Caccia Passione febbraio 2016

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ANNO V nr.02 - Febbraio 2016

CACCIA PASSIONE Dedicato a chi ha la passione per la caccia nel sangue

“Il Dito nell’occhio” di Bruno Modugno: • Dead men walking..

Itinerari di caccia:

• Colombacci nel cuore del Perthshire..

Canna rigata:

• Sako A/7 Roughtechin .243 Win..

Beccacce

sotto l’albero..




ANNO V nr.02 - Febbraio 2016

CACCIA PASSIONE

in copertina

Dedicato a chi ha la passione per la caccia nel sangue

“Il Dito nell’occhio” di Bruno Modugno: • Dead men walking..

Itinerari di caccia:

• Colombacci nel cuore del Perthshire..

Canna rigata:

• Sako A/7 Roughtechin .243 Win..

Beccacce

sotto l’albero..

Beccacce

sotto l’albero..

In un inverno particolarmente mite un’uscita a beccacce nelle suggestive faggete del Pollino. Vecchi amici, ottimi cani e l’atmosfera magica del Natale..

SOMMARIO Anno V Nr. 02

14 Migratoria:

Beccacce sotto l’albero

www.cacciapassione.com

Pg 8 “Il Dito nell’occhio”.. Dead men walking..

Bruno Modugno

Pg 12 News ed eventi venatori

22 Ungulati:

L’attimo fuggente

a cura della redazione

Pg 14 M igratoria: Beccacce sotto l’albero..

Vincenzo Frascino

Pg 22 Ungulati: L’attimo fuggente..

28 Itinerari di caccia:

Colombacci nel cuore del Perthshire..

Caccia Passione 4

Pina Apicella

Pg 28 Itinerari di caccia: Colombacci nel cuore del Perthshire..

Claudia Zedda

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Sommario Pg 60 Ottiche: Steiner 3-15x56 Nighthunter Xtreme.. Emanuele Tabasso

64 Cucina: Iniziare… Dall’inizio!

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“Il Dito nell’occhio”.. Bruno Modugno: Dead men walking

Goffredo Grassani

67 Cucina: Salsicce di cinghiale con fagioli e cotiche..

Adelmo Giacomini

Pg 70 Veterinaria: Tumore mammario prevenzione, dignosi e cura.. Kalaris

Pg 34 Sicurezza: Custodiamole con cura.. Federico Cusimano

48 Fucili canna rigata: Sako

A/7 Roughtech in .243 Win..

Pg 38 Eventi: HIT SHOW 2016 Passione e sport..

Pierfilippo Meloni

Pg 43 Cani da caccia: Il lepraiolo che vorrei.. Claudia Zedda

60 Ottiche: Steiner 3-15x56 Nighthunter Xtreme..

Pg 48 Fucili canna rigata: Sako A/7 Roughtech in .243 Win. .. Emanuele Tabasso Pg 56 Munizioni: Dalla Sako tre allestimenti in .243 Win.. Costantino Ramolfi

70 Veterinaria: Il tumore mammario prevenzione, dignosi e cura..

Caccia Passione 5



Editoriale CACCIA, FIERE E NON SOLO… Il 31 di gennaio come ogni anno la caccia generale si chiude. Quest’anno ci ha pensato addirittura il Consiglio dei Ministri della Repubblica ad anticipare la chiusura per alcune specie in molte regioni. Appare evidente che i nostri Ministri vivendo una stagione di grande prosperità e non avendo altro a cui pensare hanno dedicato parte del loro preziosissimo tempo ad occuparsi di tordi e di beccacce. Tutto ciò non sarebbe nulla se lo avessero fatto in modo corretto e scientifico. No, nient’affatto, come al solito hanno dato retta alle sirene ambientaliste e anticaccia e hanno sprecato tempo prezioso per commettere l’ennesimo errore nei nostri confronti. Nel frattempo stanno inasprendo le misure per la legale e legittima detenzione delle armi, stanno rendendo la vita impossibile ai collezionisti e così di questo passo. Ma come sempre noi non ci arrendiamo, abbiamo ormai le spalle larghe e prima o poi le nostre ragioni verranno fuori con forza e vigore. Nel frattempo una bella pulizia generale ai nostri fucili che rimarranno chiusi fino alla prossima apertura generale e un periodo di meritato riposo ai nostri amatissimi cani prima dell’inizio degli allenamenti già a primavera. La nostra passione però non va a riposo come i fucili e un buon modo per alimentarla è l’inizio della stagione delle fiere. Si comincia subito a Febbraio con l’HIT la fiera di Vicenza che ormai si è affermata come una delle più importanti manifestazioni di settore di tutta Europa. La fiera è un ottima occasione per tutti noi cacciatori di incontrarci, discutere del nostro mondo, vedere cosa di nuovo propone il mercato, magari pensare di cambiare una carabina o prendere un nuovo fucile ovvero di programmare il prossimo viaggio venatorio. Insomma le fiere sono appuntamenti ai quali moltissimi appassionati non intendono mancare mai. Sul portale di Caccia Passione, come al solito, avrete sempre tutti gli aggiornamenti sulle manifestazioni in programma sul nostro territorio. Non resta quindi che scegliere quelle che più vi aggrada. La stagione venatoria però, non solo non si chiude, ma addirittura di apre adesso per molti cacciatori di selezione che sono alle prese con il completamento dei piani di abbattimento. Registriamo con piacere a tal proposito l’approvazione da parte della regione Toscana della legge che regolamenta la gestione degli ungulati durante tutto l’anno facendo ricorso a strumenti di controllo faunistico venatorio. Per tutelare la vita economica in campagna, la biodiversità, la sicurezza delle persone che si muovono sulle strade di quella regione. Ecco un esempio di come quanto detto da noi ormai da anni trova riscontro tra la società civile e addirittura la politica. Certo, come al solito, si è mossa per prima proprio la Toscana, regione con uno dei tassi più alti di cacciatori e con una sensibilità verso la natura, la biodiversità e l’ambiente molto accentuata... Continua la lettura sul Portale... Federico Cusimano


