Caccia Passione giugno 2016

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ANNO V nr. 06 - Giugno 2016

CACCIA PASSIONE Dedicato a chi ha la passione per la caccia nel sangue

“Il Dito nell’occhio” di Bruno Modugno: • Perché vado a caccia

Itinerari di caccia

• Beccaccia: l’emozione nella caccia

Canna rigata:

• Sauer 404 XCT Carbon: precisione e leggerezza

Emozioni in Val d’Ambra


ANNO V nr. 06 - Giugno 2016

CACCIA PASSIONE Dedicato a chi ha la passione per la caccia nel sangue

“Il Dito nell’occhio” di Bruno Modugno: • Perché vado a caccia

Itinerari di caccia

• Beccaccia: l’emozione nella caccia

Canna rigata:

• Sauer 404 XCT Carbon: precisione e leggerezza

Emozioni in Val d’Ambra

in copertina:

Emozioni in Val d’Ambra.. Caccia al cinghiale. Una battuta ottobrina nella valle che segue il corso del torrente Ambra e che unisce il Valdarno al territorio senese, in compagnia della squadra “Il Brancaccio” di Pietraviva..

SOMMARIO Anno V Nr. 06

www.cacciapassione.com

14 Migratoria:

Sinfonia d’autunno

Pg 8 “Il Dito nell’occhio”.. Perché vado a caccia

Bruno Modugno

Pg 12 News ed eventi venatori

22 Ungulati:

Emozioni in Val D’Ambra

a cura della redazione

Pg 14 M igratoria: Sinfonia d’autunno

Pina Apicella

Pg 22 U ngulati: Emozioni in Val D’Ambra

28 Itinerari di caccia:

Beccaccia: l’emozione nella caccia

Caccia Passione 2

Vincenzo Frascino

Pg 28 Itinerari di caccia: Beccaccia: l’emozione nella caccia

Claudia Zedda


Sommario Pg 58 Attualità: All’armeria Bonardo di Bra (CN) Swarovski presenta i nuovi Z8i con l’opzione dell’innovativo reticolo Flexchange 4A-IF

8 “ Il Dito nell’occhio”.. Perché vado a caccia

Pg 34 Cani da caccia: Il lepraiolo che vorrei

Claudia Zedda

Pg 38 Fucili canna liscia: DT11 Black Sporting Come migliorare un fucile perfetto

Emanuele Tabasso

Pg 62 Mondo Ungulati: Mondo Ungulati, i giorni del cinghiale Pierfilippo Meloni

Pg 66 Cucina: Capriolo ripieno di carciofi

Adelmo Giacomini

Pg 68 Veterinaria: La malattia di Lyme nei cani da caccia Kalaris

Saverio Patrizi

Pg 42 Fucili canna rigata: Sauer 404 XCT Carbon: precisione e leggerezza

Emanuele Tabasso

42 Fucili canna rigata:

Sauer 404 XCT Carbon: precisione e leggerezza

Pg 48 Munizioni: La cartuccia 7x65R con palla Blaser CDP Costantino Ramolfi

Pg 52 Ottiche: Binocolo STEINER WILDLIFE XP 10X44 e 8X44 Saverio Patrizi

52 Ottiche:

Binocolo STEINER WILDLIFE XP 10X44 e 8X44 Caccia Passione 3



Editoriale STRISCIA LA BUGIA... I due simpatici conduttori Ficarra e Picone, miei concittadini per altro, di Striscia la Notizia usano dire sempre alla fine di ogni servizio: “se qualcuno ha qualcosa da dire noi siamo qui”. E invece per quanto riguarda la caccia e le nostre argomentazioni “lì” non ci sono stati. Abbiamo assistito in questi ultimi tempi ad un attacco inaudito nei confronti della caccia e dei cacciatori da parte del solito sedicente inviato Edoardo Stoppa. Questa volta in Africa, per parlare di caccia grossa e di Safari. I servizi erano pieni di bugie, inesattezze, falsità e chi più ne ha più ne metta. Mischiando ad arte tra caccia legale, su base scientifica e indispensabile per la gestione delle specie e per l’economia di quei posti, con attività di bieco bracconaggio. Onestamente non pretendiamo che Stoppa o altri la vedano come noi, siamo aperti a qualsiasi tipo di critica e da giornalisti navigati sappiamo bene che la Verità viene spesso e volentieri “interpretata” a secondo di chi la racconta. Quindi nulla quaestio relativamente ai servizi. Non pretendo che un bugiardo rinsavisca e dica le cose come stanno. Se volessimo pensare inoltre che Striscia per bocca di Stoppa sia in buonafede allora è l’ignoranza che ha prevalso su tutto. La questione, quindi, è semplicemente dare il diritto di replica! Abbiamo scritto alla redazione di Striscia la Notizia subito dopo la messa in onda dei servizi chiedendo di dire la nostra. Se lo avessero fatto avremmo potuto controbattere argomento su argomento, dato su dato. Avremmo spiegato, tra l’altro, che nei paesi africani in cui la caccia è consentita il numero degli animali è cresciuto sensibilmente e che gli stessi paesi, e le popolazioni, hanno tratto e traggono enormi benefici ambientali ed economici per il flusso di denaro che i cacciatori di tutto il mondo portano. Al contrario in quei paesi in cui la caccia è chiusa orami da oltre quarant’anni, vedi Kenya, molte specie stanno diventando a rischio di estinzione. Avremmo detto che la carne di tutti gli animali cacciati viene interamente utilizzata anche per sfamare interi villaggi, per dare delle proteine nobili a bambini che muoiono di fame. Avremmo avuto l’opportunità di ribadire che grazie alla caccia oggi molti bambini possono andare a scuola, possono avere un futuro migliore, possono divenire protagonisti di un cambiamento per quei paesi. Certo far vedere una povera Zebra azzoppata malamente da un tiratore infelice, soffermarsi su quelle immagini, fa molto effetto nella pubblica opinione, ma dietro ogni safari ci sono tali e tanti interessi economico e sociali per quei paesi che sarebbe stato giusto metterli sul piatto della bilancia... Continua la lettura sul Portale... Federico Cusimano


PERCHÈ VADO A CACCIA di Bruno Modugno

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me l’occhio. Tutti quelli che trovano la caccia una pratica crudele, inutile, anacronistica, o quanto meno bizzarra vengano e mi porgano l’occhio. Prima vi ci ficco il dito dentro e poi vi spiego perché 700 mila italiani, di buoni costumi e con la fedina penale immacolata, vanno a caccia. Perché, vedete, se siete incensurati potete andare a caccia. Se non lo siete, potete sedere in Parlamento e fare leggi contro la caccia. Qualche tempo fa, dopo aver presentato in libreria l’ultimo romanzo di uno scrittore amico, giunti al momento degli interventi del pubblico – interventi, peraltro, da me sollecitati – una signora non più giovanissima mi interpellò con una domanda che voleva essere provocatoria, ma della quale fui felice perché mi consentì di aprire un dibattito su un tema del tutto estraneo a quella particolare occasione. Senza alzarsi dal suo posto, la signora, che mostrava ancora le tracce di una luminosa bellezza, mi chiese, senza tanti giri di parole: “Ma come fa una persona come lei, un esteta, uno scrittore che si dice amante della natura, ad uccidere quei poveri cinghiali?” Risposi, con una punta di volontario sarcasmo: “Sa, signora, vivi non mi riesce ancora di mangiarli!” Ci fu un attimo di gelo. Poi infierii, aprendo la bocca: “Vede signora? Questi sono i canini. E rappresentano la prova più palese che sono anch’io, e sicuramente anche lei e tutti i presenti, un predatore!” Quindi, fedina penale a parte, sono legittimamente autorizzato ad andare a caccia, non solo dal Questore, ma dalla Caccia Passione 6

Natura. Poi noi, scimmie intelligenti, solo dopo aver saccheggiato il pianeta,ci siamo imposti un’etica della caccia (che i predatori hanno innata) A me l’occhio e le orecchie. Sembra che le due parole “etica” e “caccia” siano in stridente contraddizione fra di loro, per l’idea, insita nella parola “caccia”, dell’uccisione di una creatura. Può la caccia essere “etica”? Per prima cosa occorre ridefinire il significato di questa parola, che tante passioni suscita. Che cos’è la caccia? È ancora uno sport, un hobby, un uso del tempo libero? È una risposta culturale all’istinto di aggressività? È l’uso razionale di una risorsa, economica e alimentare, non in contrasto con il mantenimento e lo stato di salute di popolazioni animali? È gestione e conservazione della fauna selvatica? È un lavoro che si svolge, nell’interesse di tutti, per il mantenimento delle strutture sociali di determinate specie in armoniosa relazione con le altre specie selvatiche, con il territorio e la produzione agricola e forestale? È qualcosa che ci ricollega con i nostri istinti più ancestrali ai quali far risalire ogni tappa del progresso umano, dalla costruzione del linguaggio, alla creazione delle comunità sociali, all’identificazione dei ruoli e delle gerarchie all’interno del gruppo? È un modo di sentirsi partecipe degli eventi naturali, anche dei più drammatici? Rappresenta quindi la condizione umana? Può essere anche una metafora poetica della vita e della morte? In realtà la caccia è tutte queste cose insieme. Ognuno di noi può, in diversa misura, scegliersi le risposte più vicine al suo modo di sentire.


Il dito nell’occhio... È chiaro che alcune di queste motivazioni vanno utilizzate, con opportuni interventi pubblicistici, per modernizzare gli atteggiamenti del mondo venatorio, ma anche per rendere più accettabile all’esterno il senso di questa nostra amata, ma anche criticatissima attività, che viene percepita spesso come un gratuito atto di violenza sugli animali. Negli strati più responsabili del mondo degli ambientalisti si stanno superando molte delle incomprensioni di un tempo, alla luce anche dei grandi cambiamenti che si sono verificati in questi ultimi anni e che hanno visto, ormai in quasi tutta Italia, i cacciatori svolgere per conto delle amministrazioni provinciali un ruolo insostituibile di controllo sulle specie di ungulati, oramai così diffusi sul territorio, da costituire un serio problema per l’ambiente, le colture, ma anche per le altre specie meno versatili. Stanno cadendo, proprio per il nuovo corso dell’attività venatoria che viene intesa sempre di più come gestione della fauna selvatica, le incomprensioni che nel passato hanno contrapposto ambientalisti, cacciatori e agricoltori. Ci sono continue e frequenti scaramucce, ma spesso solo di facciata. È invece impossibile – e lo sarà sempre - ogni contatto con il movimento degli animalisti che, al suo interno, vede crescere sempre di più le frange estreme, oltranziste e spesso anche violente. L’animalismo è una sorta di disumana religione moderna, praticata da chi vive in città e da tempo ormai ha perso ogni rapporto con i fatti naturali. Si basa su un’immagine falsa e idilliaca della natura, dove invece tutto è conflitto cruento, dove la vita nasce dalla morte, continuamente, in un perpetuo rinnovarsi. A parte ogni altra considerazione, la caccia è etica quando è naturale, quando non è spreco, insensato consumo, gratuita crudeltà. Interessante è la posizione delle diverse religioni nei confronti della caccia. Nessuna

