Caccia Passione maggio 2014

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ANNO III nr.05 - Maggio 2014

caccia passione Dedicato a chi ha la passione per la caccia nel sangue

Stanziale:

• Fagiani, grandi recinti a cielo aperto

Cani da caccia:

• alla ricerca del setter perduto

Veterinaria:

• integratori multivitaminici e nutraceutici, come scegliere?

caccia di selezione allo

Stambecco sulle alpi


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in copertina caccia passione ANNO III nr.05 - Maggio 2014

24

Caccia di selezione allo

Dedicato a chi ha la passione per la caccia nel sangue

Stambecco

Stanziale:

• Fagiani, grandi recinti a cielo aperto

Cani da caccia:

• alla ricerca del setter perduto

Veterinaria:

• integratori multivitaminici e nutraceutici, come scegliere?

caccia di selezione allo

Stambecco sulle alpi

Elegante, altero, agile e fascinoso. Parliamo dello stambecco e della sua presenza sul territorio alpino, della protezione garantita alla specie e della necessaria caccia di selezione per abbattere il rischio di malattie e di epidemie.

sommario Anno III Nr. 05

12 Stanziale:

Fagiani: grandi recinti a cielo aperto.

24 Ungulati: caccia di selezione

allo stambecco sulle alpi

Pg 6 News ed eventi venatori

a cura della redazione

Pg 12 S tanziale: Fagiani, recinti a cielo aperto.

grandi

Claudia Zedda

Pg 18 M igratoria: caccia silenziosa alla beccaccia Kalaris

Pg 24 Ungulati: caccia di selezione allo stambecco sulle alpi

Claudia Zedda

Pg 30 Caccia e cacciatori: Softair, quando la guerra diventa gioco

30 C accia e cacciatori: Softair,

quando la guerra diventa gioco

Pg 36 Ungulati: primavera, tempo di caprioli

Caccia Passione 2

Diego Mastroberardino

Saverio Patrizi


Sommario Ungulati: caccia di selezione allo stambecco sulle alpi

Pg 64 Racconti venatori: la mia Pirsh, caprioli alla cerca

Claudia Zedda

Pg 70 Veterinaria: integratori multivitaminici e nutraceutici, come scegliere? Kalaris

Pg 40 C ani da caccia: Alla ricerca del setter perduto.

Claudia Zedda

Pg 44 Cinofilia: l’importanza dell’allenamento privaverile ed estivo

Emanuele Tabasso

Pg 52 Munizioni: la cartuccia 7x65 R di Brenneke Emanuele Tabasso Pg 60 Ottiche: Striner, Ranger Xtreme

del setter perduto.

Giovanni Di Maio

Pg 50 Fucili da caccia: Rizzini BR550, l’express a canne affiancate, come stile comanda.

40 Cani da caccia: Alla ricerca

Rosalba Mancuso

binocoli

50 Fucili da caccia: Rizzini

BR550, l’express a canne affiancate, come stile comanda.

60 Veterinaria: integratori

multivitaminici e nutraceutici, come scegliere? Caccia Passione 3


ESSENZA DI TECNOLOGIA, POTENZA E DESIGN

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Editoriale La Primavera delle Fiere Venatorie… Si sentiva nell’aria che questo 2014 avrebbe regalato sorrisi alle varie Fiere dedicate alla Caccia e al Tempo libero. Grandi padiglioni fieristici sparsi per l’Italia hanno saputo raccontare il bello del Made in Italy, con Stand di aziende italiane che credono e creano lavoro dalla Caccia e dalle sue attività connesse. Finalmente il 2014 segna l’inizio della ripresa economica per il settore venatorio, pesca ed outdoor; infatti gli anni di casta fan capire che la luce è vicina e che stiamo percorrendo la strada giusta, infatti le varie fiere specializzate sono state protagoniste un crescente aumento di pubblico con una maggiore propensione agli acquisti. Ma le varie ricerche attive nelle biglietterie, non erano in grado di percepire che gli italiani sono finalmente maturi e stabili nel visitare con suscito interesse i padiglioni arricchiti dalle migliori novità in materia outdoor, cosa confermata dalle presenze, capaci di polverizzare letteralmente tutti i record trascorsi. Tanta la soddisfazione degli appassionati per la partecipazione nelle maggiori fiere sul territorio nazionale di stand dai marchi più noti del settore e grande la soddisfazione di questi per la presenza di un pubblico, da tutti riconosciuto, come estremamente competente e preparato. Aumentano altresì le attività connesse in fiera, ove i visitatori sono coinvolti a testare con mano nei vari poligoni allestiti le maggiori novità del comparto armiero. Ring di cani sono da contorno alle manifestazioni all’aperto, ove i migliori ausiliari sono chiamati ad esibirsi in tutta la loro maestria per la gioia di grandi e piccini. Interesse anche alla riuscita e testata oramai da anni, l’associazione tra Cavallo e Caccia, il tutto piace al pubblico che accorre in fiera per una giornata completa su tutti i fronti. Grande successo ha avuto, il Game Fair 2014, la più grande Kermesse italiana dedicata al tempo libero, svolto a Tarquinia, nella favolosa Tenuta Spinicci, il meglio del comparto Armiero, Cinofilo, Equestre, Pesca, Nautica e Outdoor, che ha regalato momenti magici ai tanti visitatori che sono accorsi alla manifestazione tenutasi dal 31 maggio al 2 giugno 2014. Pierfilippo Meloni


Umbria, preadottato Calendario Venatorio 2014-2015, due giornate di preapertura Umbria, il nuovo Calendario Venatorio regionale, valido per la Stagione Venatoria 2014-2015, è stato preadottato dalla Giunta; apertura il 21 settembre e tra le novità due giornate di preapertura.

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ue “mezze” giornate di preapertura, lunedì primo e domenica sette settembre: è questa la principale novità del calendario venatorio 20142015 che la Giunta regionale ha preadottato nella sua ultima seduta, su proposta dell’assessore alle politiche agricole e venatorie. In accordo con la maggioranza delle associazioni e dopo il via libera della consulta faunistico venatoria del 14 maggio scorso, il calendario ricalca le modalità ed i tempi di prelievo della scorsa stagione, anche in base ai giudizi positivi riscontrati in fase di partecipazione. Ma quest’anno, sottolinea l’assessore, si è deciso di suddividere la giornata di preapertura in due mezze giornate in cui il prelievo sarà consentito fino alle ore 13. Questa scelta è stata adottata per coniugare le esigenze espresse dal mondo venatorio di consentire il prelievo delle specie cosiddette estatine il primo giorno utile di settembre e contemporaneamente favorire, con la mezza giornata della prima domenica, i cacciatori impossibilitati a prendersi un giorno di ferie per esercitare la loro passione. Resta fissata alla terza domenica di settembre, che questo anno cade nella data del 21, l’apertura generale a tutte le specie con esclusione degli ungulati i

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cui periodi di prelievo verranno stabiliti con proprio atto dalle amministrazioni provinciali. L’atto prevede la preapertura il 1 settembre, esclusivamente da appostamento, alle specie alzavola, marzaiola, germano reale, tortora, merlo, colombaccio, cornacchia grigia, ghiandaia e gazza, e l’apertura generale a tutte le altre specie il 21 settembre, ma non al cinghiale per il quale l’attività venatoria partirà il 5 ottobre e si chiuderà il 4 gennaio, anche se le amministrazioni provinciali possono posticipare tale data.E’ inoltre prevista la chiusura anticipata della caccia alla femmina del fagiano il 30 novembre, per salvaguardare la riproduzione di questa specie. Una scelta questa che è stata operata anche in altri contesti venatori. La caccia alla lepre sarà consentita dal 21 settembre all’7 dicembre. La caccia di selezione alle specie daino, capriolo, cervo e muflone andrà dal 15 giugno al 13 luglio, dal 17 agosto al 4 ottobre e dal 5 gennaio al 28 febbraio 2015. Ora la proposta verrà inviata all’”Ispra”, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, e poi alla terza Commissione dell’Assemblea legislativa regionale per il parere di competenza prima di tornare in Giunta per la definitiva adozione.


News venatorie Sardegna, presentata bozza Piano Faunistico Venatorio Regionale 2013-2018 Sardegna, presentata la bozza di Piano Faunistico Venatorio Regionale 2013-2018 per la successiva valutazione.

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ella mattinata di ieri, 20 maggio, si è tenuta a Cagliari la prima riunione di presentazione del Piano Faunistico regionale valida per il quinquennio 2013/2018. La riunione è stata fatta per illustrare il Piano ed era rivolta ai soli Enti, Assessorati, Province, Ente Foreste ecc. Nei prossimi giorni ci sarà un altro incontro dove potranno partecipare anche le Associazioni di categoria. Nell’apposita sezione Normativa Venatoria del Portale o al seguente link è possibile visionare il testo del Piano Faunistico Venatoria Regionale 2013/2018.

Game Fair 2014, convegno sul tema “La gestione faunistica venatoria del fagiano” Nell’ambito del Game Fair 2014 si svolgerà il convegno sul tema “La gestione faunistica venatoria del fagiano” organizzato da Ambiente Network e la Scuola di caccia - Ars Venandi.

“L

a gestione faunistica venatoria del fagiano”, la crisi del fagiano e le sue possibili soluzioni, questo il tema di un convegno organizzato da Ambiente Network, il Network per la Conservazione, Tutela e Ripristino Ambientale e la Scuola di caccia - Ars Venandi nell’ambito del Game Fair 2014 a Tarquinia. Il declino del fagiano sta affliggendo ormai tutta l’Italia. Quali soluzioni per invertire la rotta? La moderna tecnica mette a disposizione del mondo venatorio rimedi efficaci ed economici per un radicale rinnovamento della gestione faunistica e venatoria di questa specie. Il convegno si svol-

gerà presso la Sala Convegni del Game Fair nella mattinata di domenica 1 giugno 2014 alle ore 11,00 con la moderazione del giornalista Dott. Giorgio Salvatori. Introduce i temi del convegno Stefano De Vita della Scuola di Caccia “Ars Venandi”; gli Autori (Roberto Mazzoni della Stella e Santilli Francesco) presenteranno il libro “La gestione faunistica venatoria del fagiano”. Il Prof. Francesco Maria Angelici esporrà il tema “E’ ancora utile effettuare ripopolamenti di fagiano?” mentre il Presidente Wetland Italia, Alessandro Pani, parlerà di gestione faunistico venatoria del fagiano nella Regione Lazio. Sarà poi la volta di Stefano De Vita che esporrà il tema “Tecniche di allevamento dei Fasianidi per scopo di ripopolamento”. Infine il dott. Cristiano Papeschi chiuderà la discussione con l’esposizione del tema riguardante “Le problematiche sanitarie nell’allevamento del fagiano”. Caccia Passione 7


Caccia e Migratoria: l’orientamento affettivo delle specie migratorie ANUU, l’orientamento affettivo delle specie migratorie, provata la capacità di attribuire un significato differente ai punti di riferimento su un determinato territorio.

