Cacciapassione aprile2014

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ANNO III nr.04 - Aprile 2014

caccia passione Dedicato a chi ha la passione per la caccia nel sangue

Ungulati:

• armi e calibri per la caccia al cervo

Estero:

• Lituania “Mon Amour”, puro paradiso cinofilo e venatorio..

Cani da caccia:

• La muta: pochi cani buona caccia?

Lepremania monitorare le catture

e gestire correttamente il ripopolamento


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ANNO III nr.04 - Aprile 2014

caccia passione

in copertina

Lepremania

Dedicato a chi ha la passione per la caccia nel sangue

monitorare le catture e gestire correttamente il ripopolamento Ungulati:

• armi e calibri per la caccia al cervo

Estero:

• Lituania “Mon Amour”, puro paradiso cinofilo e venatorio..

Cani da caccia:

• La muta: pochi cani buona caccia?

Lepremania monitorare le catture

e gestire correttamente il ripopolamento

La cattura per il ripopolamento di selvatici nobili in Italia negli ultimi decenni ha assunto importanza notevole: quando indirizzata alla lepre la cattura avviene grazie alla collaborazione di cacciatori esperti. seguire un piano di ripopolamento è indispensabile

sommario

20 Migratoria: anatidi, come

14

riconoscerli al volo

Anno III Nr. 04

Pg 6 News ed eventi venatori

a cura della redazione

Pg 14 S tanziale: Lepre Mania: monitorare le catture in Italia e gestire correttamente il ripopolamento della lepre. Claudia Zedda

25 Ungulati: armi e calibri per il

re delle foreste

Pg 20 M igratoria: anatidi, come riconoscerli al volo Kalaris

Pg 25 Ungulati: armi e calibri per il re delle foreste

33

Giovanni Di Maio

Pg 33 Caccia all’estero: Lituania “Mon Amour”, puro paradiso E stero: Lituania “Mon Amour”, cinofilo e venatorio. puro paradiso cinofilo e venatorio

Caccia Passione 2

Claudia Zedda


Sommario Pg 60 Racconti venatori: Il mio primo cinghiale ‌quasi Giovanni Di Maio

Pg 66 Veterinaria: sterilizzare il cane da caccia, cosa cambia? Kalaris

Stanziale: Lepre Mania: monitorare le catture in Italia e gestire correttamente il ripopolamento della lepre

Pg 36 C ani da caccia: pochi cani buona caccia.

Claudia Zedda

Pg 40 Digiscoping: cacciatori con la passione per le foto Kalaris

36 Cani da caccia: pochi cani buona caccia.

40 Digiscoping: cacciatori

con la passione per le foto

Pg 46 Fucili da caccia: Benelli Raffaello Black, tecnica e stile.

Emanuele Tabasso

Pg 52 Munizioni: la cartuccia 07 mm - 08 Rem. Emanuele Tabasso Pg 56 Ottiche: Cannocchiale di puntamento Burris Ballistic Laserscope

46 Fucili da caccia: Benelli

Raffaello Black, tecnica e stile

Rosalba Mancuso Caccia Passione 3


ESSENZA DI TECNOLOGIA, POTENZA E DESIGN

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Editoriale Calendari Venatori e i debiti della politica.. Oramai la Caccia è chiusa già da qualche mese, ma con speranza si guarda verso l’autunno che verrà, con bozze di calendari venatori che raccontano nell’immediatezza, di una caccia verecondia ancor prima di iniziare. Consuetudine è che nelle bozze ed elenchi promossi, mancano alcune specie, si riducono in concreto giorni e carnieri venatori rendendo così la stagione incerta, ove proibizioni e divieti senza basi, vengono promossi anche da alcuni ATC italiani. Ovviamente, visto che si tratta di bozze calendari venatori 2014/2015, non è corretto riferire quali siano gli ATC o le Regioni poco attive nel benessere collettivo dei cacciatori italiani, altresì a contorno di una Politica che continua a girare negli stessi debiti e nelle medesime rassicurazioni, sicura o incerta di elezioni prossime venture. Così quel conto alla rovescia d’un rito venatorio come “l’Apertura”, atto di fascino antico è ravvivato d’anno in anno solo da speranze e ricordi che trascolorano. Ora è tempo di scalpita attesa per addestrare i propri cani, scegliere se acquistare altre attrezzature o meglio ancora un nuovo fucile da caccia da testare sul campo nella prossima stagione che verrà. Verrà?? Ma proprio ora che i cacciatori italiani sono alle prese con le loro scelte, con decisioni importanti e speranze da coltivare, è opportuno che le associazioni venatorie chiedano impegni concreti a Province, Regioni e al Governo Renzi. La caccia produce reddito e lavoro, la selvaggina non è costrinta a pochi “nobili”, ma una risorsa per tanti, le leggi non possono legalizzare i proclami di alcuni che gridano contro il giusto diritto dei cacciatori; quest’ultimi pagano in euro allo Stato, Regioni, agli ATC, han stima profonda e vera di una Società civile a cui partecipano con un volontariato silenzioso denso di fatti e capacità di operare nella natura e, quando occorre, nel sociale. Adesso è tempo di chieder alla politica un intervento concreto e risolutore che abbia la forza d’esser legge e non rimanere solo una vaga promessa fatta ai cacciatori italiani con il chiaro fine di attirarli solamente al capanno di uno schieramento politico. Pierfilippo Meloni


Umbria, Calendario Venatorio 2014/2015 entro giugno e regolamento cinghiale Umbria, esaminati dalla Consulta Regionale Faunistico Venatoria la bozza del nuovo Calendario Venatorio 2014/2015 e del regolamento per la gestione del cinghiale; lo scopo è l’approvazione definitiva entro giugno.

I

l calendario della prossima stagione venatoria e il regolamento della caccia al cinghiale, condivisi con tutte le associazioni rappresentative, verranno adottati dalla Giunta regionale in tempi ravvicinati affinché si possano approfondire tutte le opportunità offerte. Le proposte dei due atti, elaborate dagli uffici regionali, sono state esaminate oggi dalla Consulta regionale faunistico venatoria, nella riunione convocata e presieduta dall’assessore regionale alla Caccia. Nel corso della seduta, cui hanno preso parte i rappresentanti delle associazioni venatorie, agricole e ambientaliste, degli “Atc” (Ambiti territoriali di caccia) e delle istituzioni, si è sviluppato innanzitutto il confronto sulla bozza del calendario venatorio per la stagione 2014/2015, formulata sulla base del calendario della stagione appena conclusa e che coniuga le diverse esigenze di quanti ruotano attorno al mondo venatorio. Un impianto sul quale è stata espressa condivisione, con la presentazione di alcune proposte e modifiche, in particolare per quanto attiene le date della preapertura che precederà il “via” della stagione, il 21 settembre, nella ter-

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za domenica del mese. Alla valutazione della Consulta, anche l’opportunità e la possibilità di inserire la quaglia tra le specie cacciabili nella preapertura. Impegnandosi al recepimento delle proposte avanzate oggi dalle associazioni venatorie in una nuova stesura della bozza di calendario, il rappresentante dell’assessorato alla Caccia ha anticipato che convocherà a breve una riunione della Consulta per proseguire nel confronto e giungere a una soluzione condivisa e definitiva sui nodi rimasti ancora aperti. La volontà è quella di giungere all’approvazione del calendario entro il 15 giugno prossimo. La Consulta ha poi continuato ad esaminare la proposta di Regolamento che disciplina la caccia al cinghiale per regolare la presenza dei cacciatori sul territorio, il prelievo della specie e le modalità del prelievo. Si è concordato di approfondire i punti prioritari, già individuati, nella prossima riunione e di giungere al più presto a un testo condiviso, poiché è imminente la scadenza del 31 maggio, data entro la quale le squadre dei cacciatori di cinghiale devono aver completato l’iter di iscrizione.


News venatorie Lombardia, avviate procedure per le deroghe Lombardia, assessore regionale Fava rende noto che saranno avviate le procedure per le deroghe in materia di caccia.

S

aranno avviate le procedure previste dalle norme di legge nazionali (articolo 19bis della Legge 157/92) e comunitarie (Direttiva Uccelli), per adottare le deroghe in materia di caccia. Lo ha annunciato l’assessore all’Agricoltura della Lombardia Gianni Fava alla Giunta. Un tema, quello delle deroghe, di grande interesse anche nella provincia di Brescia. In particolare, Regione Lombardia vuole sottoporre a Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) l’intenzione di autorizzare le Province a catturare uccelli selvatici appartenenti alle specie tordo bottaccio, tor-

do sassello, cesena, merlo e allodola, da cedere ai cacciatori come richiami vivi per la caccia da appostamento. Inoltre, la Regione intende attivare la procedura di deroga per autorizzare il prelievo di esemplari della specie storno (Sturnus vulgaris), per prevenire gravi danni arrecati dall’avifauna alle colture agricole. Infine, sarà comunicata a Ispra anche la possibilità di autorizzare il prelievo in deroga del Fringuello (Fringilla coelebs) nella stagione venatoria 2014-2015, sulla base di richieste del mondo venatorio lombardo. A partire dalla data di invio, Ispra avrà tempo 40 giorni per dare un parere

Calendari Venatori: Renzi annuncia riforma TAR, mai più sospensive? l nuovo governo Renzi prosegue la propria corsa alle riforme ed annuncia una prossima riforma della Giustizia, compresa ovviamente quella amministrativa dei TAR; basta quindi sospensive ai Calendari Venatori?

I

l nuovo governo Renzi prosegue la propria corsa verso l’obbiettivo di una riforma al mese e oltre a quelle in lavorazione annuncia ulteriori riforme tra cui quella della Giustizia, compresa ovviamente quella amministrativa dei TAR i cui lavori dovrebbero iniziare dopo le elezioni europee. Tra le novità sulla Giustizia l’introduzione del reato di autoriciclaggio, per impedire ai condannati di utilizzare i fondi ricavati con le attività criminose e la riforma del processo civile con l’introduzione di strumenti finalizzati ad alleggerire il lavoro dei tribunali con filtri ed incentivi all’accordo tra le parti per evitare che i contenziosi arrivino a giudizio. Si parla inoltre di riforma della Giustizia amministrativa con un progetto atti a modificare il sistema per i ricorsi al Tar e l’abolizione della sentenza di sospensiva, “Attualmente chiunque può presentare un ricorso e bloccare l’attività

di un’azienda. Questo sistema senza certezze per chi lavora va assolutamente cambiato”, come affermato dallo staff del Premier in una citazione riportata dal “Messaggero”. Lo stesso concetto si applica ai Calendari Venatori, infatti negli ultimi anni lo strumento della “sentenza di sospensiva” ha permesso alle varie associazioni animaliste di bloccare per lunghi periodi i Calendari Venatori e gli altri strumenti di gestione faunistico venatoria causando così il totale o parziale blocco della caccia nelle Regioni interessate; il fine degli animalisti di bloccare la caccia anche solo temporaneamente veniva così raggiunto considerato i tempi lunghi necessari a giungere alla discussione di merito del ricorso che nella maggior parte dei casi ha dato infine ragione alle varie Amministrazioni. E’ forse la fine degli espedienti animalisti per ostacolare la caccia? Potremmo scoprirlo già con la prossima Stagione Venatoria. Caccia Passione 7


Caccia e Migratoria: l’orientamento affettivo delle specie migratorie ANUU, l’orientamento affettivo delle specie migratorie, provata la capacità di attribuire un significato differente ai punti di riferimento su un determinato territorio.