delle grandi confessioni la proibisce. a condizione che venga praticata in modo naturale. Il famoso calciatore italiano Baggio è un fervente buddista e al tempo stesso un appassionato cacciatore. Il monaco zen Gigi Mario, che ha la responsabilità di un monastero buddista nei pressi di Orvieto, anni fa mi chiese se fosse possibile abbattere un po’ di quei cinghiali che gli devastavano l’orto. Maggiori sono invece le distanze con l’animalismo. Civiltà Cattolica, l’autorevole rivista dei Gesuiti, da anni ha dichiarato guerra a queste frange estreme dell’utopia verde sottolineando i rischi di una filosofia che per innalzare i diritti degli animali riduce quelli degli uomini. Ironizzando sui pretesi diritti degli animali sostenuti dal movimento, l’editorialista di Civiltà Cattolica si chiedeva: “Per difendere la vita degli animali anche dagli altri animali, dovremmo tutta la nostra vita separare i gatti dai topi? E come si giustifica il fatto che si lascino sbranare le pecore per alimentare Fratello Lupo?” Torniamo agli ambientalisti o anche a tutti coloro che, pur non essendo impegnati in un’attività di “volontariato critico”, sono semplicemente infastiditi dalla caccia, perché ormai influenzati da almeno venti anni di propaganda contraria, o anche soltanto a causa di tutte le implicazioni evocative della violenza presenti anche nella migliore e più “etica” attività venatoria. Abitualmente noi diamo risposte di tipo biologico ed economico: 1) il cacciatore svolge le funzioni dei grandi predatori ormai scomparsi; 2) il cacciatore ristabilisce l’ordine nella struttura sociale delle popolazioni; 3) il cacciatore lavora per tutto l’anno per contribuire a mantenere e migliorare l’ambiente e per questo è anche disposto a spendere di tasca sua (vedi quanto ha fatto il CIC in Senegal dove ha ricreato 52 mila ettari di zone umide); Caccia Passione 7


4) dove la caccia è stata proibita sono esplose epidemie (come è avvenuto nei massimi parchi italiani); altrove alcune specie si sono moltiplicate a danno di altre meno versatili e si sono rivelate un vero flagello per le colture. Nel cantone di Ginevra, dove la caccia è stata interdetta da un referendum popolare, vengono spesso impiegati i militari per limitare i capi in sovrannumero; 5) la fauna selvatica è un bene della terra, come il grano, o meglio ancora, come un gregge: se ho dieci ettari di prato e dieci pecore, dovrò intervenire per tempo per raccogliere l’incremento annuo, altrimenti in capo a due o tre anni morranno tutte. Di fronte a queste argomentazioni, un interlocutore ragionevole riconoscerà magari che la caccia è utile, che a volte è necessaria, sempre che tutti i cacciatori si comportino bene. Ma la reazione degli “altri” spesso è riassunta in una sola frase: “Sì, ma voi uccidete, voi vi divertite a uccidere.” Questo è il vero problema etico. È vero? E quali risposte dare? La prima: ci sono anche le guerra giuste, le guerre difensive. Ora la caccia è come la guerra: spesso è necessaria, indipendentemente dal fatto che un militare di carriera possa trovarvi le proprie soddisfazioni. Se il tuo Paese è minacciato, che cosa fai? Scappi, passi dalla parte del nemico, professi l’obiezione di coscienza? O più onestamente rischi la tua vita per la salvezza tua e dei tuoi compatrioti, per difendere i tuoi valori, il tuo stile di vita, la tua cultura, la tua religione, anche il tuo benessere? Oppure: se devi farti tagliare un braccio, preferisci sottoporti al bisturi di un chirurgo che svolga il suo lavoro con soddisfazione, con una sorta di professionale piacere, o da chi non ama quel suo lavoro sanguinario? È chiaro, infatti, che la caccia, pur rivestendo una funzione biologica, economica e anche sociale, deve essere praticata da chi intende rispondere a un’intima e arcaica pulsione, che possiamo chiamare “piacere”, anche se l’atto implica la morte di creature viventi. Il “piaCaccia Passione 8

cere” della caccia è quell’istinto che ha fatto evolvere uno scimmione in uomo e il branco in società organizzata. Così come il ”piacere del sesso” ha determinato l’immortalità della specie umana. Almeno finora. Entrambi i “piaceri” sono quindi legati rispettivamente all’evoluzione e alla conservazione dell’uomo. Ma ancora una volta, l’etica può trovare conforto nella biologia: in natura, ogni specie vivente si nutre a danno di altre specie viventi. La volpe uccide, ed è naturale. Diecimila anni fa l’uomo ha imparato ad allevare quegli animali che cacciava e a seminare quei frutti che raccoglieva, per potersene cibare più facilmente, cosa che continua a fare anche oggi senza sollevare eccessive obiezioni, tranne che da parte della frangia più estrema di chi predica una “innocente condivisione della natura”. Anche se allevati o coltivati per ragioni alimentari, polli, tacchini, fagioli e melanzane, sono tutte creature viventi ( e non è detto che i vegetali non abbiano una loro sensibilità, anche se assai rudimentale). L’uomo, come qualsiasi altro essere presente su questa terra, si ciba di cose vive, non di minerali. La caccia (come la macellazione) si serve di un atto cruento per trasformare una proteina in energia. In questo non c’è niente di scandaloso, perché questo è naturale. Tutto dipende da come si giunge ad un abbattimento, ad un’uccisione. E per questo il cacciatore si è dato delle regole per non far soffrire l’animale, e per non far danno alla specie. E in più si è inventato nei secoli una serie di rituali che danno nobiltà alla caccia, come le cerimonie che si fanno sia per onorare l’animale ucciso sia per esorcizzare il senso di colpa. E l’arte (sotto forma di musica, pittura, letteratura) è da sempre una fedele testimone dell’atto del cacciare. Come si può vedere, il discorso porta molto lontano e difficilmente può essere racchiuso nell’angusta griglia di una formula. Quindi, se avete capito, bene. Se no, porgetemi l’occhio.



Mondo Ungulati: una sorpresa annunciata.. Mondo ungulati con la sua prima edizione dell’unico evento nazionale dedicato alla gestione e al prelievo del consistente patrimonio dei nostri ungulati, è stato un grande successo.

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el panorama dei numerosi eventi fieristici e mediatici di cui sono stati costellati gli ultimi mesi, Mondo Ungulati è stata la sorpresa che tutti aspettavano. Arezzo Fiere e Congressi ha ospitato l’evento nel weekend offrendo ai frequentatori un’area molto funzionale, spaziosa e fruibile. Suddivisa in due macro areee (“Caccia in braccata” e “Caccia di selezione”) abbastanza definite da permettere lo svolgimento di eventi e conferenze in contemporanea ma abbastanza vicine da consentire ai visitatori di usufruire dell’offerta informativa senza tempi morti, in un programma perfettamente cadenzato, ricco e vario. I temi trattati sono stati svariati e molto “caldi”: la convivenza tra braccata e caccia di selezione al cinghiale, il ruolo sempre più emergente del cane da recupero e la figura del recuperatore, il trattamento delle spoglie e la filiera sicura delle carni destinate a un consumo sempre più ampio, l’addestramento e la sicurezza dei cani nell’eserci-

zio dell’attività venatoria, e molti altri. Tra i relatori numerose le figure autorevoli, esperti e nomi storici della cinofilia e dell’ars venandi in tutte le forme relative al caleidoscopico mondo degli ungulati. Non sono mancati interessanti momenti in cui noti chef si sono cimentati nell’utilizzo della selvaggina nobile come materia prima di ricette gustose, sane e moderne. Nei ring delle rispettive aree tematiche è stato possibile ammirare splendidi esemplari delle razze specialiste delle singole forme di caccia agli ungulati. Le caratteristiche dei segugi, in tutte le loro declinazioni sono state esaustivamente illustrate dai più autorevoli giudici ENCI. Le prove di obbedienza dei cani da traccia hanno lasciato a bocca aperta per le doti d’intelligenza e collegamento col conduttore. Più che una fiera, Mondo Ungulati è stata una grande occasione di conoscenza, d’incontro, di scambio di sapere ed esperienze, su un mondo enormemente ricco e complesso, destinato a crescere.

L’ENCI istituisce nuovo titolo di “Campione Italiano Veterano” L’Ente Nazionale Cinofilia Italiana lo assegnerà al cane che avrà conseguito tre qualifiche “Primo Eccellente” con differenti esperti giudici.

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a decisione risale a quasi due mesi fa, ma l’Ente Nazionale Cinofilia Italiana (ENCI) ha reso nota la novità nel corso della giornata odierna, lunedì 13 giugno 2016. Il Consiglio Direttivo ha deliberato di istituire un titolo cinofilo nuovo di zecca, vale a dire quello di “Campione Italiano Veterano”. Di cosa si tratta? L’assegnazione deve avvenire nel caso in cui il soggetto sia riuscito a conseguire tre qualifiche “Primo Eccellente” con esperti giudici diversi e nell’ambito di esposizioni nazionali e in classe veterani. L’ENCI ha anche messo a disposizione il modulo per la richiesta. I conduttori possono chiedere che venga proclamato “Campione Italiano Veterano” il loro cane

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in base ai risultati conseguiti nelle manifestazioni. C’è un’apposita tabella in cui vanno elencate le prove, in ordine di data e avendo cura di specificare la località di svolgimento. Il proprietario del cane che aspira al prestigioso titolo, inoltre, è obbligato a presentare all’ente la richiesta di proclamazione usando la modulistica controllata. Il tutto deve avvenire entro due mesi da quando è stato conseguito l’ultimo titolo utile per la valutazione. L’utilizzo dei risultati e dei titoli per la proclamazione di un determinato soggetto avviene in ordine rigorosamente cronologico. Ovviamente tutti i documenti allegati e i dati trascritti dovranno rispondere al vero.


News venatorie Benelli: tiro dinamico d’eccellenza al Game Fair.. Il Game Fair si è concluso pochi giorni fa e per Benelli c’è stata una grande novità, l’azienda ha portato per la prima volta il tiro dinamico in questa fiera coinvolgendo il pubblico presente con la presenza di numerosi tiratori Benelli, tra cui Kim Leppanen.

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enelli Armi – E’ stato un successo che avrà sicuramente risvolti positivi sull’attività del tiro dinamico shotgun in Italia. Per la prima volta Benelli ha portato in un Game Fair questa divertente disciplina sportiva. Il pubblico ha potuto avvicinarsi al tiro dinamico grazie ad un’inedita sfida sul campo con il coinvolgente entusiasmo dei più noti tiratori italiani e della star internazionale, il campione del mondo Kim Leppanen. La prova si è svolta al Game Fair di Grosseto: una sfida giocata su due percorsi differenti, allestiti dal team italiano, coordinato dal range master internazionale Silvia Bussi. E’ stato bello vedere giovani cacciatori e tiratori più esperti cambiare le solite abitudini di tiro per cimentarsi con l’M2 e con i fucili a pompa, nella

“caccia” a piattelli e sagome in movimento, scandita dall’inesorabile scorrere del tempo sul cronometro. L’attività del tiro consiste infatti nel colpire e ottenere il massimo degli obiettivi nel minor tempo possibile. Il pubblico è stato pienamente coinvolto in questa singolare sfida, come hanno confermato Kim ed il team dei tiratori nazionali. Il desiderio obiettivo è ora quella di veder affluire schiere sempre più folte di giovani armati del fido Benelli nelle arene di tiro. Il fucile made in Urbino – come testimoniano Davide Cerrato, Paolo Zambai, Luigi Silvestroni, Nicola Baccaro e Daniele Antoniotti – rappresenta infatti il miglior strumento per affrontare con successo la disciplina del tiro dinamico I.P.S.C. shotgun: in pratica la formula uno dei semiautomatici.