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ree protette, ATC, mondo venatorio e “ambientalismo costruttivo” insieme, energia positiva per la valorizzazione dei territori della Campania. Questo il messaggio forte e chiaro venuto dal Convegno tenutosi a Gragnano il 21 maggio, sulla “Gestione del Cinghiale”. Una giornata di particolare importanza significativa per l’ambiente e il patrimonio faunistico campano e così utile anche a qualificare il mondo venatorio proponendolo in un ruolo protagonista per uscire dalla “crisi”. L’appuntamento tenuto a Gragnano, per “concretizzare” una produttiva gestione faustica, voluto dal Presidente della ATC di Napoli Dr. Sergio Sorrentino, in collaborazione con le Università di Napoli Federico II (Giuseppe Iovane, Adriano Santoro, Luigi Esposito), di Pisa (Claudia Russo), della Tuscia (Andrea Amici) ed il centro di Raccolta e Monitoraggio dell’ATC di Napoli, ha realizzato i proponimenti che si era prefissato. Per i risultati

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e la qualità delle proposte possiamo dire è andato oltre le aspettative e la vera novità è stata l’articolazione della rappresentanza dei “portatori d’interesse” che ha permesso di abbattere gli “steccati ideologici” di una vecchia ed anacronistica discussione che, pregiudizialmente, disconosceva il ruolo della gestione faunistico venatoria. Le testimonianze sono venute anche da quanti hanno preso parte alla giornata di studio: i Presidenti dei Parchi Naturali Regionali della Campania “Monti Lattari” (Giuseppe Guida), del “Bacino idrografico del Sarno” (Massimiliano Mercede) e il Direttore del Parco Naturale Regionale delle “Serre” (Francesco Maria Pititto). I lavori del Seminario dedicati alla “Gestione del Cinghiale: piaga dell’agricoltura-risorsa dei territori”, si sono svolti in sintonia con quanto richiesto già dal 1992 nella Convenzione sulla Diversità Biologica, grazie al confronto che si era svolto tra agricoltori, cacciatori, ambientalisti e mondo scientifico, già allora finalizzato alla conservazione del Pianeta. La diffusione generalmente incontrollata dei cinghiali è un problema molto sentito in Italia e riguarda l’intero territorio agro-silvo-pastorale: sia quello sottoposto alla gestione delle aree protette, sia quello disciplinato dalla normativa per la caccia programmata. I Danni alle coltivazioni e all’ambiente, i pericoli per gli incidenti stradali sono infatti riscontrabili sia dentro che fuori dalle aree protette, non hanno confini. Gli ungulati, inoltre, possono essere serbatoi di patologie trasmissibili all’uomo e alla fauna domestica e selvatica. Tuttavia, i suidi selvatici possono es-


News venatorie sere considerati una rilevante ed alternativa risorsa economica. Le loro carni, infatti, dopo un accurato controllo igienico-sanitario, possono rappresentare una importante sorgente di proteine nobili da includere negli itinerari di turismo ambientale. La giornata si è conclusa con gli interventi del Comandante Regionale del Corpo Forestale dello Stato (Vincenzo Stabile) e del Dirigente del UOD Pesca Caccia e Agricoltura (Antonio Carotenuto). I loro interventi hanno indicato la corretta via per trasformare il “problema”, in “risorsa” della comunità regionale. E di risorse, oggi più che mai, ha bisogno la collettività. La proposta scaturita è stata molto chiara – così ha commentato il Dr. Sergio Sorrentino, Presidente dell’ATC di Napoli – “occorre che la

corretta gestione del cinghiale sia inserita in una filiera “breve” che coinvolga tutte le competenze tecniche, di controllo e sociali per la lavorazione. Così potremo avere da queste carni prodotti di qualità per rappresentare quella migliore “Campania” da proporre al “gusto” dei cittadini del mondo, senza frontiere. Dalla discussione che ha coinvolto la plurale ed eterogenea platea – rileva ancora il Dr. Sorrentino – è emersa inoltre la necessità di istituire corsi di cacciatori di selezione, formati e riconosciuti ai sensi di legge, e corsi di “formazione sanitaria” rivolti ai cacciatori e agli operatori di filiera in modo da ottenere prodotti e servizi garantiti da quel marchio di qualità necessario, a garanzia dei consumatori italiani e non solo.

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Il primo Game Fair in diretta Streaming, la collaborazione fra Caccia Passione e Open Sky ha consentito a migliaia di appassionati di vivere le emozioni del Game Fair, alternando le interviste ai protagonisti con i momenti più emozionanti della manifestazione.

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ono passati ben 24 anni dalla prima edizione sulle sponde del lago di Bracciano, ma il Game Fair continua a crescere e a stupire. Tarquinia è la quarta location, come detto è partito dal lago di Bracciano e dopo sette anni è stato trasferito a Colle Salvetti, per poi tornare a Bracciano nella tenuta Santa Barbara e non più sul lago, che nel frattempo è stato trasformato in Parco Regionale, probabilmente il parco più insensato d’Italia, guarda Caccia Passione 10

caso istituito pochi giorni prima delle elezioni….. Da otto anni è stata scelta la tenuta Spinicci, splendida realtà sulle rive del Tirreno nel comune di Tarquinia, famosa per il suo museo etrusco e per una forte tradizione venatoria. Game Fair è stata la festa del vivere la natura, dove la caccia fa da elemento trainante, il Game Fair possiamo dividerlo in tre aree separate, il villaggio commerciale, le aree spettacoli e l’are dedicata al tiro. Il villaggio commerciale è co-


Eventi venatori

stituito da una serie di gazebo di varie dimensioni, qui esponevano le maggiori case produttrici di armi e accessori per la caccia, Beretta, con l’ampia gamma di fucili sovrapposti, semiautomatici e paralleli. Presi letteralmente d’assalto dai visitatori gli stand di Benelli e Franchi, da quest’ultimo era possibile farsi fare una fotografia con la splendida testimonial Giulia Taboga. Bignami presentava tutta la gamma di prodotti dedicati alla caccia di selezione con la carabina, esponendo tutti i maggiori marchi rappresentati fra cui Zeiss e Mauser. Swarovski e Nikon avevano attrezzato due torri dalla cui sommità si godeva di un ampio panorama, l’ideale per provare le ottiche, cannocchiali, lunghi e binocoli. Importanti anche gli stand di Rizzini e Fausti, considerevoli realtà della Val Trompia, sempre rimanendo nel comparto armiero, più piccoli ma non meno interessanti quelli di VI.MA, Iron Armi e Cosmi. Molto visitati Canicom e BS Planet, due realtà che propongono prodotti dedicati ai cani, quali localizzatori Gps, e tanti accessori legati al mondo dell’elettronica, telecamere, fototrappole, radio vhf e tanto altro. Sempre nel villaggio commerciale fra li stand più gettonati ci sono quelli delle Agenzie di Caccia, Montefeltro con la sua leonessa incanta tutti e fa pensare ad un momento oramai maturo per programmare il viaggio dei sogni o confermare programmi ormai consolidati. Grande l’offerta sia in Europa che nel resto del mondo, tante le organizzazioni con una vasta possibilità di scelta. Tanto spazio dedicato anche a tutto ciò che in qualche modo é collegato al mondo venatorio, allevamenti di cani, mangimi per cani e sel-

vaggina, attrattivi, accessori per armi, tiro alla fionda, abbigliamento venatorio e country, editoria con tutte le maggiori riviste di caccia e armi, le associazioni venatorie, per la prima volta riunite in uno stesso spazio, Federcaccia, Anuu e Arcicaccia. Un Paese dei Balocchi dove si potevano esaudire tutti i desideri. L’area tiro era dedicata principalmente al tiro a volo, con pedane, Beretta, Benelli, Franchi, Browning, Fausti e Rizzini, qui era possibile provare un innumerevole quantità di fucili, con un occhio particolare ai piccoli 28 e 410, tanto in voga in questo momento. Poi, chi voleva, si poteva cimentare nel tiro con l’arco, la forma di caccia primigenia, sportiva e impegnativa. Il Game Fair è anche e soprattutto la festa della caccia, e gli spettacoli lo rendono particolare e unico nel suo genere, sul ring centrale si sono susseguite ininterrottamente esibizioni di butteri, cani, cavalli, carrozze e, clou delle tre giornate, i Falconieri del Re, seguiti sempre con ammirazione e apprensione per le evoluzioni di aquile e falconi. Tutto questo e molto altro è quello che gli spettatori del Game Fair sanno di trovare alla grande kermesse, per questo migliaia di persone, con famiglie e bambini al seguito scelgono, scelgono Tarquinia per passare un fine settimana all’insegna delle passioni più pure, un momento per far avvicinare anche i più scettici al grande mondo della “Caccia”. Fondamentale l‘apporto di Caccia Passione che attraverso il proprio Portale giornalistico specializzato, ha tenuto incollate decine di migliaia di utenti ai loro Pc, Tablet e Smartphone per la Diretta streaming del Game Fair di Tarquinia con oltre 18 ore Live dai vari teatri della Fiera. Possiamo affermare con orgoglio che sicuramente molti degli appassionati che hanno seguito da casa la manifestazione, il prossimo anno, si organizzeranno per essere presenti di persona. Caccia Passione 11


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Stanziale

Fagiani grandi recinti a cielo aperto

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Fagiani grandi recinti a cielo aperto

Tutti i pregi dei grandi recinti a cielo aperto per un allevamento semi naturale. Qui ai fagiani è consentito imparare tutte le strategie di sopravvivenza gradualmente; se immessi in territori naturali diventerebbero prede fin troppo semplici non solo dei cacciatori ma di tutti gli animali che abitano il territorio

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a nascita e la crescita in cattività è un quella vera, la loro capacità di sopravvivenza è brutto affare, perlomeno se si parla di messa a dura prova. Il cambiamento è piuttofagiani. Una volta immessi nella natura, sto intenso e brusco e molti non ce la fanno; nel