DEAD MEN

WALKING.. di Bruno Modugno

V

i ricordate quel mio articolo, intitolato La Lunga notte dei morti viventi, col quale me la prendevo con le associazioni venatorie, colpevoli di aver ignorato il mio atto di accusa contro il parco della Maremma dove si stava sperimentando la castrazione chimica dei cinghiali, per risolvere in questo modo e non con la gestione il problema della loro sovrappopolazione? Un atto di accusa che ha dei risvolti penali. Se le stesse cose le facesse un agricoltore, questo finirebbe in galera con l’accusa di aver disperso ormoni nell’ambiente. C’è qualcuno che si è risentito. Ma io continuerò, finché non avrò delle risposte, a mettere il dito nell’occhio di chiunque faccia il furbo, il muto e il sordo di fronte ai problemi che non sono solo nostri ma di tutto il corpo sociale. Tanto più se gli occhi appartengono a chi dovrebbe difendere, per mandato dei cacciatori, i loro sacrosanti diritti e il bene comune che è l’ambiente. La mia rabbia parte questa volta da una presa di posizione di Franco Zunino, segretario generale dell’Associazione italiana della Wilderness, che tutela l’ambiente senza ricevere un soldo dallo Stato, dalle Regioni, dalla petrolchimica e da altri pelosi sostenitori di molte associazioni ambientalistiche (che forse le finanziano per distrarre Caccia Passione 8

la pubblica opinione dalle loro malefatte ai danni dell’ambiente indirizzando odio e inimicizie nei confronti dei nuovi “untori”, i cacciatori, colpevoli di tutto). La Wilderness tutela l’ambiente senza preclusioni di sorta nei confronti di noialtri, difende la gente dallo strapotere e la prepotenza dei parchi creando, con la collaborazione delle popolazioni. le cosiddette “aree Wilderness” dove si chiede solo di lasciare le cose come stanno, con la caccia , la pesca, il taglio degli alberi, con tutte quelle attività umane compatibili che hanno consentito a un determinato territorio di arrivare fino a noi nel migliore dei modi. Niente strade, turismo chiassoso, centri visite. Solo silenzio e presenza rispettosa dei tradizionali fruitori. Da sempre ho cercato, insieme a qualche spirito eletto, di coinvolgere il mondo della caccia, di farlo entrare in contatto con la filosofia wilderness. In parte ci sono riuscito. Zunino ha avuto per qualche tempo l’attenzione del C.I.C., dell’UNCZA, della Federcaccia essendo presente con spirito laico ed equilibrato alle loro assemblee, riunioni, convegni. Ha pubblicato un bel libro, autofinanziato, dove spiega il ruolo e la funzione del “predatore compassionevole”, cioè del cacciatore. La Federcaccia gliene comprò solo 150 copie! Alle sue rimostranze, gli fu rispo-


Il dito nell’occhio..

sto che “ la Federcaccia non era in grado di aiutare la Wilderness in quanto già impegnata a sostenere Legambiente, definendola l’unica associazione ambientalista che difende la caccia”! Uno schiaffo in faccia a chi da sempre sostiene la compatibilità tra la buona caccia e la difesa dell’ambiente. Quali possono essere le ragioni di questa Santa Alleanza? Interessi economici? Legambiente è favorevole agli impianti eolici che, sostenuti da una potente lobby, stanno facendo scempio del nostro paesaggio. Interessi politici? Ideologicamente, presidenza della Federcaccia e Legambiente respirano la stessa aria culturale. Ditemelo voi. Da uomo avveduto e di lungo corso capisco che spesso si possa fare una po’ di strada insieme, anche con un leale avversario, quando occorra raggiungere obiettivi comuni. E poi, ognuno per la sua strada. Ma non capisco questa Santa Alle-

anza con chi da sempre ha firmato, caldeggiato e sostenuto tutte le iniziative - anche le più becere e talebane - non per una caccia più consapevole, ma addirittura per la sua abolizione. Volete sentire l’ultima? La vicenda è un po’ complicata, ma ci è utile per comprendere quanto l’alleata Legambiente ami e difenda la caccia. Andiamo in FriuliVenezia Giulia. Dopo 23 anni dal disposto della L.157/92 , con molto ritardo rispetto ad altre, la Regione ha approvato nel luglio 2015 il Piano Faunistico Regionale. SuccesCaccia Passione 9


sivamente con atti separati, come sempre avviene, devono essere redatti ed approvati i Piani Venatori Distrettuali. In considerazione del tempo esiguo prima dell’inizio della stagione venatoria, la Giunta Reginale in via provvisoria, ha adottato gli atti gestionali già esistenti che facevano riferimento al piano precedente. La LAC (Lega Anti Caccia) ha proposto ricorso avverso il provvedimento delle Giunta, chiedendo la sospensione dell’attività venatoria. Subito, i nostri amici di Legambiente, insieme a tutte le altre associazioni ambientalistiche, si sono associati alla richiesta che avrebbe portato alla chiusura della caccia per tutta la stagione. Hai visto che amici abbiamo? Non vogliono che andiamo a caccia, forse perché potremmo farci male o per non lasciare sole le nostre signore. Il TAR ha dato la sospensiva – quindi, niente caccia - abrogando temporaneamente la delibera della Giunta Regionale e ha fissato l’udienza di merito ad Aprile 2016, a caccia ampiamente chiusa. Le ragioni degli ambientalisti sono state sostenute da un fervido e clamoroso battage sui giornali, alla radio, alla televisione. Non si parlava d’altro sulla carta stampata, si urlava contro i cattivi cacciatori, massacratori di Bambi e assassini. E’ stato tirato in ballo il Ministero dell’Ambiente, addirittura se n’è parlato a Bruxelles. Ovviamente l’informazione è stata a senso unico, senza che i cacciatori riuscissero a dire la loro. Ma grazie a Dio, la Giunta regionale ha proposto ricorso al Consiglio di Stato nei confronti della sospensiva del TAR. Il 28 dicembre il Consiglio di Stato ha ripristinato la delibera della Giunta Regionale ed ha fissato l’udienza di merito al 14 gennaio 2016. In quella data, il massimo organo della giustizia amministrativa ha posto fine alla questione con una sentenza che dà ragione alla Giunta Regionale motivando l’utilizzo degli atti gestionali esistenti, in attesa di quelli nuoCaccia Passione 10

vi, al fine di non creare un buco normativo. Al momento, in attesa che si arrivi a concludere la vicenda formulando ed approvando i piani venatori distrettuali, i cacciatori del Friuli VG forse continueranno ad andare a caccia, fino al prossimo attacco degli ambientalisti e di Lega Ambiente, alleata della Federcaccia nazionale. Abbiamo buttato soldi, perché le campagne e gli avvocati costano; abbiamo tutti perso tempo; ma c’è chi ha seminato in giro odii e rabbie contro i cacciatori attraverso la stampa, la radio e la televisione. Questa per me, che sono giornalista professionista dal 1954, è la nota più penosa, che la dice lunga sull’obiettività di certi miei colleghi, disonesti o non informati. Dopo la sentenza del Consiglio di Stato, silenzio. Non l’enfasi e il risalto che avevano caratterizzato quella che avrebbe dovuto essere pura informazione. Appena una breve di cronaca, sottovoce. E’ questo che vi hanno insegnato nelle redazioni o nelle università dove avete creduto di imparare il mestiere? Ne ho le palle piene (quando ce vo’ ce vo’) di ambientalisti, Legambiente (Legambigua, vi piace di più?), giornalisti felloni, Zombi e “dead men walking”. Che vadano tutti a…farsi mettere le dita negli occhi!

