La Rivista della Sezione Ligure del CAI. Anno 2009

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IMPARARE DAL PASSATO 26

zioni (sezione trasversale 2.20x2.50) ed erano dotate anche in questo caso dei relativi ricoveri logistici. Questa rete aveva anche delle aperture collegate con le trincee esterne e con i camminamenti che si sviluppavano sulla sommità del Dente. Queste aperture permettevano di raggiungere velocemente le postazioni di prima linea in caso di attacco delle fanterie nemiche. L’assalto nemico, in genere, veniva comunque preceduto da forti tiri d’artiglieria il cui scopo era quello di demolire il più possibile le trincee avversarie e tenere lontano i difensori dalla prima linea. L’attacco finale era successivamente scandito dall’allungamento del tiro dei cannoni che dava il via all’avanzare delle truppe. Questa tecnica, era utilizzata in tutti i teatri della prima guerra mondiale e di conseguenza era fondamentale per i difensori avere un riparo, prima dell’urto del nemico, in locali sotterranei detti anche “alla prova”, perché in grado di resistere anche ai tiri di cannoni di grosso calibro. Attualmente, sul terreno, sia sul Dente Italiano che in quello Austriaco non sempre è facile riconoscere le varie aperture, molte delle quali franate o coperte dalla vegetazione infestante e tutti

gli appostamenti esterni sono parzialmente riconoscibili.

Durante i primi scontri fra il Dente Italiano e quello Austriaco le nostre truppe raggiungevano la galleria “anulare” (come era chiamata), all’aperto, dalla vicina Cima Palon lungo l’ampia cresta dotata di camminamenti e trincee e varie postazioni ancora ben leggibili sul terreno, ma si trattava comunque di una situazione altamente rischiosa proprio perché sotto il tiro dei cannoni. La mossa successiva fu quella di scavare un altra lunga galleria, questa volta di “collegamento” che andava dalla vetta di Cima Palon alla Selletta Damaggio, che la separava dal Dente Italiano. Questa galleria fu realizzata quasi subito e venne intitolata al Generale Papa, prima capo delle truppe in Pasubio e caduto successivamente sull’Isonzo alla fine del 1917. La galleria scendeva ad un livello inferiore rispetto a quella “anulare” del Dente, ma verso la fine risaliva per sbucare alla Selletta Damaggio. Rimaneva comunque una discontinuità proprio sulla sella, per cui presto fu preparato un ulteriore raccordo che in pratica creava un unico percorso sotterraneo fra Cima Palon e il Dente Italiano. ...Continua nel prossimo numero.


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