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Stanziale giro di pochi giorni muoiono di fame o a causa di qualche predatore più preparato e audace. I rischi d’altronde sono tanti e l’habitat nel quale vengono immessi e una vera e propria giungla: • cambiamento della dieta. Se fino a quel momento il fagiano si è nutrito di mangimi, quando viene immesso in natura le cose cambiano di grosso. Dovrà imparare a nutrirsi di alimenti che per lui sono un vero e proprio mistero. Spesso e volentieri i volatili non sono per niente preparati al cambiamento e non solo per una questione d’abitudine, ma anche per condizioni fisiche. E’ noto infatti che la lunghezza dei ciechi dell’intestino negli animali allevati in cattività è piuttosto ridotta, vista la quasi totale assenza di componenti fibrose nell’alimentazione quotidiana fin a quel momento tenuta. Questo creerà grossi problemi ai fagiani che vengono liberati senza alcuna cautela. Si stima che siano tantissimi i fagiani che non

nente fisica entra in gioco anche quando si parla di muscoli pettorali: nei fagiani da allevamento sono davvero poco stimolati e sviluppati (le necessità di volo in cattività non sono poi così tante). Muscoli pettorali poco sviluppati, quando si parla di fagiani, significa scarse capacità di volo e dunque ridotte possibilità di aggirare i predatori. Se inoltre si tiene in considerazione che un fagiano allevato è comunemente più grasso dei suoi cugini selvatici si comprenderà che le possibilità di volo sono davvero ridotte; • pericolo malattie. Si tratta di un problema spesso sottovalutato. Forse non tutti sanno che i fagiani cresciuti in allevamento sono soggetti alla costante somministrazione di farmaci. Immessi in natura sono soggetti a un’infinità di malattie ed infezioni per le quali non hanno mai potuto elaborare difese; • mancata esperienza. Sembrerà strano, ma la grande maggioranza delle strategie di-

riuscendo ad adattarsi alle nuove condizioni fensiva che un fagiano adulto mette in essedi vita siano semplicemente morti di fame; re per la sua sopravvivenza, vengono apprese • tutta questione di pettorali. La compo- durante la giovane età osservando i propri Caccia Passione 15


genitori. I fagiani d’allevamento, non avendo un genitore di riferimento, difficilmente possono sviluppare una qualsiasi strategia diventando dunque prede piuttosto semplici. La soluzione Ovviamente l’allevamento offre sempre svantaggi per il fagiano che in seguito viene immesso in natura, per quanto esistano delle soluzioni che se non risolvono tutti i problemi, ci vanno vicino. Quella di cui parliamo oggi è re-

questa grandiosa soluzione ripagheranno nel tempo di ogni fatica. Scopriamo i principali: • alimentazione artificiale vs dieta naturale. Immettendo i fagiani in un recinto all’aria aperta, che comprenda nella sua estensione terreni coltivati e piccole porzioni di bosco i volatili avranno la possibilità di abituarsi lentamente alla nuova alimentazione senza che il cambiamento si dimostri drastico e nel peggiore dei casi mortale. L’in-

lativa ai recinti d’ambientamento a cielo aperto. Naturalmente le dimensioni del recinto dovranno essere ragionevoli, non inferiori ai quattro ettari, meglio se cinque. Solo in questo caso i benefici dei recinti possono essere considerati tali. Per quanto i costi di gestione e di realizzazione non siano esigui e anche la richiesta delle autorizzazioni possa a tutta prima demotivare, i vantaggi offerti da

testino avrà infatti modo di svilupparsi correttamente senza creare successivi problemi; • strategie di sopravvivenza. Grazie alla presenza alta vegetazione e arbusti i fagiani saranno per istinto portati a raggiungere i rami più alti fra i quali offriranno un ottimo riparo da predatori. L’utilità di questa operazione è duplice: la muscolatura si svilupperà notevolmente con conseguente miglioramen-

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Stanziale to del volo e lentamente si elaboreranno stra- potranno farvi ingresso: i fagiani ancora non tegie di sopravvivenza, in totale sicurezza; sarebbero pronti ad affrontarne le insidie. Non dovrà mancare l’acqua fresca e pulita, e Il recinto: ecco come ampie zone sabbiose, ottimo rifornimento di Per essere funzionante e offrire tutti i van- calcio. All’interno del recinto inoltre, con al pretaggi di cui abbiamo detto, è importante senza di una chioccia rustica, l’allevamento dei che il recinto rispetti alcune caratteristiche. pulcini sarà un gioco da ragazzi. Questa libera Tanto per cominciare le dimensioni, di cui di portare i più piccoli in giro per il recinto poabbia già accennato, dovranno essere parti- trà facilmente insegnare loro le strategie di socolarmente ampie. Nel territorio nel quale si pravvivenza e tutto in merito all’alimentazione.

deciderà di ricreare un recinto a cielo aperto sarà importante la presenza di una piccola area centrale boschiva, circondata da campi coltivati a cereali, foraggio ed erbe spontanee. In questo modo il fagiano troverà tutto quello di cui ha realmente necessità, dal frumento al mais, dall’erba medica agli insetti. Inoltre il recinto dovrà essere dotato di difese contro i predatori che in nessun caso

In ultimo ricordiamo che perché il recinto sia realmente utile è importante consenta l’uscita del fagiano che avrà la possibilità di sondare il mondo esterno e di far ritorno, quando lo desidera, nel suo campo di addestramento. Detto questo è bene ricordare che qualora necessario sarà possibile somministrare medicinali per quanto questo potrebbe compromettere il futuro adattamento in ambienti selvatici. Caccia Passione 17


caccia silenziosa alla

Beccaccia

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Migratoria

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Caccia silenziosa alla

Beccaccia

Dire no a campano e bepper e cacciare in silenzio. E’ possibile farlo solo in alcune circostanze ma è uno dei segreti per la riuscita della giornata di caccia.

E

’ un modo per riappropriarsi della natura, e per gustare il più prezioso tesoro che il bosco ci offre: il silenzio. Oggi la caccia per mille e un motivo non è più arte silenziosa, e specie quando si parla di quella alla regina dei boschi, la beccaccia, la tecnologia ha cercato di correre in aiuto del cacciatore. Esistono però dei cacciatori che hanno scel-

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to di restituire all’arte venatoria la sua dimensione taciturna, togliendo beeper e sonagli ai propri cani e gustandosi in silenzio la cerca del fantasma dei boschi. Ovviamente non è sempre possibile privare i propri cani di qualsiasi strumento acustico: prima di farlo, se non si vuole faticare troppo o peggio ancora trascorrere una gior-


Migratoria nata alla ricerca del fidato amico a quattro zampe, è meglio tenere in considerazione alcuni elementi. La scelta della caccia silenziosa è infatti influenzata da numerosi fattori, primi fra tutti la scaltrezza delle beccacce, il tipo di segugio con il quale si è scelto di cacciare e naturalmente la zona di caccia. La beccaccia smaliziata. Ce ne sono sempre di più diffuse su tutto il territorio italiano. Tutto questo a causa della fortissima pressione venatoria cui questa specie è stata sottoposta. Il risultato? La beccaccia non è più solo la regina dei boschi ma pure il fantasma della montagna, e vederla diventa praticamente

almeno di avvicinarla. Il tintinnio di un campano o di un beeper d’altronde sono in grado di metterla in allerta da diversi metri di distanza; è ovvio che cane e cacciatore non abbiano alcuna possibilità di trovarsela davanti. Il cane e la cerca. Prima di togliere al proprio cane campano o il beeper è bene prendere in considerazione il metodo di cerca che lo caratterizza, il genere di addestramento cui lo abbiamo sottoposto e la razza d’appartenenza. In linea di massima è possibile ammettere che una caccia silenziosa è consentita solo nel caso in cui il cane sia abituato a una cerca contenuta e poco ampia, metodica, di modo

impossibile: in alcuni casi si invola anche solo per lo sbattere di uno sportello. E come darle torto? La caccia in silenzio è spesso praticata dai cacciatori che hanno a che fare con questo genere di selvatico, specie durante la fine della stagione venatoria: solo in questo modo è possibile cogliere di sorpresa il volatile, e avere qualche possibilità se non di catturarla

che il cacciatore possa seguirlo molto da vicino senza necessariamente doverlo sentire. La caccia silenziosa è invece totalmente sconsigliata quando si caccia in compagnia di un ausiliare con cerca ampia, che sia stato addestrato a stare fuori mano del cacciatore conduttore. In questo caso il rischio è quello di trascorrere una giornata ad inseguire non Caccia Passione 21


smarrito il proprio cane, o di non poterlo localizzare in ogni istante provoca in diversi cacciatori una sensazione di ansia che in linea di massima compromette tutta la giornata di caccia. Per dirla semplice si rischia di cercare il cane fermo in ogni angolo di bosco, spesso senza successo. Peggio ancora se il territorio mal si conosce: insidie, punti ciechi o fortemente antropizzati sono una costante sorpresa che possono mettere in pericolo la sicurezza del cane privo di sonagli e l’intera giornata di caccia. Il consiglio dunque è quello di scegliere la caccia silenziosa a patto che si conosca per bene il territorio che si è scelto di frequentare, e soprattutto se non si cede con facilità all’ansia. Se le condizioni di cui abbiamo parlato sono rispettate, cacciare in silenzio potrebbe dimotanto la beccaccia quanto il proprio cane. Empatia fra conduttore e segugio. Si tratta di un altro elemento da prendere in considerazione: ci si può permettere di cacciare in silenzio solo nel caso in cui si abbia accanto un cane fortemente legato al cacciatore. Il cane d’esperienza, è ovvio, si prenderà qualche libertà ampliando di tanto in tanto la cerca, andando in alcuni casi fuori mano, ma se ben addestrato sarà in grado di mantenere il giusto collegamento con il proprio conduttore. Diversamente cacciare senza richiami acustici diventa davvero problematico. La conoscenza del luogo. La sensazione d’aver Caccia Passione 22

strarsi un ingrediente fondamentale per la caccia al fantasma dei boschi, che solo in questo modo potrà essere colto di sorpresa, specie durante la fine della stagione venatoria. Praticata dai cacciatori veterani, si sceglie di togliere beeper e sonagli ai propri cani solo dopo essersi scontrati con beccacce piuttosto sveglie e smaliziate. E’ a quel punto che scatta quell’atavico istinto predatorio, stimolato ancor di più dalla furbizia del volatile. Si priva il proprio cane di qualsiasi riconoscimento acustico e ci si gioca il tutto per tutto, restituendo una romantica pace all’arte più antica del mondo, quella della caccia.


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Caccia di selezione allo

Stambecco

sulle alpi

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Ungulati

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Caccia di selezione allo

Stambecco

sulle alpi

Elegante, altero, agile e fascinoso. Parliamo dello stambecco e della sua presenza sul territorio alpino, della protezione garantita alla specie e della necessaria caccia di selezione per abbattere il rischio di malattie e di epidemie.

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uella dello stambecco è una storia antica, antichissima. Fin da tempo immemorabile animale particolarmente ambito, la sua scomparsa dalla regione Caccia Passione 26

alpina avvenne già dal sedicesimo – diciottesimo secolo. La motivazione principale fu sicuramente quella del prelievo eccessivo e incondizionato. Cacciare lo stambecco d’al-


Ungulati tronde si dimostrava cosa davvero semplice dato che abituato a vivere su terreni aperti, si dimostrava facilmente individuabile dai cacciatori sempre più esperti e sagaci. Inoltre non solo la carne veniva utilizzata per un comune consumo, ma molte delle sue parti venivano impiegate nella cura di diversi mali. Dunque un animale utile da molteplici punti di vista, che riuscì a sopravvivere, in gruppi isolati e sporadici, esclusivamente nelle impervie regioni del Gran Paradiso, meravigliosa riserva di caccia dei regnanti italiani che fin dal 1821, visto la drastica situazione vissuta dallo stambecco, imposero una forte protezione all’animale. Nelle Alpi svizzere invece la reintroduzione dello stambecco, scomparso per le medesime motivazioni, risale al 1906, anno

all’Harder in località Interlaken. Questi 100 stambecchi furono i genitori delle nuove popolazioni a tutt’oggi presenti nelle Alpi Svizzere. Ad oggi, grazie soprattutto ad una politica di protezione attenta ed intelligente, lo stambecco sta lentamente ripopolando la zona alpina prediligendo come habitat le altezze fra i 1600 ed i 3200 metri di altitudine. Immancabili sono i versanti ripidi, rocciosi e ben articolati. Insomma andar alla scoperta di questo elegante ed altero animale non solo accenderà lo spirito d’avventura, ma consentirà al cacciatore di ammirare la meraviglia dei luoghi e la suggestione del paesaggio alpino. Solo durante la primavera lo stambecco abbandona le alture innevate e vive in zone a bassa quota, caratterizzate da dolci pendii

nel quale furono illegalmente importati 100 stambecchi d’Italia, contrabbandati dal Parco del Gran Paradiso e trasportati nel parco naturale di Pietro e Paolo ed in seguito

erbosi che lo accolgono per l’intera stagione. Impossibile non riconoscere uno stambecco: a caratterizzarlo principalmente è il suo corpo massiccio sorretto da arti corti e forti. La Caccia Passione 27


differenza di stazza fra maschio e femmina è notevole, e per distinguere l’uno dall’altra si potrà osservare anche la conformazione delle corna. Basti pensare che se il maschio riesce a raggiungere anche i 100 kg di peso, la femmina difficilmente supera i 50 kg. Entrambi comunque possiedono un fitto e irto pelo, ideale per sopportare le rigide temperature invernali, e quel colore chiaro che tanto li caratterizza è un dono della natura per rendere l’animale simbiotico con le rocce che lo circondano. Caccia Passione 28