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Più che il carniere la più grande soddisfazione è la riuscita del complesso sistema capanno-richiami Caccia Passione 12


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Sinfonia d’autunno

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Sinfonia d’autunno testo di Pina Apicella foto di Vincenzo Frascino

Caccia ai tordi. Una tradizione venatoria antica e faticosa che affonda le sue radici in una profonda cultura. Cronaca di una giornata di caccia ai tordi da appostamento fisso con richiami vivi in quel di Montalcino.

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artiamo da un presupposto: la caccia è bella tutta. Detto ciò, ognuno ha le proprie inclinazioni, passioni ed esperienze. La mia limitatissima esperienza di caccia ai tordi è stata sempre quella da appostamento temporaneo, dove la soddisfazione è basata principalmente sullo studio delle traiettorie di volo, le zone di pastura e dove i tiri, spesso di stoccata, sono particolarmente difficili. Nell’ambito della caccia ai tordi una modalità che mi ha da sempre affascinato è quella dell’appostamento fisso con richiami vivi. Questa forma di caccia è praticata maggiormente nel nord Italia, ma ha una lunga e preziosa tradizione in alcune zone della Toscana e dell’Umbria. Ho avuto modo di assistere a una mattinata di caccia da appostamento fisso in compagnia degli amici Giuliano e Mirco nello splendido territorio di Montalcino. “La cura dell’appostamento richiede un laCaccia Passione 14

voro che dura praticamente tutto l’anno: il dintorno del capanno va potato, sistemato, dotato di particolari arbusti che devono essere curati con costanza…insomma, deve diventare più naturale possibile” mi spiega Giuliano, mentre raggiungiamo nel buio il capanno. “Questo tipo di caccia è più che altro una forma d’arte: è necessario conoscere molto bene le abitudini dei selvatici, le loro preferenze alimentari, l’influenza del meteo sui loro comportamenti…e in più si deve avere qualche cognizione di botanica, per selezionare le specie vegetali da piantare, per potarle secondo uno schema che non risulti artificioso ma nello stesso tempo permetta il posizionamento dei richiami e il facile recupero dei capi abbattuti. Insomma: questa caccia qui non è per tutti, ci vuole una dose di pazienza e costanza che solo pochi matti hanno!”. “E’ vero! - gli fa eco Mirco – per non parlare dei richiami! Selezionare


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La cura del capanno richiede attenzioni tutto l’anno Caccia Passione 15


L’autore e il setter Tim.

È importante conoscere il carattere di ciascun richiamo al fine di sfruttarne al meglio le potenzialità canore

Spiragli di luce e speranza attraverso le feriotie del capanno Caccia Passione 18

una batteria di richiami efficace non è affatto semplice! Bisogna allevarli e nutrirli tutto l’anno, agire sul fotoperiodo cioè modificare il loro bioritmo alterando il ciclo luce-buio in modo che il loro canto si tari sulla primavera nel mese di ottobre. “Da dove vengono i tuoi tordi?” chiedo a Mirco, affascinata dalla grande quantità di gabbie stipate nel fuoristrada. “Ho provato ad allevare qualche tordo, ma è una fatica che non premia: da piccoli vanno imbeccati per venti giorni, è come avere un neonato da accudire … per lo più i miei sono presicci che sono stati selezionati da me e mio padre in base alla


qualità del loro canto. Ci sono alcuni che si sentono primedonne, altri che hanno bisogno del supporto dei colleghi. Pian piano li si conosce tutti, e si trova la disposizione vincente per far funzionare l’intera batteria, proprio come un’orchestra sinfonica!” Giunti al capanno, entriamo un una struttura molto curata e perfettamente mimetizzata nell’ambiente. Su tre lati vi sono delle feritoie alte almeno un metro e mezzo. Davanti al capanno, disposti a semicerchio, una fila di alberi molto alti e stranamente spogli. “Quelli che vedi qua davanti al capanno sono i così detti alberi da buttata. Veniamo spesso a potarli. Sulle sommità vedi legati dei rami spogli: quelli sono i secconi, insieme alle pertiche orizzontali che vanno da un albero all’altro servono da posatoi. Sono molto frequentati soprattutto da merli e

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bottacci” mi spiega con professionalità Giuliano. Tra gli alberi e il capanno c’è un fondo d’erba, costellato da arbusti. Accompagno Mirco che fa la spola tra la jeep ed i cespugli con in mano le gabbie “Questi arbusti sono di ginepro e alloro” mi spiega, “sono molto graditi ai nostri turdidi! Nel mezzo abbiamo creato gli appoggi per le gabbie dei richiami…dov’è Denis?” – chiede Mirco a Giuliano, interrompendo la sua spiegazione. “Eccolo qua, il mio tenore!” il giovane cacciatore conosce uno per uno tutti i suoi richiami. Di ciascuno saprebbe riconoscere il timbro, il comportamento. Ognuno di essi ha un nome, e un posto predefinito. “Gino lo metto qui perché non canta mai se ha accanto Veronica”, spiega sottovoce, mentre dispone le voci del coro sul palco. “Sai, esiste un fenomeno che si chiama gelosia: tal-

Mirco e i suoi preziosi richiami Caccia Passione 19


Affinchè la batteria funzioni al meglio ogni richiamo deve essere posizionato nel posto giusto del coro

volta un cantore che canta benissimo a casa rischia di non fare un bercio se ha accanto un collega che canta prima e meglio di lui!”. Ci spostiamo per rientrare nel capanno. “Sentirai che musica quando inizierà a far giorno!” esclama Mirco. Ai primi bagliori dell’alba un melodioso brusio si eleva al cielo, da dove il pubblico alato accorre per posarsi sui rami. I quattro calibri a disposizione dei cacciatori si alternano in funzione della distanza di tiro. La mattinata non è particolarmente prodiga d’incontri, ma ogni qual volta un tordo si posa in prossimità della piazza, attratto dal canto dei suoi richiami, il volto di Mirco si illumina di malcelata soddisfazione: a quel punto sparare per lui diventa un optional. Per pochi secondi il concerto s’interrompe come se qualcuno avesse premuto il tasto Caccia Passione 20

“mute”: l’ombra delle ali spiegate di un falchetto ci chiarisce la causa del prudente silenzio. Scampato il pericolo, il canto riprende. Pochi bottacci, qualche merlo e un solo “alpigino” (sassello, ndr) sono il premio non solo di oggi, ma di un anno intero di lavoro. In questa caccia si semina molto e, in proporzione, si raccoglie veramente poco: mesi e mesi di preparazione, e poco più di un mese di passo che, tra silenzio venatorio e perturbazioni autunnali, si traduce in qualche sparuta giornata di caccia. Non sarà lo sforzo di arrampicare in montagna dietro ai camosci, ma in questa attività venatoria la fatica non manca. E così, come la caccia è bella tutta, mi vien da affermare che, ben fatte, tutte le forme di caccia richiedono sacrificio, ampiamente ripagato da una passione autentica.


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Fabrizio nell’attimo dello sparo Caccia Passione 22


Ungulati

Emozioni in Val d’Ambra

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Emozioni in Val d’Ambra Caccia al cinghiale. Una battuta ottobrina nella valle che segue il corso del torrente Ambra e che unisce il Valdarno al territorio senese, in compagnia della squadra “Il Brancaccio” di Pietraviva

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l calendario della provincia di Arezzo solitamente consente una precoce apertura della caccia al cinghiale, anticipando di diverse settimane la fatidica apertura di Ognissanti. Per questo motivo nel mese di ottobre

di Vincenzo Frascino

non mancano le occasioni per qualche braccata nel magnifico territorio aretino. Stavolta ci troviamo nella valle che segue il corso del torrente Ambra e che unisce il Valdarno al territorio senese. Siamo ospiti della squadra Il cinghiale più bello del carniere odierno

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Ungulati Un rumore proveniente dalla macchia attira la nostra attenzione

“Il Brancaccio” di Pietraviva. I componenti si rivelano schietti, ospitali e grandi cacciatori. Una cena nella casa di caccia la sera prima della battuta ci consente di conoscere gran parte dei membri della squadra. Una colonna portante della squadra è il nostro amico Paolo Minucci (per gli amici Pecio), un gigante barbuto dagli occhi di fuoco che vedrei benissimo in un film di Pieraccioni. “Ottobre, si sa, è un mese un po’ particolare: tra fungaioli, migratoristi e altri frequentatori del bosco, gli elementi di disturbo per i cinghiali non mancano ma sulla battuta di domani non mi pronuncio”, ammicca Pecio parlando dell’indomani. Un’uggiosa domenica mattina ci da il buon giorno. Davanti alla casa di caccia arde un fuoco scoppiettante e il suo calore s’irradia attraverso gli affettuosi saluti a suon di pacche sulle spalle e vigorose strette di mano. Mentre i vari componenti continuano ad arrivare alla spicciolata, i traccini partono per la loro missione, irrinunciabile alla luce delle osservazioni di Pecio. Accompagno Enzo, un canaio della squadra che viene dal senese e possiede una splendi-

da muta di Griffon Nivernais, nella fase della tracciatura. Le rumate della notte e dei giorni precedenti fanno ben sperare. La nebbia che va diradandosi e l’aria fiduciosa dei traccini di ritorno alimentano il buon umore nel sorteggio delle poste. Il compito di stendere le poste è diviso tra Massimo (il capocaccia) e Viero (il vice-capocaccia) detto Cippe, al cui seguito procediamo in fila indiana lungo un fosso. Dall’altro versante della battuta si sente il fragore delle mute impazienti: oggi in azione insieme ai griffon di Enzo ci saranno numerosi maremmani. Fabrizio, io e Pina. Questo è l’ordine in cui siamo disposti. La mia posta è molto aperta e, se da un lato questo è un vantaggio per la visibilità, dall’altro non è un gran presupposto per quanto riguarda la possibilità d’incontri. Senza indugiare più di tanto alla mia posta, nel tempo non breve che precede l’inizio della battuta, vado alla posta alla mia sinistra a trovare l’amico Fabrizio. Lo trovo intento a sistemare la sua videocamera e condivido in pieno la sua decisione: da una posta così scene da brivido Caccia Passione 25


La squadra “Il Brancaccio” di Pietraviva

non si faranno desiderare! Come previsto pochi minuti dopo la sciolta, una prima canizza si dirige inesorabilmente verso di noi, e il fuoco di Fabrizio ferma il primo cinghiale della giornata. Mandiamo indietro i cani e in men che non si dica li sentiamo ritornare verso di noi in canizza. “crack....crack” uno scrocchiare di rami attira la mia attenzione e punto la carabina nella direzione del suono. Silenzio. Sono certo che è lì. Forse ci avrà avventati. Ma la canizza Caccia Passione 26

pressa l’immobilità del cinghiale, il dubbio è solo su quale dei trottoi imboccherà, il mio o quello di Fabrizio. Sarà sempre Fabrizio a essere baciato dalla sorte. I boati delle carabine dall’altra linea delle poste confermano che le conclusioni dei traccini erano più che fondate. Per radio si sente la voce di un canaio che si avvicina a un maremmano che abbaia a fermo. Col passar dei secondi la voce umana viene sempre più sovrastata dall’abbaio del suo ausiliario, cui si uniscono le voci di nu-