È

noto come le specie migratrici, molte delle quali appartenenti all’avifauna che si sposta stagionalmente verso nord alla ricerca dei luoghi natii quando a quelle latitudini arriva la primavera ed è tempo di costruire il nido, adot-

tino variegati meccanismi di riconoscimento dei luoghi da cui sono partiti l’anno prima al sopraggiungere dell’inverno. Ebbene, è stata scientificamente provata l’elaborazione di un conditional discrimination learning, un apprendimento basato non solo sul saper discriminare tra i punti di riferimento (una collina, un casale, ecc.), ma anche sull’avere la capacità di attribuire loro un differente significato (quella particolare collina, quel significativo casale e non uno qualsiasi della zona). Questo perché anche in molti amici alati, così come per la nostra specie, i punti di riferimento della memorizzazione sono quelli legati anche all’aspetto affettivo: il ritorno ai luoghi in cui si è nati. ANUU Migratoristi

Caccia e Tiro: Siena, selezioni tiro a palla con fucile canna liscia, 27 aprile 2014 Caccia e Tiro: si terrà a Siena la gara di selezione provinciale di tiro a palla con fucile con canna ad anima liscia, domenica 27 aprile 2014.

L

e associazioni FIDASC “IL CASTEL- ne Provinciale di Siena organizzano per la LARE” e FIDASC “LE GALLERIE”, in prossima domenica 27 aprile 2014 la gara collaborazione con C.S.A.A. Federazio- di selezione provinciale di tiro a palla con

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News venatorie fucile con canna ad anima liscia, per i tesserati FIDASC o C.S.A.A. con validità in corso. La gara si svolgerà presso il campo di tiro “ GIORSOLE’ ” Loc. La Canonica – nel Comune di CERTALDO (FI); il raduno è previsto per le ore 08,30 presso il campo di tiro. Il contributo organizzativo è di € 10,00. La gara comprende le seguenti specialità: Gara a bersaglio misto: 8 colpi bersaglio fisso + 8 colpi bersaglio mobile; vige il regolamento FIDASC. Saranno assegnati premi ai primi classificati di ogni categoria. I Comitati Organizzatori si riservano di apportare al presente programma quelle modifiche suggerite da esigenze tecniche o imposte da cause di forza maggiore e declinano

ogni e qualsiasi responsabilità per danni a persone, animali o cose che si verificassero durante e per lo svolgimento della gara. Per ulteriori informazioni: Cell. 348/8878850 (Marco)

“Franchi Feels Right”: Fuorisalone in Beretta Gallery a Milano “Franchi feels right”: Da alcuni anni, da quando Bruno Beccaria ne è alla guida, Franchi si rivolge ad un pubblico giovane proponendosi con dinamismo e innovazione dove il cacciatore del terzo millennio vive la caccia come un’esperienza sportiva outdoor di forte contatto sensoriale ed esperenziale.

P

roprio sulla base di queste considerazioni, quale migliore occasione del Salone del Mobile a Milano, e quale migliore location della Beretta Gallery, il front-end del gruppo Beretta, cui anche Franchi fa parte. Fra gli oltre 580 eventi che si sono susseguiti durante la settimana del mobile, le due serate in Gallery del 10 e 11 aprile hanno assunto un sapore particolare, l’intento, pienamente riuscito, era quello di avvicinare al nostro mondo, caccia, cinofilia e più ampiamente quello del country life, quanta più gente possibile, senza per questo trascurare i cacciatori, che anzi sono stati gli ospiti d’onore. Il leit motiv delle due serate “Franchi feels right” parla di appeal, di passioni e di avventura, dove i fucili diventano veri oggetti di design con cui vivere un’avventura indimenticabile. La novità è stata quella di

proporre questi concetti durane il fuorisalone, accostando le armi alle proposte della Gallery, alle bollicine dello Sparviere e alla musica del grande DJ Ciuffo. Un’opportunità che ha permesso il coinvolgimento di tanti giovani cacciatori e non, dove oltre al classico aperitivo si sono avvicinati a una realtà che in fondo affascina un po’tutti. Tantissime le ragazze che hanno voluto toccare e qualche volta posare con uno dei fucili esposti. Esperienze di questo tipo fanno scuramente bene al mondo venatorio/armiero e consentono a tante persone di avere i primi contatti con una realtà ricca di valori umani e sportivi. Sulla pagina FB di Beretta Gallery, nell’album “FRANCHI Feels right concept @BERETTA Gallery Milan, 10 Apr 2014”, troverete tutte le foto dell’evento. Caccia Passione 9


Il Bignami Day del 75° Primavera tempo di fiere nel settore caccia e nel comparto armiero: alla Bignami si festeggia anche il 75° dalla fondazione e l’apprezzamento per l’iniziativa, giunta alla sua sedicesima edizione, è corale con una presenza massiccia degli operatori di settore.

C

on questa sedicesima edizione del Bignami Day la prestigiosa azienda atesina festeggia il 75° dalla fondazione, un traguardo di tutto rispetto conquistato giorno dopo giorno con sagacia, attenzione e lungimiranza, quella qualità che appartiene ai divinatori del futuro, che non sono i banali indovini, ma coloro che sanno leggere i criptici segnali che il mondo attorno invia e da questi sanno individuare le direzioni verso cui avviarsi un po’ prima degli altri. La Hausmesse stessa, questa l’altra denominazione dell’incontro, si è rivelata nel corso degli anni una scelta di grande interesse strategico e tattico: in questa occasione, visti e considerati gli avvenimenti del settore, si è impresso un ulteriore impulso staccando le date da ogni altro evento collaterale e ampliando a ben cinque giorni l’apertura. L’investimento, tale va considerata l’iniziativa, ha toccato direttamente gli armieri a cui

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sono state offerte soluzioni vantaggiose per una permanenza più dilatata durante cui potersi dedicare con maggiore attenzione al panorama dei prodotti, sempre in espansione e sempre con un occhio di riguardo alla canna rigata e alle ottiche, senza tralasciare la canna liscia, le armi corte e quelle agonistiche, le attrezzature da ricarica, l’arceria, l’abbigliamento. Fra le armi lunghe spiccano i soliti nomi prestigiosi come Sauer con le novità del Mod. 101 Classic Legno, del Mod. 202 S Synchro XT Magnum con freno di bocca e Mod. 303 semiauto Black Velvet BMT; note le produzioni di Mauser, Weatherby e CZ, Merkel e Haenel, H.S. Precision con Ruger e Marlin, con gli inserimenti della Christensen, nota per le sue canne in acciaio rivestito da un filamento in carbonio e calciatura rivestita in carbonio o in grafite, o della ben conosciuta Savage, arrivata da pochissimo in quel di Ora con i suoi fucili dotati di soluzioni tecniche apprezzabili e peculiari, sempre a quotazioni interessanti. Non mancano prodotti economici come i rigati della Baikal o i semiauto lisci della Armsan, azienda turca affidabile con prodotti ben realizzati ed esteticamente accattivanti. Nelle armi di estrazione militare spiccano i così detti Black Rifles soprattutto di firme elevate come la tedesca Oberland, la svizzera Brugge & Tomet, la Smith & Wesson statunitense con nuova gamma in .223 Rem. e in .22 LR. Il settore delle armi corte vede sempre in posizione di preminenza la Smith & Wesson, con ampia varietà di scelta fra tamburo e semiauto con le novità rispettivamente del Mod. Governor Silver 2.75” in


Eventi venatori

.45 ACP, .45 LC, .410 Mg. e del Mod. M&P Bodyguard 380 ACP. A queste si affiancano le Glock con la subcompatta Mod. 42 in .380 ACP e la Mod. 41 GEN4 in .45 ACP pensata soprattutto per il tiro dinamico come la nuova Sig Sauer P226 X-SHO, sportiva per competizioni. Nelle ottiche c’è l’imbarazzo della scelta con Zeiss che presenta i nuovissimi cannocchiali da mira V8, 1.8-14x50 e 2.8-20x56, con la più estesa gamma di regolazioni esistente, visione grandangolare e qualità ottiche con vetri Schott HT degne del marchio di vertice. Da osservare il nuovo Conquest DL in tre modelli, tubo da 30 mm, nuove regolazioni dell’illuminazione, reticolo sul 2° piano di immagine: la quotazione è più che interessante. I binocoli nuovi sono il Victory HT-54 con lenti da 54, quindi più leggere, ma con prestazioni superiori in valore crepuscolare a quelle tradizionali da 56 mm; il Conquest HD 56 coniuga le specifiche qualità ben conosciute a un prezzo molto favorevole. La Nite Site presenta tre visori notturni applicabili in un momento alla propria ottica da mira: 100, 300 e 500 m il raggio d’azione dei modelli detti Viper, Wolf e Eagle a cui si aggiunge il visore ma-

nuale Spotter Extreme anch’esso impiegabile fino a 500 m e ingrandimento variabile da 1 a 20x. Sempre trainante la Meopta che offre oramai una gamma variegata di apparecchi come ottiche da mira, binocoli, lunghi tutti con ragguardevoli doti e la costante di una quotazione ancora più che accettabile: particolari i cinque modelli della serie ZD, quella dedicata a impiego militare quindi con ottime doti di robustezza, e il nuovo punto rosso Meosight III 30-3 MOA. Anche la Nightforce presenta due novità con i modelli Competition e SHV 4-16x56 da caccia e tiro tattico e in più il lungo TS-82 Extreme HD. La Bushnell presenta alcuni nuovi cannocchiali con il reticolo Drop Zone impiegabile per tiri a lunga distanza: i due Mod. AR 1-4x24 si affiancano ai 3-9x40, 3-12x40 e 4,5-18x40. Accessori, abbigliamento, arceria e tutta una serie di materiali e attrezzature per la ricarica fanno da corollario al modo armiero: c’è davvero di che perdersi in tale dovizia di proposte, ben sapendo che tutte sono state vagliate e scelte con la competenza che caratterizza da tre quarti di secolo l’attività della Bignami. di Emanuele Tabasso Caccia Passione 11


Nature Show è la fiera dedicata alla caccia, alla pesca, al tempo libero più completa e ampia nel panorama delle fiere di settore. La sua particolarità è rappresentata da un AREA ESPOSITIVA INTERNA che raccoglie il meglio delle aziende produttrici di armi e attrezzature per la pesca, ed un AREA ESPOSITIVA ESTERNA di ben 12 ETTARI dedicati alle ATTIVITA’ all’aperto e alle ESIBIZIONI.