Esattamente come accade con il cervo, anche per lo stambecco l’analisi delle corna ci potrà dire qualcosa di più sulla sua età. Sono gli anelli, nel maschio ben visibili, a consentirne la definizione più o meno precisa dell’età. Anche i nodi frontali, danno indicazione sulla maturità dello stambecco: si pensi che se ne forma uno ogni anno circa. Le corna possono raggiungere i 90 cm e un peso di 5 kg. Proporzionate alla stazza, e dunque molto più piccole sono invece le corna della femmina, che non superano i 30 cm. Quel che il cacciatore deve tenere particolarmente a mente durante la caccia allo stambecco, è a parte la sua capacità mimetica davvero spiccata, anche la sua agilità: è dotato infatti di zoccoli larghi e articolarti in maniera indipendente. Questo rende l’animale particolarmente adatto agli spostamenti su pareti rocciose scoscese e in zone di difficile accesso. Possiede inoltre una vista e soprattutto un odorato davvero molto sviluppate, eppure si lasciano avvicinare anche a brevissima distanza. Solamente nelle regioni in cui è consentita l’attività venatoria, l’animale si dimostra a ragione particolarmente difficile da avvicinare. Il cacciatore inoltre dovrà ben conoscere le


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abitudini comportamentali dell’ungulato che durante l’estate si dimostra particolarmente attivo fin dalla mattina, mentre in inverno l’attività dell’animale comincia più tardi e si conclude nel tardissimo pomeriggio. I ripari ideali sono fra le rocce, in luoghi praticamente impossibili da trovare e raggiungere. La drastica protezione di cui sono stati oggetto ha consentito alle popolazioni degli stambecchi di rimpinguarsi notevolmente durante il secolo scorso, tanto che solo in Svizzera negli anni novanta del novecento si sono superate le 14000 unità. Ecco perché in diverse località alpine la caccia selettiva allo stambecco, con ovvie limitazioni è stata reintrodotta. Nel Canton Grigioni si parla di caccia selettiva fin dal 1977, nel Canton Berna fin dal 1980. Nel Ticino la caccia selettiva allo stambecco è stata riaperta dal 1995. A rendere necessaria la riapertura della caccia di selezione allo stambecco è stato principalmente l’incremento esponenziale della specie, degli animali vecchi, malandati e malati che necessitavano d’essere selezionati. E’ stato questo a rendere per lo meno auspicabile in

alcune località il prelievo venatori controllato ed intelligente, per la protezione della stessa specie da malattie e indebolimenti inesorabili. Località nelle quali la presenza dello stambecco aumenta esponenzialmente di anno in anno sono soprattutto la Val Verzasca e la Valmaggia in Bavona dove di recente è stata consentita la caccia di selezione dell’ungulato. Tutto questo allo scopo di stabilizzare il numero di capi che compongono le colonie, e con il fine ultimo di limitare i rischi di malattie e di epidemie quali la rogna sarcoptica che è stata capace di decimare la popolazione di stambecchi nel Trentino. Inoltre è bene sottolineare che le zone nelle quali la caccia di selezione allo stambecco sono consentite sono località marginali, particolarmente distanti dagli itinerari più battuti dagli escursionisti. Insomma ad oggi la caccia allo stambecco si dimostra altamente regolamentata, di selezione e volta in special modo a rinforzare la presenza dello stambecco sul territorio alpino italiano e non. Da ricordare inoltre che la specie è regolarmente cacciata in Svizzera, in Austria, ed in Slovenia. Caccia Passione 29


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Caccia e cacciatori

Softair

quando la guerra diventa gioco

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Softair

quando la guerra diventa gioco Il Softair è un gioco tattico apparso alla fine degli anni ’80, per partecipare al quale serve un fucile…elettrico che spara pallini di plastica, totalmente inoffensivi. Sempre più persone, senza distinzione di sesso, si stanno avvicinando a questo gioco, considerato divertente ed in grado di creare spirito di gruppo.

I

l softair o soft air o tiro tattico sportivo è un’attività ludico-ricreativa di squadra, la quale è basata sulla simulazione delle tattiche militari.

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Il softair si pratica utilizzando le Air Soft Gun (in inglese letteralmente arma ad aria compressa), da cui appunto prende il nome. Esso spazia da un approccio meramente ludico ad un ap-


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proccio sportivo, da un approccio ricreativo ad un approccio strategico-simulativo. La principale caratteristica del Soft Air è quelle di essere un gioco totalmente inoffensivo, non violento e basato sul corretto confronto sportivo. Tali qualità lo hanno reso utile ed istruttivo da molte aziende, le quali lo promuovono all’interno delle stesse al fine sviluppare il team building, il problem solving e la formazione aziendale in sè. Il nome deriva dall’inglese, sebbene in inglese il gioco sia chiamato airsoft o air soft. Come si gioca al Softair? Occorrono innanzitutto tanti amici, l’attrezzatura adatta ed un luogo dove poterlo praticare. Gli amici basta cercarli, oppure mettersi in contatto con i vari gruppi/associazioni che praticano il gioco. Per quanto riguarda l’attrezzatura serve una maggiore spiegazione. Le armi del softair sono repliche, più o meno esatte, delle armi vere, con la differenze che le prime sparano innocui pallini di plastica. A spingere questi pallini, contenuti in un caricatore dalla capacità media di 500, è un motore elettrico installato all’interno

dell’arma giocattolo ed azionato da batterie. Il meccanismo consiste in una serie di ingranaggi che azionano una molla che comprime l’aria e spinge il pallino all’esterno. I pallini, nella maggior parte della dimensione di 6mm di diametro, possono essere composti: • da materiali plastici; • da materiali inerti o biocompatibili; • da materiali biodegradabili. Il peso dei tre tipi di pallini più utilizzati è compreso tra i 0,20g ed i 0,30g. Esistono anche pallini con grammatura inferiore, da 0,12g e 0,15g, e grammature superiori, 0,32g 0,35g e 0,40g, anche se raramente vengono usati in quanto i primi troppo soggetti a deviazione del vento e i secondi in quanto si perderebbero alcuni metri di gittata utile. Oltre alle armi, occorre un vestiario ed un’attrezzatura di tipo militare (mimetica, anfibi, fumogeni di libera vendita, un visore notturno solo per citarne alcuni) e soprattutto occhiali protettivi o maschere intere. I pallini di plastica, infatti, se “sparati” a distanza sul corpo non fanno male e non procurano danni, Caccia Passione 33


ma gli occhi è bene preservarli in ogni caso. Il gioco si svolge in aree create appositamente per l’occasione e consistono nella maggior parte dei casi in boschi, terreni e case abbandonate, previa autorizzazione delle forze di pubblica sicurezza. Questo è un aspetto molto importante, da non trascurare assolutamente, poiché potrebbero crearsi dei problemi nel caso in cui qualcuno segnalasse la presenza di persone in assetto da combattimento. Le armi giocattolo del softair, ricordiamo, assomigliano esteticamente in tutto e per tutto alle armi vere! Si creano due squadre, una attacca e l’altra difende. Le modalità di gioco sono : • Cattura la bandiera o postazione avversaria che può essere: 1. Attaccanti contro Difensori: viene posizionata una bandiera obiettivo, la difesa vince se l’attacco non conquista la bandiera entro un tempo limite prefissato 2. Doppio Attacco/Difesa: con due Bandiere, vince chi cattura la bandiera nemica e la riporta al proprio campo • Deathmatch a squadre, in cui vinCaccia Passione 34

ce chi elimina tutta la squadra (senza “rinascita” dei giocatori) o chi elimina più avversari (con “rinascita”) • Liberazione di un prigioniero • Distruzione della squadra avversaria • Tutti contro tutti Molto importante nel Softair è l’autodichiarazione nel momento in cui si viene colpiti. Infatti, è necessario tenere un comportamento sportivo ed onesto nel momento in cui si viene colpiti, al fine di rendere il gioco divertente ed esente da contestazioni, le quali potrebbero scaturire se un giocatore colpito continuasse l’azione non dichiarandosi. Coloro che non si auto-dichiarano “morti” devono, necessariamente, interrompere l’azione, gridare “morto!” e allontanarsi dal campo di gara senza parlare ai propri compagni per non dare informazioni sulla posizione del nemico. Chi non rispetta questa legge fondamentale viene “bandito” dal gioco e, in alcuni casi, dai gruppi e associazioni. Il softair è stato oggetto di critiche circa il fatto che dopo una “battaglia”, vengono spar-


Caccia e cacciatori si nel campo di gara mediamente 2500 a giocatore. Questi pallini non possono essere recuperati e quindi rimangono nell’ambiente. Molti giocatori, però, affermano che i pallini sono di plastica e quindi un materiale inerte. Sono in vendita anche pallini biodegradabili, ma questi vengono considerati pochi efficaci per gittata e precisione. In conclusione, il softair rappresenta un modo per trascorrere le giornate all’aria aperta in compagnia di amici. Il softair vede crescere sempre di più il numero degli appassionati e delle associazioni che si sfidano tra loro, ospitando gli avversari in “casa” propria. La cosa più bella della guerra simulata è che quando hai sparato ad un avversario, lo vedrai un secondo dopo rialzarsi in piedi e dire “mi hai fregato, ma la prossima volta sarà io a farlo”.