Bruno Modugno


News venatorie Arcicaccia: ” Wilma la cacciatrice con un passato da anticaccia”. Caccia & ambiente: La storia di una donna che dall’ostilità preconcetta ora dirige un circolo dell’Arci Caccia.

E

pensare che ero stata sempre contro la caccia…”. Confessa il suo “peccato originale”, che l’ha accompagnata per oltre quarant’anni, Wilma Vettorel, trevigiana, dal 2010 cacciatrice e da quest’anno presidente del circolo Arci Caccia di Mareno che conta 104 cacciatori, tutti uomini. Simbolicamente e convintamente, a ridosso dell’8 marzo, nell’assemblea congressuale, all’unanimità dei presenti, l’hanno voluta a capo dell’Associazione. “Una scelta difficile – ci dice Wilma – perché si trattava di prendere il posto di Ferruccio Carnielli, indimenticabile dirigente dell’associazione che ha segnato positivamente, per più lustri, con le battaglie dell’Arci Caccia che lo hanno visto in prima fila, la storia della caccia come piace a me: responsabile, legata alla gestione e alla conservazione della fauna”. “Di Carnielli – continua a raccontare Wilma a tavola con Pier Luigi Pittarello, Paolo Sponchiado e Giuliano Ezzelini Storti – ricordo il primo incontro dopo che mi associai al circolo Arci Caccia di Mareno e mi iscrissi all’Atc n.4. Avvertii subito la sua passione e la sua ostinazione nel promuovere la caccia popolare e sostenibile.

Ferruccio sono andata a caccia per due anni. Imparo da lui la caccia col cane a lepri e a fagiani, a rispettare le regole e le distanze, a conoscere le zone, a considerare il lavoro degli agricoltori, a capire sempre di più cos’è la caccia, chi sono i cacciatori e perché occorre combattere i bracconieri e la cultura della rapina e della distruzione che portano con sé”. “E poi ..”.- si ferma un attimo Wilma. Con lo sguardo rivolto all’orizzonte sembra rivivere quei momenti e il suo volto si illumina. “Ho partecipato alle catture delle lepri nelle zone ripopolamento e ho scoperto la gioia e l’amarezza degli uomini a seconda dei risultati conseguiti perché quelle catture rappresentano la palese testimonianza del buon lavoro di gestione fatto e di quanto sia utili i cacciatori nella tutela della biodiversità. In quelle circostanze capisco cos’è la caccia: tradizione, rispetto per l’ambiente, impegno sociale, sano divertimento, amicizia vera e genuina ma anche sana rivalità e competizione. Durante le operazioni di cattura guardi gli occhi e la fatica di quelle persone, che sacrificano tempo e denaro alla loro famiglia, e avverti la devozione per la natura da parte dei cacciatori. Molto di più di certe persone che amano definirsi ambientalisti ma che poi dalle piccole cose quotidiane dimostrano, purtroppo, il contrario”. “Torna a chiamarlo fin che te eo trova…” rispose Ferruccio in dialetto stretto.aro magica ma sento, e so di dargli un dispiacere, che non è nelle mie corde, non mi entusiasma.

Nel frattempo faccio allenamento al tiro al piattello per prepararmi, ma… con le anatre non ci so proprio fare. Roberto ha anche passione per la caccia agli ungulati e mi coinvolge in questa nuova esperienza. Per un’intera stagione lo seguo zitta e attenta in altana, alla cerca nei boschi al tempo del bramito dei cervi e nelle grandi battute ai cinghiali. Sono affascinata, anche se la sveglia è alle 3 del mattino e fa un freddo cane. Ora si, mi piace tutto. Dopo aver ottenuto la licenza ungherese e una carabina mi cimento nella caccia ai cinghiali. La gente capirà. D’altronde è già Mi colpì. E’ stato un grande presidente e un grande successo a me!” uomo pur con i difetti, ad iniziare dal suo partico- Fox Red lare carattere, che hanno tutti gli esseri umani. Con Caccia Passione 9


Eurispes 2016: calano italiani contrari alla caccia Le percentuali di persone che si oppongono all’attività venatoria è scesa di 10 punti percentuali, fermandosi al 68,5%.

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iovedì 28 gennaio 2016, l’Eurispes ha presentato il Rapporto Italia relativo all’anno appena cominciato. Si tratta della pubblicazione che da 28 anni viene diffusa dall’ente che si occupa di studi politici, economici e sociali (nato nel 1982 come Ispes, la sede si trova a Roma): tra i dati e le percentuali più interessanti che sono emersi figurano senza dubbio quelli relativi alla caccia. Secondo il Rapporto, infatti, il 68,5% dei cittadini è contrario al prelievo venatorio, un dato in calo rispetto a quello dello scorso anno (78,5% per la precisione). Un calo molto simile è stato quello registrato dai contrari alla produzione di pellicce, visto che si è scesi dal 90 all’86,3%. Nel Rapporto Italia 2016 si fa riferimento anche agli animali: in particolare, è aumentata la percentuale di chi vorrebbe abolire la pratica del loro utilizzo nei circhi e negli zoo, mentre sono in calo le persone contrarie ai delfinari. Sono cresciuti anche coloro che vorrebbero accogliere gli animali da compagnia nelle strutture alberghiere e che sono d’accordo sul loro accesso nei luoghi pubblici. Tornando a par-

lare di caccia, si possono integrare i numeri citati in precedenza con quelli emersi da una ricerca di qualche anno fa che venne svolta da AstraRicerche per il Comitato Nazionale Caccia e Natura. Quasi la metà degli intervistati (48%) spiegò di essere in qualche modo vicina all’attività venatoria, sia perché la praticava sia perché aveva famigliari o amici cacciatori. Soltanto il 13% del campione preso in esame affermò di non conoscere assolutamente nulla della caccia e dei cacciatori, in primis le donne, gli anziani e giovani tra i 18 e i 24 anni. Vanno citati anche i numeri relativi agli ex cacciatori di quel periodo (circa il 5%) e alle persone che vanno a caccia senza sparare (3%, specialmente uomini tra i 45 e i 64 anni). A distanza di anni sono cambiate molte cose e sono intervenute anche novità legislative: i dieci punti percentuali in meno di “oppositori” è un dato che fa riflettere e che potrebbe consentire un dialogo più diretto e senza pregiudizi tra le parti in causa.

