Caccia Passione settembre 2016

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ANNO V nr. 09 - Settembre 2016

CACCIA PASSIONE Dedicato a chi ha la passione per la caccia nel sangue

Attualità:

• Il Paradiso Perduto

Cani da caccia:

• Segugio Bavarese da Montagna: il migliore nei cane da traccia.

Canna rigata:

• Nuove carabine Tikka T3x

LA MAGIA DEL PASSO


ANNO V nr. 09 - Settembre 2016

CACCIA PASSIONE Dedicato a chi ha la passione per la caccia nel sangue

Attualità:

• Il Paradiso Perduto

Cani da caccia:

• Segugio Bavarese da Montagna: il migliore nei cane da traccia.

Canna rigata:

• Nuove carabine Tikka T3x

LA MAGIA DEL PASSO

in copertina

La magia del passo.. Caccia ai tordi. Dopo tanto caldo, l’autunno stenta ad arrivare, e con esso, le specie migratorie. Il vento da nord porterà la tanto attesa magia..

SOMMARIO Anno V Nr. 09

www.cacciapassione.com

16 Migratoria:

La magia del passo

Pg 8 News ed eventi venatori

Pg 10 Attualità: Il Paradiso Perduto

22 Leggi venatorie:

Cacciatore e pubblico ufficiale: quello che devi sapere

Sul "campo" è meglio

Caccia Passione 2

Pina Apicella

Pg 16 Migratoria: La magia del passo

Vincenzo Frascino

Pg 22 Leggi venatorie: Cacciatore e pubblico ufficiale: quello che devi sapere

28 Digiscoping:

a cura della redazione

Claudia Zedda

Pg 28 Digiscoping: Sul "campo" è meglio

Riccardo Camusso


Sommario Pg 58 Munizioni: Dalla Sako tre allestimenti della cartuccia .243 Win. Emanuele Tabasso

Pg 62 Ottiche: Leupold Road Show Emanuele Tabasso

10 Attualità:

Il Paradiso Perduto

Pg 32 Cani da caccia: Segugio Bavarese da Montagna: il migliore nei cane da traccia. Pierfilippo Meloni

Pg 68 Tiro a volo: Stella Sporting

Saverio Patrizi

Pg 74 Photogallery: Catturare il tempo

Pina Apicella

Pg 76 Veterinaria: Piometra: l’infezione uterina. Kalaris

Pg 36 Fucili canna liscia: Beretta 1301 Comp in calibro 12/76

Emanuele Tabasso

Pg 42 Fucili canna liscia: Franchi Feeling Select: a caccia con spavalda determinazione

Emanuele Tabasso

48 Fucili canna rigata:

Nuove carabine Tikka T3x

Pg 48 Fucili canna rigata: Nuove carabine Tikka T3x

Saverio Patrizi

Pg 54 Speciale Retrò: I primi 150 anni della Winchester Costantino Ramolfi

62 Ottiche:

Leupold Road Show Caccia Passione 3



Editoriale LIBERI DI ESSERE CACCIATORI… Un ulteriore spunto di riflessione mi viene dato dal nuovo calendario venatorio della regione Emilia Romagna, nel quale viene fatto divieto ai cacciatori di utilizzare il telefono cellulare e le radio durante l’azione venatoria. Non volendo perder tempo ed energie per cercare di capire i motivi che hanno spinto codesti insigni giuristi a concepire una norma di tal elevazione; certo verrebbe quasi normale chiedersi di cosa avevano paura: forse che i cacciatori durante la caccia potevano scambiarsi al telefono segreti di stato o magari strategie atte all’estinzione di intere specie? Lasciando però da parte le elucubrazioni che hanno spinto i politici con la complicità dei burocrati della regione Emilia Romagna ad emettere una norma del genere, la domanda che mi sono posto e che pongo a tutti voi è: siamo davvero liberi di essere cacciatori in questo paese? Perché chi gioca a golf può usare il cellulare? Perché chi va a raccogliere funghi ha la possibilità di chiamare l’amico o la moglie? E chi va a pesca? I pescatori possono tra un pesce e l’altro fare una chiamatina al compagno di pesca per dirgli quale esca sta funzionando? Secondo quale principio Costituzionale noi cacciatori non possiamo usare il telefono quando siamo in campagna? Per quale motivo il Tar ha respinto il ricorso fatto dalle associazioni venatorie contro una norma liberticida? Qualche altro politico domani farà un decreto per marchiare i cacciatori con la lettera scarlatta? Saremo tatuati sul braccio i numeri di antica memoria? Vorrei ricordare a tutti questi signori, anzi lo vorrei urlare: i cacciatori sono dei galantuomini che per il solo fatto di avere una licenza di caccia devono possedere una fedina penale immacolata. Sono delle sentinelle che presidiano i boschi, le campagne e il territorio. Sono una risorsa economica e sociale per il nostro paese. I cacciatori sono portatori sani della cultura e delle tradizioni di una grande parte dell’Italia che vede ancora nella ruralità, nella campagna e nell’agricoltura un modello positivo, un modus vivendi. I cacciatori emiliani e in generale tutti i cacciatori italiani non meritano di essere rappresentati da questi politici che credono di poter relegare in un ghetto una categoria di cittadini, di impedire loro di esercitare la propria passione riconosciuta dalla Legge e dalla Costituzione italiana liberamente. Noi pretendiamo di poter essere fieri e liberi cacciatori. In bocca al lupo a tutti. Federico Cusimano


Arci Caccia ha un nuovo presidente: è Sergio Sorrentino L'ex numero uno della sezione campana dell'associazione sarà affiancato da tre vicepresidenti nel suo lavoro

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l Congresso Nazionale di Arci Caccia che si è svolto a Fiuggi (FR) il 9 e 10 settembre scorsi è stato un momento importante per la storia dell’associazione venatoria. In effetti, è stato nominato il nuovo presidente nazionale, il napoletano Sergio Sorrentino. Sorrentino, classe 1952, è stato vicepresidente nazionale e numero uno di Arci Caccia Campania: è laureato in Veterinaria e ha rilasciato alcune dichiarazioni interessanti. Come ha spiegato la nuova guida dell’ente, il futuro di Arci Caccia sarà strettamente legato alla costruzione della figura di cacciatore-ecologo. Dunque, i cardini del suo mandato saranno la difesa dell’ambiente e la lotta al consumo del suolo. L’intenzione è quindi quella di collaborare in modo ancora più stretto con gli agricoltori, così da gestire correttamente la fauna selvatica. Per Sorrentino, il cacciatore moderno deve promuovere la cultura rurale, l’enogastronomia, il turismo rurale e la tutela dei sentieri di montagna. Il presidente sarà accompagnato nel suo lavoro da tre vicepresidenti, vale a dire Giuliano Ezzelini Stor-

ti (Nord Italia), Christian Maffei (Centro Italia) e Giuseppe De Bartolomeo (Sud Italia). Il Congresso ha anche approvato il nuovo statuto che andrà a regolamentare in futuro l’associazione. Tra le novità principali ci sarà la figura del direttore generale.

A Siena ci si può registrare per la caccia al cinghiale nelle L'Ambito Territoriale di Caccia toscano ha dato tempo fino al 14 ottobre per la presentazione delle domande.

L

’Ambito Territoriale di Caccia di Siena ha reso noto che i gruppi per la caccia al cinghiale possono fare richiesta per registrarsi nelle aree non vocate, come previsto dal calendario venatorio 2016-2017 della Toscana. Saranno accettate le richieste presentate entro e non oltre il prossimo 14 ottobre, tramite posta cartacea, posta elettronica (info@atc-siena.it) o posta elettronica certificata (atcsiena@legalmail.it). Il prelievo del cinghiale nel Senese viene consentito in forma singola alla cerca oppure con la tecnica della girata, a patto che i cacciatori siano iscritti all'ATC. Si potranno sfruttare anche i cani addestrati, mentre per la girata bisognerà essere in possesso dei requisiti richiesti dalla legge sulla caccia al cinghiale in forma collettiva. In pratica, si dovrà dimostrare di essere

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cacciatori abilitati all’attività venatoria in seguito al superamento di un esame o comunque in possesso di attestati di frequenza rilasciati dalle associazioni venatorie per quel che riguarda i corsi di formazione. Il regolamento è molto preciso sui comportamenti da tenere nella girata. Il gruppo potrà essere costituito da almeno 3 poste e fino a un massimo di sei, oltre al conduttore di cane limiere. Ogni gruppo, poi, avrà una lista e verrà rifornito di bollini inamovibili da apporre all’orecchio sinistro dell’ungulato abbattuto. Le munizioni spezzate non sono ammesse e ovviamente non potranno essere abbattuti selvatici diversi dal cinghiale. Le squadre, infine, non potranno unirsi tra di loro e il numero totale di capi abbattuti dovrà essere comunicato all’ATC entro il 15 gennaio 2017.


News venatorie Migratoria: ANUU, ottimo inizio per la capinera Migratoria: ANUU Migratoristi fornisce le informazioni sul passo in Italia risultanti dalle osservazioni della FEIN ad Arosio; ottimo

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l Dopo il primo mese di attività dell’Osservatorio Ornitologico di Arosio della FEIN si possono trarre le prime conclusioni relative al mese di agosto. Durante quest’ultima migrazione post-nuziale si è avuta una riconferma positiva della presenza di Balia nera, Beccafico e Capinera. Buona la presenza del Luì grosso, mentre Cannaiola e Pettirosso hanno mantenuto una costante numerica pari allo scorso anno. Interessante le catture di Bigiarella, Torcicollo, Usignolo, Canapino maggiore, Averla piccola, Ortolano e Sterpazzola, piacevoli comparse non sempre numerose, ma interessanti dal punto di vista ornitologico. Tra gli stanziali le Cince ed il Merlo si sono fatti notare in modo soddisfacente, anche se in questo caldo periodo hanno un comportamento più elusivo. Nulla vi è da segnalare per il Prispolone che, come lo scorso anno, si è fatto notare in modo sufficiente ma non numeroso. Il Pigliamosche fa notare la sua scarsa presenza, mentre il Codirosso comune

si è notato in modo discreto, così come lo Sparviere, rapace diurno per antonomasia, che nei pressi dell’Osservatorio nidifica regolarmente e si presenta sempre puntuale. Vi è da segnalare, nella giornata di venerdì 9 settembre, un ottimo passo di Balie nere sulle colline bergamasche e da un associato pugliese ci è giunta l’interessante notizia di un’eccezionale passo di Gruccioni nella zona di Gallipoli, sin dalla fine del mese agosto. Ma quello che più interessa, al di là della prima cattura del Tordo bottaccio nelle prime ore di venerdì 09/09/2016 (anche in altre località è stata segnalata una contemporanea presenza), vi è da registrare la forte presenza migratoria delle Capinere (nella stragrande maggioranza nata nell’anno) che hanno iniziato come nel 2014 dopo il 7 settembre progredendo in maniera esponenziale nei giorni successivi, facendo ben sperare in un movimento migratorio anche delle altre specie estive/autunnali, tuttora presenti in questa lunga estate di una anomala annata. Staremo a vedere.

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Il conduttore e la sua muta alle prime luci dell'alba Caccia Passione 8


AttualitĂ

Il Paradiso Perduto

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Il Paradiso Perduto Caccia in Toscana. Per i cacciatori fuori regione che usufruiscono della Mobilità Venatoria è in arrivo una nuova, pesante stangata.

