Caccia Passione Lug-Ago 2017

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ANNO VI nr. 07 - Luglio/Agosto 2017

CACCIA PASSIONE Dedicato a chi ha la passione per la caccia nel sangue

INCONTRI NEL GRANO

Ungulati:

• Il canto delle cicale

Cani da caccia:

• La caccia in rosa oltreconfine

Canna rigata:

• Browning BAR Mk 3 in .308 Win.




ANNO VI nr. 07 - Luglio/Agosto 2017

CACCIA PASSIONE

in copertina

Dedicato a chi ha la passione per la caccia nel sangue

INCONTRI NEL GRANO

INCONTRI NEL GRANO

Ungulati:

• Il canto delle cicale

Cani da caccia:

Un’uscita serale di contenimento al cinghiale può riservare numerose sorprese e incontri inaspettati…

• La caccia in rosa oltreconfine

Canna rigata:

• Browning BAR Mk 3 in .308 Win.

SOMMARIO

8 S peciale Cinghiale:

Anno VI Nr. 07

www.cacciapassione.com

Incontri nel grano

Pg 6 News ed eventi venatori

16 Ungulati:

Il canto delle cicale

a cura della redazione

Pg 8

Speciale Cinghiale: Incontri nel grano

Pina Apicella

Pg 16 Ungulati: Il canto delle cicale

22 Cani da caccia:

La caccia in rosa oltreconfine

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Vincenzo Frascino

Pg 22 Cani da caccia: La caccia in rosa oltreconfine

Simona Pelliccia


Sommario

Pg 60 Tiro a volo: Sabatti vince gli italiani di TLD con Fiocchi

30 Fucili canna liscia:

Beretta A 400 Lite calibro 20/76 in pedana Pg 30 Fucili canna liscia: Beretta A 400 Lite calibro 20/76 in pedana

Emanuele Tabasso

Sabatti Spa

Pg 64 Veterinaria: La tenia: uno dei piĂš comuni parassiti del cane Karalis

38 Fucili canna rigata: Browning BAR Mk 3 in .308 Win.

Pg 38 Fucili canna rigata: Browning BAR Mk 3 in .308 Win.

Emanuele Tabasso

48 Munizioni: Pg 48 Munizioni: La cartuccia calibro 28 Magnum nel sovrapposto di Rizzini

La cartuccia calibro 28 Magnum nel sovrapposto di Rizzini

Fabio De Rubeis e Emanuele Tabasso

Pg 54 Digiscoping: Alla ricerca del baricentro. Riccardo Camusso

64 V eterinaria:

La tenia: uno dei piĂš comuni parassiti del cane Caccia Passione 5



Editoriale L A CACCIA?? SI', ALL'INCENDIARIO.. Se non ci fossero i boschi non ci sarebbero gli incendi boschivi e il problema sarebbe risolto all’origine; non dovremmo più confrontarci come quelli drammatici del giugno 2017 divampati in Portogallo, o come i fuochi che stanno divampando in tutta Italia in questo agosto rovente. Tuttavia, non potendo rinunciare alle foreste e ai loro servizi fondamentali (protezione del suolo, biodiversità, turismo, energia, fornitura di materia prima rinnovabile) dobbiamo necessariamente confrontarci con il fuoco nei sistemi forestali e imparare a governare questo fenomeno partendo dalle sue radici, ovvero dalla conoscenza e dalla gestione dei boschi, delle foreste e delle altre terre boscate in dinamica evoluzione ed interazione con gli spazi rurali. Ma allora cosa bisogna fare per proteggersi da questa drammatica realtà e cosa fare al fine di valutare correttamente il danno ambientale occorso dal passaggio del fuoco sui terreni. Oggi la strategia, praticamente unica almeno in Italia, si basa prevalentemente sulla estinzione del fuoco. Questo piano prevede una struttura antincendio capace di intervenire tempestivamente con mezzi numerosi su un territorio vasto. Tuttavia, gli incendi hanno da sempre una grande incognita: presentano un’elevata variabilità da un anno all’altro che dipende da diverse condizioni predisponenti e determinanti, e in primo luogo dalla variabilità meteorologica, infatti i fenomeni atmosferici giocano un ruolo chiave nella diffusione del fuoco.. Inoltre, tecnicamente, la strategia di attacco al fuoco in Italia si basa soprattutto utilizzando l’acqua per lo spegnimento dei roghi. Basti pensare all’estate del 2007 quando il sistema di lotta nazionale è andato in crisi a causa degli incendi simultanei nel Sud Italia e condizioni di vento che non permettevano l’impiego dei mezzi aerei. Basta guardare cosa sta accadendo da luglio 2017, prevalentemente a causa di incendiari per profitto o per altro crimine, che attivano il fuoco con acceleranti o altri ordigni incendiari, artefatti con composti organici, posti all’interno delle foreste secondo disegni criminali bel definiti ma difficilmente individuabili nell’immediatezza da chi preposto per suo Status o dalla collettività onesta. Serve maggior coesione tra chi dice di far parte di correnti naturalistiche o animalistiche con chi, con fatti concreti e opere di volontariato, contribuiscono ad ausiliare gli operatori forestali attivati dallo Stato, per le opera di spegnimento e prevenzione antincendio, cioè Noi cacciatori. Ricordo che i cacciatori sono molto attivi come volontari antincendio, nonché sinonimo da sempre di “primi guardiani dei boschi”, il tutto al fine di migliorarne lo sviluppo di una coscienza verso una caccia più sostenibile e una tutela maggiore della fauna selvatica e del patrimonio agroforestale. A Voi le opportune valutazioni.. Leggi l'editoriale completo sul Portale.. Pierfilippo Meloni


Incendi e siccità, l’ISPRA chiede divieti e limitazioni per la caccia La nota dell'Istituto fa riferimento al divieto di caccia da appostamento, al posticipo del prelievo degli acquatici e alla caccia agli stanziali. da una situazione climatica critica, con temperature molto alte e lunghi periodi di siccità. L’ISPRA ha quindi sottolineato i rischi per la conservazione della fauna nel nostro paese, con possibili effetti negativi sulla popolazione di molte specie. Il fuoco rappresenta un limite evidente per il successo riproduttivo di questi animali, anche negli anni futuri. L’Istituto ha quindi richiesto l’assunzione di provvedimenti cautelativi in vista della prossima apertura della stagione venatoria e soprattutto nei territori interessati da incendi e condizioni climatiche estreme. L’ente ha sottolineato come l’addestramento e l’allenamento dei cani da caccia dovrebbero essere sospesi fino al ripristino delle normali condizioni ambientali. ’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Inoltre, le raccomandazioni riguardano la caccia Ambientale (ISPRA) ha inviato una nota a tut- da appostamento (da vietare), quella agli uccelli acte le regioni italiane e ai Ministeri dell’Ambiente e quatici (posticipo all’inizio del mese di ottobre per delle Politiche Agricole. Il 2017 è stato caratterizzato anatidi e altri uccelli di paude) e alle specie stanziali.

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Abbattuto un cinghiale di 220 chili vicino Urbino, è un record L'esemplare è stato prelevato nell'azienda faunistico venatoria "Carpineto" da un tecnico faunistico abilitato.

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n cacciatore è riuscito ad abbattere un cinghiale del peso complessivo di bene 220 chili nel corso di una battuta di caccia di selezione a Urbino. Si tratta di un esemplare che appartiene a una sottospecie particolare e che si trovava nel ter-

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ritorio dell’azienda faunistico-venatoria “Carpineto”, proprio nella provincia marchigiana (tra le campagne e Urbania). Ad abbattere l’ungulato è stato un tecnico faunistico che si occupa della gestione dei selvatici in questa zona della regione e che è stato abilitato dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA). Si parla già del cinghiale che finirà nel Guinness dei Primati per il suo peso eccezionale. In base a quanto previsto dal calendario venatorio 2017-2018 delle Marche, le aperture per quel che riguarda la caccia al cinghiale sono calendarizzate su base provinciale. Se si guarda dunque a quella di Pesaro e Urbino, ci si accorge che il prelievo è ammesso dal 1° novembre al 21 gennaio 2018, lo stesso periodo scelto per la provincia di Ancona.


News venatorie Al TAV Concaverde la prima coppa del mondo di paratrap Dal 12 al 17 settembre il Trap Concaverde di Lonato del Garda ospiterà la prima coppa del mondo di tiro a volo ufficiale riservata agli atleti con disabilità fisiche.

