentazioni allegre e spensierate della vita quotidiana di un mondo esotico idealizzato, rappresentato da chi conosceva l’Oriente solo attraverso le favole ed il racconto dei viaggiatori

Euro 3.500 - 6.500

MAIOLICHE E PORCELLANE


20

Caffettiera Meissen, 1720 circa (porcellana) Augsburg, Bottega dei Seuter, 1725 circa (decorazione). Augsburg, Elias Adam (montatura in vermeil) Porcellana. Marca: assente; lettere diverse in lustro. Altezza cm 17. Conservazione: rottura al bordo del coperchio e al beccuccio ricomposte in restauro; leggere usure all’oro La forma periforme con manico a “S” di questa caffettiera è tipica del periodo in cui Johann Gregorius Horoldt era direttore artistico della manifattura di Meissen ed è una versione più snella e sciolta di un modello eseguito già in porcellana di Boettger. La decorazione è a cineserie in oro “radiert” poste su consolle. Gruppi di personaggi cinesi affaccendati in curiose occupazioni furono disegnati da Horoldt stesso e forniti come modello ai pittori della manifattura. Il successo di questa formula ebbe immediato seguito anche tra gli “Hausmaler” Augsburg in Svevia era uno dei massimi centri europei per la metallurgia d’arte: celeberrime le sue armature, le incisioni e l’oreficeria. Quest’ultima lavorazione artistica prevedeva anche degli esperti decoratori a smalto, che trasferirono presto la loro perizia anche su porcellana. Meissen ebbe un intenso scambio con gli orafi della città di Augsburg dove inviava le sue porcellane per essere montate in oro, argento o vermeil. Sorsero così delle botteghe che si specializzarono nella decorazione di porcellane bianche orientali o che venivano acquistate a Meissen. Tra i più celebri vi erano pure Bartolomeo e Abraham Seuter. L’abilità e la sensibilità di questi pittori era spesso eccezionale, a tal punto che la stessa manifattura di Meissen, intimorita quindi dalla concorrenza, vietò ad un certo momento la vendita di porcellana bianca

Euro 4.000 - 8.000 17


21

Due tazze con piattino Meissen, 1720 circa (porcellana) Augsburg, probabilmente Abraham Seuter, 1725-1730 circa (decorazione) Porcellana. Marca: assente; diverse lettere e numeri in rosso ferro diluito. Altezza tazze cm 4,7 e 4,5; diam. piattini cm 12,2 e 12,6. Conservazione: ottima Queste tazze sono dipinte a cineserie poste su consolle, in oro “radiert”, presso la bottega dei Seuter ad Augusta in Baviera. Vi troviamo gruppi di personaggi cinesi affaccendati in curiose occupazioni tra vegetazione orientale ed uccelli in volo

Euro 1.200 - 1.800

22

Tazza con piattino Meissen, 1728-1730 Pittura di Christian Friedrich Herold (1700-1779) Porcellana. Marca: spade in blu; numero “39.” in oro sotto al piattino; tracce del numero in oro sotto la tazzina. Altezza tazza cm 4,7; diam. piattino cm 12,7. Conservazione: ottima; leggere usure alla policromia del piattino e all’oro del bordo La tazza ed il piattino sono dipinte in policromia con vivaci scene di commercio marittimo e scene di genere racchiuse in elaborate riserve incorniciate dal “Laub- und Bandelwerk” (ossia “a foglie e nastri”) in oro, rosso ferro, rosso porpora e lustro di Böttger La teiera proveniente dallo stesso servizio della nostra tazza, pure marcata con il numero “39” in oro, è conservata a Basilea nella collezione Carabelli e pubblicata sul relativo catalogo (cfr. U.Pietsch, Frühes Meissener Porzellan, Sammlung Carabelli, München 2000, n. 79, p. 178-179)

Euro 1.400 - 1.800 MAIOLICHE E PORCELLANE


23

Raro contenitore con coperchio Meissen, verso il 1730 Probabile pittura di Christian Friedrich Herold (1700-1779) Porcellana. Marca: spade in blu. Altezza cm 8,5; diam. cm 11,2 Coperchio integro; conca rotta in 7 frammenti al bordo superiore in corrispondenza del paesaggio notturno; fondo giallo ricoperto di vernice in restauro La forma di questa porcellana si rifà a modelli estremo orientali con il coperchio leggermente bombato e sormontato da un anello che funge da presa. Le pareti liscie sono a fondo giallo con due riserve quadrilobate incorniciate d’oro, sia sul corpo che sul coperchio, che ospitano un insolito paesaggio notturno e tre scene di commercio marittimo e di porto alla maniera di Herold dove sono dipinti crocchi con gli scaricatori, le trattative dei commercianti e le navi in arrivo e in partenza Per un contenitore con la stessa forma, decorato a cineserie, vedi ad esempio quello che è stato esposto alla storica mostra del 1966 al Bayerischen Nationalmuseum di Monaco di Baviera e pubblicata sul relativo catalogo (R.Rückert, Meissener Porzellan 1710-1810, München 1966, n. 171)

Euro 1.200 - 1.800

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Scatola porta tè Meissen, 1725-1730 Porcellana. Marca: spade in blu. Altezza totale cm 9,7. Conservazione: ottima; tappo in argento dorato moderno La scatola, dalla forma esagonale, ha le sei facce incorniciate da cordonatura a rilievo che ospitano, in monocromia blu di cobalto, “fiori indiani” che fuoriescono da rocce ispirati dalle porcellane giapponesi Arita Nella Porzellansammlung di Dresda, presso il Museo dello Zwinger, è conservato un porta tè molto simile pubblicato in AA.VV., Meissener Blaumalerei aus drei Jahrhunderten, Leipzig 1989, n. 81

Euro 500 - 800

25

Teiera Meissen, 1730-1735 Porcellana. Marca: spade in blu. Altezza cm 10,8 Conservazione: piccola insignificante sbeccatura al beccuccio; coperchio moderno di rimpiazzo Dalla forma globulare liscia con manico a “J” e beccuccio a testa d’animale arricchiti da rocailles vegetali stilizzate, porta un coperchio con la presa a pigna. Su fondo blu due riserve quadrilobate, incorniciate da un nastro a rocailles vegetali in oro, sono dipinte con scene policrome miniaturizzate con paesaggi animati con mercanti e muli carichi di merci e, rispettivamente, con un paesaggio invernale di un villaggio o cittadella con ponte su un fiume ghiacciato con pattinatori ed altri personaggi

Euro 1.400 - 2.200 19


26

Piccolo versatoio a casco Meissen, 1735 circa Porcellana. Marca: spade in blu; numero “2” inciso. Altezza cm 17,8 Conservazione: rotture ricomposte in restauro invisibile Questo versatoio, dalla forma a casco prettamente europea, ha il manico mistilineo a rocailles. La decorazione è ispirata dalle porcellane giapponesi Kakiemon: da rocce fuoriescono rami fioriti con “fiori indiani” e, in volo, farfalle e un uccello sotto al beccuccio. Il bordo interno ospita un’ampia fascia dai colori vivaci pure con fiori orientali interrotta da due riserve con rami fioriti. Inoltre profilature in oro Un versatoio molto simile per forma e decorazione è stato esposto alla storica mostra del 1966 al Bayerisches Nationalmuseum di Monaco di Baviera e pubblicata sul relativo catalogo (R.Rückert, Meissener Porzellan 1710-1810, München 1966, n. 233)

Euro 600 - 1.000

27

Salsiera Meissen, 1735 circa Porcellana. Marca: spade in blu. Altezza cm 12,3; 22,5x9,5 Conservazione: perfetta La salsiera dalla bella forma barocca è decorata in policromia con il famoso motivo detto “Geflügelten Drache” o “Koreanischer Löwe” che trae ispirazione dalle porcellane giapponesi Kakiemon. Un airone, un animale fantastico che deriva dall’incrocio tra un drago e una tigre, una pianta fiorita con un maggiolino e inoltre ramoscelli di “Indianische Blumen” ossia fiori orientali - e farfalle sparsi decorano la superficie esterna e sono dipinti in policromia E’ da notare che questo motivo è stato uno dei primi utilizzati per i servizi da tavola di Meissen, infatti lo si trova nel listino prezzi della manifattura del 1731; inoltre è raro trovarlo su stoviglie dalle pareti lisce in quanto era stato prevalentemente utilizzato per il modello a rilievo “Sulkowsky-Ozier”

Euro 1.000 - 1.400

MAIOLICHE E PORCELLANE


28

Teiera Meissen, 1735 circa Decorazione: Augsburg, bottega dei Seuter Porcellana. Marca: spade in blu. Altezza cm 9,8. Conservazione: ottima; minime insignificanti usure all’oro Questa bella teiera dalla superficie percorsa da piccole costolature in rilevo dette “Gebrochener Stab”, è rivestita di smalto color giallo paglierino. Il manico a “J” con voluta all’attacco superiore, il beccuccio ed il pomello del coperchio a sfera sono dipinti in oro. La decorazione pittorica è a cineserie “radiert” in oro su terrazzi: diversi personaggi cinesi in conversazione o affaccendati in curiose occupazioni Una piccola caffettiera su fondo paglierino, analoga per modello e ornamenti, è stata esposta nel 2009 a Segovia, Fondacion Casa Segovia, alla mostra “La porcelana de Meissen en la Colecciòn Britzke” e pubblicata sul relativo catalogo a p. 65

Euro 1.400 - 2.000

29

Piccola caffettiera Meissen, 1735 circa (porcellana) Augsburg, Bottega di Abraham Seuter, 1740 circa (decorazione) Porcellana. Marca: spade in blu. Altezza cm 14,1. Conservazione: minimo restauro sulla punta del beccuccio; due piccole sbeccature ai rami fioriti in rilievo Questa rara caffettierina con coperchio, dal corpo periforme, ha il manico a “J” ed il beccuccio decorato plasticamente a rocailles. La superficie è percorsa da rami di fioriti di pruno in rilievo ispirati dalla porcellana cinese “blanc de chine”. Questo motivo decorativo fu prodotto a Meissen quasi esclusivamente in bianco senza decorazioni La pittura in oro “radiert” di Abraham Seuter occupa abilmente le poche superfici rimaste lisce con personaggi cinesi su consolle, uccelli ed insetti in volo, rappresentazioni allegre e spensierate della vita quotidiana di un mondo esotico idealizzato dagli artisti europei. Inoltre i rami in rilievo sono evidenziati in un delicato rosso porpora

Euro 1.400 - 2.200

21


30

Tazza con piattino Meissen, 1730-1735 Porcellana. Marca: spade in blu; numero “27.” in oro; numeri “19” e “45” incisi. Altezza tazza cm 4,3; diam. piattino cm 12,2. Due piccole sbeccature al bordo del piattino ricomposte in restauro; minime usure alla policromia del piattino La tazza a “bol” con piattino, dalle ricche bordure in oro, ha le scene policrome incorniciate dal “Laubund Bandelwerk” in oro, rosso ferro, rosso porpora e lustro e con due piccoli medaglioni con cinesini in porpora. La decorazione principale è a paesaggi sassoni con rive di fiume animate da viandanti, o da scene di commercio con barche e velieri

Euro 1.000 - 1.400

31

Tazza con piattino Meissen, 1735 circa Porcellana. Marca: spade in blu; numero “29.” in oro. Altezza tazza cm 4; diam. piattino cm 12,1 Conservazine: ottima; leggere insignificanti usure all’oro La tazza, a forma di “bol”, è decorata con due scene di rive selvagge in monocromia “Schwarzlot” racchiuse in medaglioni quadrilobati incorniciati da un ricco “Laub- und Bandelwerk” e, all’interno della tazza, una scena di genere in un doppio cerchio Il piattino ospita una scena marinara con grande galeone racchiuso in una riserva quadrilobata. Ai bordi, sia della tazza che del piattino, ricca bordura detta “Goldspitzendekor” in porpora, oro e lustro di Böttger

Euro 1.200 - 1.600

MAIOLICHE E PORCELLANE


32

Scatola porta tè Meissen, 1735-1740 Porcellana. Marca: assente; croce con 4 puntini incisi per il modellatore Schiefer. Altezza cm 9,6. Conservazione: buona; coperchio moderno La scatola dal fondo giallo e dalla forma a parallelepipedo, ospita sui quattro lati, una riserva quadrilobata, incorniciata in oro, con scene di porto policrome miniaturizzate. Sulla spalla troviamo due ramoscelli di fiori indiani

Euro 1.800 - 2.800

33

Tazza con piattino Meissen, 1735-1740 Porcellana. Marca: spade in blu. Altezza tazza cm 4,8; diam. piattino cm 13,4. Conservazione: minime insignificanti usure all’oro dei bordi La tazza con il manico ad orecchio è decorata con una scena di commercio marittimo senza soluzione di continuità. Anche il piattino è dipinto in policromia con una scena della stessa tipologia incorniciata da un doppio cerchio rosso ferro. Agli orli interni ricca bordura in oro detta “Goldspitzendekor”

Euro 500 - 800

34

Piccolo vassoio Meissen, 1735-1740 Porcellana. Marca: spade in blu; numero “40.” in oro. Dimensioni: cm 24,4x19,5. Conservazione: ottima. Provenienza: G. Roebbig, Muenchen Il piccolo vassoio ovale dal bordo polilobato è listato e arricchito internamente da un elaborato motivo in oro. Al centro grande riserva, incorniciata dal motivo a volute detto “Laub-und Bandelwerk” in oro, rosso porpora e lustro, che ospita un paesaggio policromo sassone con riva animata

Euro 1.200 - 1.800 23


35

Versatoio Meissen, 1735-1740 circa Porcellana. Marca: spade in blu. Altezza cm 15. Conservazione: rottura al labbro superiore del becco e minima sbeccatura al bordo superiore ricomposte in restauro Questo versatoio per olio o aceto, porta un manico a rocailles formato da tre “C” e un beccuccio che parte da un mascherone barbuto e termina a testa d’animale. Una pigna stilizzata funge da presa del coperchio La parete liscia termina superiormente con il rilievo detto “Sulkowski” in quanto realizzato per la prima volta a Meissen nel 1735 per un servizio per il primo ministro di Sassonia conte Alexander Joseph von Sulkowski Il motivo policromo d’ispirazione orientale, detto “Bienenmuster”, orna la superficie liscia ed è composto da tre farfalle e un mazzolino con grandi fiori legati da un nastro

Euro 600 - 1.200

36

Cestino Meissen, 1740 circa Porcellana. Marca: spade in blu. Dimensioni: altezza cm 9,5; 18,2x11,5 Manici rifatti; estesi restauri alla vegetazione ai mascheroni e ad una barba Il cestino, dalla forma ovale, presenta due manici che fuoriescono da quattro mascheroni raffiguranti le stagioni ed ha la superficie esterna modellata a rilievo ad imitazione del vimini. La decorazione pittorica policroma all’interno del contenitore presenta sul fondo un uccello orientale e sulle pareti quattro ramoscelli di “Indianische Blumen” ossia fiori orientali Al bordo nastro d’ispirazione Arita Per lo stesso modello di cestino cfr. ad esempio l’esemplare che è stato esposto nel 2009 a Segovia, Fondacion Casa Segovia, alla mostra “La porcelana de Meissen en la Colecciòn Britzke” e pubblicata sul relativo catalogo a p. 136

Euro 600 - 1.200

MAIOLICHE E PORCELLANE


37

Due piatti Meissen, 1737-1740 circa Porcellana. Marca: spade in blu; numeri “16” e rispettivamente “20” impressi. Dimensioni: diam. cm 24 ca. Conservazione: ottima; un piatto con qualche caduta di smalto I piatti hanno la tesa suddivisa in dodici settori e lavorata a cestello ad imitazione del vimini intrecciato, modello detto “Altozier”. La pittura policroma è a fiori recisi detti “Holzschnittblumen” su un piatto e un ramoscello fogliato con bacche sull’altro, inoltre insetti, tutti con la loro ombra. I bordi sono listati in oro e rispettivamente in bruno Questa tipologia di decorazione, copiata dagli erbari e dai libri di botanica, appare a Meissen verso il 1737 ed avrà vita breve. I ramoscelli fioriti, collocati di solito in ordine sparso, sono spesso frammisti ad insetti ed eseguiti con la loro ombra. Verso il 1745 saranno sostituiti dai decoratori della manifattura con fiori riprodotti direttamente dalla natura

Euro 600 - 1.200

38

Piatto Meissen, 1737-1740 circa Porcellana. Marca: spade in blu. Diam. cm 23,8. Qualche ripresa alla policromia Il piatto detto “Altozier” ha la tesa suddivisa in dodici settori e modellata a rilievo a cestello ad imitazione del vimini intrecciato. La decorazione policroma è a fiori recisi ombreggiati detti “Holzschnittblumen” e insetti Il bordo è listato in bruno Questi fiori appaiono a Meissen verso il 1737 e sono copiati dagli erbari e dai libri di botanica. Verso il 1745 non saranno più di moda e sostituiti dai decoratori della manifattura con fiori copiati direttamente dalla natura

Euro 300 - 600

39

Portaspezie Meissen, 1736-1740 circa Porcellana. Marca: spade in blu. Altezza cm 9,7. Conservazione: ottima Il portaspezie è modellato in una raffinata forma plastica derivata dall’argenteria barocca, con base tripode a riccioli definenti in teste femminili a tutto tondo, che fungono da supporto per la vaschetta Il contenitore, decorato superiormente con una fascia in rilevo a cestello di vimini, motivo detto “Altozier”, è dipinto in policromia, sia all’interno che all’esterno, con ramoscelli fioriti di “Holzschnittblumen” e insetti con l’ombra Questo modello di saliera o portaspezie deriva da quella progettata nel 1736 dal modellatore Johann Friedrich Eberlein per il servizio del primo ministro di Sassonia conte Alexander Joseph von Sulkowski. Nel nostro esemplare il motivo a rilievo della fascia “Sulkowski” è sostituito da quella “Altozier” Due portaspezie simili col motivo “Sulkowski” si trovano ad esempio a New York, collezione Arnhold (cfr. M.Cassidy-Geiger, The Arnhold Collection of Meissen Porcelain 1710-1750, London 2008, n. 196)

Euro 500 - 800 25


40

Caffettiera Meissen, verso il 1740 Probabile pittura di Johann Gottfried Klinger (1711-1781) Porcellana. Marca: spade in blu. Altezza cm 22,4. Conservazione: piccola sbeccatura allo smalto sotto al becco, due piccoli salti di smalto al colore blu Provenienza: G. Roebbig, Muenchen, come da etichetta cartacea posta sul fondo La caffettiera dal corpo piriforme costolato, corredata di versatoio a mensola e ansa a volute di netta impronta barocca, è riccamente decorata con fiori e insetti ombreggiati liberamente sparsi sulla superficie. Questa tipologia pittorica venne introdotta a Meissen tra il 1735 e il 1740, fiori e insetti sono dipinti con intento miniaturistico ed esprimono un effetto tridimensionale sapientemente reso dal gioco delle ombre. Questa qualità pittorica viene attribuita a Johann Gottfried Klinger attivo a Meissen quale apprendista dal 1726 e dal 1731 pittore specializzato in fiori, insetti e frutta. Nel 1746 Klinger lascia Meissen e si trasferisce presso la manifattura di Vienna, dove lavorerà come capo decoratore dal 1750 Esemplari simili alla nostra caffettiera sono pubblicati ad esempio nel catalogo della collezione Hans Syz di Washington (AA.VV., Catalogue of The Hans Syz Collection, I, Washington 1979, n. 184 per la forma e n. 225 per la decorazione)

Euro 1.400 - 2.400

41

Coppia di tazze con piattino Meissen, verso il 1740 Porcellana. Marca: spade in blu; “R” in porpora Altezza tazza cm 4,4 ca.; diam. piattini cm 12,3 e cm 13,2 Conservazione: buona; leggere insignificanti usure Le tazze a “bol” senza manico e i profondi piattini sono decorati con un ramoscello fiorito reciso di “Holzschnittblumen” e insetti sparsi, con la loro ombra, anche sul fondo delle tazze. I bordi sono listati in bruno Questi tipici fiori nascono a Meissen verso il 1737 e sono in voga fino al 1745. Copiati dagli erbari e dai libri di botanica, spesso sono frammisti ad insetti, eseguiti nello stesso stile, anch’essi copiati dalle pubblicazioni scientifiche

Euro 600 - 900

42

Una tazza ed un piattino Meissen, 1740 circa Porcellana. Marca: spade in blu; numeri impressi. Altezza tazza cm 7,2; diam. piattino cm 13,4. Conservazione: ottima La tazza dal manico a rocailles formato da due “C” e il piattino hanno i bordi listati in bruno e sono decorati in policromia con insetti ombreggiati e con un ramo fogliato e fiorito di viole mammole sul piattino. Questa tipologia decorativa fu in uso a Meissen dal 1737 al 1745

Euro 300 - 500

MAIOLICHE E PORCELLANE


43

Tazza con piattino Meissen, 1740 circa Porcellana. Marca: spade in blu; numero “74.” in oro. Altezza tazza cm 4,6; diam. piattino cm 13,3. Conservazione: piccola sbeccatura al bordo superiore della tazza ricomposta in restauro; minime usure alla policromia e all’oro Sia l’esterno della tazza che del piattino sono a fondo turchese Inoltre la tazza e il piattino ospitano riserve quadrilobate e sul fondo della tazza una racchiusa in un doppio cerchio; quella del piattino con ricca bordura a rocailles. Le riserve incorniciano paesaggi animati di viandanti e di commercio marittimo in policromia. Ai bordi interni fascia con ricca decorazione a vegetali stilizzati e geometrizzati in oro

Euro 600 - 900

44

Coppia di tazze con piattini Meissen, 1740 circa Probabile pittura di Christian Friedrich Herold (1700-1779) Porcellana. Marca: sui piattini spade in blu; sulle tazze caduceo in blu Altezza tazze cm 4,3; diam. piattini cm 12. Conservazione: ottima; piccola insignificante felatura al bordo di un piattino Sia l’esterno delle tazze che dei piattini sono a fondo color giallo La decorazione policroma vede riserve con scene di porto poste in riserve quadrilobate sulle tazze e incorniciate dal “Laub- und Bandelwerk” (ossia “a foglie e nastri”) sui piattini. All’interno delle tazze ramoscelli di fiori indiani; ai bordi interni profilatura a nastro con elementi vegetali stilizzati in oro A partire dal 1725 circa a Meissen, oltre alle cineserie, si cominciano a dipingere scene di commercio marittimo e scene di porto dove sono illustrati con vivacità ed immediatezza i crocchi degli scaricatori, le trattative dei commercianti con, sullo sfondo, le navi in arrivo e in partenza. La maggior parte di queste decorazioni si devono alla mano di Herold

Euro 2.600 - 3.600

45

Una tazza con due piattini Meissen, 1740 circa Porcellana. Marca: spade in blu; “Y” in oro. Altezza tazza cm 7,2; piattini cm 13,9x12. Conservazione: ottima; alcune minime insignificanti usure alla policromia Sia la tazza che i piattini hanno forma ovale quadrilobata. La tazza dal manico a “J” con due piccole volute, manico detto anche “a lira”, è decorata con un paesaggio sassone animato con rive di fiume, senza soluzione di continuità delimitata inferiormente da una doppia riga rosso ferro. Un doppio cerchio incornicia pure la riserva dei piattini che pure ospitano paesaggi sassoni animati da viandanti e rispettivamente con scena di commercio. Ai bordi interni fascia a pizzo in oro

Euro 800 - 1.200 27


46

47

Salsiera Meissen, 1740 circa

Coppia di tazze con piattino Meissen, 1740-1745 circa

Porcellana. Marca: tracce di spade in blu sotto la base senza coperta Altezza 13 cm; 22,5x9,4. Conservazione: manico ricomposto in restauro; sbeccatura al bordo della base; leggere usure all’oro

Porcellana. Marca: spade in blu; numero “16.” in oro; numeri impressi Altezza tazze cm 6,8; diam. piattini cm 13,2. Conservazione: buona; il manico di una tazza rincollato

La salsiera, dall’armoniosa forma panciuta e manico a voluta, ha la parete esterna a rilievo come un canestro di vimini intrecciato escluse le due riserve sui due lati che sono lisce. Queste, quadrilobate e incorniciate da una profilatura in oro e nero, ospitano scene animate in paesaggi sassoni in policromia. In una troviamo dei soldati davanti a un accampamento con tende e nell’altra una nobile famiglia a passeggio e di lato un monumento Al bordo interno nastro a rocailles vegetali stilizzate in oro

Le tazze dal manico mistilineo e i piattini sono decorati in monocromia rosso porpora con scene di battaglia in riserve incorniciate da ricche rocailles in oro. Inoltre fiorellini sparsi e, ai bordi interni, nastro con elementi geometrizzati in oro Nel Settecento l’intera Europa è costantemente interessata da conflitti armati, lo scopo dei decoratori non era quello di rappresentare gli orrori della guerra, ma evidenziare la loro maestria pittorica

Una salsiera dello stesso modello pure decorata con scene animate sassoni è stata esposta nel 2009 a Segovia, Fondacion Casa Segovia, alla mostra “La porcelana de Meissen en la Colecciòn Britzke” e pubblicata sul relativo catalogo a p. 76

Una tazza con scene di battaglia in rosso porpora con lo stesso impianto stilistico delle nostre è stata esposta alla storica mostra del 1966 al Bayerischen Nationalmuseum di Monaco di Baviera e pubblicata sul relativo catalogo (R.Rückert, Meissener Porzellan 1710-1810, München 1966, n. 613)

Euro 500 - 800

Euro 1.200 - 1.600

MAIOLICHE E PORCELLANE


48

Teiera Meissen, 1740-1745 circa Porcellana. Marca: spade in blu. Altezza cm 11,2 Conservazione: presa del coperchio restaurata Questa bella teiera, dal bordo con il motivo “Altozier” suddiviso in dodici settori con il rilievo a cestello ad imitazione del vimini intrecciato, ha forma globulare allungata, manico a “J” e beccuccio a testa d’animale. La presa del coperchio è formata da un fruttino fogliato. La superficie ospita innumerevoli insetti sparsi dipinti in policromia e un ramoscello fogliato con due bruchi

Euro 1.200 - 1.800

49

Tazza da brodo con sottopiatto Meissen, 1740-1745 Porcellana. Marca: spade in blu. Altezza totale cm 13,2; diam. massimo cm 23,2. Conservazione: buona; minima sbeccatura al bordo superiore della tazza ricomposta in restauro; piccole mancanze e restauri ai ramoscelli e a qualche foglia La tazza dalla forma sferica schiacciata porta un coperchio bombato. Le pareti sono decorate con tralci di vite con pampini e grappoli d’uva a tutto tondo. Come presa sul coperchio è posato un grappolo d’uva ed i manici sono formati da ramoscelli attorcigliati. La decorazione pittorica vede un uccello posato su un ramo in due riserve contrapposte sia sulla tazza che sul coperchio. Le riserve sono formate da rocailles in rilievo Sul sottopiatto dal bordo polilobato tre uccelli si alternano ad altrettanti rami di vite con grappoli in rilievo e al centro sono dipinti ramoscelli fioriti e fogliati sparsi. Su tutte le superfici piccoli insetti sparsi Una coppia di terrine dello stesso modello, decorate con scene alla Watteau, sono state esposte alla mostra del 1982 “Meissener Porzellan des 18. Jahrhunderts in Hamburger Privatbesitz” presso il Museum für Kunst un Gewerbe di Amburgo e pubblicata da H.Jedding sul relativo catalogo (p. 165)

Euro 1.000 - 1.400

50

Scatola porta tè Meissen, 1740-1745 circa Porcellana. Marca: spade in blu. Altezza cm 12. Conservazione: buona; il coperchio non pertinente è stato eseguito in epoca recente A sezione rettangolare dalle pareti lisce ha la spalla lavorata a cestello in rilievo ad imitazione del vimini intrecciato, motivo denominato “Altozier” La decorazione policroma è eseguita con diverse specie di insetti sparsi dipinti in grandi dimensioni

Euro 400 - 800

29


51

Tazza con piattino Meissen, 1745 circa Porcellana. Marca: spade in blu, numero “52” inciso. Altezza tazza cm 3,8; diam. piattino cm 11,1. Conservazione: insignificanti sbeccature al bordo della tazza e al bordo del piattino con ripresa all’oro Questa tazza con il suo piattino è modellata con il rilievo “Altbrandenstein” eseguito per la prima volta a Meissen nel 1738 per il servizio per Friedrich August Brandenstein, capo supremo delle cucine di Augusto III di Sassonia e re di Polonia. La decorazione pittorica policroma è a motivi ornitologici, inoltre farfalle ed insetti sparsi

Euro 400 - 600

52

Tazza con piattino Meissen, 1745 circa Porcellana. Marca: spade in blu; numero “7” impresso sotto al piattino Altezza tazza cm 4,7; diam. piattino cm 13,3 Conservazione: leggere usure d’oro al bordo della tazza La tazza dal manico a “J” e il piattino sono percorsi, sulla superficie esterna, da tralci di vite con foglie e grappoli d’uva policromi in rilievo L’interno del piattino ospita una natura morta con un grappolo d’uva, una mela, ramoscelli fioriti. All’interno della tazza un ramoscello fiorito e fogliato con frutto e insetto. Inoltre insetti sparsi

Euro 400 - 600

53

Teiera Meissen, 1745 circa Porcellana. Marca: spade in blu. Altezza cm 8,6. Conservazione: presa del coperchio e terminale del beccuccio restaurati La teiera, dal manico a “J” e beccuccio a testa d’animale, ha la presa del coperchio a ramoscello fogliato e fiorito. La superficie è percorsa dal motivo Altbrandenstein in rilevo ed è dipinta in policroma con scene alla Watteau in parchi. Su un lato una giovane e un arlecchino sono seduti davanti ad un busto scultoreo e, sull’altro alto, un suonatore di gironda accompagna una coppia danzante. Inoltre ramoscelli fioriti e fogliati di “deutsche Blumen” sparsi Il rilievo “Altbrandenstein” è stato eseguito per la prima volta a Meissen nel 1738 sul servizio per Friedrich August Brandenstein, capo supremo delle cucine di Augusto III di Sassonia e re di Polonia

Euro 1.200 - 1.600 MAIOLICHE E PORCELLANE


54

Una caffettiera e un coperchio Meissen, 1745 circa Porcellana. Marca: spade in blu. Altezza cm 23. Conservazione: sbeccatura al bordo superiore riparata in vecchio restauro; coperchio recente La caffettiera periforme ed il coperchio a cupola, hanno il bordo modellato con il motivo a rilievo detto “Altozier”, ossia a vimini intrecciato. Il manico a “J” ed il beccuccio a rocaille sono lumeggiati in oro. La decorazione policroma vede, sul recto e sul verso, alcuni grandi frutti e legumi accompagnati da farfalle ed insetti sparsi

Euro 800 - 1.200

55

Tazza con piattino Meissen, 1745 circa Porcellana. Marca: spade in blu. Altezza cm 6,8; diam. piattino cm 13,3. Conservazione: ottima L’alta tazza ha il manico a “J” ed è percorsa, come il piattino, sulla superficie esterna da tralci di vite con foglie e grappoli d’uva in rilievo e dipinti in policromia. All’interno del piattino troviamo una natura morta con uva, nocciole, ramoscelli fioriti Inoltre insetti sparsi

Euro 400 - 600

31


56

Tazza con piattino Meissen, 1745 circa Porcellana. Marca: spade in blu; numero “67.” in oro. Altezza tazza cm 6,7; diam. piattino cm 13,1. Conservazione: ottima La tazza con il manico mistilineo a rocailles è decorata al centro con una scena policroma alla Watteau con una coppia di nobili in un parco seguiti da un paggio. Il centro del piattino ospita una nobile dama seduta con un cagnolino in grembo e due personaggi tra cui un arlecchino. Inoltre ricca bordura in oro

Euro 600 - 900

57

Tazza da brodo con sottopiatto Meissen, 1745-1750 Porcellana. Marca: spade in blu; numero “22” impresso sotto al piatto. Altezza zuppiera cm 13,2; diametro piatto cm 20,6. Conservazione: piccola sbeccatura restaurata al bordo superiore della tazza; usure d’oro al bordo del piatto Le superfici sono decorate a rilievo con il motivo Gotzkowsky e i due manici sono formati da rametti fogliati, fioriti e con fragole. Una fragola con picciolo, foglie e fiore costituiscono la presa del coperchio. La decorazione pittorica è “alla Watteau” in verde di rame esclusi gli incarnati dei visi e della mani. Inoltre mazzolini e ramoscelli fioriti sparsi di “Deutsche Blumen” disposti simmetricamente La decorazione in monocromia verde rame è stata utilizzata per la prima volta a Meissen nel 1738 per il servizio con scene “alla Watteau” che Maria Amalia, figlia di Augusto III di Polonia ed Elettore di Sassonia, portò a Napoli in occasione delle sue nozze con il re di Napoli e del Regno delle Due Sicilie La nostra tazza potrebbe essere appartenuta al grande servizio da tavola detto “grünen Watteau-Service” che fu eseguito per la corte di Sassonia negli anni 40 del Settecento. Un sevizio simile fu pure fornito alla zarina Elisabetta, oggi conservato a San Pietroburgo al museo dell’Ermitage e, un terzo a Federico il Grande di Prussia

Euro 1.200 - 1.600

58

Piccola teiera Meissen, 1745-1750 circa Porcellana. Marca: spade in blu. Altezza cm 9,2. Conservazione: buona; presa rincollata, mancanze minori alla vegetazione del coperchio; piccole sbeccature alla base; leggere usure all’oro Il motivo “Altbrandenstein” a rilievo orna la superficie di questa teiera dalla forma globulare con manico a “J” e beccuccio a testa d’animale. Il coperchio, legato al manico da una catenella in metallo argentato, porta una presa formata da un ramoscello fiorito e fogliato. Sulle due facce troviamo la decorazione pittorica policroma ornitologica: da una zolla erbosa fuoriesce un tronco con rami su cui sono appollaiati gli uccelli. Il resto della superficie ospita insetti sparsi Il rilievo “Altbrandenstein” è stato eseguito per la prima volta a Meissen nel 1738 per il servizio per Friedrich August Brandenstein, capo supremo delle cucine di Augusto III di Sassonia e re di Polonia

Euro 600 - 1.200 MAIOLICHE E PORCELLANE


59

Versatoio a casco Meissen, 1740-1750 circa Porcellana. Marca: spade in blu; croce con 4 puntini incisi per il modellatore Schiefer. Altezza cm 23,2. Conservazione: perfetta Il versatoio, riccamente modellato, vede, su base a balaustro profilata, una grande conchiglia che funge da parte inferiore del contenitore del versatoio che s’innalza pure plasmato a conchiglia dal bordo superiore mistilineo. Il manico è a rocailles Un bouquet di fiori europei, i cosiddetti “Deutsche Blumen”, è dipinto sotto al beccuccio, inoltre abbelliscono la superficie ramoscelli fioriti e fogliati sparsi e, ai bordi, profilature in oro Un versatoio dello stesso modello, ma decorato con fiori indiani, è conservato al museo Castello di Lustheim presso Monaco di Baviera, già collezione E.Schneider (cfr. R.Rückert - J. Willsberger, Meissen Porzellan des 18. Jahrhunderts, 1977, tav. 59)

Euro 1.200 - 1.800

60

Coppia di figurine Meissen, 1745 circa Porcellana. Marca: spade in blu sotto l’Arlecchino. Altezze cm 14,4; cm 13 Conservazione: Arlecchino con cappello, canna della cornamusa e altri restauri minori; Colombina con restauri al cappello, alle scarpe e alla vegetazione Raffigurano Arlecchino e Colombina intenti a suonare rispettivamente una cornamusa e una gironda Queste due figurine sono modelli di J.J.Kaendler elaborati attorno al 1736 per poi essere stati ripresi nel 1741 probabilmente con la collaborazione di J.F.Eberlein Due figurine simili sono pubblicate ad esempio in AA.VV., Catalogue of The Hans Syz Collection, 1979, n. 291-292; altre in M.Chilton, Harlequin Unmasked, The Commedia dell’Arte and Porcelain Sculpture, 2001, pp. 302-303, n. 87-91

Euro 1.200 - 2.200

61

Coppia di candelabri da tavola Meissen, verso il 1745-1750 (figurine) Porcellana e bronzo dorato. Marca: non visibile. Altezza totale cm 20,5 ca. Conservazione: estesi restauri alle figurine; fiori in parte recenti. Bronzi: basi probabilmente settecentesche, il resto di epoca moderna La coppia di candelabri è stata eseguita in bronzo dorato arricchito con fiori in porcellana e due figurine settecentesche di Meissen che raffigurano due personaggi della Commedia dell’Arte, modelli di Peter Reinicke del 1744: per il personaggio maschile Capitano Spavento e per quello femminile Arlecchina I modelli di queste sculturine sono stati eseguiti da Reinicke per la famosa serie di figurine con i personaggi della “Commedia dell’Arte” realizzata per Johann Adolf II duca di Sassonia-Weissenfels Per altri esemplari del Capitano e dell’Arlecchina vedi ad esempio la collezione svizzera Pauls-Eisenbeiss (P.W.Meister, Porzellan des 18. Jahrhunderts, I, 1967, p. 329-330)

Euro 1.200 - 1.800 33


62

Tazza con piattino Meissen, 1745 circa (porcellana) Decorazione di Franz Ferdinand Mayer, Pressnitz (Boemia), 1750 circa Porcellana. Marca: spade in blu; numeri “66” e “63” impressi. Altezza tazza cm 4,7; diam. piattino cm 13,2. Conservazione: leggere usure all’oro; una piccolissima sbeccatura al bordo del piattino ed una all’anello di base della tazza Sia la tazza che il piattino sono decorati in policromia con esuberanti rocailles di foglie accartocciate, che incorniciano una giovane coppia di nobili in parchi, dipinta in grandi dimensioni. I bordi interni ospitano un elaborato motivo vegetale geometrizzato in oro Il boemo Franz Ferdinand Mayer fu attivo da circa il 1745 al 1776. Dipingeva specialmente su porcellana di Meissen e nella sua bottega collaboravano probabilmente parenti ed aiutanti Di lui si conoscono un paio di pezzi firmati conservati al Victoria and Albert Museum di Londra, al Museo di Stoccarda e in collezione privata a Mosca