Fasano (BR), cacciava fringuelli, denunciato dalla Forestale Bracconaggio: Fasano (BR), un uomo è stato sorpreso e denunciato dalla Forestale mentre cacciava fringuelli in zona Torrelunga

E

’ Bracconaggio nel fasanese. Gli agenti del Corpo Forestale di Ostuni, durante un servizio di controllo del territorio nelle campagne del brindisino volto a contrastare il fenomeno del bracconaggio purtroppo ancora molto presente in molte aree rurali di tutta Italia, hanno sorpreso un uomo di 53 anni che cacciava volatili appartenenti a specie protette. Durante il pattugliamento infatti gli agenti hanno udito alcuni spari di fucile prove-

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nienti da una zona poco distante; in poco tempo gli uomini della Forestale hanno potuto raggiungere la zona interessata dagli spari e dopo un breve appostamento sono riusciti ad individuare un uomo in chiaro atteggiamento da caccia che ancora imbracciava il fucile. Una volta raggiunto il soggetto, gli agenti lo hanno sottoposto ad un controllo di Polizia esaminando il carniere in suo possesso; dal controllo è emerso che tra le altre specie di volatili vi erano 7 fringuelli, una specie di uccelli protetta la cui caccia è vietata dalla normativa nazionale. Ultimati gli accertamenti l’uomo è stato denunciato a piede libero e, sia il fucile da caccia che le relative munizioni nonché gli uccelli abbattuti illecitamente, sono stati sequestrati a carico del soggetto.


News venatorie L’eccellenza Benelli scelta da Checco Zalone nel suo film campione d’incassi Quo Vado. Lo stile Benelli, emerge anche nella loro carabina Argo E, caratteristiche probabilmente riconosciute anche da Checco Zalone che l’ha scelta come arma per conquistare la sua amata, durante il suo ultimo successo, Quo Vado … Verso il record assoluto di incassi

I

l 2016 è cominciato nel migliore dei modi per Benelli: l’azienda, nasce e cresce in Urbino e da questa terra di grandi ingegni del ‘400 ha tratto ispirazione, per lo stile che oggi la fa riconoscere in tutto il globo come una eccellenza del made in Italy, che realizza prodotti tecnologicamente innovativi, elevata qualità dell’esecuzione e leader dei fucili semiautomatici nel mondo. Benelli ha realizzato nella sua unica sede produttiva in territorio marchigiano un sovrapposto che ha destato subito ammirazione all’estero. Si tratta dell’828 U, nominato “fucile dell’anno” negli Stati Uniti. La sigla non è casuale, visto che il numero 828 è quello del codice identificativo di Urbino all’Unesco come patrimonio culturale dell’umanità, mentre la U sta a indicare l’iniziale dell’antico ducato di Federico da Montefeltro. Non è però l’unico motivo d’orgoglio in questo momento. L’attenzione per le esigenze della clientela, la passione di una squadra impossibile da imitare e l’eleganza emergono in modo netto anche in un’altra arma, la carabina Argo E: questo fucile è stato scelto da Checco Zalone per una delle scene principali del suo ultimo film campione d’incassi “Quo vado?”. La carabina fa bella mostra di sé quando Zalone deve conquistare la donna che ama mostrando le sue doti di tiratore preciso e in grado di anestetizzare un orso di grandi dimensioni. La scelta di un’arma del gruppo Benelli non poteva non essere più azzeccata, in particolare per la combinazione ideale di eleganza e tecnologia che sono

fuse perfettamente tra di loro nella carabina Argo E. Il brandeggio risulta molto rapido, senza dimenticare l’immediata messa in mira e la bindellina in fibra di carbonio a fibre ottiche, una soluzione esclusiva. Inoltre, Argo E si distingue anche per la cromia nuova di zecca “Amazonia Green”, progettata prendendo spunto dall’ambiente naturale di caccia. Non meno importante è stata la selezione delle materie prime, in particolare i legni di noce selezionato che sono stati impreziositi dallo zigrino a cuspidi “Wood Touch”, elegante ed esclusivo, ma soprattutto in grado di conferire una presa sicura in qualsiasi tipo di condizione. Benelli potrà essere seguita nel corso dell’HIT Show di Vicenza che comincerà tra pochi giorni in una serie di incontri, show e prove a cui non si può sicuramente mancare. Sabato 13 e domenica 14 febbraio sarà possibile infatti effettuare delle prove gratuite di tiro al percorso con i semiautomatici Benelli e l’828 U. Nello stesso fine settimana, poi, gli appassionati avranno l’opportunità di provare gratuitamente il tiro dinamico sportivo shotgun con i campioni Benelli e assistere allo show di Renato Lamera, detentore del record mondiale della specialità di Tiro a Volo Dinamico, presso il campo Nuovo Borgo. Domenica 14 febbraio, infine, si potrà incontrare lo stesso Lamera allo stand Benelli dell’HIT Show e ricevere in omaggio un nuovo gadget aziendale dopo aver incontrato i campioni Benelli del tiro dinamico shotgun.

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Migratoria

Beccacce

sotto l’albero.. Caccia Passione 15


Beccacce

sotto l’albero.. di Vincenzo Frascino

Caccia alla beccaccia. In un inverno particolarmente mite un’uscita a beccacce nelle suggestive faggete del Pollino. Vecchi amici, ottimi cani e l’atmosfera magica del Natale..

