Caccia Passione ottobre 2016

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ANNO V nr. 10 - Ottobre 2016

CACCIA PASSIONE Dedicato a chi ha la passione per la caccia..

Attualità:

• Alla CZ per gli 80 anni dell’azienda

Cani da caccia:

• La predazione nei cani da caccia

Canna rigata:

• Rössler Titan Alpha: tecnologia a prezzo interessante

UN TUFFO NELLA RISAIA!


ANNO V nr. 10 - Ottobre 2016

CACCIA PASSIONE

in copertina

Dedicato a chi ha la passione per la caccia..

UN TUFFO NELLA RISAIA! Attualità:

• Alla CZ per gli 80 anni dell’azienda

Inconvenienti della caccia ai beccaccini..

Cani da caccia:

• La predazione nei cani da caccia

Canna rigata:

• Rössler Titan Alpha: tecnologia a prezzo interessante

UN TUFFO NELLA RISAIA!

SOMMARIO Anno V Nr. 10

www.cacciapassione.com

18 Migratoria:

Un tuffo nella risaia!

Pg 8 News ed eventi venatori

a cura della redazione

Pg 10 Attualità: Alla CZ per gli 80 anni dell’azienda

26 Caccia in montagna:

Il richiamo della montagna

Emanuele Tabasso

Pg 18 Migratoria: Un tuffo nella risaia!

Saverio Patrizi

Pg 26 Caccia in montagna: Il richiamo della montagna

34 Ungulati:

Il tesoro di Hermann

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Pina Apicella

Pg 34 Ungulati: Il tesoro di Hermann

Vincenzo Frascino


Sommario Pg 60 Ottiche: Nuovi Noctivid 8x42 e 10x42

Leica Camera AG

Pg 66 Digiscoping: Pa(para)zzi della Natura

10 Attualità:

Alla CZ per gli 80 anni dell’azienda

Pg 40 Cani da caccia: La predazione nei cani da caccia.

Pierfilippo Meloni

Pina Apicella

Pg 70 Tiro a volo: A scuola di tiro al volo con il CAS Concaverde

ASD Trap Concaverde

Pg 72 Photogallery: Tempo di bramito

Vincenzo Frascino Marco Marcolli

Pg 76 Cucina: Cosce di coturnice al vino bianco con funghi e pomodori secchi

Adelmo Giacomini

Pg 44 Fucili canna rigata: Argo E Battue

Benelli Armi

Pg 48 Fucili canna rigata: Rössler Titan Alpha: tecnologia a prezzo interessante

44 Fucili canna rigata:

Argo E Battue

Emanuele Tabasso

Pg 56 Munizioni: La cartuccia .338 Federal Costantino Ramolfi

60 Ottiche:

Nuovi Noctivid 8x42 e 10x42 Caccia Passione 3



Editoriale DIVIETO DI CACCIA IN AREE TERREMOTATE.. La scorsa settimana il governatore della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha reso ufficiale il divieto di caccia nei territori comunali di Amatrice e Accumoli a causa del terribile sisma del 24 agosto. La decisione è stata presa per agevolare le operazioni di soccorso e non creare nessun tipo di ostacolo. I soci dell’Ambito Territoriale di Caccia Rieti 1, quello in cui le due città ricadono, si sono però opposti e hanno organizzato un presidio di protesta, chiedendo e ottenendo anche un incontro con il Prefetto. Il mondo venatorio locale ha voluto sottolineare soprattutto i danni che deve subire il settore agricolo a causa della fauna selvatica, proponendo di far riprendere soltanto la caccia ai cinghiali. La LAV (Lega Anti Vivisezione) ha ricordato tutti questi passaggi della vicenda in un comunicato, spiegando come oggi – giovedì 13 ottobre 2016 – ci sarà una importante riunione del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica che discuterà l’eventuale ripresa del prelievo venatorio degli ungulati. La Prefettura di Rieti ha già acconsentito, ma l’associazione animalista si è rivolta allo stesso Prefetto, Valter Crudo, per chiedere che il divieto di caccia venga mantenuto per qualsiasi specie ad Accumoli e Amatrice. Inoltre, la Lega ha auspicato che il provvedimento sia esteso anche ai comuni limitrofi. Ovviamente non vogliamo in alcun modo prendere posizione su quanto sancito e disposto dal Governatore Zingaretti, ma appare palese che la caccia poteva essere per i numerosi cacciatori presenti nelle aree terremotate vocate da sempre alla caccia al cinghiale, un momento di svago e di spensieratezza da trasciorrere con i compagni di battuta di sempre, di vita con cui tristemente hanno condiviso il dramma del terremoto. Ora però abbiamo una domanda.. Ma i versamenti pagati dai cacciatori residenti nelle zone terremotate e i vari bollettini per poter esercitare l'attività venatoria nelle aree Atc verranno mai restituite agli aventi diritto, visto che a loro è negato il Diritto di esercitare l'attività venatoria.. Pierfilippo Meloni


Trionfo dell’Umbria al 48° Campionato Italiano Sant’Uberto a squadre svoltosi a Città della Pieve (PG) La squadra della regione di casa ha totalizzato più punti in assoluto: la classifica è stata completata da Lazio e Toscana. svolta in località Ponticelli, nel comune di Città della Pieve (in provincia di Perugia) e i tre componenti della squadra vincitrice si sono messi in mostra per il grande lavoro e l’incredibile cura dei dettagli. Al Campionato hanno partecipato 15 regioni e 29 squadre in totale: i concorrenti erano invece 87. La squadra “Umbria 1” è riuscita a ottenere 190 punti, seguita in classifica dal Lazio con 179 e dalla Toscana con 176. I componenti erano Gianni Stafissi Buricca, Fabrizio Mengoni e Paolo Fussi, i quali hanno dato prova coi loro ausiliari di determinazione, correttezza e abilità venatoria. Gli ausiliari e i concorrenti sono stati definiti di ottimo livello, in particolare l’addestramento. Come sottolineato da Alessandro Barbino, presidente della sezione provinciale di l 48° Campionato Italiano Sant’Uberto a Squa- Federcaccia Perugia, si trattava di una vera e prodre che si è svolto lo scorso week-end (8-9 otto- pria prova di maturità: l’impegno è stato grande e bre) ha fatto registrare il trionfo dei padroni di casa l’obiettivo era quello di mettere ogni singolo condell’Umbria. La manifestazione cinofila si è infatti corrente nelle condizioni di esprimersi al meglio.

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Abbattuto Ibis Eremita. Dura la condanna della Federcaccia L'episodio ha provocato lo sdegno dell'associazione venatoria, la quale ha ribadito la differenza netta tra cacciatori e bracconieri

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a Federazione Italiana della Caccia ha deciso di alzare la voce dopo aver appreso del ritrovamento di un Ibis Eremita abbattuto molto probabilmente da un colpo di fucile a Thiene, in provincia di Vicenza. Si tratta della stessa causa di morte dell’esemplare ritrovato a Punta Ala (Grosseto). Queste notizie, insieme ad altre che stanno circolando negli ultimi giorni, hanno suscitato lo sdegno dell’associazione venatoria, la quale ha parlato senza mezzi termini di “azioni ingiustificabili”. FIDC ha ribadito che il bracconaggio non ha nulla a che vedere con la caccia, i cacciatori sono i primi a condannarlo con durezza e in qualsiasi modo si manifesti. Il comunicato della federazione continua in modo altrettanto netto. Questi episodi non fanno che gettare discredito su tutti

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i cacciatori: l’assoluta maggioranza della categoria è rispettosa e consapevole, oltre ad agire nella piena legalità. I cacciatori sono stati i primi a chiedere posizioni decise contro chi non rispetta le regole e vanifica “gli sforzi fatti quotidianamente per dimostrare che il cacciatore è cosa ben diversa dalla figura delle sparatore scriteriato“. A questo punto sono in corso di valutazione dei provvedimenti concreti contro i bracconieri e contro tutti coloro che non possono trovare alcun posta tra gli associati onesti.


News venatorie Mark Zuckerberg dichiara di nuovo il proprio amore per la caccia Il creatore e amministratore delegato di Facebook lo ha confermato in un video di circa 30 minuti.

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’International Council for Game and Wildlife Conservation, meglio noto come CIC, ha reso nota una video-intervista di Mark Zuckerberg, in cui il creatore e amministratore delegato di Facebook ha dichiarato il proprio amore nei confronti della caccia e del barbecue. Si tratta di un filmato di circa trenta minuti in cui il manager 32enne parla di questa sua passione. Come spiegato da Zuckerberg, “I cibi hanno un sapore migliore quando vengono preparati personalmente, ma sono ancora più gustosi quando hai cacciato da solo l’animale“. Il video ha fatto registrare ben dieci milioni di visualizzazioni e alla domanda se sia un cacciatore o meno, l’AD del celebre social net-

work ha risposto in maniera positiva. Zuckerberg ha confermato di andare a caccia quando il tempo glielo permette, considerandola un’attività che lo fa sentire in contatto con la natura. Ha anche aggiunto di voler sapere da dove proviene la carne che mangia e la caccia gli consente maggiore sicurezza da questo punto di vista. Non è comunque la prima ammissione venatoria di Zuckerberg. Già nel 2011, infatti, aveva annunciato di voler mangiare solamente ciò che aveva cacciato lui e qualche mese dopo fu notato durante una battuta di caccia al bisonte. Come ha ricordato, ha iniziato l’attività venatoria quando aveva circa 4 o 5 anni e di aver costantemente nutrito nel tempo questa passione.