Euro 600 - 900

63

Teiera Meissen, 1730-1735 circa (porcellana) Decorazione di Franz Ferdinand Mayer, Pressnitz (Boemia), 1750 circa Porcellana. Marca: spade in blu. Altezza cm 11 Conservazione: beccuccio rotto e completato in argento moderno; sbeccatura al coperchio ricomposta in restauro; presa del coperchio rincollata La teiera dal manico a “J” ed il beccuccio a sezione esagonale porta un coperchio con presa a forma di pigna Dall’anello di base e dal pomello del coperchio si diparte una corona di foglie lanceolate modellate a rilievo. La decorazione pittorica vede due parchi con personaggi che illustrano probabilmente episodi dal Nuovo Testamento Al bordo superiore e attorno al beccuccio fascia con ricca decorazione a vegetali stilizzati e geometrizzati in oro Il boemo Franz Ferdinand Mayer fu attivo da circa il 1745 al 1776. Dipingeva specialmente su porcellana di Meissen e nella sua bottega collaboravano probabilmente parenti ed aiutanti. Di lui si conoscono un paio di pezzi firmati conservati al Victoria and Albert Museum di Londra, al Museo di Stoccarda e in collezione privata a Mosca

Euro 600 - 1.200

MAIOLICHE E PORCELLANE


64

Scatola porta tè Meissen, 1745-1750 circa Porcellana. Marca: spade in blu. Altezza cm 13,2. Conservazione: buona; minime rotture al fiore della presa Il porta tè ha la superficie modellata a rilievo con ampie costolature sinuose che partono dalla base per terminare a canestro sulla spalla e sul coperchio. Questo motivo detto “Neubrandenstein” é stato in uso a Meissen a partire dal 1744 La decorazione pittorica policroma vede un bouquet con grandi fiori sulle due facce principali e ramoscelli fioriti sparsi detti “deutsche Blumen” Per un porta tè dello stesso modello, pure decorato a “deutsche Blumen” vedi ad esempio: Jacksonville (Florida), The Cummer Gallery of Art (The Wark Collection, Early Meissen Porcelain, 1984, n. 607)

Euro 400 - 800

65

Coppia di tazze con piattino Meissen, 1750 circa Porcellana. Marca: spade in blu. Altezza tazza cm 4,8 ca.; diam. piattino cm 13,7 ca. Attacco superiore del manico di una tazza con restauro Queste porcellane presentano ai bordi il motivo in rilievo a vimini intrecciato detto “Neuozier” e manici modellati a ramoscello che terminano superiormente con delle foglioline. La decorazione pittorica principale vede una zolla erbosa con tronchi con rami fogliati su cui sono appollaiati due diversi uccellini, inoltre insetti sparsi e ai bordi interni un motivo a pettine in rosso porpora

Euro 400 - 800

35


66

Tazza con piattino Meissen, 1750 circa Porcellana. Marca: spade in blu. Altezza tazza cm 6,8; piattino cm 14,3x12,3. Conservazione: insignificante sbeccatura alla rosa del manico; piccolissima sbeccatura e usure d’oro al bordo del piattino Dalla forma ovale quadrilobata la tazza porta un manico a “J” formato da un ramoscello desinente superiormente con foglie e fiori a rilievo. I bordi sono a squame rosso porpora delimitati da rocailles alle quali sono appesi ramoscelli fioriti e fogliati. La decorazione policroma principale vede scene “alla Watteau” con coppie di giovani nobili in parchi

Euro 400 - 600

67

Tazza con piattino Meissen, verso il 1750 Porcellana. Marca: spade con due puntini tra le else, in blu. Altezza cm 3,8; diam. piattino cm 10,2. Conservazione: minima sbeccatura sul bordo esterno della tazzina La ciotolina da tè senza manico ed il piattino sono decorati sulle pareti interne in blu di cobalto sotto smalto con fiori stilizzati disposti simmetricamente. Ai bordi troviamo un nastro a graticcio interrotto da quattro riserve con fiorellini; sul fondo, incorniciato da un doppio cerchio, ramoscello fiorito. Le rimanenti superfici interne sono ricoperte d’oro mentre quelle esterne di color crema sono decorate con il motivo a coste sfalsate in rilievo detto “Gebrochener Stab” Una tazza dello stesso modello e decorazione ma senza l’oro è pubblicata in AA.VV., Catalogue of The Hans Syz Collection, 1979, n. 166

Euro 250 - 350

68

Coppia di piccoli cestini Meissen, metà del XVIII secolo Porcellana. Marca: spade in blu. Altezza: cm 3; diam. cm 8,8. Conservazione: ottima Questi due cestini dalle pareti traforate che formano piccoli rombi sono ricoperti esternamente da fiorellini blu quadrilobati con il centro giallo forse myosotis. I manici sono a ramoscelli vegetali attorcigliati. Il fondo ospita ramoscelli fioriti e fogliati dipinti in policromia

Euro 400 - 600 MAIOLICHE E PORCELLANE


69

Rara coppia di burriere Meissen, metà del XVIII secolo Porcellana. Marca: spade in blu. Altezza cm 10; 21,5x18,4. Conservazione: ottima; escluse le figurine di mucca delle prese che presentano restauri Le due burriere, dalla forma ovale, con sottopiatto hanno le superfici lavorate a rilievo a cestello di vimini, motivo detto “Altozierrelief”. Una figurina di mucca sdraiata e ruminante è posta sul coperchio e funge da presa. La decorazione policroma vede ramoscelli fioriti sparsi di “Deutsche Blumen” disposti simmetricamente

Euro 1.200 - 1.800

70

Tazza con piattino Meissen, 1750 circa Porcellana. Marca: spade in blu, numero “52” inciso. Altezza tazza cm 3,8; diam. piattino cm 11,2. Due minime sbeccature limate al bordo della tazza; minime usure all’oro Questa rara tazza senza manico e il suo piattino hanno il bordo mistilineo e sono modellati con lobi concentrici che imitano la corolla di un fiore. La decorazione pittorica policroma è a mazzolini e ramoscelli fioriti e fogliati sparsi di “Deutsche Blumen”. Un filo in oro lista i bordi Una copia di tazze dello stesso modello pure decorate a fiori è conservata a Washington, National Museum of History and Technology (cfr. AA.VV., Catalogue of The Hans Syz Collection, 1979, n. 245)

Euro 300 - 500 37


71

Teiera Meissen, 1750 circa Porcellana. Marca: spade con croce in blu. Altezza cm 11,2 Conservazione: presa del coperchio rincollata La teiera, dalla forma globulare con manico a “J” e beccuccio a testa di drago, porta un coperchio con la presa a bocciolo. La superficie liscia è decorata con due zolle ad isola con paesaggi animati da scene bucoliche alla Watteau dipinte in policromia. Inoltre ramoscelli fioriti sparsi di “Deutsche Blumen”

Euro 1.000 - 1.400

72

Coppia di piatti Meissen, 1751 circa Porcellana. Marca: spade in blu; numero “22” impresso. Diam. cm 24,8 circa. Conservazione: ottima; insignificante sbeccatura al bordo di un piatto; minime usure alla policromia I piatti, dal bordo mistilineo, sono modellati a rilievo, in parte rialzato in oro, con il cosiddetto motivo “Dulong” dal nome del commerciante di Amsterdam per il quale fu eseguito per la prima volta nel 1743. Dulong era comproprietario della ditta Godefroy e Dulong che dal 1737 acquistava porcellana di Meissen Sono dipinti al centro in policromia con paesaggi animati sulle rive di un fiume, probabilmente l’Elba. Il corso d’acqua scorre tra isole e isolette con imbarcazioni, un carro trainato da cavalli, un cavaliere, personaggi a passeggio e altri affaccendati. Inoltre casolari e paesini, tra vegetazione varia con alberi ad alto fusto. Sullo sfondo montagne in lontananza Le quattro riserve sulla tesa ospitano dei parchi con, in primo piano, dei personaggi vestiti elegantemente Al Kirschgarten-Museum di Basilea, è conservato un piatto proveniente dallo stesso servizio dei nostri, decorato pure con un paesaggio fluviale e una coppia di nobili, il cui cavaliere si appoggia ad una lapide commemorativa su cui si trova la data 1751 e il monogramma “AR”

Euro 1.200 - 1.800 MAIOLICHE E PORCELLANE


73

Gruppo Meissen, 1750 circa Porcellana. Marca: spade in blu. Altezza cm 12,7. Conservazione: restauri al fuso, a qualche dito delle mani, ad un nastro Il gruppo, probabile modello di J.J.Kaendler, raffigura una ragazza e un putto seduti su una base a rocailles. Mentre la giovane appoggia amorevolmente una mano sulla spalla del putto, questi è intento a filare la lana con un fuso, ai suoi piedi a sinistra una clava e a destra una pelle di leone La porcellana probabilmente raffigura Ercole, sotto le spoglie di un putto, sottomesso ai capricci della regina Lidia che lo costrinse per un anno a filare la lana

Euro 400 - 800

74

Figurina di cuoco Meissen, 1750 circa Modello di J.J.Kaendler Porcellana. Marca: spade in blu sullo zoccolo. Altezza cm 17,5 Conservazione: gamba sinistra e padella restaurate; riprese allo smalto nero Questa figurina raffigura un cuoco di strada ed appartiene, o è ispirata, alla famosa serie dei “Cris de Paris” o dei “Cris di Londra” che i modellatori di Meissen crearono nel 1747. Il cuoco siede sul suo forno di mattoni, evidentemente spento, e tiene con la mano destra una padella e con la destra qualcosa di indecifrabile, probabilmente della carne Un cuoco dello stesso modello è stato pubblicato da L.a.Y.Adams, Meissen Portrait Figures, 1987, p. 147, fig. XLVI

Euro 1.800 - 2.600

75

Coppia di figurine Meissen, 1750 circa Modelli di Johann Friedrichch Eberlein (1696-1749) Porcellana. Marca: spade in blu sullo zoccolo. Altezze cm 18,5; cm 17,2 Conservazione: figura femminile con estesi restauri; figura maschile con restauri ai pantaloni e alla vegetazione, mancanza al mignolo della mano destra Queste sculturine, secondo Adams raffigurano una coppia di venditori di legumi ed appartengono, o sono ispirate, alla celeberrima serie dei “Cris de Paris” o dei “Cris di Londra” che i modellatori di Meissen crearono a partire dal 1747; secondo Berling si tratterebbe invece di una coppia di giardinieri Troviamo lo stesso modello della nostra figurina femminile pubblicata da L.a.Y.Adams, Meissen Portrait Figures, 1987, p. 108, fig. XXVIII; per un’altro esemplare cfr. K.Berling, Königlich Sächsische Porzellanmanufaktur Meissen 1710-1910, p. 41, n. 754

Euro 1.800 - 2.600 39


76

Candelabro da tavola “Il ladro di uova” Meissen, metà del XVIII secolo Modello di J.J.Kaendler, 1748 Porcellana. Marca: spade in blu sullo zoccolo. Altezza cm 24,6 Conservazione: restauri alla sommità dell’albero accanto al nido, al cappello, al cestino, parte di un piede e di una mano; restauri minori alla vegetazione; bobeches probabilmente di epoca posteriore Su base a zolla, ricoperta da ramoscelli fogliati e fioriti in rilevo, s’innalza un tronco d’albero con due rami che portano le bobèches per le candele. Sulla sommità spezzata si trova un nido. Una scala è appoggiata ad un altro ramo sul quale vi è un ragazzo che passa un uovo ad una giovane seduta al piede dell’albero

Euro 1.200 - 1.600

77

Gruppo Meissen, metà del XVIII secolo Porcellana policroma. Marca: spade in blu. Altezza cm 18,5; 23x12,7 Conservazione: coda del leone e zampa anteriore di un cane restaurate; minime mancanze e restauri minori alle foglie e ai fiori Sullo zoccolo a forma di zolla ricoperta da rami fioriti e fogliati in rilievo, una giovane leonessa viene attaccata da tre cani Il pendant di questo gruppo, con il leone maschio sempre attaccato da tre cani, è conservato allo Staatliches Museum di Schwerin nel nord della Germania e pubblicato da C.Albiker, Die Meissner Porzellantiere im 18. Jahrhundert, 1959, n. 194

Euro 1.000 - 1.500

MAIOLICHE E PORCELLANE


78

Figurina di vendemmiatore Meissen, metà del XVIII secolo Porcellana policroma. Marca: spade in blu sullo zoccolo. Altezza cm 11,3 Conservazione: restauri alle braccia e alla parte posteriore della giacca; piccole rotture alle foglie dei tralci e alla sommità del palo, in parte riparati Su base a zolla con foglie in rilevo dai colori autunnali, poggia un giovane vendemmiatore con colbacco e giacca foderata di pelliccia, intento a raccogliere grappoli d’uva da una vite sostenuta da un palo di legno Accanto il mastello ricolmo per il trasporto

Euro 400 - 600

79

Coppia di figurine Giove e Nettuno Meissen, metà del XVIII secolo Porcellana policroma. Marca: spade in blu sulla base di Giove; numeri “163” e “164” incisi. Altezza cm 14,7; cm 12. Conservazione: mano sinistra di Giove restaurata; Nettuno probabilmente rotto all’altezza delle ginocchia e ricomposto in restauro Su base architettonica decorata con rocailles a rilievo e lumeggiate in oro, poggiano Giove e rispettivamente Nettuno. Giove, il dio supremo della religione e della mitologia romana, è qui raffigurato con il fulmine in mano e la scultura vuole riassumere la storia di Giove trasformato in aquila Nettuno, il dio pagano del mare, è raffigurato su una conchiglia

Euro 800 - 1.200

80

Figurina di leonessa Meissen, metà del XVIII secolo Porcellana policroma. Marca: spade in blu sullo zoccolo Altezza cm 12,5; 15,5x7,1. Conservazione: zampa anteriore sinistra rifatta; zampa posteriore destra ricomposta in restauro Su zoccolo a forma di zolla, ricoperta da foglie e fiori a rilievo, poggia seduta la leonessa con le zampe anteriori sollevate nell’atto di proteggere il suo piccolo che si trova sotto al petto Una scultura dello stesso modello è stata esposta alla storica mostra del 1966 al Bayerischen Nationalmuseum di Monaco di Baviera e pubblicata sul relativo catalogo (R.Rückert, Meissener Porzellan 1710-1810, München 1966, n. 1058)

Euro 1.000 - 1.400

41


81

Rara figurina Meissen, 1750-1755 Probabile modello di Friedrich Elias Meyer ( 1724-1785) Porcellana. Marca: spade in blu sullo zoccolo. Altezza cm 12,8. Conservazione: braccio sinistro e piede sinistro restaurati; riprese al bordo del cappello e alle foglie Questa figurina raffigura un personaggio femminile danzante della Commedia dell’Arte, secondo alcuni studiosi si tratterebbe di Colombina. La presenza del batocio farebbe però pensare piuttosto ad una Arlecchina Lo stesso modello, della collezione svizzera Pauls-Eisenbeiss (cfr. P.W.Meister, Porzellan des 18. Jahrhunderts, I, 1967, p. 327), è stato esposto al Historisches Museum di Basilea, Haus zum Kirschgarten; un secondo esemplare appartenete al Gardiner Museum of Ceramic Art di Toronto è pubblicato in M.Chilton, Harlequin Unmasked, The Commedia dell’Arte and Porcelain Sculpture, 2001, p. 315, fig. 120

Euro 1.600 - 2.600

82

Gruppo con caccia Meissen, 1750-1760 circa Porcellana. Marca: spade in blu. Altezza cm 9,3; 15x7. Conservazione: le code dei cani ricomposte in restauro; un orecchio del cervo restaurato Il gruppo raffigura, su base a zolla erbosa con foglie e fiori in rilievo, un cerbiatto attaccato da tre cani da caccia Un gruppo dello stesso modello, in porcellana bianca, è conservato a Dresda, Porzellansammlung, presso il Museo dello Zwinger, e pubblicato da C.Albiker, Die Meissner Porzellantiere in 18. Jahrhundert, 1959, n. 199

Euro 600 - 900

MAIOLICHE E PORCELLANE


83

Tazza con piattino Meissen, metà del XVIII secolo Porcellana. Marca: spade in blu; simboli dei pittori: triangolo sul piattino, “.G.” tra le spade sotto la tazza. Altezza tazza cm 4,7; diam. piattino cm 13 Conservazione: ottima La tazza dal manico ad orecchio ed il profondo piattino ospitano una decorazione in monocromia blu di cobalto con ramoscelli fioriti e fogliati di “Deutsche Blumen” e insetti sparsi

Euro 300 - 400

84

Teiera Meissen, 1750-1760 circa Probabile pittura di Christian Friedrich Kühnel (1719-1792) Porcellana. Marca: spade in blu. Altezza cm 10,5. Ottimo stato; minime sbeccature ai petali del fiore della presa La teiera ha il manico ed il beccuccio a rocaille lumeggiati in oro, la presa del coperchio è a forma di bocciolo di fiore con foglie a rilievo La superficie è percorsa da motivi vegetali a rocaille stilizzati in rilievo che formano due riserve dipinte in policromia con scene di caccia in paesaggi selvaggi. Inoltre ramoscelli fioriti e fogliati sparsi Queste decorazioni sono riprese o ispirate dalle incisioni del tedesco Johann Elias Ridinger (1698-1767) e sembrerebbero eseguite da Christian Friedrich Kühnel (1719-1792) pittore di paesaggi, scene di caccia e di battaglia di cui si conoscono alcune porcellane firmate come il piattino del Landesmuseum di Stoccarda che è stato pure esposto alla storica mostra del 1966 al Bayerischen Nationalmuseum di Monaco di Baviera e pubblicato sul relativo catalogo (R.Rückert, Meissener Porzellan 1710-1810, München 1966, n. 749)

Euro 1.200 - 1.800

85

Tazza con piattino Meissen, 1750-1760 circa Porcellana. Marca: spade in blu; numero “10.” in oro. Altezza tazza cm 4,7; diam. piattino cm 13,6. Conservazione: una felatura all’attacco inferiore del manico La decorazione policroma vede una riserva formata da una spalliera fiorita con all’interno una giovane nobile in un parco. Al bordo motivo a squame in blu incorniciato da rocailles in oro a cui sono appesi ramoscelli fogliati e fioriti. Un ramoscello fiorito è dipinto sul fondo della tazza

Euro 400 - 600

43


86

Gruppo con il Ratto d’Europa Meissen, 1750-1760 Modello attribuito a Friedrich Elias Meyer (1723-1785) Porcellana. Marca: spade in blu. Altezza cm 22,3; 21x13,2. Conservazione: ottima; due felature di cottura sotto lo zoccolo con riparazione d’epoca eseguita presso la manifattura; insignificanti sbeccature alla vegetazione Su zoccolo con zolla ricoperta da fiori e contornata da rocailles lumeggiate in oro poggia il toro sul quale siede Europa seminuda avvolta da un lungo drappo e fiori nella capigliatura. Anche il toro è decorato con rami fioriti. Accando vi sono due ancelle nell’atto di offrire dei bouquets alla principessa La scultura è sostenuta da una base in porcellana dorata con rilievi in biscuit d’epoca Impero, qui non raffigurata Un gruppo dello stesso modello è conservato ad Amsterdam, Rijksmuseum ed è pubblicato da A.L.den Blaauwen, Meissen Porcelain in the Rijksmuseum, 2000, n. 334. Altri esemplari li troviamo ad esempio a: Berlino, Kunstgewerbemuseum (cfr. S.BURSCHE, Meissen, Steinzeug und Porzellan des 18. Jahrhunderts, Kunstgewerbemuseum Berlin, 1980, n. 326); Boston, Museum of Fine Arts; Londra, Feton House; Parigi, Musée des Arts Décoratifs

Euro 1.200 - 2.000

87

Figurina di fanciulla con fiori Meissen, 1750-1760 Modello di P.Reinicke e J.J.Kaendler Porcellana. Marca: spade in blu sullo zoccolo. Altezza cm 13,5. Conservazione: avambraccio sinistro e manica restaurati; restauri minori ai nastri e al manico del cestino La figurina, ispirata dall’incisione di François Boucher (1703-1770) “Deux jeunes filles viennent de cueillir des fleurs”, presenta una giovane ragazza che tiene un cestino e il grembiule ricolmi di fiori Lo stesso modello di figurina è stato pubblicato da L.a.Y.Adams, Meissen Portrait Figures, 1987, p. 110, fig. XXXV; inoltre a p. 123 pubblica pure l’incisione di Boucher

Euro 600 - 900

MAIOLICHE E PORCELLANE


88

Coppia di candelabri da tavola Meissen, 1760 circa (figurine) Porcellana e bronzo dorato. Marca: spade in blu sullo zoccolo di una figurina. Altezza totale cm 22,5 ca. Conservazione: due braccia e due piedi con restauri; un dito con sbeccatura; vanga restaurata; restauri minori alla vegetazione; fiori e bronzi recenti I due candelabri sono stati eseguiti in bronzo dorato arricchito con fiori in porcellana e due figurine settecentesche di Meissen. La figurina con zappa e vanga tra le braccia raffigura Cerere la divinità materna della terra e della fertilità, protettrice dei raccolti. Accanto alla dea un corno dell’abbondanza ripieno di frutti e un drago che per i cinesi è simbolo della terra. La figura con il putto raffigura probabilmente Atena, dea greca della saggezza, delle arti e della guerra Una figura di Cerere è stata esposta nel 2009 a Segovia, Fondacion Casa Segovia, alla mostra “La porcelana de Meissen en la Colecciòn Britzke” e pubblicata sul relativo catalogo a p. 385

Euro 800 - 1.200

89

Figurina spargi polverino Meissen, verso il 1760 Modello di Friedrich Elias Meyer (1723-1785) Porcellana. Marca: assente. Altezza cm 9,2. Conservazione: dito mignolo ricomposto in restauro; due minime sbeccature al bordo superiore Questa figurina di fanciullo in abiti orientali, con funzione di spargi polverino per asciugare l’inchiostro, faceva parte di un grande calamaio, con quattro figure di cinesi, eseguito completamente in porcellana. Citiamo ad esempio l’esemplare che è stato esposto alla storica mostra del 1966 al Bayerischen Nationalmuseum di Monaco di Baviera e pubblicata sul relativo catalogo (R.Rückert, Meissener Porzellan 1710-1810, München 1966, n. 993); oppure quello della collezione svizzera Pauls-Eisenbeiss (cfr. P.W.Meister, Porzellan des 18. Jahrhunderts, I, 1967, p. 396-397) La realizzazione di calamai in porcellana con la colorazione pittorica policroma rendono questi oggetti del tutto nuovi per l’epoca e completamente diversi dai loro equivalenti in metallo, ai quali si sostituiscono ben presto con enorme successo

Euro 400 - 600

90

Tazza con piattino Meissen, 1760 circa Porcellana. Marca: spade in blu; numero “63” impresso Altezza tazza cm 7,2; diametro piattino cm 13,8 Conservazione: bordo interno superiore della tazza ripreso in restauro La tazza cilindrica, dal manico rialzato, e il piattino troncoconico ospitano una decorazione policroma con scimmie musicanti che poggiano su zolla erbosa da cui fuoriesce una pergola in verde con ghirlande fiorite e motivo a squame in rosso porpora. Inoltre insetti sparsi Una tazza con piattino con la stessa tipologia decorativa, forse proveniente dallo stesso servizio, è stata esposta alla storica mostra del 1966 al Bayerischen Nationalmuseum di Monaco di Baviera e pubblicata sul relativo catalogo (R.Rückert, Meissener Porzellan 1710-1810, München 1966, n. 738)

Euro 400 - 600 45


91

Scatola porta tè Berlino, Regia Manifattura di porcellane, verso il 1770 Porcellana. Marca: scettro in blu; “A” in rosso porpora. Altezza cm 13,2 Conservazione: sbeccature ai petali della presa del coperchio; minima sbeccatura al bordo inferiore del coperchio Dalla sezione rettangolare è decorata sulla spalla e sul coperchio con il motivo a rilievo detto “Ozier”, ossia a vimini intrecciato, dipinto in giallo paglierino ed arricchito da ghirlande in oro. La decorazione policroma principale vede sulle quattro facce scene pastorali in paesaggi su zolle erbose con ovini e sul recto pure una pastorella, ispirate dai grandi pittori fiamminghi della famiglia Teniers

Euro 700 - 1.200

92

Zuppiera Meissen, 1763-1774 (porcellana) Fine del XIX - inizio XX secolo (policromia) Porcellana. Marca: spade con punto tra le else, in blu. Altezza cm 18,2; 25,5x15,5. Conservazione: restauri alla presa del coperchio Dalla forma ovale ha la superficie a rilievo percorsa da un reticolo con fiorellini di myosotis che incorniciano riserve a rocailles che ospitano ramoscelli fioriti e fogliati dipinti in policromia I due manici sono pure formati da rocailles vegetali mentre un putto con cornucopia, da cui fuoriescono frutti e fiori, funge da presa per il coperchio Per il motivo decorativo a rilievo vedi ad esempio il piatto che è stato esposto nel 2009 a Segovia, Fondacion Casa Segovia, alla mostra “La porcelana de Meissen en la Colecciòn Britzke” e pubblicata sul relativo catalogo a p. 234

Euro 300 - 500 MAIOLICHE E PORCELLANE


93

Coppia di tazze con piattino Meissen, 1763-1774 Porcellana. Marca: spade in blu con punto tra le else. Altezza cm 4,6; diam. piattino cm 13,5 Conservazione: ottima Queste tazze, dal manico ad orecchio, sono decorate in policromia con giovani nobili “alla Watteau” quali viandanti su zolla con massi e vegetazione. Ogni personaggio è posto in una riserva incorniciata inferiormente da rami fogliati che fuoriescono da massi e da una rocaille, superiormente racchiusa da un nastro annodato

Euro 500 - 800

94

Tazza con piattino Meissen, 1770 circa Pittura di Johann Carl Mauksch (1754-1821) Porcellana. Marca: spade in blu con punto tra le else. Altezza tazza cm 6,4; diam. piattino cm 13,3. Conservazione: ottima; insignificante felatura al manico della tazzina; piccola mancanza all’anello d’appoggio del piattino La tazza e il piattino sono dipinti con scene bucoliche che vedono raffigurato un pastorello con gregge al pascolo, in postura frontale sulla tazzina, mentre sul piattino è raffigurato di spalle, nell’atto di osservare un’effige classica scolpita sul masso che gli sta a lato. L’elegante manico, modellato a vegetale, è lumeggiato in azzurro e oro. Pure in oro è il motivo a “dente di lupo” che profila gli orli E’ da notare l’altissima qualità pittorica riconducibile alla mano di Johann Carl Mauksch - pittore di paesaggi, battaglie, scene di caccia ed animali - di cui si conosce un solo esemplare firmato conservato nella Porzellansammlung di Dresda, presso il Museo dello Zwinger

Euro 800 - 1.200 47


95

Ciotola con coperchio Meissen, 1763-1774 Porcellana. Marca: spade in blu con punto tra le else. Altezza cm 24,6; diam. 24,4 Conservazione: ottima; qualche minima insignificante rottura e restauro ai tralci La grande ciotola ha le pareti dalle superfici a rilievo ad imitazione del vimini intrecciato, motivo detto “Neuozier”. Sul coperchio una scultura a tutto tondo con Bacco, un putto e un fauno, funge da presa. La divinità è cinta da una pelle di pantera e porta una corona formata da tralci con grappoli d’uva. La decorazione pittorica vede delle zolle erbose da cui fuoriescono rami fogliati su cui sono appollaiati diversi grandi uccelli, inoltre in volo insetti sparsi

Euro 1.200 - 1.600

MAIOLICHE E PORCELLANE


96

Raro gruppo Meissen, 1763-1774 Modello di Carl Christoph Punct (?-1765) Porcellana. Marca: spade con punto tra le else e numero “3” in blu; numero “3011” impresso Altezza cm 18,5. Conservazione: un piede restaurato; un mignolo mancante; restauri minori alla vegetazione e ad alcuni nastri Il gruppo, secondo Berling, rappresenta l’allegoria dell’aria. Su alto zoccolo a rocailles, elemento caratteristico di Punch, una coppia di bambini si abbraccia mentre un bimbo Scaramucccia, personaggio della Commedia dell’Arte, alza la gonna della ragazza con la mano destra e tiene un uccellino nella sinistra. Un secondo uccellino è posato a terra Un gruppo dello stesso modello è pubblicato da K.Berling, Königlich Sächsische Porzellanmanufaktur Meissen 1710-1910, tav. 18, n. 9 Lo scultore Punct fu attivo presso la manifattura di Meissen a partire dal 1761 dove modellò prevalentemente gruppi allegorici con bambini

Euro 1.200 - 1.800 49


97

Gruppo con Sileno Meissen, 1763-1774 Probabile modello di Friedrich Elias Meyer (1723-1785) Porcellana. Marca: spade con punto tra le else, in blu. Altezza cm 20,7; 22x13. Conservazione: due felature alla base, quattro piedi e una mano con restauri; minime mancanze e restauri ai tralci d’uva Il gruppo è formato da un asino e quattro figure che poggiano su una base ovale a rocailles lumeggiate in oro. A cavalcioni dell’asino Sileno, coronato con un ramo di vite con grappoli d’uva, è sostenuto da Bacco mentre sulla zolla è seduta una figura femminile con un cesto d’uva. Sulla parte posteriore troviamo un putto Lo stesso modello è conservato ad Amsterdam, Rijksmuseum ed è pubblicato da A.L.den Blaauwen, Meissen Porcelain in the Rijksmuseum, 2000, n. 335. Altri esemplari li troviamo ad esempio a: Napoli, Museo Duca di Martina e Museo Nazionale di Capodimonte; Parigi, Musée des Arts Décoratifs; San Pietroburgo, Hermitage; Washington, National Museum of History and Technology (cfr. AA.VV., Catalogue of The Hans Syz Collection, 1979, n. 283)

Euro 800 - 1.400

98

Gruppo allegorico dell’udito Meissen, 1763-1774 Modello di Carl Christoph Punct (?-1765) Porcellana. Marca: spade con punto tra le else in blu. Altezza cm 19,6. Conservazione: restauri alle corna ed a un orecchio della capra, a una zampa della scimmia, alla punta di una scarpa, ai nastri dei cappelli, alla vegetazione Una coppia elegantemente vestita poggia su un’alta base a rocailles forate e lumeggiate in oro. Tra di loro una scimmietta seduta sulle rocailles suona un piffero. Il giovane, appoggiato ad un tronco, è in piedi con in grembo una capra e assieme sono intenti a suonare un piffero, mentre la giovane seduta ascolta e tiene con la mano destra un cerchio dorato con un pappagallo

Euro 800 - 1.200 MAIOLICHE E PORCELLANE


99

101

Tabacchiera Meissen, 1735-1740 circa

Tabacchiera Probabilmente Germania, XVIII secolo

Porcellana. Marca: assente. Altezza cm 5,2; 7,1x6,7 Conservazione: leggera usura alla decorazione. Montatura in vermeil Provenienza: Alberto e Michele Subert, Milano

Smalto. Marca: assente. Altezza cm 4,2; 8,7x6,8 Conservazione: leggere usure e felature. Montatura in metallo argentato

La superficie esterna bianca è modellata a rilievo come fosse un cestino di vimini. All’interno il coperchio è decorato con una scena di porto in monocromia rosso porpora racchiusa in una riserva quadrilobata mistilinea incorniciata da un graticcio dorato di piccoli rombi A partire dal 1725 circa a Meissen si cominciano a dipingere scene di commercio marittimo e scene di porto dove sono raffigurati crocchi di scaricatori, trattative dei commercianti con, sullo sfondo, i velieri in arrivo e in partenza

Dalla sezione rettangolare ha gli spigoli verticali arrotondati ed il coperchio leggermente bombato. Lo smalto esterno, color paglierino, è decorato con mazzolini di fiori e ramoscelli fioriti sparsi. All’interno del coperchio ritratto a mezzo busto di una giovinetta eseguito a “pointillé”

Euro 500 - 900

Euro 1.800 - 2.200

100

102

Scatolina a doppio scompartimento Meissen, 1750-1760 circa

Tabacchiera Francia, Mennecy, verso il 1750

Porcellana. Marca: assente. Altezza cm 4,9; 6,5x3,9. Conservazione: ottima. Montatura in vermeil probabilmente coeva

Porcellana tenera. Marca: assente. Altezza cm 3,5; 7,5x5,8 Conservazione: buona. Montatura in argento probabilmente XIX secolo con riparazioni

La scatola ha una separazione orizzontale in modo da formare due contenitori separati. Le pareti esterne sono percorse da rocailles in rilievo che incorniciano rami fioriti e fogliati. All’interno dei coperchi un mazzo di fiori fuoriesce da un cestino di vimini posato su un tavolo rivestito di piastrelle di marmo Non ci sono documenti che indichino la funzione di queste scatole a doppio scompartimento. Una scatola simile per forma e decorazione è stata esposta alla mostra del 1982 “Meissener Porzellan des 18. Jahrhunderts in Hamburger Privatbesitz” presso il Museum für Kunst un Gewerbe di Amburgo e pubblicata da H.Jedding sul relativo catalogo (p. 188, n. 200)

La tabacchiera, dalla forma a canestro rettangolare, presenta la superficie a rilievo come se fosse vimini. La decorazione policroma vede mazzolini di fiori policromi sulle pareti esterne ed all’interno del coperchio

Euro 400 - 600

Euro 800 - 1.200 51


103

105

Tabacchiera Francia, Mennecy, metà del XVIII secolo

Tabacchiera Germania o Boemia, XIX o inizio XX secolo

Porcellana tenera. Marca: assente. Altezza cm 5; 6,8x5,3 Conservazione: ottima. Montatura in argento, originariamente probabilmente dorata

Porcellana. Marca: assente. Altezza cm 6,8; 7x5,1 Conservazione: ottima. Montatura in argento con punzone di Augsburg

Questa scatola a forma di cestello che si allarga verso l’alto, porta un coperchio decorato a ramoscelli fioriti e fogliati in rilevo e dipinti. All’interno del coperchio e sulle pareti esterne sono tracciati motivi vegetali policromi simili, quelli sul fronte e sul recto incorniciati da leggere rocailles in rosso porpora

Euro 400 - 600

A forma di faretra, questa tabacchiera si ispira ad un modello di Meissen della metà del XVIII secolo. Anche la decorazione pittorica policroma è d’ispirazione settecentesca: ramoscelli fioriti e fogliati accompagnati da insetti sparsi sulle superfici esterne. La giovane coppia galante all’interno del coperchio è ripresa da un dipinto di Jean-Marc Nattier (1685-1766) già riprodotto su tabacchiere di Meissen nel terzo quarto del XVIII secolo Per il modello settecentesco confronta ad esempio B. BeaucampMarkowsky, Boîtes en Porcelaine des manufactures européennes au 18e siècle, Fribourg 1985, p. 104, n. 72

Euro 700 - 1.000

104

106

Tabacchiera Meissen, seconda metà del XIX secolo

Tabacchiera Germania o Boemia, XIX o inizio XX secolo

Porcellana. Marca: spade in blu. Altezza cm 4,2; 9,2x7,4 Conservazione: ottima. Montatura in argento dorato del XIX secolo

Porcellana. Marca: assente. Altezza cm 3,5; 6,7x4,1 Conservazione: buona, leggere usure all’oro. Montatura in argento con punzone di Augsburg

La tabacchiera a sezione rettangolare ha gli spigoli verticali arrotondati ed il coperchio leggermente bombato. La decorazione pittorica sulle pareti esterne ed all’interno del coperchio è a scene di caccia policrome alla maniera settecentesca

Euro 400 - 800

Il modello rettangolare ad angoli smussati fu una delle prime forme di tabacchiere in porcellana utilizzate a Meissen già attorno al 1725-30 Il nostro esemplare è decorato in policromia, esternamente con ramoscelli fioriti e fogliati ed insetti posti in odine sparso. L’interno è dorato e il coperchio ospita una giovane coppia galante ripresa da un dipinto di JeanMarc Nattier (1685-1766) già riprodotto su tabacchiere di Meissen nel terzo quarto del XVIII secolo

Euro 300 - 400 MAIOLICHE E PORCELLANE


107

Coppia di grandi vasi Parigi, inizio del XIX secolo Porcellana. Marca: assente; numeri incisi. Altezza cm 43 ca. Conservazione: un vaso con rottura in quattro frammenti al bordo superiore e restauro all’anello del piede; l’altro con felatura al bordo superiore, restauro al piede e un’ala di un’ansa rifatta Su basso plinto poggia il piede del vaso a balaustro dalle anse modellate a busto di donna con corte ali. La fascia centrale ospita due riserve, sia una sul recto che una sul verso, dipinte in policromia con ampi paesaggi su corsi d’acqua animati da una moltitudine di personaggi. Tutto il resto della superficie è dorato ed impreziosito da fasce con motivi vegetali stilizzati e geometrizzati graffiati Un vaso dall’identica forma dei nostri, con diversa decorazione, è conservato a Ginevra, Musée Ariana e pubblicato da R. De Plinval de Guillebon, Porcelaine de Paris 1770-1850, Fribourg 1972, p. 293, fig. 230

Euro 1.000 - 1.400

108

Coppia di vasi Parigi, 1820-1840 Porcellana. Marca: assente. Altezza cm 33,8 ca. Ottimo stato di conservazione I vasi a balaustro poggiano su base a plinto e portano manici modellati a testa di cigno alata ricoperti in oro opaco. La decorazione policroma vede, sul fronte, una bella composizione di fiori incorniciata in una grande riserva che occupa tutto lo spazio tra i due manici. Il resto della superficie è dorata