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Eventi venatori

N

ature Show è la fiera dedicata alla caccia, alla pesca, ai camper, alla nautica e all’outdoor in genere, più completa e ampia nel panorama delle fiere di settore. L’evento si svolgerà dal 9 all’11 maggio 2014 presso il Centro Fieristico “Fiere della Campania” di Ariano Irpino, (AV). La kermesse sarà articolata in due aree espositive: una interna, dove saranno presenti gli stand delle aziende operanti nel settore della caccia e della pesca, dell’abbigliamento di settore, nonché del tempo libero, e una esterna, che ospiterà mostre espositive, aree dedicate agli sport e alle attività all’aperto, spettacoli ed esibizioni. Tante le attrazioni che trasformeranno la visita ai padiglioni della fiera in un’esperienza coinvolgente, ricca di divertimento e sorprese. Ogni giorno sarà possibile assistere alle esibizioni di cani e cavalli, provare il parkour o partecipare al battesimo del Sub o della Sella, sperimentando l’emozione delle immersioni o delle cavalcate. Tutti i visitatori e, i più giovani in particolare,

potranno apprendere le tecniche di sopravvivenza e i segreti della natura attraverso percorsi didattici tenuti da associazioni di Survival, Speleologia e Archeologia. Per gli appassionati sarà disponibile un’area dedicata al Tiro a Volo con ben sette linee di tiro diversificate per testare le proprie abilità. Due ettari saranno dedicati, invece, al Soft Air, uno sport che prevede la simulazione di scene di guerriglia che negli ultimi anni sta coinvolgendo sempre più appassionati. Sarà anche possibile assistere ad esibizioni mozzafiato di bolidi a quattro ruote motrici che daranno dimostrazione delle capacità di guadare i fiumi e superare gli ostacoli. Saranno anche predisposte un’area per il tiro con l’arco, con possibilità di cimentarsi in questo nobile e antico sport e un’area dimostrativa dedicata alla Caccia col Falcone. Un’intera sezione dell’evento sarà dedicata alla nautica con l’esposizione di imbarcazioni da diporto e da pesca di ogni dimensione e per ogni esigenza. Spazio anche a veicoli fuoristrada nuovi e usati e ai carrelli per il trasporto di cose e animali. Infine, i Camper e le roulotte daranno mostra di se nell’area Camper e Turismo. In contemporanea con il Nature Show si terrà la Festa del Cacciatore con musica, attrazioni, gastronomia e specialità culinarie tipiche che offriranno la cornice ideale in cui divertirsi e avere un ristoro indimenticabile. Il tutto si svolgerà nel verde contesto della Valle dell’Ufita, che rappresenta il luogo ideale per immergersi nella natura e cimentarsi in tutte le attività all’aperto offerte dal Nature Show. Nome evento: Nature Show Tipologia: Fiera Location: Centro Fieristico Fiere della Campania Indirizzo: C.da Orneta, Ariano Irpino (AV) Date: 09 - 11 maggio 2014 Orari: 10.00 – 20.00 Tel.: 0881 363001 e-mail: natureshow2014@libero.it Sito web: www.natureshow.it Caccia Passione 13


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Stanziale

Lepremania monitorare le catture

e gestire correttamente il ripopolamento

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Lepremania monitorare le catture

e gestire correttamente il ripopolamento La cattura per il ripopolamento di selvatici nobili in Italia negli ultimi decenni ha assunto importanza notevole: quando indirizzata alla lepre la cattura avviene grazie alla collaborazione di cacciatori esperti, non di rado seguiti dai propri cani: seguire un piano di ripopolamento è indispensabile

S

ono passati i tempi nei quali di lepri ce n’erano e in abbondanza. Ad oggi cacciatori e ricercatori notano una riduzione non solo quantitativa ma anche qualitativa

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della presenza di lepri sul territorio italiano. Il pericolo più grave è relativo a fenomeni di estinzione locale che può essere combattuta solo con rimedi mirati ed efficaci, ma so-


Stanziale prattutto con una gestione del selvatico efficiente. Presente in buona parte del territorio italiano, la lepre italica ha conosciuto negli ultimi anni una distribuzione frammentaria e l’introduzione della lepre europea in un certo senso ha creato una sorta di competizione ecologica, vista anche la diffusione di patologie gravi che accomunano l’una e l’altra. La buona gestione della specie, come accennato, si concretizza con la creazione di aree protette, ma anche e soprattutto con interventi di reintroduzione, con un divieto di introduzione della lepre europea nelle zone abitate dalla lepre italica, ma anche con il miglioramento della gestione venatoria e con la creazione di efficienti aree di studio e di reintroduzione della lepre, della quale, dobbiamo ammetterlo, ancora sappiamo davvero poco. La gestione dell’ambiente è da sempre com-

qualità della caccia dipenderà anche e soprattutto dalla costanza nella cura dell’ambiente. Una delle prime azioni a cui sono chiamati i cacciatori in gruppo è quella della cattura della selvaggina per un efficiente ripopolamento: non si catturano solo lepri, ma anche fagiani, pernici rosse e starne, ma anche molte altre specie nobili stanziali: località che vai, selvaggina che trovi. Quel che conta è che la selvaggina sia selvatica per davvero: solo in questo modo si aggireranno tanti problemi di adattabilità che in alcuni casi si verificano dopo la liberazione nel nuovo territorio. Le specie allevate invece hanno un lungo periodo di adattamento durante il quale debbono essere protette dalle non poche insidie naturali che qualsiasi territorio offre. Quel che più interessa quando si parla di ripopolamento sono le tecniche di cattura.

pito del buon cacciatore, che concluso il periodo venatorio e appesa al chiodo la doppietta si deve occupare di quei territori che l’anno seguente gli regaleranno ospitalità. La

E’ ovvio che per ciascun selvatico si debbano percorrere strade diverse, eppure in linea di massima esistono delle regole condivise. Tanto per cominciare il gruppo di lavoro Caccia Passione 17


che si occupa del ripopolamento e dunque della cattura, deve essere composto da cacciatori che conoscono alla perfezione il territorio, ma soprattutto i luoghi frequentati dalla selvaggina, gli orari del giorno durante i quali è possibile incontrarli e le abitudini. Inoltre il gruppo deve necessariamente avere un piano di prelievo, che a sua volta si basa su censimenti e ricerche scientifiche. Quando si preleva la selvaggina per condurla in

tico, fra le quali è impossibile dimenticare le reti. Saperle maneggiare è fondamentale. Anche nel caso delle lepri valgono le medesime regole: conclusasi la stagione di caccia si effettuano censimenti notturni con sorgenti di luce o censimenti in battuta per avere una chiara idea della presenza della specie nella zona. La prima tecnica ben si adatta a luoghi di scarsa boscosità, che facilmente possono attraversati in macchina, mentre la seconda modalità

un altro territorio, non si deve intaccare la zona di prelievo, altrimenti il ripopolamento non avrebbe alcun senso. E’ pericoloso sia prelevare troppi esemplari, sia prelevarne troppo pochi, per cui il piano di prelievo deve essere necessariamente ben dettagliato. Infine è bene sottolineare che i cacciatori che partecipano alla cattura debbono essere preparati, consapevoli di svolgere un gioco di squadra e capaci nell’utilizzo delle attrezzature indispensabili per la cattura del selva-

è ideale per i territori accidentati e ricchi di vegetazione nei quali gli spostamenti in autovettura sarebbero pressoché impossibili. Conclusa la fase di censimento si provvederà a stabilire i tempi e i luoghi del prelievo, si reperiranno le attrezzature necessarie e si cercheranno volontari fra i cacciatori della zona. La cattura può avvenire già al termine della caccia alla lepre, e in linea generale fin dalle prime giornate di dicembre. L’unica difficoltà è reperire cacciatori in numero con-

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Stanziale sistente: ecco perché di norma i progetti di ripopolamento partono fra gennaio e febbraio. Anche le attrezzature sono un elemento fondamentale per la cattura. Nel caso della lepre di norma si utilizzano reti a tramaglio. Le reti vengono saldate a paletti fissati a terra e sono alte fino a 70 cm. Chi per primo pensò alle reti ebbe l’idea di sfruttare la scarsissima capacità visiva del selvatico, che tutto preso a seminare i battitori ed esperto del proprio habitat,

disposizione, attendendo la successiva cattura. Manco a dirlo disciplina e collaborazione fra i battitori è indispensabile. Qualora si muovessero senza la guida di un buon capo battuta, le lepri difficilmente finirebbero “in rete”. Ultima attenzione da non sottovalutare è la manipolazione della lepre dopo la cattura. Per quanto paiano animaletti tanto carini, le lepri selvatiche in buona salute sono giustamente

guarda più spesso alle sue spalle che davanti. Altra attrezzatura immancabile sono le cassette con porta a ghigliottina: una volta che la lepre ha fatto il suo ingresso questa si chiude automaticamente imprigionando temporaneamente la lepre. La cattura avviene con la collaborazione fra battitori, personale addetto alle reti e non di rado cani da ferma o da cerca. Chi si occuperà della rete dovrà liberare la lepre intrappolata e inserirla nelle cassette messe a

violente. Non dimentichiamo che qualcuno cerca di catturarle e per divincolarsi calciano con una certa forza. Ecco perché anche questo ruolo deve essere ricoperto da professionisti del settore: il che eviterà di ferirsi e di ferire il selvatico. Il segreto? Liberare presto la lepre tenendola per le zampe posteriori. Fase ultima del processo è la liberazione: gli animali vengono trasferiti nel nuovo habitat dopo un rapido controllo. Quel che conta è che il passaggio avvenga nel minor tempo possibile Caccia Passione 19


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Anatidi

Migratoria

come riconoscerli al volo

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Anatidi

come riconoscerli al volo Molto fa l’esperienza, ma anche la formazione e la pazienza: qualche consiglio sul come riconoscere le anatre tuffatrici dalle cugine di superficie.

P

er un cacciatore riconoscere immediatamente l’anatide che ha davanti è di fondamentale importanza: non tutti i becchi piatti sono cacciabili, e un professionista e appassionato non spara indistintamente a tutto quello che si muove. Se poi si conta che riconoscere un qualsiasi uccello in volo non è un gioco da ragazzi, si capisce subito quanto sia importante l’e-

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sperienza, la formazione e il buon occhio! D’altronde errare è umano: quando si caccia sull’acqua non è poi così difficile andare soggetti a delle vere e proprie illusioni ottiche; proprio per questo l’attenzione e la calma sono importanti per un cacciatore che ha a che fare con gli anatidi. Il momento durante il quale è più comune sbagliare è quello nel quale l’anatra si dirige verso il cacciatore


Migratoria di punta. L’atteggiamento più sbagliato da tenere in questi casi è quello istintivo: normalmente in questa circostanza si spara troppo presto, quando ancora l’anatide è fuori tiro e soprattutto sbagliando munizione e canna. Se non si riconosce il suo volume è impossibile in breve tempo scegliere l’opzione di tiro migliore: ecco perché la calma associata all’esperienza diventano gli strumenti migliori da portar con sé durante le giornate di caccia. Chi conosce le anatre e ha la capacità di riconoscerle “al volo” sa bene che all’interno della famiglia esistono mille e una differenza: alle morette e moriglioni ad esempio debbono essere dedicate tecniche di caccia

differenti rispetto a quelle riservate alle specie non tuffatrici: detto questo è ovvio che un cacciatore che spara senza saper bene a cosa, è probabile tornerà a casa a mani vuote. Per aggirare il problema scopriamo insieme qualche trucchetto per cacciare con occhio. Anatre tuffatrici (Morette e Moriglioni etc). Quando le si intravede in lontananza il più delle volte volano in gruppo formando una

V o una M: tecnicamente si dice che volino in formazione. Questo genere di volo lo assumono anche i germani reali, i fischioni, i codoni e molte altre anatre di superfice eppure le morette e moriglioni mantengono questo stile sia durante il volo alto che durante quello a mezza altezza e a pelo d’acqua. Questo è un buon indizio per riconoscerle. In volo le tuffatrici hanno la caratteriCaccia Passione 23


stica di battere molto velocemente le ali che posizionano in maniera “normale” e dunque non arretrata rispetto al corpo. Tratto inconfondibile è relativo alla formazione che assumono quando toccano l’acqua: diversamente dalle cugine di superficie amano rimanere vicine e fortemente raggruppate.