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di Pina Apicella


Attualità

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el panorama venatorio italiano la Toscana è da sempre considerata una regione virtuosa: la lunga e profonda tradizione venatoria si è intessuta col cibo, l’abbigliamento, l’arte, la mentalità di un popolo e della sua terra. Come accade in molti Paesi europei, in Toscana la caccia è considerata una risorsa, e non una pratica da occultare o osteggiare. Dalla mia prima licenza ho avuto la possibilità di cacciare in Toscana, pur essendo residente in Piemonte, grazie al virtuoso istituto della “Mobilità Venatoria”. Si tratta di una modalità

che permette ai cacciatori non toscani e non iscritti ad ATC della Toscana, di usufruire di venti giornate di caccia, alla migratoria e al cinghiale in braccata, pagando un contributo alla Regione tramite bollettino postale e un rimborso di 20 euro alla squadra ospitante (cui è fatto obbligo di pagare tale somma per ogni cacciatore ospitato). Chi, come me, voleva assicurarsi la possibilità di non rifiutare un invito, anche solo occasionale, da parte di qualche squadra Toscana, poteva registrarsi facilmente sul sito, pagare il bollettino (la cui cifra è oscillata

Il territorio montano rende la caccia all'orecchiona ancora più affascinante Caccia Passione 11


dai 25 ai 35 euro fino all’anno scorso) e comunicare il giorno stesso della battuta il proprio codice di prenotazione alla Regione tramite SMS. Facile, immediato, e a un costo contenuto. Un’opportunità ottimale per tutti: in primis per i tanti cacciatori italiani che negli anni hanno potuto usufruire di questa possibilità. Poi per le squadre, che possono ospitare gli amici all’interno di una pratica del tutto “regolare”. Non in ultimo per la Regione stessa, tenendo conto dell’indotto economico legato al turismo venatorio (agriturismi, ristoranti, prodotti locali, etc). Da quest’anno il circolo virtuoso di cui sopra verosimilmente subirà una drastica battuta d’arresto. Il motivo è semplice quanto sconcertante: come da Delibera n. 842 del 30.08.2016 la quota stabilita per i cacciatori fuori regione per accedere alla Mobilità Venatoria è passata da 35 a 150 euro. Quanti di noi correranno a pagare il bollettino con la speranza di partecipare anche solo a una cacciata nella prossima stagione? Chi ha 150 euro di troppo da investire nel “sogno” toscano oltre che nelle tasse, sempre crescenti, del proprio territorio di residenza? Chi in una stagione riesce ad usufruire di quasi tutte le giornate concesse probabilmente farà lo sforzo di sopperire anche a quest’ultimo, eccezionale aumento. Ma chi, come me, non cacciava in territorio libero in Toscana più di due, tre volte l’anno, forse ci penserà prima di sborsare una cifra simile. Io ci ho già pensato, e ho deciso che per quest’anno non richiederò la Mobilità Venatoria. Il mio “codice cacciatore” resterà lì, nel cassetto, a sognare insieme a me la Toscana che fu: un Paradiso perduto per i cacciatori. Caccia Passione 12



Il forte vento rende i tiri una vera incognita Caccia Passione 14


Migratoria

LA MAGIA DEL PASSO

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LA MAGIA DEL PASSO di Vincenzo Frascino

Caccia ai tordi. Dopo tanto caldo, l’autunno stenta ad arrivare, e con esso, le specie migratorie. Il vento da nord porterà la tanto attesa magia.

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opo un’estate infernale l’autunno tarda a sopraggiungere, intimato dal caldo persistente a restare alle porte dell’arco alpino. A metà ottobre finalmente i bollettini meteo annunciano venti da nord. Anche in città il soffio del grecale ha ripulito il cielo dall’afa e dallo smog, e mentre raggiungo la maremma, sogno ad occhi aperti i colori e la purezza della campagna autunnale. Nei giorni scorsi ho consultato diverse fonti per conoscere l’andamento del passo di tordi, e apprendo che da qualche giorno si sono registrati i primi avvistamenti in centro-Italia. Al mattino mi ritrovo con l’amico Mirco e i suoi abituali compagni di caccia. Raggiunta la zona di caccia ci sistemiamo per lo spollo secondo le indicazioni di Mirco. Il buio denso degli ultimi palpiti di una notte senza stelle inghiottisce tutto ciò che ci circonda. Mi sembra di galleggiare in una sostanza amorfa e nera priva di profondità e di riferimenti. Dopo i primi minuti l’ago della bussola interiore riceve finalmente il segnale chiave: est è alle nostre spalle.

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Percepisco i bagliori dell’alba incipiente alle mie spalle e mi rammarico di non essere rivolti verso la magnetica luce dell’aurora. Sarebbe uno sfondo magnifico contro cui contrastare le frecce nere dello spollo. In attesa del primo zirlo le mani stringono frementi il fucile. Con questo complice buio posso stare fuori dal capanno, più agile e libero di muovermi. Mentre la luce alle nostre spalle s’impossessa del cielo la nostra attesa, inizialmente vana, si fa amara. “Zzip”. Il primo zirlo. Segue una pioggia di piume annunciata dalla fucilata esplosa dal mio Urika Light corredato da una canna Greystone. Ha così inizio un serrato rendezvous che durerà più di mezz’ora. Due tordi si delineano tra le brune cime degli alberi e una lama di cielo cobalto, li seguo con la canna e due colpi ravvicinati intercettano la loro traiettoria deviandola verso il suolo. Per lo spollo ho con me le fantastiche cartucce dispersanti Royal caricate dalla Dimar: una cartuccia apparentemente banale, una tipo 1 caricata con polvere F2 che da diversi anni mi da degli ot-


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L'ausilio di un buon cane da riporto è fondamentale

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Le fantastiche cartucce dispersanti Royal caricate dalla Dimar

timi risultati nei tiri a breve e media distanza. Il ritmo dei colpi alla mia destra e alla mia sinistra mi fa ben sperare per un’ottima giornata di caccia o, perlomeno, per un fantastico spollo. Infatti, a giorno fatto, il solo spollo ci ha regalato numerosi tordi in carniere e parecchie emozioni. Il sole ha guadagnato ormai una posizione dominante nel cielo e, con la luce fredda di un mattino autunnale sempre più ventoso, mi accorgo esterrefatto della bellezza del posto in cui mi trovo e che fino a un’ora prima sembrava non avere forma né confini ai miei occhi. I campi lavorati in lontananza, alternati alla macchia e ai casali, tratteggiano un quadro impressionista. L’aria dei Balcani fa sfavillare di luce ogni cosa. Caccia Passione 18

Lo stallo che segue, viene dedicato al recupero dei tordi abbattuti durante lo spollo. Oggi abbiamo il prezioso ausilio di Milla, l’affidabile breton di Mirco e Simba la giovane e promettente breton di Diego. “Millaaa!” con un minimo cenno delle mani ciascuno dei cacciatori richiama l’attenzione della volenterosa bretoncina verso il punto in cui è caduto un tordo. Stimolata da più voci a cercare in più punti, Milla ci stupisce per la prontezza e la pazienza con cui esegue il suo lavoro e, ogni volta che la vediamo riemergere dalla macchia con in bocca un tordo, ribadiamo l’ammirazione per lei mentre il volto di Mirco si illumina di malcelata soddisfazione. Nel frattempo il vento che soffiava alle nostre spalle come una brezza si


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Una foto di gruppo alla fine della splendida mattinata id caccia

fa sempre più sostenuto, sferzando le nostre nuche con la sua gelida aria che sembra schiaffeggiarci. Son passate da poco le 8.00 e inizia un bel movimento di tordi. La loro traiettoria è sempre nella nostra direzione ma ora, col vento che soffia in opposizione al loro volo, ci sono delle variabili aggiuntive a complicare il tutto. Talvolta le folate di vento intercettano i tordi spingendoli verso il basso, e questo apparentemente ci facilita i tiri. Ma le stesse correnti, come le onde per un surfista, trascinano le alate frecce imprimendo loro una grandissima velocità. In queste condizioni solo il primo tiro ha qualche speranza, mentre il secondo e terzo hanno poca possibilita di intercettare i tordi, che sembrano letteralmente rapiti dal vento.

I tordi abbattuti più in alto, trascinati dal vento, non cadono nel punto in cui son stati sparati, ma vengono trascinati per diversi metri. È difficilissimo prendere dei riferimenti spaziali. L’ausilio di Milla e di Simba è veramente irrinunciabile in queste condizioni. Il Benelli Crio cal 20 di Mirco viene continuamente ricaricato. Ai tordi s’intervallano branchi di colombi che si avvicinano ai capanni seguendone le medesime traiettorie. Il vento insistente e fastidioso ci regala tiri difficili ma sufficientemente vicini. L’emozione è tanta, e palpabile. La giornata si rivela magnifica. Grato per questa splendida mattinata alzo gli occhi al cielo, punteggiato da branchi di fringuelli e frosoni che sugellano l’inizio del tanto atteso passo autunnale. Caccia Passione 19


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Leggi venatorie

Cacciatore e pubblico ufficiale: quello che devi sapere Caccia Passione 21


Cacciatore e pubblico ufficiale: quello che devi sapere di Claudia Zedda

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l rapporto fra cacciatore e pubblico ufficiale non è sempre semplice. Il problema è spesso uno: la mancanza di sangue freddo dall’una e dall’altra parte e senza dubbio la mancata conoscenza dei reati cui si può andare incontro se il rapporto fra i due non sia tranquillo e civile. Essere a conoscenza dei rischi insiti in determinati atteggiamenti e consapevoli delle conseguenze che derivano dalle proprie azioni è piuttosto utile per evitare di cacciarsi in guai anche piuttosto seri. Oggi parliamo di minacce e violenze contro un pubblico ufficiale. Il pubblico ufficiale Tanto per cominciare è importante chiedersi chi sia il Pubblico Ufficiale. L’articolo 357 del Codice Penale è chiaro a tal proposito: Pubblico Ufficiale è chi esercita una pubblica funzione legislativa, giudiziaria o amministrativa. L’integrazione della legge 181/92 precisa la posizione ricordando che il PubbliCaccia Passione 22


Leggi venatorie

co Ufficiale dà luogo alla manifestazione della volontà della Pubblica Amministrazione a cui può dare svolgimento per mezzo di poteri autoritativi o certificativi. L’addetto alla vigilanza venatoria è dunque, senza ombra di dubbio un Pubblico Ufficiale, che agisce per conto dell’ente che rappresenta; quando reda un verbale di accertamento di una violazione sta senza ombra di dubbio dando manifestazione del suo potere autoritativo e svolgendo la sua funzione di braccio destro della Pubblica Amministrazione. Violenza e minaccia al pubblico ufficiale A dare definizione chiara di questo reato è la legge 336 del Codice Penale. La legge è piuttosto esaustiva e stabilisce che chiunque usi violenza o minacci un pubblico ufficiale per costringerlo a fare un atto contrario ai propri doveri, o ad omettere un atto dell’ufficio o del servizio, è punito con la reclusione dai sei mesi ai cinque anni. Caccia Passione 23


Tutto sembra piuttosto chiaro, ma nella realtà delle cose non sempre le situazioni lo sono: quello che è importante sapere è cosa si debba intendere per minaccia e violenza. Lo scopo della violenza e della minaccia è quello di costringere il Pubblico Ufficiale a fare un atto contrario ai propri doveri, quindi porlo in stato di timore o di costrizione tale da indurlo a non redigere un verbale. Tutte le azioni volte a creare questo genere di situazione sono considerate reato, le altre no. Facciamo un esempio pratico: cercare di sottrarre il bollettario al Pubblico Ufficiale per evitare che stili il verbale, strattonarlo, magari buttarlo a terra è certamente un reato. Minacciarlo nella sua persona e nelle sue proprietà è reato. Non risulta invece essere una minaccia o una violenza la contestazione del cacciatore che mostra la volontà di rivolgersi al proprio legale. Secondo la legge rivolgersi all’avvocato per far tutelare i propri diritti non è da intendersi come minaccia, ma è semplicemente una manifestazione di disappunto del cacciatore, del tutto lecita.

in merito ad una situazione piuttosto controversa: per confermare l’esercizio venatorio in atto non è necessario l’abbattimento reale della fauna selvatica, ma è sufficiente che le circostanze concrete dimostrino che il cacciatore si preparava effettivamente alla caccia. Ancora una volta un esempio pratico ci può aiutare. Il cacciatore che si inoltra in una zona in cui è vietata la caccia con cani da caccia, munizioni, fucili segnalatori e via discorrendo, se fermato da un Pubblico Ufficiale potrà essere oggetto di verbale pur senza aver cacciato effettivamente alcun capo di selvaggina. Le circostanze d’altronde non lasciano dubbi sul fatto che l’intento sia quello di abbattere fauna selvatica in un luogo non consono. Discutere in quel caso non avrebbe alcun senso.