Euro 1.200 - 1.600

53


109

Coppia di grandi vasi Probabilmente Bruxelles, inizio del XIX secolo Porcellana. Marca: “Lc bux” (?) incisa sotto un vaso. Altezza cm 44 ca. Conservazione: piccolo restauro all’anello del piede dove appoggia il vaso; insignificanti usure all’oro Dalla forma a balaustro su base a plinto hanno il piede con scanalature verticali che partono da una corona di foglie lanceolate e termina superiormente con un anello a rosette. La parte inferiore del vaso è pure formata da una corona di foglie lanceolate in rilevo intramezzate da gigli stilizzati. Il bel collo con la bocca estroflessa è formato da due ordini di scanalature modellate a forma di foglie allungate che poggiano su un anello di foglie di acanto. I manici sono a rocailles con foglie accartocciate che fuoriescono da teste di delfino. Tutti questi elementi sono dorati, mentre la superficie del contenitore è lasciata bianca e finemente decorata con rami fioriti e fogliati su un lato e con un ramo con frutti, susine e rispettivamente mele, inoltre insetti; tutti accompagnati dalle loro ombre

Euro 1.400 - 2.400 MAIOLICHE E PORCELLANE


110

Vasetto Meissen, verso il 1890 Porcellana. Marca: spade in blu. Altezza cm 10,3; altezza totale cm 12,2 Conservazione: ottima; leggere usure all’oro, in particolare al bordo interno Base in bronzo dorato Il vasetto dalla forma troncoconica è decorato con due medaglioni che racchiudono scene mitologiche con molti personaggi. Uno ospita il “Trionfo di Galatea” sull’altro troviamo narrati episodi che riguardano Ercole con sullo sfondo, tra le nuvole, raffigurati quattro personaggi a simboleggiare le quattro virtù: la prudenza, la giustizia, la fortezza, la temperanza. Il resto della superficie è a motivi geometrici e vegetali con predominanza dei toni blu. La nostra porcellana è montata su una fine base in bronzo dorato con due teste di leone alate che la trattengono La delicata pittura di questo vasetto è ispirata alle porcellane viennesi del periodo Sorgenthal (1784-1805) che erano talmente di moda da influenzare la produzione delle manifatture europee durante il corso del XIX secolo e in particolar modo dopo la chiusura, nel 1864, della manifattura di Vienna

Euro 600 - 900

111

Grande vaso Probabilmente Italia, XIX o inizio XX secolo Porcellana. Marca: assente. Altezza cm 47. Conservazione: leggere usure all’oro Il vaso dalla cosiddetta forma “Medici” ha i manici che poggiano sul capo di due mascheroni barbuti in rilievo e sono decorati sul recto, nella fascia centrale, con una riserva con una scena policroma da melodramma con quattro personaggi: probabilmente Sophonisba che riceve la coppa con il veleno. Il resto della superficie è dorato ed impreziosito con motivi graffiati geometrici, con palmette e altra vegetazione stilizzata

Euro 600 - 1.000

55


112

Calamaio, XVIII e XX secolo Lacca, bronzo dorato e porcellana. Marche: assenti. Altezza totale cm 25; cm 26x21. Restauri e rifacimenti Il calamaio è formato da una base in lacca, probabilmente settecentesca, montata su bronzo dorato con piedini e motivi decorativi a rocailles. Al centro un gruppo con due cinesini, in porcellana del XVIII secolo, dinastia Ching, dietro al quale s’innalza un albero in bronzo dorato moderno con fiori in porcellana di varie epoche e manifatture. Ai lati due contenitori in lacca e bronzo

Euro 600 - 900

113

Grande scultura “Arianna e Bacco” Manifattura indeterninata, XIX secolo Porcellana biscuit. Marca: assente. Altezza cm 43,5. Conservazione: restauri minori alla base, ad un leone, alle dita di un piede, alla coppa e a qualche grappolo d’uva; mancanze minori Bacco è coronato con un serto d’uva e tiene nella mano destra una coppa, Arianna gli è accanto e innalza un grappolo d’uva con la mano sinistra. Le figure si appoggiano ad un plinto con leoni alati alla base

Euro 500 - 800

MAIOLICHE E PORCELLANE


114

Gruppo caccia al cinghiale Manifattura indeterminata, XIX-XX secolo Porcellana. Marca: spade con punto tra le else, in blu. Altezza cm 25,5; cm 19x12,8. Felatura di cottura alla base; restauri al muso del cinghiale, all’albero, alla coda di un cane; possibili ritocchi alla policromia delle zampe del cinghiale e delle teste dei cani; piccole mancanze alla vegetazione Il gruppo raffigura un cinghiale attaccato da due cani che poggiano su base a zolla erbosa con albero fogliato Questa porcellana si ispira ai gruppi di caccia di Meissen del XVIII secolo ed è stato eseguito probabilmente da una manifattura della Turingia

Euro 200 - 300

57


115

Boccale Orvieto, XIII-XIV secolo Maiolica arcaica. Altezza cm 19,8. Conservazione: collo e beccuccio integrati Boccale in maiolica arcaica, dal corpo globulare con alto collo svasato, labbro a nastro angolato e ansa a bastoncello, parzialmente rivestito di smalto stannifero e decorato con due fiori trilobati dal disegno in bruno di manganese e campiture in verde ramina. Un motivo a collana decora il collo Un pezzo molto simile appartiene alle collezioni del museo di Palazzo Venezia a Roma (M.S.Sconci, Oltre il Frammento, Forme e Decori della Maiolica medievale Orvietana, Roma 1999, p.81, n.41)

Euro 220 - 320

116

Boccale Orvieto, XIII-XIV secolo Maiolica arcaica. Altezza cm 13. Conservazione: rotto in diversi frammenti e ricomposto con due integrazioni Piccolo boccale in maiolica arcaica con piede a disco, corpo rigonfio bocca trilobata e ansa a nastro e decorato a rilievo con testa femminile e due “pignetteâ€?. Il corpo è rivestito di smalto stannifero e decorato con un fondo graticcio nero e larghe pennellate verde ramina, secondo la formula orvietana Un pezzo molto simile al nostro appartiene alla collezione del Museo del Vino di Torgiano: vedi A.Satolli, La Ceramica Orvietana, Firenze 1983, pp. 31 e 105, n.164

Euro 600 - 1.200

117

Boccale Orvieto, XIV secolo Maiolica arcaica decorata in bicromia a gran fuoco. Altezza cm 19 circa Conservazione: ansa, beccuccio e parte del bordo superiore integrati; tre pezzi rincollati Boccale in maiolica arcaica dal corpo globulare e collo cilindrico con ampia bocca dal labbro carenato e versatore pinzato, il rivestimento di smalto solo parziale. Il decoro, inquadrato da rapide filettature, vede sul fronte del collo il motivo a graticcio e sulla pancia foglie di quercia stilizzate verde smeraldo

Euro 200 - 300

MAIOLICHE E PORCELLANE


118

Brocca Viterbo, XIV secolo Maiolica arcaica. Altezza cm 24,5. Conservazione: rotta in diversi frammenti e ricomposta con piccole integrazioni Grande brocca (o “panata”) dal corpo ovoidale con collo cilindrico, versatore “a becco di pellicano” e ansa a nastro, è rivestito all’esterno di smalto stannifero e porta, sulla spalla, disegnato lo scudo araldico della famiglia Colonna. Il disegno è in nero di manganese colorato con spesse linee in verde ramina. Un pezzo simile per forma e impostazione decorativa appartiene al Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, vedi A. Satolli, La ceramica orvietana del Medioevo, Firenze 1983, p. 61, n. 31

Euro 600 - 1.200

119

Boccale Orvieto, XIV secolo Maiolica arcaica. Altezza cm 19,3. Conservazione: rotto in diversi frammenti e ricomposto con integrazioni Boccale in maiolica arcaica dal corpo globulare con alto collo, labbro rigonfio e ansa a bastoncello, rivestito di smalto stannifero e decorato con un motivo di fasce disegnato in bruno di manganese con nastri colorati in verde ramina Un pezzo molto simile appartiene alle Collezioni civiche di Orvieto, esposte al Museo dell’Opera del Duomo. vedi A. Satolli, La ceramica orvietana del Medioevo, Firenze 1983, p. 90, n. 120

Euro 250 - 350

120

Piatto fondo Toscana (Montelupo o Becchereto), primo quarto del XV secolo Maiolica arcaica. Altezza cm 5; diametro cm 26. Conservazione: rotto in diversi frammenti e ricomposto con minime integrazioni Piatto fondo con stretta tesa, su anello d’appoggio, rivestito sul fronte di smalto stannifero, e decorato con un disegno nero campito in monocromia verde chiaro. Al centro vi è disegnato un cane che salta, in uno spazio riservato, come i tris fogliati, su un fondo a graticcio. Una linea ondulata e gocce triangolari decorano la tesa. Lo stile decorativo è tipico della produzione toscana nella prima metà del Quattrocento

Euro 600 - 1.200 59


121

Ciotola Toscana (Becchereto ?), prima metà del XV secolo Maiolica arcaica. Altezza cm 4,8; diametro cm 22,6. Conservazione: rotto in diversi frammenti ricomposto con integrazioni Ciotola su piede ad anello, con il fronte rivestito di smalto stannifero, con decorazione in stile arcaico con pesce e tralci fogliati dalle forme fortemente stilizzate in riserve risparmiate sul fondo a graticcio. La tesa ha tratti e chicchi ad andamento radiale. Il disegno rapido in nero di manganese è colorato in verde ramina dal tono chiaro, acquamarina, tipico della produzione toscana

Euro 800 - 1.200

122

Ciotola Toscana, Siena, prima metà del XV secolo Terracotta ingobbiata e invetriata. Altezza cm 7,5; diametro cm 20,5 Conservazione: rotta in diversi frammenti e ricomposta; piccola integrazione Ciotola ingobbiata con decorazione graffita quadripetala e con pennellate ocra e verde ramina. Una ciotola molto simile è pubblicata da A.Amidei, in Antiche Ceramiche Senesi (Siena 2014, p. 26) come somigliante alla produzione della fornace senese dell’Abbadia Nuova

Euro 220 - 320

123

Ciotolone biansato Lazio, Viterbo, metà del XV secolo Maiolica arcaica. Altezza cm 10; diametro cm 27 circa Conservazione: rotto in diversi frammenti e ricomposto con integrazioni Catino con piede a disco, dalla forma troncoconica con due anse a nastro, decorato all’interno in bicromia bruno di manganese e verde ramina sul rivestimento in smalto stannifero. Il busto femminile di profilo dal disegno fortemente stilizzato è nello stile tipico di Viterbo. Vedi R.Luzi, La Zaffera a Viterbo e nella Tuscia, in AA.VV., Zaffera e similia nella maiolica italiana, Viterbo 1987, p. 212

Euro 300 - 600 MAIOLICHE E PORCELLANE


124

125

Scodellino Montelupo, verso la fine del XV secolo

Ciotola Lazio (Viterbo o Orvieto), metĂ del XVI secolo

Maiolica arcaica. Altezza cm 5,5; diametro cm 17,8 Conservazione: felature e sbeccature visibili

Maiolica arcaica. Altezza cm 8; diametro cm 16,2. Conservazione: rotta in diversi frammenti e ricomposta con integrazioni

Scodellino su piede rivestito di smalto stannifero con decorazione in blu e bruno a rapidi tratti sul bordo e, con motivo di ciuffo vegetale stilizzato, al centro. Un pezzo molto simile è pubblicato da F.Berti, Storia delle Ceramica di Montelupo, Firenze 1997, Vol. I, p. 302, n. 190

Piccola ciotola in maiolica, decorata in bicromia blu e arancione, con - al centro - un fiore stilizzato in un motivo geometrico, composto da un anello in un pentagono, dai cui vertici partono corti steli con tre piccole bacche blu. Il retro porta pennellate radiali degli stessi colori. Cfr. L.Frazzoni, Ceramiche del Museo Farnese, Bolsena 2007, p. 19

Euro 180 - 260

Euro 80 - 120

126

127

Brocca Romagna (?), XVI secolo

Ciotola Lazio, XVI o XVII secolo

Terracotta ingobbiata ed invetriata. Altezza cm 20. Conservazione: rotta in diversi frammenti e ricomposta con integrazioni; manico rifatto

Terracotta ingobbiata e invetriata. Altezza cm 5; diametro cm 12,3 Conservazione: buona

Grande brocca su piede a disco, dal corpo rigonfio sferoidale, con bocca trilobata e ansa a nastro, rivestita di ingobbio, graffito con un motivo decorativo basato su una catena di cerchi fioriti, e colorati con colature di verde ramina e bruno di manganese

Ciotola su basso piede, leggermente carenata, dal labbro leggermente rigonfio, ingobbiata, e invetriata all’interno. La decorazione graffita vede un rapido disegno floreale, a struttura radiale, colorato da tocchi in verde ramina e giallo antimonio

Euro 200 - 300

Euro 180 - 240

61


128

Targa a rilievo Manifattura di ambito robbiano, 1550-1575 circa Terracotta smaltata. Dimensioni: cm 95x62. Conservazione: qualche felatura per lo più di cottura; minime sbeccature alcune riprese in restauro Analisi di termoluminescenza (n. 221M) effettuata da Arcadia, Milano il 17.09.2020. Risultato (3,3 ± 0,3 Gy) compatibile con la datazione terzo quarto del XVI secolo La targa raffigura la Madonna in adorazione del Bambino con due angeli in preghiera e un terzo che porta un cartiglio. All’estremità superiore una colomba simbolo dello Spirito Santo A Firenze alla fine del XV ed all’inizio del XVI secolo ci fu una grande richiesta di questa tipologia di terrecotte invetriate, arte in cui eccelsero le botteghe dei Della Robbia e dei Buglioni. Queste dovettero assumere diversi aiutanti per far fronte alle domande specialmente di opere di carattere religioso ma pure di stemmi e oggetti da decorazione, le targhe a rilievo con la Madonna ed il Bambino e la Natività furono i soggetti maggiormente richiesti E’ sicuramente arduo avanzare una proposta attributiva della nostra opera, si potrebbe azzardare uscita dalla bottega di Santi Buglione (1494-1576) che insieme allo zio paterno Benedetto fu antagonista ed erede dei segreti dei Della Robbia nella lavorazione delle terrecotte invetriate

Euro 8.000 - 14.000 MAIOLICHE E PORCELLANE


Fig. a

Fig. b

129

Bacile Deruta, 1515-1520 ca. Maiolica policromia. Diametro cm 40,5. Conservazione: ottima; minime scrostature dello smalto al bordo Bacile “da pompa”, con ampio cavetto apodo e umbonato, e breve tesa. Sul recto, all’interno di un medaglione centrale, delimitato da una stretta ghirlanda di foglie, sono tracciate, a grandi lettere maiuscole, le iniziali “D” (sormontata da un’omega) e “V”. Sulla tesa, in forma più enfatizzata, è ripresa la stessa ghirlanda arricchita di frutta (Fig. a). Sul verso, ad esclusione della zona centrale, corrispondente all’umbone, è tracciato col blu un motivo a canestro a largo intreccio (Fig. b). Dipinto in blu, giallo e arancio. L’opera non si impone solo per dimensioni “da pompa”, ma anche per essere un esempio di produzione derutese degli inizi del ‘500, la cui decorazione risulta incentrata su due colori, un denso blu zaffera interrotto da minimi rialzi di giallo, che conferiscono nitido e raffinato effetto sul fondo di bianco luminoso dello smalto. La decorazione si basa sul motivo del festone, che in tale forma, cioè con foglie lanceolate e uncinate, a Deruta veniva adottata anche per albarelli da farmacia a delimitare soprattutto il medaglione centrale, che solitamente includeva la legenda farmaceutica e motivi decorativi complementari, come stemmi, emblemi e “grottesche”. Alcuni di questi albarelli portano date che si concentrano tra il “1515” e il “1520”1, porgendo una cronologia plausibile anche per quest’opera. Essa inoltre mostra lo stesso impianto spaziale di un piatto del Victoria and Albert Museum di Londra, con stemma Colonna al centro2, mentre il motivo a canestro sul verso è attestato su altre opere coeve di Deruta. 1 RAVANELLI GUIDOTTI 1990, nn. 97 e s. 2 RACKHAM 1940, n. 396. Bibliografia RACKHAM 1940 RACKHAM B., Italian Maiolica, Victoria and Albert Museum, Londra 1940. RAVANELLI GUIDOTTI 1990 RAVANELLI GUIDOTTI C., La donazione Angiolo fanfani ceramiche dal Medioevo al XX secolo, Faenza 1990, schede nn. 97 e 98.

Euro 300 - 800 63


130

Vaso a pigna Deruta, 1520 circa Maiolica a lustro. Marca: assente. Altezza cm 20. Conservazione: una sbeccatura all’orlo del piede ricomposta in restauro Il vaso è a lustro di color giallo-oro con riflessi argento, in origine portava un coperchio che, come per la maggior parte dei rari esemplari giunti a noi, è andato perduto Vasi di questa tipologia sono conservati in diverse prestigiose collezioni private e pubbliche, vedi ad esempio J.Giacomotti, Les majoliques des Musée nationaux, Paris 1974, pp.132133, nn. 665-670; oppure quelle del Victoria and Albert Museum di Londra pubblicate da B.Rackham, Catalogue of Italian Maiolica, London 1977, tav. 80, n. 517-518; del Castello Sforzesco di Milano (cfr. G.Busti-F.Cocchi, schede, in R.Ausenda, a cura di, Museo d’Arte Applicate. Le Ceramiche, tomo I, Milano 2000, p.89, n.77)

Euro 4.000 - 6.000

131

Grande piatto Deruta, prima metà del XVI secolo Maiolica policroma a gran fuoco. Diametro cm 40 Conservazione: buona; insignificanti sbeccature Il grande piatto “da pompa”, dalla tipica forma derutese, ha larga tesa e nell’ampio cavetto ospita una “bella”: un busto femminile di tre quarti, con un seno scoperto e lunghi capelli raccolti da un turbante. Inoltre un esteso cartiglio con la scritta “UN - AMORE - UNA - FEDE - UN - VO(LE)RE SOLO”. Sulla tesa un tralcio vegetale “a corona di spine” è intervallato da quattro fiori a cinque petali. Una pennellata circolare a spirale, in blu diluito, orna il verso completamente smaltato Per poter appendere il piatto sono stati eseguiti due fori “a crudo” nell’anello del piede Per piatti molto simili cfr. ad esempio G. BustiF.Cocchi, Museo regionale della Ceramica di Deruta, Milano 1999, pp. 171-172

Euro 4.500 - 6.500

MAIOLICHE E PORCELLANE


Fig. a

Fig. b

132

Coppa Urbino, bottega di Guido Durantino, 1540 ca. Maiolica policroma. Altezza cm 4,5; diametro cm 25,3. Conservazione: rotta in più frammenti e ricomposta in restauro Coppa a cavetto liscio con orlo rialzato, su piede largo e svasato. Sul recto, a piena superficie, è raffigurato il mito di “Narciso”, in due momenti distinti: uno, quando il giovane cacciatore si specchia nella fonte nella quale, innamorato della sua immagine, cadrà annegando; l’altro quando il suo corpo viene pianto da due ninfe (probabilmente Eco e la madre Liriope), raffigurate in atto di prendere il suo corpo per collocarlo sul rogo funebre, prima che, secondo il racconto di Ovidio1, trovassero al suo posto un fiore cui fu dato il suo nome (Fig. a) Sul verso la superficie risulta smaltata. Si segnala inoltre la presenza di un vecchio cartellino cartaceo, relativo ad un precedente passaggio di vendita dell’opera, sul quale, anche se logoro, si legge: “234. Piatto […] policromato, decorato da Luigi (sic!) Fon (tana)/ una composizione rappresentante La morte di Leandro […]/ fata […]/ Diametro […]” (Fig. b) Questo istoriato si caratterizza per la forte materia cromatica, che vede gli incarnati dei corpi dei protagonisti, di pallida qualità epidermica a luminosa mezza tinta, staccare dal fondo, che è trattato con accostamenti di colori netti in cui domina il nero. Ben connotate inoltre risultano le anatomie degli stessi protagonisti del mito ovidiano, che mostrano forme snelle e modellate con un chiaroscuro che le leviga delicatamente. Queste caratteristiche, compresa anche la tipologia delle nubi a cumuli tondeggianti con sviluppo orizzontale stratiforme, rimandano ai lavori usciti dalla bottega urbinate di Guido Durantino, intorno agli ’40 del ‘500: caratteri stilistici che verranno subito riprese nella bottega dei Fontana, come in alcuni piatti del Museo di Braunschweig, dotati anche delle date “1540” e “1541”2 1 2

OVIDIO, Met., III, 413- 467 LESSMANN 1979, nn. 174- 178, 309, 310

Bibliografia LESSMANN J., Italienische Majolika, Herzog Anton Ulrich Museum, Braunschweig 1979 Euro 4.000 - 6.000 65


133

Coppa Casteldurante, bottega di Ludovico e Angelo Picchi, pittore del servizio “Sapiens” (Andrea da Negroponte), 1550-55 ca. Maiolica policroma. Altezza cm 7 circa; diametro cm 26. Conservazione: buona; scrostature marginali e piede resecato al bordo; leggera insignificante felatura L’opera mostra cavetto liscio con orlo rialzato e piede svasato. Sul recto, a piena superficie, su uno sfondo boschivo, è istoriato “Il ratto di Proserpina”1 In primo piano è raffigurato Plutone sul suo carro in atto di stringere per la vita Proserpina (Persefone), che con la destra indica le compagne, personificazioni delle fonti e delle sorgenti, che sullo sfondo osservano la scena; in primo piano, appoggiata ad una anfora da cui sgorga acqua, è raffigurata la personificazione ignuda e di spalle di una divinità delle acque (Oceano?). Il verso della coppa è integralmente smaltato Il maestro nell’iconografia della scena potrebbe essersi ispirato ad una silografia di una delle tante edizioni delle “Metamorfosi” di Ovidio, illustrate e volgarizzate che, sin dalla edizione veneziana di Niccolò Zoppino del 1522, erano entrate largamente in uso nelle botteghe dei maiolicari italiani. Qui tuttavia il pittore maiolicaro, rispetto ad un ipotetico modello incisorio, sembra riservarsi una invenzione tutta sua nella fattura del carro su cui il re degli Inferi trattiene a forza la giovane figlia di Demetra; il maestro infatti lo immagina con la parte anteriore a testa di grifone o d’aquila, mentre decora le ruote come scudi incisi: fantastica creazione degna di una scena di teatro Stilisticamente l’opera presenta tutte le caratteristiche della maniera che si riconosce ad un pittore, attivo nella bottega durantina dei Picchi, probabilmente Andrea da Negroponte. Egli è autore di un servizio con stemma partito e motto “Sapiens”, del quale si segnalano cinque piatti nei Musei Civici di Brescia, di cui uno ha la data “1551”2, la stessa di un sesto piatto del Museo Civico Medievale di Bologna3. Per l’opera-guida di Andrea da Negroponte, una coppa con “Apollo e Marsia” del Museo Nazionale d’arte Medievale e Moderna di Arezzo, e per una chiara sintesi sulla bottega durantina dei Picchi, si rinvia alle pagine di Timothy Wilson nella monografia “The Golden Age of Italian Maiolica-painting”4 OVIDIO, Met. , V, 341- 408 RAVANELLI GUIDOTTI 2012, pp. 109, 124 e s., 144 e s. 3 RAVANELLI GUIDOTTI 1985, scheda n. 93, pp. 118-120 4 WILSON 2018, pp. 342- 351 1 2

Bibliografia RAVANELLI GUIDOTTI 2012 RAVANELLI GUIDOTTI C., Le ceramiche, nel vol. Collezioni e collezionisti Arti applicate dei Civici Musei di Arte e Storia di Brescia, a cura di A.B. Spada e E. Lucchesi Ragni, Brescia 2012, pp. 107- 149 RAVANELLI GUIDOTTI 1985 RAVANELLI GUIDOTTI C., Ceramiche occidentali del Museo Civico Medievale di Bologna, Bologna 1985 WILSON 2018 WILSON T., The Golden Age of Italian Maiolica-painting, Torino 2019

Euro 1.500 - 3.000 MAIOLICHE E PORCELLANE


134

Un affascinante e raro busto di Redentore Deruta, datato 1551 Maiolica. Altezza cm 13,5; lungh. base cm 14,5. Ottimo stato di conservazione; minime scrostature Provenienza: già coll. John Scott-Taggart Si tratta di una piccola plastica, realizzata a tutto tondo, che per le misure ridotte poteva essere da tavolo o comunque destinata ad una devozione domestica L’iconografia è quella canonica di un giovane uomo con baffi, corta barba e capelli scesi sulle spalle; è inoltre vestito di una tunica a scollo quadrato e di un manto che gli copre la spalla sinistra. Sulla parte superiore della nuca è visibile un foro, praticato originariamente come sede del perno nel quale veniva infitta un’aureola, solitamente a disco e realizzata in metallo. All’interno del cavo, quasi a margine della base, è tracciata la data “1551” in blu Siamo di fronte ad un’opera di assoluta rarità, in quanto la piccola plastica maiolicata è di per sé genere praticato eccezionalmente nell’ambito dell’attività dei vasai, oltretutto da considerarsi vero unicum per non essere stata totalmente ricavata da stampo, ma in gran parte modellata direttamente a colpi di stecca Altro dato che accresce il valore di questa composizione è la presenza della data, elemento ancor più prezioso nella piccola plastica maiolicata italiana, quasi sempre sprovvista di precisi riferimenti cronologici Da un punto di vista artistico questo busto nasce da auliche matrici culturali della piccola scultura rinascimentale, particolarmente quella toscana, a partire, ad esempio, dalle realizzazioni fiorentine della bottega del Verrocchio, in terracotta policroma Queste matrici toscane via via furono replicate in forme di gusto sempre più popolareggiante, con vivace policromia a freddo. Da queste dunque, nel corso del ‘500, derivano quelle in maiolica, in cui eccellono centri toscani (Monte San Savino) e marchigiani (area pesarese), ma soprattutto Deruta, fino alla metà del secolo e oltre Deruta infatti è uno dei centri italiani che offre una notevole tradizione plastica, sia a basso rilievo sia a tutto tondo. Per esempio, un San Rocco del British Museum, attribuito a Deruta intorno al 1520-801, porge un bel confronto con la testa del nostro Redentore: evidenti affinità si colgono nei tratti fisionomici, profilo compreso, nel contorno marcato degli occhi, nel modo di modellare e distribuire le ciocche dei capelli, scese alle spalle e dipinte con la stessa policromia in bruno ocra rossiccia Ma ancora più interessante si mostra nella produzione di Deruta la tradizione dei piccoli busti, sempre di dimensioni ridotte, che si rafforza proprio attorno alla data del nostro Redentore, cioè alla metà del ‘500. Lo possiamo confermare, ad esempio, attraverso gli esempi, ascrivibili anch’essi a Deruta, del Museo di Faenza, con una donna velata, e del Museo di Arezzo, con un busto proprio del Redentore2, le cui caratteristiche li avvicinano a quelli descritti da Luigi Frati nel catalogo della prestigiosa raccolta Delsette di Bologna, pubblicato nel 18443 Ma ancora più stringente si mostra il confronto con una coppia di busti, raffiguranti rispettivamente “Tito” e “Giulio Cesare”, della collezione Bruschi di Arezzo4 Stessi elementi stilistici, quali il modellato del naso (specie quello di Tito), la profilatura marcata degli occhi, le sopracciglia delineate con una sequenza di trattini, le ciocche dei capelli in bruno rossiccio, la fattura dei baffi con estremità arricciate all’insù, ed altresì l’impiego di una velatura a mezza tinta giallastra nell’incarnato, tanto da ipotizzare che, unitamente al nostro Redentore, siano usciti dalla stessa bottega derutese NOTE 1 THORNTON- WILSON 2009, scheda n. 294, pp. 484-486 2 FUCHS 1993, scheda 323, pp. 94 e 270 3 FRATI 1844, nn. 462- 463, p. 65. Lo studioso bolognese descrive “Due busti alti cm 19”, uno dei quali raffigurante il Redentore 4 Omaggio a Deruta 1986, figg. 40 e 41, p. 60 BIBLIOGRAFIA 1844 - FRATI L., Di un’insigne raccolta di maioliche dipinte delle fabbriche di Pesaro e della provincia metaurense, Bologna 1844 1986 - Omaggio a Deruta, Catalogo della mostra di Monte San Savino (Arezzo), 24 maggio- 22 giugno 1986, a cura di AA. VV., Firenze 1986 1993 - FUCHS C. D., Maioliche istoriate rinascimentali del Museo Statale d’Arte medievale e moderna di Arezzo, Firenze 1993 2009 - THORNTON D.- WILSON T., Italian Renaissance Ceramics, A catalogue of the British Museum, London 2009

Euro 4.000 - 6.000 67


135

Grande anfora Faenza, 1560 circa Maiolica a gran fuoco. Dimensioni: altezza cm 49,2; diamentro massimo cm 31. Conservazione: piede rifatto in ceramica; lacune alle anse e qualche piccola ripresa in restauro Dal corpo ovoidale su alto piede con collo dalla bocca estroflessa ha due manici serpentiformi che poggiano su mascherone a rilievo Su una faccia è istoriato un episodio di storia antica, forse romana, con la scena di una donna con il consorte e altre figure femminili mentre incontrano un comandante romano. Varie le ipotesi attributive Di raffinata esecuzione pittorica, al verso uno stemma ancile , troncato, diviso da una fascia orizzontale con due stelle e giglio, sorretto, ai lati, dalle figure allegoriche la Fortezza e la Prudenza Opera che costituisce un raffinatissimo saggio di “pictura compendiaria “ faentina (RAVANELLI GUIDOTTI C. “Importanti maioliche italiane dal Rinascimento al Barocco“, 2016, scheda p. 63)

Euro 3.500 - 4.200 MAIOLICHE E PORCELLANE


Fig. c

Fig. a

Fig. b

136

Coppa Faenza, bottega di Enea Utili, terzo quarto del ‘500 Maiolica policroma. Altezza cm 7 circa; diametro cm 24. Conservazione: insignificanti felature e cadute di smalto di cui una ripresa in restauro al bordo La foggia dell’opera risponde a quella della coppa umbonata con ampia parete modellata a conchiglie e mascheroni, che sul bordo danno luogo ad un profilo ondulato (“crespina”); il piede è alto e a parete svasata Sul recto, all’interno di un medaglione circolare corrispondente all’umbone, in primo piano è raffigurato un amorino ignudo: ha le ali, è seduto su un poggiolo e con la destra stringe un sottile virgulto fogliato; sullo sfondo si intravedono alti picchi montuosi. La restante superficie della parete ospita una decorazione “a quartieri”, impostata su uno schema simmetrico con sei partizioni come petali cuspidati entro cui sono disposte foglie di acanto, che all’esterno si alternano a settori con mascheroni, delfini e foglie (Fig. a). Sul verso la superficie presenta larghe fasce e filettature concentriche che evidenziano il modellato della coppa, mentre il piede risulta solo smaltato (Fig. b). Dipinta in arancio, blu, giallo e verde Questa coppa, sia nell’aspetto morfologico sia nella veste decorativa, è compiuta espressione della raffinata classe di maioliche dette “a quartieri”1, che a Faenza registra la sua massima espansione nel terzo quarto del ‘500, come confermano innumerevoli opere datate, a partire dal “1543” di una coppa del Museo di Stoccarda. Con questa veste si cimentarono le più prestigiose botteghe di Faenza: Calamelli, Bettisi e Utili. Quest’ultima bottega, della quale si hanno notizie dal 1542 al 15862, va ricordata per alcune “crespine” della stessa foggia di questa in esame, che portano la data “1570”, ed altresì per la canonica figura dell’amorino alato e seduto che porge un virgulto, come, ad esempio, in una simile coppa, dotata della sigla della bottega Utili, “AEN.V.”, del Museo di Faenza3, nella quale sono presenti analoghi mascheroni dall’espressione ridente (Fig. c) RAVANELLI GUIDOTTI 1998, pp. 366-391 RAVANELLI GUIDOTTI 1996, pp. 234-263 3 RAVANELLI GUIDOTTI 1998, scheda 95, pp. 380-381 1 2

Bibliografia RAVANELLI GUIDOTTI 1998 RAVANELLI GUIDOTTI C., Thesaurus di opere della tradizione di Faenza, Faenza 1998 RAVANELLI GUIDOTTI 1996 RAVANELLI GUIDOTTI C., Faenza- faience Bianchi di Faenza, Ferrara 1996

Euro 1.200 - 2.200 69


137

Coppa Faenza, Bottega di Leonardo Bettisi, seconda metà del XVI secolo Maiolica. Marca: “DOPI” in blu. Altezza cm 6,2; diamentro 19,5 Conservazione: buona; qualche felatura La coppa baccellata dal profilo smerlato poggia su alto piede ed è decorata in monocromia blu. Al centro un putto ignudo alato stante su una zolla erbosa è incorniciato da una ghirlanda di piccole girali

Euro 250 - 350

138

Piatto Venezia, XVII secolo Maiolica a gran fuoco su fondo azzurrino. Diametro cm 28,2 Conservazione: ottima; posteriormente al bordo insignificanti sbeccature di smalto Il piatto ha la tesa piatta decorata a settori alternati con motivi “a ricamo” e a “fiammelle”. Il cavetto ospita, in un medaglione, un edificio con alto torrione, il cielo è a pennellate in blu e giallo. Sul verso decorazione “a canestro”

Euro 350 - 420

139

Albarello Castelli, primo terzo del XVII secolo (?) Maiolica a gran fuoco. Altezza cm 18,8. Conservazione: una sbeccatura al bordo superiore e insignificante felatura L’albarello a rocchetto, di ignoto maestro castellano, è decorato in stile compendiario con uno stemma araldico, non identificato, in blu, giallo e ocra Una brocca da farmacia compendiaria con lo stesso impianto decorativo e con lo stesso stemma è pubblicata in F.G.M. Battistella-V. de Pompeis, Le Maioliche di Castelli. Dal Rinascimento al Neoclassicismo, Pescara 2005, p. 63, n. 77

Euro 600 - 800 MAIOLICHE E PORCELLANE


140

Coppa Castelli, prima metà del XVII secolo Maiolica policroma a gran fuoco. Dimensioni: altezza cm 6 circa; diametro cm 27,2 Conservazione: piede con mancanze. Provenienza: antichità Lukacs-Donath, Roma, come da etichetta cartacea posta sul verso La crespina su basso piede ha il bordo smerlato e le pareti movimentate da piccole conche decorate alternativamente in giallo e blu a trattini verticali. Al centro un uccello è appollaiato su un ramoscello fiorito che l’incornicia Per una crespina simile cfr. AA.VV., Capolavori della Maiolica Castellana dal Cinquecento al Terzo Fuoco, La Collezione Matricardi, Torino 2012, p. 92, n. 55

Euro 300 - 600

141

Piatto Faenza o Bottega alpina (?), ultimo quarto del XVI secolo Maiolica a gran fuoco. Dimensioni: altezza cm 6,8; diametro cm 33,7 Conservazione: leggere insignificanti felature; piccole sbeccature al bordo di cui una ripresa in restauro Il piatto dalla larga tesa e profondo cavetto poggia su piede ad anello Al centro campeggia uno stemma araldico probabilmente nordico, con scudo ornato di piume e cimiero sormontato da un leone rampante che riprende la figura all’interno dello scudo, nella parte inferiore un giglio

Euro 400 - 600

142

Coppa Casteldurante (Urbania), inizio ‘600 Maiolica. Altezza cm 3.7; diametro cm 21,5. Conservazione: ottima; usure di smalto al bordo La foggia è a bassa conca liscia, poggiante su un piccolo piede ad anello Al centro campeggia un amorino ignudo alato, stante e armato di scudo, su uno sfondo a frutta (melograni stilizzati?) e foglie su sottili tralci; attorno, fino alla tesa, si dispone una stretta fascia con sequenza di pomi vegetali in alternanza blu e arancione. Il verso è integralmente smaltato. Dipinta in arancione, blu, giallo e verde L’opera si inserisce nella produzione maiolicata sviluppatasi a Casteldurante (Urbania) tra la fine del ‘500 e i primi del ‘600, che, specie per la figurina d’amorino, sfrutta lo “stile compendiario” in chiave policroma, la stessa che in composizioni “a raffaellesche” dal 1600 Giovanni Paolo Savini (o Savino da Casteldurante) produrrà nella bottega di maestro Diomede da Casteldurante, attivo in Roma nei primi del ‘600 Per l’attribuzione convince il confronto con un frammento del Museo Comunale di Urbania, in cui si vedono analoghi amorini, con la stesa marcatura bruno arancione delle parti anatomiche in ombra, gli stessi capelli arruffati e pettinati in avanti1 1

RAVANELLI GUIDOTTI 2017, pp. 260- 264

Bibliografia: 2017 RAVANELI GUIDOTTI CARMEN, Omaggio ai “pittori de vascelleria” delle officine laziali: opere inedite tra ‘500 e ‘600, Atti del Convegno “Falsi e Copie nella maiolica medievale e moderna”, a cura di Luca Pesante, Bagnoregio 11 giugno 2016, Firenze 2017, pp. 251- 264

Euro 500 - 800 71


Un set di eleganti coppe traforate di Faenza dei primi del ‘600

Quattro di queste cinque coppe si caratterizzano per un bacino ad orlo ottagonale, mentre la quinta mostra bacino tondo ed orlo estroflesso: tutte poggiano su alto piede tondo e svasato. Inoltre sono tutte caratterizzate da pareti modellate a traforo, su schema a partizioni simmetriche convergenti verso l’umbone centrale che invece è a superficie piena. Sia il recto che il verso sono a smaltatura integrale Questo genere di coppe con parete a traforo è attestato nelle fonti archivistiche faentine già nel secondo ‘500, sotto la denominazione di “tace per frute” Così infatti leggiamo negli inventari del 1556 di Virgiliotto Calamelli e del 1590 e di Antonio Bettisi, due tra i protagonisti della stagione dei “bianchi” di Faenza, cui queste coppe tecnicamente e formalmente appartengono. Le fonti vengono inoltre confermate anche dalla pittura di natura morta coeva, come, ad esempio, le tele di Vincenzo Campi, Fruttivendola (1580) e di Fede Galizia, Natura morta con frutta e coppa in maiolica a traforo (1610 ca.), vedi fig. a Oltre a tali fonti cartacee e pittoriche, vale la pena di ricordare che quella della maiolica a traforo è tipologia tecnica che ha prove di lavorazione in “non finito”, cioè scarti di lavorazione, in recuperi urbani faentini, che hanno restituito reperti pertinenti a simili coppe non solo in “bianco”, ma anche in smalto azzurro “berettino”, in giallo e in verde Le coppe traforate sono sicuramente una tra le più sofisticate soluzioni all’interno della fortunata classe di maioliche note come “bianchi” di Faenza, che prevedono, come questi casi confermano, una trama di vuoti e di pieni con ovali, tondi, nervature, diagonali ecc. che si dispongono simmetricamente fin verso l’orlo, così da richiamare la leggerezza delle coppe in vetro o la finezza dei tessuti lavorati a trina1 Potevano inoltre essere proposte con varianti nel profilo dell’orlo, cioè poligonali, con prevalenza di quello ottagonale, come le coppe in esame, ma anche ovali o addirittura stellari a otto punte2 Per la datazione di tali coppe alla prima metà del ‘600, vanno ricordate quelle del Museo faentino con lo stemma del cardinale Federico Corner (1579-1653), Museo che conserva anche un set a traforo per il matrimonio Ghisilardi-Spada, avvenuto nel 16363, ed altra coppa del Museo del Bargello con stemma di Pietro Paolo Crescenzi (cardinale dal 1611 al 1645) RAVANELLI GUIDOTTI 1996, pp. 432-436, 440 RAVANELLI GUIDOTTI 1998, p. 517 e s. 3 RAVANELLI GUIDOTTI 1996, p. 38 1 2

BIBLIOGRAFIA: 1996 RAVANELLI GUIDOTTI, Faenza faïence Bianchi di Faenza, Ferrara 1996 1998 RAVANELLI GUIDOTTI, Thesaurus di opere della tradizione di Faenza, Faenza 1998

MAIOLICHE E PORCELLANE

fig. a


143

Coppia di coppe traforate Faenza, inizio del XVII secolo Maiolica. Marca: assente Dimensione: altezza cm 6; cm 9,5x29,5 Conservazione: ottima; qualche minima sbeccatura ai bordi

Euro 350 - 700

144

Coppa traforata Faenza, inizio del XVII secolo Maiolica. Marca: assente. Altezza cm 6.5 ca.; diametro cm 30 Conservazione: ottima

Euro 180 - 380

145

Coppia di coppe traforate Faenza, inizio del XVII secolo Maiolica. Marca: assente Dimensione: altezza cm 6; cm 9,5x29,5 Conservazione: ottima; qualche minima sbeccatura ai bordi; un pezzo con due piccole felature

Euro 350 - 700

73


146

Coppia di grandi coppe traforate Faenza, inizio ‘600 Maiolica. Altezza cm 9 circa; diametro cm 34,5. Conservazione: ottima Entrambe le coppe mostrano identica foggia, composta di un’ampia parete traforata ad orlo estroflesso, umbonata al centro e sostenuta da un piede svasato La loro superficie, sia al recto sia al verso, risulta integralmente smaltata. La traforatura della parete si basa su uno schema radiale che parte dall’umbone in sei settori entro cui sono ricavati spazi vuoti di varia tipologia (circolari, cuoriformi, romboidali, triangolari, ecc.) Questa coppia è una delle più raffinate espressioni dei “bianchi”, la cui destinazione poteva essere di portafrutta o di “panatier”, cioè portapane, secondo la denominazione che si ricava dagli inventari della bottega faentina dei Bettisi, rispettivamente del 1568 e del 1590. La cronologia, in mancanza di opere datate, in alcuni casi stemmati si può ricavare attraverso gli anni del personaggio celebrato nell’araldica, come una coppa per il cardinale Federigo Corner (15791653), dipinto al centro di una coppia di coppe traforate, del Museo di Faenza, che conserva anche una terza coppa, con stemma prelatizio Niccolini, tutte della stessa foggia di questa in esame (NOTA… RAVANELLI GUIDOTTI 1996, scheda 114, pp. 438 e s.). Inoltre a Faenza, di tale tipologia traforata, potevano essere proposte delle varianti, sia nella forma sia nello smalto. Sono infatti attestate coppe traforate ovali, ottagonali, poligonali o con profilo “a stella”, realizzate per lo più nel canonico smalto, latteo e corposo, dei “bianchi”, ma talora anche in smalto azzurro “berettino” (NOTA…. RAVANELLI GUIDOTTI 1998, scheda 142, pp, 517 e s.)