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Ungulati

Primavera tempo di Caprioli

Come ormai da alcuni anni, con l’avvento della caccia di selezione anche nelle regioni del Centro Italia, giugno corrisponde con l’apertura della caccia al folletto rosso. Purtroppo come spesso accade nel nostro paese i periodi di caccia sono differenti da regione a regione e talvolta anche fra le varie provincie, pertanto non mi dilungherò in una serie di date che spesso vengono modificate anche all’ultimo momento, ogni cacciatore s’informerà presso il suo organo gestore. Pensiamo piuttosto alle attrezzature alle modalità di caccia, generalmente l’unica forma consentita è quella da appostamento fisso, una forma che consente abbattimenti precisi e ben ponderati, nonché la possibilità i osservare la natura da una posizione privilegiata,senza interferire sulla vita della selvaggina presente. La prima preoccupazione sarà quella di trovare la posizione migliore per realizzare il nostro appostamento, dovremo considerare innanzitutto la posizione del sole, così da non averlo di fronte nelle ore di caccia, le prime dell’alba e le ultime del tramonto, vi assicuro che appostamenti prolungati con il sole in faccia, specialmente nei mesi estivi, possono essere particolarmente snervanti, anche i venti do-

minanti sono importanti, spesso in condizioni di bel tempo avremo il vento dalla stessa direzione. Poi bisognerà trovare la posizione migliore per dominare il territorio, così da avere il maggior campo visivo possibile, cercando d’individuare le più probabili “strade” frequentate dalla selvaggina. Molto importante, quando possibile, studiare bene la via di avvicinamento all’appostamento, questa dovrà essere il più possibile protetta, l’ideale sarebbe avere la possibilità di approcciarsi in assoluto silenzio e copertura, spesso capita che al nostro arrivo, specialmente la mattina prima dell’alba, che i caprioli siano già sul campo prospiciente l’appostamento. L’appostamento potrà essere a terra o costituito da un’altana, in entrambi i casi dovrà essere ben coperto, comodo e con un appoggio stabile, consiglio di posizionare una tavola orizzontale nella parte frontale, costituirà un ottimo appoggio per la carabina e per tutte le cose che ci portiamo e che abbiamo bisogno di avere sempre a portata di mano, binocolo, lungo, telemetro, macchina fotografica. Caccia Passione 37


Quest’ultima consiglio sempre di portarla con se e tenerla a portata di mano, può capitare di assistere a scene divertenti o ad incontri con animali insoliti che ci farà sempre piacere immortalare. L’arma sarà una carabina bolt action o basculante, in calibro piccolo o medio, ritengo che i calibri migliori siano quelli fra i 6 e i 6,5 mm, capisco che molti cacciatori avendo la possibilità di acquistare un solo calibro per più cacce si orientino verso i calibri 7 mm, quali i 7x64 o il 7RM o verso il calibri .30, come il 30.06 e il .308, soluzioni ottime purché si usino palle non troppo distruttive che rovinerebbero le carni in maniera considerevoli. In questo tipo di caccia una funzione fondamentale l’anno i sistemi ottici, binocoli, cannocchiali lunghi. Il cannocchiale sceglieremo un ottica luminosa che ci permetta di sfruttare anche le condizioni di luce peggiori, Caccia Passione 38

pertanto con campana da 50 o 56 mm, e un numero d’ingrandimenti che arrivi almeno ai 12 ingrandimenti, che ci permettono un tiro accurato anche oltre i 200 metri. Il binocolo varierà dai 8 ai 10 ingrandimenti con ottica da 40 fino a 50 mm, anche in questo caso, nell’appostamento un binocolo potente, quale un 10x50 sarà di sicuro vantaggio, ma al contempo più pesante, mentre un 8x40 è adatto anche alla caccia alla cerca e molto più polivalente. Per ultimo il “lungo” strumento utile, anche se non indispensabile, quando ci troviamo in appostamenti con ampia visuale, spesso con il solo binocolo non sarà possibile valutare le classi di età dei caprioli e l’ausilio di questo strumento sarà particolarmente utile e consentirà maggiori possibilità di successo. A questo punto non mi resta di augurare un forte “in bocca al lupo”!


Ungulati

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Cani da caccia

Alla ricerca del

Setter perduto

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Alla ricerca del

Setter perduto

Setter di ieri e di oggi a confronto: come l’ideale del setter perfetto si è evoluto cambiando nel tempo.

E’

il cane più amato dagli italiani, cacciatori e non solo, una razza che nel bene e nel male è diventata famosa e che oggi vive sotto i riflettori. Eppure la razza la conoscono davvero in pochi: parlarne è un conto, sapere realmente con che canesihaachefareètuttounaltropaiodimaniche. Per quanto alcuni professionisti del settore siano dell’opinione che il setter inglese così come si mostrava decenni fa non esiste più, è più probabile che la razza di oggi non sia per niente peggiore di quella di ieri: sbaglia dunque chi va alla ricerca del setter perduto, ad essere cambiata, in fondo è soCaccia Passione 42

lamente l’idea che noi abbiamo della razza. Questo non significa che il setter di cinquant’anni fa non fosse diverso da quello odierno: il tratto che maggiormente li differenzia è la fortuna. I setter di ieri erano piuttosto fortunati visto che dalla loro avevano la selvaggina, quella vera, da cacciare che niente ha a che vedere con gli esemplari che oggi si immette suoi territori di caccia, rassegnati e storditi. Per il resto il segugio è rimasto grosso modo invariato nei tratti e nei caratteri che spesso vengono elogiati tanto da aver reso il setter inglese una vera e propria super star che si allontana purtroppo dalla realtà. E’ infatti piuttosto dif-


Cani da caccia ficile trovare un animale che corrisponda perfettamente all’ideale di razza che con gli anni si è venuto a creare. Conoscere il setter inglese significa infatti mettere in luce i suoi pregi (cosa che in tanti hanno già fatto piuttosto bene), ma anche conoscerne i lati oscuri, i difetti che ad oggi stanno diventando piuttosto comuni. I talloni d’Achille del Setter Inglese. Piuttosto spesso si sente dire, con una certa ironia che non esiste un solo setter, ma almeno quattro: uno è da esposizione, uno è da gara, uno è da caccia è l’altro è da scaccia. Di quest’ultima tipologia si parla davvero poco, eppure chi ama la razza è bene ne conosca anche i difetti che diciamocelo, non sono pochi. Non è raro incontrare setter inglesi particolarmente paurosi: temono lo sparo, timore che può essere recuperato, ma che non di rado torna. Spesso la loro capacità olfattiva non va in parallelo con la loro velocità; non lo si dice spesso ma non di rado si incontrano esemplari testardi e soggetti alla ribellione durante il dressaggio, con taglie sempre più piccole (è lontano ormai il problema del gigantismo). Sempre più di si incontrano esemplari con mancanza di frangiatura o con problemi di displasia. Inoltre non tutti i setter presentano nel galoppo e nel movimento quello stile elegante che è loro richiesto e che è diventato uno standard, carenza probabilmente causata dal desiderio eccessivo di incrementare la velocità della razza tramite unioni poco proficue. Caccia vs gara. Alla base di questa idealizzazione forzata della razza è probabile ci sia il fatto che negli ultimi anni il setter inglese è diventato, è triste dirlo, un cane da spettacolo. Tutta colpa dell’eccessiva importanza che si regala alle gare e alle prove cui sempre più di frequente i setter vengono iscritti. Il problema è che le prove sono una cosa, la caccia, quella vera è

tutto un altro paio di maniche: chi ha visto un setter inglese correre per cacciare questo lo sa piuttosto bene. D’altronde la vera efficienza il setter la deve dimostrare quando attraversa e vive un terreno difficile, accidentato, naturale. Le giornate di caccia durano molto più dei 15 minuti di prova: sul campo di caccia il setter più ritrovare sé stesso e dimostrare quanto vale. Gli si potrà allora richiedere di dare il massimo in qualsiasi situazione e in qualsiasi ambiente, ma soprattutto di mantenere sempre stretto il legame con il proprio conduttore e sui

terreni di caccia sì che è difficile farlo. Si tratta di attitudini che dovrà saper mettere in mostra anche quando sarà stanco da una giornata di caccia, affaticato ma sinceramente felice. Ecco perché se davvero si è convinti che il setter sia stato perduto e sia da ritrovare, il campo migliore per farlo è quello di caccia e il cane da elogiare è quello che partecipa per davvero alle giornate venatorie e che a tempo viene iscritto alle gare. Quello sì che è un campione perché anche lontano dai riflettori è stato in grado di superare tutte le prove che la natura e il selvatico gli hanno riservato. Caccia Passione 43


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Cinofilia

L’importanza dell’

Allenamento

primaverile ed estivo Caccia Passione 45


L’importanza dell’

Allenamento

primaverile ed estivo

Molti cacciatori, a stagione venatoria conclusa, tendono a far riposare il proprio cane probabilmente un po’ troppo rischiando così non solo di farlo impigrire eccessivamente ma anche di fargli perdere gli stimoli e le capacità acquisite durante l’addestramento e la pratica fatta sul campo a stagione aperta.

D

obbiamo ricordare che il nostro cane non è un semplice strumento come il nostro fucile, che possiamo pulire e mettere da parte a fine stagione per poi riprenderlo ugualmente efficiente alla successiva riapertura. Tenere in allenamento i nostri cani da caccia in modo costante è di fondamentale im-

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portanza soprattutto durante il periodo di chiusura della stagione venatoria. E’ bene entrare nell’ottica che il nostro cane è paragonabile ad un atleta e come tale ha bisogno di continui stimoli e costante allenamento per tenersi in forma e per evitare che il tempo speso nell’addestramento venga sprecato.


Cinofilia

Purtroppo si tratta di un errore abbastanza comune tra i cacciatori che spesso, alla chiusura della stagione, vuoi per disattenzione, vuoi per mancanza di tempo o per altre cause, non portano fuori il proprio cane da caccia per tenerlo anche solo minimamente in movimento. Si preferisce il più delle volte, invece, farlo

uscire solo qualche giorno prima della riapertura della caccia tanto per rinfrescare l’allenamento o addirittura per addestrarlo in tempi ristrettissimi; il risultato però è spesso poco soddisfacente in quanto così facendo potremmo ritrovarci un cane stanco, che si affatica facilmente e che altrettanto facilmente si distrae perdendo interesse per la caccia. Inutile poi adirarsi con il cane se dopo poco tempo di attività sul campo tende a fermarsi per riposare. Vediamo invece come dovrebbe comportarsi un cacciatore che voglia tenere il proprio cane in perfetta forma ed efficienza sul campo di caccia. Innanzitutto sarebbe bene individuare le Z.A.C., Zone di Addestramento Cani più vicine o facilmente raggiungibili oppure dei quagliodromi, qualora ve ne fossero nei paraggi; in questi spazi appositamente dedicati il cane avrà la possibilità di allenarsi nella caccia senza alcun problema. Il nostro amico a quattro zampe potrà correre a piacimento soddisfacendo così la propria voglia di libertà ed allo stesso tempo mantenersi allenato ed in perfetta forma, pronto per l’apertura della caccia. In queCaccia Passione 47


sto modo non solo il fisico si manterrà allenato ma anche il benessere psichico del cane ne avrà beneficio; inoltre durante le giornate di allenamento avremo la possibilità di esaminare bene il nostro compagno di caccia notando eventuali patologie o difetti che ne potrebbero limitare le capacità e, qualora possibile, tentare di correggerle prima dell’apertura della stagione. Nel momento in cui decidiamo di portare il nostro cane fuori per una giornata di allenamento nel periodo estivo o tardo primaverile sarebbe meglio evitargli una prolungata esposizione al sole cocente in modo da non correre il pericolo del colpo di calore. Gli orari migliori per il cane, ma anche per il proprietario, sono ovviamente quelli del primo mattino o del tar-