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Anatre di superficie (Germani Reali, Fischioni, Codoni etc). Si presentano in volo assumendo formazione a V o a W rovesciata, ma spezzano questa modalità di volo man mano che l’altezza diminuisce. Normalmente il battito delle ali non è poi troppo rapido e questo è un tratto che distingue le anatre di superfice dalle tuffatrici e da molti altri uccelli d’acqua. Le ali assumono una posizione arretrata e quando si posano sull’acqua sono solite distanziarsi l’una dall’altra. Naturalmente si tratta di informazioni utili che necessitano però di lunga esperienza: d’altronde la teoria da sola non paga mai. Il consiglio forse più utile da dare dunque è sempre il medesimo: quando si spara è fondamentale essere certi della specie verso la quale si sta rivolgendo la propria canna; ne andrebbe della propria etica di cacciatori e in alcuni casi del proprio portafoglio, d’altronde con le multe rivolte a chi caccia specie protette non si scherza.


Migratoria


Armi e calibri per il

Re delle foreste

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Ungulati

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Armi e calibri per il

Re delle foreste

Alcuni tipi di caccia ci riportano a tempi molto remoti in cui l’uomo cacciava grandi animali per procacciare sufficiente nutrimento a se stesso e a tutta la sua famiglia. Tra queste, un affascinante esempio è quello della caccia agli ungulati ed in particolare al cervo in ogni sua forma; questo misterioso animale che da sempre aleggia nei sogni di tutti coloro che hanno la caccia nel sangue.

I

l Cervo (Cervus Elaphus) è un mammifero erbivoro ungulato, dell’ordine degli artiodattili, ruminante, appartenente alla famiglia dei cervidi e munito di corna ossee caduche. Ne esistono nel mondo nove sottospecie due delle quali sono presenti in Italia: il Cervo Nobile europeo e il Cervo Sardo (Cervus

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elaphus corsicanus). Si tratta di un animale selvatico particolarmente forte e robusto, dotato di possenti fasce muscolari e di una consistente ossatura; è il più grande cervide in Italia, con lunghezza compresa tra i 160 ed i 220 cm ed un’altezza al garrese di circa 105-130 cm. Un capo adulto può pesare dai 90 ai 120


Ungulati kg per le femmine mentre per i maschi il peso può variare dai 150 ai 250 Kg, a seconda degli ambienti frequentati e del cibo disponibile. I maschi portano poderosi palchi muniti di un numero variabile di cime; le dimensioni del palco dipendono da molti fattori, tra cui anche l’alimentazione. I cervi sono pascolatori dotati di una certa flessibilità alimentare che gli permette di adattarsi molto bene ai vari ambienti. La conformazione fisica del cervo è quella classica degli animali corridori, tipica di quei selvatici che prediligono gli spazi aperti; nel tempo però per le sue abitudini, generalmente crepuscolari o addirittura notturne, nonché per il carattere schivo che lo caratterizza, il cervo si è abituato sempre più a vivere quasi esclusivamente nel folto dei boschi. L’evoluzione dei cervi si è svolta in migliaia di anni facendo acquisire a questi meravigliosi

una preda estremamente difficile da cacciare Fino al secolo scorso il cervo veniva cacciato in battuta con l’ausilio di cani e battitori e ciò ha fatto notevolmente diminuire la popolazione di questo animale nel nostro Paese. Grazie alle politiche di gestione faunistico venatoria attuate negli anni passati allo scopo di conservare la fauna selvatica anche con la collaborazione dei cacciatori, poco alla volta il cervo nobile è stato reintrodotto con notevole successo in tutta Italia ed in particolare sulla fascia appenninica. Nel corso degli anni le popolazioni di cervo nobile sono divenute stabili e composte da un gran numero di esemplari, pur se non al pari di cinghiali e caprioli, ma abbastanza da giustificarne il prelievo selettivo in molte regioni italiane anche al di fuori dell’arco alpino. Proprio al fine di proteggerne le popolazioni, la caccia al cervo nobile non viene affidata a

animali le caratteristiche che gli hanno fatto guadagnare l’aggettivo di “nobile” e permettono di definirlo il vero “Re della Foresta”. A tutte le caratteristiche già elencate per il cervo si aggiunge una spiccata intelligenza, che ne fa un animale molto furbo con sensi molto sviluppati come l’olfatto e l’udito che ne fanno

cacciatori improvvisati ma a persone specializzate che abbiano frequentato corsi teorici e pratici per divenire “selecontrollore”. La moderna caccia di selezione può essere praticata con tre diverse modalità tra cui la “cerca”, “l’appostamento” da postazioni fisse e la “caccia al bramito”, effettuata durante Caccia Passione 29


il periodo degli amori che va da settembre a ottobre che resta una delle forme di caccia al cervo più affascinanti e cariche di tradizione. In base a quello che sappiamo del cervo, le sue caratteristiche sistematiche e morfologiche, se vogliamo cimentarci nella caccia a questo selvatico dobbiamo capire quali possono essere le migliori armi ed i calibri più idonei allo scopo. In genere, gli esperti cacciatori e selecontrollori affermano che nella caccia al cervo il tiro non supera quasi mai i duecento metri e spesso addirittura non supera i cinquanta metri; i tiri molto lunghi sono tipici delle zone di montagna ove spesso non esistono appostamenti fissi. Tenendo conto delle caratteristiche fisiche e strutturali del cervo, un buon calibro che sia efficace, quindi in grado di abbatterlo in modo pulito dovrebbe avere un’energia cinetica compresa tra i 2600 e i 3000 joule sulla distanza di cento metri; questo tipo di potenza è quella che si può riscontrare nelle moderne carabine di medio calibro. Per quanto riguarda la misura del calibro Caccia Passione 30

per la caccia al cervo, c’è da dire che in molte zone il minimo calibro consentito è il 6,5 mm ( .264 millesimi di pollice). Secondo una statistica di abbattimenti, i calibri con cui sono stati abbattuti più cervi in assoluto sono il 7 x 57, il 7 x 64 e l’8 x 57 (in versione Rimmles o Rimmed con collarino). Vi sono poi altri calibri ugualmente efficaci contro l’imponenza di un cervo come il 6,5 x 54 Mannlicher Shoenauer, il 6,5 x 57 ed il 6,5 x 68S, oppure calibri più grossi come l’8 x 68 Shuler, il 9,3 x 62, il 9,3 x 64 Brenneke e il 9,3 x 74 R. La tendenza odierna è quella di utilizzare calibri maggiori, a volte pure troppo, per evitare che l’animale venga soltanto ferito perdendolo. Spesso però a farla da padrona è la mira del cacciatore associata ad una buona palla e non certo la potenza delle munizioni utilizzate; inoltre c’è da dire che per abbattere un cervo di grossa stazza, considerato che avrebbe un’area vitale da colpire grande come uno schermo TV da 14”, basterebbe un calibro dal 6,5 in su. E’ preferibile una buo-


Ungulati na palla di un 6,5 x 57 piazzata al punto giusto dell’area vitale piuttosto che un 300 Magnum, o di un 338 WM che colpisce male. Infine possiamo dire che altri calibri utili nella caccia al cervo sono il 270 (W, WSM e Weath. M.), tutti i 7 mm ad alta intensità (R.M. WSM, STW), il 308 Winchester, il 30.06 Springfield, il .30 Blaser e tutti i tipi di 300. Bisogna inoltre considerare che, nonostante l’imponenza che lo caratterizza, il cervo non è un buon incassatore anche se alcuni pensano che durante il bramito la resistenza aumenti a causa dell’eccesso di adrenalina causata dall’eccitazione sessuale, ecc.; altri cacciatori invece sostengono che proprio in questo periodo i cervi, in particolare i maschi, sono spesso deperiti poiché si nutrono poco, sono sfiniti da corse, combattimenti e dalle monte. Nella caccia al cervo, subito dopo la scelta del calibro, è di grande importanza la scelta della palla del munizionamento con attenzione al peso e alla foggia. Come abbiamo già detto è molto importante abbattere il cervo in modo netto e pulito pertanto a tale

scopo, considerando le grandi dimensioni di questo animale nonché della forza e robustezza che lo caratterizzano, si rende necessaria una palla capace di raggiungere in profondità gli organi vitali generalmente protetti da grandi ossa e una spessa muscolatura. Una buona palla deve essere particolarmente robusta e deve mantenere una certa massa anche dopo la “penetrazione in cassa”; a tal fine il peso della palla non dovrà essere inferiore ai 120 grani per i 6,5, ai 160 grani per i 7 mm e ai 180 grani per i calibri .30 e per gli otto millimetri. Per la caccia al cervo possiamo quindi utilizzare un qualsiasi fucile camerato in uno dei calibri che abbiamo visto fino ad ora sia esso una carabina, un combinato o anche un express, sia giustapposto che sovrapposto; la cosa importante è di certo che l’arma ci sia congeniale e comoda da imbracciare velocemente. Se un giorno a caccia vi troverete al cospetto del Re delle Foreste, innanzitutto abbiatene rispetto, dominate la vostra emozione e focalizzate la vostra concentrazione sull’arma e sul tiro, il Re non merita di soffrire a causa di colpi tirati a caso.

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Caccia all’estero

Lituania “Mon Amour”

puro paradiso cinofilo e venatorio Il racconto di Andrea che ha provato per la Lituania amore a prima vista. Oggi è la sua casa e la sede del suo sogno ad occhi aperti.

S

ono cacciatore, sono cinofilo, sono ap- Lituania è leggermente più freddo e ciò compassionato di boschi e campagne. E’ per porta che le date di apertura della caccia (spequesto che vent’anni fa, dopo un bellissi- cie alla beccaccia, il mio selvatico preferito), mo viaggio in Lituania ho deciso di abbando- siano diverse. Qui si aprono le danze il primo nare l’Italia, e di trasferirmi in quella che ad di settembre e si ripongono i fucili il primo di oggi considero casa. Eravamo in tre, ma solo dicembre. Inoltre per via del clima ma anche io ho avuto il coraggio di mollare tutto, posto per via della conformazione dei boschi, la becdi lavoro, fidanzata e vita ben avviata: i boschi caccia in Lituania nidifica, e osservarla in ogni mi hanno chiamato e io non sono riuscito a fase della sua vita è una vera e propria gioia. Passeggiando lungo resistere al loro fascino. Qui è da vent’anni ...Il segreto è quello di ave- queste infinite distese di alberi alti e fitti te che vivo il mio sogno re cani esperti e compagni ne rendi conto subito: venatorio e cinofilo, che sono riuscito a di caccia particolarmen- il terreno è solo lievemente ondulato, i borealizzare fin da sute silenziosi, altrimenti schi sono ricchi d’acbito: d’altronde gli ostacoli erano dav- tanto vale stare a casa qua e le betulle, gli abeti, i pini, gli ontani vero irrisori e la mia a fare un bel barbecue... e le querce regalano determinazione ha fatto il resto. Oggi al dintorno un’atmosono allevatore, ma anche cacciatore e quan- sfera irreale. Ma le differenze non si fermano do posso passeggio in compagnia dei miei qui, e Alberto, il mio più caro amico d’infananimali fra i boschi, immerso nel silenzio e zia che mi ha raggiunto questo autunno per nelle speranze per il futuro. Ho fin da subito un mesetto di puro divertimento se n’è potuto intuito che le differenze fra Lituania e Italia accorgere facilmente. Aveva qualche probleerano notevoli e tutte le volte che i miei ami- mino con il suo cane, che non riusciva proprio ci vengono a trovarmi per belle e appaganti a risolvere. “Vieni a trovarmi” gli ho detto. battute di caccia, le faccio notare anche a loro. “Qui potrai studiare tutti i comportamenti di Le differenze che vent’anni fa mi saltarono per Esther, dall’inizio della caccia, alla fine”. Non prime agli occhi erano quelle ambientali: climi mi ha creduto, ma dopo qualche settimana mi e boschi diversi impongono agli animali com- ha raggiunto. Alberto lo sa, non invento stoportamenti completamente diversi. Il clima in rie, e anche questa volta ne ha avuto conferma. Caccia Passione 33