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Il campo di tiro di Bzenec con proporzioni inusitate è ricavato all’interno di una foresta di pini e in un terreno sabbioso, ottimo per evitare i rimbalzi Caccia Passione 8


AttualitĂ

Alla CZ per gli 80 anni dell’azienda Caccia Passione 9


Alla CZ per gli 80 anni dell’azienda

All’inizio di settembre alcuni giornalisti europei sono stati invitati presso la CZ per celebrare l’80°di fondazione dell’azienda con la visita presso l’unità produttiva di Uherský Brod e le prove sul campo delle ultime novità in ambito civile e militare

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n buon numero di giornalisti europei si è ritrovato in Cekia nei giorni 7-8-9 settembre, ospite della CZ per festeggiare gli 80 anni dell’azienda nata a Uherský Brod nel 1936. L’arrivo consigliato era all’aeroporto di Vienna e di qui la gentilissima Hana Smilkovà, media liason manager dell’azienda, ha accompagnato la compagine di visitatori, giunti da diverse parti dell’Europa, a un torpedone messo a disposizione dalla Casa, per raggiungere l’Hotel Grand nella città di Uherské Hradištê. Belle queste città non estese, ma in cui si legge un passato fatto di varie componenti dove spiccano le costruzioni importanti ancora edificate ai tempi dell’Impero: una bellezza che dura tuttora grazie a manutenzioni encomiabili dei tempi più recenti. L’impostazione della visita è stata come sempre di piena soddisfazione con cadenze giuste, senza assilli, godendo sempre di ogni momento per assaporare quel che veniva proposto. Dopo la prima serata in tranquillità si parte per la giornata piena del giovedì divisi in due gruppi Caccia Passione 10

di Emanuele Tabasso

che si alterneranno fra mattino e pomeriggio nelle attività preparate: la visita ai reparti produttivi e, a seguire, l’illustrazione dei prodotti. Nel secondo giorno, limitato alle primissime ore del pomeriggio per raggiungere nuovamente l’aeroporto di Vienna nel traffico del venerdì, ci si dedica alle prove sul campo: trasferiti all’impianto di tiro di Bzenec, inserito in una estesa pineta che contorna gli ampi spazi dove sono ricavate le linee di tiro, si prova un po’ di tutto, con le predilezioni di ognuno partendo dalle carabine in calibro .22 LR piuttosto che in .22 WMR, sia con otturatore girevole scorrevole che in configurazione semiautomatica, passando poi alle nuove versioni varmint della Mod. 557 camerate nell’onnipresente .308 Win. Un cospicuo numero dei presenti era tuttavia dedito alle armi da difesa e militari per cui le numerose varianti della pistola CZ, con quelle da competizione in prima fila, poi le due armi automatiche con la mitraglietta Skorpion EVO in 9x19 Para, per non dire del BREN 805 in .223 NATO hanno monopolizzato l’attenzione:


Attualità Una serie di carrelli da pistola in avanzato stato di lavorazione: l’esecuzione su macchine a controllo numerico di ultima generazione, insieme alla cura nella manutenzione e affilatura degli utensili, consente un’esecuzione eccellente dei pezzi I modelli in cera vengono ricoperti di uno spesso strato di sabbia silicea, reperita nel territorio ceko come l’acciaio: appositi ugelli consentiranno al metallo fuso di colare nello stampo prendendo il posto della cera che cola in esterno

Dagli appositi stampi metallici vengono ricavati i castelli in cera da cui si otterranno quelli in acciaio con il procedimento detto appunto “a cera persa”

L’ingabbiatura di sicurezza non consente di spaziare con l’occhio sui particolari operativi, ma si intuisce la resa ottimale di simili macchinari

qualcuno conquistava l’arma da provare con un notevole numero di caricatori pronti nelle tasche e le impressioni sono state per tutti più che positive. La combinazione progettuale, di materiali e di esecuzione realizzata dalla CZ, insieme a quotazioni ancora invitanti, decretano facilmente e fatalmente il successo di questa realtà, successo che vede un solo impegno immediato: l’espansione della produzione per dar seguito alla domanda in tempi coerenti.

La storia e le motivazioni della fabbrica La storia che si è dipanata in queste terre dopo un periodo piuttosto lungo e di relativa quiete sotto l’Impero Asburgico prende forme diverse non appena la fine della I GM fa collassare i così detti Imperi Centrali incluso quello dell’aquila bicipite, quello di più vasta estensione e comprendente terre e genti di diversa estrazione che si ritrovano, all’improvviso, padrone della propria situazione. I territori di Moravia e Caccia Passione 11


Dal crogiolo di fusione alla siviera di versamento: i processi seguono regole codificate dove la mano e l’occhio della persona esperta sono il di più che qualifica ulteriormente il prodotto finito

Nel crogiolo si immettono billette di acciaio composito: è qui il vantaggio del sistema dove si impiegano leghe appropriate per i diversi elementi scegliendole opportunamente e senza troppi impegni di quantitativi come richiederebbe un’acciaieria

Una serie di stampi già piena di metallo fuso si avvia al forno di condizionamento

Dalla siviera si rovescia il metallo fuso negli appositi ugelli degli stampi: inferiormente la cera cola in un apposito contenitore e verrà ricondizionata per un uso successivo

Valacchia ritornano ad essere uno stato sovrano in forma di repubblica e da subito sentono l’urgente necessità di avviare una produzione di armi per il proprio esercito per fronteggiare eventuali mire espansionistiche dei vicini ungheresi: gli arsenali ex imperiali come quello di Brno sono una prima importante pedina, ma i tempi sono maturi per qualcosa di nuovo e aggiornato rispetto alle tecnologie sviluppate nel frattempo. Si avvia così ex novo nel 1936 la costruzione dello stabilimento di Uerský Brod,

a un’ottantina di km da Brno, e quale propaggine dell’altra famosa fabbrica situata a Strakonice. Una breve carrellata sulle date e sui prodotti vedono i passaggi politici ben noti avvenuti alla conclusione della II GM e l’indipendenza dell’azienda fino al1950 con il passaggio a società per azioni nel 1992: in questo lungo periodo spiccano prodotti come la leggendaria pistola CZ 75, la carabina da caccia ZKK 600, il fucile d’assalto vz. 58, la pistola automatica vz. 61 Skorpion che portano la fabbrica a pri-

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Attualità

La rotomartellatrice lavora a pressioni specifiche altissime compattando sulla spina negativa della rigatura il metallo della canna su cui si avrà la parte positiva della rigatura stessa

Ogni lavorazione viene eseguita in azienda senza appalti a terzi: qui osserviamo la foratura delle canne per arma lunga, ma anche quelle per arma corta sono realizzate su tale dimensione per poi venir tagliate successivamente

L’autore alle prove di tiro con la pistola P 07

meggiare a livello mondiale e ad essere una delle aziende nazionali di maggior successo per il volume di prodotto e la cifra conseguente in esportazione. Insieme l’azienda diventa una componente strategica per l’esercito della nazione e per le forze di sicurezza. L’ambito operativo spazia su una ampio ventaglio di prodotti: civili con settori venatorio e tiro sportivo, ancora civile per le forze di polizia, e poi militare con specifico indirizzo alle forze speciali e alle diverse branche dell’esercito.

La capacità produttiva ad alta tecnologia e precisione di esecuzione è messa a disposizione dell’automotive e dell’industria aerospaziale, settore difficile in cui la CZ ottiene rilevanti attestati di merito insieme alla certificazione ISO 9001 a cui si aggiunge, nel 2008, quella NATO. Dal 1997 poi la CZ apre la filiale negli Stati Uniti d’America rilevando poco dopo il prestigioso marchio Dan Wesson mentre ancora in Cekia l’azienda ingloba il marchio ZbrojovCaccia Passione 13


La palazzina della CZ a Uerský Brod Hana Smilkovà, media liason manager della CZ organizza questi incontri gestendo con garbo e precisione le varie attività previste: parla diverse lingue, fra cui l’italiano

ka Brno s.r.o. diretto successore della famosa produzione di armi di Brno, focalizzata sulle carabine rigate, ma in particolare sui fucili basculanti sia a canne lisce che misti con destinazione sportiva e venatoria. Nel 2014 è avviato un nuovo impianto produttivo e di assemblaggio denominato CZ-Slovensko. La direzione aziendale (CEO) è affidata dal 2006 all’Ing. Lubomír Kovarík (MBA). Caccia Passione 14

La CZ impiega attualmente oltre 1.800 persone e negli ultimissimi anni ha radicalmente modernizzato gli impianti per produrre di più e meglio espandendo l’offerta in settori civili e militari con, ad esempio, la pistola mitragliatrice CZ Scorpion EVO 3 A1, il fucile d’assalto BREN 805, le pistole P-07 e P-09, la carabina modulare CZ 455 di piccolo calibro a percussione anulare, la recentissima carabina a percussione centrale Mod. 557, il Brno Combo fucile misto liscio/rigato e molti altri esempi ancora. Nel 2015 l’azienda ha prodotto e venduto 250.000 armi e oltre l’80% di tale entità viene esportata tramite le proprie agenzie presenti in più di 100 Paesi sparsi nel mondo. La cifra di fatturato relativa all’anno 2015 pari a 3.41 miliardi di CZK (Corona Ceka) rappresenta l’apice attuale raggiunto dalla Casa. Poco da aggiungere se non che lo Stato è molto presente per favorire al massimo l’attività aziendale anche con un notevole sostegno nelle trattative all’estero.



Buona anche la presenza di pavoncelle Caccia Passione 16


Migratoria

UN TUFFO NELLA RISAIA!

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UN TUFFO NELLA RISAIA! Inconvenienti della caccia ai beccaccini. di Saverio Patrizi

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ome ogni anno sono stato invitato in Romania dall’amico Luca Lucarini, titolare dell’agenzia Agrofloracaccia, per la caccia in risaia ai beccaccini, la data prescelta è il 9 settembre, per cacciare il 10, l’11 e il 12 mattina, rientrando in Italia con l’ultimo volo della sera.

Parto come programmato con la mia amica Sveva, proprietaria di un’AATV nel senese dove organizza bellissime braccate al cinghiale e ricchi drive ai fagiani, un terzo amico cacciatore, che doveva unirsi a noi è stato costretto a dar forfait la sera prima della partenza a causa di una fastidiosa influenza. Arrivati all’aeroporto di Bucarest ci aspetta una macchina che in circa due ore ci conduce all’accogliente casa di caccia nel paesino di Insuratei, vera roccaforte dei nostri ospiti. Ad accoglierci Iancu, uomo di fiducia dei Lucarini, purtroppo Luca è dovuto rientrare in Italia per un contrattempo, con lui sbrighiamo velocemente le pratiche burocratiche relative ai fucili e ai permessi di caccia, a me è stato consegnato un vecchio ma perfetto Beretta A300 mentre per Sveva c’è un Benelli Raffaello, decisamente più moderno. Prendo anche un sacco di stampi di anatre, lo scorso anno ne giravano tante, marzaiole e alzavole, e dopo un’ottima cena all’italiana, andiamo a dormire, Caccia Passione 18

la sveglia è programmata per le 4,30. Come sempre il primo giorno di caccia, siamo pronti in anticipo dell’ora prestabilita, stivali a coscia, fucili, cartucce, macchina fotografica ed equipaggiati di tutto punto saliamo, con Iancu, sul Land Rover che ci condurrà alla risaia di Tufesti sulle sponde del Danubio. Durante il trasferimento, circa mezz’ora, ci comunica che andremo al capanno n. 1, finora lasciato inutilizzato apposta per noi, la caccia qui è cominciata dal 1° settembre. Qualcuno degli amanti della caccia con il cane inorridirà… in questa situazione, un enorme risaia di diverse migliaia di ettari, non è possibile praticare caccia vagante senza arrecare un grave danno alla coltura in atto, pertanto la caccia si svolge su alcuni chiari che si sono naturalmente creati dove non è nato il riso, che, individuati dagli uomini di Agrofloracaccia, sono stati preparati con capanni di canne e relativi sentieri di accesso. In questo periodo i beccaccini sono in piena migrazione e questa zona ne attira in gran numero. Giunti al capanno dispongo gli stampi, ci organizziamo e attendiamo fiduciosi, ormai il cielo stellato sta sparendo al cospetto delle prime luci dell’alba. I primi due colpi esplosi sono