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do pomeriggio. Nel caso di lunghi periodi di fermo per il cane, sarebbe meglio non strafare e riprendere l’attività fisica gradualmente senza far sforzare troppo il nostro amico. Non dimentichiamo infine che anche il migliore allenamento può essere vanificato se l’alimentazione del cane non è adeguata e rivelarsi con il tempo dannosa per la sua salute. Per evitare ciò sarebbe opportuno seguire poche semplici regole alimentari, prima fra tutte l’acqua: soprattutto nel periodo primaverile ed estivo al cane non dovrà mai mancare dell’acqua fresca, specialmente se sottoponiamo il cane a periodi di attività fisica. A seguire, ovviamente, di grande importanza è il cibo che somministriamo al nostro amico: il tipo di dieta dovrà essere


Cinofilia più leggera e fresca nei periodi caldi. L’alimentazione del cane, come per gli esseri umani, è fondamentale per conservare una buona forma fisica; fare attenzione alle giuste proporzioni di cibo degli alimenti, può aiutare non solo la qualità di vita dell’animale, ma può al tempo stesso aumentare la vita media dello stesso. Il cane ha bisogno di proteine, zuccheri, grassi, vitamine e minerali. In un pasto giornaliero è sufficiente somministrarne una dose di cibo che contenga almeno il 20% di proteine. Anche gli zuccheri sono importanti, ma non tutti vengono assimilati con facilità dall’animale che in genere tollera glucosio e saccarosio ma ha difficoltà nel metabolizzare il lattosio. L’apporto di zuccheri è im-

portante sia come fonte d’energia, sia come regolatore dell’attività della flora batterica. Per quanto riguarda i grassi, sono ammessi nella dieta del nostro cane ma nella giusta misura; questi non devono infatti superare il 10% nel pasto giornaliero: gli eccessi portano ad un aumento di peso ed anche ad una maggiore predisposizione alla malattia ed alla vecchiaia precoce. Fondamentali infine sono le vitamine ed i minerali che troviamo presenti in diversa quantità in tutti gli alimenti. Meglio quindi non esitare, approfittate dei momenti liberi, prendete il vostro cane e portatelo fuori tenendolo in allenamento per farlo arrivare all’apertura di stagione in perfetta forma e con lo spirito giusto!

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Rizzini BR550

l’express a canne affiancate come stile comanda

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Fucili da caccia

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Rizzini BR550

l’express a canne affiancate come stile comanda

Da quando pochi anni fa la Rizzini ha inserito nell’ampio panorama di sovrapposti anche la doppietta non poteva mancare la versione a canne rigate, quella che davvero ha il diritto storico di chiamarsi express.

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l lessico ha un suo specifico valore e serve a dar connotazione a un prodotto o a un particolare: nel settore armiero molti termini provengono dall’inglese o dal tedesco dove inventori e costruttori hanno dato loro le origini e poi qui da noi vengono tradotti o ripresi di sana pianta se la loro fonetica si presta a una

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facile pronuncia e a un suono gradito. Express è parola magica che richiama savane africane o insidiosi percorsi indiani a dorso di elefante. Sembra sia stato Purdey a denominare così uno dei suoi primi due canne rigati, tecnicamente double barrel rifle, apparsi nella seconda metà dell’Ottocento per cacciare gli animali perico-


Fucili da caccia losi, ed express era termine mutuato dagli Express train, quei treni veloci dell’epoca, imperiosi emblemi di potenza e insostituibili mezzi per i lunghi spostamenti via terra quando auto e autostrade erano ancora di là da venire. La bellezza di questi fucili derivava dalla classe somma delle doppiette a canna liscia, da un’ingegneria e da menti di altissimo livello, dalla raffinatezza esecutiva spinta al massimo grado. Intanto nei paesi di lingua tedesca erano già in uso i Bockdoppelstutzen, la stessa soluzione montata però su un due canne sovrapposte. Differivano le finalità: da un lato l’incontro ravvicinato con selvatici fieri e pericolosi, dall’altro il faticoso avvicinamento a selvatici elusivi, ma il tutto su terreni montani, difficili e insidiosi. Sullo stile c’è poco da dire anche per chi, come noi, è amante delle armi

tà tecnica al tiro delle due canne sovrapposte deve cedere il passo alla classe delle due affiancate. Solletichiamo un poco questo presupposto tecnico mentre ci rigiriamo fra le mani una delle ultime realizzazioni della Rizzini®, la doppietta rigata BR 550 messa a disposizione dal Signor Battista che ne è il papà. Perché creare il due canne parallele quando già l’azienda aveva fior di sovrapposti rigati? Per lo stesso motivo grazie a cui si va a un incontro importante con un abito scuro e non con uno spezzato se non si desidera passare da improvvisati o da originali a tutti i costi: Franck Sinatra poteva arrivare in maglioncino a una festa dov’era richiesto lo smoking, tanto tutti sapevano che ne aveva una trentina nell’armadio, così come oggi un altro maglioncino, scaramantico e apotropaico, ha rubato la scena

mitteleuropee: forse il parallelo fra champagne e birra può sembrare ingeneroso, ma rende una prima idea. Poi un Bockdoppelstutzen di Merkel o di Sodia ha tali e tante raffinatezze da muovere i precordi e torna sempre utile il detto di non far di tutta l’erba un fascio. Una cosa ci pare incontrovertibile: la superiori-

agli abiti classici sulla ribalta automobilistica. Ma questa è un’altra storia. Anche la caccia ha le sue regole, alcune codificate e scritte, altre impresse nell’animo e sovente queste ultime valgono più delle prime; caliamoci in una realtà viva e vivace come la caccia al cinghiale e scopriremo quanto siano diverse le situazioni Caccia Passione 53


in cui ci si può trovare. La braccata in montagna o in certe zone della Maremma è aperta a molte soluzioni, la gente che le frequenta ha, in quei frangenti, uno spirito che richiama caccie ataviche dove il raggiungimento del fine fa premio su tutto, o quasi. Ben vengano allora abbigliamenti rudi e tecnici così come nei fucili i semiautomatici rigati o lisci, le carabine con i lesti movimenti in linea e quanto possa

consentire fuoco rapido e preciso con calibri determinanti. Altra cosa ritrovarsi invitati o primi attori in una riserva dove l’incontro fra le persone riveste un’importanza tutt’altro che secondaria, e tutto quel che il cacciatore ha con

sé deve possedere quel fascino proprio delle cose non soltanto funzionali, ma ugualmente di classe. Già le due canne rigate possiedono tale prerogativa, maggiorata se sono parallele: il cinghiale non si accorgerà della differenza, ma voi stessi per primi dovrete percepirla, non per effimero esibizionismo, ma per intima soddisfazione e compiutezza di azione. Che cosa si richiede all’express? Facilità di Caccia Passione 54

imbracciatura, messa in mira e bilanciatura così da attuare un tiro alla corsa come se si avesse fra le mani una doppietta per un drive a fagiani, equilibrio statico e dinamico con scatti netti e di medio peso per conseguire il risultato anche sul secondo colpo, senza che il primo ci abbia messo completamente fuori mira, una massa proporzionata perché non sia troppo greve reggerla sulle braccia e nemmeno troppo leggera per assorbire il rinculo di una buona cartuccia. Vediamo allora la bascula della misura ridotta, compatta, del tipo integrale e con dorso chiuso, seni molto in risalto, rinforzi laterali spessi e ben modellati per garantire resistenza nel punto critico dove potrebbe originarsi una frattura, due tenoni con doppia Purdey inferiore più una terza Purdey del 2° tipo che coadiuva quella principale e funge anche da registro all’estrattore. Chiave superiore in sol pezzo con il proprio perno, aderente alla codetta superiore al cui apice è inserito il tasto della sicura. Gli scatti su batterie corte garantiscono celerità di intervento e lo sgancio è demandato a un monogrillo: la scelta muove all’anatema e a una conseguente guerra di religione, ma subito la razionalità e la bonomia del Signor Battista rimettono le cose in pari. Il costruttore ci spiega come molti freschi clienti di queste armi non abbiano ancora la giusta manualità nel gestire lo scatto a due grilletti e il rinculo può generare la partenza dei due colpi quasi in simultanea. Dagli States abbiamo importato parecchie cose, fra queste l’insano concetto che se ci si fa male è sempre colpa di un altro, mai della nostra dabbenaggine o incompetenza. Ergo meglio lasciar da parte quella bella prerogativa di due fucili separati montati su un calcio unico, così da poter far comunque fuoco almeno con una canna, e approdare all’idea di un banale, pratico monogrillo che certo non darà grane al cacciatore meno esperto e nemmeno al fabbricante. Le canne lunghe 60 cm sono unite con il sistema del monoblocco di culatta che, con i sistemi di saldatura attuali,


Fucili da caccia garantisce buon risultato a costi sostenibili: la mezza bindella superiore presenta un elegante raccordo a lancia e fresature per il montaggio di un’ottica. Le mire aperte vedono la tacca regolabile in deriva, dotata di due riferimenti in plastica rossa ai fianchi della U centrale, e il mirino, sempre in plastica traslucida rossa, fissato a uno zoccolo e regolabile in elevazione. Fra i due vivi di volata è inserita una brugola per eventuali aggiustaggi della convergenza su una data munizione. Le distanze di ingaggio

Brenneke, nato agli inizi del Novecento, rappresenta tuttora una delle migliori cartucce in assoluto. Il collarino consente l’estrattore con la sola bisellatura, senza unghiette a molla sempre delicate, e le pressioni sono studiate proprio per i basculanti, quindi meno aggressive delle consorelle da carabina. La sezione maestra della palla è già una bella garanzia di successo che si unisce alla densità sezionale garantita appunto da tale fattore e dal peso dei proiettili che possono raggiungere i 177 grani. Una va-

della bestia nera sono solitamente limitate ed ecco che la maggior precisione delle due canne rigate sovrapposte, vere sulle ampie metrature, non sono qui determinanti. Il legno di noce venato presenta il calcio con appoggia guancia arrotondato su linee diritte molto classiche; pregevole il disegno della testa e le specchiature laterali con raccordi accurati così come tutta l’incassatura realizzata con legno leggermente a crescere. Concessioni alla modernità: calciolo in legno riportato e asta a coda di castoro. Il calibro camerato nell’esemplare in visione è il 7x65R: scelta eccellente perché il 7 mm di

sta scelta è garantita dai maggiori fabbricanti e tuttora le palle di Brenneke, ad esempio le TIG e le TUG, consentono di affrontare cinghiali anche di peso assai elevato e di vitalità eccezionale. Vale poi sempre la regola di piazzare il colpo là dove si deve, ma un po’ di margine questa cartuccia lo concede favorevolmente. Un fucile quindi che riprende concetti tuttora insuperati per l’uso specifico cui è destinato, abbinato a una cartuccia sempre ai vertici della propria categoria per concedere soddisfazioni impareggiabili a chi sappia scegliere con oculatezza i proprio mezzi di caccia. Caccia Passione 55


La cartuccia 7x65 R di

Brenneke

La misura dei 7 mm è considerata la proporzione aurea dei proiettili da caccia media e gli studi di Wilhelm Brenneke datati agli inizi del Novecento avevano individuato le proporzioni per giungere a una cartuccia equilibrata e di ottima valenza su prede diverse.