I nostri boschi sono infatti in terreni piani, al massimo leggermente ondulati, niente a che vedere con gli intrighi italiani, faticosissimi seppure bellissimi. La conformazione del terreno lo ha aiutato ad osservare il comportamento di Esther, mettendone a nudo i limiti ma anche i grandi pregi. Valutare l’azione del cane nella sua interezza e giudicarne l’aspetto venatorio ma soprattutto funzionale del cane non ha davvero prezzo. Si è concluso che Esther non ha alcun problema quando caccia da sola: a distrarla è il cucciolo che Alberto si porta dietro, un po’ troppo esuberante. Esther è stata in grado di sfruttare il vento a suo favore, tenere il ritmo di caccia, ha dimostrato ottime qualità in fase di galoppo, il suo portamento è niente male, ha presentato sufficienti doti (con qualche difficoltà è vero, ma l’ambiente era nuovo) nelle prese di punto, ma è stata infallibile nelle ferme, nelle accostate e nelle guidate. “Che altro pretendi da questo cane?” gli ho chiesto “Che spari al posto tuo”. Lui ha riso senza dire altro, pare che anche Caccia Passione 34

ad Esther la Lituania non sia dispiaciuta per niente. Credo che Alberto abbia capito il valore dell’osservazione del proprio cane: oggi conosce un po’ meglio. D’altronde io reputo sia importante non solo che il cane trovi il selvatico, ci consenta di spararlo e ce lo riporti: è importante che il cacciatore possa capire il meccanismo che lo porta a questi eccellenti atteggiamenti, di modo che i problemi possano essere corretti qualora si verifichino. Non si creda comunque che il cane in Lituania fatichi di meno per via dei terreni pianeggianti. La conformazione del territorio obbliga i segugi ad allungare spesso, e i fondi morbidi premiano solamente i cani con spalle allenate. Insomma il cane si diverte di più ma si stanca parecchio, per cui consiglio ai miei amici che vogliono venire a trovarmi di portar con sé cani allenati dei quali è sempre meglio non abusare troppo. D’altronde si tratta di territori nuovi, difficili e faticosi, che possono essere letti anche come un vero e proprio aiuto per il cane e per il cacciatore a progredire verso


Caccia all’estero il miglioramento. Alberto, durante il mesetto trascorso in Lituania ha fatto di tutto per andare a caccia di sua maestà la beccaccia: qui nidificano, e si dimostrano animali che è facile individuare ma piuttosto difficile avvicinare. Basta un non nulla perché ti saluti con un battito d’ali, strappando non poche bestemmie al mio caro Alberto. Il segreto è quello di avere cani esperti e compagni di caccia particolarmente silenziosi, altrimenti tanto vale stare a casa a fare un bel barbecue. La tecnologia non ti aiuta più di tanto: bisogna piuttosto avere pazienza e tanta passione. Arrivato durante il primo periodo della caccia alla beccaccia (dal primo di settembre fino al primo di ottobre) si è reso subito conto che il bosco era parecchio infogliato e che era possibile cacciare esclusivamente la beccaccia pastarola: insomma le condizioni più difficili di caccia, ma entrambi siamo piuttosto esperti e sapevo che ce la

saremo cavata dignitosamente. Chi invece vuole vivere condizioni di caccia più “easy” deve raggiungere la Lituania durante il periodo di passo: il numero di incontri aumentano notevolmente e l’entusiasmo del passo rende tutto più semplice. E’ comunque bene ricordare che in Lituania la beccaccia si comporta in maniera diversa rispetto ad altre zone, vai a capire perché: tanto per cominciare la senti raramente volare, di rado le puoi osservare fare le famose L e te le trovi dove meno te le aspetteresti. Sono elementi importanti da prendere in considerazione prima di partire, tanto per non essere colti alla sprovvista. Insomma un vero e proprio paradiso per cani, selvatici ma anche per cacciatori ma che è bene ricordare, completamente differente da quello italiano. Rispettarlo è un obbligo di tutti per preservarlo e regalarlo nel miglior modo possibile ai nostri figli.

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LA MUTA

pochi cani buona caccia

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Cani da caccia

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LA MUTA

pochi cani buona caccia

Se ne discute da tempo, ma una regola ferrea non esiste: tutto dipende dal carattere della muta e dai soggetti che ne fanno parte.

E’

il dubbio di molti canettieri quando, giovani e ancora inesperti si trovano a dover creare la prima vera muta, team di caccia a tutti gli effetti. La tradizione parla chiaro: il segreto per una buona muta è il numero ridotto di cani che ne fanno parte, ma non solo. C’è chi giura che per far dare il massimo al Caccia Passione 38

team il segreto sia quello di non cambiare mai il canettiere: in questo modo i cani non vivranno alcuna confusione, saranno molto più tranquilli e potranno dunque offrire un rendimento davvero eccezionale. Altra regola che i canettieri più esperti ricordano di frequente è quella relativa all’armonia interna alla muta, che è bene non rompere mai.


Cani da caccia Per farlo potrebbe essere sufficiente introdurre un nuovo cane, mentre difficilmente l’affiatamento del gruppo potrà essere rotto per la scomparsa di un elemento. D’altronde la squadra che vince non si dovrebbe cambiare mai. Sul numero di soggetti che devono far parte della muta c’è meno sicurezza e armonia: alcuni sono convinti che il quattro cani siano più che sufficienti, altri cacciano benissimo in compagnia di almeno 6 soggetti. Fin qui la teoria, ma nella realtà le cose possono andare piuttosto diversamente e i cambi, le integrazioni e addirittura le fusioni di interi gruppi potrebbero dimostrarsi necessarie. Non è rara la necessità, proprio durante il periodo di caccia o durante quello agonistico, di dover cambiare per un motivo o per un altro

Tutto dipende da un solo elemento, che spesso viene sottovalutato: il carattere dei cani e le tendenze di razza. Quelli che meglio si adattano ai cambiamenti sono cani che possiedono uno spiccato senso della muta, presentano una notevole manegevolezza, una voce piuttosto udibile e un’andatura di caccia in grado di favorire l’interazione con gli altri cani. Scegliere la razza giusta durante la costituzione della propria muta potrebbe dunque rivelarsi un’idea piuttosto azzeccata: non è un caso che fra le più consigliate vi sia l’ariegeois, per quanto niente abbia da invidiare il segugio dell’Appennino. A prescindere dal numero di soggetti che si sceglierà di inserire, costituita la propria muta, sarà davvero importante lavorare sulla correttezza

un cane della muta: far maturare un cucciolone, o rifinire un cane già avviato sono i motivi che più spesso ricorrono. In alcuni casi si è addirittura costretti a fondere due mute differenti per crearne una molto più grande. Impossibile? Sì, in alcuni casi si tratta di fantacinofilia ma in altri queste sostituzioni e queste fusioni hanno apportato benefici alla muta.

dei propri cani. A lavoro concluso il canettiere che sarà stato in grado di portar a termine un buon addestramento, potrà, una volta effettuato l’incontro fra selvatico e muta, abbandonare il suo ruolo e occupare la propria posta: i cani ben addestrati sapranno svolgere in totale autonomia il proprio lavoro, dimostrando risolutezza, sicurezza ed eccellenti capacità. Caccia Passione 39


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Digiscoping

Digiscoping cacciatori con la passione per le foto

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Digiscoping cacciatori con la passione per le foto

La nuova passione dei cacciatori amanti della natura è il digiscoping che associa amore per la fotografia e per la vita all’aria aperta. Non a caso per due anni di seguito il campione italiano di digiscoping è stato un cacciatore con il pallino per la natura

I

l digiscoping è il logico punto d’arrivo per gli amanti della natura e della fotografia. Questa attività tutta da scoprire, nuova, da esplorare, le cui regole fondamentali sono ancora tutte da elaborare, unisce le due passioni, regalando a chi la pratica gior-

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nate indimenticabili a contatto con la natura. Si tratta sostanzialmente di una tecnica fotografica che associa una macchina fotografica (che potrà essere compatta, meglio ancora se reflex) ad un bel telescopio pensato appositamente per l’osservazione.


Digiscoping

Il fascino di questa attività che aiuta gli appassionati a catalogare ordinatamente la fantastica natura, è data specialmente dal fatto che pur a grandi distanze il fotografo potrà immortalare meravigliosi primi piani di animali diversamente irraggiungibili.

Se poi la tecnologia utilizzata è al passo coi tempi e la telecamera digitale reflex associata ad un buon obbiettivo e a un telescopio evoluto, il fotografo cacciatore potrà coprire distanze davvero sorprendenti, riuscendo a raggiungere anche i 6000 mm di focale. Ovviamente migliori saranno le lenti utilizzate, maggiore sarà la qualità dell’immagine catturata. Ad avvicinare gli amanti della fotografia a questa sensazionale forma d’arte sono stati soprattutto i costi, abbattuti rispetto a quelli che si dovevano sostenere per l’acquisto dei super tele tradizionali. Basti pensare che buoni risultati si ottengono anche quando si associano telescopio e compatte da 4 mega pixel a buon mercato. Quindi in grossa sostanza quando parliamo di digiscoping ci riferiamo all’arte della fotografia attraverso l’obbiettivo, non della macchina fotografica, quanto del telescopio. Ovviamente è la pratica a fare di un qualsiasi appassionato un professionista e l’acquisto della giusta tecnologia e del giusto equipaggiamento. A rendere ancora più attraente il digiscoping è la possibilità tutta moderna di rivedere le foto al computer, di modificarle, di perfezionarle e soprattutto di condividerle con gli appassionati del genere e della natura e perCaccia Passione 43


ché no, di venderle a chiunque sia interessato. Una disciplina tanto innovativa non poteva che nascere per pura casualità. A parlare per primi di quello che poi sarebbe diventato il digiscoping furono alcuni birdwatcher asiatici, sul finire degli anni novanta, quando si decise di montare sulle macchine digitali degli oculari di telescopi, per avere una gittata maggiore. I risultati, per quanto fin da subito eccezionali, ebbero modo di essere migliorati grazie soprattutto all’esperienza e alle tecnologie in costante evoluzione. Grazie a particolari adattatori, l’osservazione e soprattutto la ripresa fotografica, diventano un’emozione da vivere in prima persona. Per quanto spesso lo si ignori, le digitali e le macchine reflex possono essere utilizzate indi-