Euro 300 - 900 MAIOLICHE E PORCELLANE


147

Vassoio Probabilmente Deruta, prima metà del XVII secolo Maiolica a gran fuoco. Dimensioni: diametro cm 43,5 Conservazione: ottima; insignificante quasi invisibile felatura tra le ore 3 e 4 Questo bacile “da acquereccia”, eseguito a stampo, ha fondo e tesa baccellati e l’umbone col bordo rialzato decorato con un putto alato che raffigura “Amor cieco” armato di arco, faretra e frecce incorniciato da due fasce concentriche con motivi vegetali stilizzati

Euro 800 - 1.200

148

Vassoio ovale Deruta, seconda metà del XVII secolo Maiolica a gran fuoco. Dimensioni: cm 26,8x35,5 Conservazione: ottima; una sbeccatura al bordo posteriore ricomposta in restauro Il piatto ovale, dal cavetto umbonato, è decorato in monocromia blu di cobalto con una scena in stile “calligrafico”, di derivazione orientale, con un cervo cacciato da due cani in un paesaggio con cespi fioriti

Euro 400 - 480

149

Piatto Italia settentrionale, forse Parma, seconda metà del XVII secolo Maiolica a gran fuoco in monocromia blu di cobalto. Dimensioni: diametro cm 36,5. Conservazione: ottima; qualche insignificante sbeccatura di smalto al bordo Questo piatto potrebbe essere opera di un seguace dell’albisolese Battista Seirullo operante a Parma agli inizi del Seicento. La decorazione “calligrafico naturalistica” vede nel cavetto un edificio a forma di pagoda attorniato da tralci fogliati e fioriti. La tesa è a riserve con due motivi vegetali alternati

Euro 350 - 400

75


Fig. a

150

Coppia di brocche e vaso biansato da farmacia Montelupo, inizio ‘600 Maiolica. Altezze cm 23,5; 24,5; 26. Conservazione: qualche minima sbeccatura; una brocca con parte del collo integrato; l’altra brocca e il vaso con felature accompagnate da minime integrazioni pittoriche Vale commentare insieme queste tre opere a destinazione farmaceutica in ragione della veste decorativa che le accomuna. Si tratta di due brocche (“utelli”), di forma ovoidale, alto colletto svasato con orlo leggermente estroflesso, versatore cilindrico a tubetto e manico a nastro. Al centro è un vaso a corpo ovoidale, ampia bocca a basso colletto svasato e prese laterali a nastro (Fig. a); esso conferma la sua destinazione anche per la presenza del cartiglio su sui è la scritta abbreviata “FAN.A DI CECI” (farina di ceci). Su tutti e tre gli esemplari la decorazione si basa su una trama di girali con foglie, avvolte su se stesse e a bordo frastagliato, simili all’acanto. All’attacco inferiore del manico delle due brocche, entro medaglioni “a risparmio, è tracciata la sigla “DG” (Fig. b) Questi tre vasi sono tipiche espressioni dei vasellami prodotti a Montelupo per cospicui corredi farmaceutici specie privati, talvolta con stemmi gentilizi o di istituzioni ospedaliere e non. La loro veste decorativa, classificata da Fausto Berti “a girali foliati a risparmio”, appartiene al ricco repertorio decorativo montelupino che si incrementa sensibilmente a partire della seconda metà del ‘500, come attestano innumerevoli orcioli, orci biansati, albarelli e grandi orci con anse a delfino. Fruttuose ricerche condotte nel territorio urbano di Montelupo hanno restituito elementi probanti per definire sia la tipologia sia la datazione di tali vasellami, che, verso il 1610-30, amplia la sua offerta di mercato anche con una versione policroma delle stesse “girali fogliate”. Infine, la segnatura “DG” è attestata tra le segnature di reperti recuperati nell’area del Castello e viciniori di Montelupo RAVANELLI GUIDOTTI 2019, pp. 153- 156 BERTI 1999, pp. 152- 155, pp. 300- 310 3 BERTI 2003, p. 212, nn. 34-35 1 2

Bibliografia BERTI 1999 BERTI F., Storia della ceramica di Montelupo, vol. III, Ceramiche da farmacia, pavimenti maiolicati e produzioni “minori”, Montelupo Fiorentino 1999 BERTI 2003 BERTI F., Storia della ceramica di Montelupo, vol. V, Le botteghe: tecnologia, produzione, committenze, Montelupo Fiorentino 2003 RAVANELLI GUIDOTTI 2019 RAVANELLI GUIDOTTI C., Maioliche di Montelupo, Stemmi, ritratti e “figurati”, Firenze 2019

Euro 1.800 - 2.800 Fig. b

MAIOLICHE E PORCELLANE


Un raro insieme di albarelli della prestigiosa collezione Barresi di Trapani

Albarelli a corpo slanciato, cilindrico con rastrematura mediana, poggianti su largo piede basso e dotati di ampia bocca a orlo estroflesso. Da sinistra: busto di soldato entro riquadro delimitato da cartiglio verticale con scritta farmaceutica S.° SUCI. BORAGO e sulla restante superficie grossi lobi floreali; motivo a nastri srotolati; leone accosciato poggiante su cartiglio anepigrafo, su cui si poteva scrive il nome del medicamento con l’inchiostro, e motivi vegetali sul retro; fascia mediana con motivo a nastro piegato, chiuso sopra e sotto da due fasce con foglie partite oblique Scegliamo di unificare il commento di questi quattro albarelli in quanto ascrivibili a officine trapanesi e soprattutto perché dotati di un una unica discendenza collezionistica: la prestigiosa e storica collezione Barresi di Trapani1. L’importanza della collezione Barresi è evidenziata dalla presentazione del catalogo di vendita, avvenuta a Roma presso la Galleria SALGA nel 1960, a firma di Giuseppe Liverani, allora Direttore del Museo di Faenza, che scrive: “Sono duecento pezzi che il notaio Barresi ha riunito con una oculata opera di selezione durata decenni”. Oltre a opere di officine trapanesi, vi figurano maioliche di altri centri della Sicilia e delle principali del continente: Faenza, Casteldurante, Venezia, Toscana ecc.1 Da un punto di vista decorativo si tratta di opere che nel complesso fissano il momento in cui nelle officine siciliane l’influsso di massicce importazioni di ceramiche prodotte nei centri promotori della maiolica peninsulare, genera dalla fine del ‘500 e i primi del ‘600 una significativa apertura verso temi di gusto rinascimentale, qui evidenti nel motivo “a nastri snodati”, a fascia spezzata e nel busto di profilo di guerriero armato “all’antica”, con elmo e clamide Proprio quest’ultimo si presta ancora ad un’osservazione: ovvero è interessante notare come la legenda sia stata posta, contrariamente alla regola, entro cartiglio, sì, ma in verticale, forse per non sottrarre spazio all’aspetto figurativo. La presenza della legenda sottolinea la destinazione apotecaria di tale albarello, ovvero porta la scritta “S.° SUCI. BORAGO”, ovvero sciroppo di succo di borragine, antico rimedio popolare contro la tosse 1

LIVERANI GIUSEPPE,1960, pp. non numerate. Gli albarelli sono riprodotti rispettivamente nelle tavole 4 (nn. 47, 52 e 53) e 10 (n. 126)

BIBLIOGRAFIA: 1960 LIVERANI GIUSEPPE, Raccolta appartenente al Dott. Bartolomeo Barresi di Trapani, maioliche italiane, ispano-moresche dal XV al XVIII secolo, Roma 1960

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151

Albarello con busto di soldato Trapani, inizio del XVII secolo Maiolica. Altezza cm 35 circa. Conservazione: ottimo stato; qualche insignificante sbeccatura Provenienza: Raccolta Barresi, Trapani

Euro 1.200 - 1.800

MAIOLICHE E PORCELLANE


152

Albarello con leone accosciato Trapani, inizio del XVII secolo Maiolica. Altezza cm 29,5 circa. Conservazione: sbeccatura al bordo superiore e qualche minima caduta di smalto ripresa in restauro Provenienza: Raccolta Barresi, Trapani

Euro 1.200 - 2.000

79


153

Albarello con con motivo a nastro piegato Trapani, inizio del XVII secolo Maiolica. Altezza cm 29,5 circa. Conservazione: buona; felatura alla base e qualche piccola caduta di smalto ripresa in vecchio restauro Provenienza: Raccolta Barresi, Trapani

Euro 800 - 1.400

154

Albarello con motivo a nastri srotolati Trapani, inizio del XVII secolo Maiolica. Altezza cm 27,5 circa. Conservazione: ottima; leggere sbeccature ai bordi Provenienza: Raccolta Barresi, Trapani

Euro 1.000 - 1.600

MAIOLICHE E PORCELLANE


155

Albarello Trapani, seconda metà del XVII secolo Maiolica policroma a gran fuoco. Altezza cm 29,3. Rotture rincollate e due piccole integrazioni nella parte superiore L’albarello dal corpo slanciato, leggermente rastremato verso il centro, è decorato con uno stemma ovale, con braccio che regge sette spighe a fondo blu, in una cornice a cartocci su fondo giallo, incorniciato da una ghirlanda fogliata e fiorita. Il retro è dipinto a veloci pennellate blu con stelo vegetale. Questo vaso da farmacia appartiene alla produzione tipica di Trapani del Seicento, la forma snella e slanciata lo rende databile alla seconda metà del secolo. Cfr. per il tipo: R. Daidone, La ceramica siciliana, Palermo 2005, p. 151, n. 118; o G.R.Croazzo, in La Collezione della Fondazione Banco di Sicilia. Le maioliche, Milano 2010, pp. 50-51; n. 10

Euro 400 - 800

156

Boccia Gerace (Calabria), Manifattura di Giacomo Cefalia, 1610-1620 circa Maiolica. Altezza cm 25. Conservazione: qualche sbeccatura ai bordi La boccia presenta due medaglioni opposti con i mezzi busti di due giovani rivolti a sinistra, uno di profilo e l’altro di tre quarti. Sul resto della superficie decorazione “a frescame” ispirata alla produzione veneziana con fogliame, bacche e grossi fiori su fondo blu La decorazione è da assegnare a Giuseppe Piraina Di Nicastro come si evince dal confronto con le maioliche pubblicate da Guido Donatone in “Ceramica antica di Calabria”, Cava dei Tirreni 1983, tav. 8, a, c; tav. 12, a-b

Euro 2.000 - 2.400

157

Albarello Sciacca (Sicilia), fine del XVII secolo Maiolica policroma a gran fuoco. Dimensioni: cm 18,5 circa Conservazione: ottima, qualche minima sbeccatura ai bordi Il decoro “alla frutta” di questo albarello vede protagonista il limone, le fasce decorative secondarie, alla carenatura del calice e della spalla, sono tipiche della produzione saccense. Il rapido stile pittorico lo fa considerare prodotto alla fine del Seicento. Cfr. R.Daidone, La ceramica siciliana. Autori e opere dal XV al XX secolo, Palermo 2005, pp. 43-44

Euro 300 - 600

81


158

Albarello Roma, prima metà del XVII secolo Maiolica in monocromia blu. Marca: assente. Dimensioni: altezza cm 23 circa. Conservazione: ottimo stato; minime sbeccature ai bordi; un difetto di cottura e una felatura sulla spalla L’albarello dalla forma a rocchetto con due bombature “a cipolla” ha la zona mediana cilindrica che ospita il cartiglio con la scritta apotecaria in caratteri gotici “V Martiaton”. Uno stemma araldico è posto al centro della bombatura inferiore. Il resto della superficie è a foglia di prezzemolo

Euro 300 - 600

159

Albarello Roma, seconda metà del XVII secolo Maiolica. Marca: assente. Dimensioni: altezza cm 21,5 ca. Conservazione: perfetto stato, escluse due piccole insignificanti sbeccature ai bordi Dalla forma a rocchetto è rivestito di smalto azzurrato e decorato con un motivo “a foglia di prezzemolo”. Inoltre nella zona cilindrica, tra le due bombature “a cipolla”, fascia apotecaria con la scritta “Grasso Frcmo (?)”

Euro 500 - 800

160

Coppia di albarelli Roma, seconda metà del XVII secolo Maiolica. Altezza cm 20. Conservazione: ottima Gli albarelli dalla forma a rocchetto con due bombature “a cipolla” hanno la zona mediana cilindrica che ospita la scritta apotecaria “Dia Catholicon” e rispettivamente “El Elesc Hosot” Uno stemma araldico policromo, con giglio sormontato da lambello con quattro pendenti, dominato da una torre con accanto le lettere “P” e “C”. Il resto della superficie è a foglia di prezzemolo in blu su fondo berettino

Euro 700 - 1.200

MAIOLICHE E PORCELLANE


161

Grande piatto Area veneta, probabilmente Bassano del Grappa, Manifattura Manardi, ultimo terzo del XVII secolo Maiolica policroma. Diametro cm 32. Conservazione: diverse felature consolidate in vecchio restauro con agrafes in metallo; minime sbeccature al bordo Questo piatto detto “candiana”, ha la decorazione ispirata alle ceramiche ottomane Iznik. Accanto alla tipica foglia saz al centro, ospita tralci fioriti e fogliati con tulipani, peonie, garofani. Sul verso serpentine in azzurro Questa tipologia di maioliche è stata considerata sino recentemente di produzione padovana, grazie alle ricerche archivistiche di Nadir Stringa pubblicate nel 1987 ne è stata assegnata la produzione alla Fabbrica Manardi di Bassano del Grappa a partire dal 1669

Euro 400 - 600

162

Trapani, XVIII secolo Maiolica policroma a gran fuoco. Dimensioni: altezza cm 25,5 circa Conservazione: parte superiore del collo rifatto, felature di cottura Fiasca in maiolica dal corpo rigonfio e alto collo è decorata con uno stemma ovale, in una cornice a volute, su un’ampia fascia “a cartigli volanti” riservati sul fondo blu. Questo motivo decorativo è tipico della produzione trapanese nel Settecento

Euro 400 - 600

163

Albarello Sicilia, Caltagirone, XVIII secolo Maiolica. Dimensioni: altezza cm 27. Conservazione: qualche caduta di smalto ripresa in restauro, minime insignificanti sbeccature ai bordi L’albarello cilindrico, leggermente rastremato al centro, ospita nella fascia centrale motivi floreali stilizzati in blu senza soluzione di continuità. Alla base nastro con frasche

Euro 400 - 800

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164

Albarello Caltagirone, seconda metà del XVIII secolo Maiolica. Altezza cm. 19. Conservazione: buona; qualche sbeccatura ai bordi Dalla forma cilindrica leggermente rastremata al centro, ospita frontalmente una riserva ovale incorniciata da rocailles con il busto di profilo di un uomo con baffi ed elmo tracciato in manganese e dipinto in giallo e blu. Sul resto della superficie decorazione di tipo veneziano con fogliame e grossi fiori su fondo blu Per esemplari simili confronta ad esempio quelli conservati a Milano, Museo del Castello Sforzesco e pubblicati da A.Ragona, scheda, in R.Ausenda, a cura di, Museo d’Arti Applicate. Le Ceramiche. Tomo II, Milano 2001, n. 579-582

Euro 300 - 500

165

Piatto Castelli, Berardino Gentili il Vecchio, 1670-1680 Maiolica policroma a gran fuoco. Diametro cm 25. Minime insignificanti sbeccature al bordo L’interno del cavetto ospita una scena di caccia all’arco con due cacciatori indiani a cavallo e due a piedi, coperti solamente alla vita. L’animale cacciato, una specie di caprone, raffigura probabilmente un animale fantastico. Sulla tesa, a girali di foglie e fiori, troviamo, in alto, uno stemma araldico partito sormontato da elmo e pennacchi Il repertorio decorativo impiegato per questa scena di caccia è ripreso dalle “Venationes” di Antonio Tempesta, che ebbe grande successo verso la fine del Seicento e fu ampiamente utilizzato nelle botteghe castellane

Euro 2.000 - 2.500

MAIOLICHE E PORCELLANE


166

Grande piatto Pavia, manifattura di Carlo Giuseppe Rampini, ultimo quarto del XVII secolo Pittura di Siro Antonio Africa Maiolica policroma a gran fuoco. Marca: “CGR” in manganese. Diametro cm 47,3. Rotto in otto frammenti e rincollato Grande piatto tondo con larga tesa piatta e basso cavetto, rivestito di smalto stannifero leggermente azzurrato, è decorato con una scena d’invenzione in cui un cavaliere, con vesti loricate “all’antica”, galoppa tra rovine architettoniche facendo fuggire due ninfee che si trasformano in piante, come le Eliadi delle Metamorfosi di Ovidio. Questo raffinato stile pittorico, dalla particolare tavolozza, è considerato tipico di Siro Antonio Africa, il più raffinato pittore attivo nelle manifatture pavesi alla fine del XVII secolo. Sul retro della tesa vi sono ciuffi fogliati dati a rapide pennellate in bruno con, al centro, la sigla di bottega. Piatti artisticamente coerenti sono conservati nelle vetrine del Castello Sforzesco a Milano, di Palazzo Madama a Torino e nei più celebri musei del mondo: come al Louvre a Parigi e al Metropolitan Museum di New York

Euro 800 - 1.400 85


167

Grande piatto Pavia, manifattura di Carlo Giuseppe Rampini, ultimo decennio del XVII secolo Pittura di Siro Antonio Africa Maiolica policroma a gran fuoco. Marca: iniziali “AF” sul rampino a tre rebbi. Diametro cm 48 circa. Rotto in quattro frammenti più due minori e rincollato Grande piatto tondo modellato a stampo, dalla parete molto sottile, la cui larga tesa è mossa da un motivo plastico composto da “S”, che formano elementi cuoriformi, come metallo sbalzato. E’ rivestito di smalto stannifero, dal tono leggermente grigio. Al centro la scena istoriata “d’invenzione” vede raffigurata una dea sulle nuvole che sembra porgere armi da battaglia ad un giovane loricato “all’antica” seduto e pensoso e, in primo piano il putto alato dell’Amore bendato. Le figure sono dipinte con eleganza formale in monocromia bruna di manganese, mentre il paesaggio sullo sfondo vede un cielo vespertino in fasce gialle e azzurre. La fine mano pittorica è di Siro Antonio Africa, in opera nella manifattura pavese Rampini nell’ultimo decennio del Seicento

Euro 1.000 - 1.400 MAIOLICHE E PORCELLANE


168

Alzatina Spagna, Talavera, primo quarto del XVIII secolo Maiolica. Marca: assente. Altezza cm 4,5; diametro cm 26,7 Conservazione: qualche sbeccatura al bordo; mancanza al piede La scena di un cerbiatto accovacciato, dipinto in monocromia manganese, tra due alberi occupa l’intera superficie dell’alzatina policroma ed è incorniciata al bordo da cerchi concentrici nei colori manganese, giallo ocra, giallo e azzurro-verde Per alzatine simili decorate con animali selvatici cfr. ad esempio A.u.C.Feit, Spanische Fayencen 15. bis 19. Jahrhundert, München 2012, p. 356-357

Euro 500 - 800

169

Albarello Spagna, Manifattura di Alcora, 1727-1737 Maiolica. Marca: assente. Altezza cm 29,9. Conservazione: quasi perfetta; minime insignificanti sbeccature all’orlo del piede Il grande albarello cilindrico è decorato alla “Bérain”, in monocromia blu di cobalto, con raffinatissimi motivi che si sviluppano intorno al cartiglio che racchiude la scritta apetecaria “Cubebæ”. Questo genere pittorico lo si deve al famoso decoratore Joseph Olerys proveniente da Moustiers, che opera ad Alcora dal 1727 al 1737 Lo stile Bérain rappresenta il momento più esaltante di questa manifattura con le figure, le grottesche, i mascheroni, i frutti e i fiori di grande qualità e meravigliosamente combinati in perfetta armonia Tre albarelli molto simili al nostro sono stati esposti alla mostra “El esplendor de Alcora” presso il Museo di Barcellona, ottobre 1994 - marzo 1995, e pubblicati sul relativo catalogo (AA.VV., El esplendor de Alcora, Ceramica del s. XVIII, Catalogo della mostra, n. 14 e 21). Anche il Museé de Céramique di Sèvres ne conserva alcuni esemplari

Euro 6.000 - 12.000 87


170

Coppia di piatti Siena, 1730 ca. Bottega di Bartolomeo Terchi (Roma, 1691-Viterbo, 1766) Maiolica. Marca: assente. Diametro 23 cm. Conservazione: ottima; un piatto con sbeccatura al bordo visibile e rincollata e piccola felatura Questi due rari piatti appartengono alla serie dei “Cavalieri polacchi, ungheresi, turchi e mori”. Sono dipinti in policromia a gran fuoco, su tutta la superficie, con dei cavalieri ripresi da incisioni di Stefano della Bella (1610-1664). Tre piatti di questa serie sono pubblicati in E.PELIZZONI-G.ZANCHI, La maiolica dei Terchi, Firenze 1982, n. 45, 46, 56 Le tematiche delle rappresentazioni di Bartolomeo Terchi si riferiscono a soggetti antichi, liberamente reinterpretati e ambientati nel paesaggio. Le sue ceramiche sono conservate in diverse collezioni pubbliche ad esempio a Loreto Aprutino, Museo “Acerbo” delle ceramiche di Castelli. A lui o alla sua bottega si devono vasi liturgici dipinti con soggetti biblici, del 1730, conservati nel Museo storico cappuccino del convento di Recanavata a Camerino. Un vaso ad anfora, del 1730 circa si trova alla Pinacoteca di Varallo, collezione Franchi (vedi G.Anversa, La Collezione Francesco Franchi, Borgosesia 2004, n. 121)

Euro 3.000 - 6.000

MAIOLICHE E PORCELLANE


171

Grande piatto Savona, seconda metà del XVII secolo Maiolica a gran fuoco in monocromia blu di cobalto. Marca: stemma di Savona in blu. Diametro cm 45,5 Sbeccature e piccoli restauri al bordo; restauro sulla tesa tra le ore 12.00 - 13.00 circa; felatura Il grande piatto da parata è decorato con un gruppo di tre grandi figure musicanti e putti al centro di un ampio paesaggio con rocce erbose ed edifici sullo sfondo

Euro 400 - 600

89


172

Stagnone Savona, ultimo quarto del XVII secolo Maiolica a gran fuoco in monocromia blu di cobalto. Marca: stemma di Savona in blu. Altezza cm 44,5. Minime insignificanti sbeccature Il vaso dalla forma ovoidale rovesciata poggia su piede svasato. Accanto al collo troncoconico e profilato sono inserite, sulla spalla, le due anse a protomi leonine che poggiano su mascherone. Un terzo mascherone è posto a rinforzare l’orifizio che consente di spillarne il liquido - tramite una spina qui mancante - ed è sormontato dal cartiglio con la scritta apotecaria. La decorazione a scenografia barocca vede sul recto accanto al mascherone due putti alati e, sopra la scritta farmaceutica, un gruppo di guerrieri a cavallo che occupa l’intera superficie Sul piede un putto suona una tromba. Il collo ospita uno stemma nobiliare con un’aquila coronata. L’insegna araldica è racchiusa in uno scudo coronato da un elmo ed è attorniato dalle lettere “G” “B” “B”. Sul verso, in un ampio paesaggio con castelli con torri e montagne sullo sfondo, è dipinta una grande figura che raffigura il filosofo greco Democrito, come si evince dalla scritta scolpita sull’elemento architettonico su cui è seduto

Euro 5.000 - 8.000 MAIOLICHE E PORCELLANE


173

Grande piatto Savona, inizio del XVIII secolo Maiolica a gran fuoco. Marca: stemma di Savona e lettere “B A” in blu. Dimensioni: diametro cm 46 Conservazione: tre felature Il grande “piatto reale” è decorato, in monocromia blu su fondo azzurrino, con un putto a cavallo in ampio paesaggio. La decorazione “a tappezzeria” comprende elementi vegetali desunti dalle porcellane cinesi accompagnati da un edificio di chiara ispirazione europea. Sul verso cespi vegetali stilizzati in blu

Euro 1.000 - 1.200 91


174

Grande piatto Savona, Manifattura Chiodo, fine del XVII - inizio del XVIII secolo Maiolica a gran fuoco in monocromia blu di cobalto. Marca: lanterna in blu. Diametro cm 39,5 Piccole sbeccature e restauri sul bordo Il piatto è decorato sull’intera superficie con un ampio paesaggio fantastico con grandi edifici ed alberi animato da sette piccoli personaggi radunati in tre gruppetti. Sul verso cespi vegetali stilizzati

Euro 600 - 1.000

MAIOLICHE E PORCELLANE


175

Sottocoppa Savona, ultimo quarto del secolo XVII Maiolica. Marca: stemma di Savona in blu Dimensioni: altezza cm 6 circa; diametro cm 33,8. Conservazione: buona; piccola rottura alle ore 12 rincollata in restauro Questa bella alzata, vestita di uno smalto stannifero azzurrato, è decorata in monocromia blu di cobalto con una figura femminile trasportata da un mostro marino in un paesaggio collinare. In alto uno stemma matrimoniale, bipartito dominato da una corona patrizia, è accompagnato da putti in volo. Il retro porta dipinto a rapidi tocchi una corona fogliata e la marca dello stemma savonese Lo stile pittorico di questo istoriato barocco, dipinto con sicura scioltezza, è tipico della produzione savonese alla fine del Seicento

Euro 800 - 1.200

176

Vassoio Savona, Manifattura GuidobonoFerro, inizio del XVIII secolo Maiolica in monocromia blu di cobalto a gran fuoco. Marca: fortezza in blu. Altezza cm 4 circa; cm 24x24. Conservazione: ottima; piccole sbeccature al bordo Il vassoio quadrato, dal bordo fortemente polilobato, poggia su quattro piedini. La decorazione, del tipo “a tappezzeria”, in blu su fondo berettino, vede al centro un putto a cavallo di un mostro marino con testa leonina, corpo equino e coda di delfino, mentre dai lobi fuoriescono da rocce ciuffi d’erba con fiori. Inoltre insetti in volo

Euro 600 - 800 93


177

Bacile Savona, inizio del XVIII secolo Maiolica monocroma blu a gran fuoco. Marca: stemma di Savona in blu. Dimensioni: diametro cm 34x12 circa. Conservazione: probabilmente rotto in più frammenti e ricomposto in restauro Vasca circolare dalla parete baccellata e dal bordo estroflesso, rivestita di smalto dal tono leggermente azzurrato, decorata con una scena istoriata in monocromia blu: due figure femminili e tre bimbi alati sono seduti in primo piano in un paesaggio, con casali e profili di montagne nel fondo. Lo stile pittorico è quello tipico della produzione savonese all’inizio del Settecento: un istoriato dal leggero accento antico, rapido il disegno e le pennellate chiaroscurali

Euro 400 - 600

178

Grande piatto Savona, Fabbrica Guidobono-Ferro, inizio del XVIII secolo Maiolica. Marca: fortezza in blu. Diametro cm 46. Una rottura ricomposta in restauro, felature, minime sbeccature Il piatto realizzato a stampo è detto piatto reale. La decorazione, in monocromia blu di cobalto su smalto leggermente azzurrato, vede un ampio paesaggio con grandi alberi e “figuretti” e un veliero sullo sfondo. Sul verso tralci vegetali stilizzati

Euro 600 - 1.200

179

Grande piatto Liguria, probabilmente Savona, prima metà del XVIII secolo Maiolica a gran fuoco in monocromia blu di cobalto. Marca: non leggibile. Diametro cm 46. Conservazione:qualche sbeccatura al bordo; insignificante felatura Il piatto da parata dal fondo azzurrato è stato eseguito a stampo e presenta la tesa sagomata. Il centro è dipinto a “scenografia barocca” con in primo piano grandi figure ispirate dalla mitologia che animano un esteso paesaggio fortemente stilizzato con zolle erbose, edifici e monti sullo sfondo. Sul verso ampia corona di spirali eseguita a rapide pennellate

Euro 800 - 1.200

MAIOLICHE E PORCELLANE


180

Sei piatti Savona, Manifattura Veneziano, prima metà del XVIII secolo Maiolica monocroma blu di cobalto a gran fuoco. Marca: stemma di Savona e lettera “V” in blu o in manganese. Dimensioni: diametro cm 23,5 Conservazione: quattro piatti in ottimo stato con qualche sbeccatura al bordo; due piatti con sbeccatura integrata al bordo Sei piatti tondi di maiolica fine decorata, in monocromia di cobalto blu, con figure di putti danzanti tra sottili alberelli, in un paesaggio. Il retro vede una rapida serie di pennellate che riprendono la corona fogliata e al centro lo stemma di Savona accompagnata dalla lettera “V” La manifattura Veneziano, attiva a Savona nella prima metà del XVIII secolo, ha giocato con scene figurate eseguite con sapiente rapidità pittorica: con bambini alati dal disegno a tratto molto sottile, dipinto con fluide pennellate in due o tre toni di blu. Le figure sono tipizzate. Una serie di vasi per la farmacia dell’Ospedale genovese di Pammatone sono somiglianti, con la stessa marca e recano la data 1728 (oggi sono conservati nelle Civiche Raccolte Ceramiche di Genova. Vedi L.Pessa, Le Ceramiche liguri, Cinisello Balsamo 2005, p.206, n. 251)

Euro 2.000 - 2.200

95


181

Due piatti Savona, Manifattura Veneziano, prima metà del XVIII secolo Maiolica monocroma blu di cobalto a gran fuoco. Marca: stemma di Savona e lettera “V” in blu o in manganese. Dimensioni: diametro cm 30 ca. Conservazione: un piatto in ottimo stato, l’altro in più frammenti ricomposto in restauro Due piatti tondi di maiolica fine, decorata in monocromia di cobalto blu, con putti danzanti tra sottili alberelli, in un paesaggio. Queste scene animate da diversi bambini in dialogo fra loro: su un piatto la scena è di campagna e la figuretta centrale siede su un masso e lo affiancano due minori somiglianti; sull’altro la scena è marina: un bimbo con ali da mosca cavalca un delfino con, in secondo piano, un altro minore ma simile. Lo stile pittorico, dal segno grafico rapido e sottile e la stesura chiaroscurale blu, è corsiva ma libera d’invenzione. Vedi L.Pessa, Le Ceramiche liguri, Cinisello Balsamo 2005, pp. 205-206, nn. 247-251

Euro 800 - 1.000

182

Grande piatto Savona, prima metà del XVIII secolo Maiolica a gran fuoco in monocromia blu di cobalto. Marca: stemma di Savona in blu. Diametro cm 39,5. Sbeccature e piccoli restauri sul bordo Questo piatto da parata, dalla tesa sagomata e baccellata, è eseguito a stampo e decorato a “scenografia barocca” ispirata alla mitologia con tre figure di donne e quattro putti in ampio paesaggio che occupa tutta la superficie. Sul verso cespi vegetali stilizzati

Euro 600 - 900

183

Saliera Savona o Albisola, inizio del XVIII secolo Maiolica. Marca: assente. Altezza cm 7; cm 9x9. Conservazione: ottima; insignificanti sbeccature La saliera a sezione quadrata poggia su zampe leonine ed è decorata in stile “calligrafico naturalistico” in blu, ocra e verde

Euro 180 - 300

MAIOLICHE E PORCELLANE


184

Versatore Liguria, Savona, Manifattura Salomone, XVIII secolo Maiolica monocroma blu a gran fuoco. Marca: “S” con stella in blu. Altezza cm 20,5. Conservazione: minime sbeccature ai bordi Versatore in maiolica dal calice baccellato, parete liscia e becco carenato decorato con il motivo “a pizzetto” in monocromia blu di cobalto. La forma a stampo è tipicamente savonese e la decorazione è ispirata al motivo francese “rayonnant”. Due vasi con un ornato simile appartengono alla collezione dei Musei Civici di Genova (L.Pessa, Le ceramiche liguri. Musei e Collezioni della città di Genova, Milano 2005, pp.98-99, n. 112) La marca è considerata della manifattura Salamone

Euro 300 - 400

185

Albarello Savona, seconda metà del XVIII secolo Maiolica monocroma blu di cobalto. Marca: globo con croce e lettere “L.L” Altezza cm 24,2. Conservazione: ottima; minima sbeccatura sia al bordo superiore che inferiore; minime craquelures L’albarello a rocchetto porta nella fascia centrale la scritta apotecaria “Ungt Mastiatu” mentre il resto della superficie è decorato con putti alati in un ampio paesaggio La marca col globo crucifero è attribuita a Lorenzo Levantino che operava a Savona nella seconda metà del XVIII secolo. E’ probabile che la stessa marca sia stata usata ad Empoli dal Levantino dopo il suo trasferimento nel 1766

Euro 120 - 240

186

Coppia di vasi con coperchio Albisola, Manifattura Salamone, prima metà del XVIII secolo Maiolica in monocromia blu di cobalto. Marca: sole e lettera”G.” in blu. Altezza cm 26,5 circa Conservazione: buona; minime sbeccature; un coperchio con cadute di smalto al bordo I vasi su alto piede hanno il calice ed il coperchio baccellato e manici a tortiglione. La decorazione pittorica “alla francese” è ispirata dai modelli di Moustiers che a loro volta riprendevano le decorazioni dei Berain, disegnatori alla corte di Luigi XIV. Questi motivi ebbero grande successo all’inizio del Settecento tanto da diventare alla moda