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’evento, vera e propria pietra miliare del cammino verso l’inserimento del tiro a volo nel programma dei Giochi Paralimpici del 2024, celebra i dieci anni dell’avvio del progetto paralimpico, realizzato dalla FITAV (Federazione Italiana Tiro a Volo), in particolar modo della vice presidente Emanuela Croce Bonomi, su mandato dell’IPC, il Comitato Internazionale Paralimpico, e della Federazione Internazionale degli Sport di Tiro (ISSF). Alla competizione, patrocinata dal Comune di Lonato, dalla Provincia di Brescia e da Regione Lombardia, parteciperanno più di 100 atleti provenienti da 16 nazioni. I partecipanti saranno divisi in tre categorie. La prima, “sitting”, includerà gli atleti seduti. La seconda, “standing h5” coloro che sparano in piedi con impedimenti agli arti inferiori. La terza, “standing h6”, coloro che sparano in piedi con menomazioni agli arti superiori. In concomitanza alla coppa del mondo di para-trap si terrà il 7° gran premio internazionale di tiro a volo paralimpico, aperto anche a coloro che non sono stati convocati dalle rispettive nazionali. Ad aiutare gli atleti e il comitato organizzatore negli spostamenti e nell’assistenza ci saranno i volontari dell’associazione UNITALSI. L’Onlus, fondata nel 1903 da Giovanni Battista Tommasi, si

occupa di pellegrinaggi, assistenza domiciliare, organizzazione di soggiorni estivi e invernali e quant’altro necessario per superare ogni forma di emarginazione e di discriminazione verso coloro che sono ammalati e disabili. La conferenza stampa di presentazione dell’evento avrà luogo martedì 12 settembre, alle 10.30, nella sala Sant’Agostino di Palazzo Broletto, a Brescia. Parteciperanno i rappresentanti del Comitato Organizzatore, della Federazione Italiana e una delegazione di atleti azzurri. La sera dello stesso giorno, alle 20.30, in piazza Martiri della Libertà a Lonato, dopo un intervento delle autorità locali e di altri ospiti, ci sarà l’esibizione di danza paralimpica e lo spettacolo pirotecnico con l’incendio della Torre Civica. Mercoledì 13 settembre sarà dedicato ai tiri di prova e alla registrazione e classificazione degli atleti. Giovedì 14 settembre, a partire dalle 17.30, si entrerà nel vivo dell’evento sportivo, con la cerimonia di apertura e la presentazione delle squadre al campo di tiro del Concaverde. Venerdì 15 e sabato 16 settembre si terranno le sfide di qualificazione e le finali, che saranno poi tramesse su RAISPORT, con successive premiazioni dei vincitori. Un ringraziamento, per finire, va ai tre sponsor principali di questa manifestazione, Beretta, Fiocchi e Camozzi, che in molti modi e da diversi anni sostengono progetti legati al mondo delle disabilità.

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Speciale Cinghiale

INCONTRI NEL GRANO

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INCONTRI NEL GRANO Un’uscita serale di contenimento al cinghiale può riservare numerose sorprese e incontri inaspettati… Testo di Pina Apicella Foto di Vincenzo Frascino

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a quando si è chiusa la caccia di selezione ai calvi di capriolo, sono trascorsi ormai tre mesi. Numerosi eventi a tema venatorio ci hanno intrattenuto nel frattempo, ma tutto questo parlare di caccia non ha fatto altro che far salire la febbre. Aspettavamo giugno come il mese d’oro in cui riapre la caccia di selezione al capriolo, ma il pasticcio italiota in cui si è impelagata la Toscana, ha messo in subbuglio assegnazioni e aperture e così, la settimana di ferie riservata alla caccia rischia di trasformarsi in un pigro bivacco senza meta. Oramai la carabina è qui con noi, in attesa di un fortunato colpo di scena. “Stasera si va a fare un intervento di controllo in un’azienda” esordisce al telefono Franco, il capodistretto, col suo fare conciso e affatto formale. “Che fate, venite?!”. Lui sa che la domanda è retorica, alle quattro del pomeriggio siamo già lì. “L’altra sera ne abbiamo presi due, la settimana scorsa uno…i branchi ci sono, tutto sta un po di fortuna!” ci racconta Maurizio, mentre ci accompagna alla nostra postazione. “Le scrofe son furbe e portano i branchi a fare danni senza esporli a pericoli…ah, la natura! Però per gli agricoltori è un disastro!”. Mentre il fuoristrada s’inerpica sulle sterrate che costeggiano i campi, vediamo le distese di grano, come una folta chioma bionda avvenente, ricoprire Caccia Passione 12


Speciale Cinghiale col loro manto dorato i dolci pendii. Gli ultimi papaveri punteggiano di rosso questo mare dorato e, qua e la, orrende chiazze di alopecia deturpano il panorama. Per noi sono solo un antiestetico effetto dell’azione nociva dei suidi, mentre per gli agricoltori quei buchi sono soldi e sudore che vanno al vento…. “Ecco, voi avete questa postazione qui” - ci indica Maurizio - “potete sparare da quell’angolo in giù, tranne che in direzione della carrozzabile”. Rapidamente ci lascia, ed io e Vincenzo

ci incamminiamo nel campo per appostarci. Il sole è ancora alto, c’è molta luce e fa caldo. Ci muoviamo silenziosamente evitando di parlare. Con un gioco di sguardi concordiamo per posizionarci un punto leggermente rialzato del campo, da cui la visuale ci sembra più ampia. Non faccio in tempo a posare lo zaino che all’estremo sinistro del mio campo visivo noto un movimento tra gli alti steli neri di favino. Vincenzo si è accorto di loro prima di me, e sta già cercando di aprire il fodero della carabina

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senza fare rumore. Malefiche folate di vento ci arrivano alle spalle, spingendo nel grifo dei cinghiali il nostro odore. Sembrano immobili, ma di sicuro stanno per partire. “Daiii sbrigati, Vi’, arma la carabina!” bisbiglio incredula io stessa di aver trovato i cinghiali ad aspettarci nel campo. Al minimo movimento di lui le ombre nere s’incamminano verso la macchia di fronte. Non stanno proprio scappando ma certamente non hanno dubbi di lasciare la loro pastura pomeridiana. Un intero branco sbuca dall’erba alta per andare a conficcarsi nei rovi che incorniciano il campo. Che peccato! “Vedrai che presto o tardi torneranno” - m’ incoraggia fiducioso Vincenzo - “ci hanno avventato e per precauzione si sono spostati, ma la tentazione è forte e non è affatto detto Caccia Passione 14

che non riescano!”. Fiduciosa aspetto, sbinocolando a 360 gradi ma con particolare attenzione verso la macchia che ha inghiottito il branco dei sogni… Una capriola sbuca dall’angolo più recondito che si vede da qui, cammina circospetta e quasi senza brucare. “Forse va dal piccolo che ha lasciato in questo pratone” bisbiglio a Vincenzo. Sempre guardinga scompare dopo pochi minuti, anche lei tornerà? Chissà…. “Che ti dicevo?!” esclama soddisfatto Vincenzo, mentre il suo binocolo punta sul limite della macchia. Una scrofa, dopo aver messo il grifo fuori per un po’, ha deciso che è ora di concludere il pasto interrotto poco prima. Con un balzo guadagna il prato, dove l’erba particolarmente bassa permette di valutare bene le sue forme


Speciale Cinghiale

e soprattutto di vedere interamente i numerosi striati che la seguono. Niente da fare. Anche se la legge me lo permette, non sparerei mai alla scrofa con i piccoli. Lascio cadere il binocolo sul petto e posiziono la carabina sul treppiedi per godermi la scena a maggiore ingrandimento. “E’ tutta una matassa di cinghiali!” sussurro a Vincenzo. Potrei provare a prendere un piccolo ma l’idea mi appare presto alquanto malsana: a 160 metri uno striato non è un bersaglio facile. I piccoli non stanno fermi un attimo e poi son sempre attaccati tra loro, con il rischio di ferirne più di uno con un colpo, non sarebbe un tiro etico….Passano i minuti, il mirino è fermo sulla scrofa, ma il cane dell’R8 è disarmato. Dalla macchia arrivano altre due scrofe, una è più piccola, non si vedono le mammelle…”Ecco…

questa va bene!” penso. Ora non resta che mantenere la calma e….Aspetto che il capo prescelto si discosti il giusto dal resto del branco. Tutto ciò richiede qualche minuto. Sembrano attimi eterni. Ora il mio bersaglio è a cartolina e non ha intorno altri animali. Finalmente l’indice dà il suo assenso e, prima ancora di decidere di tirare, la palla da 7 mm è già alla base del collo del cinghiale, che si accascia sulle quattro zampe senza emettere un gemito. Gli altri elementi del branco restano interdetti per un attimo, finché la scrofa adulta dà il via per un’uscita di scena che, a questo punto, per stasera sarà definitiva. Aspettiamo un bel po’ prima di andare sull’anschuss. Poco dopo lo sparo ecco che riappare, come previsto, la capriola dal fondo del bosco. QueCaccia Passione 15


sta volta il suo passo è più vivace. Si dirige in direzione del cinghiale morto, annusa l’aria, fa due passi avanti, uno indietro. Non sembra convinta, ma è curiosa. Abbaia, poi indietreggia, ogni volta che sembra stia per andarsene, ritorna in prossimità del cinghiale…che scena! L’equilibrio della natura a lei noto è stato spezzato e, forse per la prima volta nella sua giovane vita, sta facendo esperienza della morte… Poco prima del buio decidiamo di avvicinarci al cinghiale abbattuto per rendere gli onori e fare una foto di rito. Torniamo rapidamente alla nostra postazione. Risalendo lungo il pendio del campo uno strano tronco, con due rami simmetrici attira la mia attenzione. Inforco il binocolo. Resto a bocca aperta riconoscendo in quella ramificazione non un arbusto ma bensì il poderoso palco di un cervo! Immobile, maestoso, statuario, il nobile animale guarda nella nostra direzione. Non so cosa possa distinguere da laggiù, ma non ha di certo un’aria spaventata. Fa un passo sul posto come i militari davanti al generale, impettito e a testa alta. Sembra quasi un gesto di sfida. Restiamo a guardarci, noi tre, per un tempo Caccia Passione 16

che sembra infinito, come nei film western quando non si sa chi romperà lo stallo per impugnare per primo la pistola. Lui fermo, noi di più, e nel frattempo il cuore a mille, al cospetto di questo meraviglioso coronato in velluto. Si gira di lato, offrendo al nostro sguardo stupito la sua sagoma e la virile giogaia, per poi incamminarsi fiero e lento, verso il bosco, fino a sparire ai nostri occhi. Incrocio lo sguardo di Vincenzo pieno di stupore, e soddisfazione. Io sono felice e grata, non solo per l’abbattimento realizzato, ma per l’opportunità di vivere la natura così da vicino e da un punto di vista privilegiato che solo la caccia può dare!