M

ancano solo tre anni al centenario di questa superba realizzazione del grande inventore tedesco e la 7x65R, cosĂŹ come la sorella 7x64 per carabi-

Caccia Passione 56

na, gode di ottima salute grazie a un impianto originario che ha coniugato nelle parole equilibrio ed efficacia le sue prerogative. Senza scomodare i magnum questo bossolo di una


Munizioni certa capienza, è vero, ma non debordante, si presta bene a gestire un ventaglio di proiettili ampio e funzionale: se nei fucili a otturatore il calibro aveva subito negli anni dopo la II GM una notevole flessione, ora ha ripreso quota grazie alla maggior conoscenza degli appassionati, più dediti allo studio e alla sperimentazione e meno preda della pubblicità. Osservando per contro la versione R adatta ai basculanti vedremo come insieme alla 6,5x57R sia sempre stata sulla cresta dell’onda camerando i fucili misti e i kipplauf di tradizione centroeuropea con piena soddisfazione degli utenti. Nei primi decenni del secolo passato la 7x65R era cartuccia polivalente e narra la tradizione che, in quel periodo, siano caduti

quella botta più secca e decisa, garante di un maggior braccio operativo e quella solita virgola in più di letalità su un colpo non proprio perfetto. Sta di fatto che per molto tempo la 7 mm in esame ha espresso la maggior conservazione di energia ai 500 metri, superando bellamente mostri sacri come il Super .30 di Holland. Purtroppo si è sovente portati a giudicare le cariche leggendo i valori numerici alle varie distanze, con velocità, energia cinetica e calo di traiettoria; più difficile penetrare nei valori meno quantificabili, ma di notevole valenza, raggruppati in quelle locuzioni anglosassoni del killing power, stopping power e via elencando. Ogni tanto ci facciamo prendere anche noi da queste discussioni elencando

molti più cervi sotto i suoi colpi di tutti gli altri messi insieme: oggi pare bello usare mezzi di maggior spicco e la stessa Germania con Otto Schuler aveva creato la splendida 8x68S con

fatti oggettivi a cui tuttavia non si riesce a dare un seguito scientifico. L’idea comunque di un rapporto ottimale fra velocità, massa e area retta del proiettile quindi densità sezionale, Caccia Passione 57


fattore di forma, cessione di energia e quant’altro ci dovrà essere e, a nostro sommesso parere, in questa cartuccia ci sta a meraviglia. L’adozione di un passo di rigatura stretto consente l’impiego di palle pesanti e quelle da 11,2 g non avranno la traiettoria piatta di un 7 Rem. Mag. ma dove arrivano fanno il loro lavoro senza troppo fracasso. Sempre per restare nell’ambito dello stesso progettista e scendendo ai minimi ponderali i proiettili Teil Mantel da 6,7 g, si rivelano adeguati a tiri tesi con efficacia dal camoscio al capriolo, fidando

dalla lunghezza di canna di un drilling Merkel ancora con i tradizionali e rispettabili 65 cm. Una ricetta ben riuscita del Maestro vede la palla Sierra Pro Hunter o la Game King da 140 grs filare a una V/2 intorno ai 902 - 905 m/sec con precisione eccellente dei primi due colpi, quelli che servono, e uguale effetto si raggiunge se la palla è una Nosler Accubond sempre da 140 grs. Molto ampia la disponibilità di cariche originali, specie delle Case europee con RWS, Norma, Sellier & Bellot, Geco, la stessa Brenneke che da qualche anno allestisce ec-

che anche su selvatici di maggior corporatura, se ben piazzati, sono parimenti letali: magari proprio per vedere il pelo nell’uovo la mantellatura è un po’ duretta e se non incontra masse consistenti può trapassare con poca cessione di energia. Sono casi eccezionali e non fanno certamente testo. A nostro gusto per le prede di piccola e media taglia preferiamo per questa cartuccia un peso medio di palla intorno ai 7,8 – 9,1g (120 – 140 grani) e diverse ricariche rassicurano sugli esiti, favorite anche

cellenti cartucce complete, e da poco anche la nostra Fiocchi con interessanti proposte di resa e di prezzo. Per evidenziare il potere d’arresto su animali coriacei e a distanze medio brevi proprio la Norma propone la sua palla Oryx da 156 o 170 grs: una botta gagliarda per dirimere le questioni in una entusiasmante braccata. Una cartuccia per molte situazioni dunque decisamente vantaggiosa anche nei fucili a due canne rigate sia alla posta al cinghiale come nella caccia alla cerca in bosco.

Caccia Passione 58


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PRECISIONE A CACCIA Z6(i) – 2a GENERAZIONE CON TORRETTA BALISTICA

Anche se l’attrezzatura da caccia diventa sempre più precisa, ciò che conta alla fine è la vostra abilità di cacciatori. La Torretta Balistica (BT) di SWAROVSKI OPTIK consente di «fissare il punto» e di dare più sicurezza nei tiri a lungo raggio. Il nuovo meccanismo di blocco impedisce la rotazione involontaria della Torretta Balistica. La Torretta Balistica è facile da configurare e si adatta in modo preciso alla vostra arma, alle vostre munizioni e alle vostre esigenze personali. A proposito: Provate il nostro programma balistico.

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Torretta Balistica con meccanismo di blocco: acquisizione precisa del bersaglio a lungo raggio


Steiner

binocoli Ranger

Xtreme

Nuova generazione di binocoli da caccia Steiner, sempre più robusti e affidabili. Con il progredire della tecnologia e del design, l’ultima generazione dell’innovativo Steiner Ranger serie Xtreme ha raggiunto nuovi record nella sua categoria. L’ingegneria tedesca e la precisione di Steiner sono evidenti nei nuovi binocoli Ranger Xtreme.

F

acendo appello all’esperienza dei cacciatori esperti che desiderano un binocolo da caccia robusto e che duri nel tempo, il Ranger Xtreme è disponibile Caccia Passione 60

in quattro modelli differenti per adattarsi a qualsiasi situazione di caccia. I nuovi binocoli Ranger Xtreme offrono prestazioni eccezionali in riferimento alla loro fascia


Ottiche di prezzo. La trasmissione della luce è state aumentata al 92 %, il che significa che i cacciatori possono sfruttare anche le ore di scarsa visibilità dell’alba e del tramonto. Le lenti HC, con il rivestimento ad alto contrasto di colore, offrono immagini nitidissime con dettagli eccezionali. L’ampio campo visivo, superiore alla media, consente un’estesa visione di insieme e permette un’agevole osservazione. Conchiglie Oculari ergonomiche, questa soluzione consente un comfort esclusivo nell’osservazione, sono in silicone non deperibile e fatte per rispettare la pelle. Inoltre, semplicemente piegandole verso l’alto o verso il basso, possono essere utilizzate estese, per adattarsi nel modo migliore alla forma del viso e proteggere dalla fastidiosa luce laterale, o piegate verso il basso, da chi indossa

struzione robusta è superiore ad altri prodotti che utilizzano alluminio e plastica a buon mercato. Anche sotto estrema pressione e nelle condizioni più dure il corpo in Makrolon® non s’intacca, incrina o rompe. Combinato con il rivestimento in gomma morbida di Steiner, alla solidità e affidabilità si aggiunge il beneficio di un grip superiore anche negli ambienti più difficili freddi e umidi. La grande ghiera centrale del nuovo Ranger Xtreme permette una messa a fuoco veloce ed accurata anche indossando i guanti. Questa caratteristica rende il nuovo Ranger Xtreme più funzionale e pratico all’uso. I modelli Ranger Xtreme sono impermeabili e dotate di sistema di valvola di pressione di azoto proprietaria Steiner N2 . Questo sistema garantisce il riempimento con azoto ad una pressione

gli occhiali. Come su tutti i binocoli Steiner, il corpo della serie Ranger è realizzato in Makrolon®, materiale incredibilmente resistente e leggero. Questa tipologia di co-

di 14 psi, garantendo l’assenza di appannamento o condensa. La nuova serie Steiner Ranger Xtreme offre al cacciatore 4 ottimi binocoli ad un prezzo molto interessante. Caccia Passione 61


Ranger Xtreme 8x56 Per il massimo delle prestazioni in condizioni di luce scarsa luce, Ranger Xtreme 8x56 è la scelta del cacciatore d’appostamento, il grande diametro delle lenti, 56 millimetri di obiettivo, e lo speciale rivestimento, raccolgono la luce disponibile garantendo

Ranger Xtreme 8x42 Perfetto binocolo all-rounder, il Ranger Xtreme 8x42 offre un ampio campo visivo in combinazione con un’ottica di grande luminosità per uso crepuscolare. Il Fast-Close-Focus assicura, come in tutti i modelli della serie Ranger Xtre-

osservazioni eccezionale fino a tarda sera . me, una veloce messa a fuoco da distanza ravvicinata fino all’infinito. Ranger Xtreme 10x42 Con i suoi 10 ingrandimenti e la nitidezza Ranger Xtreme 8x32 dei contorni dell’ High Contrast Optics sy- Estremamente maneggevole e leggestem, il Ranger Xtreme 10x42 è l’ideale per ro, ideale per la caccia alla cerca duranosservazioni dettagliate a lunga distanza. te il giorno o come binocolo di backup, L’alto livello di fedeltà cromatica e la gran- da tenere sempre a portata di mano. de capacità di messa a fuoco sono i punti di L’ampio campo visivo lo rende adatforza di questo binocolo. Inoltre la sua com- to anche a osservazioni prolungate. pattezza e l’ottimo bilanciamento lo rendono estremamente confortevole all’uso. Caccia Passione 62


Ottiche


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Racconti di caccia

La mia Pirsh: Caprioli alla cerca Mario racconta quel che per lui è la caccia alla cerca dei caprioli: avventura, emozioni, ricordi e passione che si ereditano e si lasciano in eredità.