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stintamente nella pratica del digiscoping, tanto più che gli ultimi modelli reflex si dimostrano sempre più raffinati da un punto di vista tecnologico, leggeri e con la possibilità di regalare al fruitore un illimitato controllo creativo. Eppure le digitali come facile immaginare, si dimostrano molto più semplici da usare, dotate come sono di numerosi automatismi che facilitano la vita del fotografo alle prime armi. I motivi che hanno regalato tanto successo al digiscoping sono numerosi, ma fra questi almeno 4 si possono evidenziare con chiarezza: • la possibilità di osservare la natura con precisione e calma anche da grandi distanze, senza disturbare gli animali o metterli in fuga, ammirandone i naturali comportamenti;


Digiscoping • immortalare meravigliose scene da conservare, archiviare, condividere; • rispettare la natura e viverci a stretto contatto; • la possibilità di immergersi nella natura trasportando con se strumenti di poco peso che consentano una immediata revisione delle fotografie scattate. Impossibile rimanere indifferenti a questa meravigliosa passione che unisce fotografia e amore per la natura. Una volta catturati dal fascino del digiscoping non resterà che procurarsi una fotocamera digitale, sia essa compatta o reflex, un buon telescopio e ovviamente un adattatore che metta in comunicazione l’una e l’altro. Altro elemento indispensabile è il cavalletto,

fondamentale per garantire stabilità alle foto, viste le distanze che gli obbiettivi devono coprire. Per rendere ancora più piacevole questa passione esistono inoltre diversi accessori, quali ad esempio comodi zaini o diversi oculari che permetteranno d’ottenere risultati a 5 stelle. Inoltre è bene non dimenticare mai che per quanto l’esperienza e i buoni strumenti possano fare la differenza, la qualità delle fotografie scattate dipenderà molto anche dalle condizioni atmosferiche ed esterne. Vento, mancanza di luce, inquinamento potrebbero rendere meno nitida e leggermente distorta l’immagine. Detto questo non resta che augurarvi buon divertimento e buona immersione nella limpida e lussureggiante natura.

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Benelli Raffaello Black tecnica e stile

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Fucili da caccia

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Benelli Raffaello Black tecnica e stile

Il perfezionismo tecnico non può essere disgiunto da quello estetico e un modello di successo contiene in sé la prima spinta al cambiamento e all’innovazione come fattori fondanti di uno stile di impresa

L’

innovazione è insita nei geni della Benelli da quando nel ’67 principiò a costruire semiautomatici con un sistema di riarmo totalmente diverso dalla concorrenza. Dalle origini il principio inerziale caratterizza questa produzione e il successo che Caccia Passione 48

ne è derivato porta a diverse considerazioni sulla genialità, sulle soluzioni difficili, sulle quotazioni di vendita. La prima è un elemento che non sempre si trova, ma quando lo si trova occorre saperlo riconoscere, cosa che non sempre avviene; le soluzioni difficili non


Fucili da caccia sono quelle complicate, anzi, sono quelle però a cui occorre prestare molta attenzione esecutiva perché diversamente non funzionano; le quotazioni elevate derivano da quanto appena esposto e fanno parte di quell’insieme che definiremmo la dirimente nei confronti della concorrenza. Basta compiere un giro esplorativo in azienda per comprendere come questo programma sia il cavallo di battaglia con cui entrare in competizione sul mercato mondiale: dal macchinario al suo impiego, e più ancora nella personalità di chi opera in azienda si capisce perché una prodotto ben più caro della immediata concorrenza abbia conseguito tali risultati. Nei primi 40 anni di lavoro si erano sommati due milioni di fucili venduti mentre

Il Raffaello rappresenta il modello di punta della produzione aziendale e proprio qui si è intervenuti per mostrare una volta di più come non sia possibile a Urbino vivere sui ben meritati allori, ma ci si innovi continuamente. Il fucile è stato presentato all’IWA del 2013 in due versioni, la Power Bore e la Black, consegnando quasi subito la prima mentre la seconda, oggi presa in esame, è arrivata ai primi di gennaio di quest’anno. Questo modello rappresenta la versione base del primo di cui fa proprie peculiarità assai interessanti e soluzioni di eccellente garanzia. Le prerogative L’estetica è quella conosciuta con la parte centrale del castello che pare uscire dall’armonica

nel solo 2013, l’anno passato già carico di tutti i gravami che infieriscono sulle tasche di molti, si è raggiunta la quota di 195.000 pezzi, quasi il 10% di quella fantastica cifra predetta. Innegabile che la raffinatezza paghi quando sia ben usata nella tecnica, nell’esecuzione, nello stile.

corolla posteriore con una fusione di linee rette e curve come di piani lisci o arrotondati: il nero domina la scena con la brillante lucidatura dell’otturatore e del grilletto a far da contrasto. Del sistema inerziale annotiamo soltanto la chiusura a testina rotante con due alette e Caccia Passione 49


la molla di recupero posta nel calcio: l’attuale taratura delle molle di contrasto consente l’impiego di cariche tra i 24 e i 56 g di pallini, ampliando quindi ulteriormente l’ambito di utilizzo. Tra i vantaggi di tale funzionamento ricordiamo come si eviti l’imbrattamento presente invece nei presa di gas. In ambito di sicurezza segnaliamo il congegno che riporta automaticamente in chiusura l’otturatore se dovesse arretrare accidentalmente per un urto. Anche la suola elevatrice delle cartucce e la feritoia di accesso sono state ridisegnate con attenzione alle sezioni di passaggio, all’arrotondamento dei profili, alla scorrevolezza per un più facile inserimento delle cartucce nel serbatoio: l’insieme prende il nome di Easy Loading. Parimenti è stata migliorata la funzionalità della levetta inferiore per lo svuotamento del serbatoio. Il calibro 12/76 è oramai una costante per i fucili da caccia tradizionali e il mantenimento di un peso leggero, 2950 g lo sono, rappresenta una sfida tra portabilità e brandeggio contrapposti alla sensazione di rinculo. La scelta estetica ha condizionato e spinto verso nuovi ritrovati: la bellezza e la classe del fucile richiedono una calciatura in legno e si è quindi momentaneamente messo da parte il calcio sintetico Comfortech risolvendo il problema del rinculo con lo studio di un’altra novità: il calciolo Progressive Comfort incassato, senza scompensi estetici, nel legno stesso. L’interno di questo ritrovato in tecnopolimero vede un’asta scorrevole con placchette contrapposte impegnate in lamelle, fissate al corpo, di Caccia Passione 50

spessore differenziato: la forza impressa dal calciolo muove l’asta e le lamelle più sottili si flettono assorbendo l’energia di una cartuccia normale mentre con cariche più potenti entrano in gioco progressivamente anche le lamelle più resistenti. In tal modo a una maggiore forza applicata corrisponderà una più decisa resistenza del complesso. Per il resto le linee del calcio sono quelle oggi più in auge con pistola molto arcuata e ampia sezione alla coccia, così da tenere la mano salda nella sua posizione con il dito che aziona il grilletto perpendicolare al punto di ingaggio. Nella parte del dorso verso il nasello è inserito uno spaziatore intercambiabile di poliuretano morbido che smorza le vibrazioni dirette allo zigomo assicurando, insieme alle placchette da interporre fra impu-


Fucili da caccia gnatura e castello, la regolazione più congeniale. L’asta ha un disegno affusolato che favorisce la presa e l’effetto estetico grazie alle linee in sbieco di giunzione al castello e all’innesto del tappo di fermo: questo particolare porta novità all’interno dove un inserto in polimero avvolge la molla posta al suo interno evitandone l’attrito sul metallo del serbatoio dove, in caso di infiltrazioni di umidità, potrebbero crearsi ossidazioni; da ultimo il blocco non è più affidato a un pistoncino, ma a una sferetta registrata da una molla, più gentile da vincere con minimo sforzo. Piccole cose importanti per apprezzare compiutamente e nei particolari la cura posta dall’azienda nel nuovo progetto. La canna tradizionale è proposta nelle lunghezze di 61, 65, 70 e 75 cm innestata al castello con un sistema

che assicura assenza di giochi anche dopo un lungo impiego; è omologata per l’uso di pallini di acciaio anche con gli strozzatori intercambiabili Criochoke, lunghi 70 mm forniti a corredo. Sulla bindella ventilata metallica spicca il mirino in plastica rossa. A corredo viene fornita la valigetta di trasporto con il gruppo di strozzatori, chiave di montaggio, piastrine per variare la piega del calcio, magliette a sgancio rapido, flacone d’olio, manuale per uso e ricambi. Conclusioni Nel Raffaello Power Bore si trovano le ultime scelte tecnologiche dell’azienda mentre nel Black si ha un insieme tradizionale: nulla di diverso nella qualità, sempre di vertice, e solo un’opportunità per il cliente di scegliere in base al proprio gusto e alle proprie inclinazioni.

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La cartuccia 07mm 08 Rem.

L’ordinanza statunitense entrata in servizio nel 1952 come 7,62 Nato e diffusasi rapidamente nel settore commerciale come .308 Win. ha dato origine a differenti soluzioni dove la variazione del diametro del colletto ha fornito agli sportivi cartucce dalle ottime prestazioni in settori diversi del tiro.

C

osì come a cavallo del XIX e XX secolo i progettisti di cartucce tedeschi avevano sfruttato l’impianto base del 7x57 Mauser per elaborare calibri diversi che andavano dal 6 al 9,3 mm passando per quell’8 che divenne rapidamente famoso nel Modello K98 abbinato al feldgrau dell’uniforme milita-

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re germanica, anche negli Stati Uniti d’America in tempi successivi ci si è dati da fare con impegno per proporre altri diametri di colletto su una cartuccia che abbia conquistato la notorietà. E’ il caso della .308 Win. versione civile dell’ordinanza dei primi Anni Cinquanta quando apparve abbastanza chiaro anche