Resistenza a pubblico ufficiale Ecco un altro reato che viene commesso con frequenza senza conoscerne realmente le conseguenze. Nell’articolo 337 il Codice Penale prevede che chiunque usi violenza o minacci per opporsi a un Pubblico Ufficiale che sta compiendo un atto di ufficio o un servizio è Curiosità punito con la reclusione dai sei mesi ai cinque Negli ultimi anni alcune sentenze della Corte anni. Ma di questo aspetto parleremo più difdi Cassazione hanno tolto qualsiasi dubbio fusamente nei prossimi articoli.

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SUL “CAMPO” È MEGLIO. Unica struttura in Italia di questo genere, la nuova postazione attrezzata per Osservazione e Digiscoping permette agli appassionati di testare gli strumenti ottici sul “campo”, orientando cioè le lenti su selvatici veri - compresa la “mascotte” Bianchina - in territorio libero e su varie distanze telemetrate. di Riccardo Camusso

U

ngulati e avifauna live, in territorio libero. 13 punti telemetrati su 3 diversi versanti. Osservazione e/o digiscoping con i più prestigiosi strumenti ottici. Situazioni (venatorie e non solo..) in tutto simili a quelle che gli appassionati affrontano sui propri terreni. Test, prove e settaggi in diretta. La nuova postazione attrezzata per Osservazione e Digiscoping, inaugurata sulle colline che separano il Piemonte dalla Liguria (ATCAL4), offre a cacciatoari e appassionati di Natura la possibilità di orientare le lenti dei migliori strumenti ottici su caprioli, mufloni, cinghiali, volpi, lepri ed una gran quantità di specie avifaunistiche. Il principio di base è semplice. Chi deve scegliere un binocolo e/o un lungo di grande qualità, o voglia apprendere e cogliere le magìe del digiscoping, non si accontenta più di cataloghi patinati e/o delle parole teoriche degli esperti. Vuole, invece, provare – prima - sul “campo”. Alle parole e ai cataloghi molti preferiscono di gran lunga testare gli strumenti orientando le lenti su selvatici veri, non chiusi in recinto o in cattività. Ciò negli orari, negli ambienti e, soprattutto, nelle condizioni di luce (quasi sempre crepuscolari) da affrontare sui propri terreni di caccia. Caccia Passione 26

Tutto ciò è fondamentale per una scelta oculata e squisitamente tecnica. A questo principio, si è ispirato - in modo assolutamente prioritario - il progetto di una postazione attrezzata immersa in un classico territorio di caccia, popolato da numerosi ungulati (e non solo..) assolutamente naturali. Fra i caprioli, la più fedele all’appuntamento è la nostra mascotte “Bianchina”. La postazione, unica struttura di questo genere, non è soltanto sorta in un territorio molto vocato, ma permette di praticare Osservazione e Digiscoping in chiave venatoria e naturalistica; certo, non è un campo dove si premono i grilletti delle carabine, ma offre in modo reale tutte le condizioni che precedono il tiro. Dai censimenti alle valutazioni dei capi; dalle reazioni dei selvatici alla telemetria e quant’altro. Tutti i numeri e un po’ di storia. 133 km da Milano; 73 km da Genova; 33 km. da Alessandria; 8 km. da Acqui Terme. 250 mt di quota. Tipico ambiente collinare (ATCAL4). 38 mq. di postazione coperta, in posizione sopraelevata su 17 ettari di prati, erba medica, vigna, frutteto e bosco, popolati da ungulati e avifauna. Orientamento su 3 versanti della valle, con oltre 13 punti te-


Digiscoping

Il versante est della postazione e i relativi punti telemetrati, compreso il quotidiano sorgere della luna.

Il lato nord della postazione, sotto il grande e secolare Cedro del Libano.

Vista della postazione attrezzata dal lato Ovest.

Bianchina (la capriola semialbina che seguiamo da 4 anni) viene regolarmente a trovarci sul lato sud (il frutteto) della postazione.

Il tavolo di lavoro della postazione sullo sfondo della vista sul versante Nord. Il maxischermo e il PC sono collegati in diretta con le fotocamere. Caccia Passione 27


lemetrati: da 90 a 850 mt. (entrata e uscita dei selvatici). Testa fissa in lato Est, orientata nel punto dove sorge la luna. 15 metri di bancone in legno di rovere e ferro (senza la minima vibrazione). Tutto all’insegna dell’”antimosso”. 6 teste fisse “incementate” sul terreno, collocate in calibrati punti strategici. Pavimento: il terreno. Maxischermo per visione in diretta in HDMI e scaricamento di foto live. 2 computer e tablet con programmi fotografici Wireless. Wi-Fi. Sagome e punti di mira per settaggio fotocamere e strumenti. Binocoli, lunghi, adattatori e fotocamere a disposizione per prove e settaggi. Attrezzature degli ospiti da adattare o settare. 4 piccole postazioni satelliti a trincea per osservazioni e riprese dal basso verso l’alto. Tetto in policarbonato alveolare, con fasce d’ombra in rapporto ai monitor delle fotocamere. Istruttori, accompagnatori, strumenti e Guida Pratica di Osservazione e Digiscoping, tutto a disposizione degli ospiti. Buon vino locale nelle pause di lavoro.

valle. Vi ho costruito una piccola altana, ma limitata al versante Nord-Est. Dopo un po’ l’altana è diventata un casotto da cui osservavo due versanti, ma non il frutteto. E non aveva la stabilità assoluta che desideravo. Molti i caprioli e c. sono stati così catturati nelle schede di memoria, ma non la capriola semialbina (battezzata Bianchina) che ha reso famoso questo posto. La seguo da 4 anni e “dovevo” documentarne la presenza (figli compresi). Assolutamente. Oggi, per farla breve, ho ampliato la postazione (38 mq.) aggiungendo la vista sul versante Ovest e parte di quello Sud. Bianchina ha gradito e si presenta, ancora oggi, assai puntuale. Ma non solo: ogni punto dove ho sistemato le teste fisse è calibrato al centimetro, in modo da coprire al massimo tutti gli angoli visivi, angolazioni basse comprese. La testa n. 4, ovviamente, è dedicata in modo specifico a Bianchina, proprio nel punto dove Lei esce regolarmente, ora con il suo ultimo cucciolo. Se volete conoscerla, siete tutti invitati! Dal punto di vista antropico, la postazione ha confermato in me un’opinione solo apparentemente assurda: dopo migliaia di esperienze, sono più che convinto che i selvatici (specialmente i caprioli) dopo un po’ di tempo ti conoscono e riconoscono. Quelli che frequentano la postazione non hanno più paura di me e sono quasi sempre puntuali all’appuntamento (in digiscoping)!! Provare per credere. Mentre proviamo e settiamo gli strumenti, quindi, in attesa dell’uscita dei selvatici dal bosco, un bicchiere di quello buono è sempre a disposizione di chi verrà a trovarci.

Le specifiche non sono state progettate a caso. Mi permetto, allora, un pizzico di “storia” (personale). Sono arrivato a questo posto 20 anni fa’, quando ancora si scambiavano i caprioli per daini. In tutti questi anni, ho esplorato a fondo tutti i punti “giusti” dell’ATC, adatti per osservazione, censimenti e caccia di selezione, conoscendo/ osservando/fotografando/cacciando così le varie popolazioni di caprioli per nome e cognome (i protagonisti dei miei libri). Ogni anno, in questo piccolo distretto dell’ATC preleviamo circa 600 caprioli, nelle varie classi. Dopo mille e più ricognizioni, ho localizzato - nel cortile di casa, dove vivo e lavoro Per dettagli, mappa, prenotazioni e info: - il punto che domina gran parte della mia riccardo.camusso@alice.it

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Segugio Bavarese da Montagna: il migliore nei cane da traccia. Il cacciatore che privilegia cervi e camosci non può non servirsi dell’aiuto del segugio bavarese da montagna o Bayerischer Gebirgsschweisshund. di Pierfilippo Meloni

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uesta razza di origine tedesca è dotata di eccellente fiuto ed è utilizzata primariamente come cane da traccia per il recupero di animali feriti o morti. Il Bayerischer Gebirgsschweisshund (in italiano: segugio bavarese da montagna) è una razza di cani appartenete al Gruppo 6 – segugi e cani per pista di sangue da caccia di taglia media. Il segugio bavarese da montagna ha origini tedesche ed ha delle similitudini con l’Hannover’scher Schweisshund, anche se a differenza di questo è meno massiccio, più agile e con labbra meno pendenti. È una razza da caccia dotata di un eccellente fiuto, utilizzato come cani da traccia per il ritrovamento di animali feriti o morti, come cervidi e camosci. Caccia Passione 30

Il segugio bavarese è originario della bassa Baviera, una regione della Germania con una conformazione del territorio che necessitava un cane meno pesante dell’hannoveriano e più agile. Incrociando la razza di Hannover con il più antico segugio tirolese si riuscì ad ottenere l’attuale razza canina. Il nome deriva dalle parole tedesche Gebirg (catena montuosa) e Schweisshund (letteralmente, “cane da sudore”, più in generale cane da traccia). Questa razza viene principalmente utilizzata per il lavoro, il cui ruolo è riconosciuto mediante speciali abilitazioni al recupero della selvaggina. Avvalendosi del suo sviluppatissimo odorato, il segugio bavarese riesce ad identificare anche le più invisibili tracce di sangue e ad individua-


Cani da caccia re un animale ferito a chilometri di distanza dal luogo in cui è avvenuto lo sparo. Una volta raggiunta la preda ferita o abbattuta, il segugio bavarese da montagna chiama il padrone abbaiando e, contemporaneamente assume un atteggiamento di difesa della preda da qualunque sconosciuto. Solo il padrone è infatti “autorizzato” dal cane stesso ad avvicinarsi: chiunque al di fuori di quest’ultimo viene caldamente scoraggiato nell’appropriarsi della preda non meritata. È un cane di media mole e taglia, mesomorfo dolicocefalo ed è stato classificato morfologicamente come tipo braccoide. Il segugio bavarese da montagna è piuttosto leggero, molto muscoloso, con un corpo leggermente allungato e rilevato posteriormente. Gli arti non troppo lunghi e ciò gli

conferisce una certa proporzionalità nel suo insieme Dotato di un’espressione seria e intelligente, ha un carattere molto forte. Una delle caratteristiche distintive di questa razza è la sua resistenza pregevole, poiché è stata rigorosamente e appositamente selezionata per aiutare l’uomo nella ricerca della preda da cacciare, lavoro nel quale è indiscutibilmente una della razze migliori del mondo. La sua fedeltà e devozione nei confronti del padrone è indiscutibile e ammirevole. In spazi aperti non lascia scampo a cervi, caprioli e ad altri animali selvatici di media e grande dimensione. Adatto anche alla vita familiare, se abituato è possibile farlo vivere anche in casa, anche se mostra il suo lato migliore quando si trova i luoghi boschivi ed in zone selvatiche.