È

la vigilia di Natale. Gli ultimi giorni di lavoro frenetico, tanti chilometri per tornare in Calabria a trovare i miei…mi merito un bel regalo. Cosa c’è di meglio di un’uscita a beccacce con gli amici di sempre? Un rapido giro di sms e tanta voglia di rivedersi mettono in moto un’efficiente macchina organizzativa, e nel giro di Caccia Passione 16

un’ora siamo d’accordo per l’indomani: Luigi è arrivato da Legnano, Angelo e Vittorio, con i loro setter sono già ben rodati dalle precedenti (proficue!) settimane, io non ho finito di scaricare i bagagli (e lo stress) ma non vedo l’ora! L’appuntamento alle otto è uno dei grandi lussi per chi va a caccia vicino a casa. Quando Luigi ed io arriviamo da


Vittorio, Diana, la sua setter bianco-arancio è già nel carrello e in pochi minuti raggiungiamo Angelo, che ci aspetta con il suo setter Tim. “Allora, ragazzi, dove ci portate oggi?” chiedo a Vittorio e Angelo, che qui sono i veri padroni di casa. “Ieri al fiume ne abbiamo abbattute due” racconta sornione Vittorio. “Potevate lasciarle per oggi!” fingo disappunto, sapendo che di sicuro gli amici hanno in serbo altri posticini interessanti per noi due “espatriati”! “Ormai non piove da più di due mesi” osserva Vittorio “e il freddo non è ancora arrivato. Se vi va, potremmo provare a salire in montagna. Sono sicuro che ci sia proba-

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bilità di trovarne anche là!”. La proposta di Vittorio trova il nostro consenso e nel giro di pochi minuti le nostre jeep s’inerpicano sugli stretti tornanti che portano a oltre 1000 m. s.l.m. Appena arrivati, mettiamo i beeper ai cani, e dopo pochi metri percorsi nella faggeta quello di Diana ci segnala che è in ferma. A quel suono restiamo in un primo momento scettici, immaginando sia alle prese con i bisogni, ma dopo qualche “beep” ci rendiamo conto che non si tratta di questo e tutti e quattro corriamo a servire Diana, affiancata da Tim in consenso. Negli ultimi anni, dedicati principalmente alla caccia al cinghiale, l’emozione data dai cani la associo a un adrenalinico abbaio a fermo o a una fragorosa canizza. Devo ammettere che andare a servire i cani in ferma, in questa forma di caccia così affascinante, mi suscita ancora altrettanto emozioni. “È volata! È volata via!” ci dice Angelo, “L’ho vista laggiù tra le fronde in lontananza”. Alle sue parole le canne dei fucili (e l’obbiettivo della mia reflex) si abbassano in sincronia. I cani restano in ferma come due statue. Mi avvicino sempre più agli ausiliari per rubare qualche scatto e improvvisamente una beccaccia s’invola alla sinistra di Diana. Due colpi, praticamente contemporanei, di Vittorio e Luigi la fermano. Le dispersanti del 9 ½ caricate da Luigi e successivamente dal “discepolo” Vittorio si confermano una garanzia di successo. “Sempre dare fiducia ai cani!” penso tra me e me “Una beccaccia era volata, ma i cani erano ancora in ferma perché c’era la seconda!”. “Porta, portaaa, dai Tim!” grida Angelo al suo splendido bianco-nero. Mentre Tim torna fiero e impettito verso il padrone con la beccaccia in bocca, alle spalle di Luigi s’invola una terza beccaccia. “Bam Bam” due colpi in rapida successione esplodono invano. La beccaccia se ne va!. “Meglio così” - commenta Vittorio - “ora possiamo Caccia Passione 17


L’autore e il setter Tim.

andare a ribatterla con i cani”. Procediamo, inoltrandoci nella splendida faggeta, colorata di tutte le sfumature del tardo autunno. I cani sono in gran forma: Tim ha una cerca più ampia, Diana più meticolosa. Andiamo subito a sondare le due zone dove Angelo crede si sia rimessa la terza beccaccia, ma senza successo. La nostra ricerca prosegue Caccia Passione 18

per quasi due ore. Io, con Angelo e Tim ci separiamo da Vittorio, Luigi e Diana per ottimizzare la cerca, ma nessuno di noi fa l’incontro sperato. Ci ricompattiamo in prossimità dei resti di un antico riparo di un eremita. Ne approfittiamo per riposare un momento e contemplare la bellezza della natura nella sua stagione meno fulgida


Migratoria

Un bel regalo di Natale.

ma più suggestiva. Quando siamo ormai quasi in prossimità delle macchine Angelo ci fa segno di bloccarci “Fermi tutti. Un attimo. Silenzio!”. Noi tre tratteniamo il respiro. “Mi è sembrato di sentire il beeper. Si. È lui. È in ferma! Andiamo, andiamo!”. Attraversiamo un fossetto e intravediamo in lontananza una macchia bianca che indica la presenza di Tim. Angelo si posiziona dietro il suo cane, Vittorio alla sua destra, Luigi a sinistra. Trascorrono dei secondi che sembrano interminabili. La scena che ho davanti, nel singolare ruolo di “fotografo” sembra un gruppo scultoreo. Il primo a

spezzare l’incantesimo è Tim che inizia una guidata, seguìto da Diana. Nel momento in cui gli ausiliari si ri-bloccano, un frullo radente il terreno precede di un lampo la fucilata di Angelo. Mentre accarezzo le piume della seconda regina, penso ai tanti che stanotte apriranno i regali sotto l’albero. Noi in questa splendida mattina abbiamo avuto in dono uno scenario mozzafiato, l’ottimo lavoro dei due splendidi setter, la compagnia di vecchi e cari amici, e tante emozioni. Decisamente un bel regalo di Natale!

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La sintonia tra cacciatore e ausiliario. Caccia Passione 20


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Ungulati

L’attimo fuggente Caccia Passione 23


L’attimo fuggente

di Pina Apicella

Caccia al cinghiale. Una battuta al cardiopalma in una zona ricca di animali, con tante emozioni, un bel bottino e… qualche occasione sprecata.