2017/2018

AUTUNNO/INVERNO


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Ungulati

IL CANTO DELLE CICALE

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IL CANTO DELLE CICALE Caccia al capriolo. Un’uscita iniziata in pieno sole, tra il gracidare delle cicale, si conclude quasi a buio dopo un faccia a faccia con indomabili emozioni. di Vincenzo Frascino

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n rumore assordante di cicale ci accoglie quando arriviamo all’appostamento. Sono le 18.00 ma il caldo e il sole sono ancora quasi allo zenit. Troppo presto per trovare il capriolo giovane che devo prelevare. In estate le giornate sono lunghissime, il tempo sembra dilatarsi e piuttosto che poltrire in piscina decidiamo con Pina di estendere la durata del nostro appostamento serale. Al nostro passaggio nel grano ancora alto, le tortore si alzano in volo per poi riposarsi sugli assolati campi più giù. Una volpe ci taglia la strada da lontano avanzando con passo molle e la lingua di fuori: il caldo ha sfiancato anche lei. Ma da ora in avanti non potrà che rinfrescare. Giungiamo all’appostamento prescelto e con gioia riscontriamo che i campi davanti a noi sono stati già sfalciati: si potrebbe tranquillamente sparare dallo zaino poggiato a terra ma… una balla di fieno, a pochi metri da noi, mi invita a provare un appoggio che subito mi convince. La carabina posata in cima, il corpo “spalmato” sulla balla di fieno, il gomito ben saldo: la postazione è promossa a pieni voti! Carico la carabina con le palle caricate dall’amico Leo e mi siedo per terra accanto a Pina per sbinocolare. Col sole così alto in cielo le probabilità di avvistare qualche animale sono poche. Dopo quasi un’ora ecco che appare in lontananza una femmina. Appena la Caccia Passione 20

intercettiamo restiamo immobili con gli oculari dei binocoli inchiodati sugli occhi. Sembra non essersi accorta di noi, e avanza tranquilla con passo cadenzato nella nostra direzione. È una femmina sottile: la tradisce oltre che l’aspetto, l’atteggiamento ingenuo e curioso con cui si avvicina. Quando è a soli 37 metri riesco furtivamente a tirar fuori lo smartphone e a filmarla. Qualcosa non la convince: si blocca e resta ferma per un po’, indecisa se fuggire o indagare meglio l’oggetto della sua adolescenziale curiosità. Il seme della saggezza la fa arretrare di corsa di qualche metro. Poi ancora qualche passo in avanti la spinge a guardarci. La prudenza prevale e con pochi balzi sparisce nel bosco da cui era venuta. A occhio nudo la mia attenzione è catturata dalle nere sagome di due cinghiali che sbucano dal bosco nel poggio in alto. Subito sopra, a pochi metri da loro, scorgo fugacemente un capriolo, che a prima vista sembrava essere un maschio, ma non mi da il tempo di approfondire la conoscenza. Ai due cinghiali si aggiunge un terzo, seguito da diversi piccoli. Sarei tentato di provare ad avvicinare il capriolo lassù ma la presenza dei cinghiali nei paraggi e il vento impercettibile ma sfavorevole, mi fanno desistere. Aspetterò, sperando che il capriolo si avvicini. Continuo a sbinocolare a 360 gradi ma il mio


Ungulati

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sguardo è sempre attratto dal punto in cui ho visto il capriolo. La luce comincia a scemare, sono le 21.10. “Eccolo!” Pina ha visto il giovane maschio, che nel frattempo ha guadagnato il campo che presiedo. Lo controllo bene nell’ottica: è il capo che cercavo! Adagiato sulla balla di fieno metto la croce sul capriolo: è incredibile come mi sembrasse ferma poco prima quando provavo a mirare i cinghiali a 470 metri e quanto sia instabile ora che ho a tiro il capriolo. Ignaro della mia emozione il giovane maschio inizia a brucare. Un passo dopo l’altro si avvicina sempre più. 130 metri. Armo la Blaser. 120 metri. Mi tremano le gambe e…il reticolo. Cerco di regolarizzare il mio respiro e faccio un paio di profonde espirazioni. Va già meglio. L’appoggio è perfetto eppure, non mi vergogno di ammettere che la croce del reticolo continua a tremare. Mi vengono in mente le parole dell’amico Franco “Se non fosse così smetterei di andare a caccia!” mi dice, quando mi racconta di come anche a lui tremi il reticolo quando ha a tiro il suo capo. Ci sono persone che si vantano del proprio sangue freddo e della propria capacità di dominare la tensione quando stanno per sparare ad un animale. Beh, a loro mi verrebbe da dire: ma allora chi ve lo fa fare di andare a caccia, se siete voi a dominare le emozioni, e non il contrario?! L’oggetto della mia trepidazione è ancora lì, ma ora è di punta. Aspetto. Temo che il vento a sfavore lo avvisi della nostra presenza e sento in me l’urgenza di concludere l’azione di caccia. Caccia Passione 22

L’attesa però sta sortendo il suo effetto: nei pochi secondi che passano e che a me sembrano ore, sento l’appoggio farsi sempre più stabile. Ora il capriolo si è ruotato su se stesso e mi offre la spalla, ma io aspetto ancora: lo voglio a cartolina. Le folate di vento che mi soffiano alle spalle mi allarmano, ma la mia razionalità prevale sull’istinto e viene premiata: ora il capriolo è perfettamente a cartolina. L’indice si avvicina al sensibile grilletto e decide per me di far partire la palla del 7x64. Un boato mi scuote dai miei pensieri. Il capriolo crolla sulle sue zampe e l’adrenalina inizia il suo lento declino. Aspettiamo un po’ prima di raggiungerlo. Con ancora nelle orecchie il canto pomeridiano delle cicale, eccomi accarezzare il giovane folleto, ringraziando la Natura per questo ennesimo dono.


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Springer in azione Caccia Passione 24


Cani da caccia

LA CACCIA IN ROSA OLTRECONFINE Caccia Passione 25


LA CACCIA IN ROSA OLTRECONFINE Sono sempre di più le donne che oggi si dedicano all’attività venatoria con notevole successo, a dimostrazione che la passione per la caccia non distingue per sesso, età o differenze sociali. di Simona Pelliccia

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ggi presentiamo ai lettori la testimonianza di una giovanissima cacciatrice appassionata di springer spaniel e che spesso pratica la caccia all’estero. La presenza di territori ancora poco urbanizzati e l’assenza di normative stringenti quali quelle che regolano l’attività venatoria in Italia rendono la caccia all’estero altamente interessante per molti cacciatori italiani. Ma cosa rende veramente speciale la caccia oltre i confini nazionali? Scopriamolo insieme a Laura Grotti. “Ho 24 anni, vado a caccia da cinque e posso dire trattarsi di una passione di famiglia; sono diventata col tempo una cacciatrice. Da piccola, spesso, andavo con mio padre a vedere le prove di lavoro e mi affascinavano molto i cani da caccia; cosi, intorno agli undici anni, decisi di provare anch’ io a mettermi in gioco con il breton di mio nonno;

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nonostante mi divertii molto, dopo due sole gare smisi. Fu dopo tre anni che capii il perché: quella non era la razza giusta per me. Quando finalmente cominciai a portare fuori e quindi conoscere bene gli springer spaniel, emerse tutta la mia passione per questa razza e di conseguenza per la caccia. Partendo dalla caccia con gli springer, conobbi tutte le altre tipologie di caccia e non appena ne ebbi la possibilità, presi il porto d’armi e la mia avventura ebbe inizio. Gli springer sono la razza giusta per me, ti danno quell’adrenalina che credo nessun’altra razza possa dare, grazie al loro modo di essere unico, sempre attivi e pronti all’azione, a quell’instancabile movimento che li rende gioiosi in ogni cosa che fanno, sempre pronti ad affrontare ogni tipo di terreno ed ogni tipo di selvaggina. La cosa che amo di più negli springer è sicuramente il collegamento con il


Cani da caccia

Un connubio indissolubile che si legge negli occhi Caccia Passione 27


L'ntelligenza dello springer traspare anche dal suo sguardo

conduttore; ogni cosa la fanno con lo scopo di compiacere il conduttore: fieri della selvaggina recuperata, la portano al cacciatore guardandolo con gli occhi di chi è pronto a soddisfare un nuovo desiderio. Possono buttarsi in un mare di rovi o in un lago gelato Caccia Passione 28

per il proprio conduttore senza pensarci due volte, solamente perché tu glielo hai chiesto. Una grande esperienza che la passione per la caccia mi ha portato a vivere sono i viaggi all’estero, più precisamente in Ungheria. La caccia che ho praticato in questi territori è