Caccia Passione 31


L’altezza per i maschi è di circa 50 cm, mentre per le femmine si attesta ai 45 cm al garrese. Il peso varia tra i 25 ed i 35 kg. Il tronco è composto da un dorso non troppo corto, ma molto robusto, con fianchi larghi e muscolosi specialmente verso la pare renale, quest’ultima leggermente arcuata. La groppa è piuttosto piatta. Il petto non è eccessivamente largo, con la gabbia Caccia Passione 32

toracica discesa e profonda e coste lunghe che raggiungono i fianchi. Il cranio è largo (ma proporzionato), non troppo pesante, con superficie piatta anche se leggermente arcuata. Muso un po’ scarno sotto gli occhi, con le labbra ben combacianti, non pendule, con commessura labiale ben visibile. La chiusura della dentatura è a forbice o a tenaglia. Gli arti si presentano fortemente


Cani da caccia

muscolosi ed i piedi sono a forma di cucchiaio. L’andatura del segugio bavarese da montagna è disinvolta e sciolta. Il pelo è aderente, folto e coro, moderatamente duro al tatto con poca lucentezza, più fine sulla testa e alle orecchie, mentre è più lungo sul ventre e sulle cosce. Il segugio bavarese da montagna è un cane piuttosto rustico e forte, in grado di compiere il suo

lavoro in maniera eccellente e perfetta. Alcuni cacciatori proprietari di questa razza abituano l’animale a difendere lo zaino e a stargli sempre vicino, in modo tale che il cane possa anche essere lasciato momentaneamente solo nel bosco o nel capanno di caccia senza il rischio che vi si allontani. Questo per dare un’idea della sua addestrabilità e intelligenza. Caccia Passione 33


Il castello dalla linea elegante e senza punti di impedimento per le manovre rapide: gruppo di scatto e guardia sono in un unico blocco da cui sporge il grilletto e, nel rebbio posteriore, il pulsante a traversino della sicura

Caccia Passione 34


Fucili canna liscia

Beretta 1301 Comp in calibro 12/76 Caccia Passione 35


Beretta 1301 Comp in calibro 12/76

di Emanuele Tabasso

L’impiego sportivo e agonistico delle armi lunghe prevede oramai da tempo l’adozione del semiautomatico a canna liscia in quelle specialità di Tiro Dinamico molto frequentate da crescenti leve di tiratori: Beretta propone una soluzione di vertice

F

ra lo stupore interessato di molti, il disdoro di alcuni puristi, e la gioia di quasi tutti gli appassionati nel vedere ampliati gli orizzonti e le possibilità di usare in maniera appropriata varietà diverse di armi, è nato anni fa il Tiro Dinamico: questa dicitura ha radunato sotto la sua egida coloro che poco dediti alla staticità elegante e perfettina del tiro agonistico classico si sono riversati in questa compagine dove la reattività, la baldanza, la grinta formano il bagaglio tecnico e psicofisico per ben figurare. Ricordiamo quando alcune decine di anni fa la sola ipotesi di un tiro al di fuori degli schemi dell’UITS fosse osteggiata da parecchi Presidenti di Sezione, mentre altri vedevano in questo ampliamento diversi concetti positivi: in primis l’ampliamento certo e sicuro del numero dei praticanti, quindi una più solida base contrattuale nei confronti dell’Ufficialità, un’apertura congrua per i fabbricanti di armi a cui se van bene gli affari, di conseguenza van bene anche le possibilità degli appassionati, da ultimo un concetto che reputiamo vitale ed è quello per cui se una cosa non produce danni ed è legalmente fattiCaccia Passione 36

bile ben venga la concessione di praticare quel che risulta piacevole e divertente. La pratica sportiva e più ancora un sano agonismo sono formativi in senso lato e le diverse branche del tiro lo sono fortemente instillando il concetto della pericolosità intrinseca delle armi e quindi responsabilizzando chi le usa, poi vengono molte altre cose, ma riteniamo che chi ci segue le abbia già compiutamente fatte proprie. La Beretta si è riaffacciata nel settore Tattico, che aveva lasciato anni fa, inserendosi accortamente anche in quello contiguo della Competizione con questa nuova serie di fucili derivati dal suo semiautomatico di ultima generazione, quell’A400 Xplor Unico in cui si sono sommate tutte le migliori prerogative tecnologiche sviluppate nel tempo. La carcassa ricavata per fresatura da un estruso in lega d’alluminio aeronautico ricalca il disegno e la struttura originali con robustezza e peso contenuto: si notano immediatamente le dimensioni maggiorate e i profili appositamente studiati per i vari comandi così da permettere al tiratore di eseguire con sicurezza di presa e celerità di esecuzione le varie fasi


Fucili canna liscia

Viste intere

Sulla calotta del castello spicca il primo gradino della linea di mira con rigatura antiriflesso e i quattro fori con grani filettati per l’eventuale montaggio di una base per mire optoelettroniche

L’otturatore sistema Blink con la manetta di armamento maggiorata e dalla curiosa forma ad anelli conici che assicurano una presa molto celere e sicura in ogni condizione di uso

Dalla finestra di espulsione si osserva parte delle mortise ricavate nella culatta della canna per le alette di chiusura; sul fianco è ben raggiungibile il lungo tasto rigato per lo svincolo dell’otturatore dalla posizione di apertura

La bindella ventilata è collegata alla canna direttamente tramite gli zoccolini; si osserva l’ombreggiatura antiriflesso, e il salto praticato al suo inizio per facilitarne l’acquisizione all’occhio

Sempre sulla bindella è montato il mirino intermedio in ottone: un valido aiuto per controllare e correggere eventuali torsioni del fucile che possono inficiare la precisione di tiro

Il mirino apicale è del tipo a spezzone di fibra ottica rossa ingabbiata nel proprio supportino in metallo: si rivela funzionale in ogni condizione di luce e con qualsiasi sfondo Caccia Passione 37


di maneggio del fucile nell’ambiente di tiro. Osserviamo quindi la finestra di espulsione ampiamente dimensionata e dal profilo esterno accuratamente bisellato per non offrire alcun intoppo alla fuoriuscita del bossolo; la manetta di armamento inserita nel carrello è anch’essa maggiorata e con profilo a cono per una presa sicura così come è molto ampio il tasto inferiore per il rilascio dell’otturatore dal fondo corsa per l’armamento. Nella parte inferiore si nota la finestra di accesso al caricatore tubolare posto sotto alla canna, qui del tipo con prolunga per contenere 5+1 cariche calibro 12/76: la cucchiaia viene cromata per una migliore scorrevolezza delle cartucce e il profilo a doppia ondulazione guida il dito a centrare obbligatoriamente il punto focale dove inserirle. Il cielo del castello riporta i fori filettati necessari a un facile montaggio di sistemi ottici di puntamento, ma si ha già un’ottima linea di mira con la bindella ventilata, opacizzata e dotata di un salto alcuni cm dopo il suo inizio che favorisce la presa in mira della linea, del mirino intermedio in ottone e di quello in fibra ottica rossa montato all’apice. Ancora nel castello, dietro alla feritoia di caricamento, si trova il gruppo di scatto ricavato da uno stampaggio in polimero che vanta contenutezza di costo, robustezza più che adeguata e giusta rispondenza al tiro: l’insieme comprende la guardia con il pulsante trasversale della sicura, e il grilletto curvo e in posizione arretrata per favorirne l’uso anche con mani piccole. La tecnologia Il sistema di riarmo si basa sul Blink, complesso di ritrovati con l’otturatore a testina rotante a due alette frontali e il carrello di supporto collegato da un solido pezzo unico, composto da un tubo e due aste parallele, al pistone autopulente inserito nella campana della presa di gas, saldata sotto alla canna: la celerità dell’impianto vanta un tempo di ciclo inferiore del 36% rispetto al miglior competitore, permettendo Caccia Caccia Passione Passione 50 38

Il fianco sinistro del castello è completamente piano tolti i due leggeri rilievi che lo contornano: spiccano le scritte aziendali con modello e calibro dell’arma

Il calcio presenta la particolare impugnatura a pistola che già aveva connotato alla presentazione il Modello A400 Xplor Unico: consente un’impugnatura ergonomica con fermezza della mano e buona posizione del dito di scatto

Smontata l’asta appare la campana della presa di gas saldata sotto alla canna; a parte con il tappo a vite di fermo è stata posta la prolunga del serbatoio tubolare delle cartucce

Un particolare della campana presa gas con la robusta molla che regola lo scarico della pressione in eccesso: il fucile spara senza ulteriori regolazioni tutta la gamma di cariche previste dal calibro


Fucili canna liscia così serie di 4 colpi in meno di un secondo. Tale operatività sfrutta la funzionale unghia di estrazione montata sulla testa e il dente di espulsione incassato all’interno del castello. La canna da 53,5 cm (21”) si avvale della classificazione Steelium che connota in Beretta quei manufatti ottenuti da un patrimonio aziendale di conoscenza per cui acciai speciali, trattamenti operativi come la distensione criogenica dopo le lavorazioni, e diametri progressivi di foratura garantiscono risultati sempre un poco più avanti della norma cui si associano le uniformità di rosate permesse dagli strozzatori intercambiabili Optimabore HP, parimenti studiati nelle dimensioni, nel materiale e nelle forature per offrire semplicemente il meglio. La calciatura in due pezzi è il collegamento, oggi si direbbe l’interfaccia, fra il fucile e il tiratore: il calcio si fa notare soprattutto per dimensione e forma della pistola, uno studio mutuato da esigenze di armi tattiche che ha trovato consensi anche nella caccia e, in qualche misura, per il tiro a volo: consente una presa ergono-

mica posizionando la mano nella maniera ottimale per trattenere l’arma e agire senza strappi sul grilletto. Così si rivela funzionale anche l’asta prismatica con sgusci longitudinali e fondo arrotondato su cui la mano debole agisce con presa sicura per direzionare il tiro e contrastare il rinculo: qui intervengono poi il calciolo antiscivolo e ad assorbimento di energia nonché le zigrinature stampate molto grippanti anche con mani sporche e bagnate. Le misure del calcio son regolabili con gli appositi inserti per adattarlo sulle proprie fattezze fisiche. Per terminare La presentazione di questo Mod. 1301 Comp è avvenuta in chiave sportiva e agonistica: ciò non toglie che sia perfettamente adeguato alla difesa abitativa come a forze dell’ordine operanti in spazi e contesti adeguati alla canna liscia. Da ultimo segnaliamo come siano impiegabili anche le munizioni caricate con pallini di acciaio ritrovando sulla canna il tranquillizzante punzone gigliato del BNP.

SCHEDA TECNICA Costruttore: Fabbrica d’Armi Pietro Beretta S.P.A. - via Pietro Beretta, 18 – 25063 Gardone VT (BS) – Tel. 030 83411 – Fax 030 8341399 – www.beretta.com Modello: 1301 Comp Tipo: fucile semiautomatico a canna liscia Calibro: 12/76 Funzionamento: semiautomatismo a presa di gas sistema Blink Castello: in lega aeronautica di alluminio (ergal) lavorata all’utensile Canna: lunga 53,5 cm (21”) - Steelium Strozzatori: mobili tipo Optima Bore Congegno di percussione e scatto: cane nel gruppo di scatto, percussore flottante Estrattore: a unghia inserito nella testina dell’otturatore – espulsore con molla Linea di mira: bindella piana con rilievo, ventilata e opacizzata, mirino intermedio in ottone e mirino apicale in fibra ottica rossa Sicura: a traversino inserito nella guardia Calciatura: in due pezzi – materiale sintetico - impugnatura a pistola e asta sagomata – calciolo antiscivolo e ad assorbimento di energia - zone di presa zigrinate Finiture: trattamento nero opaco antiruggine e antigraffio Peso: 3400 g (circa) Caccia Passione 39


Caccia Passione 40


Fucili canna liscia

Franchi Feeling Select: a caccia con spavalda determinazione

Caccia Passione 41


Franchi Feeling Select: a caccia con spavalda determinazione

di Emanuele Tabasso

La Franchi percorre con seria puntualità le tappe previste per dotare i propri clienti dei fucili più adatti alle loro esigenze e il listino si arricchisce di elementi meritevoli di attenzione e curiosità come questo sovrapposto prettamente da caccia