T

anti auguri Penna Biancaaa, tanti auguri a teeee.. Alberto [Penna Bianca, ndr] soffia la candelina simbolica sulla piccola torta di fortuna, circondato dagli amici della squadra, sul tavolo di tronchi davanti alla “capanna”. Ha gli occhi un po’ dolci e un po’ tristi, come quelli di un pastore maremmano. Oggi la squadra ha preso un “cappotto” di quelli storici: si è messo su caccia due volte, e non si è trovato nemmeno un animale. “Ragazzi, mi dispiace, oggi è andata così. Domani cacceremo a Monte Cardello, e vedrete che sarà tutta un’altra musica”. Al mattino alle 8.30 sono quasi tutti sui fuoristrada. Le operazioni di compilazione del registro della squadra, che solitamente si trascinano per molti caffè, stamane sono veloci e lineari. Sono arrivati tutti più che puntuali all’appuntamento, si respira un’atmosfera di speranza, grinta e determinazione. La zona che si batte oggi è molto bella: i macchioni di rovi in cui s’infileranno cani e canai sono circondati da cesse e boschi ad alto fusto. “Meno male! Finalmente una battuta senza quel maledetto sarracchio!”, mi lascio sfuggire in macchina con Alberto. “Eh, si!

Caccia Passione 24

Un bel verro fermato da Carlo Alberto durante la ba


attuta.

Ungulati Con un territorio così è tutta un’altra caccia: si ha il tempo di mirare ai cinghiali e non te li ritrovi addosso come accade più giù!” mi fa eco lui. Certo, siamo sempre a Capalbio, e chiamare questa zona “monte” fa un po’ sorridere. Alberto mi accompagna su una strada sterrata che costeggia un fosso abbastanza profondo oltre il quale il terreno risale fino alla cresta che ci separa dal resto delle poste, spiegate parallelamente a noi ma sul versante opposto della collinetta. “Siamo solo tu ed io da questo lato.”mi spiega- “I canai spingeranno dall’altro versante fino alle poste, ma è necessario che qui ci sia qualcuno a fermare gli animali che tentano di uscire fuori battuta. Te la senti di prenderti questa responsabilità?” mi stuzzica Penna Bianca facendomi l’occhiolino, per poi andare a posizionarsi più in alto, a quasi cento metri da me. Sono in un posto meraviglioso: ho una visuale aperta a 180 gradi, posso sparare in sicurezza e soprattutto avrò tutto il tempo di mirare i cinghiali che sbucheranno certamente dal fosso, ma poi dovranno uscire allo scoperto per parecchi metri e lì: bam! “Sono sicura che oggi lo prendo!” mi dico. Tic, tac, toc. Tic, tac, toc. Mi giro verso destra e noto l’origine di questo suono strano: è un omino anziano, che avanza a stento con due stampelle, ha il fucile in spalla. “Cinghiali?” mi chiede con una domanda che è quasi un’affermazione, visto l’arancio che domina nel mio abbigliamento. “Io ero a colombi, ma con questo vento e le nuvole basse non si è visto niente”. E col suo passo cadenzato e traballante mi supera per sparire in direzione di Alberto. “Abbiamo sciolto!” comunicano i canai per radio. Carico la carabina, tolgo la sicura e mi concentro in attesa del grosso verro che sono certa di prendere oggi. Dopo pochi minuti sento calpestare il terreno sempre alla mia destra. Non sono zoccoli. “Buongiornooo! Come va? Siete a cinghiali?” urla l’uomo che arriva verso me. Un altro cacciatore. “Sshhhhh!!! Parli piano! La battuta è iniziata!” e con un cenno di scuse anche il secondo passante se ne va. “Attento Penna che Caccia Passione 25


c’è un altro cacciatore in giro!” bisbiglio nella radio, e spero che per oggi il turismo sia finito! Nel frattempo un brevissimo abbaio a fermo si è gia trasformato in una fragorosa canizza. Una scarica di colpi romba da dietro la collinetta. “Preso? Poste? Allora, diteci che avete fatto!”. I commenti su chi offre al bar fanno presagire che il destinatario di tutte quelle palle sta tirando un sospiro di sollievo dal grifo! Il vento che soffia forte ostacola il senso dell’udito. Come un soldato di vedetta sondo con lo sguardo a destra, poi a sinistra, poi di nuovo a destra. Con la coda dell’occhio intravedo qualcosa di scuro che si muove alla mia sinistra. Nel momento in cui il cinghiale con un balzo guadagna il bosco dietro di me, sono pronta a sparare. È troppo tardi. Intravedo la sua ombra tra i rami neri che s’intrecciano e sovrappongono. Penna Bianca è lassù, fuori dalla traiettoria. “Ci provo? Ma si!!”, penso velocemente. Sparo praticamente ai tronchi, e il furbo animale se la svigna sgusciando fluido tra gli scopi. Conto cento passi e trovo il legno vivo che la palla del 30.06 ha lacerato. “Che hai preso Pina?” mi chiede Trattorista [Mario, ndr] per radio, “Una pianta!” rispondo sportivamente. “Tranquilla, non sarai da sola a pagar da bere a fine battuta!” sghignazza lui per radio. “Ma daiii! Era un animale scanato, che

La tesa delle poste. Caccia Passione 26

è venuto quatto quatto lungo il fosso…era un tiro disperato, tra i rami, ci ho provato!” frigno io, ma ormai la mia maldestra azione venatoria è stata archiviata come padella, e me la tengo! Intanto la battuta continua e altri animali vengono spinti alle poste. Verso le 15:00 Alberto mi recupera con la jeep per andare a potenziare la linea delle poste dall’altro lato: i

A fine braccata ci si ritrova al fuoco.


Ungulati canai hanno sciolto cani freschi e andranno a sondare la parte bassa del poggio, dove sono state trovate diverse lestre “calde”. In effetti, qui è pieno di animali, le canizze si susseguono ravvicinate, talvolta si scompongono in canizze più piccole dietro agli animali sbrancati. Il passo di un grosso animale risuona davanti alla mia posta. Sento stroncare. Mi concen-

tro: due occhi piccoli ai lati di un grosso grifo infangato sembrano guardarmi attraverso le foglie del sottobosco. “Non posso sparargli di punta, non vedo quasi nulla, devo avere il sangue freddo di aspettare che si sposti dove posso mirare al torace…se lo sparo ora quasi sicuramente lo manco e tornerà indietro uscendo dalla cacciata... “. Tutti questi pensieri durano meno di un secondo. Poi l’animale si gira su se stesso e si lascia inghiottire dai rovi da cui era sbucato. Non lo vedo né lo sento più. “Un’altra occasione sprecata!” penso con disappunto, ma in cuor mio sono contenta di non essermi lasciata prendere dalla smania di un tiro azzardato. Pochi secondi dopo la Browning del Segretario [Andrea, ndr] “canta” l’ultima musica per il grosso verro dal grifo bianco. È quasi buio, i cani sono quasi tutti ai carrelli e si concludono i recuperi degli ultimi cinghiali. Giornate così, con amici fantastici, la carabina sempre imbracciata, i cani sempre in canizza e il fiato sospeso, sono davvero da incorniciare!