Ungulati

merosi cani che accorrono e riempiono gli auricolari di una musica travolgente. L’animale si mostra reticente ad abbandonare la lestra sebbene sovrastato dagli abbai a fermo, che si protraggono per lunghi e intensi minuti, a dispetto dei berci e degli spari dei canai. “Attentiii!! E’ partitoooo”, urlano via radio “E grossooo! E ha tutti i ‘hani dietrooo...fermateloooo sennò se li porta via tuttiiiii”. La canizza descritta via radio dai canai si materializza alle nostre orecchie. Una musica simile sarebbe capace di scuote-

re anche le poste dotate di più sangue freddo! La canizza, incalzante, avanza nella nostra direzione, piega alla mia destra costeggiando il fosso e “BAAAM!” un unico colpo pone fine al concerto cui fa seguito la meritata rivalsa degli ausiliari sull’animale. L’imponenza e la mole del bel verro fermato, chiariscono immediatamente il suo comportamento nei confronti degli ausiliari che a lungo lo avevano incalzato. Risulterà essere il più bell’animale abbattuto della giornata e, forse, della stagione. Caccia Passione 27


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Itinerari di caccia

BECCACCIA: L’EMOZIONE NELLA CACCIA Caccia Passione 29


BECCACCIA: L’EMOZIONE NELLA CACCIA di Claudia Zedda

Ha tutti i colori dell’autunno, il mistero di una strega, e la suggestione di un bosco che è oscuro sì, ma pure amichevole. Di volatili ne puoi conoscere tanti, tantissimi, ma la beccaccia è un’altra cosa. Tutti, nessuno escluso ne subiscono il fascino: non è un caso che di lei si sia scritto tanto. Migrazione Nel cinquecento il naturalista Belon già parlava di lei nei suoi libri, raccontando di cacciatori coperti di mantello spesso con scopo mimetico che la cacciavano con un laccio. Un’impresa piuttosto ardua ci vien da pensare. Il segreto era di andar alla ricerca di beccacce quando queste giungevano con maggiore intensità e dunque fra i segni zodiacali dello scorpione (tra il 23 ottobre e il 22 novembre) e il sagittario (tra il 23 novembre e il 21 dicembre), meglio se le giornate sono accompagnate da pesanti piogge. E’ proprio allora che, secondo il naturalista francese, arrivano le beccacce, per nascondersi dentro boschi umidi, silenziosi e impenetrabili. Oggi abbiamo informazioni più dettagliate, ma forse meno affascinanti. Sappiamo ad esempio che la velocità di volo della beccaccia non supera mai i 60 km orari, a patto che Caccia Passione 30

non abbia il vento a favore. Sappiamo anche che mediamente per notte la beccaccia riesce a coprire circa 300 km ed è in grado di rimanere, in volo, tra le 6 e le 8 ore. Ci è noto inoltre che la migrazione da nord est segue comunemente la direttrice sud ovest con le dovute eccezioni. Pare ad esempio che i volatili residenti nelle aree scandinave amino spostarsi verso le isole britanniche o meglio ancora verso il nord della Francia. Insomma sugli spostamenti di questi uccelli spettacolari abbiamo parecchie informazioni, tutte ben documentate, tutte conservate in meravigliosi libri, eppure una cosa sono le convinzioni date dalla lettura, altra cosa sono quelle regalate dall’esperienza. Si tratta di convinzioni che spesso diventano certezze: la beccaccia poi si divertirà a metterle in discussione, perché quando si parla di questo volatile niente è sicuro.


Itinerari di caccia

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L’incontro Il momento dell’incontro, lo sanno bene i cacciatori, è importante. Certo può essere causale, ma solo le beccacce che arrivano puntuali all’appuntamento sono quelle che si ricordano, quelle che ci fanno emozionare. Studiare la sua natura, scovare il posto giusto, presentarsi all’appuntamento e trovare lì anche lei non ha prezzo. D’altronde scovare il posto giusto non è mica facile. Alcuni specialisti della beccaccia sono convinti che lei sappia con precisione, prima ancora di arrivare sul luogo, dove trascorrerà l’intera giornata. Non si tratta di capriccio: la scelta è motivata dalla stagione, dal vento, dalla qualità del terreno, per dirla difficile la scelta è dettata soprattutto dal fotoperiodo. Il concetto di fotoperiodo, per chi non lo sapesse, fa riferimento alla durata delle ore di luce diurne, all’intensità delle radiazioni, e viene influenzato dal ritmo stagionale, dalla latitudine, dall’influenza delle piante etc. Quindi l’incontro è scontato se si conoscono tutti questi dettagli? Assolutamente no! Le variabili sono tantissime tanto che l’incertezza dell’incontro è sempre garantita, e per fortuna! Caccia Passione 30

Cane e fucile Il cane da beccaccia deve saper fare tutto, o quasi tutto. Cerca, trova, attende il cacciatore e deve farlo con grande precisione. Per questo sono ben adatti a questa missione i cani da ferma. In tale arte il cane deve essere necessariamente uno specialista. D’altronde dare la caccia alle beccacce non è mica facile: non solo il voltile si sottrae con eleganza a molti agguati, più di ala che di piedi, ma di mezzo ci si mette anche il vento, il clima e l’ambiente esterno e la vegetazione. Il fucile ideale? A canne corte, poco strozzato meglio se utilizzato con pallini n.8 in prima canna e 7 nell’altra. Per il resto seguite l’istinto: la caccia alla beccaccia è un’esperienza unica, un’emozione irripetibile.



Il lepraiolo che vorrei

Qualità e capacità indispensabili al segugio nella caccia di Claudia Zedda alla lepre...

S

iamo tutti d’accordo che la perfezione non sia di questo mondo? Eppure quando parliamo di cani, quando parliamo di cani da caccia, quando parliamo di cani da caccia alla lepre tutti, nessuno escluso, ambiamo al segugio perfetto. Che poi è giusto così, accontentarsi non ha portato lontano mai nessun cacciatore, eppure di cani perfetti io ho sempre e solo sentito parlare. Sarà per via del fatto che la perfezione è variabile e dipende anche e soprattutto dai gusti del canettiere? Qualunque sia la verità, esistono dei tratti che un lepraiolo fuoriclasse nel trattare l’orecchiona dovrebbe possedere: a pensarci bene sono tutti tratti di cui dovrebbe far vanto, in un modo o nell’altro anche il cacciatore. Sono cinque e se in casa hai un cane che li possiede tutti, buon per te. Moderazione ed equilibrio Equilibrati lo devono essere entrambi, cane e canettiere. In entrambi la moderazione e l’equilibrio consentono di regolare l’azione e la reazione a qualsiasi situazione. Prendi ad esempio la voglia irrefrenabile del selvatico che molti lepraioli mettono in mostra: un cane equilibrato sarà in grado di controllare questa sensazione evitando inutili strappi, ritorni controproducenti, velocizzando e ottimizzando ogni azione di caccia. L’equilibrio torna utile anche in altre situazioni: un cane equilibrato è in grado di comportarsi sul campo in base anche al tipo di terreno e al tipo di giornata. Caccia Passione 32

Un cane equilibrato è un cane paziente, in grado di concentrarsi, non necessariamente anziano ma certamente di esperienza. Pazienza e concentrazione lo aiuteranno a dare il meglio per risolvere gli enigmi che spesso la lepre dissemina sul terreno di caccia. L’abbaio D’accordo, forse questo non è esattamente un tratto che deve appartenere al canettiere, ma


Cani da caccia di certo un buon canettiere deve essere in grado di leggere la voce del proprio cane. Se il cacciatore ne può fare a meno, per quel che riguarda il lepraiolo una buona voce, utilizzata a dovere è tratto imprescindibile. Tutti i segugi urlano, tutti i segugi scagnano, ma solo i fuori classe lo fanno in maniera sapiente. Avere accanto un cane che sa usare la voce a dovere non è solo acusticamente piacevole, ma anche piuttosto funzionale, visto che le emissioni vocali possono dirci molto sulla condizione dell’azione di caccia. Ovviamente, che te lo dico a fare, sono completamente da bocciare le voci che non hanno alcuna giustificazione: sono fastidiose, disorientano cacciatore e cani, e non aiutano certo a scovare prima il selvatico. Attraverso una voce usata nel migliore dei modi il canettiere che sa ascoltare potrà avere sempre in mano la situazione.

Ostinazione L’ostinazione e la tenacia i cani che amano la caccia ce l’hanno tutti, eppure ognuno le mette in mostra in gradi differenti, esattamente come i canettieri. Se vuoi mettere alla prova il tuo grado di tenacia e quello del tuo cane non devi far altro che cimentarti in terreni di caccia difficili, nei quali la presenza della lepre scarseggia. Basta aspettare la metà della stagione, quando l’abbondanza di lepre (a patto che ci sia mai stata) è un vago ricordo, per trovare il terreno e le condizioni ideali. Le lepri rimaste, le superstiti, le super lepri ti daranno filo da torcere perché più di molti altri selvatici sono in grado di metterti in difficoltà, di capire il comportamento tuo e dei cani e di prevederlo, utilizzando le situazioni a proprio vantaggio. Proprio sui falli possiamo testare la tenacia e l’ostinazione: alcuni potrebbero chiamarla te-

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stardaggine, ma sono tratti caratteriali apprez- tamentale ce l’hanno e cani che non ce l’hanno zabili sia nel canettiere sia nel lepraiolo che e non ce l’avranno mai. spesso sono in grado di far la differenza. Lo puoi intravedere nel cane fin dal primo momento, durante la cerca. Questo super Esperienza ed istinto cane ispezionerà con puntualità e cura poIstinto, intuito, esperienza, chiamalo come sti da altri trascurati, dove la possibilità di vuoi. Ci sono cani che questo tratto compor- incontro è scarsa… ma c’è. Non sono cani

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Cani da caccia precisi e attenti, sono cani dotati di istinto, tratto che è bene possieda anche il canettiere. L’istinto non te lo spieghi, ma spesso è in grado di far la differenza.

si deve mai dare per scontato. Esattamente come l’intelligenza, essenziale in un cane ed in un canettiere anche la forma fisica è un dettaglio imprescindibile. Per curarla al meglio gestisci con attenzione la sua dieta e la Fisicità e forma tua dieta e vivi la natura e il territorio il più Chiudiamo con un tratto ovvio ma che non possibile, allenandoti sempre.