Cani da caccia quella ad oche ed anatre, proprio l’unica caccia che in Italia non ho mai avuto l’occasione di provare. Il bello è proprio questo: fare esperienze nuove ed uniche nel suo genere; e credo che per un cacciatore non vi sia esperienza più bella. Tipicamente, il viaggio si

compone di quattro giorni in cui mi ritrovo immersa nella mia più grande passione, senza dover pensare a nient’altro che andare a caccia, alzarmi alle 3 o alle 4, avvolta da un freddo che però non si fa sentire, grazie all’adrenalina che raggiunge i massimi livel-

Laura nel suo habitat naturale

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Un momento fondamentale durante la prova

li. La prima volta in cui mi sono recata in Ungheria a caccia sono rimasta talmente a bocca aperta da scordarmi quasi di sparare: arrivarono le prime oche e rimasi talmente esterrefatta di fronte alla loro grandezza e bellezza da rimanere immobile a guardarle soltanto. Quando mi decisi a sparare era ormai passato il momento giusto per farlo: ovviamente l’oca era talmente grande da sembrarmi vicinissima, quando invece si trovava in zona assolutamente distante dal tiro utile. Ma non mi importava: ero a mille chilometri da casa, immersa nel verde delle pianure ungheresi, c’era un silenzio naturale e la città era lontanissima; tutto ciò che dovevo fare era godermi il momento. E il bello della caccia all’ estero è proprio questo: lasci la tua vita a casa e porti solo la tua passione con te.”

In questo scatto emerge tutta la dinamicità dell'ausiliare Caccia Passione 30



Il Dr. Saverio Patrizi impegnato in una serie di piattelli con il Beretta A400 Lite in calibro 20/76 Caccia Passione 32


Fucili canna liscia

Beretta A 400 Lite calibro 20/76 in pedana Caccia Passione 33


Beretta A 400 Lite calibro 20/76 in pedana di Emanuele Tabasso

Il semiautomatico Beretta A 400 nella versione Lite è una soluzione interessante per ogni genere di caccia e alla prova sul campo di tiro a volo di Bettolino si apprezza l’equilibrio e l’efficacia del calibro 20

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opo otto anni dalla prima presentazione il semiautomatico Beretta A 400 ha praticamente raggiunto ogni obiettivo che ci si poteva ragionevolmente prefiggere: i diversi allestimenti, gli accessori pratici e qualificanti, la declinazione nei tre calibri su cui si appunta la quasi totalità delle scelte dei cacciatori fanno di questa famiglia di fucili un insieme completo ed esaustivo. La scelta del sistema di ripetizione a presa di gas nato con il Mod. 60 e ben presto migrato in quell’A 300, vera pietra miliare del genere e della marca, ha chiarito per bene agli utilizzatori la somma algebrica con i più e i meno connessi a tutti i sistemi e a tutte le scelte: qui, a fianco di una maggior cura nella pulizia, si gode di un movimento di riarmo più dilatato in quei tempuscoli che a molti paiono esiziali per mantenere l’arma in punteria senza difficoltà, percependo poco il rinculo. Altri trovano più confacente al loro spirito l’assenza di imbrattamento data dai fumi e apprezzano compiutamente la rapidità del riarmo con quella leggera nota di secchezza nel rinculo: sospensioni da berlina classica o da auto sportiva, questo po-

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trebbe essere un paragone traslato nel campo automobilistico, tanto la scelta avviene sempre nello stesso Gruppo Industriale. La tecnica Il castello proporzionato al calibro 20/76 viene ricavato per fresatura da un estruso di ergal, la lega di alluminio aeronautico, rivisitandolo nella struttura con l’alleggerimento di alcuni punti e l’irrobustimento di altri così da lucrare minor peso con identica resistenza. Sono presenti la finestra di espulsione sul fianco destro e la lunga feritoia inferiore in cui si posiziona il gruppo di scatto e, davanti a questo, la cucchiaia elevatrice con il vano per l’inserimento delle cartucce nel serbatoio tubolare. Sulla calotta sono praticate quattro unghiature per il facile aggancio di uno dei vari sistemi optoelettronici, utili in particolare nella caccia a palla. Sul fianco sinistro del castello è incassata la levetta di arresto dell’alimentazione: si rivela pratica per la sostituzione della cartuccia camerata con un’altra prelevata dalla cartuccera, così come per mantenere la totale dotazione del serbatoio nei momenti in cui la ripetizione del colpo possa avvenire in comoda tranquillità.


Fucili canna liscia

Il calciolo Micro-Core ad espansione istantanea della superficie di appoggio è abbinato a distanziali da ½” e da 1” per consentire la giusta imbracciatura

Nell’estensione di culatta della canna si evidenziano i due risalti di centratura sul profilo posteriore e, nella parte centrale, il dente dell’espulsore dotato di propria molla ammortizzante

Il fianco destro del castello con manetta di armamento, finestra di espulsione, pulsante di sblocco otturatore, cucchiaia elevatrice lucidata, guardia con grilletto e pulsante della sicura a traversino

L’asta arrotondata da cui sporge il tappo rigato per il serraggio delle diverse componenti dell’arma

Vivo di volata con lo strozzatore montato e l’apice della bindella su cui sporge il mirino in plastica traslucida rossa. A fianco l’asta sotto a cui si intravede la griglia di sfiato dei gas

Particolare delle finestra di espulsione con l’otturatore brunito lucido, la manetta di armamento, il bottone di rilascio e la scritta Lite sul fianco del castello

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Il movimento di riarmo parte dal blocchetto presa gas, saldato sotto alla canna a circa un terzo della lunghezza, al cui interno scorre un pistone autopulente: manca la valvola di sovrappressione, non necessaria con il calibro adottato e su cui si risparmiamo almeno 40 g. Tramite due aste la spinta del pistone imprime il movimento al carrello otturatore ricavato da una barra di acciaio al NiCr, in cui è innestata la testina a due alette: con l’interazione di un piolo in una pista inclinata il movimento lineare viene qui trasformato in rotazione realizzando la chiusura delle alette nelle mortise praticate nel prolungamento di culatta della canna o il loro svincolo. Nella faccia piana dell’otturatore si notano ancora il foro del percussore, l’unghia di estrazione registrata da una molla interna e la fresatura di passaggio del dente di espulsione fissato al prolungamento della canna. Blink è il nome dato dall’azienda a tale sistema. L’equilibrio statico dinamico è un’eccellenza del fucile: il posizionamento anteriore della molla di recupero, coassiale con il tubo serbatoio posto sotto alla canna, favorisce la stabilità al tiro con facile mantenimento della linea di mira. La canna del tipo Steelium viene ricavata dall’acciaio trilegato peculiare della Casa com’è speciale la sequenza di foratura profonda, martellatura a freddo seguita dalla distensione sotto vuoto per dare al metallo le caratteristiche che lo rendono ai vertici per la resa balistica in grado di imprimere allo sciame di pallini: si aggiungono all’opera gli strozzatori intercambiabili Optimabore HP da abbinare alle tre misure di canna, 66, 72 e 76 cm per la massima funzionalità a caccia o in pedana. La calciatura in polimero è studiata per assicurare rigidità sotto sparo, robustezza e peso ridotto: si notano le forme innovative ed ergonomiche inaugurate proprio con la prima presentazione dell’A400 a cui si aggiungono due particolari. Il primo è il Gun Pod2, apparecchio elettronico inserito nella coccia: collegato allo smartphone registra le percorrenze del Caccia Passione 36

La sagoma della pistola consente un’impugnatura molto ferma e la postura della mano adeguata per agire correttamente con il dito sul grilletto. L’inconsueto corrugamento delle superfici di presa si rivela gradevole e funzionale anche con mani umide

Il blocco di presa gas viene saldato sotto alla canna con la campana in cui scorre il pistone da cui parte tutto il cinematismo per il funzionamento del semiautomatico

Tolta la canna, all’interno dell’asta si osserva il serbatoio tubolare delle cartucce attorno a cui è calzata la molla di recupero


Fucili canna liscia

Posta a filo della superficie del fianco sinistro del castello la levetta di interruzione dell’alimentazione è un pratico accessorio che consente il cambio cartuccia senza accedere a quelle contenute nel serbatoio

Nella coccia è inserito il Gun Pod2, apparecchio elettronico da collegare allo smartphone per registrare percorsi, spari e quant’altro forma la giornata di caccia dell’utilizzatore

La visuale complessiva dell’A400 Lite si dimostra filante e personalizzata

La guardia di gusto attuale senza perdere alcunché della propria funzione: nel rebbio anteriore sporge il pulsante della sicura a traversino e all’interno il grilletto con finitura lucida antiossido

Un particolare dello strozzatore intercambiabile inserito e serrato alla volata della canna

Ancora un’immagine del calciolo e dei distanziali sostituibili forniti con il fucile

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cacciatore, i colpi sparati e ogni altra notizia relativa all’attività venatoria o di tiro, da condividere poi con gli amici. Il secondo è il sistema Kick-Off-Plus unito al calciolo Micro-Core costituito da un tecnopolimero espanso a cella aperta con la capacità di aumentare istantaneamente la superficie di contatto con la spalla: sono presenti diversi spessori che consentono di perfezionare la lunghezza sulla propria conformazione fisica. Dopo tale soluzione della chimica si passa alla meccanica con un apparato unico nel suo genere, in grado di assorbire il 70% dell’energia espressa dallo sparo grazie a due ammortizzatori oleodinamici, analoghi a quelli delle auto, posizionati fra la pistola e la porzione posteriore del calcio, in modo da togliere dalla guancia la sensazione di movimento riducendo insieme l’impennamento. Una prova e le conclusioni Diversi colpi sparati in pedana al Tav di Bettolino hanno confermato appieno la funzionalità dell’insieme e di ogni apparecchio che concorre a formare il fucila A400 Lite: il peso di 2.750 g con canna da 66 cm, camerata per

il calibro 20/76, pone l’arma fra le preferenze attuali così come la quotazione, leggera anch’essa, viene sempre più apprezzata da chi controlla oculatamente il rapporto fra la spesa e il prodotto: qui si abbinano felicemente il costo contenuto e la dotazione che mai va a scapito della completezza necessaria a mantenere questo Beretta nel segmento Premium. La facilità di maneggio, le sensazioni sempre all’altezza delle aspettative, i risultati sovente strabilianti come rotture del piattello di seconda, a distanze davvero inusuali fanno del Lite un’opportunità da tenere in bell’evidenza.