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Imponente cicogna nera

Una parte del carniere della prima mattina

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L’alba in risaia

Sveva e Iancu

Per strada s’incontrano ancora i carretti trainati da cavalli

su una coppia di alzavole che casca al limitare del chiaro, marco il punto per recuperarle più tardi, se il buon giorno si vede dal mattino, dovrebbe essere un’ottima giornata. Quando finalmente la luce prende il sopravvento, ci accorgiamo di avere anche un secondo chiaro alle nostre spalle, dapprima sporadicamente, poi sempre con più intensità, cominciano a passare i beccaccini, spiego a Sveva che dobbiamo cercare di sparare solo a quelli che passano sull’acqua, se cascano nella risaia il ritrovamento senza cane è quasi impossibile. Questo comporta che anche vedendo centinaia di uccelli, possiamo tirare solo ad alcuni, tra l’altro il grosso passa sul laghetto alle nostre spalle. Ma a parte la caccia, assistiamo allo spet-

tacolo di una natura ricca di specie e in quantità incredibili, dalla nostra postazione osserviamo molte cicogne nere che imperiosamente ci sorvolano, ibis, pittime, aironi bianchi e cinerini, garzette, anatre di varie specie, falchi di palude, nibbi bruni e tante altre che ora non rammento, solo tale spettacolo vale il viaggio. Man mano che il giorno avanza, aumenta il caldo, ormai caccio in camicia, e cresce anche il numero di beccaccini abbattuti, anche se sicuramente inferiore a quelli padellati… Verso le 10,00 telefono a Iancu per farci recuperare, il caldo è quasi insopportabile e ci siamo divertiti a sufficienza. Quando arriva ci comunica che l’acqua del lago alle nostre spalle è molto alta e non si possono recuperare gli

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Migratoria

I miei pantaloni sono diventati l’habitat preferito dalle raganelle

Beccaccino in pastura

animali, su questo mi altero non poco e cerco, girando intorno al chiaro, un accesso possibile, finalmente riesco a passare con l’acqua al bordo degli stivali, e anche oltre, l’obbligo a seguirmi e senza bagnarci “troppo” recuperiamo tutti i beccaccini abbattuti. La sera torniamo alla risaia, ma questa è una caccia mattiniera, prendiamo comunque qualche saetta alata e sbagliamo diverse anatre senza prenderne neanche una, la performance balistica direi che, almeno per oggi, è da dimenticare! La seconda mattina, stesso copione ma diverso capanno, qui l’acqua è decisamente più bassa, massimo 30/40 cm e tante zone con pochi centimetri di profondità, qualche ciuffo di riso al centro e nelle zone limitrofe, cominciamo

subito con una buona media di abbattimenti, recuperando subito gli animali caduti in zone semi coperte dalla vegetazione e aspettando per quelli in vista sul chiaro. Una considerazione, se venite da queste parti attrezzatevi per le zanzare, altrimenti specialmente all’alba e al tramonto è da morire dissanguati. Durante un recupero, dopo un paio d’ore di caccia, vado per prendere un beccaccino caduto nella parte destra del lago, si trova in una zona con circa 30 cm di acqua, giunto lì lo stivale sinistro viene bloccato dalla morsa del fango e quasi senza accorgermene mi ritrovo seduto in acqua, con il fucile affondato nella risaia. Dopo un attimo di sconforto, comincio a ridere e lentamente mi rialzo. Arrivato al capanno, tento Caccia Passione 21


Sempre abbondanti gli uccelli di ripa

Tanti anche gli aironi

Beccaccini

una problematica pulizia del vecchio A300, lo smonto, e cercando un punto con l’acqua pulita… lavo dal fango canna, bicchierino e sommariamente il gruppo otturatore che non oso smontare. Adesso sono pronto per continuare la caccia. Dopo un paio di colpi dove, spruzzando acqua da tutte le parti, non ha ricaricato ricomincia a funzionare regolarmente. Non contento, quando decidiamo di tornare a casa, c’era da recuperare un beccaccino di Sveva, anCaccia Passione 22

che questo nel punto incriminato mentre un altro si era posato dalla parte opposto del chiaro, proverò ad avvicinarlo e tornando recupererò il suo, cercando di essere il più cauto possibile mi avvicino allo scolopacide posato, arrivato a circa 15 metri, con mio stupore, ne partono due e riesco a fare una bella coppiola, che visto come ho sparato questi giorni è un vero evento. Raccolgo i due uccelli e mi avvio verso quello già in acqua, questa volta gli stivali si blocca-


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Sveva affronta il lago

Sembra ancora funzionante

Recupero serale

no entrambi e cado in avanti, fucile completamente a mollo ed io completamente bagnato e coperto di fango… però felice con i tre beccaccini recuperati, questa è la vita del cacciatore! Arrivati a casa Valli, la cuoca, mi guarda e propone una lavatrice oltre che per i vestiti anche per me. Per fortuna faceva caldo e un tuffo, anzi due, nella risaia non sono stati così fastidiosi, e anche un buon test per il Beretta A300 che

non ha smentito la fama di fucile indistruttibile e sempre affidabile. Per la cronaca, il primo prelavaggio, mio del fucile e dei vestiti è stato fatto in giardino con la pompa dell’acqua, in quelle condizioni non saremmo mai potuti entrare in casa. Ho voluto raccontare quest’avventura divertente poiché penso che sia successo anche ad alcuni di voi che potranno immedesimarsi nel mio racconto. Caccia Passione 23


Il fascino della montagna è un fortissimo richiamo Caccia Passione 24


Caccia in montagna

Il richiamo della montagna Caccia Passione 25


Il richiamo della montagna di Pina Apicella

Caccia in montagna. La fatica e le emozioni della caccia al cervo nella Riserva Alpina di Vigo di Cadore

“O

ra deve barrare la modalità di caccia prescelta”, lo sguardo severo della presidente della commissione di esame della licenza venatoria si posa sulla punta della penna che tengo sospesa a mezz’aria. “ZONA ALPI” mi occhieggia dal foglio. Abito a Novara, ai piedi del Monte Rosa, che con i suoi bagliori carmino illumina la desolazione della pianura coltivata a riso. La montagna mi guarda, mi protegge, mi chiama…ma poi ripenso alla Toscana, alle braccate al cinghiale, alle pittoresche colline dove caccerò insieme al mio compagno. Et voilà, la croce si pianta su “vagante in pianura” e così sia. Ma…la caccia in montagna, l’idea romantica ed eroica dei cacciatori di cervi e camosci che s’inerpicano sulle aspre cime, col fardello di zaino, lungo e (volesse il cielo) l’animale prelevato; l’idea di quelle albe spettacolari a stra-

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piombo sul mondo, delle rocce che fendono il cielo come lastre di cristallo, di quei torrenti zampillanti, il pino mugo, le stelle alpine, la neve ovattata…non c’è che dire: per me la caccia in montagna resta un profondo desiderio. Parlavo con l’amico Francesco Giordano di queste mie fantasie venatorie e dopo qualche settimana arriva la telefonata. “Come sei messa con gambe e fiato? Ti sentiresti pronta insieme a Vincenzo ad andare a caccia in Val Cadore?”. Balbettai un “si” incredulo e gonfiai le ruote della bicicletta per prepararmi a vivere la realizzazione di un sogno. Giunti a Laggio, frazione della più nota Vigo di Cadore, ci accoglie lo scenario di un presepe fuoristagione: tetti in legno, cataste di legname intarsiate come sculture davanti alle case, gerani ai balconi, profumo di strudel per strada. Il nostro gancio, guida e organizzatore


Caccia in montagna di questi giorni, sarà Fiorenzo, titolare dell’incantevole ristorante-pizzeria Chalet Al Fogher e attivo segretario della Riserva Alpina di Vigo di Cadore. “Nella riserva siamo 37 soci. Abbiamo un territorio stupendo e ricco di animali” ci racconta entusiasta Fiorenzo a cena, la prima sera. Siamo appena arrivati e ci siamo appena conosciuti, lui sa qualcosa di noi e noi pochissimo di lui ma, sarà per l’amico comune Francesco o, per la comune passione, fatto sta che giunti alla grappa di rito parliamo a raffica come amici di lunga data. Ci raggiunge sul tardi Antonio, il presidente della Riserva, che accompagneremo l’indomani durante la sua prima uscita stagionale al cervo. Le tempie bianche e il morbido girovita di Antonio m’incutono un cauto ottimismo circa lo scarto di preparazione fisica tra noi “pigri” cacciatori di pianura e lui. Ci salutiamo presto per esser

certi di onorare l’appuntamento delle cinque del mattino successivo. Prima dell’orario fissato siamo tutti sul posto. “Più tornanti facciamo in macchina e meno ci sarà da scarpinare dopo!” sogghigna fiducioso Vincenzo, mentre i due fuoristrada sgusciano agili tra le curve di montagna. Lasciate le auto ad una piazzola, c’incamminiamo lungo un ripido sentiero non segnalato, noto certamente ai soli cercatori di funghi e ai cacciatori. Ad accompagnare Antonio c’è suo cugino Luigi, anch’egli socio della riserva e coetaneo di Antonio. I due montanari ci staccano con poche falcate di diverse decine di metri. La pendenza iniziale è importante, i nostri alpenstock ci sostengono da pericolosi barcollamenti, mentre il loro passo sicuro li proietta sempre più su e sempre più agili man mano che i muscoli si scaldano. Presto la salita s’infrange su uno scosceso dirupo da cui si do-

Alle prime luci dell'alba cerchiamo d'individuare gli animali sul versante opposto

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La caccia in montagna richiede molta prudenza e una profonda conoscenza del territorio