L

a strada dei sovrapposti Franchi inizia circa due anni addietro con un avvio controcorrente allestendo per primi i piccoli calibri, intesi come 28/70 e .410 Mg., per passare solo in seguito al tradizionale calibro 12/76 previsto per la disciplina agonistica dello Sporting e oggi anche per la caccia: la famiglia di questi fucili, come detto, si chiama Feeling e il nome di questo sovrapposto è Select. Mantenendo la duplice opzione adottata in partenza anche questi modelli vengono realizzati il primo con bascula in acciaio mentre il secondo con bascula in Ergal per offrire il peso più confacente in rapporto alle esigenze di tiro per cui sono progettati. Chiaramente per l’attività di pedana si richiede una massa maggiore mentre per la caccia la leggerezza consente una minor stanchezza quindi una reattività Caccia Passione 42

migliore nel momento del tiro: si dirà che non tutte le forme venatorie siano per questa esigenza, si pensi agli acquatici o ai colombacci, ma la maggioranza delle altre si risolve con un’attività di movimento, sovente in terreni faticosi, come il padule, il bosco o la montagna, e allora si comprende appieno la validità della scelta. Iniziamo proprio a definire questo peso che non abbiamo solo letto su una scheda tecnica, ma verificato personalmente: 2.750 g con canne da ….cm è davvero un’opzione degna di Franchi che da sempre ha perseguito con successo lo studio e la realizzazione di fucili particolarmente leggeri. Viene inoltre seguito lo stile che definiremmo di basso profilo e decisa sostanza, quell’abbinamento che richiama l’attenzione di chi non ama mettersi in mostra con l’esibizione dell’apparenza preferendole la


Fucili canna liscia più discreta validità propria dell’essenza del prodotto. Le caratteristiche salienti a richiamo dell’appartenenza alla famiglia si condensano nella tonalità di colore dei legni semiopachi e nella doppia scalfatura parallela praticata nella parte centrale dell’arma, dall’impugnatura all’asta attraversando i fianchi di bascula. Osserviamo adesso le caratteristiche tecniche. La tecnica Da un estruso di Ergal 55 lavorato con le più recenti metodologie applicate alle macchine CNC si ricava la bascula in blocco unico, comprensivo quindi delle codette posteriori e del traversino che le unisce: la struttura segue quello che oramai è definito il modello gardonese a cui vanno accreditati una notevole robustezza, una lunga durata e una realizzazione a costi assai contenuti. I fianchi esterni sono lisci, sempre con la doppia riga poco sopra citata, di consistente spessore per formare i semipiani, testa modellata con scalfature particolari in cui alloggia il perno della chiave integrale. Internamente spicca subito la piastrina in acciaio trattato, provvista dei fori per i due percussori, incassata nella faccia così da scaricare su metallo di maggiore durezza l’energia trasmessa dai fondelli delle cartucce. Tenute e chiusure si affidano a semiperni e orecchioni: i primi ricavati dal massello con rinforzi anteriori a triangolo e zoccolini sporgenti, i secondi praticati nel monobloc di culatta, all’altezza della mezzeria della canna inferiore, quindi con braccio di leva nullo allo sparo del primo colpo. Sempre nel monobloc in cui sono inserite le canne, fissate con saldatura a lega d’argento per non elevare la temperatura alterando le molecole dell’acciaio, spiccano i gambi degli eiettori con nottolino per l’estrazione primaria abbinato alle piste a camme della bascula, e il meccanismo di espulsione con molle interne, guide e leve di comando sistemate in scassi a coda di rondine. Nella parte bassa posteriore Caccia Passione 43


sporgono i due tenoni affiancati: in contrasto con il traversino sporgente nel dorso della bascula contrastano la proiezione in avanti delle canne mentre un’ampia mortisa posteriore accoglie il tassello di bloccaggio comandato dalla chiave. Le batterie montante internamente prevedono molle elicoidali e le due leve di monta scorrono sul fondo con le propaggini laterali per l’attivazione degli eiettori. Il testacroce del tipo corto prevede il puntone di armamento riportato e spinottato e il meccanismo a pulsante per lo svincolo: nell’esemplare a nostre mani la registrazione del tiraggio è molto giusta con qualche difficoltà in apertura e chiusura, ma siamo certi che dopo qualche serie di colpi assuma quella frizione corretta per cui si elimini la tanto deprecata stifness, invisa ai Maestri inglesi, ottenendo per converso una lunghissima durata dell’arma. Non per nulla la garanzia sulle parti meccaniche concessa dalla Franchi raggiunge i 7 anni.

Caccia Passione 44


Fucili canna liscia Canne, calciatura e particolari Le canne da ….cm (disponibili 61, 68 e 71 cm), internamente cromate, vengono forate a 18,3-18,5 mm con pendenze dei coni di raccordo adeguate a fornire la massima potenza, riducendo la deformazione dei pallini e la sensazione di rinculo; sono consegnati tre strozzatori intercambiabili da 1 – 3 – 4 stelle, altri disponibili a pagamento. L’insieme è previsto per l’impiego di pallini in acciaio, meglio evitando la strozzatura massima. La giunzione prevede bindelline laterali piene e bindella superiore ventilata, antiriflesso e con mirino in fibra traslucida rossa. La calciatura in noce di grado 2 contiene quel disegno aziendale oramai conosciuto con impugnatura a pistola e coccia smussata, nasello ben evidente e dorso lineare, ampi specchi laterali alla testa, calciolo traforato in gomma morbida, asta a sezione tondeggiante per un’ottima presa e apice con il caratteristico taglio in sbieco; lo zigrino detto Interlacement 3D ravviva l’insieme offrendo una salda presa anche con mani bagnate. Lo scatto prevede un monogrillo dorato con taratura a 2,1 – 2,4 kg, sufficientemente lineare nella sua azione, racchiuso in una guardia ovale di gradevole disegno e con la F ben evidente. La sicura a slitta, posta sulla codetta superiore di bascula, ingloba il tasto del selettore di sparo. Conclusioni Le quotazioni interessanti non sono da prodotto d’importazione da paesi a basso costo di mano d’opera e in effetti, senza togliere meriti a nessuno, si legge chiaramente il confortante Made in Italy, lo stile è personale e la resa di livello, la garanzia di 7 anni sulla meccanica è palesemente una dimostrazione di quanto la dirigenza del marchio creda nelle proprie capacità.

Caccia Passione 45


Qualche colpo di Fausto Massolo con il 300 Win Mag Caccia Passione 46


Fucili canna rigata

NUOVE CARABINE TIKKA T3X

Caccia Passione 47


NUOVE CARABINE TIKKA T3X L’evoluzione della perfezione.

di Saverio Patrizi

C

hi possiede una Tikka T3 è persona avvezza ad un’arma di altissima qualità che spesso risulta essere al pari di oggetti ben più blasonati. Tikka è da sempre sinonimo di qualità indiscussa a prezzo accessibile. Partendo da queste considerazioni per la casa finlandese non è stato facile trovare soluzioni innovative per migliorare ed evolvere ulteriormente un’arma già apprezzata dai tiratori e dai cacciatori di tutto il mondo. Proprio per questo motivo le principali parti meccaniche sono rimaste invariate. Le canne sono martellate a freddo in acciaio inossidabile di prima scelta o in lega Cr-Mo, totalmente libere di flottare, fissate all’azione mediante una robusta filettatura lappata a mano. L’otturatore rimane il classico Tikka a due tenoni, con sicura che agisce, oltre che sul gruppo scatto, anche come blocco del percussore. Lo Scatto è dotato di stecher per avere il massimo delle prestazioni sui tiri a lunga distanza. Il grilletto in acciaio presenta scanalature verticali per una migliore presa anche con i guanti. La T3x mantiene l’ampia gamma prodotto della precedente T3 nelle seguenti varianti: Hunter, Lite, Sporter, Tactical, Varmint in una molteplicità di calibri (20), con canne brunite, brunite “fluted “ o stainless. Le calciature possono essere in polimero nero anche in versione “adjustable”, polimero “camo” o in legno. Le novità si concentrano su una serie di piccoli dettagli che sommati fanno la differenza rispetto alla versione precedente.

Caccia Passione 48

T3x Polimero o legno, qualità senza confronti

Osservando l’azione si noterà immediatamente che la parte superiore è stata resa piatta per permettere un migliore accoppiamento con le basi Weaver e Picatinny, anche la finestra di espulsione è stata allargata per facilitare il caricamento manuale del colpo singolo, particolarmente utile in poligono o a caccia nel caso sia necessaria un veloce ricarica. L’otturatore, pur essendo rimasto invariato, ha la “pigna” in metallo, accessorio sostituibile anche sulle precedenti T3. Anche il “recoil lug” è stato sostituito da uno in


Fucili canna rigata

Quale miglior tester del campione di tiro combinato Paolo Pozzati

T3x, pronti per la caccia

acciaio, compatibile con il vecchio modello. La calciatura T3x TrueBody in legno di noce o in tecnopolimero rinforzato in fibra di vetro è leggera e robusta al tempo stesso. Un calciolo opzionale munito di distanziali offre la possibilità di regolazione della lunghezza. La zigrinatura è specificamente ideata per garantire ulteriore comfort e una presa sicura. Le magliette porta cinghia sono disponibili di serie. Inoltre le calciature in tecnopolimero hanno un riempimento in schiuma espansa che ne riduce notevolmente il rumore in caso di urti accidentali. Sempre su questo tipo di calciatura sono stati sviluppati una serie di accessori per migliorarne le performance: Pistol Grip sostituibile con uno di dimensioni più generose e con assetto verticale, indicato, insieme all’astina opzionale a coda di castoro dalla generosa larghezza, per chi utilizza l’arma al poligono o per la caccia da altana con un buon appoggio, tutto facilmente rimovibile con l’ausilio di un semplice chiave Torx.

T3x 300 Win Mag con cannocchiale Steiner Ranger 4-16x56

Il nuovo calciolo riduce sensibilmente l’effetto del rinculo consentendo al cacciatore di concentrarsi esclusivamente sulla perfezione del tiro. Un gruppo di giornalisti è stato invitato dalla Beretta, distributore esclusivo per l’Italia di Sako e Tikka, per una prova sul campo di queste carabine. Caccia Passione 49


Per l’occasione erano state approntate da Fausto Massolo, product manager di Beretta, le seguenti carabine: una T3x Hunter cal. 308 con canna fluted e ottica Steiner Ranger 3-12x56, due T3x in cal 300 Win Mag con freno di bocca di cui una stainless e una brunita entrambe con ottica Steiner Ranger 4-16x56, una T3x cal. 308 Win con ottica Steiner Ranger 4-16x56, una T3x Varmint cal. 308 Win con ottica Burris Fullfield E1 6.5-20x50 e una T3x Tactical con ottica Burris Veracity 5-25x50, anche quest’ultima in cal. 308 Win. L’utilizzo di munizionamento Sako ha garantito ottime rosate sulle distanze dei 100, 200 e 300 metri. Sako garantisce 3 colpi in 1 MOA per la Tikka T3x e, come da tradizione, Tikka ha superato con successo la prova fornendo rosate sempre al di sotto di questo standard. In sostanza T3x è una carabina dall’imbattibile rapporto prezzo-prestazioni. In accoppiata all’ottima ottica Steiner Ran-

ger 4-16x56 può essere la scelta ideale del cacciatore più esigente che desidera qualità indiscutibile ad un prezzo decisamente competitivo (meno di 3.000 Euro di listino, attacchi Sako Optilock compresi). T3x è una carabina pensata e realizzata da cacciatori per i cacciatori in grado di dare grandi soddisfazioni anche agli amanti del poligono. I prezzi partono da € 1.396 per la versione T3x Lite nei calibri standard, alcuni modelli sono disponibili anche in versione mancina.