Munizioni all’U.S. Army che il .30-06 Sprg. era esagerato per le nuove finalità. Mancò la scintilla mentale e il coraggio di scelte dove i tedeschi ben prima, come d’abitudine, erano andati a segno con il loro 8x33 Kurz e i russi gli erano finiti appresso con il successivo 7,62x39 Block: fatto sta ed è che il 7,62 Nato soppresse nella culla anche una bella proposta inglese calibro .280 e si pose quale incontrastato sovrano della situazione. Tralasciando le considerazioni militari e passando a quelle sportive non si può che lodare tale soluzione in cui convivono buona potenza ed eccellente precisione intrinseca con una discreta tensione di traiettoria oggi non più determinante visto l’uso generalizzato dei telemetri e dei programmi bali-

successivamente nel 1996 anche una 6,5 mm con il nome di .260 Rem. che s’è ritagliata il suo spazio nel tiro a segno a lunga distanza. Vissuta per diverso tempo nelle mani degli sperimentatori americani la cartuccia che oggi trattiamo, bella, interessante e ricca di doti, è stata poi presa in famiglia dalla Remington che l’ha battezzata con una fusione delle due misure, metriche e in pollici, con il riferimento di 7 mm - 08 Rem. in cui lo 08 è un chiaro richiamo alla fonte. L’adozione di un passo di rigatura pari a 9,5:1 ha consentito di spingere proiettili medio pesanti con un ventaglio dai 120 ai 160 grani e una centratura splendida per energia e precisione con le 140 grs. Il bossolo da 51 mm è adatto alle azioni corte,

stici con tutte le dovute correzioni in base a distanza, angolo di sito, quota e chi più ne ha più ne metta. La filiazione immediata o quasi era stata la .243 Win. presentata nel 1955, una 6 mm tuttora in pieno vigore operativo e commerciale, cui era seguita, dopo parecchi anni, precisamente nel 1980, questa 7 mm e

almeno per quei fabbricanti che mantengono a listino due misure, senza arrivare alla proposta davvero eccezionale di Sako che ne ha ben cinque: in tal modo si sfrutta opportunamente la riduzione di lunghezza e peso con i vantaggi che ne conseguono. Per chi è approdato alla canna rigata in piena orgia dei magnum e dei Caccia Passione 53


super magnum, con tutte le loro belle validità sia chiaro, può rivelarsi confortante praticare per certe caccie o per alcune forme di tiro accademico queste cartucce ben più contenute dove tutto il complesso messo in campo è di minor impegno per massa e volumi, costi e rinculo senza con questo scadere nelle prestazioni, quanto meno in quell’ambito dei 300 m, base del tiro a norme UIT, o nel settore venatorio su selvatici che non conoscono le predette norme, ma inconsciamente vi si adeguano insieme ai personaggi che li insidiano. La palla

di utilizzazioni venatorie previsto che molte case costruttrici propongono tale cameratura: dal capriolo al cinghiale, dal camoscio al daino, dal muflone al cervo non ci sono particolari limitazioni scegliendo opportunamente la palla e la carica. La precisione intrinseca davvero encomiabile, rosate a 100 m con tre colpi praticamente in un unico foro sono facilmente raggiungibili, consente di ingaggiare anche a buona distanza le prede più piccole; se invece si vuol salire con il quantitativo di polvere per avere maggiore energia su animali di maggior

da 7 mm rappresenta pur sempre una proporzione aurea per diametro e densità sezionale e in questo caso, spinta da dosi non eccessive di polvere, mantiene una confortante radenza e una letalità risolutiva su tante prede. Proprio tali caratteristiche sono state alla base del vasto impiego nella terra d’origine in quelle competizioni alle sagome abbattibili dove la precisione è fondamentale e con essa la botta che ha da essere secca e decisiva, pena la perdita dei punti. Da noi le si apre un ampio ventaglio

mole e vitalità la rosata non aprirà più di tanto e sarà comunque sempre entro i 2/3 di MOA. L’equilibrio del complesso e il rinculo contenutosi riveleranno sempre entità a favore del giusto piazzamento del colpo. Per chi non ricarica le maggiori firme produttrici di cartucce come Norma, Federal, Remington, Hornady, Winchester, RWS, solo per citarne alcune, propongono questo calibro con una scelta di proiettili di sicuro interesse: una ragione in più per mettere in preventivo un futuro acquisto.

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Burris Ballistic Laserscope cannocchiale di puntamento

Vi piacerebbe cacciare riducendo al minimo il rischio sparare a vuoto? Se la risposta è sì allora dovete usare un cannocchiale di puntamento davvero rivoluzionario: il Ballistic Laserscope della Burris.

S

econdo le opinioni dei cacciatori e le recensioni pubblicate sulle riviste internazionali di caccia, questo cannocchiale è uno dei migliori esistenti al mondo, perché permette di inquadrare la mira alla perfezione e di calcolare la distanza e il tipo di percorso del proiettile. I calcoli vengono effettuati attraverso un sofisticato sistema elettronico, mentre il bersaglio viene individuato da una luce rossa al laser. Il Ballistic Laserscope modello 4-12 x 42 mm è prodotto dall’azienda americana Burris, marchio leader da 40 anni nelle ottiche professionali da caccia. I cannocchiali Burris sono ampiamente usati dai cacciatori professionisti americani e da molti altri anche Caccia Passione 56

in Europa. Basti pensare che le ottiche Burris sono state in grado di superare i test ottici elaborati secondo i rigidi standard tedeschi. Ciò conferma che questi prodotti possono tranquillamente tenere testa e, a volte, anche superare quelli della concorrenza. Con il Ballistic Lasescope, la Burris è riuscita proprio a dimostrarsi insuperabile, mettendo a punto un cannocchiale adatto alla caccia in qualsiasi tipo di ambiente: dalle foreste della Baviera, ai boschi italiani, fino alle pianure del Colorado. Questo cannocchiale viene ampiamente usato per la caccia di selezione agli ungulati, dove si rivela estremamente efficace per definire la mira del bersaglio e per calcolare sia la distanza del


Ottiche selvatico che il percorso del proiettile. Questi calcoli vengono effettuati in frazioni di secondo, tanto che il cacciatore può tranquillamente procedere a caricare, puntare e sparare senza alcun margine di errore. Ballistic Laserscope, grazie alle tecnologie di cui è dotato, effettua in pochi secondi un tracciato virtuale della traiettoria della cartuccia. Per ottenere misurazioni corrette è necessario inserire i dati della tipologia di cartuccia usata. Il dispositivo elettronico del cannocchiale possiede già un database preimpostato con la lista di circa 600 cartucce, ciascuna contrassegnata da un codi-

minio) nelle cellule di formazione, mentre il regolatore a tasti e gli anelli di regolazione sono realizzati in acciaio rinforzato. I cilindri esterni sono, invece, ricavati da un unico blocco composto da una lega di alluminio usata in aeronautica. L’effetto antiappannante è garantito dai sigilli quadrangolari inseriti a completamento delle lenti. Per evitare l’appannamento, i cannocchiali Burris sfruttano un meccanismo di riempimento di azoto. L’azoto, inserito e aspirato per 24 volte, trascina via tutti i residui di aria e umidità, mentre un certo residuo di azoto, unito ai sigilli quadran-

ce di due cifre. I dati della propria cartuccia si possono inserire o modificare effettuando pochi click sul dispositivo in modalità set– up. La tecnologia Burris, applicata alle ottiche come il Ballistic Laserscope, consente di avere prodotti resistenti agli urti, ai traumi, ai graffi, all’acqua e all’appannamento. La resistenza ai traumi e ai graffi viene realizzata grazie a rivestimenti metallici più spessi, cioè a più strati. Burris usa un’anodizzazione Hard-Coat classe II tipo III, tre volte più resistente delle classiche anodizzazioni di tipo II. I componenti metallici del Ballistic Laserscope garantiscono al cannocchiale una durevolezza elevata. Ciò è dovuto all’uso di ottone (al posto dell’allu-

golari, evita la penetrazione di qualunque spiffero in grado di appannare le lenti. Le lenti del cannocchiale sono trattate con rivestimenti a più strati in grado di azzerare i riflessi e di migliorare la trasmissione della luce. Ogni rivestimento ha una superficie sottilissima, circa un nanometro. Con queste tecnologie, le lenti di Ballistic Laserscope permettono di visionare i colori così come sono in realtà e di ottenere il miglior contrasto possibile. Le altre caratteristiche tecniche di Ballistic Laserscope modello 4-12 x 42 mm sono: ingrandimento da 4 a 12 x; diametro obiettivo, 42 millimetri; reticolo al laser; finitura opaca; portata del laser in modalità riflettente, 730 metri; portata Caccia Passione 57


del laser in modalità lineare, 500 metri; campo visivo a 100 metri, 8.3 - 3 metri; pupilla d’uscita 10.5 -3.5 cm; click per 100 metri, 0,7 cm, regolazione massima per 100 metri, 140cm; distanza focale ottimale, 7.6 -8.9 cm. Il Ballistic Laserscope funziona con batterie CR2032, è lungo 330 mm e pesa 737 grammi. Le bat-

1000 euro. Il prodotto è molto richiesto e in molte armerie è addirittura esaurito. Ciò vuol dire che questo cannocchiale gode di molti estimatori e che quindi è davvero utile e perfettamente funzionante. Qualche cacciatore all’antica rimpiange però gli anni in cui si cacciava “ a vista” imparando a puntare il bersa-

terie hanno una durata pari a 1100 cicli di ricarica. L’ottica funziona anche a temperature di meno venti grandi e di più cinquanta gradi. In condizioni atmosferiche ottimali, la portata del laser riflettente può raggiungere anche i 999 metri. Burris Ballistic Laserscope è garantito dieci anni, mentre i suoi componenti elettronici sono garantiti tre anni. Il cannocchiale è dotato anche di un telecomando ultrasensibile per una misurazione ancora più perfetta durante il puntamento. Ballistic Laserscope ha un prezzo al pubblico compreso tra i 950 ed i

glio con la pratica e la pazienza. I tempi, però, sono cambiati e gli accessori come il Ballistic Laserscope stanno diventando sempre più indispensabili nelle battute di caccia, così come i telefonini lo sono ormai nella vita quotidiana. Dai test, il Burris Ballistic Laserscope risulta esente da difetti, l’unico neo è che deve essere montato su attacchi fissi originali, cioè realizzati dalla stessa azienda produttrice. Per il resto, l’attacco al fucile e il montaggio del cannocchiale risultano molto semplici, specie se si seguono le istruzioni allegate nel manuale di acquisto.

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Ottiche


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Racconti di caccia

Il mio primo cinghiale ...quasi I cani abbaiano in lontananza, sono ancora molto lontani in effetti e non riesco ancora a capire se vengono nella mia direzione.

D

ovrò attendere ancora un po’ scru- chilometri da casa mia, mio nonno mi raccontando i cespugli e gli alberi intorno a tava di una vasca di raccolta delle acque proveme sperando di percepire un rumo- nienti da una sorgente che sgorga direttamente re, un movimento e finalmente quella mac- dalla pietra che diviene spesso abbeveratoio per chia nera stagliata nel verde, un cinghiale. gli animali selvatici che popolano la montagna. Mi sento un po’ nervoso in effetti, sarà l’emozio- Ora mi ritrovo molto al di sopra di quella vasca; ne visto che è la mia prima battuta di caccia al dopo aver parcheggiato le auto nello spiazzo cinghiale; per anni ho poco più su del vecdesiderato partecipare ...A quanto pare non mi sba- chio monastero, ora Santuario, di Santa e finalmente mi è capigliavo, sento Antonio che tata l’occasione di far Maria del Monte Albiparte di una squadra grida “Preso!” facendo ca- no abbiamo cominciato a scarpinare su per di caccia al cinghiale. pire chiaramente di aver Devo ringraziare Anla montagna seguentonio, un amico cac- abbattuto il cinghiale... do i vecchi sentieri che ciatore che tante volte tagliano il bosco che la mi aveva raccontato delle battute di caccia a cui ricopre per salire sempre più su verso il crinale aveva partecipato con la squadra di cui fa parte; dove dovrebbe essere più facile trovare i cinghiali. la settimana scorsa Antonio mi ha chiamato per I canai ovviamente sono saliti ancora più in alto invitarmi a partecipare avvisandomi che per la quasi al crinale della montagna da dove si scorbattuta di oggi sarebbe mancato uno dei caccia- ge l’altro versante, quello di Tramonti che detori e quindi si sarebbe liberato un posto per me. grada verso il mare, verso la Costiera AmalfitaDopo la levataccia di stamattina alle quattro con na; deve essere uno spettacolo straordinario da Antonio ci siamo radunati, insieme al resto della lassù ma oggi il mio compito è stare più a valle. squadra, al bar per la consueta colazione e poi via Mi sono posizionato alla posta che mi è statutti verso la zona di caccia; non ci siamo sposta- ta assegnata, sono vicino ad Antonio visto ti molto, siamo sul Montalbino, praticamente la che sono nuovo sia della squadra che di quemontagna dietro casa mia che da piccolo vede- sto tipo di caccia; in questo modo se ho bivo come un gigante seduto a proteggere la città. sogno di aiuto lui può darmi una mano. Ho sempre sentito storie di questi boschi a pochi Per la mia prima giornata al cinghiale devo Caccia Passione 61