Euro 600 - 900

97


187

Sottocoppa Savona, seconda metà del XVIII secolo Maiolica. Marca: lanterna in manganese. Diametro cm 30. Salti di smalto sul bordo Dal corpo circolare piano su basso piede incavato e bordo leggermente rialzato, è decorata in viola di manganese, giallo e verde con figuretti, alberi, case, insetti ed uccelli in volo posti in una riserva rotonda al centro che è circondata da altre quattro polilobate. Il fondo è in spugnato di manganese

Euro 600 - 800

188

Due serbatoi da parete col coperchio Savona, probabilmente Manifattura Boselli, 1790 circa Maiolica. Marca: assente. Dimensioni: altezza cm 56; 28x19 Stato di conservazione: sbeccature diffuse, restauri alle testine Due serbatoi di fontane da parete in maiolica dal profilo mistilineo, mosso da cornici plastiche a rilievo, filettate in blu di cobalto. I pomelli superiori sono modellati come teste giovanili, mascheroni barbuti con terminazioni vegetali decorano i fianchi e un volto infantile regge i piccoli rubinetti metallici. Il severo ornato blu ci indica che si tratta di prodotti della fine del Settecento. Questo modello, ispirato alla maiolica francese, appartiene alla produzione savonese di Giacomo Boselli (Cfr. P. Torriti, Giacomo Boselli e la ceramica savonese del suo tempo, Genova 1965, p.120-121, tav. XII; R.Ausenda, La Collezione Cagnola, II vol., Busto Arsizio 1999, pp. 197-198, n. 116)

Euro 1.400 - 1.800

189

Tazza con piattino Savona, manifattura Boselli (?), fine del XVIII secolo (?) Maiolica. Marca: “C.B” in nero. Altezza tazza cm 6,2; diametro piattino cm 12,7. Conservazione: minime insignificanti sbeccature; qualche usura alla policromia La decorazione è a cineserie in vivace policromia a piccolo fuoco, tracciate con rapidi tocchi di pennello “alla maniera di Strasburgo”. Un personaggio cinese si trova su una zolla erbosa con sottili arbusti in verde e rosso Per un’ampia dissertazione sulle cineserie di Boselli cfr. L.Pessa Montagni, Giacomo Boselli cultura e genio di un ceramista del Settecento, Genova 1994, p.154-161

Euro 300 - 400 MAIOLICHE E PORCELLANE


190

Figurina Savona, fine del XVIII - inizio del XIX secolo Terraglia. Marca: assente. Altezza cm 18,7. Conservazione: ottima; insignificanti sbeccature La piccola scultura raffigura una giovane pescivendola stante che tiene con le mani un grosso pesce sul grembo

Euro 200 - 300

191

Fiasca da farmacia Faenza, bottega Carlo Grossi (?), prima metà del XVIII secolo Maiolica decorata in monocromia blu. Altezza cm 25.2. Conservazione: un piccolo foro rotondo, eseguito con trapano, sull’anello della base; minime insignificanti sbeccature sul bordo superiore Fiasca modellata al tornio, dal corpo sferoidale con alto collo svasato, dallo smalto leggermente azzurrato, decorato con baccellature sul collo e un motivo di elementi naturali dal carattere grafico corsivo in monocromia di cobalto a stesura diluita, e una larga fascia apotecaria con la scritta in stampatello “AQ:a D.RUTA” Questa formula stilistica appartiene alla produzione seicentesca faentina come dimostra la familiarità con il corredo farmaceutico della spezieria di S.Anna a Ferrara documentata produzione faentina della bottega di Carlo Grossi che reca spesso la data 1735. (C.Ravaneli Guidotti, in Tre figure sconosciute del Settecento, in “Faenza”, n. 2, 2014, pp. 69-72

Euro 500 - 600

192

Due spargizucchero Lodi, 1730-1740 circa Maiolica. Dimensioni: altezza cm 21,2 e 14,8. Conservazione: minime sbeccature ai bordi I due spargizuchero, ripresi dai modelli coevi in argento a sezione uno circolare e l’altro ottagonale, sono decorati a gran fuoco in monocromia blu di cobalto “alla Rouen”. Si devono probabilmente alla manifattura di Giorgio Giacinto Rossetti anche se uno spargizucchero della stessa forma di quello ottagonale marcato “AMC”, quindi della fabbrica Coppellotti, è stato esposto nel 1995 al Museo Civico di Lodi alla mostra “Maioliche lodigiane del ‘700” e pubblicato sul relativo catalogo a cura di M.L.Gelmini, p. 74, n. 37 Per spargizucchero di questa tipologia vedi ad esempio F. Ferrari, La Ceramica di Lodi, Lodi 2003, p. 189; quello del Castello Sforzesco di Milano (R.Ausenda, schede, in R.Ausenda, a cura di, Museo d’Arte Applicate. Le Ceramiche, tomo II, pp.183-184, n. 221)

Euro 300 - 600 99


193

Coppia di albarelli Emilia Romagna (Bologna?), metà del XVIII secolo Maiolica monocroma blu a gran fuoco. Marca: assente. Altezza cm 27,5 circa. Buono stato di conservazione; un albarello con felatura circolare sul fondo restaurata; l’altro con insignificante felatura al bordo superiore Questa coppia di vasi da farmacia dal corpo cilindrico che va gonfiandosi sulla spalla, a parete liscia, rivestita di ricco smalto stannifero, è decorata con larghe fasce apotecarie e un motivo floreale stilizzato in monocromia blu di cobalto. Questo motivo mostra familiarità stilistica con gli ornati dei vasi da farmacia prodotti dalle manifatture bolognesi del Settecento Finck e Rolandi

Euro 200 - 400

194

Sei piatti Milano, Manifattura di Pasquale Rubati, 1770-1790 Maiolica. Marca: assente. Diametro cm 22,7 Conservazione: sbeccature ai bordi Il motivo decorativo di questi piatti dalla tesa liscia, è di tipologia Imari nei colori blu a gran fuoco, rosso e giallo a piccolo fuoco su smalto leggermente azzurrato Da una roccia forata nascono due steli fogliati con fiori di peonia e fiori minori. Piccole foglie stilizzate in rosso occupano il resto della superficie del cavetto Sul ricasco, in un nastro a graticcio si alternano quattro riserve con uno stelo fiorito e quattro corolle Maioliche con lo stesso motivo decorativo, con l’uso dell’oro al posto del giallo, le troviamo ad esempio a Milano presso il Castello Sforzesco (cfr. R.Ausenda, schede, in R.Ausenda, a cura di, Museo d’Arte Applicate. Le Ceramiche, tomo II, pp. 327-330, n. 318); a Saronno, Museo Giannetti (R.Ausenda, Ceramiche della Collezione Gianetti, Saronnno 1996, pp. 122-123)

Euro 1.200 - 1.600 MAIOLICHE E PORCELLANE


195

Due piatti tondi Bologna, manifattura Giuseppe Finck, 1768-1789 Maiolica decorata in monocromia verde a piccolo fuoco Marca: assente. Diametro cm 24,8 Conservazione: ottima Due piatti tondi, dal profilo esalobato, decorati col motivo “a paesi verdi” con casolari, torri e piramidi classiche su una zolla erbosa; sulla tesa insetti e “semis”. Questa decorazione in monocromia verde fu una delle formule vincenti della manifattura bolognese di Giuseppe Finck Piatti molto simili sono pubblicati da G. Asioli Martini, Da Giuseppe a Leopoldo Finck. Maioliche bolognesi del Settecento, catalogo della mostra, Bologna 2000, pp. 144-152, il più simile n. 47

Euro 1.000 - 1.400

196

Presentatoio e versatoio Faenza, Fabbrica Ferniani, terzo quarto del ‘700 Maiolica policroma. Dimensioni: altezza presentatoio cm 7,5x36x31; altezza versatorio cm 20,5 Conservazione: ottima; becco restaurato con integrazioni Insieme composto da due pezzi, che possono essere uno complementare all’altro, con funzione di lavamani. Il presentatoio è a bacinella di tipo ovale, apoda, con parete a costolature convergenti verso il centro, segnato da una lieve sagomatura a pianta ovale, originariamente predisposto per ospitare il piede di una zuppiera Il versatoio invece è del tipo settecentesco “a casco”, con piede circolare e quindi poteva essere previsto in associazione con un vassoio dotato di un umbone centrale, del cosiddetto servizio “da acquereccia” Siamo di fronte ad una composizione che rientra nella produzione in maiolica, “a gran fuoco”, della Fabbrica Ferniani di Faenza, specie di quella che si sviluppa nel corso della seconda metà del ‘700. In generale si tratta di produzione tecnicamente molto accurata. Le fogge sono leggere e presentano un impasto decantato di color paglierino. Si tratta quasi sempre di forme “cavate dagli argenti”, come queste due opere dimostrano, con baccellature, costolature, manico slanciato nel versatoio, con volute ancora di gusto barocco, che equilibrano lo sviluppo anteriore molto pronunciato del becco, come nelle coeve caffettiere, cioccolatiere, teiere ecc. Tali vasellami inoltre sono sempre rivestiti di uno smalto di color bianco perlaceo molto luminoso, a grana fine, adatto a far da sfondo ad un repertorio floreale che in questo caso propone la cosiddetta decorazione “a mazzolino”, ma se ne conoscono anche versioni “a castelletto”, “a garofano”, “a fiori”, ecc. Il “mazzolino” probabilmente nelle carte della Ferniani veniva registrato genericamente come decorazione “a fiori”, e si compone di un bouquet di piccoli fiori recisi (anemoni, fiori di patata ecc.), annodati con un nastro: “fiori” che nell’arco della seconda metà del ‘700 verranno sostituiti nel cosiddetto, più popolare, motivo “a fiorazzo”, composto da fiori di campo

Euro 600 - 1.000 101


197

Raro servizio da puerpera (“impagliata”) Faenza, Fabbrica Ferniani, Paolo Benini (attr.), 1775-80 circa Maiolica policroma dipinta “a terzo fuoco”. Diametro piatto base cm 23,3; altezza totale cm 28 circa Conservazione: tazza rotta in due frammenti; portauovo e coperchio rotti in più frammenti e ricomposti in restauro; lacuna al bordo del coperchio e presa da rincollare Il servizio è completo dei suoi canonici sei pezzi: dal basso, piatto piano presentatoio, fondina con due prese anulari orizzontali, piatto fondo capovolto con funzione di coperchio, tazza da brodo con prese laterali a voluta, portauovo con porta-sale e porta-pepe, e coperchio a cupola con presa apicale modellata a fiore (rosa). La decorazione si incentra sul motivo “a rovine” (fonte, massi, rocchio di colonna, lapidi con pseudo-iscrizioni e bassi rameggi spogli), che con alcune varianti si ripete sul coperchio, sulla tazza e sulla fondina; ghirlandine di foglie e fiori arricchiscono lungo i bordi questa raffinata composizione Dipinta in azzurro, bruno nerastro, giallo, rosso porpora, verde e oro “a terzo fuoco” Siamo di fronte ad una pregevole composizione nell’ambito della produzione della Fabbrica Ferniani, rara sia per la sua foggia articolata sia per la qualità della “rovina”, che, prevedendo l’oro, ottenuto sciogliendo uno zecchino applicato “a terzo fuoco” (o “a piccolo fuoco”), veniva affidata ad un pittore dotato di maniera fine. Tra tutti i pittori della fabbrica in tal genere eccelleva Paolo Bernini, che in forme del tutto analoghe a questa in esame la realizza anche nel breve periodo di secessione dai Ferniani (1777-78), posta in atto insieme a Tomaso Ragazzini e Filippo Comerio1 Di tali composizioni, richieste quali doni per le partorienti, la fabbrica ne produsse in numero assai ridotto: ad esempio, una era nelle raccolte prebelliche del Museo faentino ed un’altra è in collezione privata2 La decorazione “a rovine” ripetutamente elaborata su questa “impagliata”, anche quella sul coperchio che fortunatamente non risulta intaccata dalla lacuna al bordo, si conferma una delle più riuscite e raffinate proposte di ispirazione arcadica che precede di poco la grande stagione neoclassica della cultura artistica di Faenza, di cui la maiolica fu protagonista di primo piano Per la sua cronologia, un punto fermo è costituito da un piattino decorato “a rovine”, per tazzina da caffè del Museo- campionario della Ferniani3, che su una lapide porta la data “1779”, riferibile dunque all’anno successivo del rientro di Paolo Benini in fabbrica. La stessa “rovina” nella Ferniani poteva essere proposta contemporaneamente anche nella variante cromatica a solo verde, applicato anch’esso “a terzo fuoco” (“verde Comerio”), con sottili contorni in bruno, che conferisce alla composizione un’aura sofisticata quasi notturna4 RAVANELLI GUIDOTTI 23009, p. 259 e s. RAVANELLI GUIDOTTI 2009, scheda 119, pp. 269 e s. 3 RAVANELLI GUIDOTTI 2009, scheda 117, pp. 267 e s. 4 RAVANELLI GUIDOTTI 2009, pp. 271 e ss. 1 2

Bibliografia RAVANELLI GUIDOTTI 2009 RAVANELLI GUIDOTTI C., La Fabbrica Ferniani Ceramiche faentine dal barocco all’eclettismo, Milano 2009

Euro 1.800 - 2.600 MAIOLICHE E PORCELLANE


198

Nove piatti Faenza, Fabbrica Ferniani, Paolo Benini (attr.), 1780-1800 Maiolica a piccolo fuoco. Marca: assente. Dimensioni: diametro cm 21,5 e 24,2; ovale cm 26,5x33,5 Conservazione: fondi con sbeccature al bordo; piani con minime insignificanti sbeccature; ovale in ottimo stato Questi piatti octalobati sono decorati con un motivo neoclassico che vede al centro un capriccio di rovine architettoniche, cippi, tronchi di colonne, lapidi e urne che compongono una sorta di piramide su una zolla di terreno, circondata da un motivo a nastro viola che profila internamente la tesa. Il bordo esterno è orlato in giallo, con una fascia di piccolissime foglie che lega i gruppi floreali. Il decoro è dipinto in una vivacissima policromia articolata su un forte rosa “porpora”, il colore più prezioso della tavolozza a piccolo fuoco Per un’ampia dissertazione su questo motivo decorativo vedi C.Ravanelli Guidotti, La Fabbrica Ferniani, Ceramiche faentine dal barocco all’eclettismo, Milano 2009, pp. 267-271

Euro 4.000 - 8.000 103


199

Sei piatti Faenza, Fabbrica Ferniani, seconda metà del ‘700 Siamo di fronte ad un set di piatti di diametro standard da commensale, apodi, con ampio cavetto e larga tesa leggermente obliqua. In ciascuno, al centro del cavetto, campeggia il motivo del “fior di loto” (“ninfea”), con il fiore a petali aperti sorretto da foglie e steli fioriti, tra cui garofani. Delimita il cavetto una stretta fascia orientaleggiante e sulla tesa sono dipinti quattro cespi fioriti Questi piatti in origine facevano parte di un servizio che solitamente, oltre a piatti piani e fondine da commensale, comprendeva vassoi ovali, piatti tondi da portata, salsiere e zuppiere. La foggia piana esalta tutti i caratteri di questa “cineseria”, che gli studiosi nel tempo hanno preferito denominare “a doppio tulipano”, “peonia” ecc.1. Essa di certo è delle più raffinate tematiche espresse dalla Ferniani di Faenza, unitamente al più celebrato “garofano”, a testimonianza la continua attenzione prestata all’interno della fabbrica agli esiti settecenteschi raggiunti da altre manifatture italiane, quali la Rubati a Milano e gli Antonibon a Nove. Piatti simili si conservano nel Museo Int. delle ceramiche in Faenza2, in raccolte private e nel Museo campionario della fabbrica 1 2

RAVANELLI GUIDOTTI 2009, p. 231 RAVANELLI GUIDOTTI 2009, pp. 232 e s. scheda 79

Bibliografia: 2009 RAVANELLI GUIDOTTI CARMEN, La Fabbrica Ferniani Ceramiche faentine dal barocco all’eclettismo, Milano 2009

Euro 1.200 - 1.800

MAIOLICHE E PORCELLANE


200

Zuppiera Faenza, Fabbrica Ferniani, seconda metà del ‘700 Maiolica. Altezza cm 18; diametro max. 25. Conservazione: coperchio in perfetto stato; bacinella rotta in tre frammenti e ricomposta in vecchio restauro Zuppiera rotonda con conca cilindrica, basso piede, piccole prese laterali a volute vegetali, e con coperchio a bombatura bassa e con presa a pomello Sia all’esterno della conca sia sul coperchio si dispone il motivo detto “a fior di loto” (“ninfea”), con il fiore a petali aperti sorretto da foglie e lunghi steli fioriti, affiancato da cespi fioriti. Strette fasce a graticcio orientaleggiante delimitano la base e il bordo del coperchio. Dipinta in arancione, blu, bruno e giall. Siamo in presenza di una zuppiera di rara foggia cilindrica, della quale si conosce soltanto un altro caso simile, in collezione privata, con minime varianti decorative ma di diametro della metà. Anche questa tipologia di zuppiera propone una forma di raccolta eleganza, che raccorda con il tema decorativo esotico e che presso la Ferniani veniva proposto anche su tipiche zuppiere ovali di minori dimensioni, un po’ più slanciate specie per le prese a voluta più aggettanti e per i piedini alti e arricciati a unghia leonina1. L’opera esprime appieno i tratti di una produzione di notevole qualità tecnica ed esecutiva, comprese le particolarità cromatiche e la natura perlacea dello smalto tendente all’azzurrino, quasi a emulare la porcellana da cui trae ispirazione 1

RAVANELLI GUIDOTTI 2009, p. 231 e s. scheda 78

Bibliografia: 2009 RAVANELLI GUIDOTTI CARMEN, La Fabbrica Ferniani Ceramiche faentine dal barocco all’eclettismo, Milano 2009

Euro 500 - 800 105


MAIOLICHE E PORCELLANE


201

202

Ventitre piatti Faenza, Manifattura dei conti Ferniani, terzo quarto del XVIII secolo

Tre zuppiere Faenza, Manifattura dei conti Ferniani, terzo quarto del XVIII secolo

Maiolica. Marca: assente. Dimensioni: 6 piatti diametro cm 22,5 circa; 2 piatti diametro cm 30,5; 1 piatto diametro cm 35,5. Conservazione: qualche caduta di smalto e sbeccature ai bordi; 1 piatto diametro 22,5 con felatura; 1 piatto diametro 30,5 rotto in più frammenti e ricomposto in vecchio restauro

Maiolica. Marca: assente. Altezza cm 23,5 e cm 21,5. Conservazione: 4 manici staccati o rincollati; 2 manici rifatti; qualche sbeccatura e felatura in parte restaurate; due prese rincollate

I piatti apodi dalla tesa liscia ospitano il motivo pittorico policromo detto a “Giardino con vaso e colonna spezzata” che ebbe grande successo nel Settecento. Seppure l’impianto decorativo sia il medesimo, ogni maiolica presenta diverse piccole varianti. Da notare in particolare che su alcuni piatti, invece del consueto pappagallo appollaiato sull’albero, troviamo un’aquila, riferimento forse non casuale allo stemma araldico dei Ferniani Per un’ampia dissertazione su questo motivo vedi C.Ravanelli Guidotti, La Fabbrica Ferniani, Ceramiche faentine dal barocco all’eclettismo, Milano 2009, pp. 186-191

Le zuppiere dal corpo ovale costolato e dalle anse a volute, poggiano su alto piede baccellato. Il coperchio a cuspide ha la presa modellata a fiore Sono decorate in policromia con il motivo detto a “Giardino con vaso e colonna spezzata”: su un prato fiorito troviamo sulla sinistra un grande vaso con mazzo di fioriti diversi, sulla destra una colonna spezzata con rami su cui è appollaiato un pappagallo. Inoltre uccelli ed insetti in volo Per un’ampia dissertazione su questo motivo vedi C.Ravanelli Guidotti, La Fabbrica Ferniani, Ceramiche faentine dal barocco all’eclettismo, Milano 2009, pp. 186-191

Euro 200 - 400

Euro 3.000 - 3.500

203

Nove piatti Milano, Manifattura Clerici o Rubati, 1745-1780 Maiolica. Marca: assente. Diametro cm 23,2. Conservazione: buona; alcune sbeccature al bordo I piatti fondi, dal bordo liscio listato in oro, sono decorati con il motivo “alla pagoda” o “al casotto”, più comunemente conosciuto come quello “al carabiniere”, in tricromia Imari con blu, rosso e dorature Al Castello Sforzesco di Milano sono conservate più di 360 maioliche con questo decoro (vedi R.Ausenda, schede, in R.Ausenda, a cura di, Museo d’Arte Applicate. Le Ceramiche, tomo II, pp.286-303, n.307)

Euro 1.000 - 1.400 107


204

Figurina di dignitaria cinese Milano, Fabbrica di Felice Clerici, 1760-1788 Maiolica. Marca: assente. Altezza cm 23,3. Conservazione: piccole sbeccature; usure alla policromia La scultura raffigura una donna cinese stante abbigliata con una lunga tunica. La veste è profilata in oro e decorata con ramoscelli fioriti policromi “ad oglio”, colori che venivano stesi a freddo e quindi molto delicati e di scarsa tenuta nel tempo Diversi esemplari di cinesi sono conservati in collezioni pubbliche, il nucleo più numeroso si trova a Milano, Museo del Castello Sforzesco pubblicati da R.Ausenda, schede, in R.Ausenda, a cura di, Museo d’Arte Applicate. Le Ceramiche, tomo II, n. 436-438; al numero 436 lo stesso modello del nostro in maiolica bianca. Anche a Saronno, Museo Gianetti troviamo un altro esemplare rivestito di smalto blu (cfr. AA.VV., a cura di R.Ausenda, Porcellane italiane europee e orientali, Ceramiche della collezione Gianetti, 2000, II, n. 45)

Euro 3.000 - 5.000

205

Quattro piatti Milano, Manifattura di Pasquale Rubati, 1770 circa Maiolica. Marca: trattino detto chiodo in blu e in verde. Diametro cm 24 circa. Conservazione: ottima; qualche minima insignificante sbeccatura ai bordi I piatti hanno il bordo mistilineo e la tesa leggermente costolata. Sono decorati a piccolo fuoco in policromia con rami fioriti “a uso di Trasburgo” Per maioliche con decorazione della stessa tipologia, cfr. quelli conservati al Castello Sforzesco di Milano (vedi R.Ausenda, schede, in R.Ausenda, a cura di, Museo d’Arte Applicate. Le Ceramiche, tomo II, pp. 389-391, n. 369)

Euro 400 - 500

MAIOLICHE E PORCELLANE


206

Piatto fondo Milano, manifattura di Pasquale Rubati, seconda metà del XVIII secolo Maiolica decorata in tricromia a piccolo fuoco. Marca: assente. Diametro cm 22,7. Conservazione: minime sbeccature al bordo Piatto fondo, in maiolica fina, a parete sottile, è decorato con un motivo floreale d’ispirazione orientale, chiamato Imari cinese, disegnato in blu a gran fuoco e colorato con campiture rosse e oro. Questa formula decorativa, di grandissimo successo, è stata tipica della produzione delle due manifattura milanesi del Settecento: quella di Felice Clerici e di Pasquale Rubati. Quest’ultima con maggiore finezza di segno

Euro 100 - 200

207

Quattro piatti Milano, Manifattura di Pasquale Rubati, 1770-1790 Maiolica. Marca: assente. Diametro cm 22,7 circa Conservazione: un piatto con due sbeccature al bordo con vecchio restauro; gli altri tre con insignificanti sbeccature ai bordi I piatti sono decorati in policromia e oro in stile Imari. Da rocce forate o radici stilizzate nasce un ramo che porta un fiore di crisantemo e altri fiorellini minori tra cui due di pesco oltre a steli fogliati. Sulla tesa, al bordo, nastro con elementi ad archetto che la studiosa Raffaella Ausenda definisce “a ovuli” Al Castello Sforzesco di Milano sono conservati diversi pezzi di questo assortimento (vedi R.Ausenda, schede, in R.Ausenda, a cura di, Museo d’Arte Applicate. Le Ceramiche, tomo II, pp. 318-322, n. 315)

Euro 500 - 600

109


208

Tazza da brodo con piatto Lodi, manifattura Antonio Ferretti, 1770-1780 Maiolica fina decorata a piccolo fuoco. Marca: pennellata blu detta “chiodo”. Dimensioni: altezza tazza cm 12; diametro piatto cm 24. Coperchio rotto in più frammenti e ricomposto in restauro; tazza con felatura circolare e sbeccature al bordo superiore restaurate Raffinata tazza da brodo con coperchio e piatto esalobato, dallo smalto bianco ricco di stagno, decorata in policromia, con rosa porpora e oro, con un motivo a nastro con eleganti festoni fioriti. I bordi sono profilati in oro Sono note tre tazze da brodo molto simili marcate con il “chiodo” blu di Antonio Ferretti: due appartengono alla collezione del Museo Gianetti di Saronno (cfr. R.Ausenda, Ceramiche della Collezione Gianetti, Saronnno 1996, pp. 252-254) e un’altra in collezione privata lodigiana, pubblicata da F. Ferrari, La Ceramica di Lodi, Lodi 2003, pp. 322-323

Euro 1.200 - 1.800

209

Piccola fioriera Lodi, Manifattura Antonio Ferretti, ultimo quarto del XVIII secolo Maiolica policroma a piccolo fuoco. Marca: assente. Altezza cm 12; 17,5x14,3. Conservazione: una piccola rottura al bordo superiore rincollata; piccole sbeccature al bordo inferiore con vecchio restauro Provenienza: Antichità Antonia Giannetti Milano, come da etichetta cartacea posta sul fondo La fioriera in maiolica fina dalla base ellittica, modellata a stampo, con prese laterali a mascheroni, è decorata con il decoro “alla maniera di Strasburgo”, a fiori recisi con la rosa protagonista, dipinta con colori a piccolo fuoco. Questa formula è tipica dello stile di Antonio Ferretti a Lodi nell’ultimo quarto del Settecento Dei portavasi con mascheroni grotteschi in funzione di manici sono stati esposti ad esempio nel 1995 al Museo Civico di Lodi alla mostra “Maioliche lodigiane del ‘700” e pubblicati sul relativo catalogo a cura di M.L.Gelmini, n. 192-195

Euro 100 - 200 MAIOLICHE E PORCELLANE


210

Targa Castelli d’Abruzzo, Berardino Gentili il Giovane (1727?-1813) Maiolica decorata con colori a gran fuoco Marca: assente. Dimensioni: cm 23,5x31; cornice cm 36x42,5. Conservazione: ottima. Cornice moderna in legno dorato La scena biblica con Sansone, uomo dalla forza prodigiosa, che beve dalla mascella d’asino dopo aver sconfitto i mille Filistei, è dipinta sulla targa maiolicata da Bernardino Gentili il Giovane. Questi prese la guida della bottega familiare a Castelli d’Abruzzo nella seconda metà del XVIII secolo

Euro 1.400 - 2.000

211

Mattonella Castelli, Berardino Gentili il Giovane (1727?-1813) Maiolica. Dimensioni: 23x30 cm circa Conservazione: minime sbeccature agli orli Cornice in legno d’epoca posteriore La targa è decorata in policromia con l’episodio “La partenza del Figliol Prodigo” tratto dalla parabola narrata nel Vangelo di Luca (15, 11-32) In questa maiolica Berardino conferma il suo virtuosismo pittorico anche nel modo con cui è reso il piano di appoggio delimitato da singolari elementi a rocailles Questa narrazione fu spesso soggetto di quadri autonomi o di cicli narrativi e fece la sua prima comparsa nelle vetrate istoriate delle cattedrali francesi del XIII secolo Nella Raccolta Acerbo sono conservate quattro mattonelle con episodi di questa parabola, attribuiti dalla studiosa Luciana Arbace alla bottega dei Gentili. Anche qui i personaggi sono abbigliati alla moda e lasciano sottintendere che queste scene siano state desunte a spolvero da incisioni settecentesche alla maniera di Hogarth (L.ARBACE, Maioliche di Castelli - La Raccolta Acerbo, Montorio (VR) 1993, p.204, tav. 197-201)

Euro 6.000 - 8.000 111


212

Grande vaso con coperchio Castelli, XVIII secolo Maiolica policroma a gran fuoco. Altezza cm 55,5 Presa riattaccata, bocca con piccolo restauro visibile Dal corpo “a balaustro” su alto piede rastremato ha il coperchio a cupola La decorazione si sviluppa su fasce orizzontali. Nella fascia superiore è rappresentata la storia di “Giuseppe venduto ai mercanti Ismaeliti” (GEN., cap. 37), come riportato nel cartiglio. La fascia centrale ospita, in un medaglione, Dio che dà la vita al mondo animale e vegetale, mentre nel medaglione opposto è raffigurato “Il roveto ardente” (GEN., cap. 3). Sul coperchio troviamo putti alati fra alberi, cesti e corone di fiori e foglie, inoltre piccole e grandi farfalle in volo

Euro 5.000 - 6.000

213

Grande piatto Cerreto Sannita (Benevento), fine del XVIII-inizio del XIX secolo Maiolica policroma a gran fuoco. Marca: assente. Dimensioni: diametro cm 43 Conservazione: insignificanti sbeccature al bordo; piccola felatura Piatto tondo decorato con un cane in corsa davanti ad alberelli realizzato in stile popolare, stilizzato. La tesa è ornata con un motivo a onda di virgole piumate. Questo stile pittorico è considerato tipico di Cerreto Sannita dalla fine del Settecento Al lotto si aggiunge: Grande piatto, Vietri sul Mare (Salerno), fine del XIX secolo, inizio del XX secolo Maiolica. Diametro cm 42. Conservazione: una rottura sulla tesa e una piccola sbeccatura nel cavetto ricomposte in vecchio restauro; craquelures Piatti molto simili appartengono alla collezione di arte popolare del Museo Internazionale della Ceramica di Faenza (nn.inv. 21755) vedi Elena Longo, Ceramiche Popolari Italiane dal XVIII al XX secolo, Faenza 2007, p. 305

Euro 700 - 900 MAIOLICHE E PORCELLANE


214

215

Albarello Napoli, XVIII secolo

Acquasantiera Napoli o Ischia, fine del XVIII secolo

Maiolica. Altezza cm 20,5. Conservazione: sbeccatura alla base, minime e insignificanti cadute di smalto ai bordi

Maiolica. Altezza cm 40. Conservazione: ottima qualche piccola sbeccatura e mancanza alla prima “palmetta luminosa” a sinistra

L’albarello è decorato in monocromia blu di cobalto con una scena figurata con un giovane che suona una zampogna in un paesaggio di campagna La stesura corsiva appartiene alla produzione delle botteghe napoletane del Settecento

Su impianto architettonico con putti a tutto tondo vi è dipinta una scena sacra, forse il “Battesimo di Cristo” Per acquasantiere simili si veda ad esempio G.Donatone, Maiolica decorativa e popolare di Campania e Puglia, Napoli 1992, fig. 72-77

Euro 200 - 300

Euro 800 - 1.200

113


216

218

Albarello Cerreto Sannita (Benevento), fine XVIII o XIX secolo

Coppia di albarelli Puglia, XVIII secolo

Maiolica. Dimensioni: altezza cm 19. Conservazione: rottura incollata al bordo superiore, sbeccature alla base

Maiolica. Altezza cm 9; diam. cm 14,5 circa Minimi insignificanti sbeccature, un albarello con una piccola felatura

La forma dell’alberello è tipica della ceramica meridionale campana e pugliese. Vedi somiglianza con decoro a paesini dei vasi popolari di Cerreto pubblicati in in A. Mazzacane, Museo della Ceramica di Cerreto Sannita. La Collezione Mazzacane, Napoli 2008, pp. 130

I due bassi albarelli sono dipinti, nella parte centrale, in monocromia blu di cobalto con paesaggi dalla folta vegetazione e con un viandante. Una composizione ospita pure un grande uccello. La scena è sottolineata da una fascia gialla che probabilmente ospitava la scritta apotecaria

Euro 200 - 300

Euro 400 - 600

217

219

Orciolo Puglia, XVIII secolo

Un albarello e un coperchio Puglia, XVIII secolo

Maiolica. Altezza cm 22. Buono stato, beccuccio rincollato e con rottura all’estremità, leggera felatura

Maiolica. Altezza cm 16,2; diametro cm 17,3. Piccole sbeccature ai bordi Coperchio diametro cm 14,8. Ottimo stato

Orciolo su piede a disco e corpo ovoidale con lungo collo e lungo versatoio a cannello, l’ansa è a doppio cordolo con attacco inferiore a ricciolo. Decorazione in monocromia blu di cobalto con paesaggio dalla folta vegetazione e fascia gialla che probabilmente ospitava la scritta apotecaria

Vi è raffigurato, nella parte centrale, un paesaggio urbano in monocromia blu di cobalto sottolineato da una fascia gialla che probabilmente serviva per la scritta apotecaria

Euro 300 - 500 MAIOLICHE E PORCELLANE

Euro 300 - 500


220

Vaso Puglia, Grottaglie, fine del XVIII secolo Maiolica policroma. Dimensioni: altezza cm 29. Conservazione: ottima, qualche sbeccatura ai bordi Il vaso biansato, dal corpo sferico e collo cilindrico percorso da scanalature ad archetto, poggia su piede troncoconico con leggere modanature a rilievo. La decorazione pittorica vede al centro del corpo un uccellino e sul collo una farfalla. All’altezza dell’attacco inferiore dei manici, è ospitato un nastro in manganese senza soluzione di continuità, con motivo tracciato in negativo. Inoltre ramoscelli fogliati sparsi simmetricamente e nastri con motivi vegetali A Faenza, Museo Internazionale delle Ceramiche, è conservato un vaso con grandi affinità con il nostro (inv. 11274) cfr. S.Pansini, Ceramiche Pugliesi dal XVII al XX secolo, Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, Faenza 2001, n. 57, p. 305 e tav. p. 229

Euro 400 - 600

221

Piatto ovale Laterza (Puglia), seconda metà del XVIII secolo Maiolica policroma a gran fuoco. Marca: assente. Dimensioni: cm 23,5x37 Conservazione: rottura rincollata tra le ore 5 e le ore 7 Piatto ovale modellato a stampo, rivestito di sottile strato di smalto, con una bella decorazione pittorica che vede al centro un vaso dai grandi fiori a cui si rivolgono, danzanti, due putti alati. Una cornice di volute e rametti fioriti li incornicia. La formula grafica stilizzata del disegno, dalla stesura fine è colorata a sottili linee parallele, mostra lo stile pittorico di Laterza del secondo Settecento Al lotto si aggiunge: Piatto lombardo in maiolica di Milano o Lodi, fine del XVIII secolo Diametro cm 32,5. Conservazione: importanti felature radiali riconsolidate; craquelure allo smalto Piatto modellato a stampo, in maiolica decorato con un elegante motivo floreale a fiori gialli sparsi sulla superficie smaltata

Euro 200 - 400

115


222

Sette boccali Puglia, Grottaglie, XIX secolo Maiolica. Marca: assente. Altezza massima 33,5; altezza minima cm 30. Buono stato di conservazione, leggere insignificanti sbeccature e felature, un boccale con rottura rincollata al bordo posteriore sopra al manico I boccali, dall’ampia bocca trilobata ed ansa a nastro, hanno il corpo ovoidale che poggia su basso piede Sono decorati in policromia con una fascia all’orlo superiore nei toni dell’ocra e dell’arancio principalmente con rosette o altri motivi. Sul ventre sotto il beccuccio, spesso tra due alberi, sono raffigurati personaggi - il turco che fuma la pipa, la giovane donna, Pulcinella, ecc. -, oppure gruppi di case rurali Diversi boccali di questa tipologia sono conservati ad esempio a Faenza, Museo Internazionale delle Ceramiche, e pubblicati in S.Pansini, Ceramiche Pugliesi dal XVII al XX secolo, Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, Faenza 2001, tav. p. 231 e nn. 96-97, 101, 104

Euro 500 - 1.000

223

Lucerna Ariano Irpino (AV), XIX secolo Maiolica policroma a gran fuoco. Marca: assente. Dimensioni: altezza cm 28,7 ca. Conservazione: ottima; qualche piccola caduta di smalto Lucerna di arte popolare che raffigura una donna che porta un vaso sopra la testa, in maiolica decorata in tricromia: giallo, verde e bruno. Lo stile è tipico di Ariano Irpino nell’Ottocento. Vedi somiglianza con Saliera in A. Mazzacane, Museo della Ceramica di Cerreto Sannita. La Collezione Mazzacane, Napoli 2008, p. 260, n. 209. Lucerne somiglianti sono conservate al MIC di Faenza. (NN.inv. 21388, 21960: vedi Elena Longo, Ceramiche Popolari Italiane dal XVIII al XX secolo, Faenza 2007, pp. 316, nn. 57-58)

Euro 400 - 800 MAIOLICHE E PORCELLANE


224

Zuppiera Nove, Manifattura Antonibon, periodo Baccin, fine del XVIII secolo Terraglia. Marca: assente. Altezza cm 30. Conservazione: minime sbeccature al bordo della base; piccola mancanza al bordo posteriore del coperchio La zuppiera è modellata a stampo a forma di tacchina accovacciata su una zolla erbosa. La testa e il collo fungono da presa del coperchio ed il piumaggio è a leggero rilievo Due tacchine simili in maiolica policroma sono pubblicate in AA.VV., La ceramica degli Antonibon, Catalogo della mostra, Milano 1990, p. 113; una di queste anche in G.Lorenzetti, Maioliche venete del Settecento, Catalogo della mostra, Venezia 1939, tav. XLII, fig. 152

