Cadillac 8 [24 giugno 15]

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cadillac 8 Anche per gli adulti era un gioco, perché non capivano ma mi lasciavano fare. Per me invece non era un gioco. Non so perché ma non ero mai stato così serio. E la pira era finita e io e i bambini ci abbiamo posato sopra il pupazzo. Loro hanno esultato e hanno cominciato a correrci intorno. Io li ho fatti smettere perché mi sembrava una mancanza di rispetto. Ho tentato di spiegarglielo ma non sapevo tradurre “rispetto”, così ho lasciato stare, gli ho urlato addosso e basta. Poi ho aspettato la sera davanti alla pira. Gli adulti e i bambini mi guardavano. Alcuni si sono stancati e sono tornati in casa. Altri sono rimasti. Ho aspettato la notte. Quando la notte è diventata più profonda ho cosparso il corpo di benzina e gli ho dato fuoco. Tanto il furgone avevo smesso di guidarlo e la sua benzina non mi serviva più. Il fuoco è diventato luce e dentro la luce c’era l’ombra del pupazzo. Sarebbe potuto sembrare la vecchia, in effetti, ma anche qualsiasi altra cosa. Ho lasciato che il fuoco si allungasse e si storcesse, e a un certo punto le punte delle fiamme erano come mani che si aprivano e si chiudevano senza fermarsi. E dalle fiamme è nato il fumo, e il fumo andava verso le case ed entrava dalle fessure sotto le porte o nei buchi dei muri e la gente usciva per vedere. E alla fine in piena notte erano tutti fuori a vedere il pupazzo che bruciava. Poi si sono annoiati e sono andati a dormire. Io invece sono rimasto lì a guardare il pupazzo che bruciava. Ed è arrivata l’alba e il fuoco ha continuato a bruciare anche nella luce. Ed è arrivato il giorno e ho visto in lontananza qualcosa che veniva verso di me. Si è avvicinato, era un cavallo, scuro, si è diretto verso il fuoco.

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