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DT11 Black Sporting Come migliorare un fucile perfetto

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on il fucile sovrapposto da tiro DT11, Beretta ha realizzato il fucile dei sogni di molti tiratori: bascula larga, canne Steelium – la tecnologia adottata da Beretta che conferisce all’acciaio trilegato, tramite processi di foratura profonda, martellatura a freddo e distensione sottovuoto, le caratteristiche ideali per performance superiori. Nel DT11 è stata adottata la massima espressione di questa tecnologia con canne Steelium Pro, caratterizzate da un profilo conico lungo, fino a 17 cm dal vivo di volata per assicurare rosate omogenee nonché rinculo e impennamento molto ridotti. La finitura opaca elimina la possibilità di riflessi che potrebbero distrarre il tiratore dal bersaglio, consentendo la massima concentrazione. Con il DT11 Black è incominciata l’era del carbonio sui fucili da piattello. Finalmente la stessa arma risolve le esigenze di chi vuole un fucile leggero piuttosto che pesante, facilmente equilibrabile e molto poliedrico. La bindella in carbonio oltre ad avere meno rifrazione e migliore linearità, rispetto a quella in metallo consente un risparmio sul peso canne di circa 100 g; è vincolata con un nuovo sistema di fissaggio a coda di rondine senza saldature, così da consentire la massima libertà alla canna superiore. Nel fucile sovrapposto da tiro DT11 Black anche il corpo e il sottoguardia del gruppo scat-

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di Saverio Patrizi

to sono in fibra di carbonio. Questo consente un ulteriore contenimento dei pesi, nella parte centrale dell’arma, pertanto influendo in maniera insignificante sull’equilibratura. Come nel DT11, il gruppo scatto è del tipo estraibile e può essere velocemente sostituito, anche con quello in acciaio della versione “grigia”. Naturalmente la posizione del grilletto può essere regolata in funzione della mano del tiratore. La bascula è completamente nera – da qui il nome Beretta Black Edition – e le superfici opache sono intervallate da inserti lucidi e da un fregio grigio. Il tutto tono su tono, donando al fucile un’eleganza ineguagliabile. Anche la chiave di apertura è black, e leggermente deviata per facilitare l’apertura dopo il tiro. Naturalmente sempre nera è la sicura, al cui interno è ricavato il selettore. Finora abbiamo parlato di caratteristiche che ne esaltano la leggerezza e la maneggevolezza. Essendo il mondo del tiro molto variegato – ogni tiratore ha esigenze diverse, dovute dalla corporatura, dalle abitudini e spesso da predisposizioni mentali – con il DT11 Black Beretta ha voluto realizzare il fucile per tutte le esigenze, consentendo una estrema personalizzazione. Smontando il fucile si notano subito una serie di fori realizzati sul bindellino nella sezione coperta dall’asta: si tratta del sistema B-Fast per il bilanciamento o appesantimento della canna. I fori non sono altro che le sedi per una serie di pesi (5 per lato) da 5 o 10


Fucili canna liscia Il perno e i rinforzi di bascula lucidati a specchio risaltano sul fondo opaco

Profumo di polvere‌

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La bindella è fissata con 4 innesti a coda di rondine Beretta DT11 Black: vista laterale Beretta DT11 Black: il sistema di bilanciamento con pesi da 5g e 10g, posto sotto l’astina Beretta DT11 Black: petto di bascula Il vicecampione del mondo di Skeet, Anthony Terrace (FRA) prova il DT11 Black Beretta DT11 Black: la bascula e l’azione nel dettaglio

DT11 Black, canne lunghe con il peso delle corte Caccia Caccia Passione Passione 50 38


Fucili canna liscia g, che, tramite un sistema di calamite, possono essere applicati alle canne. Questo permette di avere un range di regolazione pari a 100 g. Naturalmente il sistema B-Fast è replicato anche nel calcio, dove, sotto il calciolo, è possibile inserire o rimuovere una serie di pesi, così da ottenere sempre il perfetto o il desiderato bilanciamento del fucile. Sempre per il calcio è possibile scegliere la versione regolabile, che con la versione completa del B-Fast, consente lo spostamento della parte superiore verso l’alto, sinistra o destra, il tutto in maniera facilmente replicabile in caso di spostamento accidentale grazie a una serie di rondelle per la regolazione dell’altezza e di una scala graduata per la deriva. Attualmente lo stanno provando i tiratori del Team Beretta, con risultati e impressioni molto positive. Inoltre, durante le classiche Gold Cup, a HIT Show di Vicenza e al Game Fair 2016 a Grosseto, Beretta ha allestito un campo prova, dove tutti gli appassionati possono provare le armi di ultima generazione. Personalmente ho avuto la possibilità di tirare con il DT11 Black

Marca Modello Calibro Peso Arma Peso Canne Lunghezza canne Strozzatori Foratura canne Bindella Gruppo Scatto Grilletto Calcio Calciolo Prezzo di listino

sia in occasione di HIT Show 2016, in compagnia di Mauro de Filippis, sia durante la Gold Cup Beretta di Elica e Skeet ad Arezzo: occasioni importanti anche per raccogliere i feedback di quanti si sono cimentati con la serie Beretta Black Edition, che è composta oltre che dal DT11 anche da 692 Black e 690 Black, tutti disponibili sia in versione Sporting sia Trap. La prima impressione di chiunque ha provato l’arma è stata di grande velocità nell’acquisizione del bersaglio, magari consumando qualche cartuccia prima di abituarsi al peso ridotto, ma una volta “capito” ne ha trovato un innegabile vantaggio. Con il DT11 Black Edition, Beretta fa un grande passo verso il fucile a misura di tiratore, non solo per il calcio personalizzato ma anche per la tecnologia applicata. L’obiettivo è rendere sempre più forti i tiratori professionisti, ma anche di dare una “macchina” perfetta al dilettante o al semplice appassionato di tiro. Un obiettivo ambizioso, che ha richiesto forti investimenti e grandi professionalità, che solo la più antica fabbrica d’armi del mondo può permettersi.

CARATTERISTICHE TENICHE Beretta DT11 Black Sporting 12/76 Kg 3,720 circa (canne 76 e calcio standard) Kg. 1,420 (76 cm) + pesi removibili 76/81 cm N. 5 External Optima Choke HP 18,6 mm con cono di raccordo fino a 17 cm dal vivo di volata 10x10 in fibra di carbonio Estraibile in fibra di carbonio Monogrillo selettivo, regolabile, nero Standard / B-Fast / Inzoccato, legno grado 3 Microcore da 18 mm e 2° calciolo da 23 mm € 9.215,00 (calcio standard o su misura) € 9.574,00 (calcio B-Fast o su misura regolabile) Caccia Caccia Passione Passione 49 39


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Fucili canna rigata

Sauer 404 XCT Carbon: precisione e leggerezza

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Sauer 404 XCT Carbon: precisione e leggerezza

di Emanuele Tabasso

Alla fiera interna della Bignami la carabina Sauer 404 con la nuovissima calciatura in carbonio era la più ammirata fra tutte le armi lunghe considerando quali novità fossero racchiuse in un aspetto così serio e tecnologico

P

resentata lo scorso anno la Sauer Mod. 404 è al vertice della proposta della Casa tedesca e occupa quello che commercialmente è chiamato il segmento Premium grazie alla sua dotazione completa di ogni novità tecnica e delle raffinatezze costruttive ideate nel corso degli anni. In effetti un elenco cospicuo pone in evidenza le caratteristiche che così riassumiamo. Corpo centrale con otturatore e fissaggio canna Permane l’idea nata con il Mod. 202 di ottenere dalla fresatura di un prisma in ergal il castello del fucile, a ponte e anello chiusi, dove siano presenti gli elementi classici di una meccanica a otturatore girevole e scorrevole e, insieme, le parti accessorie come la base integrata di montaggio dell’ottica, la sede del caricatore e quella del gruppo di scatto con ponticello e guardia; su questo elemento di base si monta la calciatura scissa in due parti distinte e la canna, dotata di un innesto di precisione, di un ancoraggio a leva con eccentrico e di tre brugole; la lunghezza è di 56 cm mentre la Caccia Passione 42

rigatura è rotomartellata a freddo. L’otturatore dotato di sei alette frontali su due file da tre vede la testina scomponibile dal corpo cilindrico grazie a una leva a molla e a un incastro ortogonale di totale sicurezza grazie al carico di punta: la testa si inserisce nella culatta della canna dotata delle mortise necessarie ad attuare la chiusura. Nella parte posteriore viene calettato a caldo l’anello che funge da base per il manubrio inserito anch’esso con identico sistema in modo da evitare successive saldature, costose e poco belle a vedersi; l’apice comprende la sicura manuale con il sistema Handspannung grazie a cui, mantenendo la cartuccia in camera, si disattiva la percussione quando ci si deve muovere o la si ripristina in un attimo al momento dello sparo. Calciatura e gruppo di scatto I questo modello la calciatura viene realizzata in carbonio, quindi con un materiale di particolare pregio tecnico che consente la migliore indeformabilità mantenendo un peso estremamente leggero così che l’arma somma appena 2.800 g. La realizzazione vede due


Fucili canna rigata

1 – Vista intera 2 – Il tappo di coda dell’otturatore comprende la sicura con distensione della molla del percussore: in questa posizione il punto rosso segnala la possibilità di far fuoco 3 – Il gruppo di scatto mostra all’esterno la guardia con il grilletto: sul rebbio posteriore sporge il pulsante di svincolo per l’estrazione 4 – La parte centrale della carabina con le linee oramai classiche delle recenti produzioni della Sauer

parti separate che insistono contro le barrette inclinate sporgenti dal profilo dei fianchi del castello: è intuibile come lo scarico delle forze trovi sul calcio un’ampia e precisa base di appoggio a tutto vantaggio della precisione e della costanza di tiro. L’asse è molto dritto alla maniera statunitense, quindi con rilevamento ridottissimo allo sparo, la forma prosegue lo stile recente che in Sauer viene denominato Synchro e che comporta un’ampia pistola con sezione maggiorata verso la coccia, una finestratura derivata dal foro per il pollice passante, con il vantaggio di consentire un rapido e ottimale posizionamento della mano che rimane poi ben ferma sul suo appoggio portando il dito in giusta ortogonalità con il grilletto. Il dorso del calcio è sollevabile grazie a un supporto scorrevole interno: anche l’occhio trova facilmente la sua posizione allineata con l’asse ottico del cannocchiale. Un calciolo

in gomma morbida attenua la sensazione di rinculo e consente appoggia terra senza rovinare il prezioso materiale di base. A questo punto si interviene sulla maglietta porta cinghia anteriore liberandola con una leggera pressione sulla parte centrale: si estrae così una chiavetta a brugola con cui operare le diverse registrazioni opzionali e nel contempo si sfila l’astina dalla propria sede. La chiave interviene nel serraggio delle tre brugole della canna, sul posizionamento del grilletto dalla doppia mobilità, longitudinale e assiale, con 8 mm di escursione e 5 gradi angolazione a dx e a sx così da raggiungere la sistemazione più confacente al dito del tiratore, e molto importante, sulla regolazione del peso di scatto posta nel fianco sinistro del castello: quattro le predisposizioni con 550, 750, 1000 e 1250 g, usufruendo sempre di una prontezza di sgancio ottimale, nitida e senza filature o collasso di retroscatto. Caccia Passione 43


1 – Le calciature a pollice passante con l’ampia trabeazione centrale e il dorso regolabile non sono il massimo dell’eleganza, ma quanto a funzionalità nel tiro di precisione sono sicuramente l’eccellenza 2 – Tre colpi a 100 m con le cartucce RWS .270 Win. palla EVO Green da 6,2 g (96 grs) stanno in circa 19 mm 3 – Il fondello del caricatore segue il profilo arrotondato della propria sede: il pulsante di svincolo integra il sistema MagLock per evitare sfilamenti fortuiti 4 – La testina separabile poggia con un’ampia corona circolare sul profilo anteriore del corpo cilindrico dell’otturatore: da notare le sei alette con il passaggio del filo armonico che controlla l’unghia a ferro di cavallo dell’estrattore; l’espulsione è demandata a due pioli elastici paralleli 5 –La corretta lavorazione della canna mostra il vivo di volata con la leggera conicità di 11° a protezione della rigatura e a favore della costanza nel tiro

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Fucili canna rigata Ad essere pignoli sarebbe bello aggiungere uno bella rosata di tre colpi a 100 m in 19 mm, sestecher che salti qualunque opzione impostata. gno che il passo di rigatura stabilizza adeguatamente la palla leggera sì, ma ben più lunga delle cugine tradizionali di pari grammatura. La prova di tiro Nel tunnel della Bignami possiamo prova- Molto elevata la velocità e poco avvertibile il re questa magnifica arma, pur con qualche rinculo. Trattiamo a parte l’ottica Zeiss Victoreverenziale timore vista la quotazione che, ry V8 1,8-14x50, una scelta che, sulle prime, senz’ottica, indica la bella cifra di 7.300,00 €. può destare un’unica incertezza che si riassuIl calibro adottato è uno dei senatori del pa- me nello sborsare o meno la cifra non leggera norama esistente: il .270 Win. un tempo non richiesta: superato questo scoglio mentale ci era certo di quelli da rosate strettissime, eppu- si ritrova fra le mani uno dei cannocchiali di re le nuove cariche e le nuove canne consen- massima caratura con caratteristiche generali tono prestazioni di tutto rispetto. Impiegando e particolari che faranno presto dimenticare delle RWS con l’inusuale palla EVO Green l’uscita del vil denaro dal portafoglio o la mida soli 6,2 g (96 grs) abbiamo realizzato una nima stropicciatura alla vostra carta di credito.