Euro 300 - 500

225

Coppia di sculture di leoni Francia, Luneville, fine del XVIII - inizio del XIX secolo Maiolica. Marca: assente. Dimensioni: altezza cm 35 ca ; 47x22 Conservazione: qualche salto di smalto sulla base; insignificanti sbeccature ai leoni Luneville, una cittadina situata nel dipartimento della Meurthe e Mosella nell’est della Francia, è diventata famosa per le sue maioliche che iniziò a produrre all’inizio del Settecento. La coppia di leoni speculari fu uno dei suoi motivi prediletti. Concepiti quali sculture da parata venivano posati ai lati degli scaloni. Sono dipinti in maniera stravagante e di grande effetto in manganese, giallo, verde, rosso per la bocca ed il naso, azzurro per gli occhi. Le orecchie sono forate Si aggiungono due basi in velluto grigio

Euro 1.000 - 1.400

117


226

Figurina portafiori Inghilterra, Stoke on Trent (Staffordshire), Manifattura George Jones, 1870 circa Maiolica. Marca: cartiglio bilobato con lettere “GJ” e “Stoke on Trent” in rilievo; numero del modello “1953” tracciato a mano in nero. Dimensioni: altezza cm 19,7; 22,2x14,2. Conservazione: minime sbeccature al bordo inferiore e alle orecchie Il vaso è formato da un cavallo marino a mezzobusto, con testa e zampe anteriori equine, che termina con una coda di delfino. Questa avvolge una conchiglia a forma di cornucopia che s’innalza a mo’ di contenitore per i fiori La nostra figurina è contrassegnata con una marca usata molto raramente da George Jones che produceva maiolica di alta qualità tanto che vinse una medaglia alla Mostra di Parigi nel 1867 ed ottenne riconoscimenti alle mostre di Londra (1871), Vienna (1873) e Sydney (1876)

Euro 600 - 900

227

Vaso bruciaprofumi Probabilmente Francia, XIX secolo Terraglia. Marca: assente. Altezza cm 48. Minime sbeccature, coperchio mancante Su un’imponente base traforata, formata da tre fasce sovrapposte con motivi vegetali, un vaso biansato con mascheroni funge da coronamento La tipologia di questa ceramica riprende i motivi stilistici del famoso ceramista francese Bernard Palissy (1510-1589) che nel XIX secolo ritorna in auge con numerosi imitatori non solo in Francia

Euro 300 - 360

MAIOLICHE E PORCELLANE


228

Fiasca Spagna, XIX secolo Maiolica. Marca:assente. Altezza cm 23,5. Conservazione: due anse rincollate; minime sbeccature Fiasca decorata in policromia sul recto con scena di paesaggio di riva con fortilizio e animata da due soldati. Il resto della superficie è marmorizzato in blu con la scritta in manganese entro una riserva “Dn. Manuel Pujol”

Euro 200 - 300

229

Fiasca Puglia, probabilmente fine XVIII - inizio XIX secolo Maiolica. Altezza cm 22,3. Conservazione: importanti cadute di smalto, sbeccature La fiasca a sezione rettangolare è decorata con due ritratti femminili a rilievo sulle facce principali e dipinti a gran fuoco

Euro 200 - 260

230

Due piatti trompe-l’œil Italia meridionale, fine del XIX o inizio del XX secolo Maiolica policroma a gran fuoco. Marca: assente. Diametro cm 20,8 Conservazione: ottima; qualche ripresa alla policromia dei frutti I piatti, orlati con fasce blu e gialle, portano agrumi modellati a stampo dal naturale in maiolica dal forte effetto cromatico

Euro 400 - 500

119


231

Quadro raffigurante la Madonna Incoronata del Buon Consiglio Napoli, inizio del XX secolo Maiolica policroma a gran fuoco. Marca: “Colonnese” sul verso Dimensioni: cm 106x80. Stato di conservazione: le tre mattonelle inferiori sono di restauro; alcune felature e craquelures Il quadro raffigura la Madonna col bambino, derivata dall’Incoronata Madre del Buon Consiglio, immagine devozionale della Basilica di Capodimonte: l’iconografia della Madonna dolcissima (guancia a guancia col bambino) con questa corona è oggetto di culto devozionale dei napoletani. La formula tecnica e pittorica e la gamma cromatica porta a considerarla opera della prima metà del XX secolo

Euro 1.800 - 2.200

232

Coppia di piatti Gualdo Tadino, manifattura di Daria Rubboli, 1890-1930 circa Maiolica. Marca: “DR” intrecciate in blu. Diametro cm 52 Conservazione: ottima; un piatto con piccola caduta di smalto al bordo sul retro della tesa I piatti, dall’ampio cavetto e stretta tesa, sono decorati con una scena descritta sul verso rispettivamente “TRIONFO DI CESARE” e “CESARE AL RUBICONE”. Sulla tesa grottesche Il pesarese Paolo Rubboli (1838-1890) attorno al 1870 fonda a Gualdo Tadino una manifattura per la produzione di ceramiche decorate a lustro nella tradizione rinascimentale di Mastro Giorgio. Alla sua morte gli succedono la moglie Daria e i due figli Lorenzo ed Alberto, che grazie alla raffinatissima esecuzione tecnica ed artistica, continueranno il grande successo della fabbrica esportando in tutto il mondo

Euro 360 - 440

MAIOLICHE E PORCELLANE


233

Grande vassoio Italia centrale, Manifattura indeterminata, fine del XIX - inizio del XX secolo Maiolica. Marca: assente. Dimensioni: cm 61,3x48. Conservazione: qualche insignificante sbeccatura al bordo Il vassoio ellissoidale con modellature plastiche è decorato sull’umbonatura centrale con scena dall’antichità classica Gli altri quattro medaglioni raffigurano i quattro elementi: l’acqua, l’aria, la terra e il fuoco. Il resto della superficie è ornata a raffaellesche. Sul verso quattro delfini nuotano in acque in movimento e al centro medaglione con scena simbolica con aquila, serpente stella e globo Questo vassoio è ispirato dalle maioliche cinquecentesche di Urbino della bottega di Orazio Fontana in particolare quelle eseguite per il duca Guidobaldo II della Rovere ed oggi conservate in buona parte al Museo del Bargello di Firenze

Euro 800 - 1.000

121


234

Rarissima figurina bruciaprofumi Meissen, 1710-1720 circa Gres di Böttger. Marca: assente. Altezza cm 10. Conservazione: qualche minima sbeccatura alle dita del piede, alla tunica sulla spalla e al bordo inferiore posteriormente sulla sinistra La figurina chiamata “Pagode” in gres color bruno rossiccio, deriva da esemplari cinesi del XVII secolo ed era usata come bruciaprofumi. Se ne conoscono di tre tipi: le bianche e le policrome in porcellana che sono le più diffuse e le brune in “Böttgersteinzeug” che sono di estrema rarità (cfr. R.Rückert, Meissener Porzellan 1710-1810, München 1966, p. 161: “Ausformungen von Pagoden in Rotem Steinzeug gehören zu den grössten Seltenheiten”) comparse probabilmente già prima del 1710 (cfr. S.Bursche, Meissen, Steinzeug und Porzellan des 18. Jahrhunderts, Kunstgewerbemuseum Berlin, 1980, p. 287) Figurine dello stesso modello in gres di Böttger sono conservate a Dresda, Porzellansammlun presso il Museo dello Zwinger pubblicata in AA.VV, Johann Friedrich Böttger die Erfindund des Europäischen Porzellans, Stuttgart 1982, fig. 210; New York, Metropolitan Museum; Sèvres, Musée National de Céramique

Euro 8.000 - 16.000 MAIOLICHE E PORCELLANE


235

Rarissimo versatoio con coperchio Meissen, 1722-1725 Pittura probabilmente di Johann Christoph Horn (1692-1760) Porcellana. Marca: bastone d’Esculapio o caduceo in blu, accompagnato da una rarissima marca, forse una pseudo marca cinese. Altezza cm 17,8. Conservazione: manico rincollato; sbeccatura al bordo superiore Il versatoio dal coperchio leggermente bombato è dipinto a cineserie policrome. Sopra al corto piede, su due linee in blu, poggia la decorazione che vede sette grandi cinesi policromi a piccolo fuoco in un paesaggio eseguito in monocromia blu a gran fuoco con rocce forate, balaustra, alberi ed arbusti fioriti Inoltre uccelli ed insetti in volo Horn fu uno dei primi assistenti di Höroldt che raggiunse la manifattura di Meissen proveniente dalla fabbrica di maiolica Eggebrecht di Dresda. Fino a pochi anni or sono gli studiosi erano d’accordo nell’attribuire tutte queste rare decorazioni a Horn, oggi alcune sono attribuite a Johann Gregorius Höroldt stesso Al Rijksmusum di Amsterdam è conservato l’unico versatoio conosciuto con la stessa forma del nostro, pure dipinto da Horn con lo stesso impianto decorativo e pubblicato da A.L.den Blaauwen, Meissen Porcelain in the Rijksmuseum, 2000, n. 32

Euro 4.000 - 8.000 123


236

Piatto Meissen, 1725 circa Pittura probabilmente di Johann Christoph Horn (1692-1760) Porcellana. Marca: pseudo marche cinesi in blu. Diametro cm 24. Conservazione: ottima; insignificanti usure alla policromia Il piatto è decorato in monocromia blu a gran fuoco sotto smalto con zolle e rocce forate da cui spunta vegetazione diversa. Il paesaggio è poi stato dipinto a cineserie con colori insolitamente molto tenui: rosso ferro, bruno, porpora, oltre al nero, al verde e al giallo in particolare per gli insetti e l’uccello in volo. Le grandi figure cinesi hanno inoltre pochi elementi in blu mentre la vegetazione è arricchita da fiori prevalentemente in rosso con pochi tocchi di giallo e verde Questa rara tipologia di pittura sulle porcellane di Meissen è stata attribuita fino a pochi anni or sono a Horn. Oggi sappiamo che alcuni pezzi sono stati dipinti da Johann Gregorius Höroldt mentre su altri si sia limitato a tracciare il disegno che veniva poi colorato dai suoi collaboratori Horn fu uno dei primi assistenti di Höroldt che raggiunse la manifattura di Meissen proveniente dalla fabbrica di maiolica Eggebrecht di Dresda Di queste rare porcellane citiamo il piatto attribuito a Höroldt conservato a Dresda, Porzellansammlung presso il Museo dello Zwinger, più volte pubblicato ad esempio in U.Pietsch, Johann Gregorius Höroldt 1696-1775 und die Meissener Porzellanmalerei, Leipzig 1996, pp. 32-33, n. 5

Euro 3.000 - 6.000 MAIOLICHE E PORCELLANE


237

Tazza con piattino Meissen, 1730 circa (porcellana) Augsburg, bottega dei Seuter, 1730-1740 circa (decorazione in oro) Porcellana. Marca: spade in blu. Altezza tazzina cm 7,3; diametro piattino cm 12,6 Conservazione: leggere usure all’oro La tazza alta con un manico e il piattino sono stati decorati dapprima in blu presso la manifattura di Meissen, con il motivo detto “Fels- und Vogeldekor” ispirato da motivi orientali: ossia rocce da cui fuoriescono rami di pruno e un uccello in volo. In seguito sono stati dipinti in oro “radiert” a cineserie presso la bottega Seuter di Augusta in Baviera Sulla tazza è ospitata la figura di un cinesino

Euro 350 - 450

238

Due tazze con tre piattini Meissen, 1763-1774 Porcellana. Marca: spade con punto tra le else; “H.” in blu. Altezza tazze cm 4; diam. piattini cm 12,2 ca. Conservazione: ottima; un piattino con sbeccatura al bordo Queste porcellane sono dipinte in stile Imari con il motivo detto “Tischenmuster” composto da un tavolino, steccato e fiori indiani policromi

Euro 400 - 500

239

Tre tazze con due piattini Meissen, 1730 circa (porcellana) Augsburg, bottega dei Seuter, 1730-1735 circa (decorazione in oro) Porcellana. Marca: spade in blu. Altezza tazze cm 4,2 circa; diam. piattino cm 11,8 circa; tazza cioccolata altezza cm 6,8. Conservazione: usure all’oro dei piattini e al bordo di due tazze; una tazzina probabilmente di epoca posteriore Queste porcellane sono state decorate dapprima in blu a gran fuoco presso la manifattura di Meissen. In seguito sono stati dipinti in oro “radiert” a cineserie animate presso la bottega Seuter di Augsburg Su un piattino si notano le tracce di un cinesino che con un pennello sta scrivendo su una targa “Gloria in Excelsis Deo 173…” purtroppo non più completamente leggibile. Rarissimi sono i pezzi datati e firmati da Seuter. Siamo a conoscenza di una tazzina con piattino del 1736 ora al Victoria & Albert Museum di Londra; una teiera e una ciotola del 1731 facenti parte del servizio da viaggio conservato al Bayerische Nationalmuseum di Monaco di Baviera (cfr. S.Ducret, Meissner Porzellan bemalt in Augsburg 1718 bis 1750, 1971, I, n. 61, 63 e 64-71). Inoltre su una caffettiera in collezione privata si legge la firma di Abraham Seutter e la data 8 ottobre 1734

Euro 600 - 800 125


240

Due candelieri Meissen, 1750-1755 Modello di J.J.Kaendler Porcellana. Marca: spade blu. Altezza cm 30,8; cm 29. Stato: un pezzo con sbeccatura alla base e un braccio di un putto restaurati; minime sbeccature I nostri candelieri raffigurano l’allegoria dell’Estate e dell’Autunno. Formati da ricche rocailles, decorati in policromia e oro, troviamo sul primo Cerere accompagnata da un putto, entrambi tengono nelle mani spighe di grano con fiori. Questa era la divinità materna della terra e della fertilità, protettrice dei raccolti. Sull’altro Bacco e putto con tralci e grappoli d’uva Questi candelieri facevano parte di un gruppo che rappresentava le quattro stagioni Un candeliere dello stesso modello con Bacco è pubblicato da L.a.Y.Adams, Meissen Portrait Figures, 1987, p. 84

Euro 1.800 - 2.200

241

Raro vassoio Meissen, 1770 circa Porcellana. Marca: spade con punto tra le else, in blu Cm 36X36 circa. Conservazione: ottima; qualche piccola usura all’oro Il vassoio è contornato come se fosse un dipinto incorniciato. Il centro ospita, in un medaglione a rocailles con rami fioriti in oro, una natura morta composta da un grappolo d’uva bianca e uno rosso, un limone tagliato, un ramoscello con due prugne e rami fogliati con diversi fiori: rosa, garofano, violette selvatiche ed altri. Il fondo blu “vermiculé” in oro è di chiara ispirazione francese, ripreso dalle porcellane di Sèvres che ormai fungeva da manifattura guida in tutta Europa

Euro 1.200 - 1.800

MAIOLICHE E PORCELLANE


242

Tazza stemmata con piattino Doccia, Manifattura Ginori, 1740-1745 circa Probabilmente pittura di Carl Wendelin Anreiter Porcellana policroma. Marca: assente. Dimensioni: altezza tazza cm 7; diametro piattino cm 12,3 Conservazione: ottima; leggere usure alla policromia del piattino La tazza, internamente dorata, è decorata con uno stemma baronale sorretto da un liocorno e da un cane Uno dei due stemmi araldici riporta quello della baronessa von Palm. Il verso della tazza e il piattino ospitano un paesaggio entro una riserva quadrangolare listata di rosso con cartigli ai quattro angoli Per la tipologia decorativa e l’aspetto formale della porcellana è possibile attribuire questa tazza ai primi anni della manifattura, tra il 1740 e il 1745. A quell’epoca vennero prodotti diversi servizi con stemmi come quello per il marchese Brignole di Genova del 1742 la cui pittura presenta affinità pittoriche con la nostra tazza

Euro 8.000 - 12.000

127


243

Rara caffettiera alla turca Doccia, Manifattura di Carlo Ginori, 1745 circa Porcellana. Marca: assente. Altezza cm 23,2. Conservazione: beccuccio rotto alla base e restaurato; felatura nella parte inferiore del corpo; congiunzione tra beccuccio e corpo rifatta Questa rarissima caffettiera è ispirata dai versatoi persiani per l’acqua e presenta un lungo beccuccio arricchito inferiormente da un rilievo plastico rocaille. La decorazione policroma è a elementi vegetali ispirati all’Estremo Oriente tracciati con affascinante ingenuità Una caffettiera dello stesso modello è stata esposta nel 2005 alla storica mostra di Vienna presso il Museo Lichtenstein e pubblicata sul relativo catalogo: AA.VV., Baroque Luxury Porcelain, The Manufactories of Du Paquier in Vienna and of Carlo Ginori in Florence, n. 174

Euro 600 - 1.200

244

Tazza Doccia, Manifattura di Carlo Ginori, 1740 circa Porcellana bianca. Marca. assente. Altezza cm 4,8 ca. Conservazione: ottima; qualche minima felatura di cottura Provenienza: Antichità Nella Longari Milano, come da etichetta cartacea posta sul fondo La tazza a ciotola senza piattino è decorata con rametti di fiori di pruno in rilievo ripresi da prototipi cinesi Questa motivo definito negli elenchi della manifattura “bianco con rilievi di fiori e foglie” fu uno dei primi utilizzato a Doccia. Le caratteristiche imperfezioni di questa porcellana ci suggeriscono che si tratta di pezzo prodotto in un periodo ancora sperimentale

Euro 400 - 500

245

Cinque piatti Doccia, Manifattura di Carlo Ginori, 1740-1745 circa Porcellana. Marca. assente; numero ”433” inciso. Diametro cm 23,6 ca. Conservazione: minime usure alla policromia Il piatto dal bordo liscio è decorato con uno dei più famosi motivi della manifattura detto “al tulipano”. La ricca decorazione ricopre quasi interamente la superficie ed è ispirata dalle porcellane cinesi della “famiglia rosa”. Presenta al centro una grande peonia aperta attorniata da foglie e fiori più piccoli, sulla tesa dal bordo filettato in color bruno, sei tralci fioriti Un piatto probabilmente proveniente dallo stesso insieme dei nostri è stato esposto nel 1998 alla mostra di Lucca “La manifattura toscana dei Ginori, Doccia 1737-1791” e pubblicato nel relativo catalogo al n. 58

Euro 600 - 1.200 MAIOLICHE E PORCELLANE


246

Sei piatti Doccia, Manifattura di Carlo Ginori, 1750 circa Porcellana. Marca: assente. Diametro cm 23,5 ca. Conservazione: minime usure alla policromia; due piatti con piccola felatura; qualche piccola insignificante sbeccatura ai bordi I piatti sagomati e cordonati sono decorati con uno dei più famosi motivi della manifattura detto “al tulipano” che, replicato, ebbe poi grande successo nel secondo periodo sotto la direzione di Lorenzo Ginori. La ricca decorazione ricopre quasi interamente la superficie e presenta al centro una grande peonia aperta ispirata dalle porcellane cinesi della “famiglia rosa” Un piatto simile è stato esposto ad esempio nel 1998 alla mostra di Lucca “La manifattura toscana dei Ginori, Doccia 1737-1791” e pubblicato nel relativo catalogo al n. 61

Euro 800 - 1.400

247

Piatto Doccia, Manifattura di Carlo Ginori, 1745-1750 Porcellana. Marca. assente. Diametro cm 23,3. Conservazione: piccola insignificante sbeccatura; due insignificanti usure al colore rosso; qualche usura all’oro Il piatto ospita nel cavetto la decorazione detta “a galli”: su una zolla rocciosa con ciuffi di erbe troviamo sulla destra un albero di salice e sulla sinistra un gallo dipinti in blu, rosso ferro e oro. Sulla tesa, al bordo, un nastro con motivo a rombi e riserve con corolla fogliata Il verso ospita due ramoscelli fioriti disposti simmetricamente sulla tesa Per un piatto simile cfr. ad esempio il catalogo della mostra di Lucca del 1998 “La manifattura toscana dei Ginori, Doccia 1737-1791”, n. 53

Euro 200 - 400

248

Tazza Doccia, Manifattura di Carlo Ginori, 1760 circa Porcellana. Marca: assente. Altezza cm 7,2 . Conservazione: perfetta Provenienza: Antichità Nella Longari, Milano La tazza con il manico ad orecchio presenta la decorazione policroma di ispirazione orientale definita “a tavolino”. Composta da un tavolino, steccato e fiori indiani, fu utilizzata per la prima volta da Meissen negli anni 30 del Settecento

Euro 300 - 400

129


249

Quattro candelieri in forma di arpia Doccia, Manifattura Ginori, 1750-1760 Porcellana e bronzo dorato. Marca: assente. Altezza cm 7,8. Conservazione: ottima; due ali con minime sbeccature I piccoli candelieri hanno base modellata ad arpia e sono montati in bronzo dorato. Queste plastiche erano destinate ad essere montate in metallo vedi ad esempio il portadolci in argento conservato a Villa Cagnola di Gazzada (cfr. L.MELEGATI in AA.VV., La collezione Cagnola, Le arti decorative, Busto Arsizio 1999, scheda 284). Altre arpie fungono da sostegno per i centrotavola (vedi quello conservato a Londra, Victoria and Albert Museum, detto Allegoria della Toscana, cfr. G.MORAZZONI - S.LEVY, Le porcellane italiane, Milano 1960, tav. 270) Molte di queste montature furono realizzate nel “Laboratorio degli Argentieri” fondato da Carlo Ginori nel 1744 e poi trasferito a Livorno

Euro 2.400 - 4.000

250

Una tazza Doccia, Manifattura Ginori, 1755-1760 circa Porcellana. Marca: assente. Altezza tazza cm 7,6 circa. Conservazione: perfetto stato La tazza è decorata a “bassorilievo istoriato” policromo con scene mitologiche: particolarissima originalità di Doccia che utilizzò questo ornamento plastico anche per i piccoli oggetti da utilizzo. Il manico è formato da due ramoscelli attorcigliati Per una tazza dalla decorazione simile cfr. ad esempio A.D’Agliano, Porcellane italiane dalla collezione Lokar, Milano 2013, n. 93 Al lotto si aggiunge un piattino di Doccia, della seconda metà XVIII secolo con sbeccatura con vecchio restauro

Euro 200 - 300

MAIOLICHE E PORCELLANE


251

Acquasantiera Doccia, Manifattura di Carlo Ginori, 1750-1760 Porcellana bianca. Marca: assente. Dimensioni: cm 22x18,3 Conservazione: ottima Rara acquasantiera in porcellana bianca, raffigurante a bassorilievo, secondo l’iconografia classica, “Gesù e la Samaritana al pozzo”. Qui il pozzo funge da contenitore per l’acqua santa e all’apice troviamo due fori passanti per essere fissata al muro Realizzata su modello di Giovanni Battista Foggini (16521725) o di Massimiliano Soldati Benzi (1656-1740), anche se dai documenti della manifattura l’Inventario de’ Modelli cita: “cinque piccoli bassorilievi che sono la Sammaritana col Cristo al pozzo… tutto del Foggini, con sue forme” ( K. LANKHEIT, Die Modellsammlung der Porzellanmanufaktur Doccia, Monaco 1982, 35:82) Un esemplare analogo è stato esposto nel 2001 alla storica mostra “Lucca e le porcellane della Manifattura Ginori” al Complesso munumentale di San Micheletto di Lucca, e pubblicato sul relativo catalogo al numero 178; anche in A.Biancalana, Porcellane e Maioliche a Doccia, La Fabbrica dei Marchesi Ginori, I Primi Cento anni, Firenze 2009, p.119

Euro 4.000 - 8.000

252

Rara coppia di vasetti Doccia, Manifattura Ginori, verso il 1760 Porcellana. Marca: assente. Altezza cm 11,9. Conservazione: un’ansa rincollata I vasi dalla forma ad anfora sono arricchiti con una doppia ansa a rocailles vegetali stilizzate che ospitano un’elegante testina femminile di grande espressività. Sul breve collo baccellature mosse a rilievo. La decorazione pittorica policroma vede, risparmiate sul fondo giallo, una riserva, sia sul recto che sul verso, con ramoscelli fioriti e fogliati che fuoriescono da una composizione di grandi foglie rocailles I vasetti decorativi di questa tipologia erano indicati nel tariffario della manifattura del 1760 circa come “Vasetti da Trionfi da Dessert…” (cfr. L.Ginori Lisci, La porcella di Doccia, Firenze 1963, p. 308). Quattro piccoli vasi dello stesso modello, ma di esecuzione posteriore, sono conservati a Gazzada, Villa Cagnola (cfr. AA.VV., La Collezione Cagnola, II, Busto Arsizio 1999, n. 319)

Euro 8.000 - 12.000

131


253

Coppia di giare da sorbetto Doccia, Manifattura Ginori, 1790 circa Porcellana policroma. Marca: assente. Altezza cm 3,2; 11x7,2 Conservazione: un pezzo con felatura alla base del manico, l’altro con piccole sbeccature al ramoscello di corallo Queste giare, dalla forma detta a “nicchia”, sono modellate sul verso con diverse valve di conchiglia, mentre il manico è a ramoscello di corallo. L’interno ospita ramoscelli fioriti e fogliati con rose e boccioli, l’orlo è profilato con un sottile motivo a catenella continua di lobi in oro Per due giare dello stesso modello vedi L. Ginori Lisci, La porcellana di Doccia, Firenze 1963, p. 89, fig. 62

Euro 200 - 400

254

Figura di ballerina Doccia, Manifattura di Lorenzo Ginori, 1763-1791 Porcellana. Marca: assente. Altezza cm 16,5. Conservazione: ottima; minimo restauro alla tesa del cappello Questa figurina trae ispirazione da un modello di ballerina di Meissen che Kaendler modellò intorno alla metà del Settecento. A Doccia la si deve probabilmente al modellatore Giuseppe Bruschi, nipote del capo modellatore Gaspero, che nel 1763 fu inviato da Lorenzo Ginori a Parma per copiare, dalla raccolta di Don Carlos di Borbone, “figurine sciolte” e “gruppetti”. Doccia si ispirò alle figurine di Meissen e a quelle di Sèvres modificandone leggermente gli esemplari originali. Nel nostro caso è stato rielaborato il volto, la forma del cappello, la posa della gamba e della mano sinistra, la resa delle pieghe del grembiule e la base che si presenta più scultorea Per il modello di Meissen cfr. ad esempio: l’esemplare della collezione svizzera Pauls-Eisenbeiss pubblicato da P.W.Meister, Porzellan des 18. Jahrhunderts, I, 1967, p. 384-385; quello del Metropolitan Museum di New York (n. inv. 1974.232.1) e quello della Staatliche Kunstsammlungen Dresden (inv. n. PE 199)

Euro 2.800 - 4.000

255

Zuccheriera Doccia, Manifattura Ginori, 1770 circa Porcellana. Marca: assente. Altezza cm 12,5; 13,7x11,5 Conservazione: ottima; due petali della presa mancanti Provenienza: Antichità Questa Torino. La forma di questa zuccheriera è la caratteristica quadrilobata della manifattura Ginori con coperchio dalla presa modellata a ramoscello fogliato con un fiore a tutto tondo. Tre tralci di fiori orientali, che nascono dal bordo, sono dipinti in policromia e oro e si sviluppano su quasi l’intera superficie. Questa decorazione ne riprende una tipica già in uso nel primo periodo di Carlo Ginori. Un piatto dalla decorazione analoga è stato esposto nel 1998 alla mostra di Lucca “La manifattura toscana dei Ginori, Doccia 1737-1791” e pubblicato nel relativo catalogo al n. 89

Euro 300 - 600 MAIOLICHE E PORCELLANE


256

Piatto Doccia, Manifattura Ginori, 1780 circa Porcellana. Marca: assente. Diametro cm 22,5. Conservazione: perfetta Questo piatto fondo è decorato con un motivo a fiori di ispirazione Estremo Orientale nei colori blu, rosso ferro e oro. Da una zolla, sulla destra, fuoriesce un ramo con una grossa peonia, mentre a sinistra, da rocce forate nascono delle foglie. Sul ricasco nastro a motivi geometrici interrotto da quattro riserve con fiore. La tesa ospita quattro tralci con fiori e foglie Un piatto proveniente dallo stesso insieme è stato esposto nel 2001 alla storica mostra “Lucca e le porcellane della Manifattura Ginori” al Complesso munumentale di San Micheletto di Lucca, e pubblicato sul relativo catalogo al numero 82; anche in A.Biancalana, Porcellane e Maioliche a Doccia, La Fabbrica dei Marchesi Ginori, I Primi Cento anni, Firenze 2009, p.164

Euro 200 - 400

257

Coppia di piatti Doccia, Manifattura Ginori, 1765-1770 Porcellana. Marca. assente, Numero “17” in verde. Diametro cm 22,5 circa. Conservazione: perfetta I due piatti fondi sono decorati nel cavetto e sul ricasco in blu a gran fuoco e sulla tesa con rami fioriti in rosso, verde e oro a piccolo fuoco Il fondo è occupato da un paesaggio orientale con rocce stlizzate, canne di bambù, diversi fiori e foglie, mentre in lontananza si vede una figura umana accanto ad una cassa e a un recipiente Il ricasco ospita un nastro a motivi geometrici e vegetali stilizzati Un piatto proveniente dallo stesso insieme è stato esposto nel 1998 alla mostra di Lucca “La manifattura toscana dei Ginori, Doccia 17371791” e pubblicato nel relativo catalogo al n. 48

Euro 300 - 600

258

Due piatti Doccia, Manifattura di Lorenzo Ginori, 1770 circa Porcellana. Marca: assente. Diametro cm 28,5 e cm 25,5. Conservazione: ottima I piatti sagomati e cordonati sono decorati con uno dei più famosi motivi di Doccia detto “al tulipano” che, prodotto sin dal primo periodo della manifattura, ebbe grande successo sotto la direzione di Lorenzo Ginori. La ricca decorazione ricopre quasi interamente la superficie e presenta al centro una grande peonia aperta ispirata dalle porcellane cinesi della “famiglia rosa”

Euro 180 - 260 133


259

Sei piatti Doccia, Manifattura Ginori, 1780 circa Porcellana. Marca assente. Diametro cm 23. Conservazione: perfetta Questi piatti fondi dal bordo liscio ospitano una decorazione policroma e oro di ispirazione estremorientale della “famiglia rosa”. Nel cavetto grandi rami fogliati con una peonia e fiori secondari. La tesa presenta un motivo a rombi con quattro riserve a cartiglio con fiori e frutti Un piatto proveniente dallo stesso servizio è stato esposto nel 1998 alla mostra di Lucca “La manifattura toscana dei Ginori, Doccia 1737-1791” e pubblicato nel relativo catalogo al n. 97

Euro 1.200 - 2.200

260

Zuccheriera Doccia, Manifattura Ginori, verso il 1780 Porcellana. Marca assente. Altezza cm 10; cm 11,5x9,4. Conservazione: perfetta La zuccheriera ha la caratteristica forma quadrilobata della manifattura di Doccia con coperchio dalla presa modellata a fruttino con ramoscello fogliato. La decorazione policroma è “al mazzetto”

Euro 400 - 600 MAIOLICHE E PORCELLANE


261

Figurina Francia, Vincennes o Sèvres, 1752-1760 circa Porcellana biscuit. Marca:assente. Altezza cm 21,3. Conservazione: mancanze minori; felature di cottura Provenienza: anticamente già collezione Principi Lanza di Trabia, Palermo; successivamente collezione privata, Roma La figurina rappresenta una bambina con il grembiule che porta l’indice della mano sinistra alle labbra in maniera interrogativa, mentre tiene il grembiule con la mano destra Si tratta di uno dei bambini modellati nel 1752 da Pierre Blondeau, su disegno di Boucher (1703-1770) che nel 1748 creò una serie di figurine dal titolo “I figli di Boucher”. Si conoscono altri esempi di questo modello con diverse varianti

Euro 800 - 1.000

262

Figurina di mucca Inghilterra, probabilmente Manifattura Bow, 1750-1760 circa Porcellana policroma. Marca: “B.” in corsivo e numero “141”, in rilievo in porcellana. Altezza cm 9; 18,2x10,5. Parte finale della coda restaurata; punte delle corna mancanti; felature di cottura Ispirata da un modello di Meissen, una mucca è sdraiata in posizione ruminante su una zolla erbosa La fabbrica di Bow, fondata nel 1744, inizia la produzione nel 1749 nelle vicinanze di Londra. Pochi anni dopo, nel 1763, fallisce e viene assorbita dalla manifattura di Derby

Euro 600 - 1.200

263

Coppia di salsiere Inghilterra, Manifattura di Worcester, 1751-1760 Porcellana. Marca: freccia in grigio. Altezza cm 10,5 ca; 18,5x9. Conservazione: piccole sbeccature al bordo superiore di una salsiera Le salsiere sono modellate con lunghe foglie sovrapposte che nascono dall’ansa a ramoscello e sono decorate con insetti policromi sparsi Worcester, fondata nel 1751, è considerata la manifattura inglese di porcellane più importante

Euro 700 - 900 135


264

Medaglione con Carlo Emanuele IV Torino, Manifattura di Vinovo, periodo Hannong, 1776-1779 Porcellana. Marca: “R” incisa. Dimensioni: diametro cm 11,7; altezza cm 15,1 Conservazione: piccolo restauro sul lato destro del nastro Medaglione in porcellana bianca con il ritratto di Carlo Emanuele IV (1751-1819), che fu duca di Savoia e re di Sardegna dal 1796 al 1802 Il ritratto è eseguito a mezzo busto di profilo a rilievo basso Un medaglione dello stesso modello è stato esposto alla mostra torinese presso il Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto, 30 gennaio-28 giugno 2015, e pubblicato sul relativo catalogo A.D’AGLIANO-C. MARITANO, La porcellana in Piemonte (1737-1825), fig. 56b. Al Museo Civico di Arte Antica, Palazzo Madama, di Torino è conservato un altro medaglione simile cfr. L. DE MAURI, Vinovo e le sue porcellane (una pagina di storia dell’arte in Piemonte), Milano 1923, p.41; G. MORAZZONI, Le porcellane italiane, Milano-Roma 1935, tav. 172; G.MORAZZONI, Documenti iconografici sabaudi in porcellana italiana, in La Ceramica, III, 6, 1941, pp. 204-205; V.VIALE, Maioliche, in Mostra del barocco piemontese, Catalogo della mostra, Torino 1963, vol. III, tav. 49; V.BROSIO, Rossetti Vische Vinovo, Porcellane e Maioliche torinesi nel Settecento, Milano 1973, p. 191; A.MOTTOLA MOLFINO, L’arte della porcellana in Italia, II, Busto Arsizio 1977, fig. 61

Euro 1.200 - 1.400

265

Coppia di piatti Venezia, Manifattura Cozzi, 1770 circa Porcellana policroma. Marca: ancora rossa, sotto ad un piatto. Diametro cm 23 circa. Ottimo stato di conservazione, leggere usure alla policromia I piatti, dal bordo leggermente mosso, sono dipinti a motivi ispirati alla porcellana cinese “famiglia rosa” di tarda epoca Kangsi e “famiglia verde”. Il cavetto ospita, su un prato, un pino stilizzato, un ibisco e un tavolino con un vaso di peonie e crisantemi. La tesa è decorata con quattro riserve a fiori indiani su fondo bianco, mentre il resto è a fondo blu con rami stilizzati e geometrizzati in oro e quattro crisantemi in rosso e oro E’ da notare che per questo motivo decorativo i pittori di Cozzi si attengono abbastanza fedelmente al prototipo cinese, contrariamente a quanto avveniva solitamente, non solo a Venezia ma in tutte le manifatture europee settecentesche, dove il motivo estremo orientale veniva reinterpretato e modificato Tre piatti simili sono stati esposti nel 2016 a Venezia, Cà Rezzonico, all’importante mostra “Geminiano Cozzi e le sua porcellane” e pubblicati sul relativo catalogo a cura di M.Ansaldi e A.Craievich, p. 200, nn. 57-59. Altri li troviamo in G.MORAZZONI-S.LEVY, Le porcellane italiane, I, Milano 1960, tav. 34a; A.MOTTOLA MOLFINO, L’Arte della Porcellana in Italia, I, Busto Arsizio 1976, n. 169; A.D’AGLIANO, Porcellane italiane dalla collezione Lokar, Milano 2013, n. 40

Euro 2.800 - 3.400

MAIOLICHE E PORCELLANE


266

Quattro cestini Parigi, Manufacture de la Reine, ultimo quarto del XVIII secolo Porcellana. Marca: “A” con corona in rosso. Altezza cm 10 circa; 29,5X19,5 circa; diametro massimo cm 25,5. Conservazione: un cestino in ottimo stato; due ovali con un manico restaurato; cestino rotondo rotto in più frammenti e ricomposto in restauro I cestini con due manici che terminano a foglie dorate, hanno le pareti traforate lavorate a bambù intrecciato. All’interno, sul fondo, mazzolini e ramoscelli fioriti e fogliati in policromia La “Manufacture de la Reine” o “Fabrique de la Reine” si trovava a Parigi in rue Thiroux e fu fondata nel 1776 sotto la protezione delle regina Marie-Antoinette Fu una delle nove manifatture francesi autorizzate nel 1784 a dipingere e dorare le porcellane

Euro 800 - 1.200

267

Boccale Danimarca, Manifattura Royal Copenaghen, ultimo quarto del XVIII secolo Porcellana con coperchio in argento. Marca: onde e lettera “V” in blu all’interno del manico. Altezza cm 17,5 . Ottimo stato di conservazione La superficie della porcellana presenta delle scanalature verticali e ospita una decorazione a rami fogliati e fioriti dipinta in blu di cobalto con un motivo d’ispirazione cinese utilizzato a Copenaghen a partire dal 1775 circa. Al boccale è stato montato un coperchio in argento sbalzato, fuso e cesellato, della prima metà del XVIII secolo. Dal bordo baccellato decorato con riserve a volute ospita al centro, entro riserva circolare, un medaglione commemorativo. Sulla cerniera figurina a tutto tondo di leone rampante con corona e sfera