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Caccia in montagna mina tutto il costone di fronte. Per le due ore che stiamo appostati, non si vede l’ombra di un cervo. Soltanto una femmina di capriolo ci fa visita, e la mattinata, inconcludente, termina in un frugale pranzo alla baita dei due soci. Col sole ancora alto decidiamo per un’uscita serale. “Ieri Giovanni ha avvistato diversi cervi nella zona di Rioda. C’era anche il fusone che cerchiamo!” commenta Antonio mentre finiamo di lavare i piatti del pranzo. Una volpe dal folto collo rossiccio ci osserva dall’alto mentre cominciamo a salire. Ci addentriamo pian pianino in una zona declive, ai piedi di un colle che dirada ripido fino al prato in cui ci siamo appostati. Sembra di essere nell’arena e gli animali, come pubblico pagante, spiegati sui pendii che ci circondano a 360 gradi. L’erba alta ai piedi di un grande abete ci offre un minimo di copertura, la luce in declino, che non entra più nella conca, fa il resto. Il primo capriolo a far capolino nel tagliato alla nostra sinistra ci fa sobbalzare, ma per i cervi è ancora un po’ presto… Una femmina di capriolo stava per affacciarsi sull’arena che ci ospita, ma il movimento di qualcuno di noi la blocca: come una statua di sale la capriola resta a guardare senza poter vederci per una manciata di minuti, mentre i suoi piccoli tentano qualche infantile piroetta ma sempre senza esporsi, incuriositi e allertati dalla posa plastica della madre. Dopo una lunga attesa prima che si faccia troppo tardi, Giovanni suggerisce a Luigi “Visto che i cervi non sono ancora usciti in questo pascolo, proviamo a fare un salto nella piccola radura dove li ho intravisti ieri”. Con passo felpato i due si allontanano binocolo in mano e orecchio teso. Antonio, nella remota ma auspicabile eventualità che, i cervi, mossi da loro due, possano venirci incontro, si prepara al tiro. Carabina poggiata sul bipiede e lo zaino sotto il calcio. Steso a terra, Antonio misura col telemetro le varie distante dai possibili punti in cui potrebbe fermarsi il cervo. Pas-

Scendiamo a valle senza l'ambito cervo ma certi che la montagna non ci deluderà Caccia Passione 29


Stanchi ma felici per la splendida giornata trascorsa

sano dei minuti col fiato sospeso: ci saranno ancora i cervi? E se dovessero scappare? Si fermeranno proprio laggiù davanti a noi? Riuscirà Antonio a mantenere il sangue freddo? Mentre ciascuno di noi segue il corso dei propri pensieri, la femmina di capriolo schizza via, fulminea. Nello stesso istante un rumore di zoccoli più pesanti, più veloci, più potenti, risuona nell’arena provenienti dalla nostra destra, in basso, dove si erano diretti Giovanni e Luigi. “Eccolo eccolo!” sussurra Vincenzo senza lasciare il binocolo, “è un fusone! Mammamia com’è grande!” commenta strabiliato. Un poderoso cervo, che dalla stazza e dal portamento potrebbe essere tranquillamente un subadulto, se non fosse per acerbe stanghe in velluto che gli spuntano dal capo, sta correndo a tutto spiano lungo il crinale che risale verso la cima del colle davanti

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a noi. “Preparati Antonio!” incito io, in preda alla concitazione. Antonio si è già preparato da tempo e ha ingaggiato il fusone nell’ottica. L’animale però non ha la minima intenzione di fermare la sua corsa. “Fiuuu” Antonio fischia, ultimo tentativo di arrestare la corsa del cervo che sta già per scollinare. Quando mancano pochi metri alla fine della salita il fusone rallenta, in posizione perfetta. È il momento ideale per tirare. Antonio si rialza sui gomiti e toglie l’occhio dall’ottica. La delusione sui nostri volti è incancellabile. “Era contro cielo. Non potevo sparare…si è fermato troppo tardi…” commenta ad occhi bassi. Sul suo volto la delusione e la stizza di chi ha avuto un’occasione e non è riuscito a sfruttarla. Ma anche l’entusiasmo e la grinta di chi sa che la montagna, con i suoi tesori, chiede molto ma, a chi sa rispettarla, da tutto!



La verifica dell’esito del tiro è un dovere per il cacciatore Caccia Passione 32


Ungulati

IL TESORO DI HERMANN Caccia Passione 33


IL TESORO DI HERMANN Caccia di selezione. La verifica dell’esito del tiro è un dovere morale per ogni cacciatore, e spesso occasione di grandi soddisfazioni. di Vincenzo Frascino

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ell’attuale momento storico che la caccia sta attraversando, tutti noi siamo testimoni di un fatto inequivocabile: gli ungulati ci sono, eccome! Le densità di cinghiali, ma anche di cervidi e bovidi, stanno aumentando in maniera più o meno omogenea, in tutta la Penisola, frutto, forse, anche della migliore gestione del territorio e dell’applicazione di criteri biologici più “moderni”. La caccia agli ungulati, cinghiale compreso, viene praticata in selezione, anche se per l’ambito suide le modalità di caccia sono più numerose e spesso complementari tra loro (braccata, girata, etc) e meriterebbero un discorso a se. Ma focalizziamoci sulla caccia di selezione. Nella caccia di selezione nulla è lasciato al caso: la conoscenza del territorio, l’osservazione degli animali e l’identificazione del capo assegnato, i sistemi d’osservazione e di puntamento, le palle, le carabine… tutto è studiato nei minimi dettagli, provato, validato, ottimizzato, con un unico fine: far si che il colpo vada a segno. E, soprattutto che gli effetti del colpo siano quelli sperati, cioè un abbattimento pulito dell’animale con la sua morte immediata, con la minima Caccia Passione 34

sofferenza per la preda e possibilmente anche per il cacciatore. Nella caccia reale purtroppo sappiamo che non sempre è così: quasi tutti abbiamo sperimentato gli effetti di un colpo che non va dove è stato pensato, di una palla che non ha lavorato come si sperava, di un animale che non ha reagito come previsto. In sintesi: un anschuss desolatamente, disperatamente vuoto. Talvolta muto, senza alcun segno di ferimento (sangue, pelo, tracce sul terreno etc). Una situazione come questa, tutt’altro che rara, può dar vita a due scenari, opposti e mutuamente esclusivi: il cacciatore che dopo aver “guardato” camminando su e giù fa spallucce imprecando contro la malasorte e quello scatto che non ha fatto alleggerire oppure il cacciatore che, senza muoversi più di tanto mette mano al cellulare e compone il numero del “recuperatore”. Se quello che avviene è l’opzione B, allora il gioco non finisce con una presunta padella ma si fa veramente interessante. Durante la caccia al cervo al bramito nell’appenino bolognese ci siamo trovati in compagnia dell’amico Paolo Gotta ad accorrere su una verifica di tiro abbastanza rocambolesca.


Ungulati “Non c’è sangue? ….Ah ok. L’hai visto incassare il colpo? Era giorno?....Va bene,vado a prendere Hermann”. Una rapida telefonata in codice aveva messo precocemente fine alla sfortunata uscita da accompagnatore per vestire rapidamente i panni del recuperatore. Scena: cacciatore di esperienza spara a un cervo adulto alle prime luci dell’alba, il cervo si trovava in un avvallamento del vasto campo di medica circondato da bosco. “Il primo colpo l’ho sparato sulla spalla destra”, riferisce il cacciatore, “non credo di averlo preso, dalla reazione che ha avuto. Si è girato nella direzione opposta, offrendomi l’altra spalla, ove ho mirato prima di esplodere il secondo colpo. Mi è sembrato aver contratto le zampe posteriori ma poi è partito a razzo verso il fondo della valletta. Per la conformazione del terreno è sparito alla nostra vista”, conclude il cacciatore con occhi bassi e il fuoco della rabbia nelle mani. L’accompagnatore conferma la precisa descrizione e si offre di guidare Paolo e Hermann, il suo splendido bavarese, sul presunto anschuss. Come spesso accade diventa difficile a posteriori indicare la posizione precisa dell’animale al momento dello sparo. Niente. Nessuna traccia umanamente visibile. Il cane fa un paio di giri intorno al punto indicato, poi naso basso s’incammina deciso. Un primo tratto sembra segnare il percorso del cervo quando è uscito sul campo. Cane e conduttore s’inabissano nella cortina di rovi fitti e taglienti che chiudono il bosco, seguiti dall’accompagnatore. Escono dopo qualche minuto, gli uomini graffiati anche sul volto, il cane raggiante, col naso basso. Tornano sull’anschuss e da lì, spediti, verso il bordo bosco nella direzione opposta a quella indicata. “In quella direzione non avevamo guardato. A noi sembrava che il cervo avesse preso in giù”, commenta l’accompagnatore. Hermann si arresta di colpo, seguito da Paolo un po’ ansimante per la salita. Lunghi fili d’er-

Intelligenza, serietà e dolcezza sono le caratteristiche principali del bavarese Hermann

Ad ogni recupero si consolida il legame tra il conduttore e il proprio ausiliario

L'epilogo del recupero non è mai scontato, ma quando positivo, regala immense soddisfazioni Caccia Passione 35


Foto di rito con lo splendido cervo recuperato

ba insanguinata fanno da scenografia al suo abbaio ritmico e vivace. Non vediamo a cosa sta abbaiando ma intuiamo che la direzione del suo sguardo fiero è una freccia che indica il bottino sulla mappa. Venti passi verso l’alto e le punte bianche, immobili, robuste del maestoso palco si stagliano contro il cielo in un angolo di rovi. Il nobile cervo giace composto contro un grosso tronco, sembra che una mano pietosa l’abbia disposto così per offrire ai nostri sguardi ammirati tutta la sua regale mole. Hermann abbaia al suo tesoro e rivolge a Paolo i suoi sguardi di complice intesa canina. Paolo è fiero del lavoro del suo ausiliare e del felice esito di una ricerca che poteva restare vana. Un animale così bello, prezioso, imponente, sarebbe forse rimasto lì, a marcire nel fitto di un impenetrabile groviglio di roghi finchè il cercatore di funghi di passaggio non ne avesse avvertito l’odore o raccolto le stanghe, magari sbucate da sotto la neve. L’abilità, l’acume e l’esperienza umana non Caccia Passione 36

potranno mai e poi mai sostituirsi alle doti che la Natura ha elargito a talune razze e a taluni soggetti di cani. La verifica del tiro è a parer mio un dovere per noi cacciatori. Essa ha un valore morale ed etico, soprattutto quando esita in ferimenti che infliggono all’animale penose e lunghe sofferenze. In oltre verificare il tiro è occasione di grande approfondimento, acquisizione sul campo di nozioni di balistica, terminale e non, che nessun manuale potrà mai spiegarci altrettanto bene. È inoltre un gesto di rispetto verso la selvaggina, gesto che, riabilita la figura dei cacciatori nei confronti dei sempre più numerosi movimenti animalisti che muovono alla caccia accuse di “crudeltà e maltrattamento” degli animali. Il valore del recupero non si può descrivere in così poche parole, e non può prescindere dai suoi protagonisti, che racchiudono in se le doti d’intelligenza, dedizione, fedeltà e amore incondizionato: i nostri amati cani!