Paolo Pozzati “stressa” la T3x TAC

TUTTI I MODELLI TIKKA T3x

HUNTER FL

CAMO STAINLESS

VARMINT

3,1

620

3,2

570

3,1

T3x/Medium

1080

570

3,1

T3x/Short MT

1130

620

3,2

1080

570

T3x/Mag

1130

620

3,2

T3x/Short

1080

570

2,8

T3x/Medium

1020

510

2,8

T3x/Medium

1080

570

2,8

1130

620

2,9

1080

570

T3x/Mag

1130

620

2,9

T3x/Short

1080

570

2,8

T3x/Medium

1080

570

2,8

1130

620

2,9

T3x/Long

2,8

1080

570

T3x/Mag

1130

620

2,9

T3x/Short

1080

570

2,8

1080

570

T3x/Short MT

1130

620

2,9

T3x/Long

1080

570

2,8

T3x/Mag

1130

620

2,9

1080

570

2,8

T3x/Medium

1080

570

2,8

T3x/Short MT

1130

620

2,9

1080

570

2,8

T3x/Mag

1130

620

2,9

T3x/Short

1080

570

3,1

1080

570

3,1

T3x/Short MT

1130

620

3,2

T3x/Long

1080

570

3,1

T3x/Mag

1130

620

3,2

T3x/Medium

1140

600

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T3x/Long

1140

600

4,4

T3x/Short

1110

600

3,6

T3x/Medium

1110

600

3,6

1110

600

3,6

1110

600

3,6

600

3,6

T3x/Medium

1110

600

3,6

T3x/Short MT

1110

600

3,6

600

3,6

T3x/Mag

1110

600

3,6

T3x/Short MT

1110

600

3,7

T3x/Medium MT

1020

510

3,6

T3x/Medium MT

1110

600

3,7

T3x/Mag MT

1110

600

3,7

Caccia Passione 50

1110

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Poggiaguancia regolabile

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Canna del tipo fluted

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Azione e canna in acciaio inox

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Capacità del caricatore 3

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Scatto diretto

4 3

Scatto con Stecher • •

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Guida Picatinny

• •

+

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Senza organi di mira

+ +

• •

Organi di mira aperti

• •

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GRILLETTO

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MIRE

• •

Sintetico

Laccato opaco

Verniciato

338 Win Mag 10”......6 •

• •

• •

CALCIATURA

• •

300 Win Mag 11”......4

7 mm Rem Mag 9,5”....4

9,3x62 14”.....6

8x57IS 9.5”....4

30-06 11”.....4

7x64 10”.....4

270 Win 10”.....4

308 Win 11”.....4

6,5x55 SE 8”.....4

7 mm-08 Rem 9,5”....4

25-06 Rem 10”.....6

260 Rem 8”.....4

300 Win Short Mag 11”.....4

243 Win 10”.....6

3,6

T3x/Long T3x/Mag

1110

• •

2,8

T3/Short

600

2,8

T3x/Short MT

1110

3,1

T3x/Short MT

T3x/Short MT

22-250 Rem 14”.....6

223 Rem 8”.....6

570

1130 1080

T3x/Long

TAC

222 Rem 14”.....6

1080

T3x/Mag T3x/Short

T3x/Short VARMINT STAINLESS

204 Ruger 12”.....6

3,2

T3x/Medium

SPORTER

Peso kg

Azione/caricatore

3,1

620

T3x/Long

LAMINATED STAINLESS

570

1130

T3x/Medium LITE STAINLESS

1080

T3x/Long

LITE ADJUSTABLE

1080

T3x/Medium

T3x/Long

LITE

3,1

T3x/Short T3x/Short MT T3x/Long

570

CALIBRO/PASSO DELLA RIGATURA/NUMERO DI SCANALATURE

270 Win Short Mag 10”.....4

HUNTER

Lunghezza canna mm

DIMENSIONI

Lunghezza totale mm

MODELLI • = di serie + = opzionale Basi e anelli degli attacchi per ottiche OPTILOCK™ sono disponibili bruniti, fosfatizzati e in acciaio inossidabile.


Fucili canna rigata 6 - Il nuovo calciolo più soft e l’astina opzionale a coda di castoro 7 - Con una semplice vite è possibile sostituire la pistola del calcio

1

5

8 - Particolari della T3x Lite 300 Win Mag e cannocchiale Steiner 4-16x56 illuminato 9 - T3x TAC con freno di bocca e ottica Burris Veracity 5-25x50 10 - La canna Fluted della T3x Fluted cal. 308

2

6

3

7

4

8

10

1 - Il copri otturatore metallico e le due pistole, “caccia” e” tiro” 2 - Fra le novità, il recoli lug in acciaio e l’astina a coda castoro 3 - Nuova calciatura in polimero riempito c0n lana di vetro e nuovo calciolo 4 - Anche il 300 Win Mag camera 3+1 munizioni 5 - Recoil Lug in acciaio e pigna otturatore in metallo, entrambi sostituibili sulle vecchie Tikka T3

9

11

11 - In attesa dell’apertura; zaino Beretta Molle, T3x Hunter, cannocchiale e binocolo Steiner

Caccia Passione 51


I PRIMI 150 ANNI DELLA WINCHESTER

Il fucile a leva e il marchio con il Pony Express che cavalca al galoppo sono stati e rimangono una leggenda americana di risonanza mondiale di Costantino Ramolfi

U

na nota della Winchester da poco arrivata segnala come il 22 maggio 2016 la Casa abbia compiuto i 150 anni e ricorda i tre capisaldi della produzione indicandoli in questi specifici fucili. Il primo prodotto a marchio Winchester è il Modello 1866, detto familiarmente Yellow Boy per il suo castello in ottone lucidato così riconoscibile e caratteristico: è il fucile in cui il funzionamento a leva ha raggiunto una speditezza e una costanza di resa prima inarrivabili e che ha permesso di sparare a una velocità incredibile una cospicua serie di colpi, anche in calibri dotati di un’apprezzabile energia. Il secondo è il Modello 1873, l’evoluzione del precedente, declinato in un’ampia serie di calibri fra cui diversi da pistola per uniformare il munizionamento di chi si accingeva a battere territori dove i rifornimenti di ogni genere erano un’aspettativa irrealizzata: è il modello che ha consentito una diffusione enorme del marchio e si può ben affermare che abbia validamente sostenuto la colonizzazione del West. Terzo è il fucile Modello 70, una carabina moderna e innovativa che dal 1936 calca la scena venatoria con un successo encomiabile dovuto al suo otturatore con estrattore positivo, alla sua sicura a tre posizioni di assoluta garanzia, al suo scatto tuttora un esempio di stupefacente semplicità e altrettanto ammirevole funzio-

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nalità, alle canne garanti di una elevatissima precisione, all’equilibrio dell’insieme tuttora difficilmente superabile. Proponiamo alcune immagini attinenti il richiamo dell’azienda su tali modelli. La Casa nel 1966 aveva celebrato il centenario del primo Modello 1866 con un’edizione limitata, chiamata appunto Centennial, riportando la consolidata meccanica del Modello 1894 su un castello ancora in ottone lucidato: l’effetto era stato ed è tuttora notevole. Un esemplare originale del Modello 1873, con canna lunga e a sezione ottagonale, mostra i segni del tempo e dell’uso, ma nonostante tutto o forse proprio per queste vecchie tacche sul legno e la sbrunitura dell’acciaio ha acquistato un fascino impagabile: il calibro camerato è proprio uno di quelli bivalenti, per arma corta e lunga, il .32-20 WCF è un poco deboluccio ai nostri occhi, ma serve a datare verso il 1884 la fabbricazione del pezzo. Un fucile Modello 70 Classic Sporter dei primissimi Anni 90 del XX secolo raduna in sé le prerogative del suo predecessore, nato nel 1936, e ulteriormente migliorate in queste produzioni raffinate: il De Haas, autore statunitense di analisi armiere riferite alle armi lunghe rigate, ben conosciuto dagli appassionati, aveva definito questo tipo The Riflemen Rifle, il fucile per il cacciatore a canna rigata


Speciale Retrò

indicando come per molti anni fosse stata la sua arma preferita. Camerato in moti calibri questo esemplare è in un classico degli anni passati, il .264 Win. Mag. una cartuccia che ha

fatto un passo indietro di fronte ai 7 mm ad alta intensitĂ , ma che conserva intatte prerogative di vertice. Lunga vita alla Winchester e alle sue realizzazioni.

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Caccia Passione 54



Dalla Sako tre allestimenti della cartuccia .243 Win. di Emanuele Tabasso

Partendo dall’impianto della 7,62 NATO la Winchester aveva realizzato a suo tempo la .308 Win. per passare quasi contemporaneamente alla 6 mm denominata .243 Win. una cartuccia che a distanza di una sessantina d’anni continua a convincere molti appassionati

P

arecchie sedute di tiro ci hanno permesso di provare a fondo il fucile Sako A/7 Roughtech, l’ottica Steiner Nighthunter Xtreme 3-15x56 insieme a tre varietà di cartucce originali Sako in .243 Win. allestite con tre diversi caricamenti. La dicitura pubblicitaria Cartucce Sako in armi Sako era in voga già a metà degli Anni 60 e ricordiamo caricamenti di buona resa per calibri correnti come il .270 Win. o il .222 Rem. così come per impianti più sofisticati come il .222 Rem. Mag. o il .264 Win. Mag. In seguito la diffusione di tali cartucce originali era andata scemando e in pratica non le si trovava nelle armerie. L’impulso conseguente l’ingresso dell’azienda finlandese nella Holding Beretta ha toccato alcuni anni fa anche il comparto cartucce e oggi le scatole nere e gialle fanno bella mostra di sé dagli scaffali delle armerie: fra calibri e caricamenti con

Caccia Passione 56

palle specifiche si passa il biblico numero di dodici dozzine con una benefica insistenza su quelle cartucce di consolidato impiego dove una congrua varietà di proiettili richiama l’attenzione dei conoscitori convincendoli a soffermarsi su quella che reputano di specifico interesse per la propria caccia. La .243 Win. è nata a metà degli Anni 50 con l’intendimento molto yankee di una cartuccia multifunzionale: la magia dell’impianto balistico coniugata a canne dal passo di rigatura piuttosto corto concede un’elevata precisione intrinseca con peso di palla fra i 70 e i 105 grs e tale propensione l’ha mostrata come una solida evoluzione delle solite scelte del varmint quindi come sostitutiva della .222 Rem con maggior braccio operativo, ampliando insieme le possibilità venatorie fino al più classico dei selvatici nordamericani, il cervo coda bianca. Da noi questa 6 mm statunitense è stata impiegata con


Munizioni

La carica denominata Deerhead con palla di maggior massa vede in opera una 100 grs (6,5g) con punta in piombo scoperta e nucleo saldato alla mantellatura: la denominazione vede il richiamo al cervo coda bianca, noi l’abbiniamo volentieri al superbo camoscio alpino . Da notare che all’interno della confezione sono riportati i valori di caduta in cm e yds fra 50 e 200 m

La carica denominata Gamehead monta un proiettile a punta morbida (Soft Point) da 90 grs (5,8 g) che vediamo perfettamente adeguato per il capriolo

Caccia Passione 57


La carica detta Powerhead II monta una palla originale Barnes TTSX da 80 grs (5,2 g) che si avvale della qualifica di Antitoxic grazie all’impiego del solo rame elettrolitico cui si aggiunge la minuscola punta in policarbonato blu. Lo sfondo è fornito da vari disegni del fantastico gallo cedrone, preda rara e ambitissima specie quando viene cacciata a palla nelle zone alpine

successo negli Anni 60 da molti bravi camminatori per la caccia al camoscio, quando i 250 m erano un limite posto dalla saggezza e dalla sportività; ne abbiamo ancora ultimamente verificato gli effetti con proiettili adeguati da 85 grs e capi crollati sul posto. Ora il .243 Win. è appannaggio soprattutto della caccia al capriolo, ma se si ha la possibilità di misurare bene il punto dove spedire il piccolo proiettile, l’attaccatura del collo ad esempio, si vedranno risultati sorprendenti anche su cinghiali di taglia discreta. I tre allestimenti della Sako La gamma inviataci dalla Casa è giustamente varia spaziando su tre diversi tipi e pesi di palla: si inizia con la Barnes TTSX Powerhead da 5,2 g (80 grs), quindi con l’aggiornamento tecnico per soddisfare gli obblighi di impiego delle palle prive di piombo. La Barnes vanta in tale settore un’esperienza molto qualificata con le sue monolitiche in rame pur se non sempre i pareri degli utilizzatori si rivelano concordi sulla micidialità. Nel presente, quindi nelle prove con la A/7, questi proiettili si sono rivelati di notevole precisione con lo sfarfallamento di un solo colpo su una volée di cinque sparati a 100 m, quando le due coppie attorno al centro sono frutto della postura del tiratore. Proseguiamo con la Gamehead SP da 5,8 g (90 grs) una classica Soft Point con punta in piombo scoperta e peso molto classico per il calibro: notiamo una certa resistenza nella chiusura dell’otturatore che non influisce sulla precisione e sulla costanza di tiro. A 100 m la rosata di cinque colpi è molto buona con la dispersione in verticale data dai nostri occhiali multifocali e dalla canna calda, fattore quest’ultimo che influisce poco anche sparando in rapida successione, cioè estraendo il bossolo, osservando con tranquillità nel lungo il risultato, e ricaricando. Per terminare ecco la Deerhead Bonded SP da 6,5 g (100 grs) quindi con camiciatura e nucleo saldati per il mantenimento della massa pur

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Munizioni

Le tre tipologie di cariche allestite dalla Casa finlandese per il calibro .243 Win. insieme alla recentissima carabina Sako A/7 Roughtech

Ancora le tre scatole di cartucce con le cariche a vista in uno sfondo autunnale con i colori degni della mitica “estate indiana” del Vermont

Dopo l’abbinamento con l’ultima nata della Sako proponiamo qui le tre scatole di cartucce con una anziana e rara Sako Modello Finnwolf proprio in calibro .243 Win

nell’attraversamento di ostacoli duri: una palla per selvatici di un certo peso e con notevole resistenza per cui si rivela opportuna una forte penetrazione senza dispersione di frammenti. Anche questa cartuccia impone un po’ più di sforzo nella chiusura dell’otturatore e si notano leggerissimi segni sulla mantellatura, indizio di un rapporto assai ridotto fra posizione della palla e inizio della rigatura. Molto interessante la precisione e soprattutto la costanza: sull’abbinata dei 100 e dei 200 m è la migliore delle tre.