Euro 1.000 - 1.200 137


268

Busto di “Scipione” Napoli, Real Fabbrica Ferdinandea, 1780 circa Modello di Francesco Celebrano Porcellana biscuit. Marca: assente. Altezza totale cm 53 Conservazione: piccoli restauri Questo busto di Scipione oggi ritenuto piuttosto un “Sacerdote-Isiaco” appartiene alla serie dei dodici busti che furono prescelti per articolare il déssert o centro tavola che completava il “Servizio Ercolanense”, inviati in Spagna nel 1782 in dono a Carlo III di Borbone dal figlio Ferdinando IV, re delle Due Sicilie Il biscuit ferdinandeo riproduce fedelmente un bronzo conservato nel Museo Archeologico di Napoli (inv. 5634) che gli Accademici Ercolanesi descrivono con la generica dicitura “Fu ritrovato nelle scavazioni di Portici”, provenienza che gli attuali archeologhi pongono in discussione. Nella loro descrizione gli Accademici esprimevano già al tempo delle riserve sull’attendibilità della identificazione con il celebre condottiero vincitore di Annibale riportando “...testa creduta del primo Scipione Africano da qualche Antiquario, se non fosse con molta ragione da altri posta in dubbio”. Nelle più recenti pubblicazioni sulla statuaria del Museo Archeologico di Napoli viene infatti denominato Sacerdote-Isiaco A tutt’oggi del modello ferdinandeo in biscuit oltre al presente sono noti solo due altri esemplari conservati in una collezione romana e rispettivamente a Palazzo Pitti a Firenze, quest’ultimo di piccole dimensioni (altezza 19,5 cm) (cfr. A.Gonzàles-Palacios, Lo scultore Filippo Tagliolini e la Porcellana di Napoli, Torino 1988, n. 45b)

Euro 5.000 - 8.000

MAIOLICHE E PORCELLANE


269

Rara figura di Atena Napoli, Real Fabbrica Ferdinandea, 1780-1790 Modello di Filippo Tagliolini Porcellana biscuit. Marca: assente. Altezza cm 35. Conservazione: mani restaurate sino all’altezza del polso; minime mancanze alle foglie della corona sull’elmo; piccole sbeccature al bordo della base di cui una ripresa in restauro Atena è ritratta in piedi, il busto in leggera torsione verso destra e inclinato all’indietro, fermata nell’atto di alzare la spada in metallo dorato. La dea guarda a sinistra, il volto altero dal capo cinto dal tradizionale elmo che non mostra sentimenti esprime bene il suo doppio aspetto di vergine dea della guerra e della sapienza Per questo modello Filippo Tagliolini ha scelto di non rifarsi ai classici prototipi desunti da marmi antichi ma si è palesemente ispirato alla figura di Atena così come era stata immortalata in vari dipinti dal pittore napoletano Francesco Solimena e dai suoi più diretti allievi. Particolari affinità stilistiche le riscontriamo con il piccolo dipinto a olio su rame di Domenico Antonio Vaccaro raffigurante Perseo uccide la Medusa1 nel quale Atena indossa un abito uguale a quello che figura nel nostro biscuit dallo stretto corsetto che pone in evidenza i seni ed è atteggiata con una simile lieve torsione del busto. La scelta di Tagliolini di ispirarsi a un soggetto barocco-accademizzante ci porta a ritenere che la nostra Atena in origine sia stata creata per una composizione più ampia probabilmente destinata a esaltare la regalità dei Borbone secondo schemi pittorici solimeneschi alla maniera del dipinto Allegoria per Luigi XIV2 - forse destinata al gruppo inviato in dono a Carlo? - o per elogiare la potenza di Ferdinando IV inserendo il biscuit di Atena nel ruolo allegorico della Fortezza affiancata magari da una figura della Giustizia Stilisticamente il modello rientra in quelle plastiche realizzate da Tagliolini nel primo decennio del suo soggiorno napoletano quando in lui erano ancora fortemente presenti le influenze della sua formazione romana presso l’Accademia di San Luca, periodo nel quale il neoclassicismo non aveva ancora del tutto condizionato il suo lavoro e persistevano reminiscenze cinquecentesche, vedi il Trionfo di Nettuno ricalcante lo schema della Fontana di Trevi, gruppo centrale di un grande dessert completato da ninfe e tritoni3. In realtà il classicismo non è mai scomparso dai modelli d’invenzione di Tagliolini, ossia da quei gruppi di dimensioni maggiori che costituivano la parte centrale dei dessert centro tavola in cui ritroviamo figure riproducenti statue archeologiche affiancate da altre più articolate non desunte dall’antico. Ne sono un esempio il grande Giudizio di Paride, nato come fulcro centrale del Dessert per 60 coverti destinato alla tavola dei Borbone con la figura minacciosa di Giunone svettante alla sommità4, La Caduta dei Giganti dalle forti reminiscenze barocche sia pittoriche che scultoree o La tenda di Alessandro che si rifà allo schema di una delle cinque grandi tele di Charles le Brun esposte nel Palais de Versailles Cfr. A.A. V.V., Settecento napoletano: Sulle ali dell’aquila imperiale 17041734, catalogo della mostra, Napoli 1994, p. 410 2 Cfr. N. Spinosa, a cura di, Francesco Solimena (1657-1747) e le Arti a Napoli, Roma 2018, v. I°, ill. p. 56, scheda n. 96 3 Cfr. A. Caròla-Perrotti, I biscuit della Real Fabbrica Ferdinandea, 17731806, Primi tentativi di una storia comparata fra le porcellane e la vita culturale napoletana di fine 700, in, Classici e d’invenzione. Il biscuit tra Rocaille e Neoclassicismo, a cura di Giampaolo Lukacs, Roma 2009, pp. 20-23, ill. 5 e 6 4 Cfr. A. Caròla-Perrotti, L’arte di imbandire la tavola e il “Dessert per 60 coverti” dei Borbone di Napoli, Napoli 2017, voce 1 ill. 1 1

Euro 4.800 - 8.000

139


270

Figurina di cane barboncino Napoli, Real Fabbrica Ferdinandea, 1780-1790 Modello di Francesco Zarra Porcellana biscuit. Marca: assente; firmata “f.z.” per Francesco Zarra, con lettere incise sotto la base Dimensioni: altezza cm 10,6; 16x10,6 Conservazione: piccole sbeccature ai fiori e ai riccioli del pelo La piccola scultura raffigura un cane barboncino accovacciato al suolo nell’atto di giocare con un volatile. Questo esemplare appartiene ad una serie con diversi animali a pelo riccio nata come “dessert” destinata a guarnire il centro tavola. Ne facevano parte diversi animali quali orsi, scimmie, caprette e barboncini, eseguiti da Zarra o da Aniello Ingaldi, artisti che si sono formati da Francesco Celebrano il direttore dei modellatori presso la manifattura partenopea Siamo a conoscenza di un altro barboncino firmato da Zarra (Cfr. A.CARÒLA-PERROTTI, La porcellana della Real Fabbrica Ferdinandea, Cava dei Tirreni 1978, tav. CLXXVI, n. 198-199). E’ inoltre interessante segnalare, come da comunicazione della studiosa Angela Caròla-Perrotti che ringraziamo: “la serie composta da quattro diversi animali a pelo riccio raffiguranti “Le quattro Arti Liberali” oggi al Museo di Capodimonte: un barboncino (La Scultura), un orso (La Musica), una scimmia (La Pittura) e un ariete (L’Architettura). Secondo l’inventario della Reggia di Caserta redatto nel 1800 consultato da Alvar Gonzàlez Palacios, in quel momento risultano collocati nella stanza del Consiglio (Cfr. A.GONZÀLEZ PALACIOS, Lo scultore Filippo Tagliolini e le porcellane di Napoli, Torino 1988, ill. 74 a, b, c, d) mentre nel successivo inventario del 1825 da me stessa esaminato, figurano nel “Gabinetto della lodata S.M.” insieme alle sette gouaches del pittore Jacob Philipp Hackert con le vedute del parco di Caserta, ossia insieme alle opere forse più amate dal re Ferdinando IV di Borbone”

Euro 3.000 - 6.000 MAIOLICHE E PORCELLANE


271

Gruppo “Firenze domina Pisa” Savona, Giacomo Boselli, 1790 circa Porcellana biscuit. Marca: assente. Altezza cm 35 Minime sbeccature Su alta base architettonica, eseguita ad imitazione dei mattoni, poggia una zolla rocciosa con ciuffi d’erba Una figura maschile barbuta, ignuda e inginocchiata viene soggiogata da una giovane donna seminuda con diadema che in posizione eretta costringe il prigioniero a terra posandogli la gamba destra sulla schiena Questo gruppo, che si ispira alla scultura in marmo del Giambologna (Jean de Boulogne, 1529-1608) alta 262 cm, raffigura “Firenze vittoriosa su Pisa”, che in passato fu piuttosto considerata l’allegoria della “Virtù che domina il Vizio”. L’opera, commissionata da Francesco de Medici per decorare la Sala Grande di Palazzo Vecchio a Firenze, è ora conservata al Museo Nazionale del Bargello La giovane raffigura Firenze e l’uomo personifica Pisa. Nell’originale del Giambologna tra le gambe del prigioniero è accucciata una volpe a simboleggiare l’astuzia e l’insidia A Genova, Galleria di Palazzo Rosso (n. inv. M.V. 1829) è conservato un esemplare pure in biscuit del Boselli pubblicato da L.Pessa Montagni, Giacomo Boselli, cultura e genio di un ceramista del Settecento, Genova 1994, pagg. 198-202, fig. 211; anche in P. TORRITI, Giacomo Boselli e la maiolica savonese del suo tempo, Genova 1965, pagg. 192-193, Tav. XLVIII

Euro 3.000 - 4.000 141


272

Tre tazze con piattino Germania, fine XVIII - inizio XIX secolo Porcellana. Marca: “R” in blu; scettro in blu; pesce in blu. Conservazione: ottimo stato La tazza con il suo piattino dal fondo blu vermiculé in oro proviene da una manifattura della Turingia, probabilmente Rudolstadt, è da datare 1790-1795 circa (per una zuccheriera decorata con il medesimo vermiculè cfr. M.NEWMAN, Die deutschen Porzellan-Manufakturen, Braunschweig 1977, II, fig. 167) La seconda tazza con piattino, decorata a nastri con fiori e foglie policromi, è stata eseguita attorno al 1800 ed esce dalla Manifattura Reale di Berlino Pure della Manifattura Reale di Berlino, 1800-1810, è l’ultima tazza, modello detto “Campanerform”, dipinta con due rami fioriti con rose e la scritta “Mein erster Wunsch” ossia “Il mio primo desiderio”; il piattino è una sostituzione in porcellana di Parigi della metà del XIX secolo

Euro 300 - 400

273

274

Tazza con piattino Vienna, Manifattura Imperiale, periodo Sorgenthal, 1802-1805

Una tazza e un piattino Vienna, Manifattura Imperiale, periodo Sorgenthal, 1801-1805

Porcellana. Marca: scudo blu; numeri diversi tra cui “802” sul piattino e “804” sulla tazza. Altezza tazza cm 6; diametro piattino cm 13,4 Conservazione: ottima; piccole insignificanti usure al fondo blu Provenienza: collezione Luisa Feltrinelli Doria, come da etichetta cartacea

Porcellana policroma. Marca: scudo blu; numeri diversi impressi tra cui “801” sulla tazza e “802” sul piattino. Altezza tazza cm 6,2; diametro piattino cm 13,4. Conservazione: perfetta

Sia la tazza cilindrica che il piattino troncoconico ospitano una riserva ottagonale su fondo blu con paesaggi in monocromia seppia e grigia, inoltre profilature in oro. La tazza porta la scritta “L’Esperance” che accompagna un paesaggio con mare sullo sfondo e un’ancora in primo piano. Sul piattino è dipinto un cagnolino che regge una lettera in bocca in un paesaggio con vegetazione e la scritta “La Fidelité”

Euro 400 - 600 MAIOLICHE E PORCELLANE

La tazza cilindrica ospita sul recto un’incantevole e delicata scena familiare contadina sull’uscio di casa: una coppia di giovani adulti, una bambina e due ragazzi con due mucche. Il piattino, dal fondo celeste, è decorato in oro e grisaille a riserve con rocailles vegetali stilizzate

Euro 700 - 1.000


275

Coppia di tazze con piattino Francia, 1800 circa Porcellana. Marca: assente. Dimensioni: altezza tazza cm 6,5; diametro piattino cm 12,8. Conservazione: buona; leggere usure ai piattini Le tazze cilindriche hanno il piattino troncoconico e sono decorate in policromia con scene animate ispirate alla mitologia classica. Inoltre su fondo beige motivi a candelabra vegetali. Profilature ed interno delle tazze dorate

Euro 300 - 400

276

277

Una tazza e un piattino Vienna, Manifattura Imperiale, periodo Sorgenthal, 1800-1805 Pittura della tazza di Leopold Lieb (1771-1836)

Tazza con piattino Vienna, Manifattura Imperiale, periodo Sorgenthal, 1800-1805

Porcellana. Marca: scudo in blu, numeri incisi tra cui “801”; numero “81” dipinto sotto la tazza. Altezza tazza cm 6; diametro piattino cm 13,1 Conservazione: piattino con leggere usure al fondo giallo Sul fronte della tazza una riserva è dipinta da Lieb con una bimba addormentata sotto un albero su un giaciglio di covoni. Sulla rimanente superficie fasce in oro con motivi vegetali stilizzati. Al centro del piattino, riserva esagonale con putto alato con tamburello in monocromia grigia, ispirato probabilmente all’opera in bronzo che Donatello eseguì nel 1429 per il fonte battesimale del battistero di Siena, oggi al Bode-Museum di Berlino

Porcellana. Marca: scudo in blu; numeri impressi tra cui “801” per l’anno di produzione 1801. Altezza tazza cm 6; diametro piattino cm 13,2 Conservazione: ottima; qualche leggera usura al rosso del fondo Questa bella e rara tazza cilindrica con il suo piattino troncoconico sono decorati al bordo con una fascia che ospita uno stelo sinuoso con foglie e frutti d’ispirazione orientale in oro su fondo nero. Il resto della superficie, dal fondo rosso ad imitazione delle lacche cinesi, è decorato a paesaggi in oro animati da diversi cinesini tra pagode, rocce forate, ponticelli, alberi e vegetazione varia

Euro 1.200 - 2.400

Euro 600 - 900 143


278

Portavaso Doccia, Manifattura Ginori, 1815-1820 circa Porcellana. Marca: stella in oro. Altezza cm 22. Conservazione: ottima; insignificanti usure all’oro del bordo superiore. Provenienza: Antichità Subert, Milano Il vaso è formato da due pezzi con la base staccata. Dalla forma a tromba è decorato in policromia con ampie vedute toscane animate da piccoli personaggi senza soluzione di continuità Una coppia di portavasi dello stesso modello è stata esposta nel 1998 alla mostra di Lucca “La manifattura toscana dei Ginori, Doccia 1737-1791” e pubblicato nel relativo catalogo al n. 135

Euro 300 - 500

279

Piatto Doccia, Manifattura Ginori, 1820-1840 Porcellana. Marca: stella in rosso. Dimensioni: diametro cm 25,6 Conservazione: leggere usure all’oro del cavetto Il piatto è dipinto sul fondo con un paesaggio in monocromia marrone incorniciato dalla tesa a fondo verde con una corona continua a fiori e foglie stilizzati in oro

Euro 200 - 280

280

Tazza con piattino Parigi, Manifattura Schoelcher, primo terzo del XIX secolo Porcellana. Marca: “Schoelcher” in nero sotto al piattino. Altezza tazza cm 6,8; diametro piattino cm 12,7. Conservazione: leggere usure all’oro del piattino La tazza cilindrica col bordo superiore estroflesso è decorata sul fronte con un medaglione che ospita un profilo di donna a cammeo con la scritta “Bacchante”, mentre il resto della superficie è a fondo verde con motivi tracciati in nero. Sul piattino fascia verde con con motivi in nero. Ampie profilature in oro Marc Schoelcher, già fabbricante di porcellane a Parigi alla fine del XVIII secolo, rilevò nel 1800 una manifattura in faubourg Saint-Denis e aprì un negozio di vendita in boulevard des Italien nel 1806. Già verso il 1810 cessò la produzione di porcellane mentre l’attività di vendita continuò sino al 1834

Euro 400 - 500 MAIOLICHE E PORCELLANE


281

Sei piatti Doccia, Manifattura Ginori, primo terzo del XIX secolo Porcellana. Marca: stella in rosso porpora Diametro: cm 25,2 Conservazione: ottima Ogni piatto ospita al centro un diverso uccello appollaiato su un ramo dipinto in policromia Tutt’attorno, disposti simmetricamente sul ricasco e sulla tesa, piccoli ramoscelli fioriti e fogliati in oro. Al bordo nastro in rosso porpora marmorizzato tra due filetti in oro

Euro 800 - 1.200

282

Cinque piatti Doccia, Manifattura Ginori, 1830-1840 circa Porcellana. Marca: piatto grande “Manif.ra Ginori a Doccia presso Firenze” in rosso. Dimensioni: un piatto diametro cm 24; gli altri 4 piatti diametro cm 22,5 circa Conservazione: buona; insignificanti usure all’oro; un piatto con leggera felatura I piatti dal bordo liscio sono decorati al centro con un bouquet di vari fiori policromi. Le tese ospitano un nastro dorato con diversi motivi vegetali stilizzati secondo la moda dell’epoca

Euro 400 - 600 145


283

Coppia di piatti Doccia, Manifattura Ginori, 1830 circa Porcellana. Marca: assente. Diametro cm 22,2. Conservazione: usure all’oro La decorazione policroma, che occupa tutto il cavetto, vede in primo piano un personaggio della Commedia dell’Arte in un paesaggio con edifici sullo sfondo Inoltre ampie profilature in oro che racchiudono un nastro vegetale stilizzato sulla tesa

Euro 300 - 400

284

Rara coppia di piatti erotici Napoli, verso il 1830 (decorazione) Sèvres, 1814-1824 (porcellana) Porcellana. Marca: su un piatto due “L” intrecciate in blu; diverse lettere incise. Diametro cm 19,1. Conservazione: perfetta I due piatti, in porcellana policroma e dorature, sono dipinti con scene erotiche in interni rispettivamente con tre e due personaggi di grandi dimensioni L’esecuzione è avvenuta probabilmente nella bottega di Raffaele Giovine, la più importante e famosa, attiva dal 1826 al 1860, che dipingeva su porcellane straniere in particolare francesi

Euro 3.000 - 6.000 MAIOLICHE E PORCELLANE


285

Grande vaso Doccia, Manifattura Ginori, 1870 circa Porcellana. Marca: assente; lettere “V” e “F” incise. Altezza cm 45 Conservazione: buona; qualche sbeccatura e restauro ai fiori Il grande vaso portafiori a tromba è modellato con ricche rocailles vegetali e termina superiormente con una complessa bocca dal profilo mistilineo Fiori a tutto tondo, dipinti in policromia, completano la decorazione plastica, mentre la pittorica vede ricche lumeggiature e motivi vegetali geometrizzati in oro

Euro 200 - 400

286

Bottiglietta porta profumo Inghilterra, Stourbridge, Manifattura Thomas Webb and Sons, 1874 circa Vetro cammeo con montatura in argento. Marca: sotto al collo, in rilievo, “Rd 11109”. Lunghezza cm 14,5. Conservazione: ottima; una piccola sbeccatura sul verso all’attacco del becco. Argento: USA, Rode Island, Ghoram, con lettera data “G” per 1874 A forma di testa di cigno, finemente intagliata con piccole piume bianche su fondo turchese, è stata montata con un tappo a vite in America da Ghoram, uno degli argentieri più famosi ed importanti A New York, Metropolitan Museum of Art è conservato un esemplare dello stesso modello del nostro e dello stesso colore (galleria 774, n. inventario 63.200.16a, b) La manifattura inglese di vetri Thomas Webb, rinomata particolarmente per l’alta qualità del suo vetro cammeo, fu fondata nel 1837 e fu originariamente conosciuta come “Crystal King of England” All’Esposizione di Parigi del 1889 ricevette il Grand Prix per il vetro colorato

Euro 2.200 - 3.400

287

Otto piatti Doccia, Manifattura Ginori, verso il 1870 Porcellana. Marca: assente; lettera “G”? incisa. Dimensioni: diametro cm 23,6 Conservazione: leggera usura all’oro Questi piatti rotondi dal bordo polilobato, ospitano al centro un mazzolino con fiori di grandi dimensioni dipinti in policromia Un nastro continuo in oro formato da diverse filettature orna la tesa

Euro 400 - 600

147


288

Scultura “Dopo il bagno” Meissen, 1883-1923 Modello di Robert Ockelmann (1849-1915), 1883 circa Porcellana policroma. Marca: spade in blu; “M 193.” inciso; “54.” in verde Altezza cm 42,8. Conservazione: piccola mancanza al bordo di un sandalo Su base rotonda a plinto poggia la giovane seminuda nell’intento d’infilarsi un sandalo Lo scultore tedesco Ockermann fu allievo di Eduard August Lürssen all’Accademia di Berlino e di Johannes Schilling all’Accademia di Dresda La manifattura di Meissen gli acquisì, sino al 1903, alcuni modelli di genere e di nudi

Euro 600 - 1.200

289

Scultura Germania, Manifattura Rosenthal, 1934-1945 Modello di Max Daniel Hermann Fritz (1873-1948) Porcellana biscuit. Marca: “Rosenthal Germany” con due rose incrociate e corona in verde; “M. H. Fritz” e numero “813” impressi. Altezza cm 57,5 Conservazione: perfetta La scultura raffigura una giovane ignuda, stante su base a zolla erbosa, in atteggiamento di stupore

Euro 280 - 340 MAIOLICHE E PORCELLANE


290

Rara grande scultura di aquila reale Germania, Selb (Baviera), Manifattura Rosenthal, 1934-1945 circa Porcellana policroma. Marca: due rose incrociate con corona e “Rosenthal Germany” in verde; numero “797” impresso. Dimensioni: h. cm 36,5; 62x28. Ottimo stato di conservazione

Euro 800 - 1.600

149


291

Grande scultura di pastore tedesco Germania, Selb (Baviera), Manifattura Rosenthal, secondo quarto del XX secolo Modello di Theodor Kärner (1884-1966) Porcellana policroma. Marca: due rose incrociate con corona e “Rosenthal Bavaria” in verde grigio; “T. Kärner” impresso. Dimensioni: h. cm 45,7x83,5x28,5 Ottimo stato di conservazione, insignificanti difetti di cottura dovuti alla monumentalità dell’oggetto Il tedesco Theodor Kärner fu un importante artista e scultore di animali che, dopo essere stato apprendista alla manifattura di porcellane di Hutschenreuther, seguì vari corsi presso diversi artisti e all’Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera. Lavorò come scultore alla manifattura di Nymphenburg dove progettò 88 modelli, 114 per Rosenthal e 51 quando fu direttore artistico nella manifattura di Allach. Nel 1938 venne nominato professore all’Accademia di Belle Arti di Monaco

Euro 700 - 1.200

MAIOLICHE E PORCELLANE


292

Grande scultura di aironi cinerini Spagna, Tavernes Blanques (Valencia), Manifattura Lladró, seconda metà del XX secolo Modello di Salvador Debón, 1976 Porcellana policroma. Marca: simbolo grafico della fabbrica, “Lladró Hand made in Spain © Caisa, in blu; numero “1319” impresso. Dimensioni: h. cm 57,5; 42x31,5. Ottimo stato di conservazione Nel 1953 i fratelli Juan, José e Vicente Lladró iniziano a realizzare le prime porcellane presso la loro casa di Almàssera. Con l’introduzione di un nuovo metodo pionieristico a cottura singola che sostituisce la tradizionale cottura tripla e grazie all’alta qualità delle opere e alla straordinaria padronanza della modellazione, si impongono in pochi decenni a livello mondiale Viene aperta l’attuale fabbrica a Tavernes Blanques (1969) e fondata una scuola per formare artisti e tecnici. Nel 1965 Lladró entra nel mercato americano Gli anni ’80 sono particolarmente intensi: è istituita la “Llardò Collectors’ Society” che dopo 15 anni conterà più di 100.000 collezionisti nel mondo, vengono aperte filiali in Giappone, Cina, Europa orientale, Russia, India e vede la luce il primo museo galleria a New York. Nel 1991 il Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo ospita un’esposizione dedicata alle porcellane Lladró e alcune opere rimangono nella collezione permanente

Euro 600 - 1.200 151


293

Grande scultura “Volo dei Cigni” Spagna, Tavernes Blanques (Valencia), Manifattura Lladró, seconda metà del XX secolo Modello di Salvador Debón, 1992 Porcellana policroma. Marca: simbolo grafico della fabbrica, “Lladró LKI 70 Hand made in Spain © Caisa; inoltre le date “1991”, in blu; numeri diversi Dimensioni: h. cm 60,5; 56x50,5. Ottimo stato di conservazione Questa scultura nel catalogo Llardó è così descritta: “Piume bianche, un lungo collo stilizzato e un portamento impressionante hanno reso i cigni fonti di ispirazione frequenti tra gli artisti Lladro. Già nel 1992, le possibilità espressive offerte da queste splendide creature hanno permesso la creazione del “Volo dei Cigni”. La composizione dinamica del pezzo riesce a trasmettere tutta la potenza e la grazia del momento in cui una coppia di cigni prende il volo. Il realismo di questa figura cattura la silhouette snella di questi uccelli che hanno ispirato l’arte e la mitologia fin dall’antichità con immagini evocative di bellezza.” Nel 1953 i fratelli Juan, José e Vicente Lladró iniziano a realizzare le prime porcellane presso la loro casa di Almàssera. Con l’introduzione di un nuovo metodo pionieristico a cottura singola che sostituisce la tradizionale cottura tripla e grazie all’alta qualità delle opere e alla straordinaria padronanza della modellazione, si impongono in pochi decenni a livello mondiale Viene aperta l’attuale fabbrica a Tavernes Blanques (1969) e fondata una scuola per formare artisti e tecnici. Nel 1965 Lladró entra nel mercato americano Gli anni ’80 sono particolarmente intensi: è istituita la “Llardò Collectors’ Society” che dopo 15 anni conterà più di 100.000 collezionisti nel mondo, vengono aperte filiali in Giappone, Cina, Europa orientale, Russia, India e vede la luce il primo museo galleria a New York. Nel 1991 il Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo ospita un’esposizione dedicata alle porcellane Lladró e alcune opere rimangono nella collezione permanente

Euro 600 - 1.200 MAIOLICHE E PORCELLANE


294

Grande scultura di pappagallo ara Germania, Selb (Baviera), Manifattura Hutschenreuther, seconda metà del XX secolo Modello di Hans Achtziger (1918-2003) Porcellana policroma. Marca: simbolo della manifattura con leone e data “1814”, “HUTSCHENREUTHER GERMANY”, numero “6”, in verde “H. Achtziger” impresso. Altezza cm 67; 24x24. Ottimo stato di conservazione, solo la punta di una penna della coda è staccata e da rincollare Il designer tedesco Hans Achtziger nel 1972 fu nominato direttore del dipartimento artistico di Hutschenreuther dove progettò numerosi servizi da tavola e circa 150 sculture in porcellana

Euro 380 - 680

153


COMPRARE E VENDERE TERMINOLOGIA Qui di seguito si precisa il significato dei termini utilizzati nelle schede delle opere in catalogo:

stile di / maniera di ...: a nostro avviso è un’opera nello stile dell’artista indicato, ma eseguita in epoca successiva;

nome artista: a nostro parere probabile opera dell’artista indicato;

da ...: sembrerebbe una copia di un’opera conosciuta dell’artista indicato, ma di datazione imprecisata;

attribuito a ...: è nostra opinione che possa essere opera dell’artista citato, in tutto o in parte;

datato: si tratta, a nostro parere, di un’opera che appare realmente firmata e datata dall’artista che l’ha eseguita;

bottega di / scuola di ...: a nostro parere è opera di mano sconosciuta della bottega dell’artista indicato, che può o meno essere stata eseguita sotto la direzione dello stesso o in anni successivi alla sua morte;

firma e/o data iscritta: sembra che questi dati siano stati aggiunti da mano o in epoca diversa da quella dell’artista indicato;

cerchia di / ambito di ...: a nostro avviso è un’opera di mano non identificata, non necessariamente allievo dell’artista citato; seguace di / nei modi di ...: a nostro parere opera di un autore che lavorava nello stile dell’artista;

COMPRARE Precede l’asta un’esposizione durante la quale l’acquirente potrà prendere visione dei lotti, constatarne l’autenticità e verificarne le condizioni di conservazione. Il nostro personale di sala ed i nostri esperti saranno a Vostra disposizione per ogni chiarimento. Chi fosse impossibilitato alla visione diretta delle opere può richiedere l’invio di foto digitali dei lotti a cui è interessato, accompagnati da una scheda che ne indichi dettagliatamente lo stato di conservazione. Tali informazioni riflettono comunque esclusivamente opinioni e nessun dipendente o collaboratore della Cambi può essere ritenuto responsabile di eventuali errori ed omissioni ivi contenute. Questo servizio è disponibile per i lotti con stima superiore ad € 1.000. Le descrizioni riportate sul catalogo d’asta indicano l’epoca e la provenienza dei singoli oggetti e rappresentano l’opinione dei nostri esperti. Le stime riportate sotto la scheda di ogni oggetto rappresentano la valutazione che i nostri esperti assegnano a ciascun lotto. Il prezzo base d’asta è la cifra di partenza della gara ed è normalmente più basso della stima minima. La riserva è la cifra minima concordata con il mandante e può essere inferiore, uguale o superiore alla stima riportata nel catalogo. Le battute in sala progrediscono con rilanci dell’ordine del 10%, variabili comunque a discrezione del battitore. Il prezzo di aggiudicazione è la cifra alla quale il lotto viene aggiudicato. A questa il compratore dovrà aggiungere i diritti d’asta del 25% fino ad € 400.000, e del 21% su somme eccedenti tale importo, comprensivo dell’IVA come dalle normative vigenti. Chi fosse interessato all’acquisto di uno o più lotti potrà partecipare all’asta in sala servendosi di un numero personale (valido per tutte le tornate di quest’asta) che gli verrà fornito dietro compilazione di una scheda di partecipazione con i dati personali e le eventuali referenze bancarie. Chi fosse impossibilitato a partecipare in sala, registrandosi nell’Area My Cambi sul nostro portale www.cambiaste.com, potrà usufruire del nostro servizio di Asta Live, partecipando in diretta tramite web oppure di usufruire del nostro servizio di offerte scritte, compilando l’apposito modulo. La cifra che si indica è l’offerta massima, ciò significa che il lotto potrà essere aggiudicato all’offerente anche al di sotto di tale somma, ma che di fronte ad un’offerta superiore verrà aggiudicato ad altro concorrente. Le offerte, scritte e telefoniche, per lotti con stima inferiore a 300 euro, sono accettate solamente in presenza di un’offerta scritta pari alla stima minima riportata a catalogo. Sarà una delle nostre telefoniste a mettersi in contatto con voi, anche in lingua straniera, per farvi partecipare in diretta telefonica all’asta per il lotto che vi interessa; la telefonata potrà essere registrata.

restauri: i beni venduti in asta, in quanto antichi o comunque usati, sono nella quasi totalità dei casi soggetti a restauri e integrazioni e/o sostituzioni. La dicitura verrà riportata solo nei casi in cui gli interventi vengono considerati dagli esperti della casa d’aste molto al di sopra della media e tali da compromettere almeno parzialmente l’integrità del lotto; difetti: il lotto presenta visibili ed evidenti mancanze, rotture o usure elementi antichi: gli oggetti in questione sono stati assemblati successivamente utilizzando elementi o materiali di epoche precedenti.

secolo ...: datazione con valore puramente orientativo, che può prevedere margini di approssimazione; in stile ...: a nostro parere opera nello stile citato pur essendo stata eseguita in epoca successiva;

Consigliamo comunque di indicare un’offerta massima anche quando si richiede collegamento telefonico, nel caso in cui fosse impossibile contattarvi al momento dell’asta. Il servizio di offerte scritte, telefoniche e via web è fornito gratuitamente dalla Cambi ai suoi clienti ma non implica alcuna responsabilità per offerte inavvertitamente non eseguite o per eventuali errori relativi all’esecuzione delle stesse. Le offerte saranno ritenute valide soltanto se perverranno almeno 5 ore lavorative prima dell’asta.

VENDERE La Cambi Casa d’Aste è a disposizione per la valutazione gratuita di oggetti da inserire nelle future vendite. Una valutazione provvisoria può essere effettuata su fotografie corredate di tutte le informazioni riguardanti l’oggetto (dimensioni, firme, stato di conservazione) ed eventuale documentazione relativa in possesso degli interessati. Su appuntamento possono essere effettuate valutazioni a domicilio. Prima dell’asta verrà concordato un prezzo di riserva che è la cifra minima sotto la quale il lotto non potrà essere venduto. Questa cifra è strettamente confidenziale, potrà essere inferiore, uguale o superiore alla stima riportata sul catalogo e sarà protetta dal battitore mediante appositi rilanci. Qualora il prezzo di riserva non fosse raggiunto il lotto risulterà invenduto. Sul prezzo di aggiudicazione la casa d’aste tratterrà una commissione del 15% (con un minimo di € 30) comprensivo dell’1% come rimborso assicurativo. Al momento della consegna dei lotti alla casa d’aste verrà rilasciata una ricevuta di deposito con le descrizioni dei lotti e le riserve pattuite, successivamente verrà richiesta la firma del mandato di vendita ove vengono riportate le condizioni contrattuali, i prezzi di riserva, i numeri di lotto ed eventuali spese aggiuntive a carico del cliente. Prima dell’asta il mandante riceverà una copia del catalogo in cui sono inclusi gli oggetti di sua proprietà. Dopo l’asta ogni mandante riceverà un rendiconto in cui saranno elencati tutti i lotti di sua proprietà con le relative aggiudicazioni. Per i lotti invenduti potrà essere concordata una riduzione del prezzo di riserva concedendo il tempo necessario all’effetuazione di ulteriori tentativi di vendita da espletarsi anche a mezzo di trattativa privata. In caso contrario dovranno essere ritirati a cura e spese del mandante entro trenta giorni dalla data della vendita. Dopo tale termine verranno applicate le spese di trasporto e custodia. In nessun caso la Cambi sarà responsabile per la perdita o il danneggiamento dei lotti lasciati a giacere dai mandanti presso il magazzino della casa d’aste, qualora questi siano causati o derivanti da cambiamenti di umidità o temperatura, da normale usura o graduale deterioramento dipendenti da interventi di qualsiasi genere compiuti sul bene da terzi su incarico degli stessi mandanti, oppure da difetti occulti (inclusi i tarli del legno)

PAGAMENTI Dopo trenta giorni lavorativi dalla data dell’asta, la Cambi liquiderà la cifra dovuta per la vendita per mezzo di assegno bancario da ritirare presso i nostri uffici o bonifico su c/c intestato al proprietario dei lotti, a condizione che l’acquirente abbia onorato l’obbligazione assunta al momento dell’aggiudicazione, e che non vi siano stati reclami o contestazioni inerenti i beni aggiudicati. Al momento del pagamento verrà rilasciata una fattura in cui saranno indicate in dettaglio le aggiudicazioni, le commissioni e le altre eventuali spese. In ogni caso il saldo al mandante verrà effettuato dalla Cambi solo dopo aver ricevuto per intero il pagamento dall’acquirente. modalità di pagamento Il pagamento dei lotti aggiudicati deve essere effettuato entro dieci giorni dalla vendita tramite: - contanti fino a 1.999 euro - assegno circolare intestato a: Cambi Casa d’Aste S.r.l. - bonifico bancario presso: UBI Banca, via Ceccardi, Genova. IBAN: IT60U0311101401000000019420 BIC/SWIFT: BLOPIT22

RITIRO Il ritiro dei lotti acquistati deve essere effettuato entro le due settimane successive alla vendita. Trascorso tale termine la merce potrà essere trasferita a cura e rischio dell’acquirente presso il magazzino Cambi a Genova. In questo caso verranno addebitati costi di trasporto e magazzinaggio e la Cambi sarà esonerata da ogni responsabilità nei confronti dell’aggiudicatario in relazione alla custodia, all’eventuale deterioramento o deperimento degli oggetti. Al momento del ritiro del lotto, l’acquirente dovrà fornire un documento d’identità. Qualora fosse incaricata del ritiro dei lotti già pagati una terza persona, occorre che quest’ultima sia munita di delega scritta rilasciata dall’acquirente e di una fotocopia del documento di identità di questo. Il personale della Cambi potrà organizzare l’imballaggio ed il trasporto dei lotti a spese e rischio dell’aggiudicatario e su espressa richiesta di quest’ultimo, il quale dovrà manlevare la Cambi da ogni responsabilità in merito.

PERIZIE Gli esperti della Cambi sono disponibili ad eseguire perizie scritte per assicurazioni, divisioni ereditarie, vendite private o altri scopi, dietro pagamento di corrispettivo adeguato alla natura ed alla quantità di lavoro necessario. Per informazioni ed appuntamenti rivolgersi agli uffici della casa d’aste presso il Castello Mackenzie, ai recapiti indicati sul presente catalogo.