La predazione nei cani da caccia. Istinto antico e primordiale quello dell’aggressività predatoria porta il nostro cane da caccia a localizzare, inseguire, immobilizzare la propria preda. A distinguere il buon cane da caccia la sua capacità di resistere all’istinto dell’uccisione e del consumo della preda. Tutto merito di secolari selezioni e addestramenti. di Pierfilippo Meloni

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egli ultimi decenni si è teso a dimenticare che il cane, il fedele compagno e amico dell’uomo, infondo altro non è se non un predatore carnivoro che in alcune particolari situazioni può sentire in se risvegliarsi una serie di atteggiamenti istintivi sopiti, specie se parliamo di cani impiegati per la caccia. Nessun cane è esente da una istintiva e naturale aggressività, e fra le tante tipologie riscontrabili una soprattutto è stata meglio studiata e sfruttata nei secoli dall’uomo. Ci riferiamo a quella territoriale che consente al cane di divenire un’ottima guardia per case, giardini, terreni, aziende, etc. Malleabile e prevedibile quest’aggressività istintiva del cane, l’uomo è riuscito ad utilizzarla a proprio piacimento, ma oggi ci interesseremo soprattutto dell’aggressività predatoria e il discorso da farsi è di tutt’altro genere. Caccia Passione 38

Quando parliamo di aggressività predatoria ci riferiamo ad un istinto primordiale fondamentale per la sopravvivenza della razza, che ha portato il cane per millenni a localizzare, inseguire, immobilizzare e uccidere la propria preda, per poi nutrirsene. Anche nel caso di questo genere d’istinto l’uomo è riuscito a metterci lo zampino, e attraverso addestramenti e selezioni lunghe secoli si è riuscito a sviluppare esponenzialmente alcune fasi della naturale predazione, limitando o addirittura eliminando le altre, soprattutto, è bene sottolinearlo il consumo da parte del cane da caccia della preda catturata. È così che in base al terreno, alla tecnica, al selvatico cui dare inseguimento, oggi sono disponibili particolari razze di cani da caccia che accompagnano con eleganza e efficienza il cacciatore. Pensiamo ad esempio


Cani da caccia al blod hound con una stupefacente capacità olfattiva, al borzoi o al levriero irlandese, rapidissimi nel raggiungere la preda o ai bassotti e ai terrier coraggiosi e tenaci. Queste attitudini, come è naturale che sia, si sono sviluppate a discapito di altre. Di norma l’ottimo cane da caccia ha infatti perduto totalmente l’istinto alla guardia o della difesa del territorio, o addirittura la tendenza all’aggressività fra cani. Questo perché ai cacciatori servono fidati amici a quattro zampe docili, e che ben si prestano all’addestramento o alla caccia in muta, e in questo campo non c’è spazio per l’aggressività istintiva. Giustamente esistono delle eccezioni, basti pensare al bracco tedesco, ottimo cane da caccia e ottima guardia

sia per il territorio sia per il padrone. In ogni caso è bene comprendere che la predazione è innata nel cane, e spesso è stimolata di riflesso al movimento della preda o ancora più semplicemente dalla vaga percezione del selvatico da parte del nostro amico a quattro zampe. Ad attestare il fatto che si tratti interamente di un istinto primordiale e incontrollabile basta il comportamento di molti cani che presentano una tendenza predatoria nei confronti di qualsiasi oggetto in movimento, sia esso una pallina o una macchina. Stimolare in maniera innaturale l’istinto predatorio è fortemente sconsigliato per il padrone che tiene alla salute, sia essa mentale che fisica, del proprio cane. Soggetti a questo genere di stimoli sono i cani che

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chiusi in recinzione, vengono posti davanti ad un via vai di gente e di macchine. L’istinto predatorio dell’animale lo porterà ad inseguire la preda fin dove potrà innescando una situazione di stress intenso vista la frequente ripetizione di inseguimenti e scatti, sicuramente improbabili in natura. Il con-

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siglio è dunque quello di sistemare i propri cani in luoghi riparati e lontani dal caos cittadino e dal via vai quotidiano e di regalare loro la possibilità di soddisfare pienamente il proprio istinto predatorio. Cosa c’è di meglio per un segugio se non seguire le tracce lasciate da un coniglio selvatico?


Cani da caccia

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Fucili canna rigata

Argo E Battue Caccia Passione 43


Argo E Battue

L’impiego sportivo e agonistico delle armi lunghe prevede oramai da tempo l’adozione del semiautomatico a canna liscia in quelle specialità di Tiro Dinamico molto frequentate da crescenti leve di tiratori: Beretta propone una soluzione di vertice

È

stata concepita per rispondere specificamente alle esigenze dei “cinghialai” e in tale ottica adotta soluzioni tecnologiche che ne fanno l’arma ideale per un utilizzo nel folto del bosco. È Argo E Battue, la carabina Benelli è estremamente compatta, contenuta in poco più di un metro (102 cm per l’esattezza), canna accorciata a 47 cm e L.O.P. ridotto a 350 mm per un perfetto bilanciamento. Praticità e resistenza sono i tratti distintivi di quest’arma destinata ad un uso intenso tra i rovi. Calcio e asta sono realizzati in polimero con una particolare colorazione camo orange (camo Realtree AP blaze) ad alta visibilità per la massima sicurezza del cacciatore e adatto a resistere agli sfregamenti di un utilizzo del genere. Il calciolo in gel e il nasello sono realizzati in poliuretano speciale per ridurre le microvibrazioni che si trasmettono alla testa del tiratore e completare la dotazione “antirinculo”. Altra caratteristica di importanza fondamentale è la “saldezza di presa”. Il “cacciatore canaio” si muove abitualmente in boscaglie impenetrabili ai raggi del sole, dove regna l’umidità e tutto risulta scivoloso. La Benelli Argo E Battue grazie ai materiali con cui è realizzata garantisce una presa sicura anche nelle più difficili condizioni d’uso. La carabina monta inoltre una canna criogenica antiriflesso corredata da un pratico bindellino in fibra di carbonio con mirino easyaim

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di Benelli Armi

che facilita la messa in mira anche in situazioni dove c’è poca luce. Basta imbracciarla una volta per essere subito colpiti dalla sua maneggevolezza e dalla facilità con cui si va in mira. Per i cacciatori più esigenti poi sono fornite di serie le piastrine per variare le pieghe del calcio e rendere l’imbracciata più comoda (c’è anche la versione dedicata ai cacciatori mancini). La Benelli Argo E Battue è infine particolarmente versatile: si adatta con facilità ed efficacia sia alla caccia alla posta sia ai tiri agli ungulati dalla lunga distanza, dove mantiene una notevole precisione. I calibri al momento in produzione sono quelli più diffusi ed adatti per la caccia ai cinghiali, ovvero il 308W ed il 30.06 Spring. In una parola uno strumento resistente, pratico ed efficace dedicato ai cacciatori di cinghiali. Una carabina estremamente compatta, maneggevole ed ad alta visibilità, disegnata per garantire la massima spontaneità di utilizzo durante la battuta. I suoi porta magliette ambidestri a sgancio rapido, posizionati sul fianco del calcio e dell’astina, assicurano una migliore portabilità, libertà di movimento e sicurezza durante la caccia, infatti consentono all’arma di aderire perfettamente al corpo del cacciatore. Argo E Battue, prestazioni uniche racchiuse in un’arma compatta, sinonimo di comfort ed ergonomia.


Fucili canna rigata

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La robusta struttura dell’azione con linee apprezzabili e funzionali Caccia Passione 46


Fucili canna rigata

RÖSSLER TITAN ALPHA: TECNOLOGIA A PREZZO INTERESSANTE Caccia Passione 47


RÖSSLER TITAN ALPHA: TECNOLOGIA A PREZZO INTERESSANTE di Emanuele Tabasso

Sempre produttive le visite alla RA Redolfi di Manerbio centro commerciale armiero ad ampio spettro con dovizia di nuovo e usato e in più la distribuzione della Casa austriaca Rössler che propone il suo nuovo primo prezzo

A

Kufstein nella zona montana dell’Austria al confine con la Baviera opera da molti anni un’azienda specializzata in meccanica di precisione con una branca specifica per le armi lunghe rigate: da noi la Rössler è ben conosciuta e i suoi fucili vantano un progetto solido e attuale, l’impiego di materiali di prim’ordine e una realizzazione meccanica di alto livello. Circa un paio di anni addietro abbiamo avuto in uso una Titan 6 in 7 Rem. Mag. con risultati eccellenti e rosate di tre colpi a 100 m in mezzo MOA. La quotazione di questi prodotti è già di per sé piuttosto contenuta, specie se si analizzano le varie componenti di costo, ma la battaglia recentemente innescata da diversi produttori, specie statunitensi, ha fatto scendere in lizza anche i costruttori europei fra cui proprio questa Casa austriaca. L’attenzione va oggi al Modello Titan Caccia Passione 48

Alpha® l’ultimo in ordine di tempo dei fucili apparsi in catalogo, di cui spicca la quotazione che si aggira intorno agli 890,00 € scendendo in tenzone con il Remington 783 e il nuovo Winchester XPR, questi a livelli di costo ancora più bassi, mentre ci si confronta da un punto di maggior favore economico con Tikka T3s, CZ 557 e poi salendo con Mauser M12, Sauer 101S e qualche modello di Sabatti Un primo colpo d’occhio L’impressione che si ha prendendo in mano il fucile è senz’altro positiva per la maneggevolezza consentita dalla canna di misura ridotta, 56 cm nei calibri standard e 61 per l’unico magnum presente, il 7 Rem. Mag., e poi da un notevole lavoro di alleggerimento che consente di rimanere, senza accessori di puntamento, nei 2,9 kg: oggi questi due fattori sono sovente determinanti per


Fucili canna rigata

Il robusto caricatore in lamiera inox imbutita è completato da suola elevatrice e soletta di fondo in lega leggera. Dal bocchettone sporgono i lunghi tasti laterali rigati per il comodo svincolo

Il fusto e l’asta si presentano ben raccordati e con sezioni confacenti all’impiego: il fondo spianato sta ben fermo sull’appoggio e la rotondità dei fianchi consente una presa salda nel brandeggio

La testa dell’otturatore con le tre alette di tenuta, una delle quali ospita l’unghia dell’estrattore di comprovata robustezza e resa; nella faccia ribassata sono posizionati il foro del percussore e il nottolino elastico dell’espulsore

Forma e dimensione del calcio rientrano nei parametri della migliore funzionalità sia per il tiro in appoggio e con ottica, sia ugualmente in quello alla corsa grazie al disegno di pistola e astina. Molto elastico il calciolo ad assorbimento di energia

la scelta e non saremo certo noi a sottilizzare sul rapporto massa/energia o sulla riduzione della V/0 con le conseguenze riflesse sui joules spendibili. I gusti attuali indicano chiaramente questa strada e la Casa, con l’attenzione che la distingue, si pone sul filo della corrente per navigare senza intoppi. Ci colpisce poi la calciatura, naturalmente in polimero, povera al tatto e allo sguardo, ma sicuramente di marcata funzionalità quanto a impostazione per il tiro, specie quello classico su bersaglio fermo dove l’asse molto diritto e la forma del calcio consentono

una postura in linea con il cannocchiale e il controllo dell’esito del colpo mentre l’asta a fondo quasi piatto mantiene l’arma stabile sull’appoggio anteriore. Una curiosità ci viene naturale osservando gli zigrini differenziati fra impugnatura a pistola e asta con questi ultimi più marcati e grippanti: certo che se si deve sostenere il fucile è ben più facile che lo si afferri proprio nell’asta, mentre la mano sulla pistola dovrebbe star ferma già per la forma stessa del supporto giustamente arcuato. Il calciolo in gomma ad assorbimento di energia mostra una noteCaccia Passione 49