Conosciuto a livello planetario ecco il marchio delle tre frecce che richiama immediatamente alla mente il nome Beretta

Il fucile scomposto e inserito nella pratica valigetta di trasporto entro cui si ammira la cospicua dotazione di accessori e attrezzi come i distanziali per il calcio, il riduttore di capienza del serbatoio, le magliette porta cinghia, il flaconcino di olio, l’astuccio degli strozzatori Caccia Passione 38



La BAR posta nella sua valigetta di trasporto con il fermo del grilletto e alcune scatole di munizioni

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Fucili canna rigata

BROWNING BAR MK 3 IN .308 WIN.

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BROWNING BAR MK 3 IN .308 WIN. Abbiamo provato l’ultima generazione della conosciuta semiautomatica a canna rigata della Casa di Herstal che mantiene la consueta affidabilità in una veste sempre più adeguata all’uso intenso a cui la sottopongono i cacciatori di Emanuele Tabasso

G

razie alla cortesia di Adrien Koutny della Browning di Herstal, della BWMI distributrice in Italia della marca, dell’armeria Bonardo di Bra (CN) e di Giorgio Rosso insieme a Kevin del poligono di Carrù abbiamo potuto effettuare due sedute di prove con una BAR Mk 3 che abbiamo richiesto specificatamente camerata per il .308 Win. La scelta va un poco controcorrente rispetto all’andamento attuale delle vendite specifiche focalizzate sul sempreverde .30-06 Sprg. a cui si è affiancato da qualche tempo il mai dimenticato 9,3x62, realizzato agli inizi del ’900 dal tecnico berlinese Otto Bock. A nostro sommesso parere occorre distinguere le prede di elezione e, qui da noi, sono certamente i cinghiali: se le dimensioni correnti dei selvatici non figurano fra i giganti della specie e se la capacità di piazzare opportunamente il colpo è una carta che si ha in mano, fare un pensiero all’equilibrio della cartuccia che la Winchester ha derivato da quella militare dei primi Anni 50 non sarebbe male. Le prestazioni sono di poco inferiori a quelle della .30-06 Sprg. e l’attitudine a gestire proCaccia Passione 42

iettili un po’ più leggeri non deve essere visto sempre come una diminuzione della potere vulnerante: rimane l’adattabilità a sfrascare, neologismo cinghialesco che tutti gli appassionati ben comprendono, di cui la palla più pesante viene accreditata in maggior misura. Sappiamo bene che se si è convinti d’aver necessità di una soluzione piuttosto che di un’altra ben difficilmente ci si sposta: a noi in quest’occasione basta sollecitare un pensiero per una comparazione. Nel corollario della cartuccia un po’ più gentile, si fa per dire, coabita la struttura del fucile: la BAR propone due misure del castello e qui troviamo quella più ridotta con innegabile vantaggio nel peso e nella dimensione, così che la maneggevolezza e la portabilità, tanto richieste in questa specifica caccia, ne risultano avvantaggiate. Un breve esame Osserviamo il fucile partendo proprio dal castello chiuso, ricavato di fresa da un estruso di ergal con la finestra di espulsione sulla destra, l’ampia feritoia inferiore per l’inserimento del pacchetto di scatto, fissato da due spine


Fucili canna rigata

Il calcio è provvisto del sistema di attacco rapido per Il blocchetto di fermo del grilletto è dotato di tre rola maglietta portacinghia dotata del piolo a espansio- telle a numerazione progressiva per impostare la propria combinazione ne di sfere

Davanti al rebbio anteriore della guardia è posto il ta- Le cartucce Fiocchi caricate con palla SST® di struttura tradizionale, profilo rastremato per migliorare sto arcuato per lo svincolo del caricatore le doti balistiche, punta in polimero per una rapida espansione

Dalla Barnes le cartucce Vor-Tx dotata di palla mo- Ancora le Fiocchi di recentissimo allestimento, semnolitica in rame con punta in polimero: apertura a pre con palla SST®, ma dotate di innesco senza piombo petali con forte ritenzione di massa

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Un primo bersaglio a 50 m per il controllo dell’azzeramento con le diverse munizioni

Il cannocchiale Meopta 6x42A è un pezzo che oggi si definirebbe datato: su una carabina come la BAR Mk 3 svolge ancora perfettamente il suo compito

La tacca di mira usufruisce degli attuali ritrovati come la traccia bianca al centro della mezza bindella sopraelevata e i due punti di riferimento in fibra traslucida verde che incorniciano la visuale Caccia Passione 44

elastiche, e del caricatore da 2 cartucce, ma ne esistono di capienza diversa, il foro nell’anello anteriore per la giunzione della canna lunga 51 cm e scanalata nella metà anteriore. Proprio a tale misura e nella parte inferiore viene saldato il blocchetto di presa gas: la spinta su un pistone muove una massa di una certa entità collegata tramite due aste in lamiera tranciata al carrello portaotturatore composto da una parte cilindrica in cui è inserita la testina dotata di sette alette che ruota con i primi mm di corsa del carrello e grazie all’interazione di un piolo e di una pista inclinata: da notare che la chiusura avviene direttamente nelle mortise ricavate nella culatta della canna. Nella faccia ribassata si trovano il foro del percussore e il nottolino elastico di espulsione mentre in una delle alette è incassata l’unghia di estrazione registrata dalla molla filo che ha fatto scuola anche per molti altri fucili. Lo scatto diretto viene regolato di fabbrica a un peso di circa 1,1 kg con una resa ottimale sia nel tiro in movimento che in quello mirato con assenza di grattamenti, molleggi, collasso di retroscatto: insomma un risultato degno della fama del marchio. Sono presenti le mire aperte sotto forma di una corta bindella da battuta con i due punti verdi in materiale traslucido posti ai lati della tacca a V, mentre il mirino a barretta cilindrica, nello stesso materiale, è di colore rosso per staccare su qualsiasi sfondo: sono possibili precise regolazioni nei due sensi. Sul cielo del castello è fissata una slitta tipo Picatinny a cui poter collegare, è una novità della Browning, una slitta complementare che si fissa allo strumento ottico prescelto: con una spesa ridottissima delle due basi si potranno avere così a disposizione un cannocchiale specifico tipo 1-4x24 e un apparecchio optoelettronico come un punto rosso sostituibili in un momento mantenendone la taratura. Per le prove abbiamo montato un cannocchiale che avevamo a disposizione: è certo datato, ma questo Meopta 6x42 con reticolo


Fucili canna rigata

La campana dell’ottica con lente dell’obiettivo da 42 mm rimane in limiti contenuti favorendo la maneggevolezza dell’arma anche in bosco

L’oculare del Meopta 6x42A con la sola regolazione della messa a fuoco della croce interna. Nell’apice posteriore del castello si nota la slitta di armamento della batteria

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4 presenta tutt’oggi una rilevante e sostanziale funzionalità ottica con elevata definizione e apprezzabile stacco dell’immagine dall’insieme, senza poi far mancare una corretta rispondenza dei click alle torrette. La calciatura in sintetico di gradevole colore oliva riporta pannelli neri in gomma morbida nei punti di presa, quindi alla pistola e sull’asta, insieme al dorsalino mobile per regolare in un attimo la postura del viso, grazie a un galletto posto a destra del calcio. Completano la dotazione le piastrine per variare piega e deviazione non-

ché il calciolo Inflex ad assorbimento dell’energia e alla direzionalità del movimento di rinculo che stacca per un istante il dorso dal viso del tiratore impedendo alle vibrazioni di recare danno. Le magliette con attacco a espansione di sfere consentono di non dover sganciare le fibbie della cinghia ad ogni rientro e il blocco di fermo del grilletto con codice numerico sono tutte contenute nella pratica e robusta valigetta di trasporto nera con il logo aziendale in colore dorato.