BUYING AND SELLING TERMINOLOGY A clarification of the terms used in the lot descriptions in the catalogue:

disciple of/in the ways of...: we believe it to be the creation of an author who worked in the style of the mentioned artist;

in ... style: in our opinion, the work is in the mentioned style, despite having been created in a later time;

artist name: in our opinion, the item is likely the work of the stated artist;

in the style of/manner of...: in our opinion, a work in the style of the mentioned artist, created in a later time;

attributed to...: it is our belief that the the item may be the source of the mentioned artist, in whole or in part;

based on...: it looks like a copy of a known work by the mentioned artist, but the date is unspecified;

restorations: auctioned items, that are antique or previously owned, are almost always subject to restorations and integrations and/or replacements. This indication will only stated in the cases where the auction house’s experts consider such restorations to be above average, and of a nature that may partly compromise the lot’s integrity;

atelier/school of...: in our opinion, it is the work of an unknown hand belonging to the mentioned artist’s atelier and may or may not have been done under the artist’s guidance, or following the artist’s death;

signed / dated: in our belief it is a work that appears to have been signed and dated by the artist;

circle/field of...: in our opinion, the work of an unidentified artist, not necessarily a pupil of the mentioned artist;

BUYING Each auction is preceded by an exhibition during which the buyer may view the lots, ascertain their authenticity and verify their overall conditions. Our staff and our experts will be at your disposal for any clarifications. If you are unable to attend the viewing directly may request digital photographs of the lots you are interested in, alongside a file that indicates their conditions in detail. All such information is exclusively an opinion and no Cambi employee or collaborator may be held liable for any mistakes or omissions contained therein. This service is available for lots with an estimate higher than € 1,000. The descriptions in the auction catalogue state the period, the provenance and the characteristics of the single items and reflect our experts’ opinions. The estimates stated beneath each item’s file represent the valuation that our experts assign to each lot. The starting bid is the initial price set for the auction and is usually lower than the minimum estimate. The reserve price is the minimum price agreed upon with the consignor and it may be lower, equal or higher than the estimate given in the catalogue. Bid increments are set at 10% steps, however they may vary at the auctioneer’s discretion. The hammer price is the price at which the lot is sold. In addition to it, the seller shall pay auction rights for 25% up to € 400,000, and for 21% on amounts exceeding € 400,000, including VAT as applicable by existing laws. Whoever is interested in purchasing one or more lots may participate in the auction using a personal number (valid for all sessions of the specific auction), that will be provided after filling in a participation form with personal information and credit references where applicable. If you are unable to attend the auction, by registering on the My Cambi area in our portal www.cambiaste.com, you may access our Live Auction service, participating online in real time, or choose our written bid service by filling in the form. The amount you state is your highest bid, this means that the lot may be sold to you at a lower or equal price, but if there are higher bids it will be sold to another bidder. Written or telephone bids for lots with estimates below 300 euros are only accepted if the bid is equal to or higher than the minimum estimate stated in the catalogue. One of our telephone operators will contact you, in a foreign language if necessary, to allow you to participate in the auction for the lot you are interested in in real time; calls may be recorded. We recommend that you also indicate your highest bid when requesting telephone contact in case it were not possible to reachyou at the time of the auction.

inscribed signature and/or date: the information seems to have been added by a different hand or in a different period;

defects: the lot has visible and obvious flaws, breakages, or signs of wear ancient elements: the items have been assembled using elements or materials from previous ages.

... century: a purely exploratory time indication, that may be include a certain approximation;

The services that allow customers to place bids in writing, via telephone or online are complimentary services offered by Cambi; they do not imply any liability for bids inadvertently not being placed or for any mistakes connected to placing the bids. The bids will only be deemed valid if received 5 hours before the auction at the latest.

SELLING

fulfilled the obligation taken on at the moment of the sale, and that there haven’t been any complaints or objections regarding the sold items. At the time of payment, an invoice will be issued, stating the hammer prices, commissions and any other expenses in detail. In any case, Cambi shall settle the payment with the consignor only after receiving full payment by the purchaser. The payment of purchased lots must be settled within ten days from the auction via:

Cambi Auction House is available to perform complimentary estimates of items that may be sold in upcoming auctions. A provisional estimate may be given based on photographs presented with all information regarding the item (measurements, signatures, overall conditions) and any relevant documentation owned by the consignors. It is also possible to book an appointment for an estimate in person.

- cash, up to € 1.999 - cashier’s cheque made out to: Cambi Casa d’Aste S.r.l. - bank transfer to: UBI Banca, via Ceccardi, Genova. IBAN: IT60U0311101401000000019420 BIC/SWIFT: BLOPIT22

Before the auction, a reserve price will be agreed upon; it is the lowest amount below which the lot may not be sold. This sum is strictly confidential; it may be lower, equal to or higher than the estimate given in the catalogue and shall be protected by the auctioneer through incrementing bids. If the reserve price is not met, the lot will be unsold. The Auction House shall withhold a 15% commission (with a minimum fee of € 30) that includes a 1% as insurance coverage. Upon consignment of the lots to the Auction House, a receipt will be issued containing the descriptions of the lots and the agreed reserve prices, then the consignor shall sign the sales mandate that states the contract terms, the reserve prices, the lot numbers and any additional costs that shall be borne by the client. Before the auction, consignors shall receive a copy of the catalogue that includes their items. After the auction, consignors shall receive a report listing all their items and their hammer prices. A reduction of the reserve price may be agreed upon for unsold lots, allowing time for any and all follow-up sales attempts that shall also be made through private negotiation. Otherwise, unsold lots must be taken back at the consignor’s own duty and expense within thirty days from the auction date. After said term, transportation and storage expenses shall apply. Cambi shall in no case be held liable for the loss or damage of unsold lots left by consignors in the Auction House’s storage facilities, if said damage is caused by or derive from variations in humidity or temperature, from normal wear and tear or a gradual deterioration due to any operations carried out on the items by third parties appointed by the consignors, or to hidden defects (including woodworms).

PAYMENTS After thirty business days from the auction date, Cambi shall pay out the owed amount for the sale via bank cheque that shall be picked up at our offices or via bank transfer on the lot owner’s current account, provided that the purchaser has

COLLECTION All purchased lots must be collected within the two weeks following the auction. After said term, the goods may be transferred at the purchaser’s own risk and expenses to Cambi’s storage facility in Genova. In this case, transportation and storage costs will apply and Cambi shall not be held liable for any responsibilities towards the purchaser regarding the storage of the lots or any deterioration or damage suffered. At the time of collection, the purchaser shall provide valid proof of identity. If a third party is appointed with the collection of lots that have already been paid, such person must provide the purchaser’s written proxy and a copy of the purchaser’s identity document. Cambi’s staff may arrange for the lots to be packaged and transported at the purchaser’s own risk and expense and upon the purchaser’s express request, indemnifying Cambi from all liabilities therein.

APPRAISALS Cambi’s experts are available to provide written appraisals for insurance purposes, divisions of inheritance, private sales or other purposes, on payment of a fee that is proportionate to the nature and the amount of work required. To request information or book an appointment, please contact the Auction House’s offices in Castello Mackenzie, at the address or telephone numbers stated in this catalogue.


CONDIZIONI DI VENDITA La Cambi Casa d’Aste S.r.l. sarà di seguito denominata “Cambi”.

1 Le vendite si effettuano al maggior offerente e si intendono per “contanti”. La Cambi agisce in qualità di mandataria con rappresentanza in nome proprio e per conto di ciascun venditore, ai sensi e per gli effetti dell’art. 1704 cod. civ.. La vendita deve considerarsi avvenuta tra il venditore e l’acquirente; ne consegue che la Cambi non assume nei confronti degli acquirenti o di terzi in genere altre responsabilità all’infuori di quelle derivanti dalla propria qualità di mandataria. Ogni responsabilità ex artt. 1476 ss. cod. civ. continua a gravare in capo ai venditori delle opere. Il colpo di martello del Direttore della vendita - banditore - determina la conclusione del contratto di vendita tra il venditore e l’acquirente. 2 I lotti posti in vendita sono da considerarsi come beni usati forniti come pezzi d’antiquariato e come tali non qualificabili come “prodotto” secondo la definizione di cui all’art. 3 lett. e) del Codice del consumo (D.Lgs. 6.09.2005 n. 206). 3 Precederà l’asta un’esposizione delle opere, durante la quale il Direttore della vendita o i suoi incaricati saranno a disposizione per ogni chiarimento; l’esposizione ha lo scopo di far esaminare l’autenticità, l’attribuzione, lo stato di conservazione, la provenienza, il tipo e la qualità degli oggetti e chiarire eventuali errori o inesattezze in cui si fosse incorsi nella compilazione del catalogo. Nell’impossibilità di prendere visione diretta degli oggetti è possibile richiedere condition report (tale servizio è garantito esclusivamente per i lotti con stima superiore a € 1.000). L’interessato all’acquisto di un lotto si impegna, quindi, prima di partecipare all’asta, ad esaminarlo approfonditamente, eventualmente anche con la consulenza di un esperto o di un restauratore di sua fiducia, per accertarne tutte le suddette caratteristiche. Dopo l’aggiudicazione non sono ammesse contestazioni al riguardo e ne’ la Cambi ne’ il venditore potranno essere ritenuti responsabili per i vizi relativi alle informazioni concernenti gli oggetti in asta. 4 I lotti posti in asta sono venduti nello stato in cui si trovano al momento dell’esposizione, con ogni relativo difetto ed imperfezione quali rotture, restauri, mancanze o sostituzioni. Tali caratteristiche, anche se non espressamente indicate sul catalogo, non possono essere considerate determinanti per contestazioni sulla vendita. I beni di antiquariato per loro stessa natura possono essere stati oggetto di restauri o sottoposti a modifiche di vario genere, quale ad esempio la sovra-pitturazione: interventi di tale tipo non possono mai essere considerati vizi occulti o contraffazione di un lotto. Per quanto riguarda i beni di natura elettrica o meccanica, questi non sono verificati prima della vendita e sono acquistati dall’acquirete a suo rischio e pericolo. I movimenti degli orologi sono da considerarsi non revisionati. 5 Le descrizioni o illustrazioni dei lotti contenute nei cataloghi, in brochures ed in qualsiasi altro materiale illustrativo, hanno carattere meramente indicativo e riflettono opinioni, pertanto possono essere oggetto di revisione prima che il lotto sia posto in vendita. La Cambi non potrà essere ritenuta responsabile di errori ed omissioni relative a tali descrizioni, ne’ in ipotesi di contraffazione, in quanto non viene fornita alcuna garanzia implicita o esplicita relativamente ai lotti in asta. Inoltre, le illustrazioni degli oggetti presentati sui cataloghi o altro materiale illustrativo hanno esclusivamente la finalità di identificare il lotto e non possono essere considerate rappresentazioni precise dello stato di conservazione dell’oggetto. 6 Per i dipinti antichi e del XIX secolo si certifica soltanto l’epoca in cui l’autore attribuito è vissuto e la scuola cui esso è appartenuto. Le opere dei secoli XX e XXI (arte moderna e contemporanea) sono, solitamente, accompagnati da certificati di autenticità e altra documentazione espressamente citata nelle relative schede. Nessun diverso certificato, perizia od opinione, richiesti o presentati a vendita avvenuta, potrà essere fatto valere quale motivo di contestazione dell’autenticità di tali opere. 7 Tutte le informazioni sui punzoni dei metalli, sulla caratura ed il peso dell’oro, dei diamanti e delle pietre di colore sono da considerarsi puramente indicative e approssimative e la Cambi non potrà essere ritenuta responsabile per eventuali errori contenuti nelle suddette informazioni e per le falsificazioni ad arte degli oggetti preziosi. La Cambi non garantisce i certificati eventualmente acclusi ai preziosi eseguiti da laboratori gemmologici indipendenti, anche se riferimenti ai risultati di tali esami potranno essere citati a titolo informativo per gli acquirenti.

8 Per quanto riguarda i libri, non si accettano contestazioni relative a danni alla legatura, macchie, fori di tarlo, carte o tavole rifilate e ogni altro difetto che non leda la completezza del testo e-o dell’apparato illustrativo; ne’ per mancanza di indici di tavole, fogli bianchi, inserzioni, supplementi e appendici successivi alla pubblicazione dell’opera. In assenza della sigla O.C. si intende che l’opera non è stata collazionata e non ne è pertanto garantita la completezza. 9 Ogni contestazione, da decidere innanzitutto in sede scientifica fra un consulente della Cambi ed un esperto di pari qualifica designato dal cliente, dovrà essere fatta valere in forma scritta a mezzo di raccomandata a/r entro quindici giorni dall’aggiudicazione. Decorso tale termine cessa ogni responsabilità della Società. Un reclamo riconosciuto valido porta al semplice rimborso della somma effettivamente pagata, a fronte della restituzione dell’opera, esclusa ogni altra pretesa. In caso di contestazioni fondate ed accettate dalla Cambi relativamente ad oggetti falsificati ad arte, purché l’acquirente sia in grado di riconsegnare il lotto libero da rivendicazioni o da ogni pretesa da parte di terzi ed il lotto sia nelle stesse condizioni in cui si trovava alla data della vendita, la Cambi potrà, a sua discrezione, annullare la vendita e rivelare all’aggiudicatario che lo richieda il nome del venditore, dandone preventiva comunicazione a quest’ultimo. In parziale deroga di quanto sopra, la Cambi non effettuerà il rimborso all’acquirente qualora la descrizione del lotto nel catalogo fosse conforme all’opinione generalmente accettata da studiosi ed esperti alla data della vendita o indicasse come controversa l’autenticità o l’attribuzione del lotto, nonchè se alla data della pubblicazione del lotto la contraffazione potesse essere accertata soltanto svolgendo analisi difficilmente praticabili, o il cui costo fosse irragionevole, o che avrebbero potuto danneggiare e comunque comportare una diminuzione di valore del lotto. 10 Il Direttore della vendita può accettare commissioni di acquisto delle opere a prezzi determinati, su preciso mandato, nonchè formulare offerte per conto terzi. Durante l’asta è possibile che vengano fatte offerte per telefono le quali sono accettate a insindacabile giudizio della Cambi e trasmesse al Direttore della vendita a rischio dell’offerente. Tali collegamenti telefonici potranno essere registrati. 11 Gli oggetti sono aggiudicati dal Direttore della vendita; in caso di contestazione su di un’aggiudicazione, l’oggetto disputato viene rimesso all’incanto nella seduta stessa, sulla base dell’ultima offerta raccolta. Lo stesso può inoltre, a sua assoluta discrezione ed in qualsiasi momento dell’asta: ritirare un lotto, fare offerte consecutive o in risposta ad altre offerte nell’interesse del venditore fino al raggiungimento del prezzo di riserva, nonchè adottare qualsiasi provvedimento che ritenga adatto alle circostanze, come abbinare o separare i lotti o eventualmente variare l’ordine della vendita. 12 Prima dell’ingresso in sala i clienti che intendono concorrere all’aggiudicazione di qualsivoglia lotto, dovranno richiedere l’apposito “numero personale” che verrà consegnato dal personale della Cambi previa comunicazione da parte dell’interessato delle proprie generalità ed indirizzo, con esibizione e copia del documento di identità; potranno inoltre essere richieste allo stesso referenze bancarie od equivalenti garanzie per il pagamento del prezzo di aggiudicazione e dei diritti d’asta. Al momento dell’aggiudicazione, chi non avesse già provveduto, dovrà comunque comunicare alla Cambi le proprie generalità ed indirizzo. La Cambi si riserva il diritto di negare a chiunque, a propria discrezione, l’ingresso nei propri locali e la partecipazione all’asta, nonchè di rifiutare le offerte di acquirenti non conosciuti o non graditi, a meno che venga lasciato un deposito ad intera copertura del prezzo dei lotti desiderati o fornita altra adeguata garanzia. In seguito a mancato o ritardato pagamento da parte di un acquirente, la Cambi potrà rifiutare qualsiasi offerta fatta dallo stesso o da suo rappresentante nel corso di successive aste. 13 Al prezzo di aggiudicazione sono da aggiungere i diritti di asta pari al 25% fino ad € 400.000, ed al 21% su somme eccedenti tale importo, comprensivo dell’IVA prevista dalla normativa vigente. Qualunque ulteriore onere o tributo relativo all’acquisto sarà comunque a carico dell’aggiudicatario. 14 L’acquirente dovrà versare un acconto all’atto dell’aggiudicazione e completare il pagamento, prima di ritirare la merce, non oltre dieci giorni dalla fine della vendita. In caso di mancato pagamento, in tutto o in parte, dell’ammontare totale

dovuto dall’aggiudicatario entro tale termine, la Cambi avrà diritto, a propria discrezione, di: a) restituire il bene al mandante, esigendo a titolo di penale da parte del mancato acquirente il pagamento delle commissioni perdute; b) agire in via giudiziale per ottenere l’esecuzione coattiva dell’obbligo d’acquisto; c) vendere il lotto tramite trattativa privata o in aste successive per conto ed a spese dell’aggiudicatario, ai sensi dell’art. 1515 cod.civ., salvo in ogni caso il diritto al risarcimento dei danni. Decorso il termine di cui sopra, la Cambi sarà comunque esonerata da ogni responsabilità nei confronti dell’aggiudicatario in relazione all’eventuale deterioramento o deperimento degli oggetti ed avrà diritto di farsi pagare per ogni singolo lotto i diritti di custodia oltre a eventuali rimborsi di spese per trasporto al magazzino, come da tariffario a disposizione dei richiedenti. Qualunque rischio per perdita o danni al bene aggiudicato si trasferirà all’acquirente dal momento dell’aggiudicazione. L’acquirente potrà ottenere la consegna dei beni acquistati solamente previa corresponsione alla Cambi del prezzo e di ogni altra commissione, costo o rimborso inerente.

15 Per gli oggetti sottoposti alla notifica da parte dello Stato ai sensi del D.Lgs. 22.01.2004 n. 42 (c.d. Codice dei Beni Culturali) e ss.mm., gli acquirenti sono tenuti all’osservanza di tutte le disposizioni legislative vigenti in materia. L’aggiudicatario, in caso di esercizio del diritto di prelazione da parte dello Stato, non potrà pretendere dalla Cambi o dal venditore alcun rimborso di eventuali interessi sul prezzo e sulle commissioni d’asta già corrisposte. L’esportazione di oggetti da parte degli acquirenti residenti o non residenti in Italia è regolata della suddetta normativa, nonché dalle leggi doganali, valutarie e tributarie in vigore. Pertanto, l’esportazione di oggetti la cui datazione risale ad oltre settant’anni è sempre subordinata alla licenza di libera circolazione rilasciata dalla competente Autorità. La Cambi non assume alcuna responsabilità nei confronti dell’acquirente in ordine ad eventuali restrizioni all’esportazione dei lotti aggiudicati, ne’ in ordine ad eventuali licenze o attestati che lo stesso debba ottenere in base alla legislazione italiana. 16 Per ogni lotto contenente materiali appartenenti a specie protette come, ad esempio, corallo, avorio, tartaruga, coccodrillo, ossi di balena, corni di rinoceronte, etc., è necessaria una licenza di esportazione CITES rilasciata dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio. Si invitano i potenziali acquirenti ad informarsi presso il Paese di destinazione sulle leggi che regolano tali importazioni. 17 Il diritto di seguito verrà posto a carico del venditore ai sensi dell’art. 152 della L. 22.04.1941 n. 633, come sostituito dall’art. 10 del D.Lgs. 13.02.2006 n. 118. 18 I valori di stima indicati nel catalogo sono espressi in euro e costituiscono una mera indicazione. Tali valori possono essere uguali, superiori o inferiori ai prezzi di riserva dei lotti concordati con i mandanti. 19 Le presenti Condizioni di Vendita, regolate dalla legge italiana, sono accettate tacitamente da tutti i soggetti partecipanti alla procedura di vendita all’asta e restano a disposizione di chiunque ne faccia richiesta. Per qualsiasi controversia relativa all’attività di vendita all’asta presso la Cambi è stabilita la competenza esclusiva del foro di Genova. 20 Ai sensi dell’art. 13 del regolamento UE 679/2016 (GDPR), la Cambi, nella sua qualità di titolare del trattamento, informa che i dati forniti verranno utilizzati, con mezzi cartacei ed elettronici, per poter dare piena ed integrale esecuzione ai contratti di compravendita stipulati dalla stessa società, nonchè per il perseguimento di ogni altro servizio inerente l’oggetto sociale della Cambi Srl. Per dare esecuzione a contratti il conferimento dei dati è obbligatorio mentre per altre finalità è facoltativo e sarà richiesto con opportune modalità. Per prendere visione dell’informativa estesa si faccia riferimento alla privacy policy sul sito web www.cambiaste.com. La registrazione alle aste consente alla Cambi di inviare i cataloghi delle aste successive ed altro materiale informativo relativo all’attività della stessa. 21 Qualsiasi comunicazione inerente alla vendita dovrà essere effettuata mediante lettera raccomandata A.R. indirizzata alla: Cambi Casa d’Aste Castello Mackenzie - Mura di S. Bartolomeo 16 16122 Genova


CONDITIONS OF SALE Cambi Casa d’Aste S.r.l. will be, hereinafter, referred to as “Cambi”.

1 Sales will be awarded to the highest bidder and it is understood to be in “cash”. Cambi acts as an agent on an exclusive basis in its name but on behalf of each seller, according to article 1704 of the Italian Civil Code. Sales shall be deemed concluded directly between the seller and the buyer; it follows that Cambi does not take any responsibility towards the buyer or other people, except for those concerning its agent activity. All responsibilities pursuant to the former articles 1476 and following of the Italian Civil Code continue to rest on the owners of each item. The Auctioneer’s hammer stroke defines the conclusion of the sales contract between the seller and the buyer. 2 The goods on sale are considered as second-hand goods, put up for sale as antiques. As a consequence, the definition given to the goods under clause 3 letter “e” of Italian Consumer’s Code (D. Lgs. 6.09.2005, n. 206) does not apply to them. 3 Before the beginning of the auction, an exposition of the items will take place, during which the Auctioneer and his representatives will be available for any clarifications. The purpose of this exposition is to allow a thorough evaluation of authenticity, attribution, condition, provenance, origin, date, age, type and quality of the lots to be auctioned and to clarify any possible typographical error or inaccuracy in the catalogue. If unable to take direct vision of the objects is possible to request condition reports (this service is only guaranteed for lots with estimate more than € 1.000). The person interested in buying something, commits himself, before taking part to the action, to analyze it in depth, even with the help of his own expert or restorer, to be sure of all the above mentioned characteristics. No claim will be accepted by Cambi after the sale, nor Cambi nor the seller will be held responsible for any defect concerning the information of the objects for sale. 4 The objects of the auction are sold in the conditions in which they are during the exposition, with all the possible defects and imperfections such as any cracks, restorations, omissions or substitutions. These characteristics, even if not expressly stated in the catalog, can not be considered determinants for disputes on the sale. Antiques, for their own nature, can have been restored or modified (for example over-painting): these interventions cannot be considered in any case hidden defects or fakes. As for mechanical or electrical goods, these are not verified before the selling and the purchaser buys them at his own risk. The movements of the clocks are to be considered as non verified. 5 The descriptions or illustrations of the goods included in the catalogues, leaflets and any other illustrative material, have a mere indicative character and reflect opinions, so they can be revised before the object is sold. Cambi cannot be held responsible for mistakes or omissions concerning these descriptions nor in the case of hypothetical fakes as there is no implicit or explicit guarantee concerning the objects for sale. Moreover, the illustrations of the objects in the catalogues or other illustrative material have the sole aim of identifying the object and cannot be considered as precise representations of the state of preservation of the object. 6 For ancient and 19th century paintings, Cambi guarantees only the period and the school in which the attributed artist lived and worked. Modern and Contemporary Art works are usually accompanied by certificates of authenticity and other documents indicated in the appropriate catalogue entries. No other certificate, appraisal or opinion requested or presented after the sale will be considered as valid grounds for objections regarding the authenticity of any works. 7 All information regarding hall-marks of metals, carats and weight of gold, diamonds and precious colored gems have to be considered purely indicative and approximate and Cambi cannot be held responsible for possible mistakes in those information nor for the falsification of precious items.

Cambi does not guarantee certificates possibly annexed to precious items carried out by independent gemological laboratories, even if references to the results of these tests may be cited as information for possible buyers.

8 As for books auctions, the buyer is not be entitled to dispute any damage to bindings, foxing, wormholes, trimmed pages or plates or any other defect not affecting the integrity of the text and/or the illustrations, nor can he dispute missing indices of plates, blank pages, insertions, supplements and additions subsequent to the date of publication of the work. The abbreviation O.N.C. indicates that the work has not been collated and, therefore, its completeness is not guaranteed. 9 Any dispute regarding the hammered objects will be decided upon between experts of Cambi and a qualified expert appointed by the party involved and must be submitted by registered return mail within fifteen days of the stroke and Cambi will decline any responsibility after this period. A complaint that is deemed legitimate will lead simply to a refund of the amount paid, only upon the return of the item, excluding any other pretence and or expectation. If, within three months from the discovery of the defect but no later than five years from the date of the sale, the buyer has notified Cambi in writing that he has grounds for believing that the lot concerned is a fake, and only if the buyer is able to return such item free from third party rights and provided that it is in the same conditions as it was at the time of the sale, Cambi shall be entitled, in its sole discretion, to cancel the sale and disclose to the buyer the name of the seller, giving prior notice to him. Making an exception to the conditions above mentioned, Cambi will not refund the buyer if the description of the object in the catalogue was in accordance with the opinion generally accepted by scholars and experts at the time of the sale or indicated as controversial the authenticity or the attribution of the lot, and if, at the time of the lot publication, the forgery could have been recognized only with too complicated or too expensive exams, or with analysis that could have damaged the object or reduced its value. 10 The Auctioneer may accept commission bids for objects at a determined price on a mandate from clients who are not present and may formulate bids for third parties. Telephone bids may or may not be accepted according to irrevocable judgment of Cambi and transmitted to the Auctioneer at the bidder’s risk. These phone bids could be registered. 11 The objects are knocked down by the Auctioneer to the highest bidder and if any dispute arises between two or more bidders, the disputed object may immediately put up for sale again starting from the last registered bid. During the auction, the Auctioneer at his own discretion is entitled to: withdraw any lot, make bids to reach the reserve price, as agreed between Cambi and the seller, and take any action he deems suitable to the circumstances, as joining or separating lots or changing the order of sale. 12 Clients who intend to offer bids during the auction must request a “personal number” from the staff of Cambi and this number will be given to the client upon presentation of IDs, current address and, possibly, bank references or equivalent guarantees for the payment of the hammered price plus commission and/or expenses. Buyers who might not have provided ID and current address earlier must do so immediately after a knock down. Cambi reserves the right to deny anyone, at its own discretion, the entrance in its own building and the participation to the auction, and to reject offers from unknown or unwelcome bidders, unless a deposit covering the entire value of the desired lot is raised or in any case an adequate guarantee is supplied. After the late or nonpayment from a purchaser, Cambi will have the right to refuse any other offer from this person or his representative during the following auctions. 13 The commissions due to Cambi by the buyer are 25% of the hammer price of each lot up to an amount of € 400.000 and 21% on any amount in excess of this sum, including VAT. Any other taxes or charges are at the buyer’s expenses. 14 The buyer must make a down payment after the sale and settle the residual balance before collecting the goods

at his or her risk and expense not later than ten days after the knock down. In case of total or partial nonpayment of the due amount within this deadline, Cambi can: a) return the good to the seller and demand from the buyer the payment of the lost commission; b) act in order to obtain enforcement of compulsory payment; c) sell the object privately or during the following auction in the name and at the expenses of the highest bidder according to article 1515 of the Italian Civil Code, with the right of the compensation for damages. After the above mentioned period, Cambi will not be held responsible towards the buyer for any deterioration and/or damage of the object(s) in question and it will have the right to apply, to each object, storage and transportation fees to and from the warehouse according to tariffs available on request. All and any risks to the goods for damage and/or loss are transferred to the buyer upon knock down and the buyer may have the goods only upon payment, to Cambi, of the Knock down commissions and any other taxes including fees concerning the packing, handling, transport and/or storage of the objects involved.

15 For objects subjected to notification from the State, in accordance to the D.Lgs. 22.01.2004 n. 42 (c.d. Codice dei Beni Culturali) and following changes, buyers are beholden by law to observe all existing legislative dispositions on the matter and, in case the State exercises its pre-emptive right, cannot expect from Cambi or the vendor any re-imbursement or eventual interest on commission on the knock down price already paid. The export of lots by the buyers, both resident and not resident in Italy, is regulated by the above mentioned law and the other custom, financial and tax rules in force. Export of objects more than 70 years old is subject to the release of an export license from the competent Authority. Cambi does not take any responsibility towards the purchaser as for any possible export restriction of the objects knocked down, nor concerning any possible license or certificate to be obtained according to the Italian law. 16 For all object including materials belonging to protected species as, for example, coral, ivory, turtle, crocodile, whale bones, rhinoceros horns and so on, it is necessary to obtain a CITES export license released by the Ministry for the Environment and the Safeguard of the Territory. Possible buyers are asked to get all the necessary information concerning the laws on these exports in the Countries of destination. 17 The “Droit de Suite” will be paid by the seller (Italian State Law n. 663, clause 152, April 22, 1941, replaced by Decree n. 118, clause 10, February13, 2006). 18 All the valuations indicated in the catalogue are expressed in Euros and represent a mere indication. These values can be equal, superior or inferior to the reserve price of the lots agreed with the sellers. 19 These Sales Conditions, regulated by the Italian law, are silently accepted by all people talking part in the auction and are at everyone’s disposal. All controversies concerning the sales activity at Cambi are regulated by the Court of Genoa. 20 According to article 13 of regulation UE 679/2016 (GDPR), Cambi, acting as data controller, informs that the data received will be used, with printed and electronical devices, to carry out the sales contracts and all other services concerning the social object of Cambi S.r.l. To execute contracts, the provision of data is mandatory while for other purposes it is optional and will be requested with appropriate methods. To view the extended conditions, refer to the privacy policy on the site www.cambiaste.com The registration at the auctions gives Cambi the chance to send the catalogues of the future auctions and any other information concerning its activities. 21 Any communication regarding the auction must be done by registered return mail addressed to: Cambi Casa d’Aste Castello Mackenzie - Mura di S. Bartolomeo 16 16122 Genova - Italy


MAIOLICHE E PORCELLANE Asta 471 - 5 Novembre 2020

SCHEDA DI OFFERTA

Io sottoscritto _______________________________________________________________________________________________________ Indirizzo ___________________________________________________________ Città ______________________________ C.A.P. ___________ Tel./Cel. ______________________________________ e-mail/Fax __________________________________________________________ Data di Nascita _______________ Luogo di Nascita _________________________________ C.F./P. IVA ________________________ Carta d’identità n° ________________________ Ril. a __________________________________________________ il _______________ In caso di società è necessario indicare: PEC_________________________________________________Codice SDI_________________ In caso di prima registrazione è necessario compilare tutti i campi del presente modulo ed allegare copia del documento di identità Con la presente scheda mi impegno ad acquistare i lotti segnalati al prezzo offerto (oltre commissioni e quant’altro dovuto), dichiaro inoltre di aver preso visione e approvare integralmente le condizioni di vendita riportate sul catalogo, ed espressamente esonero la Cambi Casa d’Aste da ogni responsabilità per le offerte che per qualsiasi motivo non fossero state eseguite in tutto o in parte e/o per le chiamate che non fossero state effettuate, anche per ragioni dipendenti direttamente dalla Cambi Casa d’Aste Per partecipare telefonicamente è necessario indicare di seguito i numeri su cui si desidera essere contattati durante l’asta:

Principale _____________________________________________ Secondario _______________________________________________ LOTTO

DESCRIZIONE

OFFERTA

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Importanti informazioni per gli acquirenti

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Gli oggetti saranno aggiudicati al minimo prezzo possibile in rapporto all’offerta precedente. A parità d’offerta prevale la prima ricevuta. Alla cifra di aggiudicazione andranno aggiunti i diritti d’asta del

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25% fino a € 400.000 e del 21% sull’eccedenza.

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Le persone impossibilitate a presenziare alla vendita possono concorrere all’asta compilando la presente scheda ed inviandola alla Casa D’Aste via email all’indirizzo offerte@cambiaste.com, almeno cin-

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que ore lavorative prima dell’inizio dell’asta.

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È possibile richiedere la partecipazione telefonica barrando l’apposita casella. Le offerte, scritte e telefoniche, per lotti con stima inferiore a € 1.000, sono accettate solamente in presenza di un’offerta scritta pari alla stima minima riportata a catalogo.

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Lo stato di conservazione dei singoli lotti non è indicato in maniera completa in catalogo, chi non potesse prendere visione diretta delle opere è pregato di richiedere un condition report a: condition@cambiaste.com

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La presente scheda va compilata con il nominativo e l’indirizzo ai quali si vuole ricevere la fattura.

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Firma ___________________________________ Autorizzo ad effettuare un rilancio sull’offerta scritta con un massimale del: 5%

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Ai sensi e per gli effetti degli artt. 1341 e 1342 del Codice Civile dichiaro di approvare specificatamente con l’ulteriore sottoscrizione che segue gli articoli ai punti 1,2,3,4,5,6,7,8,9 delle Condizioni di Vendita Firma ____________________________________________________________________________________________ Data ___________________________ Castello Mackenzie - Mura di S. Bartolomeo 16 - 16122 Genova - Tel. +39 010 8395029 - Fax +39 010 879482 - genova@cambiaste.com Finito di stampare nel mese di Ottobre 2020 da Grafiche G7 - Genova - Grafica: L’Agorà - Genova

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Fotografie: Marco Bernasconi - Matteo Zarbo


A.N.C.A ASSOCIAZIONE NAZIONALE CASE D’ASTA Ambrosiana Casa d’Aste di A. Poleschi Via Sant’Agnese 18, 20123 Milano tel. 02 89459708 fax 02 40703717 www.ambrosianacasadaste.com info@ambrosianacasadaste.com

Cambi Casa d’Aste Castello Mackenzie Mura di S. Bartolomeo 16 16122 Genova tel. 010 8395029 - fax 010879482 www.cambiaste.com info@cambiaste.com

Fidesarte Italia Via Padre Giuliani 7 (angolo via Einaudi) 30174 Mestre (VE) tel. 041 950354 - fax 041 950539 www.fidesarte.com info@fidesarte.com

Studio d’Arte Martini Borgo Pietro Wuhrer 125 25123 Brescia tel. 030 2425709 fax 030 2475196 www.martiniarte.it info@martiniarte.it

Ansuini 1860 Aste Viale Bruno Buozzi 107 00197 Roma tel. 06 45683960 fax 06 45683961 www.ansuiniaste.com info@ansuiniaste.com

Capitolium Art Via Carlo Cattaneo 55 25121 Brescia tel. 030 2072256 fax 030 2054269 www.capitoliumart.it info@capitoliumart.it

Finarte Casa d’Aste Via Paolo Sarpi, 6 20154 Milano tel. 02 3363801 fax 02 28093761 www.finarte.it info@finarte.it

Meeting Art Casa d’Aste Corso Adda 7 13100 Vercelli tel. 0161 2291 fax 0161 229327-8 www.meetingart.it info@meetingart.it

Bertolami Fine Art Piazza Lovatelli 1 00186 Roma tel. 06 32609795 - 06 3218464 fax 06 3230610 www.bertolamifineart.com info@bertolamifineart.com

Eurantico S.P. Sant’Eutizio 18 01039 Vignanello (VT) tel. 0761 755675 fax 0761 755676 www.eurantico.com info@eurantico.com

International Art Sale Via G. Puccini 3 20121 Milano tel. 02 40042385 fax 02 36748551 www.internationalartsale.it info@internationalartsale.it

Pandolfini Casa d’Aste Borgo degli Albizi 26 50122 Firenze tel. 055 2340888-9 fax 055 244343 www.pandolfini.com info@pandolfini.it

Blindarte Casa d’Aste Via Caio Duilio 10 80125 Napoli tel. 081 2395261 fax 081 5935042 www.blindarte.com info@blindarte.com

Farsettiarte Viale della Repubblica (area Museo Pecci),,59100 Prato tel. 0574 572400 fax 0574 574132 www.farsettiarte.it info@farsettiarte.it

Maison Bibelot Casa d’Aste Corso Italia 6 50123 Firenze tel. 055 295089 fax 055 295139 www.maisonbibelot.com segreteria@maisonbibelot.com

Sant’Agostino Corso Tassoni 56 10144 Torino tel. 011 4377770 fax 011 4377577 www.santagostinoaste.it info@santagostinoaste.it

REGOLAMENTO Articolo 1 I soci si impegnano a garantire serietà, competenza e trasparenza sia a chi affida loro le opere d’arte, sia a chi le acquista. Articolo 2 Al momento dell’accettazione di opere d’arte da inserire in asta i soci si impegnano a compiere tutte le ricerche e gli studi necessari, per una corretta comprensione e valutazione di queste opere. Articolo 3 I soci si impegnano a comunicare ai mandanti con la massima chiarezza le condizioni di vendita, in particolare l’importo complessivo delle commissioni e tutte le spese a cui potrebbero andare incontro. Articolo 4 I soci si impegnano a curare con la massima precisione i cataloghi di vendita, corredando i lotti proposti con schede complete e, per i lotti più

importanti, con riproduzioni fedeli. I soci si impegnano a pubblicare le proprie condizioni di vendita su tutti i cataloghi.

tuzioni pubbliche per la conservazione del patrimonio culturale italiano e per la tutela da furti e falsificazioni.

Articolo 5 I soci si impegnano a comunicare ai possibili acquirenti tutte le informazioni necessarie per meglio giudicare e valutare il loro eventuale acquisto e si impegnano a fornire loro tutta l’assistenza possibile dopo l’acquisto. I soci rilasciano, a richiesta dell’acquirente, un certificato su fotografia dei lotti acquistati. I soci si impegnano affinchè i dati contenuti nella fattura corrispondano esattamente a quanto indicato nel catalogo di vendita, salvo correggere gli eventuali refusi o errori del catalogo stesso. I soci si impegnano a rendere pubblici i listini delle aggiudicazioni.

Articolo 7 I soci si impegnano ad una concorrenza leale, nel pieno rispetto delle leggi e dell’etica professionale. Ciascun socio, pur operando nel proprio interesse personale e secondo i propri metodi di lavoro si impegna a salvaguardare gli interessi generali della categoria e a difenderne l’onore e la rispettabilità.

Articolo 6 I soci si impegnano alla collaborazione con le isti-

Articolo 8 La violazione di quanto stabilito dal presente regolamento comporterà per i soci l’applicazione delle sanzioni di cui all’art.20 dello Statuto ANCA.




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