Ben finito il vivo di volata dove si nota l’egresso delle righe protetto da un marcato risalto tondeggiante

Di buon disegno e assai funzionali le forme della guardia e del grilletto: lo scatto diretto è tarato favorevolmente su una media di 925 g con scarti minimi e assenza di negatività quali grattamenti, filature e collasso di retroscatto

vole elasticità e quindi dovrebbe funzionare a dovere così come si prestano alla bisogna i due pioli annegati nella calciatura per le magliette porta cinghia a sgancio rapido. La meccanica Tutte le concorrenti che abbiamo citato sono a canna inamovibile mentre la Rössler fa eccezione grazie a quel particolare sistema di fissaggio fra canna e castello composto da una lamina a farfalla con due fori radiali e un tubetto centrale filettato: questa lamina viene posta fra le due propaggini inferiori dell’anello dopo aver infilato la Caccia Passione 50

culatta della canna nella propria sede, serrando il tutto con due brugole. Una terza brugola attraversa la calciatura chiudendo il complesso meccanica e canna. Sistema ingegnoso, di realizzazione non complessa, costo assai contenuto e ottima resa. La canna piuttosto snella e di 56 cm si presenta ben lavorata con le quattro rigature relative al calibro .308 Win. adottato, nette nella lisciatura dei piani e nella regolarità degli spigoli così come appare senza segni indebiti la camera di cartuccia; Ben finito il vivo di volata con una marcata stondatura a protezione delle righe stesse. Non sono presenti le mire metalliche. Dopo aver focalizzato la particolarità del castello relativa al fissaggio della canna e del punto di scarico delle forze procediamo su tutto l’insieme ricavato, con operazioni di fresa, da un estruso in ergal di sezione cilindrica con raccordo alle pareti verticali sui fianchi, appena sopra la linea della calciatura. Si aprono sulla destra la finestra di espulsione e inferiormente il vano per il serbatoio mobile monofilare: entrambe di ampiezza molto contenuta. Sul cielo di anello e ponte sono praticati quattro fori filettati per il montaggio dell’ottica. L’otturatore deriva da una billetta di acciaio legato con sezione cospicua e tre alette frontali ricavate a ribasso: entro quella di destra è incassata l’unghia dell’estrattore registrata da uno spezzoncino di molla a filo e con movimento ortogonale, quindi con pochissima o nulla predisposizione a lasciare la presa, mentre nella faccia ribassata si nota il foro del percussore e, a fianco, il nottolino elastico dell’espulsore. Nella parte posteriore si nota un leggero ribasso della sezione dove viene inserito il manubrio a profilo quadrangolare, piegato indietro e con la nocca sferica: una doppia camma interna facilita il movimento di riarmo. Si presenta elaborato il tappo di coda composto da


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un tubetto forato per il passaggio del codolo del percussore e dotato di un prisma sul lato destro, funzionale per occludere il vano di passaggio del manubrio nel ponte: dà un senso di completezza e impedisce la raccolta di sporcizia passando in un bosco. Scatto, sicura e caricatore Lo scatto diretto rinuncia al costo dello stecher, non certo alla funzionalità: una media di 925 g con estremi di 912 e 946 ci pare un buon risultato, soprattutto in assenza di filature, grattamenti, collasso di retroscatto: servito poi da un grilletto arcuato e arretrato per una giusta e costante postura del dito si pone a un apprezzabile livello di funzionalità. La dimensione della guardia in lega leggera consente di agire anche con i guanti. La sicura a tastino rigato posto sulla codetta del castello prevede tre posizioni: punto rosso per Fuoco, in abbinamento con l’altro punto rosso visibile sul codolo del percussore in posizione di armamento, intermedia per bloccare scatto e percussione lasciando libero l’otturatore, S bianca per bloccaggio totale. Valida soluzione per estrarre la cartuccia dalla camera in tutta sicurezza; inoltre, senza spostamenti della mano, si agisce sul tasto con il fucile già in punteria e con favorevole silenziosità. Il caricatore monofilare da 3 o 2 colpi (cartucce normali o magnum) viene realizzato in lamiera inox imbutita con pieghe antisbattimento e labbri robusti e non taglienti; in metallo leggero invece la suola elevatrice e il coperchio di fondo. Sono disponibili pacchetti maggiorati con 2 colpi in più del normale. Ai lati del bocchettone di inserimento sporgono due tasti a molla, lunghi e rigati: premendoli si fa cadere il caricatore nel palmo della mano.

Una delle letture del Lyman per il controllo del peso di sgancio: la media è davvero favorevole con un’entità opportuna e scarti minimali

La soluzione per la sostituzione della canna funge anche da sistema di fissaggio fra calciatura e meccanica

cose, ad esempio una rosa di calibri contenuta rispetto alla normale proposta aziendale: nella Titan Alpha dobbiamo tuttavia osservare come l’usufruire di un impianto già esistente, solido e affermato, mantenga anche in questa versione venduta intorno a 890,00 € diverse prerogative delle sorelle di maggior caratura, ed è logico perché sarebbe più costoso creare particolari ex novo che usufruire di quelli esistenti. Un vantaggio in più per l’acquirente che, a un Considerazioni prezzo molto contenuto, si ritroverà con Intrapresa la strada dell’economicità è ov- poche cose in diminuzione mantenendone vio come si debba rinunciare ad alcune tante altre di solida sostanza. Caccia Passione 51


Vista intera

Scheda tecnica Costruttore: Rößler Waffen GmbH – Ing. Walther Simmer-Weg 11- A-6330 Kufstein – office@jagd-shop.at - www.jagd-shop.at Distributore fucili Rößler: RA Gun Division dei Fratelli Redolfi snc – Via Strada provinciale 668 - km. 28,310 – 25025 Manerbio (BS) – redolfi.mauro@virgilio.it Modello: Titan Alpha Tipo: carabina a otturatore girevole scorrevole a ripetizione ordinaria Castello: in lega leggera con anello anteriore e ponticello chiuso posteriore Otturatore: a sei alette in testa su due ranghi da tre con chiusura nella culatta della canna Canna: in acciaio speciale rotomartellata sostituibile in gruppi compatibili di calibri Caccia Passione 52

- profilo cilindro conico lunga 560 mm (610 mm calibri magnum) - montata flottante Calibri: 6,5x55 SE – 7x64 – 8x57 IS - .25-06 Rem. - .270 Win. - .308 Win. - .30-06 Sprg. – 7 Rem. Mag. Serbatoio: mobile da 3 (o 2) cartucce in lamiera di acciaio inox imbutita, molla al silicio - suola elevatrice e soletta in lega leggera Materiali: acciaio per canna e otturatore – lega leggera per castello Calciatura: in sintetico Congegno di scatto: diretto con peso medio di 925 g Estrattore: unghia con base a prisma inserita in un’aletta dell’otturatore e molla interna di contrasto Espulsore: nottolino elastico nella faccia dell’otturatore Sicura: a tasto posto sulla codetta del castello – 3 posizioni con blocco scatto, percussore e otturatore oppure solo scatto e percussore Mire: non previste – quattro fori filettati sul castello per montaggio ottica Finiture: brunitura semiopaca delle parti metalliche – spazzolatura per il corpo otturatore –Lunghezza: magnum 1.130 mm – normali 1.080 mm verif… Peso: 2.900 g circa senza ottica Prezzo: 890,00 euro (informativo)



La cartuccia .338 Federal

di Costantino Ramolfi

La misura da .338 millesimi di pollice è prettamente statunitense situandosi in quegli 8,5 mm decisamente non frequentati dai progettisti tedeschi: in effetti la loro selvaggina, inclusa quella delle colonie africane, richiedeva misure fra i 6,5 e gli 8 mm, saltando poi ai 9,3 mm o superiori

I

n una delle ultime visite presso la Bignami di Ora (BZ) abbiamo osservato una cartuccia da noi poco nota anche se presentata nel 2006 dopo uno studio operato dalla Casa statunitense di munizioni insieme alla Sako finlandese, facente parte della Beretta Holding. È una carica nata quando molti hanno cominciato a domandarsi se i calibri esasperati fossero sempre e dovunque necessari o se talvolta una riduzione dei valori, compreso quello del rinculo, non fosse preferibile. Così prende avvio questa illustrazione. I bossoli del .30-06 Sprg. e del .308 Win. sono stati alla base di modifiche diverse da parte di alcuni fabbricanti statunitensi: la riduzione del diametro del colletto conserva una spalla di ottime proporzioni, mentre l’allargamento oltre un certo limite comporta una riduzione dello stesso, ma sempre in misura tale da consentire di far battuta sulla camera in modo

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da mantenere lo spazio di testa previsto. Se prendiamo in esame le maggiorazioni di calibro vedremo come il .30-06 Sprg. sia stato oggetto di attenzioni da parte di studiosi alla ricerca di una carica adeguata a selvaggina di sostanziose dimensioni, da impiegare nelle azioni classiche con otturatore girevole scorrevole, in quelle a pompa o a leva di moderna concezione e infine nei semiauto per la caccia ad animali coriacei, mediamente pesanti e da insidiare a brevi distanze: una scelta assai specifica per la selvaggina del Nord America. La cartuccia basata sul bossolo del .30-06 Sprg. con colletto per palla da .35” assume la sua fisionomia intorno agli Anni 20 del secolo scorso, ma è messa in regolare produzione da Remington, mantenendo il nome dello scrittore, cacciatore e autorevole personaggio del settore armiero, il Col. Townsend Whelen a cui l’aveva dedicata il progettista, James


Munizioni Howe della Griffin & Howe: così il nome è stato ed è tuttora .35 Whelen. Alla Winchester si muovono intorno al 1955 e osserviamo la .358 Win. che si pone quale analoga derivazione, però dalla .308 Win. e viene adottata sulle bolt action Mod. 70 Lightweigth e sulle 88 a leva, seguiti dalla Browning BLR, dalla Savage Mod. 99 e dalle realizzazioni di diversi costruttori europei. Oggi si rivela poco usata nonostante le sue equilibrate e regolari prestazioni. La Federal ha preso a mano nuovamente il bossolo del .308 operando un minor allargamento nel diametro del colletto, fino alla misura di .338” ottenendo una carica interessante per la sua compattezza e per un compendio di prestazioni funzionale proprio alla caccia dei selvatici del Nord America. Il bilanciamento avviene fra velocità alla bocca, energia ed entità di rinculo, fattore questo tenuto in conto per l’impiego di fucili di peso medio. Un interessante esame comparativo vede in lizza questa carica con altre in grado di gestire proiettili intorno ai 180 gr, per intuibile analogia sul campo, e prendendo a campione un fucile con peso di 3,6 kg, quindi una giusta carabina con ottica. Lo specchietto riassuntivo evidenzia alcuni dati modificabili nella realtà come: ad esempio le rese del .3006 Sprg. con palla da 180 gr sottendono una carica molto prestante mentre quelle del .300 Win. Mag. con palla identica sono decisamente tranquille. Ciò detto si evince come la nuova carica di Federal centri perfettamente il fine per cui è nata: bella sventola con poco rinculo, abbinata sempre interessante specie per diversi specifici tipi di caccia. Proprio dalla Casa progettista assumiamo lo specchietto riportato nella scatola in vendita al pubblico e qui si evidenziano piccole differenze con i dati citati poco sopra: ecco dunque la serie dei numeri a cui l’occhio esperto applicherà immediatamente le scene opportune che la sua mente ha rilevato nei terreni venatori:

Per comparazione alcune cariche della ruggente .338 Win. Mag.