Costruttore: Importatore: Modello: Tipo: Funzionamento: Chiusura: Percussione: Estrattore: Espulsore: Canna: Armamento e sicura: Caricatore: Mire: Calciatura: Calibro: Materiali: Lunghezza: Peso: Finiture: Prezzo:

SCHEDA TECNICA J.P. Sauer & Sohn GmbH – Ziegelstadel 20, D-88316 Isny im Allgäu Tel. +49(0)7562.97554-0, Fax +49(0)7562.97554-801 info@sauer.de – www.sauer.de Bignami spa, via Lahn 1, 39040 Ora (BZ) – tel. 0471/803000 – fax. 0471/810899 – www.bignami.it – email@bignami.it 404 XTC Carnon Synchro fucile a canna rigata otturatore girevole scorrevole con ripetizione ordinaria testina scomponibile con sei alette anteriori su due ranghi da tre ricavate a ribasso mortise nella culatta della canna percussore con molla coassiale nell’otturatore attivata dalla slitta esterna a unghia con movimento ortogonale e molla di registro a filo due bottoni a molla in testa all’otturatore in acciaio con rigatura destrorsa ottenuta per martellatura lunghezza 560 mm Scatto: diretto con grilletto unico con 4 pre tarature impostabili a scelta e posizioni variabili tasto scorrevole nel codolo dell’otturatore, con bottone di fermo, a due posizioni: blocca il percussore, disattiva la molla e blocca il manubrio. Apertura dell’otturatore a sicura inserita premendo di un paio di mm la slitta a pacchetto estraibile monofilare in polimero da 5 cartucce assenti – basi integrali per attacco specifico dell’ottica due pezzi in fibra di carbonio - calciolo ammortizzante in gomma .270 Win. estruso in ergal fresato per castello e acciaio forgiato per otturatore - canna in acciaio al carbonio 106,5 mm canna da 56 cm 2.800 circa senza attacchi e ottica corpo centrale otturatore lucidato a rosette e brunitura opaca delle parti restanti informativo di 7.300.00 € (attacchi e ottica esclusi)

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La cartuccia 7x65R con palla Blaser CDP di Costantino Ramolfi

Un numero considerevole di fucili basculanti con canna rigata camera questa 7 mm realizzata da Brenneke nel 1917, segno evidente che la somma delle positività è tuttora apprezzata per la caccia a selvatici dove equilibrio e micidialità si rivelano doti essenziali

L

a dipendenza psicologica dalle proposte commerciali statunitensi ha imperversato per alcuni decenni durante i quali i calibri tedeschi hanno segnato il passo: poi si è tornati a dare ad ognuno quel che compete secondo valutazioni obiettive e quel pizzico di preferenza che non è apologia, né resa supina a una provenienza. Conoscere, valutare, provare è sempre il miglior sistema per arrivare al meglio, soddisfacendo così le esigenze senza preconcetti. La storia di questa cartuccia tedesca rientra appieno in tali considerazioni: messa in ombra dalla radenza del .270 Win. e in seguito dal complesso di eccellenti qualità del 7 Rem. Mag., la creatura di Wilhelm Brenneke si è presa la rivincita ritornando a camerare parecchie carabine, ma è soprattutto la versione con il collarino a spiazzare le concorrenti sprovviste di tale particolare. La progressiva riduzione del numero dei drilling e un certo mantenimento dei billing fanno Caccia Passione 46

da piedistallo all’espansione oramai endemica del kipplauf servito nelle diverse versioni, soprattutto con il sistema di chiusura Jäger, abbordabile (si fa per dire) nel prezzo e di buona riuscita nella precisione. Questa arzilla centenaria è davvero polivalente con il suo passo di rigatura, solitamente di 1/8,5 atto a stabilizzare palle con pesi molto spaziati per cui si avranno dai 7,5 g fino agli 11,7 g capaci di privilegiare la radenza o un cospicuo mantenimento di energia fino alla distanza di 500 m. Questo non deve suonare come un invito a maramaldeggiare: di sicuro entro i 300 m si fermano senza problemi anche i maschi di cervo. La scelta del proiettile dev’essere attenta e oculata, così come il piazzamento del medesimo nell’area vitale del selvatico: la Blaser ha messo a punto le sue cariche, che fa realizzare dalla RWS, studiando in particolare la palla che ha denominato Swiss Jagt CDP® come Controlled Deformation Process. Le immagi-


Munizioni

Blaser in Blaser: cambia radicalmente la tecnica del drilling, qui il Mod. 99 della Casa di Isny, cambia il proiettile, rimane come solida base la 7x65R Una cartuccera pratica ed elegante rappresenta il giusto contenitore di queste cariche, pronte per una partita di caccia

La vista delle cartucce Blaser calibro 7x65R: tutto in una perfezione di misure e aspetto che a distanza di quasi cent’anni si ripropone con magnifici esiti venatori Caccia Passione 47


La scatola delle cartucce Blaser riporta con una serie di immagini la progressiva deformazione del proiettile CDP

Sul retro della confezione si trovano i disegni con la vista in sezione del proiettile e il progressivo sfogliamento del mantello con la formazione dei riccioli caratteristici. Lo specchietto riporta i dati salienti delle prestazioni balistiche

La fattura del bossolo, comprese le scritte sul fondello, è particolarmente accurata: non per nulla Blaser affida alla RWS l’allestimento delle proprie cartucce Caccia Passione 48

ni di un proiettile integro e di uno in cui si attua la deformazione vengono riportate sulla scatola e così notiamo la struttura formata dalla mantellatura in lega di rame con punta aperta e segmento mediano foggiato a V fra i due nuclei interni. La deformazione inizia all’ingresso del proiettile nel corpo del selvatico e qui la piccola sezione scoperta del nucleo anteriore forza radialmente contro la camiciatura da cui iniziano a formarsi quattro riccioli retroflessi il cui diametro aumenta sempre più incontrando resistenza. La sezione retta che si crea è assai più ampia dell’originale, oltretutto con bordi taglienti, creando un tramite lesivo di maggiore efficacia. La struttura interna è sostenuta dal segmento a V mantenendo concentricità della massa durante il passaggio nella canna e quindi migliorando la stabilizzazione e, di conseguenza, la precisione; inoltre il nucleo posteriore indurito è circondato da uno spessore di mantello adeguato a conservare il totale ritegno della massa, quindi peso e dimensione, spingendo l’insieme del proiettile per una maggior penetrazione. I dati balistici riportati dal fabbricante per la palla da 10,0 g (154 gr) indicano una velocità alla volata pari a 860 m/sec e una GEE (distanza di taratura ottimale) a 176 m con cui si ha la freccia massima di 4 cm a 100 m con caduta di 3,1 cm a 200 e di 30,0 a 300 m; l’energia è sempre il punto di forza di questa cartuccia con 3311 J iniziali, 3030 a 100 m, 2523 a 200 e ancora 2086 a 300, quindi adeguati anche al maschio di cervo. La struttura di questa palla ricorda per certi particolari, come il separatore interno, la TIG sempre di Brenneke da cui si differenzia soprattutto per la deformazione a petali arricciati. Il nuovo allestimento di Blaser aggiunge un’opportunità a quelle già sperimentate e, già da quanto si percepisce dalla spiegazione e dai dati tecnici, i risultati favorevoli appaiono a portata di mano.



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Ottiche

Binocolo

STEINER WILDLIFE XP 10X44 E 8X44

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Binocolo

STEINER WILDLIFE XP 10X44 E 8X44

Alta definizione made in Germany

L

a casa di Bayreuth con i nuovi binocoli Wildlife XP propone un ottica dalle grandi prestazioni, top di gamma, che si colloca fra i grandi binocoli di fabbricazione tedesca. Steiner è famosa per la produzione, oltre che di ottiche da caccia, per i prodotti dedicati al mondo militare dove vengono sottoposti a notevole stress e i fattori robustezza, qualità e precisione non accettano compromessi. Altro settore dove Steiner è leader è quello dei binocoli per la nautica, anche qui la realizzazione di prodotti in grado di resistere alle peggiori condizioni atmosferiche e alla salsedine ha reso celebre Steiner fra tutti i naviganti professionisti e diportisti. Con queste esperienze sono stati sviluppati i nuovi binocoli Wildlife XP, due ottiche a tetto caratterizzate dall’ormai classico design con i due tubi separati e uniti dai due ponticelli, così da consentire sempre una presa salda e confortevole. L’ultimo ritrovato a livello di tecnologia e ricerca di Steiner sono le lenti ULTRA-HD-DEFINITION, che unitamene al formato 44 mm garantiscono colori sempre nitidi e reali oltre a un’incredibile definizione fino ai bordi del campo visivo. Anche la profondità è notevole, le immagini risultano di una grande tridimensionalità in un ampio campo visivo. Le lenti hanno il trattamento Steiner Nano-Protection, un coating protettivo che fa scivolare via l’acqua,

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di Saverio Patrizi

la sporcizia, la polvere, la neve consentendo sempre una visione nitida e pulita. Il sistema di messa a fuoco consente la regolazione diottrica del singolo oculare, Precision-Setting, poi con la ghiera centrale si può regolare il fuoco da 2 metri fino all’infinito, per osservazioni in tutte le condizioni ambientali. Lo scafo è in lega di magnesio pressofuso, resistente alla corrosione, agli urti accidentali e fino a temperature comprese fra -40° e +80° C. Il rivestimento, di colore verde scuro, è in gomma NBR anch’esso progettato per le intemperie e le temperature estreme, la superficie è antiscivolo per garantire sempre un buon grip e stabilità. Il riempimento, come in tutte le ottiche di livello superiore, è con azoto compresso, che impedisce appannamenti, formazioni di condensa all’interno e la tenuta stagna fino a 5 metri di profondità. Tutte queste caratteristiche evidenziano che ci troviamo di fronte a un binocolo di fascia alta, anzi altissima, con le lenti di uscita di 44 mm, che permettono un buon guadagno sul campo visivo e nella luminosità. Ma non c’è niente di meglio dell’effettivo utilizzo venatorio, quando calano le ultime ombre della sera o le prime luci dell’alba ci colgono ancora assonnati, proprio in queste situazioni ci si rende conto della grande potenzialità del Wildlife XP, sia si tratti dell’8 o