I canai si apprestano alla sciolta dei loro ausiliari. Caccia Passione 27


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Itinerari di caccia

A caccia di colombacci nel cuore del Perthshire..

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A caccia di colombacci nel cuore del Perthshire..

di Claudia Zedda

La primavera è una stagione dolce, ricca di promesse e di colori che prendono vita. Per viverla al meglio col fucile in spalla, la meta venatoria che ti consigliamo è la Scozia a caccia di colombacci.

I

l Perthshire mette a tua disposizione il più vario territorio di caccia dell’intera Scozia. Gli scenari che ti si presentano davanti, sono molteplici ed appaganti: un paesaggio che intervalla coltivazioni e pascoli ad incolti e tratti di foresta, campi d’orzo, infinite distese selvagge di rododendro ed erica e poi ovunque il caldo giallo dei campi di colza. Quando poi nuvole di colombacci ti sorvolano frettolosi e sembrano sfidarti, ti convinci che tutte le grandezze venatorie che sulla Scozia ed il Perthshire ti hanno raccontato, non erano solo leggende, ma la pura e semplice verità. Il viaggio Le opzioni che la Montefeltro tour operator ti consiglia per raggiungere il Perthshire sono diverse: puoi volare dall’Italia alla volta di Edimburgo o Glasgow scegliendo voli di linea o optare per compagnie low cost e voli diretti. A preferenza puoi scegliere di raggiungere la Scozia via terra con la tua auto. Qualunque sia l’opzione scelta quando arri-

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verai a destinazione verrai accolto da un assistente Montefeltro che curerà il trasferimento dall’aeroporto all’ hotel e ti anticiperà il programma di caccia per le giornate successive alla scoperta dei paesaggi del Perthshire e delle sue aree venatorie. La località è davvero speciale: per questo la Montefeltro Tour Operator ha deciso di gestire ben 20 riserve sul territorio per poterti offrire la caccia che preferisci. Le giornate di caccia Il viaggio venatorio che ti consigliamo è squisitamente primaverile, da effettuarsi fra marzo e aprile. Le giornate di caccia


Itinerari di caccia

a colombacci saranno 3, per un soggiorno totale 5 giorni e 4 pernottamenti in un confortevole albergo non lontano dalle zone venatorie in pensione completa. Abbondanti colazioni all’inglese per iniziare al meglio le giornate di caccia e alla sera un buon bicchiere di whisky, magari davanti ad un camino acceso, ti permetteranno di gustare al meglio tutto il sapore della Scozia. Il professional hunter Montefeltro ti accompagnerà durante tutti gli spostamenti venatori, illustrandoti il programma e l’attrezzatura a disposizione. Avrà già preparato per te il capanno e posizionato le

giostre e gli stampi in base al vento. Quindi non ti resta che aspettare l’arrivo dei colombacci. Normalmente la loro comparsa lascia a bocca aperta: il cielo si carica di uccelli che scendono in vortice sui campi di colza e sui seminati. Quello è il momento giusto per imbracciare il tuo fucile. Al piacere di una caccia dagli orizzonti sconfinati, fanno riscontro la piacevolezza e il comfort di ottimi hotel, chalet o di lussuose residenze di campagna, in linea con la grande tradizione britannica. Eleganza, comfort, relax in zone di caccia di rara bellezza a solo due ore di volo dall’Italia nel Caccia Passione 31


cuore del Perthshire che osserva, è bene ricordarlo, la domenica di silenzio venatorio come tutta la Scozia. E da non dimenticare la perfetta organizzazione venatoria supercollaudata che contraddistingue Montefeltro. E tanto di più Inoltre, a due passi dalle zone di caccia, potrai scoprire le principali città del paese, per arricchire il tuo programma con un po’ di

turismo. Respirare a pieno la magia dei territori scozzesi e ammirare anche i tipici castelli, tra i più belli al mondo, che con i loro re, regine, draghi ed eroi sono stati teatri di battaglie, ma anche storie d’amore del passato.

Montefeltro è da sempre sinonimo di qualità, sicurezza, comfort e relax. Ballathie House Hotel - Perthshire.

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Speciale cinghiale

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Custodiamole

con cura ..

di Federico Cusimano

Il tema della custodia della armi è presente nel nostro ordinamento sin dalla notte dei tempi. Tuttavia per alcuni versi ancora oggi è fonte di incertezza. Cerchiamo di capire cosa prevede la Legge ed in ogni caso quale comportamento è opportuno tenere.

I

l legislatore italiano si è sempre preoccupato di un tema particolarmente importante: la tenuta e la custodia delle armi. Per tale motivo è stato giustamente preteso che le armi fossero detenute e maneggiate da persone affidabili. L’art. 20 della Legge 110/75 recita che “la custodia delle armi deve essere assicurata con ogni diligenza nell’interesse della sicurezza pubblica”. Questa dicitura, a dire il vero un po’ sibillina, ha portato negli ultimi anni ad una serie di dubbi su quali sono gli obblighi di legge. In particolare l’attenzione si è concentrata sull’obbligatorietà o meno di possedere un armadio blindato. Una sentenza della corte di Cassazione dovrebbe aver chiarito che la legge non pone l’obbligo della custodia delle armi in armadi blindati, prescrivendo che deve essere tenuta ogni cautela al fine di evitare che soggetti non autorizzati possano entrare in possesso delle armi. Abbiamo volutamente utilizzato un verbo al condizionale “dovrebbe” perché ancora oggi molte stazioni dei Carabinieri o uffici di Polizia pretendono che le armi siamo custodite in armadi blindati. Dal momento che la Caccia Passione 34