L’egresso della rigatura è correttamente protetto dal ribasso anulare ricavato nel vivo di volata

Sul lato destro del calcio è posto il galletto a vite per la regolazione in altezza dell’appoggia guancia: semplice ed efficace soluzione per la giusta postura dell’occhio Caccia Passione 46

I due calcioli in dotazione consentono, grazie ai diversi spessori, di variare la lunghezza fra appoggio della spalla e grilletto; seminascosta si nota la maglietta porta cinghia con svincolo a sfere


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Un’immagine d’insieme della BAR Mk 3 con le cartucce della prova

La comoda valigetta di trasporto è sufficientemente ampia da contenere anche un’ottica montata

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La prova in poligono Dopo una prima serie a 50 m per controllare l’azzeramento, raggiunto fra l’altro già al secondo colpo dopo un giusto calcolo degli scatti di registro, abbiamo verificato la precisione notevole con cartucce Fiocchi, in particolare con palla SPS da 150 gr e con le Barnes, stesso peso e palla TTSX. Una controprova a 100 m si impone e così anche in questo caso abbiamo verificato precisione e giustezza del fucile entro il MOA, anche con canna mediamente calda come impone il clima di luglio. Non contenti di aver sempre sparato salve di tre colpi inserendo la prima cartuccia in camera e le altre due nel caricatore, giusto così per verificare se per caso un BAR si inceppasse… siamo poi tornati ai 50 m per sparare identiche salve di tre colpi non più cadenzate come per il tiro mirato, ma in tiro celere, simulando quello di caccia. Le considerazioni dicono: assenza totale di inceppamenti, favorevole stabilità con secondo e terzo colpo a segno in tempi molto brevi, un corretto raggruppamento dei bossoli finiti a terra in un ambito di una trentina di cm sulla destra e dietro di noi. L’avvio della produzione di questo fucile nel 1966 e il raggiungimento di circa 1.300.000 esemplari venduti sono credenziali evidenti insieme a un prezzo di vendita davvero contenuto.

Rimuovendo la maglietta anteriore si ha accesso alla brugola per lo smontaggio dell’asta, primo passo per la scomposizione del fucile Caccia Passione 48

Il tasto di svincolo del carrello dalla posizione di fondo corsa posteriore è certo una comodità: spigoli e vertici acuti non sono mai graditi in un fucile

Il gruppo di scatto è tenuto in sito dalle due spine elastiche passanti visibili nel fianco del castello: semplice e rapida l’estrazione per il controllo e la pulizia

La nuova slitta di attacco dei riferimenti di punteria consente una rapida sostituzione tra un’ottica classica e un punto rosso, o un olografico, sempre mantenendo l’azzeramento: e con una spesa assai ridotta


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L’attrezzatura messa in opera per caricare le cartucce impiegate nella prova Caccia Passione 50


Munizioni

La cartuccia calibro 28 Magnum nel sovrapposto di Rizzini

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La cartuccia calibro 28 Magnum nel sovrapposto di Rizzini

di Fabio De Rubeis e Emanuele Tabasso

Presentata al pubblico italiano insieme al semiautomatico Benelli Ethos durante l’IWA dello scorso mese di marzo questa cartuccia è impiegata da diversi anni in Francia per la caccia ad ampio raggio e la Rizzini di Marcheno fornisce sovrapposti così camerati: ne abbiamo provato uno con notevole soddisfazione

L

a trasformazione di un calibro consolidato secondo le tradizionali regole inglesi in un magnum richiede alcuni accorgimenti tecnici e la volontà di impiegare una carica di molto superiore rispetto a quella originale: insieme si allestiranno fucili atti a conservare innanzitutto la sezione di canna molto snella e poi una massa molto più aderente alla cartuccia normale da 70 mm anziché a quella da 76. Il rapporto fra carica e massa sarà dunque ben distante da quanto aveva codificato il Gen. Journée e si avrà un fucile leggero, maneggevole, prontissimo alla spalla e all’occhio con il contrappasso di un rinculo più avvertibile: insomma il vecchio adagio dell’uovo e della gallina rimane in vigore. Per il pubblico italiano la 28/76 è stata associata al pregevole Benelli Ethos, semiauto che non abCaccia Passione 52

biamo ancora avuto agio di provare, ma di cui possiamo intuire facilmente i pregi e le prestazioni: non di meno va osservato come già da parecchi anni questa cartuccia sia di comune distribuzione ad esempio sul mercato francese dove i cacciatori transalpini, noti per la loro passione e competenza nella scelta e nell’impiego delle canne lisce, traggono da tale carica e dai fucili così camerati delle eccellenti soddisfazioni. La storia parte dall’amico Fabio, che con noi firma questo brano, recatosi nel 2011 presso la Rizzini di Marcheno per far allestire un paio di canne in 28/70 da montare sulla bascula di un 20/76 di sua proprietà: la gentile Signora Moira Rizzini pone la domanda sulla cameratura suscitando la curiosità dell’interlocutore: dove sta il più solitamente sta il meno e il paio di canne è stato consegnato con le


Munizioni Il sovrapposto Rizzini presenta in questo esemplare la bascula dimensionata per il calibro 20 con la finitura tartarugata per uno stile rustico e insieme elegante. Sulla culatta della canna superiore è inciso il calibro 28 Magnum

camere da 76 mm. Solo da poco tuttavia si è arrivati alle esperienze, quando la Fiocchi ha seguito con la usuale cortesia le richieste del curioso possessore di questo sovrapposto: i bossoli lunghi sono prontamente arrivati e con essi le specifiche per la ricarica che prevede ben 32-33 g di pallini contro i 28 g di carica extra nei bossoli da 70 mm. Alcuni esperimenti hanno rapidamente portato a considerare come ottimali queste dosi che diamo senza nostra responsabilità né garanzia. 1)Bossolo Fiocchi 28/76/08 (T1), innesco DFS 615, borra B. & P. Baby 28 Max H6; polvere Vihtavuori N/105 x 1,70 g, pallini del 7½ per 32 g, altezza finita 65,5 mm, chiusura stellare a sei pliche. V/2,5 m dalla volata: 380, 395, 391, 391, 396 – Media = 390,6 m/sec 2)Bossolo Fiocchi28/70/08 (T1), innesco DFS 615, borra B. & P. Baby 28 Max H6; Polvere Vihtavuori N/105 x 1,55 g, pallini del 7½ per 28 g, altezza finita 61,5 mm, chiusura stellare a sei pliche. V/2,5 m dalla volata: 367, 375, 386, 375, 368 – Media = 374,2 m/sec. Scartata la chiusura tonda per il poco contrasto offerto e la conseguente pressione ridotta e V/2

Impostazione classica di tenute e chiusure con semiperni e orecchioni insieme al doppio tenone basso posteriore con tassello comandato dalla chiave

Testa di bascula ben affinata dove si inserisce il disco della chiave; robusti i due estrattori con arco di presa molto sviluppato

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sviluppata decisamente troppo tranquilla, si è passati alla chiusura stellare raggiungendo i parametri indicati dalla Fiocchie qui sopra riportati. Le prove sono state condotte presso il TAV di Settimo T.se che ha messo a disposizione il funzionale impianto per sparare sugli appositi bersagli cartacei con cerchio esterno di 70 cm e interno di 35. La distanza di 25 m è indicativa di molte situazioni venatorie così come di ingaggio dei piattelli. Il sovrapposto Rizzini si è comportato come ci si aspetta da un’arma realizzata con l’attenzione e la competenza usuali presso la Casa: tutto funziona a perfezione dal basculaggio delle canne all’armamento delle batterie, dagli scatti correttamente tarati intorno a 1,4 – 1,7 kg senza filature o grattamenti, all’espulsione dei bossoli puntuale e costante. Le rosate sono frutto di strozzatori interni da **** e *** che riteniamo ottimali per non stringere troppo una colonna di pallini già di sezione ristretta e quindi tendente a un’ampiezza ridotta: in effetti dagli esiti possiamo dire che tale caratteristica negativa è stata brillantemente risolta nel fucile Rizzini che fornisce dimensioni di rosata molto funzionali; in un paio di occasioni abbiamo forse una disposizione dei piombi più a sinistra del centro del bersaglio dovuta senza meno a nostro difetto di punteria a braccio sciolto. L’assetto allo sparo dipende molto dall’imbracciatura: se ci si lascia tentare dal tenere il fucile con una dolcezza indotta alla nostra mente dalle garbate misure dell’arma le cartucce da 32 g si faranno sentire e le canne saliranno di alcuni cm, ma se la presa sarà più consona alla carica che si proietta in avanti, la stabilità sarà assicurata e con essa il rapido doppiaggio del colpo. A conclusione possiamo dire che il lavoro dell’amico Fabio è stato positivo e interessante così come l’allestimento del fucile perfettamente adeguato alle esigenze di questa cartuccia nuova per il nostro mercato, ma già ampiamente sperimentata all’estero. Caccia Passione 54

Gli eiettori automatici funzionano a perfezione e si nota il bossolo proiettato al di sopra della spalla del tiratore

Bersaglio come sopra con sparo in seconda canna (strozzatura ***) di una cartuccia 28/76 con 32 g di pallini del 7½: il baricentro della rosata è un poco spostato a sinistra certo per un collimazione non perfetta. Anche qui la borra ha lasciato il segno


Munizioni

Al termine del lavoro una congrua serie delle due cartucce è disponibile per la prova

Le differenze formali fra le cartucce 28/70 e 28/76

In evidenza le misure dei due bossoli Fiocchi da 70 e da 76 mm

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L’ingaggio di questa femmina di capriolo in un vasto campo di grano richiede un bilanciamento perfetto dell’attrezzatura. Caccia Passione 56