E’

una caccia difficile da racconta- qualsiasi dettaglio e qualsiasi movimento. re, difficile da praticare, difficile Nessuno possiede queste tre doti innate, nei da insegnare eppure chi la pratica boschi bisogna viverci, bisogna conoscerriceve in cambio sensazioni di puro appa- li e solo allora ci si sente come a casa, ci si gamento. Sarà per i boschi all’interno dei muove silenziosamente e non sfugge niente; quali vivono i caprioli, case di fate, troll e solo allora si ha qualche possibilità di dare folletti, sarà per il fascino di questo selva- la caccia ai caprioli alla cerca. Immediatatico, sarà per il silenzio e per la tranquilli- mente dopo si deve necessariamente lavotà che fa da compagnia a questa pratica. rare sulla conoscenza del selvatico e sulla Non so nemmeno padronanza di quelli io il momento nel che diventeranno gli ...Per essere un buon cacquale ho imparato strumenti di lavoro. la caccia alla cer- ciatore di caprioli è fon- Cerco di farlo caca dei caprioli: in pire al mio ragazdamentale la pazienza e il tutta la Mitteleuzo, che ancora non ropa la chiamano sangue freddo... ha ben compreso la Pirsch, ma per mio vera essenza di quepadre era semplicemente caccia, l’u- sta caccia: maledetto entusiasmo giovanile. nica che conosceva, la più bella. Per essere un buon cacciatore di caprioli è Fin da ragazzino l’ho seguito e oggi fondamentale la pazienza e il sangue freddo: mi faccio seguire da mio figlio. bisogna avvistare l’animale, essere in grado Ho sempre amato questo aspetto del- di leggerlo e molto velocemente capire se la caccia, regala continuità e si trat- si tratta di un maschio, di una femmina, a ta di un ottimo collante fra padre e figlio. quale classe appartenga e soprattutto se è Le regole da seguire, che mio padre mi ha prelevabile. A quel punto bisogna prendere letteralmente inculcato da che ero bambi- una buona posizione e sparare; tutto questo no sono almeno tre: per cacciare i caprio- in pochi secondi se si vuole aver successo. li alla cerca bisogna essere silenziosi come Quando mio figlio mi chiede come sia posdelle pantere, misurati nei movimenti e ave- sibile riuscirci io gli rispondo che l’unire un occhio preparato, in grado di notare ca strada percorribile è quella dell’allenaCaccia Passione 65


mento. D’altronde sbagliare in questo tipo di caccia non è una opzione contemplata. Ricordo ancora una delle mie giornate di caccia preferite: ero con mio padre, mi aveva portato per la prima volta in quel bosco e l’autunno mi era sembrato insolitamente dolce e piacevole. Prima di allora la consideravo una stagione insulsa… ora è una delle mie preferite. Qualsiasi bosco durante quel periodo è un’esplosione di colore e arancio. Quel giorno c’erano betulle, ontani, aceri e molti altri alberi che contribuivano a creare un’atmosfera da sogno. La presenza più importante era però quella delle castagne: piacciono ai cinghiali e un po’ a tutti gli ungulati, ma i caprioli ne vanno letteralmente matti. Certo quando si parla di castagne è bene ricordare che raggiunta una certa ora, queste sono in grado di attirare non solo ungulati ma anche raccoglitori, quindi ogni cacciatore deve prestare moltissima attenzione: insomma il bosco è da condividere equamente fra tutti, cacciatori e non. Quel giorno mio padre lo aveva scelto non certo a caso: aveva piovuto davvero tanto durante le giornate precedenti e il fogliame che faceva da tappeto al bosco, normalmente secco, ora era morbido e silenzioso, un punto a nostro vantaggio. Eravamo arrivati in anticipo come era solito fare mio padre, ma il mio entusiasmo di entrare immediatamente nel vivo della giornata fu smorzato subito. Mio padre mi fece sedere ai piedi di un ontano e mi disse di aspettare che infilarsi troppo presto nel cuore del bosco non era certo un vantaggio: si rischiava di non notare (visto il buio) dettagli importanti. Papà diede avvio alla giornata solamente quando la visibilità a suo parere era sufficiente. Il bosco lo avevamo scalato in maniera trasversale, silenziosi come due lepri e dopo una mezzoretta di marcia, tra un bel cespuglio di lamponi la prima visione della giornata: il fondoschiena macchiato di bianco di un faCaccia Passione 66

voloso capriolo. Quel maschio aveva almeno tre anni: papà mi disse di prepararmi. Sfilai lo zaino predisponendo la mia posizione quando da dietro il cespuglio comparve un esemplare ancora più grande, un maschio con un palco da lasciare a bocca aperta. Ovviamente mi concentrai su di lui e il colpo, grazie a Dio, andò a buon fine: sparare sotto l’occhio attento di mio padre mi ha sempre dato un senso di ansia indescrivibile. Si erano fatte le dieci, mio padre mi disse che dovevamo scendere per dichiarare al centro di controllo la nostra preda: non ne ero di certo felice, ma con il tempo si capisce quanto sia importante un’attenta registrazione dei prelievi. Ci dissero che era fondamentale la prossima preda fosse un capriolo classe 0, per mantenere un certo equilibrio. D’altronde la caccia dei classe zero è fondamentale per una giusta gestione della popolazione di caprioli nella zona, ma anche questo è un dettaglio che ho capito con il tempo. Ricordo che risalimmo il bosco con una rapidità sorprendente: immaginate la mia delusione quando trovai la zona occupata da uno stuolo di raccoglitori di castagne. Mio padre mi consigliò un’altra zona; dopo altri venti minuti di camminata arrivammo alla location preposta. Come al solito quando papà non conosceva bene una zona era solito seguire qualche piccolo fiumiciattolo: in questo modo, diceva lui, il rumore dei nostri passi era coperto dall’acqua e si manteneva ancora l’elemento sorpresa. Ci aveva visto giusto: intorno a mezzogiorno, fra un languorino e l’altro, avvistammo una femmina, una cucciola e poco distante un cucciolo classe 0. Quella preda era chiaramente di mio padre che in pochissimi secondi aveva individuato, studiato e catturato quel piccolo di capriolo. Il ricordo di quella giornata continua ad accompagnarmi e di tanto in tanto mi chiedo se io sarò in grado d’essere per mio figlio l’esempio che è stato mio padre per me.


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PROGRESSIVE COMFORT Il nuovissimo sistema di assorbimento progressivo del rinculo che interviene in modo graduale in base alla grammatura delle cartucce utilizzate. Ecco la vera essenza del comfort nel legno, un sistema invisibile ma altamente sensibile.

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L’Hardcore Hunter della Otis è un kit di pulizia tascabile e competo, facile da utilizzare e per nulla ingombrante, per essere facilmente portato in tasca o nel proprio zaino. Essenziale e comodo, questo kit può essere utilizzato per la pulizia delle armi rigate, shogun e pistole.

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Veterinaria

Integratori

multivitaminici e nutraceutici

come scegliere? Caccia Passione 71


Integratori

multivitaminici e nutraceutici

come scegliere?

E’ un argomento che fa discutere e che spesso trova i cacciatori in disaccordo. Integratori sì, o integratori no? E se la risposta è affermativa quali integratori scegliere.

T

i è mai capitato di osservare il tuo cane e di non riconoscerlo più? Se il problema non è di natura medica, fisiologica o ambientale potrebbe aver bisogno dell’aiuto di un integratore multivitaminico o di un nutraceutico. Tutte soluzioni che potrebbero essere ciliegina sulla torta se somministrate con coscienza, ma che potrebbero dimostrarsi anche scelte piuttosto avventate, specie se prese in autonomia. Caccia Passione 72

Contattare sempre il proprio veterinario. E’ il modo migliore per non sbagliare. Se si sta pensando di offrire al proprio ausiliario il sostegno di un integratore è indispensabile parlarne prima con il proprio veterinario, meglio se specializzato in nutrizione canina. Dopo un analisi il professionista potrà infatti diagnosticare il reale problema dell’animale, valutare se è necessario un nutraceutico o un integratore multivitaminico e sarà in grado


di prescrivere il più adatto al caso specifico. Quando c’è in ballo la salute del propri amico a quattro zampe è sempre meglio non rischiare. Alcuni consigli da seguire. Sono semplici ma è importante non darli mai per scontati, specie quando si parla di salute del nostro cane da caccia. •Tanto per cominciare è assolutamente vietato pensare di poter somministrare al nostro amico gli integratori che utilizziamo noi: le dosi idonee per l’uomo risultano eccessive per il cane. •Optare sempre per minerali e vitamine di origine naturale e stare alla larga da quelli ricreati in laboratorio. •I minerali possono presentarsi in forme di-

•Il passa parola è sempre un grosso rischio. Nutraceutici: la nuova tendenza. Se gli integratori multivitaminici li conoscono si e no tutti i cacciatori, le vere super star di questi anni sono i nutraceutici. Si tratta di alimenti che possiedono proprietà terapeutiche molto simili a quelle dei farmaci e per questo molto richiesti. Ne sono un esempio gli integratori a base di glucosammina, e condroitina, toccasana per i problemi articolari, i protobiotici comunemente usati per ottimizzare le funzionalità intestinali del cane e gli antiossidanti, riservati ai cani anziani. Spesso e volentieri promettono miracoli ma non sempre i risultati sono quelli che ci si aspetta: è infatti importante

verse. Se per ipotesi al cane servisse del magnesio, la scelta del prodotto non sarebbe immediata come si potrebbe pensare: esiste infatti il magnesio carbonato, il magnesio citrato, l’ossido di magnesio e tanti altri ancora. •Optare sempre per prodotti provenienti da aziende specializzate nel settore. •Leggere con cura l’etichetta, con tutte le info relative a dosi e quantitativi di principio attivo presenti nel prodotto è importante.

leggere con cura le caratteristiche del prodotto sull’etichetta e analizzare le quantità di glucosammina e condroitina presenti: in alcuni casi sono davvero irrisorie, inutili da un punto di vista terapeutico. Per questo è essenziale affidarsi al parere di uno specialista che sarà in grado, dopo un’attenta diagnosi, di consigliare il prodotto migliore per garantire una ottimale efficienza del nostro cane, che è a tutti gli effetti l’atleta di famiglia. Caccia Passione 73


INVIA LA TUA FOTO La foto del mese

Caccia alle anatre con

Le migliori immagini verranno pubblicate, a discrezione della redazione, all’interno del portale, della rivista o in altre pubblicazioni curate da Caccia Passione. Caccia Passione avrà diritto d’uso e pubblicazione gratuita dei materiali inviateci spontaneamente. Ogni autore dichiara di detenere i diritti di Copyright delle foto inviate e dei manoscritti e sarà responsabile personalmente per l’oggetto ritratto nella foto presentata sollevando già da ora Caccia Passione da qualsiasi responsabilità. In ogni caso il materiale trasmesso non verrà restituito


il nostro amico Luca De R. Collabora con Caccia Passione:

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Sul prossimo numero Stanziale: lezioni di volo, volatili e tecniche

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Anno III – N° 05 – Maggio 2014 www.cacciapassione.com Direttore Responsabile Pierfilippo Meloni Vicedirettore Domenico Mansueto Direttore Marketing Valerio Troili marketing@cacciapassione.com

Migratoria: Beccacce, dimorfismo sessuale

Collaborazioni Claudia Zedda, Diego Mastroberardino, Giovanni Di Maio, Rosalba Mancuso, Pierfilippo Meloni, Domenico Mansueto, Kalaris, Valerio Troili, Federico Cusimano, Emanuele Tabasso. Traduzioni, Grafica e Impaginazione A cura della Redazione Pubblicità Ilaria Troili - Cell. 335.6408561 commerciale@cacciapassione.com Fotografi Archivio Caccia Passione, Shutterstock Redazione Via Camillo Golgi, 1 - 20090 - Opera (MI) redazione@cacciapassione.com Cell. 3383243383 Service Provider Made Network srl Via Macanno, 59 - Rimini (RN) Editore Caccia Passione s.r.l. Via Camillo Golgi, 1 - 20090 – Opera (MI) Cell. 3383243383 redazione@cacciapassione.com

Ungulati: Caccia al cinghiale, suddividere il territorio fra squadre

Registrazione in Tribunale n. 17 del 21/01/2012 Direttore Responsabile: Pierfilippo Meloni ®CACCIA PASSIONE E’ UN MARCHIO REGISTRATO. TUTTI I DIRITTI RISERVATI. VIETATA LA RIPRODUZIONE ANCHE PARZIALE SE NON AUTORIZZATA. MANOSCRITTI E ILLUSTRAZIONI , ANCHE SE NON PUBBLICATI, NON SI RESTITUISCONO.


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