Borsa, cinghia, copri obiettivo, copri oculare e libretto delle istruzioni completano la scatola.

del 10 ingrandimenti. Non ho trovato difficoltà a scorgere anche i più minimi dettagli e a individuare la selvaggina quando si affaccia dal buio del bosco, sempre con immagini ben dettagliate compatibilmente al livello di luce esterna. Per la caccia vagante mi sento di consigliare l’8x44 che, grazie all’ampio campo visivo, è sicuramente più veloce nell’acquisizione e nell’individuazione della selvaggina, mentre per chi predilige l’altana o comunque prevalentemente si dedica all’appostamento troverà nel 10x44 il suo compagno ideale, grazie al maggior ingrandimento sarà possibile percepire quei dettagli essenziali per stabilire la tipologia e la classe di età della selvaggina osservata.. Personalmente ho utilizzato questo binocolo per la caccia al capriolo e per l’osservazione durante i censimenti, sia a primavera che in inverno inoltrato, senza mai rimpiangere prodotti di marche più di moda e senza un particolare affaticamento degli occhi. Anche il prezzo, pur se importante, è molto competitivo nei confronti degli altri prodotti di fascia alta, pertanto consiglio chi si trova ad averne l’occasione, in armeria, in fiera o a caccia con amici, di provarlo per rendersi personalmente conto della qualità di questo binocolo prodotto da una delle più importanti marche tedesche in quanto a ottiche da osservazione e sistemi di puntamento.

Ottiche

Lenti di uscita a 44 mm per rande luminosità e maggiore stabilità.

Ampia ed ergonomica la regolazione tramite il Precision-Sistem.

Gli oculari sono concepiti per l’utilizzo anche da parte dei portatori di occhiali.

Sistema di aggancio rapido della cinghia ClicLoc. Caccia Passione 53


Perfetto compagno di caccia.

Produttore Sito inernet Modello Diametro obiettivo Ingrandimento Peso Dimensioni L,A,P Temperatura d’esercizio Pupilla ‘uscita Fattore crepuscolare Campo visivo a 1000 m Sistema di messa a fuoco Fuoco minimo Ottiche Trattamento lenti Tenuta stagna Riempimento Rivestimento Conchiglie oculari Tracolla Accessori Garanzia Prezzo di listino Caccia Passione 54

CARATTERISTICHE TECNICHE

Steiner-Optik GMBH www.steiner.de Wildlife XP 8x44 (10x44) 44 mm 8x (10x) 830 g (850 g) 126, 188, 65 mm da -40° a 80° C 5,5 mm (4,4 mm) 18,8 (21) 133 m (122 m) Fast-Close-Focus Precision-Setting 2m Ultra-High-Definition Nano-Protecion 5m Azoto compresso con valvola a due vie Gomma NBR-Longlife ComfortGrip Ergonomiche regolabili Neoprene con attacchi ClickLok Borsa, copri oculari, copri obiettivo 30 anni 8x44 = € 1.880,00 (10x44 = € 1.932,00)


Ottiche

Compatto, moderno ed ergonomico.

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All’armeria Bonardo di Bra (CN) Swarovski presenta i nuovi Z8i con l’opzione dell’innovativo reticolo

Flexchange 4A-IF

P

Le due visuali del sistema Flexchange sono ben evidenziate in questa illustrazione della Casa: il solo punto rosso per il tiro accurato a bersaglio fermo o l’aggiunta del cerchio rosso per quello su bersaglio in rapido movimento Caccia Passione 56

di Emanuele Tabasso

resentati all’IWA di Norimberga agli inizi di marzo i nuovi cannocchiali Swarovski Z8i sono stati illustrati da Paolo Naccarella, della sede italiana dell’azienda di Absam, presso l’armeria Bonardo di Bra (info@ bonardo.it) dove sono stati invitati parecchi clienti interessati alla novità. Questi cannocchiali si distinguono grazie a una somma di caratteristiche appositamente curate per consentire ai cacciatori un approdo tecnico di alto livello ottico, meccanico, tecnico e pure estetico. Sulla qualità delle lenti impiegate c’è ben poco da dire perché sono note a tutti gli appassionati le qualità di resa riferite alle immagini, ai dettagli, alla pienezza di visuale su tutta la superficie dell’oculare, ai colori che, secondo il commento più comune, non stancano l’occhio: è un’asserzione a cui sono estranei supporti tecnici, ma il responso dei fruitori ha il peso notevole dell’immaterialità che guida sovente le scelte. Sulla meccanica si è optato per un tubo da 30 mm con spessore contenuto e un insieme dal volume molto compatto: la resa estetica ha un suo perché anche nella funzione e uno Z8i si trova perfettamente a suo agio anche su fucili come i kipplauf dove proprio dimensioni e


Attualità Paolo Naccarella di Swarovski Italia illustra ad uno dei clienti dell’armeria Bonardo i pregi delle nuove ottiche Z8i

peso ridotti ne formano l’essenza. La meccanica soggiace alla consolidata tecnologia della Casa, ulteriormente migliorata negli ultimissimi anni, e qui dotata del fattore di ingrandimento 8, un’entità pregevole da cui deriva l’ampia versatilità dei quattro modelli proposti, con specifiche destinazioni, certamente, ma parimenti con una versatilità di impiego ammirevole. Una novità assoluta è rappresentata dal doppio reticolo Flexchange legato al nuovo impianto di illuminazione, ulteriormente affinato nella resa

e nella manovra: questo doppio riferimento di mira, 4A-IF, attivabile con la pressione di un tasto, consiste nel solo punto centrale o nell’aggiunta del cerchio periferico, entrambi luminosi con perfetta adattabilità sia al tiro mirato che a quello in movimento. Si aggiunge la torretta balistica flessibile (BTF) configurata con tre diversi tipi di anelli o, a richiesta, con quello personalizzato alla propria cartuccia (PBR): la torretta si disinserisce con un semplice scatto e può essere utilizzata non solo quale correzione

L’armeria Bonardo offre alla propria clientela un’ampia scelta di armi lunghe e corte, ottiche di ogni genere, arcieria e abbigliamento Caccia Passione 57


1 – I quattro cannocchiali Swarovski Z8i facevano bella mostra di sé durante la presentazione avvenuta presso l’armeria Bonardo di Bra (CN) 2 – Nuovo e più filante il disegno dell’oculare dove è posizionata la levetta per l’accensione dell’illuminazione con l’opzione diurna o notturna 3 – Il tasto superiore per l’attivazione del reticolo prescelto: solo punto rosso oppure punto e cerchietto, sempre illuminati 4 – Nella terza torretta si sommano la correzione della parallasse e la sede della batteria per l’illuminazione del reticolo 5 – La torretta balistica flessibile (BTF) si separa con la semplice pressione su un pulsante dalla propria sede: può essere dotata di un anello personalizzato sulla propria cartuccia (PBR) 6 – Tolta la torretta si può azzerare la regolazione in elevazione verticale e poi passare la torretta stessa sulla sede della regolazione in deriva per la correzione dell’anticipo

della caduta della palla, ma spostata sulla sede laterale, anche come correzione dell’anticipo, ad esempio nelle gare di cinghiale corrente. Ovviamente tutto quanto serve è a disposizione del cliente sull’apposita branca del sito aziendale. Quattro i modelli Z8i: • Z8i 1-8x24 (opzionale il reticolo Flexchange) da battuta e ugualmente ancora adatto a un tiro su più lunga distanza • Z8i 1,7-13,3x42 P (opzionale il reticolo Flexchange) polivalente e per qualsiasi fucile • Z8i 2-16x50 P ottimo ancora in battuta e specialistico per la lunga distanza • Z8i 2,3-18x56 per tiri lunghi e in scarse condizioni di luce • Una proposta quindi a tutto campo per qualsiasi tipo di caccia e per ogni esigenza Caccia Passione 58



Mondo Ungulati,

i giorni del cinghiale

di Pierfilippo Meloni

Il giorno 11 e 12 giugno 2016 si terrà ad Arezzo nei padiglioni di Arezzo Fiere e Congressi “Mondo Ungulati. Un patrimonio da gestire” è la prima edizione di un evento di carattere nazionale dedicato alla gestione ed al prelievo del consistente patrimonio di cinghiali, cervi, caprioli, mufloni e daini.

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Mondo Ungulati”

M

ONDO UNGULATI: Grande spettacolo sabato 11 giugno a Mondo Ungulati (Arezzo Fiere, 11 e 12 giugno 2016). Alle 14,30 (in ripetizione alla domenica alle 16:30, Ring 2) sfileranno in parata le migliori coppie di cani da seguita, presentate da Paolo Dondina, giudice della Federazione Cinologica Internazionale. Esperto di prima grandezza nel mondo della cinofilia, Dondina ha giudicato nelle più importanti mostre internazionali, fra cui Sidney Royal, Adelaide Royal, Crufts – l’esposizione canina più grande e famosa al mondo –, SWEKA, LKA, Birminghan City and National, Santa Barbara, Montgomery, Bucks County, Helsinki, Stoccolma, Oslo, Copenhagen, Amsterdam, Vienna, Dortmund, Parigi, Madrid, Budapest, Mosca, Toronto e Vancouver, Dog Show (tenutosi al Madison Square Garden N.Y.). Allevatore/ handler di Basset Hound, Beagle, Wirehaired Fox Terrier, Kerry Blu Terrier, Saluki, whip-

pet, Lagotto romagnolo, ha posseduto anche pastori tedeschi, pechinesi, Springer Spaniel Inglesi e Jack Russel Terrier. Ma gli appassionati di caccia al cinghiale potranno anche partecipare a incontri e dimostrazioni di altrettanto interesse. Sempre il sabato, alle 12:00 si terrà una conferenza sul tema: Traumatologia e soccorso veterinario, dove si tratteranno le principali emergenze che a volte si devono affrontare durante le battute al cinghiale, seguita alle 17:00 da un altrettanto interessante relazione su Sicurezza del cane nell’esercizio della caccia. Un’ora prima, alle 16:00, invece si parlerà di Sistemi di puntamento (in ripetizione alle 15:00 della domenica) per tutti coloro che vorranno approfondire la loro conoscenza sulle novità tecnologiche e sui loro migliori metodi di applicazione. Degli stessi argomenti e in particolare della Sicurezza del Cane da caccia, un problema da risolvere si tratterà di nuovo alla dome-