Digiscoping

ALLA RICERCA DEL BARICENTRO. Caccia Passione 57


ALLA RICERCA DEL BARICENTRO. La stabilità dell’attrezzatura è fondamentale sia per l’osservazione pura che per il Digiscoping. Facendo gravitare il peso complessivo degli strumenti sul baricentro, possiamo risolvere ogni problema di focheggiatura, ricerca, ingaggio, mosso o micromosso. di Riccardo Camusso

I

moderni telescopi da osservazione terrestre – quelli che usiamo a caccia per osservare, valutare e fotografare – non hanno un peso proibitivo. Poco più di 2 Kg, per i modelli maggiori. Tuttavia, questo peso è distribuito su circa 50 cm di lunghezza e tanto più se vi applichiamo una fotocamera per realizzare immagini o video in digiscoping. Gestire, brandire e maneggiare questi pesi/lunghezze per ingaggiare con la massima stabilità possibile il nostro soggetto, diventa un grande problema. Tutto, poi, è complicato dal fatto che i maxi-ingrandimenti offerti dal telescopio, richiedono stabilità ai massimi livelli. Lo spostamento (o anche solo la vibrazione) di un millimetro nel punto di osservazione e/o ripresa a 200/300 metri diventa un vero e proprio terremoto. Ciò vale per l’osservazione/valutazione pura e, tanto più, in digiscoping e in tutte quelle situazioni nelle quali la messa a fuoco deve risultare la più precisa possibile. Caccia Passione 58


Digiscoping Queste sono le principali motivazioni alla base della ricerca del baricentro dell’attrezzatura. Quando tutto poggia sul baricentro, i pesi si annullano, non si hanno giochi passivi, si brandisce il lungo con un dito, si mette a fuoco con precisione e, quando si arriva all’ingaggio, l’attrezzatura resta stabilmente ferma e non si muove più anche senza serrare i fermi. Occorre, quindi che il baricentro o, meglio la sua proiezione (sia verticale che orizzontale) cada entro la base del lungo montato sul trepiede. Accade (semplificando) per la torre di Pisa, che - consolidamenti a parte non cadrà mai finchè il baricentrro sta entro la base della torre. Accade, anche, con i pesanti e ingombranti teleobiettivi usati per la caccia fotografica. E’ un fondamentale principio della fisica. In pratica, nel nostro caso, dobbiamo poter variare – a seconda dei pesi in gioco – il punto di caduta del baricentro. Gli ingredienti di Per cogliere anche i minimi dettagli di un camoscio ad oltre 200 mt. di distanza, il bilanciamento dell’attrezzatura tutta risulta fondamentale, anche con importanti angoli di sito.

questa ‘ricetta del baricentro perfetto’ sono quelli che la SwarovskiOptik, per esempio, ha messo in atto alla grande per i suoi lunghi: una base bilanciata e una testa trepiede ‘professionale’ che permetta di spostare avanti e indietro, in alto e in basso, il punto dove la base del lungo poggia sul trepiede. Vediamone, brevemente, il ‘funzionamento’ pratico usando, per esempio, un lungo della SwarovkiOptik (l’Azienda che ha colto questa esigenza prima di altri e ha risolto ‘il problema’ con due nuovi, utilissimi accessori): 1. In osservazione pura, il baricentro cade entro il piede dello strumento: tutto bene e la base bilanciata serve quindi per creare una maggior superficie d’appoggio e per variare il punto della proiezione del baricentro nelle situazioni di angolo di sito elevato. Non dimentichiamo che il lungo è nato per l’osservazione pura: perciò il baricentro cade entro il piede dello strumento. 2. Quando pratichiamo il Digiscoping, colleghiamo al lungo una fotocamera, più o meno pesante, e il relativo adattatore. Il peso complessivo dell’attrezzatura non solo aumenta a seconda del tipo di fotocamera, ma lo fa gravando tutto da una parte sola, quella dell’oculare. Talora il peso totale raddoppia e lo fa sbilanciando l’insieme in modo assai pronunciato. Occorre, perciò, bilanciare spostando la proiezione del baricentro all’indietro: la base bilanciata, da sola, può ‘funzionare” con le fotocamere digitali leggere, ma non è sufficiente con le reflex, più pesanti; in questo caso si usa una testa a bilanciere che lavora in perfetta sinergia con la base bilanciata e accoglie la proiezione del baricentro. Non a caso, trattandosi di fotocamere ‘professionali’, la nuova testa a bilanciere della Swarovski Optik si chiama “Testa professionale PTH”. 3. L’effetto finale da ottenere, una volta per tutte, è questo: dopo aver trovato il baricentro ideale e senza dover serrare i freni delle manopole della testa, l’attrezzatura si ferma Caccia Passione 59


La proiezione del baricentro (evidenziato dal punto giallo) sulla base varia a seconda dei pesi: il punto 1 indica il baricentro in osservazione pura; il punto 2 il baricentro facendo Digiscoping con fotocamere digitali leggere; il punto 2a il baricentro con le reflex più pesanti.

esattamente dove si vuole, senza alcun gioco passivo, né in alto o in basso, nè a destra o a sinistra; quando, poi, il soggetto si muove, lo si segue con grande facilità senza dover aprire o riserrare i freni della testa. Nel caso del digiscoping, raggiunto il punto d’ingaggio desiderato, dopo la focheggiatura si tolgono le mani dall’attrezzatura e si scatta con lo scatto remoto, senza alcuna vibrazione di sorta. Scusate se è poco e se il rischio di mosso o micromosso viene scongiurato, per sempre. Per queste ed altre motivazioni di ordine pratico, i digiscopers, i fotografi naturalistici e gli appassionati delle pesanti reflex FX amano particolarmente questo tipo di bilanciamento che possiamo definire “professionale” e rifiutano decisamente tutte le teste a sfera che – oltre all’usura della sfera stessa – hanno sempre un po’ di gioco passivo e, allo sblocco, si orientano in modo disordinato e casuale. Impossibile seguire un animale sul terreno. Molto facile cadere nel rischio del mosso e perdere l’ingaggio. Ecco perché il bilanciamento dell’attrezzattura – magari coadiuvato dalla mano sinistra che preme (all’ingaggio) sulla ghiera del fuoco e la destra sulla fotocamera - risulta assolutamente fondamentale. Irrinunciabile se vogliamo risultati di qualità Caccia Passione 60

Con le pesanti reflex professionali FX, il baricentro è molto arretrato e le due mani del fotografo, correttamente posizionate, agevolano il bilanciamento.

La nuova base bilanciata della SwarovskiOptik, ideale per il bilanciamento si adatta perfettamente anche alla curvatura di base del lungo nella parte bassa del modulo oculare.


Digiscoping

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SABATTI VINCE GLI ITALIANI DI TLD CON FIOCCHI a cura di Sabatti Spa

Le nostre carabine Sabatti per il tiro a lunga distanza ed equipaggiate con canne MULTIRADIALI (Multi Radial Rifling) hanno invece vinto, nei campionati italiani di tiro a lunga distanza con munizioni Fiocchi di serie...

È

opinione comune che per vincere nelle gare di tiro a lunga distanza non si possa prescindere da una buona ricarica e qui ognuno ha la sua ricetta magica. Le nostre carabine Sabatti per il tiro a lunga distanza ed equipaggiate con canne MULTIRADIALI (Multi Radial Rifling)hanno invece vinto, nei campionati italiani di tiro a lunga distanza con munizioni Fiocchi di serie. La finale si è svolta al poligono Le Chamois nella località Pian Neiretto (Coazze, TO) dove si è svolto il girone d’accesso alla fase finale. Tutti i vincitori dei gironi di qualificazione, svoltisi in tutto il territorio nazionale, erano presenti alla manifestazione. La finale si è svolta su 2 giornate: Sabato finale per il campionato a squadre e Domenica finale per il campionato individuale. Sulla distanza delle 600 yards le carabine Sabatti si sono imposte rispettivamente in Tld1 con Luigi Martinelli al primo posto, Roberto Prestini al secondo in Tld1, entrambe con carabina in calibro 308 Fiocchi Perfecta e Daniele Zanelli al primo posto Tld3 (calibri liberi) con un cal. 6,5×47. Cristian Dondi vince nel Girone Piemonte classificandosi al priCaccia Passione 62

mo posto in TLD1 mentre Guglielmo Ceccaroni si classifica secondo sempre in TLD1. Da notare che, in Tld1 sia il primo che il secondo, hanno utilizzato cartucce Fiocchi Perfecta con palla da 175 grs. Addirittura Martinelli, campione italiano di Tld1, ha usato per tutta la stagione, durante le qualifiche, le cartucce Fiocchi. Questo a dimostrazione che per poter competere anche ai massimi livelli non è obbligatorio essere dei maghi della ricarica. Ancora una volta Sabatti e Fiocchi si sono dimostrati una accoppiata imbattibile Daniele Zanelli ci ha raccontato così la sua prova: “La finale è stata il coronamento di tutta la stagione e dopo aver vinto le 5 gare del girone di qualificazione Piemonte e fatto il record italiano relativo alle 4 categorie, non volevo per nessuna ragione perderla. Dopo il primo match, chiuso a 73+8 (su 75+15) con vento leggero, il secondo in classifica, mi tallona ad un punto. Il secondo match è quello della verità anche perchè ora il vento si fa davvero sentire e soprattutto non è costante. Dopo un 4 di prova correggo e faccio un 5 che decido