Ancora una nota favorevole per terminare: le polveri impiegate sporcano molto poco la canna facilitandone la pulizia. NB 1 – Le immagini con i camosci e gli urogalli sono tratte dal libro Die hohe Jagdt ristampato a Berlino nel 1920 da Verlagsbuchhandlung Paul Parey NB 2 – Le immagini dei caprioli sono tratte da libro del compianto Fulvio Ponti Il Patrimonio Capriolo Carlo Lorenzini Editore Caccia Passione 59


Caccia Passione 60


Ottiche

LEUPOLD ROAD SHOW

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LEUPOLD ROAD SHOW La Paganini di Torino ha organizzato il primo Leupold Road Show presso il TSN di Casale Monferrato con un notevole successo grazie alla formula secondo cui s’è dipanata la manifestazione di Emanuele Tabasso

P

er la prima volta l’importatore storico della firma statunitense ha raccolto un congruo numero di armieri e diversi giornalisti di settore presso una sede consona e specifica dove illustrare a fondo le prerogative di queste ottiche

Lunedì 4 luglio 2016 un numero cospicuo di armieri e armaioli del Piemonte e delle zone vicine della Liguria e della Lombardia è stato invitato dalla Paganini di Torino presso la sede del TSN di Casale Monferrato per illustrare i recenti prodotti di alto livello messi sul mercato dalla Leupold, l’autorità degli Stati Uniti in fatto di ottiche da puntamento. Insieme sono convenuti alcuni giornalisti e, tra costoro, l’amico Paolo Tagini fungeva da padrone di casa rivestendo oramai da qualche tempo l’incarico di Presidente della Sezione citata che sta tornando ai fasti del passato dopo un periodo di appassimento. Come sempre accade una forza trainante e con idee chiare raccoglie intorno a sé diversi personaggi desiderosi di dar una mano, anche due, anche di più, pur di far rivivere un’entità in cui si crede e a cui ci si è affezionati nel tempo. La sinergia fra l’organizzazione tecnica e funzionale dell’azienda torinese, con la presenza della proprietà e dirigenza nelle persone del Dr. Andrea Ambrosio, della D.ssa Elena Cat Genova, del Dr. Giulio Guillaume e Caccia Passione 62

Il secondo cavalletto con un’ottica Leupold e tre temibili concorrenti

di numerosi personaggi tecnici e commerciali, è stata affiancata dalla partecipazione di André Schröder della sede tedesca di Leupold: la compagine ha permesso agli invitati di trascorrere una giornata serena e fruttuosa suddividendoli in tre gruppi per seguire le istruzioni teoriche e i rilievi pratici sotto questi capitoli: “Telemetria – Torrette balistiche –Ricerca bersaglio”, a cui è seguito quello della “Comparazione ottiche” e da ultimo quello relativo a “Attacchi – Informazioni generali”. Tra le cose di rilievo merita notare la rispondenza delle prestazioni di alcuni modelli, compresi lunghi e binocoli, ma soprattutto, cosa assai interessante, di scrutare, è il caso di dirlo, nelle ottiche delle maggiori Case


produttrici appositamente piazzate su due cavalletti a base multipla e volte verso un quadro con i vari riferimenti d’obbligo per sondare le prestazioni nei diversi ambiti di giudizio con cui valutare un cannocchiale. Il paragone diretto muove alcune considerazioni e, a noi almeno, lascia aperti alcuni dubbi perché manca il parametro della luce al crepuscolo, anche se il pannello di riferimento era posto nel vano di un furgone dove la luce non era propriamente tanta. Ma i dubbi più forti sono nella prevalenza da assegnare a luminosità, valore crepuscolare, definizione, colori, facilità di acquisizione dell’immagine: insomma certi parametri sono definibili tecnicamente perché se con un’ottica distinguo il numero di barrette d’una certa fi-

Ottiche

nezza e con il concorrente no il giudizio è già emesso, mentre altre cose vanno un po’ più a soggetto e altre ancora, come la luminosità, se è troppo vivida non aiuta l’occhio a lavorare bene. Così su alcuni fattori certe convinzioni datate sono da rivedere perché il tempo non è passato invano e la tecnologia applicata sta a dimostrarlo. Speriamo in una prossima occasione per controllare un parametro che fa sempre discutere gli appassionati, specie di questi tempi quando il lavorio delle torrette è diventato non solo abituale, ma imperativo per godere dei tanti vantaggi oggi disponibili per il tiro a lunga distanza. In questo delicato fattore ci permettiamo di sottolineare come Leupold goda di una fama ben meritata e di lunga data. Dopo aver deliziato lo spirito mostrandogli i punti di arrivo della tecnologia ottica, un momento di rilassatezza deliziando la parte corporea ci vuole proprio: la ristorazione alla piemontese non è seconda a nessuno

La sistemazione del pannello di valutazione ottiche pare un poco estemporanea: tuttavia la funzionalità nella poca luce del furgone si è rivelata adeguata alle necessità

Fra i convenuti il giornalista Giulio Orlandini di Armi & Tiro e Flavio Farè realizzatore di fucili da caccia e da tiro di precisione: con uno di questi ha recentemente conquistato eccellenti risultati al SuperShot statunitense. Complimenti anche da queste pagine Caccia Passione 63


In buona sostanza diremo che hanno focalizzato l’attenzione il telemetro RX 1200i da impiegare in combinazione alla propria cartuccia di elezione e all’ottica montata sul fucile. A seguire poi nelle ottiche notiamo la serie VX3i, erede della precedente VX3, con tanti fattori interessanti fra cui, a nostro sommesso parere, spicca la considerazione di come la luce non si trasmetta tutta nello stesso modo e sia molto utile al cacciatore quella padroneggiata dal cannocchiale durante le effemeridi, quei benedetti minuti all’alba e al tramonto in cui solitamente si palesano i cervidi: buoni tutti i fattori concomitanti, ma il contrasto è il dominus della situazione ed è grazie a questo che il sel-

vatico spicca nella lente dell’obiettivo dove un’opacizzazione del bordo elimina i riflessi conducendo istintivamente l’occhio e l’attenzione verso l’area centrale. L’organizzazione ha previsto una prima colazione per disporre gli animi e le menti all’ascolto e un ricco buffet all’ora di pranzo dove meritavano particolare attenzione i piatti tradizionali estivi della cucina piemontese con carni e verdure in carpione, cioè nella marinatura in aceto e aromi. Un senso corale di apprezzamento per tutto e l’ipotesi magari di una ripetizione in apposito terreno dove sia possibile verificare il lavoro di telemetro e ottica sul tiro a lunga distanza che oramai si intende ben al di là dei 300 m.

Molto indovinato l’assemblaggio a trifoglio delle tre componenti risultanti dall’osservazione in un’ottica: rende magnificamente l’idea di che cosa cercare per il risultato più favorevole

Le torrette balistiche personalizzate sono offerte in opzione così da rendere il trinomio arma, cartuccia, ottica perfettamente coerente nel tiro a lunga distanza

Il gruppo dirigenziale e tecnico della Paganini con And gruppo di armieri e a Paolo Tagini, Presidente del TSN Caccia Passione 64


Ottiche

Lo storico portale di ingresso al poligono del Tiro a Segno Nazionale di Casale Monferrato intitolato alla M.O. Pietro Bernotti dove si è svolto il Leupold Road Show Il pannello adottato ufficialmente in sede internazionale per la valutazione delle ottiche da puntamento: molto interessante il responso che si avrà mettendo in parallelo cannocchiali delle migliori marche

La nuova serie di ottiche Leupold denominate VX3i: si nota fra l’altro l’attenzione della Casa ai vezzi e alle predilezioni della vecchia Europa cui sono destinate specificatamente la 3,5-10x56 e la 4,5-14x56

dré Schröder della sede tedesca di Leupold insieme a un di Casale Monferrato Caccia Passione 65


TIRO A VOLO STELLA SPORTING Il TAV degli Etruschi e dal 1958, il campo di tiro dei Cacciatori della Maremma laziale. di Saverio Patrizi

S

iamo in quel di Cerveteri, cittadina a solo 40 Km da Roma, ricca di storia e tesori nascosti, qui si sono alternate molte civiltà, la più rilevante è stata sicuramente quella Etrusca, Cerveteri oltre a un importante Museo e la Necropoli monumentale, famosa per le sue tombe a “camera” è piena di testimonianze di questo importante periodo, poi come in tutta la zona, i Romani presero il sopravvento così che Cerveteri divenne un importante luogo di residenza e villeggiatura, testimoniato dall’abbondanza di ville romane rinvenute in tutto il territorio comunale. Etruschi e Romani erano popoli di guerrieri e di cacciatori, proprio la caccia è rimasta radicata fra le popolazioni della zona, attualmente la zona è rinomata per l’abbondanza di cinghiali, qui, a differenza di altre parti d’Italia, ci sono sempre stati, qui è nata la Caccerella, tradizionale caccia in battuta quasi una festa dove partecipano un gran numero di persone di tutte le classi sociali, suddivisi fra poste e bracchieri che con il loro cani scovano e muovono i cinghiali. Naturalmente anche la caccia alla piccola migratoria era molto praticata, soprattutto perché particolarmente apprezzata sulla tavola. Caccia Passione 66

Un'ampia tettoia per assistere alle gare

Due Guardiani Templari del 5° secolo controllano la pedana.