L’inquadratura classica della confezione con le due cartucce di immagine

Importante ed esaustivo lo specchietto balistico con distanze, velocità ed energia tutto riferito al montaggio di un’ottica con asse sopraelevato di 1,5” dall’anima della canna. Attenzione che tutti i numeri sono in yarde, pollici o piede/libbra

Le cartucce sono contenute in un alveare di plastica che le mantiene ben ferme senza porre troppa resistenza allo sfilamento Caccia Passione 55


Sempre per documentazione un pregevole Winchester Mod. 88 a leva camerato per la cartuccia .358 Win.

Cartuccia .338 Federal .338 Federal 7 Rem. Mag. .300 Win. Mag. .30-06 Sprg. .308 Win. .358 Win. Caccia Passione 56

peso palla grs/g 210 / 14 180 / 12 175 / 11,3 180 / 12 180 / 12 180 / 12 200 / 13

V/0 m/sec 800 860 870 900 840 790 760

E/0 joules 4373 4300 4309 4748 4097 3665 3733

E/Rinculo joules 31,75 29,61 35,78 44,61 31,41 24,32 27,21


Munizioni

Da noi questa cartuccia è poco diffusa pur essendo una valida alternativa a quelle che abitualmente sono camerate nei semiautomatici prettamente destinati al cinghiale, ma funge molto bene anche in fucili a ripetizione ordinaria: la sezione da 8,5 mm con un peso di 210 gr (14 g) consente una densità sezionale apprezzabile e un’ energia di tutto rispetto che, affidata ai proiettili che la Federal pone in commercio, si scarica compiutamente nel selvatico anche a distanze ben maggiori dei soliti 50 metri del tiro

dalla posta. Abbinata a fucile e ottica adeguati la .338 Federal si presta all’entusiasmante caccia alla cerca nei terreni collinari dove sorprendere lo stesso cinghiale, il daino e il muflone può regalare momenti emozionanti e risultati di prestigio. La resa balistica resta funzionale nell’ambito dei 200 m con le opportune correzioni in elevazione, garantite dalle migliori ottiche oggi a disposizione. Per il tiro di premura, a selvatico in movimento, non dimentichiamo il vantaggio del basso rinculo grazie a cui si rimane facilmente in mira doppiando il colpo con elevate probabilità di riuscita. Oculatamente la Federal scrive nella propria confezione che il buon risultato venatorio inizia dalla scelta della palla così osserviamo questa Uni -Cor® Soft Point da 200 gr mentre il testo di Franck Barnes indicava all’origine tre proposte, solo tre avrà detto qualcuno, ma ci sembrano tutt’oggi davvero magistrali: 180 gr Nosler AccuBond, 185 gr Barnes TSX e 210 gr Nosler Partition. Qualcun’altro sentenzierà che non c’era alcun bisogno di quest’ennesima carica in un panorama dove le proposte sono fittissime: bisogno no, certamente visto che Diogene già nell’antichità aveva gettato la ciotola, unico suo avere, scoprendo di poter accogliere la zuppa in un pane incavato, ma è sempre bello osservare e provare qualcosa di nuovo specialmente quando la progettazione, come in questo caso, non è andata solo alla ricerca del botto da una serqua di joules, ma insieme ha cercato il modo di abbinarvi una gestione più facile da parte del tiratore. Nel panorama dei .338 questo valore ridotto rispetto alla classica carica della pari calibro Win. Mag. si pone quale giusto mezzo dove altri parametri, non solo l’energia strepitosa, concorrono a rendere funzionale la cartuccia. Questo si è ottenuto studiando oculatamente il tipo di polvere da impiegare con cui ottenere i risultati prefissi, dove sia garantito un picco di pressione non elevato insieme ad accelerazione rapida, ma graduale del proiettile con una canna di media lunghezza. Caccia Passione 57


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Ottiche

NUOVI NOCTIVID 8X42 E 10X42

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NUOVI NOCTIVID 8X42 E 10X42

Il miglior binocolo mai prodotto da Leica, rivoluzione ottica senza confronti. di Leica Camera AG

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thene Noctua è la civetta. Nella mitologia greca accompagna o rappresenta Atena, la dea della saggezza, nel mondo occidentale ha sempre simboleggiato la conoscenza e la saggezza. Noctivid potrebbe far pensare alla notte, alla capacità di fare un altro passo avanti nell’eterna battaglia dell’ottica contro l’oscurità, e per quello che prova chi mette gli occhi in un Noctivid dopo il tramonto l’accostamento sarebbe sensato più che con qualsiasi altro binocolo al mondo. Invece è ispirato alla civetta, anch’essa non a caso capace di vincere la notte, ma soprattutto in quanto simbolo di conoscenza. Perché i nuovi binocoli Noctivid 8x42 e 10x42 sono frutto di oltre 115 anni di esperienza Leica nello sviluppare microscopi, macchine fotografiche e lenti di precisione, oltre agli strumenti ottici da osservazione. 115 anni in cui il filo conduttore è sempre stato la ricerca della fedeltà perfetta dell’immagine alla realtà. E se tutti i binocoli, cannocchiali, telescopi Leica sono apprezzati per la purezza dell’immagine, la brillantezza e la perfezione dei colori, i contrasti scolpiti, oltre che per l’affidabilità meccanica senza compromessi, con Noctivid l’azienda tedesca si è superata, presentando agli appassionati della perfezione dell’immagine il suo più grande capolavoro. Caccia Passione 60

Non è più tempo di paragonare i binocoli su dati che si possono trovare su un catalogo, perché ormai tutti i grandi produttori hanno raggiunto un livello di trasmissione di luce, campo visivo, estrazione pupillare talmente vicino al massimo teoricamente possibile, che chi è migliore lo è per un nonnulla difficilmente apprezzabile. Il Noctivid introduce una nuova era che va oltre il dato da catalogo. Un’era certamente e oggi più che mai frutto di tecnologia estrema, un’era che può essere dominata soltanto da chi è in grado di contare su basi di eccellenza ed esperienza davvero eccezionali. Chiunque porti agli occhi il Noctivid, facen-


do paragoni con altri strumenti, prova immediatamente una sensazione di brillantezza superiore. In realtà, dopo pochi secondi in più si apprezzano facilmente l’assenza totale di aberrazione cromatica, la incredibile naturalezza e vivacità dei colori, la perfezione dell’immagine fino ai bordi del campo visivo, l’eliminazione totale di ogni riflesso, addirittura una chiara sensazione di tridimensionalità e plasticità e i contrasti più scolpiti mai visti in uno strumento ottico. Abbiamo parlato di superamento del giudizio basato solo sui dati da catalogo perché la rivoluzionaria esperienza che offre il Noctivid all’osservatore è frutto della combinazio-

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ne di svariati elementi di base estremamente innovativi e complessi, che difficilmente possono essere tradotti in dati numerici: innanzitutto, dal disegno ottico a 12 elementi totalmente nuovo esce una sensazione di tridimensionalità mai vista in un binocolo a prismi a tetto. La trasmissione di luce altissima -grazie ai vetri Schott HT ™- è perfettamente equilibrata sull’intero campo delle lunghezze d’onda del visibile per effetto di un rivoluzionario procedimento di deposito ad alta temperatura al plasma dei rivestimenti sulle lenti, mentre innovativi sistemi di schermatura per la soppressione delle luci parassite garantiscono l’eliminazione dei riCaccia Passione 61


flessi e il massimo contrasto. Modificando i raggi di curvatura delle lenti è stato possibile ottenere la perfezione assoluta della nitidezza fino ai bordi estremi del campo visivo, per la prima volta senza alcun effetto “palla rotolante” nemmeno se si osserva in movimento. Certamente, quanto a campo visivo, pupilla d’uscita e rispetto a tutti i dati reperibili sulla documentazione di presentazione il Noctivid è per lo meno in linea con il meglio della concorrenza, ma oltre a questo è soprattutto grazie alla combinazione delle sue straordinarie innovazioni tecniche che il nuovo binocolo Leica offre all’osservatore fedeltà cromatica, brillantezza, plasticità e contrasti diversi e superiori a qualsiasi esperienza di osservazione si possa aver mai provato con un altro strumento, oltre a un sollievo straordinario per gli occhi e un’efficacia crepuscolare superiore. L’integrazione completa della regolazione diottrica con la messa a fuoco più robusta e precisa al mondo, la forma a ponte Caccia Passione 62

aperto, le dimensioni più compatte della categoria e il baricentro più perfetto garantiscono la migliore ergonomia possibile e la ormai leggendaria meccanica robustissima Leica è un invito a far uso del Noctivid senza risparmiarlo. È un binocolo destinato a chi può e sa apprezzare un’esperienza di osservazione superiore, a chi cerca sempre il meglio, a chi è curioso di mettere in discussione il proprio strumento senza temere una sorpresa. Senza l’apporto della conoscenza delle lenti sviluppata da Leica nel campo fotografico, in cui è da decenni il produttore di macchine fotografiche più prestigioso al mondo, sicuramente questo binocolo non esisterebbe. I Leica Noctivid 8x42 e 10x42 sostituiscono nel catalogo Leica Sport Optics i modelli Ultravid HDplus corrispondenti e saranno disponibili da ottobre 2016 presso i Rivenditori Autorizzati Leica Sport Optics. Il prezzo di listino al pubblico è rispettivamente 2.550 e 2650 euro.