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nica ore 10:00, presso l’area tematica cacca in braccata con un moderatore d’eccezione, Bruno Modugno, giornalista e conduttore televisivo, beniamino di migliaia di cacciatori che lo seguono da anni con ammirazione, prima alla Rai poi su Sky. Nell’occasione verrà presentato un documentario dimostrativo realizzato da Laurent Canò. Dopo la Premiazione della Squadra dell’Anno 2016 ore 10:00, evento tanto atteso dai praticanti la caccia al cinghiale in braccata, alle 11:30 la novità che avanza: le recenti disposizioni ed esperienze propongono un altro modo di cacciare il cinghiale con la tecnica della girata, che verrà messo a confronto con la tradizionale caccia in braccata, nel corso di un seminario tenuto da Fiore Serrani, tecnico faunistico e Marco Zani, noto esperto di questa caccia. In apertura di giornata, alle 9:00, grande raduno del Gruppo FacebookCinghiali che Passione, che conta migliaia di aderenti che potranno nell’occasione conoscersi e scambiarsi dal vivo esperienze e conoscenze, organizzare prossimi incontri sul territorio, darsi appuntamenti di caccia. E alle 12:30 premieranno i vincitori del loro concorso fotografico, le cui foto saranno esposte durante i due giorni della manifestazione. In parallelo, la manifestazione di Arezzo sarà oggetto di grande attenzione anche per i cacciatori di selezione, con convegni, conferenze, seminari, dimostrazioni tecniche e pratiche, incontri di tanti appassionati che rappresentano una realtà sempre più consistente nel mondo della caccia italiana, grazie all’abbondante patrimonio di caprioli cervi daini mufloni che popolano i nostri territori. In grande spolvero anche la gastronomia, con una serie di dimostrazioni (Cooking show, in collaborazione con la Federazione Italiana Cuochi Toscana) con piatti a base di selvaggina, che si susseguiranno nel corso delle due giornate, con la partecipazione straordinaria di Igles Corelli, uno dei più imCaccia Passione 62

portanti testimonial della cucina italiana nel mondo, presentato alle 16:00 della domenica da Michele Milani. E nella settimana precedente la fiera, per riscaldare i cuori e i palati, Federazione Italiana Cuochi Toscana e Vetrina Toscana daranno vita alla Settimana della Cucina della Caccia, tante occasioni di assaggio di prelibatezze di cacciagione su tutto il territorio aretino. Un’occasione unica, questa di Mondo Ungulati – Un patrimonio da gestire, primo appuntamento assoluto per tanti appassionati sia della caccia al cinghiale sia della caccia di selezione, che servirà anche da confronto per le due rispettive specializzazioni. Argomenti da tempo all’attenzione dell’opinione pubblica,


Mondo Ungulati”

del mondo dell’informazione e della politica, che non mancherà di fornire il proprio contributo fin dal dibattito d’inaugurazione, dove si annunciano importanti presenze, a partire dall’assessore regionale toscano alla caccia, Marco Remaschi, padre della cosiddetta Legge Obiettivo, al presidente della Federazione Europea dei Cacciatori (Face), Michl Ebner, a Marco Apollonio dell’Università di Sassari e direttore del Cirsemaf (Centro Interuniversitario di Ricerca sulla Selvaggina e sui Miglioramenti Ambientali a fini Faunistici), al Presidente Nazionale di Federcaccia Gianluca Dall’Olio. La manifestazione ha ottenuto il patrocinio di Regione Toscana, Camera di Commercio di Arezzo, Federazione Italiana della

Caccia, C.I.C. Italia, Confederazione Cacciatori Toscani, Arci Caccia, ANUU, Comune di Cortona, Comune di Subbiano, Comune di Laterina, Comune di Pratovecchio – Stia, Comune di Chitignano ed è organizzata in collaborazione con UNCAA Provinciale Arezzo e URCA Provinciale Arezzo. • dove: Arezzo Fiere e Congressi Via Spallanzani 23 – Arezzo • quando: 11-12 giugno 2016 • orario: 9.00-19.00 • info: 0575 9361 mondoungulati@arezzofiere.it http://www.arezzofiere.it/mondoungulati Caccia Passione 63


Capriolo ripieno di carciofi

L’esperto di cucina Adelmo Giacomini PREPARAZIONE

INGREDIENTI PER 4 PERSONE guanciale; 1 spalla o coscio di capriolo; vino bianco secco 3/4 carciofi dipende q.b.; dalle dimensioni; sale e pepe q.b.; 1 spicchio d’aglio; 2 arance; Olio extravergine 2 mele golden. di oliva; trasferire in forno e cuocere a circa 130° a cottura statica per circa 1 ora e mezza (il tempo è puramente indicativo potrebbe essere necessario più tempo quindi controllate bene la cottura, il preparato dovrà essere morbido al tatto ma non gommoso. Se al tocco avremo l’effetto palloncino la carne non sarà sufficientemente cotta quindi proseguire la cottura). A cottura terminata teniamo da parte la carne e con il liquido di cottura realizziamo una salsa che servirà per terminare il piatto aggiungendo una noce di burro, una grattugiata di noce moscata e se necessario della farina per addensarla. Tagliare l’arrosto a fette spesse circa 1,5 cm, guarnire con delle fette di mele grigliate e fette di arancia pelata a vivo. Terminare il piatto con la salsa e del pepe macinato fresco.

Mondare i carciofi e tagliarli a fettine. Rosolarli in abbondante olio ed uno spicchio d’aglio. La cottura deve essere fatta a fuoco vivace lasciando i carciofi croccanti e al dente. Disossare il capriolo aprendo a libretto le parti della polpa più spesse cercando di ottenere, per quanto possibile, un quadrato. Salare poco la polpa internamente e foderarla con del guanciale tagliato sottile, aggiungere al centro i carciofi precedentemente rosolati ed arrotolare la carne legando il tutto con dello spago da cucina. Rosolare bene la carne in un tegame antiaderente con dell’olio extravergine di oliva salare e pepare in superficie. Trasferire la carne in una teglia da forno ed irrorare con ½ bicchiere di vino bianco secco, Buon appetito! Caccia Passione 64


carciofi tagliati

guanciale

carne disossata e farcita

carne legata

Cucina

rosolatura

carne in forno

piatto terminato Caccia Passione 65


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Veterinaria

La malattia di Lyme nei cani da caccia

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La malattia di Lyme nei cani da caccia

di Kalaris

I nostri ausiliari, se condotti nei boschi, alla base dei cespugli e nelle zone vicino ai corsi d’acqua possono contrarre la malattia di Lyme, un’infezione batterica causata dalle zecche che colpisce le articolazioni ed il sistema nervoso, se non curata prontamente.

I

cani da caccia che vengono portati tima è un’infezione batterica che interessa in soprattutto nei boschi possono con- prevalenza la pelle, le articolazioni, il sistema trarre la malattia di Lyme. Quest’ul- nervoso e gli organi interni dell’uomo e de-

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gli animali. Questa patologia prende il nome dall’omonima cittadina americana di Lyme (Connecticut, Stati Uniti), nella quale si diffuse l’epidemia di questo male nel 1975, con la manifestazione di un misterioso aumento dei casi di artrite, soprattutto nei bambini. L’artrite faceva la sua comparsa con eritemi cutanei sul torace, addome, dorso e natiche, che si estendevano fino a raggiungere una dimensione variabile tra i 10 e i 50 cm, seguito poi da mal di testa e dolori articolari. La causa della malattia di Lyme è un batterio spiraliforme, la Borrelia burgdorferi, chiamata in onore del suo scopritore Burgdorfer, che colpisce le zecche, le quali svolgono la funzione di “portatore sano” di questa patologia. Le zecche contraggono l’infezione dai topi Caccia Passione 70

del bosco, ma anche altri animali selvatici, come lepri, volpi, ungulati e uccelli, possono saltuariamente ospitare il batterio e partecipare alla sua diffusione in ambito forestale. Proprio per questo motivo, i luoghi più a rischio di contagio della malattia di Lyme sono le zone boscose e ricche di cervi, dal momento che quest’ultime rappresentano l’habitat ideale per le zecche portatrici della malattia. Nel nostro paese la malattia è endemica del Carso, del Trentino e della Liguria. Le zecche, in particolare del genere Ixodes, il più diffuso in ambiente alpino, succhiano il sangue degli animali infetti, raccolgono la spirocheta e con i morsi successivi possono trasmetterla ai nuovi ospiti. Il loro morso non è doloroso e in alcuni casi passa inosservato.


Veterinaria Una volta attaccate alla pelle “lavorano” come una pompa succhiando e rigettando di continuo il sangue, contaminandone una quantità smisurata in poco tempo. Terminata questa fase, le zecche muoiono e si lasciano cadere sul terreno. Boschi, radure, la base dei cespugli e le zone vicino ai corsi d’acqua sono i luoghi dove è possibile trovare le zecche portatrici della malattia di Lyme, le quali preferiscono il clima temperato con un alto tasso di umidità. Il periodo nel quale le zecche pungono con maggiore frequenza è compreso tra la primavera e l’autunno inoltrato, anche se sono stati riscontrati casi di contagio durante l’inverno. Se il nostro amico a quattro zampe viene morso dalle zecche, queste devono essere subito asportate per scongiurare il rischio di contrarre l’infezione. Lo strumento migliore per asportarle è una pinzetta con la quale si

afferra la zecca, operando una torsione vicino alla pelle e staccandola con una leggera trazione, senza strappi. Il segno più abituale e distintivo della presenza della zecca è un arrossamento della pelle causato dal morso, che tende lentamente ad espandersi. Questa ferita, con la caratteristica forma a “bersaglio” e con il nome di eritema migrante, fa la sua comparsa dopo un periodo di 4-60 giorni dal morso. In alcuni casi, anche se raramente, l’infezione si manifesta con dolori articolari o disturbi del sistema nervoso, difficili da decifrare quando si tratta di un cane. Se il batterio viene completamente trasmesso, quest’ultimo può diffondersi in qualsiasi parte del corpo interessando le articolazioni (artriti), il sistema nervoso (meningiti, neuriti dei nervi cranici, difficoltà motorie e perdita della sensibiltà, agli arti) ed altri organi in-

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terni (cuore, occhio, fegato, reni con disturbi di varia entità). Se non si interviene prontamente, l’infezione si cronicizza causando danni permanenti, dopo un periodo di anni dall’inoculazione del batterio. Al momento non esiste un vaccino contro la malattia, quindi la migliore prevenzione è quella di assumere alcune precauzioni per evitare il morso delle zecche, come controllare ac-

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curatamente tutto il corpo del cane al rientro di una battuta di caccia nel bosco. L’unica terapia efficace prevede la somministrazione di comuni antibiotici, i quali devono essere prescritti dal veterinario ed assunti nelle dosi, con le modalità ed i tempi richiesti dall’infezione. Iniziare la terapia tempestivamente, dopo la comparsa dei primi sintomi, è la garanzia di completa e definitiva guarigione.


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Collaborazioni Bruno Modugno, Federico Cusimano, Pierfilippo Meloni, Emanuele Tabasso, Costantino Ramolfi, Riccardo Camusso, Saverio Patrizi, Giovanni Di Maio, Claudia Zedda, Pina Apicella, Vincenzo Frascino, Valerio Troili, Kalaris, Ilaria Troili, Adelmo Giacomini Traduzioni A cura della Redazione Grafica e impaginazione A cura di Grazia Lospennato Pubblicità Ilaria Troili - Cell. 335.6408561 commerciale@cacciapassione.com Fotografi Archivio Caccia Passione, Vincenzo Frascino. Redazione Via Camillo Golgi, 1 - 20090 - Opera (MI) redazione@cacciapassione.com Cell. 3383243383 Service Provider Made Network srl Via Macanno, 59 - Rimini (RN)

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