Tiro a volo

Il nido del piattello “A”

Luca Stella alla consolle del Percorso di Caccia

Gara! Cominciano i giochi

Torre fra gli alberi per il “B” Caccia Passione 67


A dominare la parte vecchia della cittadina di Cerveteri c’è il palazzo/castello Ruspoli, e proprio da un idea dei principi Ruspoli, grandissimi appassionati di tiro a volo, nacque nel 1956, con l’indispensabile ausilio dell’armiere di Cerveteri Pietro Stella, l’attuale Tiro a Volo Stella Sporting. Una “diavola rossa” fu l’inizio di tutto, era una macchina che caricata manualmente, ad ogni tiro lanciava un piattello in direzione diversa, poi il campo fu trasformato in un tiro al piccione, assumendo le caratteristiche di un vero stand di tiro, con voliera e armeria. Negli anni fu abolito il tiro a piccione e venne installata la fossa olimpica, ancora presente se pur rinnovata e modernizzata, ma il vero salto di qualità lo fece quando nel 1982, Luca Stella, attuale proprietario e gestore del campo, oltre che dell’omonima armeria situata in paese, “inventa” il percorso di caccia. Quando venivano fatti i primi esperimenti c’ero anch’io, ricordo perfettamente un misto di piattelli fossa e skeet, oltre a due o tre macchine posizionate strategicamente. Visto il successo fra i cacciatori, Luca aprì un secondo campo, in una cava di tufo a pochi metri dal primo. Il secondo campo interamente e solamente dedicato al percorso, con lanci più o meno impegnativi e con traiettorie molto diverse fra loro che di volta in volta simulavano il piccione, il tordo, il merlo, la pernice, la starna e il lepre, qui si chiama al maschile! Quando oggi arriviamo al campo, aperto il giovedì, sabato e domenica, esclusivamente in periodo di caccia chiusa, troviamo ad attenderci Luca e sua moglie Sabrina, oltre ad un gruppo di habitué sempre presenti per commentare e qualche volta … sparare, naturamente è possibile acquistare le cartucce e cimentarsi nelle varie discipline del tiro a volo. Attualmente sulla pedana principale è installata un fossa olimpica, un campo di elica e un compak, decisamente impegnativo, il campo è posizionato su un rialzo a sbalzo sulla pianura Caccia Passione 68

I campi sono ben delimitati, prima di tutto la sicurezza

Tonino, un istituzione e la mascotte Mercedes.


Tiro a volo

Fossa olimpica sempre pronta

Sabrina Stella con le Ladies del TAV Stella Sporting

Gira gira l’elica…

che porta fino al mare, sempre ben arieggiato e piacevole anche nelle giornate più calde. Scendendo dal poggio, a circa 50 metri dall’armeria arriviamo in una cava di tufo dove troviamo la seconda pedana, dedicata esclusivamente al compak, piattelli più abbordabili di quelli del campo principale anche se per fare risultato è necessario comunque impegnarsi, questo è il percorso l’ideale per i cacciatori che vogliono approcciarsi al tiro a volo, che, seguiti da Luca, riescono a togliersi le prime soddisfazioni. I piattelli di entrambi i percorsi di caccia vengono rigorosamente lanciati manualmente senza l’ausilio di microfoni e automatismi, così che, se lo si chiede, Luca non fa difficoltà per far effettuare qualche ripetizione, tutti i piattelli, anche in prova, sono segnati sullo statino facendo in modo che ogni tiratore, conclusa la serie di 25 piattelli, possa verificare il suo risultato. Al Tiro a Volo Stella Sporting, saltuariamente vengono organizzate gare di tiro, aperte a tutti, generalmente pubblicizzate sulla pagina FB, www.facebook.com/Tiro-a-volo-StellaSporting-556276844481528/?fref=ts, e proprio una di queste mi ha dato lo spunto per scrivere queste righe. Il 7 agosto oltre 50 fra tiratori e cacciatori si sono alternati in una gara caratterizzata da 20 piattelli di percorso caccia, 5 di fossa e 1 eliche del valore di tre punti, premi gastronomici fino al 10 classificato e coppe per il primo assoluto, prima ladies, primo cacciatori e primo junior. Una domenica di festa dedicata a chi stanco del mare ha voluto prendere il fucile per trascorrere una giornata con persone che condividono le stesse passioni. Consiglio a tutti i cacciatori/tiratori che orbitano nella zona, ci troviamo a soli 40 km da Roma, di fare un giro a Cerveteri, troveranno un ambiente familiare e allo stesso tempo molto professionale, potranno cimentarsi in diverse discipline del tiro a volo e in particolare al percorso di caccia, di cui Cerveteri si può considerare la culla! Caccia Passione 69


Luca Stella premia la 1ª Ladies e 10ª assoluta

Una spalletta per il 2° Classificato Caccia Passione 70

Il 1° categoria cacciatori

Gli ultimi rimasti dopo la premiazione



Catturare il tempo

di Pina Apicella

Fotografia. Un vezzo di molti, a caccia e non. Una riflessione sul mondo dell’immagine e sul valore, profondo o fugace, di uno scatto.

U

n tempo esisteva il racconto. Riuniti nelle stalle, o davanti a un camino, o all’osteria, il sapere e l’esperienza della gente veniva tramandato e si propagava attraverso la parola “parlata”. L’elevato tasso di analfabetismo e la scarsità di supporti iconografici rendevano l’occhio poco avvezzo a captare stimoli dal mondo culturale. Poi l’evoluzione del genere umano ha dato sempre più spazio agli stimoli visivi

Caccia Passione 72

e così, via i libri e la radio, la televisione e poi internet e in generale il mondo dell’immagine hanno preso il sopravvento. Non più racconti, non più “frasi ad effetto”, ma sempre più immagini forti, sintetiche, eloquenti. Anche nel mondo della caccia il ruolo della fotografia si è sempre più affermato, giungendo a un punto che, a parer mio, richiede una riflessione. “In montagna anche una mela in più nello zaino è pesante” solevano dire i cacciatori di


Photogallery

camosci, che s’inerpicavano con le spartane attrezzature sulle ostili rocce per insidiare le ambite prede. Alcuni di essi, per onorare il sacrificio, l’azione di caccia, i luoghi ostili e meravigliosi in cui avveniva e, auspicabilmente, la preda, portavano con se, magari rinunciando a più che “una mela” la macchina fotografica. Attrezzi non poco pesanti e non poco ingombranti negli anni ‘70 - ‘80, e via via sempre più leggeri e compatti. Ma pur sempre un surplus di peso e spazio. In era “pre-digitale” gli scatti erano limitati dalla lunghezza dei rullini, non

era certo possibile verificare immediatamente l’esito della fotografia. Bisognava aspettare che il fotografo la sviluppasse e sperare che non fossero insorti incidenti come il rullino non impressionato o peggio, abbagliato dalla luce per un’apertura maldestra e accidentale! Le fotografie scattate a quei tempi e a quelle condizioni, conservano tutt’ora un valore aggiunto: sono la testimonianza della cura e della passione con cui un animale, uno scorcio, un istante di amicizia, sono stati catturati e conservati nel tempo con cura e rispetto. Certamente questa cultura della fotografia si è tanto più affermata tra i cacciatori alpini dove, vuoi per il numero ridotto di capi (talvolta uno all’anno), lo sforzo venatorio richiesto dall’ambiente, rendevano l’evento un po’ più “evento” da meritare un sigillo piuttosto che in altri lidi, magari più accessibili e con prede più numerose. Al giorno d’oggi chiunque di noi, munito del più arretrato smartphone, ha accessibilità al mondo della fotografia quando va a caccia. Abbiamo la possibilità di condividere le immagini spesso in tempo reale, ma questo a mio modesto parere, va a inquinare il sentimento estatico che un panorama naturale è in grado di ispirare. Scatti una foto e ti sembra buia, allora ne scatti una seconda, evitando un palo, magari una terza senza riflessi...magari la condividi su un social network e le impertinenti vibrazioni nella tasca ti avvisano su quanti commenti di approvazione ha ricevuto la scena, che tu stai vivendo (oramai al 99 e non più al 100%...). La fotografia che immortala l’animale prelevato è un capitolo a parte, che meriterebbe una riflessione a se. Per vanità, orgoglio, ripicca: si può immortalare una preda con diversi approcci, ma la cartellina “capriolo” sul nostro smartphone non potrà mai e poi mai sostituire quell’unica, ingiallita foto, magari un po’ sfocata, appesa accanto a un camino davanti alla quale un nonno ripete ai nipoti per la ventesima volta l’avventura di quella fredda giornata di caccia con la prima neve di novembre.... Caccia Passione 73


Caccia Passione 74


Veterinaria

Piometra: l’infezione uterina. Caccia Passione 75


Piometra: l’infezione uterina.

di Kalaris

La Piometra è una infezione che interessa cani di sesso femmminile che non vengono fatti accoppiare o particolarmente anziani.

È

la naturale conseguenza di una risposta anormale dell’utero quando viene prodotto il progesterone. Prevenzione, terapia medica ed intervento chirurgico possono risolvere questa pericolosa infezione. La piometra è un’infezione batterica che colpisce l’utero e fa la sua comparsa nel periodo seguente al calore, nel momento in cui l’organismo dell’animale inizia a produrre l’ormone progesterone per disporre l’utero per la gravidanza. La piometra colpisce, in particolar modo, le cagne alle quali non viene data la possibilità di accoppiarsi e può fare la sua comparsa a qualsiasi età. Nelle cagne anziane la piometra viene considerata la conseguenza di una risposta anormale dell’utero quando viene

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prodotto il progesterone. Quest’ultimo, infatti, preparando l’utero per la gravidanza, genera l’ispessimento della parete dell’utero ed un aumento del numero delle sue ghiandole. Queste ghiandole rappresentano il luogo migliore per l’impianto e la crescita degli embrioni, ma allo stesso tempo offrono un ambiente ideale per la sviluppo di batteri. Negli esemplari femmina la piometra compare a causa della somministrazione di estrogeni da parte del veterinario, per prevenire la gravidanza dopo l’accoppiamento o per annullare o prevenire il calore. La piometra è di due tipi, a cervice aperte e a cervice chiusa, a seconda della condizione della cervice uterina, ossia la struttura che divide l’utero dalla vagina.



Nel caso di cervice uterina aperta il pus prodotto nell’utero fuoriesce all’esterno attraverso la vagina, presentandosi come uno scolo vaginale contenente pus e sangue. Questo scolo fa la sua comparsa a 4-8 settimane dopo la fine del calore. Caccia Passione 78

Nel caso di piometra con cervice chiusa, il pus si accumula nell’utero, ingrossandolo gradualmente: questa piometra è più difficile da rilevare alla visita. Oltre all’eventuale scolo vaginale facilmente riconoscibile, esistono altri sintomi di piometra come la letargia, la


Veterinaria

depressione, l’inappetenza, sete e urinazioni eccessive, vomito e diarrea. Se non si interviene rapidamente, la piometra può causare seri danni all’organismo a causa delle tossine prodotte dai batteri, le quali viaggiano nell’organismo attraverso il sangue,

provocando disidratazione, shock, coma e, infine, morte. Per determinare la presenza della piometra, vengono effettuati esami del sangue, con i quali si osserva un aumento dei globuli bianchi, l’analisi al microscopio dello striscio vaginale, l’ecografia, con la quale si determina Caccia Passione 79


la dimensione dell’utero, ed infine la radiografia. Per risolvere questo spiacevole e pericolosa infezione, si ricorre all’intervento chirurgico con l’asportazione completa di utero e ovaie, ed alla terapia medica riservata esclusivamente alle cagne da riproduzione di elevato valore. Con quest’ultimo intervento si affrontano costi molto elevati e, soprattutto, possibili effetti collaterali anche gravi. Inoltre, la terapia medica è riservata solo alle cagne in buone condizioni che presentano piometra aperta. Questo metodo consiste nella somministrazione di ormoni, le prostaglandine, che vanno a stimolare le contrazioni uterine favorendo l’espulsione del pus. Insieme agli ormoni, vengono somministrati anche antibiotici per molto tempo. La terapia viene eseguita sotto attento controllo veterinario, con il ricovero per alcuni giorni, al fine di scongiurare possibili complicazioni. Se si sce-

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glie la terapia medica, è bene sapere a cosa si potrebbe verificare in termini di effetti collaterali temporanei (45 minuti): irrequietezza, nausea, dolori addominali, febbre e riduzione della frequenza cardiaca. Esiste però la possibilità di andare incontro anche ad effetti collaterali permanenti, come infertilità e maggiore predisposizione a sviluppare altre piometre. Per evitare la contrazione di questa infezione, colori quali decidono di non far accoppiare la propria cagna, devono prendere in considerazione la possibilità di sterilizzarla a 6 mesi circa di età. È possibile anche sterilizzare cagne più anziane, le quali non possono più procreare. La regola aurea da seguire nel momento in cui si vuole prendere un cane, è informarsi ed essere onesti con se stessi e con l’animale. Reprimere certi istinti è sbagliato; se non si vuole una cagna che vada in calore, si dovrebbe ricorre alla sterilizzazione.


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