Tiro a volo

Zanelli con la sua Sabatti

di tenere. Nei colpi seguenti decido di compensare diversamente e leggere in modo altrettanto diverso le bandierine. Questa nuova lettura (grazie Sonia) mi da ragione e l’azzardo viene premiato con uno spettacolare 75+11 che significa vittoria visto che se anche il secondo facesse il pieno, il mio vantaggio resterebbe comunque di un punto. Aver vinto questo campionato è una gioia che mi ripaga di tanti sacrifici ed è un punto di partenza per la stagione futura. Vorrei dedicare questa vittoria ad una persona speciale (leggendo capirà) e ringraziare, primo tra tutti, l’ing. Emanuele Sabatti che ha creduto in me e ha sopportato con pazienza le mie richieste, a volte strampalate ma che alla fine mi hanno dato ragione.” Cristian Dondi così riassume le due giornate di gare: “A causa di un problema tecnico non indifferente il team theGunners ha purtroppo perso almeno 12 punti, viste le condizioni ambientali particolarmente favorevoli durante la manche in cui si è verificato il problema stesso. Il team si è piazzato comunque secondo a 15 punti dal

team Roesler. Senza l’inconveniente avremmo potuto competere per il primo posto. La finale di domenica si è svolta sparando su 2 cartelli, come durante tutto il campionato. Tutti i partecipanti sono stati distribuiti su 5 turni di tiro da ripetere una volta finito il primo giro. Essendo un numero elevato di tiratori purtroppo non tutti hanno potuto tirare in condizioni identiche. Infatti chi ha sparato nelle prime batterie ha goduto di condizioni più favorevoli rispetto a chi a tirato nelle ultime, ma questo fa parte del gioco. Luigi Martinelli è stato molto bravo nel gestire la componente emotiva della finale e ad essere molto costante nella prestazione di tiro, il che lo ha portato alla vittoria del titolo di campione italiano TLD1 2017. Roberto Prestini, dopo la rottura meccanica durante la gara a squadre, è riuscito a ottenere comunque il secondo posto nel campionato italiano TLD1 grazie alla carabina prestatagli da Roberto Capelli. Guglielmo Ceccaroni, neo acquisto in casa theGunners e possessore di una Sabatti Tactical, è riuscito ad arrivare in finale ma non è purtroppo riusciCaccia Passione 63


Zanelli sul podio. primo classificato Tld3

to a performare come al solito. Io sono stato decisamente sotto tono, il peso delle responsabilità da capitano e lo stress di essere il campione in carica, al momento dello svolgimento della finale mi hanno condizionato durante il tiro, non permettendomi di gestire al meglio le condizioni meteo meno favorevoli durante i 2 turni di tiro che erano gli ultimi.” I piazzamenti: Dondi Cristian cat TLD 1: Primo classificato per il Girone Piemonte, 2 medaglie d’Oro e 2 medaglie d’Argento. Arma: Sabatti Tactical Syn cal. 308 win Ceccaroni Guglielmo cat TLD 1: Secondo classificato per il Girone Piemonte, 1 medaglia d’Oro, 1 medaglia d’Argento e 1 medaglia di Bronzo. Arma: Sabatti Tactical Syn cal. 308 win Martinelli Luigi cat TLD 1: Primo Classificato in Campionato Italiano, 2 medaglie di Bronzo. Arma: Sabatti STR Sport cal. 308win Prestini Roberto cat TLD 1: Secondo Classificato in Campionato Italiano, 1 medaglia d’Oro e 1 medaglia d’Argento. Arma: Sabatti Tactical Syn cal. 308 win Caccia Passione 64

Secondo posto per la gara a Squadre a cui ha partecipato anche Roberto Capelli con una carabina Tactical Syn ca. 308win Uno straordinario carnet di 11 medaglie d’Oro, 10 d’Argento e 3 di Bronzo

Le rosate di Zanelli e la sua Sabatti in 6,5×47


Tiro a volo

Attimi di felicità durante la premiazione del team “The Gunners”

Altre rosate vincenti di Zanelli e la sua Sabatti

Martinelli ritira il premio Caccia Passione 65


Caccia Passione 66


Veterinaria

La tenia: uno dei piĂš comuni parassiti del cane Caccia Passione 67


La tenia: uno dei più comuni parassiti del cane di Kalaris

La tenia è il parassita più comune che può infestare l’intestino del cane, provocando la perdita di peso. Questo organismo può anche colpire l’uomo. Esistono vari metodi per capire se il nostro amico a quattro zampe ha contratto questo parassita e la terapia da seguire è molto semplice ed efficace. Come per tutte le malattie e parassiti, la prevenzione e controlli regolari dal veterinario sono fondamentali.

L

a tenia, il cui nome scientifico è Dipylidium caninum, è un parassita dalla lunghezza media di 50 cm di forma appiattita, simile ad un nastro, che abita e prolifera all’interno dell’intestino di cani e dei gatti. Al contrario di ciò che accade quando viene colpito l’uomo, nelle specie animali come cane e gatti la presenza della tenia nel loro organismo raramente provoca seri problemi di salute. Nella maggioranza dei casi viene diagnosticata fortuitamente in animali che versano in condizioni normali. Una delle conseguenze che provoca la tenia che infetta l’intestino di un cane è la perdita di peso, nel caso in cui si riscontra una massiccia preCaccia Passione 68

senza di parassiti. Il Dipylidium caninum ha un particolare ciclo vitale, particolarmente connesso a quello della pulce. Le tenie, infatti, vanno ad agganciarsi nel vero senso della parola alla parete intestinale dell’animale che parassitano, attraverso una serie di uncini situati ad un’estremità corrispondente alla testa. Il corpo della tenia è suddiviso in numerosi segmenti, chiamati proglottidi, i quali sono ripieni di uova e che gradualmente si staccano dalla parte terminale del parassita ed fuoriescono all’esterno. Essi hanno le dimensioni simili ad un chicco di riso e nel momento in cui li si osserva danno l’impressione di essere in presenza dei piccoli vermi,


Veterinaria

poiché si muovono, anche se in realtà, si limitano a contrarsi, al fine di espellere le uova che contengono. Per sapere se il nostro amico a quattro zampe è infettato dalle proglottidi, si può semplicemente osservare le sue feci appena deposte ed anche intorno all’ano, una zona dalla quale sono in grado di fuoriuscire in maniera attiva. Le uova della tenia, in quest’ultimo caso, si depositano per terra, molto spesso nella cuccia così come accade anche alle uova delle pulci. Esiste una certa simbiosi tra le pulci e la tenia. Infatti, accade che le larve di pulce, una volta uscite dall’uovo, alimentandosi con i detriti cutanei e le feci delle pulci adulte, possono

ingerire casualmente anche le uova di tenia per poi ospitarle nel loro interno, dove si riescono a conservare fino al momento in cui la larva diventa a sua volta una pulce adulta, la quale ritorna sul corpo dell’animale da cui era caduta sotto forma di uovo. Anche durante le pulizie il cane può accidentalmente ingerire una pulce, la quale venendo digerita libera l’uovo di tenia, che in seguito si sviluppa nell’intestino dell’animale ricominciando il ciclo vitale che abbiamo sopra descritto. Ciò che abbiamo appena raccontato è l’unica maniera in cui cani e gatti possono contrarre la tenia, quindi si può dedurre che abbiamo anche le pulci. Caccia Passione 69


Un proprietario molto scrupoloso può rendersi conto della presenza della tenia se osserva le proglottidi mentre escono dall’ano o sulle feci deposte da poco. Le proglottidi, dopo essersi svuotate e seccate, rassomigliano ad un chicco di sesamo e si possono riscontrare nei luoghi dove l’animale riposa o intorno alla regione anale. L’esame a vista delle feci non sempre consente di rilevare la presenza di uova di tenia, quindi non si può escludere l’infestazione. In questo caso le uova possono essere viste con un esame delle feci solo se sono uscite dalla proglottide per la sua rottura accidentale. Pertanto, se si riscontrano le proglottidi è fondamentale riferirlo al veterinario di fiducia, il quale adotterà la profilassi necessaria per debellare il parassita. Nel caso in cui si avessero dubbi in proposito, si dovrebbero raccogliere campioni di feci e portarle in ambulatorio. La tenia è un parassita che può facilmente essere debellato attraverso uno specifico prodotto, il praziquantel, il quale viene somministrato con una compressa, attraverso una iniezione o per applicazione topica (ossia applicato sulla cute). Questo farmaco discioglie direttamente il parassita all’interno dell’intestino. Per sopprimere completamente la tenia, però, è indispensabile eseguire in contemporanea Caccia Passione 70

dei trattamenti contro le pulci, che devono interessare tutti gli animali in contatto. Le persone, in particolar modo i bambini, possono contrarre la tenia con una ingestione accidentale di una pulce che contiene al suo interno un uovo di tenia (un evento considerato comunque raro), anche se il trattamento è molto semplice. Ovviamente, come per tutte le malattie e parassiti, occorre una prevenzione e dei controlli regolari nel tempo, al fine di scongiurare una infestazione troppo grande ed abbreviare i tempi di guarigione. Per quanto riguarda l’uomo, è importante lavarsi le mani dopo aver giocato con il cane o gatto per eliminare ogni possibilità di contrarre questo fastidioso parassita. Una Dipylidium caninum adulta vista al microscopio



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Anno VI – N° 07 – Luglio/Agosto 2017 www.cacciapassione.com

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