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PA(PARA)ZZI DELLA NATURA Digiscoping: una tecnica fotografica al servizio degli appassionati di natura. E un punto di congiunzione tra due mondi apparentemente in contrasto. di Pina Apicella

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d amare la Natura siamo in molti, cacciatori e non. Ma, mi permetto di fare una suddivisione tra quelli che amano la natura (e che si dedicano a pic-nic, gite al mare, passeggiate nel parco) e quelli che della Natura sono proprio innamorati, e per essa son disposti a compiere delle vere pazzie. Ecco, è a quest’ultima categoria che è dedicato quanto segue. Reduce da una due giorni in compagnia di Riccardo Camusso, padre del digiscoping in Italia, porto con me alcune considerazioni circa una tecnica fotografica di cui, fino ad oggi, avevo solo sentito parlare. Posso dire senza indugio che il digiscoping è l’estuario in cui confluiscono le acque di due fiumi che sembravano non potersi mai incontrare, il punto di contatto di due mondi nati l’uno in contrapposizione all’altro: quello dei cacciatori e quello dei “tutto-fuorché-cacciatori” (chiamiamoli anticaccia, naturalisti, animalisti e così via). Insomma: la fotografia naturalistica in generale e il digiscoping in particolare, hanno compiuto il miracolo di far trovare gomito a gomito, sotto la stessa pianta, nella stessa nebbia, persone che per esperienze, sentimenti e mentalità sarebbero state destinate solo a scontri più o meno verbali. E invece eccoli lì, ottimamente attrezzati, l’uno con gli indumenti che lo accompagnano nei faticosi appostamenti di caccia, l’altro con accessori di estrazione più Caccia Passione 64

chiaramente sportiva, seduti e nascosti, gli occhi fissi nei loro binocoli, a cercare il medesimo animale, la stessa preziosissima scena. Entrambi mossi da un comune sentimento: l’amore per la Natura. Entrambi lì per lo stesso scopo: la conoscenza. Il digiscoping documenta l’impossibile contatto tra il mondo umano, con i suoi limiti, la sua vista grossolana, i sensi intorpiditi dai mille stimoli della civiltà, e il mondo dei selvatici, i cui occhi scorgono impercettibili movimenti di piccoli lembi di pelle, il cui olfatto avvisa di presenze ambigue a centinaia di metri di distanza, le cui orecchie fremono a ogni rametto spezzato. Il digiscoping, utilizzando le lunghe focali e i telescopi terrestri, ha proprio questa possibilità: avvicinare il mondo all’uomo senza che questi s’intrometta, a distanza. Le distanze da cui si possono osservare e documentare gli animali, grazie alle moderne tecnologie, sembrano siderali, ma è soprattutto un aspetto a stupire chi si approccia a questo mondo: il dettaglio. Questa tecnica fotografica permette di vedere (e, grazie alla documentazione, far vedere) dettagli degli occhi, dei peli, dei colori degli animali che nemmeno si potevano immaginare. Il cacciatore è abituato all’attenta osservazione dei selvatici poiché la valutazione del capo è forse la parte più importante dell’azione di caccia di selezione: comportamento, movimenti, carat-


Digiscoping

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teristiche somatiche, caratteri sessuali secondari, sono tutti elementi da valutare e osservare con attenzione. Nel binocolo però l’animale resta sempre separato, in un mondo che è al di là della lente, quasi piatto, e la colonna di aria che riempie le centinaia di metri che lo separano da noi sembra una barriera fisica, e per certi versi psicologica. Lo stesso animale nel “lungo” acquisisce una rotondità, una consistenza nuova, sembra di poter apprezzare la consistenza del manto, il vapore emanato dalle narici umide, l’odore dell’erba che sta masticando. Il digiscoping rende carnale un contatto che prima era solo visivo. Questa esperienza porta con sè tutta una cascata di emozioni e conoscenze che valgono più di mille manuali letti e mandati a memoria! I dettagli che si possono carpire col “lungo” sono d’innumerevoli utilità: lo studio dell’etologia, di popolazioni di selvatici, i censimenti…le applicazioni non sono solo di natura puramente venatoria, sebbene questo tipo di risorsa sia stato invocato e applicato proprio in quell’ambito. Certamente la padronanza di un cacciatore nel muoversi in ambiente naturale è inarrivabile per chi non frequenta i boschi con la stessa assiduità e costanza, ed è facile notare impaccio e incertezza nei movimenti dei “non-cacciatori”. Ciò che sconvolge è però quella luce, quella sete di vittoria, quella smania nella ricerca del selvatico, che accomuna entrambi con la medesima intensità. E allora si capisce che siamo davvero tutti uguali, sebbene in qualcuno sia più spiccato l’istinto da predatore e a qualcun’altro sia indisa la carne animale. Siamo tutti sensibili allo stesso richiamo, vibriamo allo stesso modo quando Madre Natura chiama. Cerchiamo la via per tornare alle origini, superando i danni che la (così detta) civiltà ha operato a discapito dei nostri sensi. La tecnologia ci viene in aiuto per avvicinare ciò che è lontano dai nostri occhi ma è molto, molto vicino al nostro cuore. Caccia Passione 66


Digiscoping

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A SCUOLA DI TIRO AL VOLO CON IL CAS CONCAVERDE AAA Nuovi Pellielo e Bacosi cercansi di ASD Trap Concaverde

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utti a scuola di tiro a volo. Nel fine settimana, dalle linee di tiro di una delle più blasonate strutture del mondo, gli istruttori del CAS Concaverde hanno iniziato alla disciplina olimpica una trentina di ragazzi e ragazze, tutti tra i 12 e i 18 anni. Insieme alle spiegazioni tecniche sull'attività, sugli strumenti e sulle modalità di tiro, le giovani leve hanno potuto effettuare le prove pratiche dalle pedane con risultati più che soddisfacenti, tenendo conto anche dell'emozione provata in quei momenti, sia nell’imbracciare un’arma sportiva per la prima volta, sia per la soddisfazione di questi neo tiratori nel colpire i piattelli lanciati. A salutare i novelli tiratori ci ha pensato Silvio Grande (mentre, per motivi di lavoro, non è riuscito a essere presente Walter Miotto) che, dai campi e nella sala conferenze del centro gardesano, ha illustrato ai convenuti, con tanto di genitori al seguito, il programma formativo rivolto al settore giovanile, raccogliendo grande entusiasmo e diverse adesioni. L’inizio delle lezioni, che si terranno il martedì e giovedì pomeriggio e la domenica mattina, è già stato fissato per la data del 1 febbraio 2017. Queste saranno tenute, a scaglioni in base all’età e al grado di preparazione, da 4 esperti istruttori: Roberto Armani, GianpieCaccia Passione 68

tro Faustinelli, Marco Faustinelli e Marco Micheli, quest’ultimo allenatore anche della nazionale scozzese. «Per far parte della nostra squadra giovanile - ha sottolineato durante la spiegazione Silvio Grande - è essenziale andare bene a scuola, perché il tiro è una disciplina che non vuole troppi pensieri. È uno sport che richiede molta concentrazione e molto autocontrollo e, da un punto di vista didattico, aiuta a sviluppare queste doti». Per i primi allenamenti ci sarà la possibilità di usare gratuitamente i fucili forniti dalla scuola, mentre per le munizioni è stata stretta una convenzione con l’armeria Piovanelli, sempre presente sul campo con un proprio distaccamento. La lunga storia e i successi ottenuti agli ultimi giochi olimpici, del resto, affondano le radici proprio nella formazione dei giovani. I vari Pellielo, Bacosi e Rossetti non sono nati dal nulla, ma sono il frutto di una curata preparazione tecnica e della presenza, sul territorio nazionale, di diverse strutture tra le più all’avanguardia del mondo. Il prossimo, importante, appuntamento al Trap Concaverde sarà la coppa dei campioni per società, che si disputerà il 9 ottobre. Per l’occasione saranno presenti le più forti squadre di tiro al volo, incluse quelle delle forze armate, e i migliori atleti della specialità.


Tiro a volo

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Tempo di bramito Testo di Vincenzo Frascino Foto di Marco Marcolli e di Vincenzo Frascino

L’inizio dell’autunno è il periodo magico in cui il Re della foresta si manifesta nella sua massima espressione di forza e imponenza.

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ome ogni anno, dalla metà di settembre per circa un mese, i cervi vanno in amore. In questo periodo, nei boschi, in particolare durante la notte, riecheggia il vigoroso urlo d’amore, il bramito. Il bramito è la classica vocalizzazione emessa in brevi successioni dai maschi di cervo attraverso una vibrazione della laringe, al fine di dimostrare tutta la loro forza e di conquistare l’harem delle femmine. Il periodo del bramito dura generalmente 3-

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4 settimane, durante le quali il tasso di vocalizzazioni può variare notevolmente, da circa 2 bramiti al minuto a periodi più intensi che generalmente corrispondono al verificarsi dei combattimenti fra maschi. Il bramito fornisce informazioni obiettive relative alla forza fisica dell’individuo che lo emette. Nelle dispute fra maschi sembra avere la funzione di manifestare la propria capacità combattiva tentando di evitare lo scontro fisico potenzialmente pericoloso.


Photogallery

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Cosce di coturnice al vino bianco con funghi e pomodori secchi

INGREDIENTI PER 4 PERSONE 8 coppie di cosce di coturnice; 10 pomodori secchi; 250 g. di funghi; ½ bicchiere di vino bianco;

1 spicchio d’aglio; timo; rosmarino; olio extravergine di oliva q.b. sale e pepe q.b.

L’esperto di cucina Adelmo Giacomini Caccia Passione 74

PREPARAZIONE Trifolare i funghi con aglio e olio extravergine. Sbollentare per 2 minuti i pomodori secchi e successivamente tagliarli a pezzi. Salare le cosce delle coturnici e farle rosolare nell’olio extravergine ben caldo aromatizzato con il timo ed il rosmarino. Appena saranno ben rosolate aggiungere i funghi ed i pomodori a pezzetti, saltare velocemente il tutto e sfumare con il vino bianco. Quando il vino sarà evaporato coprire la pentola, continuare la cottura e, se necessario aggiungere liquido al preparato. A cottura ultimata impiattare terminando il piatto con del pepe macinato al momento e del timo fresco. Buon appetito.


Cucina

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Caccia alle anatre con

Le verranno pubblicate, a discrezione della redazione, all’interno del porLe migliori miglioriimmagini immagini verranno pubblicate, a discrezione della redazione, all’intale, o indella altre pubblicazioni da Caccia Passione. Caccia avrà ternodella delrivista portale, rivista o in curate altre pubblicazioni curate da Passione Caccia Pasdiritto e pubblicazione gratuita dei materiali spontaneamente. autore sione. d’uso Caccia Passione avrà diritto d’uso e inviateci pubblicazione gratuita Ogni dei matedichiara di detenere i diritti di Copyright delle foto inviate e dei manoscritti e sarà responriali inviateci spontaneamente. Ogni autore dichiara di detenere i diritti di sabile personalmente per l’oggetto ritratto nella foto presentata sollevando già da ora Caccia Copyright fotoresponsabilità. inviate e deiInmanoscritti e sarà responsabile Passione da delle qualsiasi ogni caso il materiale trasmesso nonpersonalmente verrà restituito.

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