dire che è capitata proprio una bella giornata, il cielo è terso e l’aria è fresca ma gradevole nonostante siamo a dicembre; forse sarà per la scarpinata fatta per arrivare fino a quassù. Mi giro un po’ intorno per sgranchirmi le gambe poi mi rivolgo verso la cima della montagna in direzione dell’abbaio dei cani che si fanno sempre più vicini; avranno fiutato qualche animale, speriamo che lo spingano dalla mia parte. Sento i cani sempre più vicini e comincio a guardarmi intorno scrutando meglio tra gli alberi; il bosco quassù è composto per la maggioranza da roverelle, lecci, castagni e qualche faggio con i tronchi non molto vicini tra loro lasciando quindi una visuale abbastanza libera per un eventuale tiro. I raggi di sole penetrano tra le cime degli alberi e nell’aria si sente un piacevole profumo di rosmarino selvatico; mi accorgo che il terreno alla base degli alberi è ricoperto da queste piante anche molto alte in alcune zone meno battute. I cani sono vicinissimi, comincio a innervosirmi. Do un occhiata alla mia carabina Benelli Argo Endurance calibro 30-06 per controllare che sia carica e funzioni bene; l’avevo presa qualche mese fa sperando di poterla usare presto sul cinghiale e finalmente mi è capitata l’occasione giusta. Di nuovo uno sguardo agli alberi intorno a me, ho avuto l’impressione che qualcosa si muovesse ma forse è stata solo una mia suggestione dovuta alla tensione. Do uno sguardo dalla parte del mio amico Antonio, da qui riesco a scorgerlo grazie al giubbetto arancione ad alta visibilità ma non riesco a capire se ha scorto qualcosa. Speriamo che il cinghiale non abbia tutta questa visibilità e si accorga di me solo alla fine. Improvvisamente un rumore tra i cespugli in lontananza. Forse non mi ero sbagliato, qualcosa sembra muoversi davvero. Imbraccio la carabina in posizione di puntamento per sicurezza e comincio a scrutare tra gli alberi. Improvvisamente dai cespugli davanti a me, a circa trenta metri tra un gruppo di castagni, vedo sbucare una grossa macchia nera che trotterella proprio nella mia direzione: è lui, il cinghiale. Caccia Passione 62

Per un attimo mi trovo spiazzato, nonostante lo sperassi non avrei mai immaginato che potesse venire da questa parte. Ad un tratto si ferma a venti metri dinanzi a me, sembra indeciso, forse ha avvertito la mia presenza. Non mi capiterà mai più un occasione simile. Cerco di lasciare da parte l’emozione e posiziono il punto rosso della mia carabina proprio sulla schiena del cinghiale; un bel respiro profondo e tiro il grilletto. Il rumore dello sparo si diffonde per la vallata misto al grido del cinghiale che fugge terrorizzato proprio in direzione di Antonio; sono ancora in puntamento, non so se l’ho colpito e provo a fare subito fuoco ancora una volta ma a quanto pare non ho mirato bene e il cinghiale continua a correre fino a che lo perdo di vista tra gli alberi. Mi viene spontaneo gridare al mio amico, “Antò stà arrivann nda’tte!” e pochi secondi dopo sento un altro sparo che sembra provenire proprio dalla posta di Antonio; speriamo che almeno lui l’abbia preso. A quanto pare non mi sbagliavo, sento Antonio che grida “Preso!” facendo capire chiaramente di aver abbattuto il cinghiale, poi da la notizia tramite la radiolina agli altri della squadra che non si sprecano in complimenti e battute. E’ già quasi mezzogiorno e il capocaccia dichiara ufficialmente terminata la battuta. Mi avvicino ad Antonio per complimentarmi con lui, dopo un po’ arrivano anche gli altri a dare una mano per recuperare l’animale abbattuto e portarlo giù alle macchine; è un bell’esemplare da almeno 100 kg. Per essere la mia prima battuta di caccia al cinghiale non posso lamentarmi visto che ho quasi abbattuto un verro da cento chili; dico quasi perché il mio primo colpo non era proprio andato a vuoto come credevo: esaminando bene la carcassa infatti ho potuto notare che le ferite erano due mentre Antonio ha sparato soltanto un colpo. Per questa volta penso proprio di potermi accontentare quindi recuperiamo alla svelta l’animale poi tutti a pranzo e a festeggiare.


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Veterinaria

Sterilizzare il cane da caccia cosa cambia?

Sul conto della sterilizzazione del proprio cane da caccia vigono ancora una marea di convinzioni errate: solo la buona informazione può sfatarle.

S

ul conto dei cani sterilizzati, specie se esemplari da caccia o da guardia si è detto di tutto ed il contrario di tutto. E’ vero che se castrati non riescono più a far la guardia, che perdono la propria spigliatezza ed intelligenza, ma soprattutto è vero che non sono più buoni per la caccia? La confusione che vige sull’argomento è sostanziosa e spesso si attribuisce all’asportazione dei genitali maschili e femminili ripercussioni sul carattere e sul comportamento del nostro amico a quattro zampe che non stanno né in cielo né in terra. Tanto per cominciare quando parliamo di sterilizzazione delle femmine ci riferiamo all’ovarioisterectomia, mentre quando si parla di castrazione ci stiamo riferendo esclusivamente agli esemplari maschili. Nell’uno e nell’altro caso si tratta di un’operazione chirurgica permanente che per le cagne causa l’asportazione delle ovaie e dell’utero, mentre nel caso dei cani comporta la rimozione dei testicoli. Il motivo principale per il quale milioni di proprietari ricorrono ogni anno alla sterilizzazione del proprio cane è l’impossibilità o l’incapacità di gestire le future cucciolate che è cosa sicura, arriveranno. Si tratta di una decisione condivisibile e matura che evita ai cani indesiderati di finire orfani per la strada o nei canili,

e limita l’insorgenza di pericolose malattie. Chi sceglie la strada della sterilizzazione inoltre riduce i pericoli di fuga da parte dei propri cani, di vocalizzazioni costanti e in alcuni casi fastidiose e di perdite ematiche durante il periodo riproduttivo. In linea di massima possiamo affermare che è sbagliata la convinzione che vuole il cane da caccia sterilizzato più triste e depresso: in realtà gli animali che hanno subito questa operazione si dimostrano meno aggressivi, più prevedibili, più facilmente addestrabili e meno distratti, in quanto non sono agitati periodicamente dalla fase dell’accoppiamento. Non necessariamente diventano più grassi, specie se il proprietario tiene in considerazione che il cane sterilizzato ha necessità di una minor dose di calorie giornaliere e provvede alla modificazione della sua dieta quotidiana. Gli effetti sul comportamento, immediatamente dopo la castrazione non si fanno attendere, ma non necessariamente sono negativi come ci si potrebbe aspettare. Nel caso di sterilizzazione al femminile si nota nel cane una maggiore aggressività territoriale causata con probabilità dalla mancanza degli ormoni inibenti prodotti dalle ovaie: il tutto si risolve con una maggiore attenzione del cane e con una migliorata attitudine alla guardia. Inoltre la femmina castrata non conoscerà più la classica aggressività che vive durante il Caccia Passione 67


calore e durante il periodo che segue il parto. Da un punto di vista meramente medico, castrare la femmina prima ancora del primo calore limita notevolmente il pericolo di tumori alla mammella o di infezioni all’utero. Il cane castrato in linea del tutto generale è meno competitivo sia nel confronto con gli uomini che nel confronto con i propri simili. L’aggressività viene limitata, ma tutte le abitudini che caratterizzano l’amico a quattro zampe, rimarranno tali. Perderà vizi quali il marchio urinario e il vagabondaggio alla ricerca di partner, ma questo non potrà che semplificare la vita dei proprietari. Anche nel caso della castrazione questa porta con se notevoli benefici per la salute del cane: sono prevenuti diversi problemi alla prostata e cancellati i pericoli di infezioni e tumori ai testicoli. Se si è presa la decisione, per un motivo o per un altro di sterilizzare il proprio cane, è bene scegliere di farlo durante la pubertà, intorno all’ottavo mese di vita: si eviterà che il cane prenda tutte quelle cattive abitudini legate all’attività sessuale. Se invece si sceglie di castrare il cane in età avanzata, è da tenere in considerazione che molti di questi comportamenti si sono oramai evoluti e che quindi saranno difficili da dimenticare. Alcuni cani castrati in età avanzata ad esempio, continuano a scappare perché si è compreso che fuori dal proprio giardino esiste un mondo molto più che divertente. In ogni caso il cane può esCaccia Passione 68

sere castrato in qualsiasi età: diversamente da come qualcuno crede non esiste il pericolo che l’amico a quattro zampe sterilizzato che già ha conosciuto l’accoppiamento soffra per la nuova situazione. Il cane non si percepisce come un castrato, semplicemente non vivrà più lo stimolo sessuale. Quel che conta ricordare è che un cane che ha subito la castrazione non vede limitata in alcuna maniera, come spesso si crede, la sua capacità di apprendimento e la sua capacità di collaborazione con l’uomo: né il fiuto, né l’attitudine alla caccia vengono modificate dalla sterilizzazione, ma si rinuncerà per sempre alla possibilità riproduttiva dei propri amici.


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Sul prossimo numero Stanziale: fagiani, recinti a cielo aperto

caccia passione

Anno III – N° 04 – aprile 2014 www.cacciapassione.com Direttore Responsabile Pierfilippo Meloni Vicedirettore Domenico Mansueto

Direttore Marketing Valerio Troili marketing@cacciapassione.com

Migratoria: caccia silenziosa alla beccaccia

Collaborazioni Claudia Zedda, Diego Mastroberardino, Giovanni Di Maio, Rosalba Mancuso, Pierfilippo Meloni, Domenico Mansueto, Kalaris, Valerio Troili, Federico Cusimano, Emanuele Tabasso. Traduzioni, Grafica e Impaginazione A cura della Redazione Pubblicità Ilaria Troili - Cell. 335.6408561 commerciale@cacciapassione.com Fotografi Archivio Caccia Passione, Shutterstock Redazione Via Camillo Golgi, 1 - 20090 - Opera (MI) redazione@cacciapassione.com Cell. 3383243383 Service Provider Made Network srl Via Macanno, 59 - Rimini (RN) Editore Caccia Passione s.r.l. Via Camillo Golgi, 1 - 20090 – Opera (MI) Cell. 3383243383 redazione@cacciapassione.com

Cani da caccia: alla ricerca del setter perduto

Registrazione in Tribunale n. 17 del 21/01/2012 Direttore Responsabile: Pierfilippo Meloni ®CACCIA PASSIONE E’ UN MARCHIO REGISTRATO. TUTTI I DIRITTI RISERVATI. VIETATA LA RIPRODUZIONE ANCHE PARZIALE SE NON AUTORIZZATA. MANOSCRITTI E ILLUSTRAZIONI , ANCHE SE NON PUBBLICATI, NON SI RESTITUISCONO.


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Torretta Balistica con meccanismo di blocco: acquisizione precisa del bersaglio a lungo raggio


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