Sicurezza questione è estremamente delicata e che la Legge punisce penalmente chiunque trascuri di adoperare nella custodia delle armi le cautele necessarie per impedire che persone non autorizzate giungano ad impossessarsene agevolmente, il nostro caloroso suggerimento è in ogni caso di dotarsi di un armadio blindato. Vediamo del dettaglio per quali motivi: innanzi tutto come abbiamo detto in precedenza è la legge che ci impone una custodia particolarmente accurata e seppur non ci obbliga all’armadio blindato tende a punire severamente comportamenti che possono ingenerare dei dubbi o delle interpretazioni. In altre parole sei tu che devi dimostrare che in mancanza dell’armadio blindato hai assicurato oltre ogni ragionevole dubbio ogni diligenza nel custodire ed impedire che non autorizzati possano entrare in possesso delle armi. In una parola se le armi sono custodite in un armadio blindato hai assolto in maniere perfetta l’obbligo della corretta custodia della armi e nessuno può dirti nulla. Badate che già da solo questo motivo vale il prezzo dell’acquisto di un armadio blindato che per altro non è esagerato. Purtroppo lo sappiamo bene che nel nostro paese parlare di armi e quasi un tabù. I giudici, nella maggior parte dei casi, nel dubbio condannano, il minimo di incertezza va sempre a svantaggio dei possessori di armi. Altro motivo per cui è sempre meglio custodire le armi in un armadio blindato è il valore stesso delle nostre armi. Solitamente l’arma più scadente che possediamo vale di più del costo dell’armadio. Pe non parlare poi del valore affettivo di molte delle armi che circolano nelle nostre case. In un unico armadio blindato possono essere riposte diverse armi oltre a tutti quegli oggetti di valore che si posseggono. Non è più necessario nascondere in luoghi della casa improbabili le nostre armi. Avere la paura che i figli o gli amici dei propri figli, un po’ per gioco un po’ per curiosità, possano prendere in mano degli oggetti potenzialmente pericolosissimi. Caccia Passione 33


Con un armadio blindato hai la possibilità di tenere in maniera ordinata, pulita e sicura gli strumenti della tua passione. Oltre al fatto che quando ti allontani per diversi giorni da casa hai una maggiore tranquillità lasciando le tue armi al sicuro. In definitiva a nostro avviso non vi è un solo motivo ragionevole per non utilizzare un armadio blindato. Per tutte queste ragioni abbiamo contattato un’azienda leader nella produzione di armadi blindati per cercare di capire di più circa le caratteristiche che un buon armadio deve avere. Anche qui abbiamo scoperto tutta una serie di cose interessanti: Paola Zardini, titolare della Silmec di Verona ci ha spiegato che un buon armadio blindato deve avere dei precisi requisiti. Per esempio è importantissimo lo spessore della lamiera d’acciaio sia della struttura che del portellone. Loro utilizzano lamiere d’acciaio di ben 3 millimetri per la struttura e addirittura di 4 millimetri per lo sportello. Anche le chiusure sono particolarmente resistenti ed hanno chiavistelli rotanti di ben 24 millimetri molto più difficili da tagliare. Le verniciature invece servono a garantire la durata del prodotto e vengono fatte tutte con trattamenti particolari antiruggine. Se un armadio è ben costruito te ne accorgi anche dal peso, tutto quell’acciaio non lo rende certo un oggetto leggero. Ecco perché è importante anche un sistema di consegna e di istallazione personalizzato ed una assistenza post vendita per qualsiasi eventualità. Un elemento importante al quale talvolta non si pensa al momento dell’acquisto è dove l’armadio sarà collocato nella propria abitazione. La Silmec essendo un’industria italiana al 100% e producendo tutto nei propri stabilimenti di Verona ha la possibilità di realizzare l’armadio personalizzato in base alle esigenze del cliente. Quindi se lo standard che propone è più piccolo o più grande del posto in cui hai deciso di collocarlo, non c’è problema loro te lo realizzano per te. In alcuni casi l’armadio blindato Caccia Passione 36


Sicurezza

può addirittura divenire un pezzo di arredamento, ecco perché esistono una vasta serie di modelli che vanno da quello in acciaio a quello rivestito in legno e vetro blindato, fino ai più moderni modelli personalizzati esteticamente esattamente come il cliente li vuole. In conclusione l’esigenza di custodire le proprie armi in maniera sicura e tranquilla fa si che i cacciatori e tutti coloro che per lavoro, per sport o per passione hanno a che fare con le armi a nostro avviso non devono attendere una legge che li obblighi ad avere un armadio blindato ma semplicemente lo devono utilizzare per dormire sonni più tranquilli e dedicarsi alla propria passione serenamente. In bocca al lupo a tutti.

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HIT SHOW 2016 Passione e sport si uniscono

ancora una volta in Fiera di Vicenza ..

di Pierfilippo Meloni

HIT Show 2016: dal 13 al 15 febbraio 2016 torna la Manifestazione leader dedicata a Caccia, Difesa Personale e Tiro Sportivo.

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opo il successo dello scorso anno, Fiera di Vicenza è pronta ad ospitare la nuova edizione di HIT SHOW, appuntamento dell’anno a livello internazionale, dedicato al mondo della caccia, del tiro sportivo e della formazione professionale di settore. Organizzata da Fiera di Vicenza in partnership con ANPAM (Associazione Nazionale Produttori Armi e Munizioni) in collaborazione con ASSOARMIERI e CONARMI, la Manifestazione propone tre giorni di approfondimento sulle novità riguardanti armi, munizioni, attrezzature e accessori sportivi che appassionati ed operatori possono scoprire all’interno di un’area di oltre 35.000 mq. Protagonisti di HIT SHOW, i top brand internazionali e le eccellenze della produzione Made in Italy ospitati nelle tre grandi aree tematiche in cui è suddivisa la Fiera: Hunting, Individual Protection e Target Sports. I visitatori hanno la possibilità di vivere in prima persona le proprie passioni grazie all’Area Demo, uno spazio esperienziale allestito nel Padiglione 6, il cui obiettivo è testare - nel poligono mobile allestito all’interno del Padiglione - i nuovi prodotti ed esercitarsi con Caccia Passione 38


armi da softair e ad aria compressa, sotto la guida di professionisti e campioni sportivi. L’esperienza si estenderà anche alla prova d’armi lunghe a canna liscia presso il Campo di Tiro di Montebello Vicentino; l’Area è stata potenziata – rispetto alla scorsa edizione – grazie anche al supporto delle aziende espositrici: seminari e workshop animano giornalmente l’Area Convegni, mentre allo shopping è dedicata un’intera sezione. Torna anche l’attesissimo Dog Show, l’esposizione canina nazionale di razze da caccia o da compagnia, per emozionare adulti e bambini. La Manifestazione canina, giunta ormai alla sua terza edizione, è organizzata in collaborazione con i Circolo Cinofilo Vicentino e vanta la presenza di più di 1000 esemplari. Grande ritorno anche per la 4^ edizione del Trofeo HIT Show, organizzato da Fiera di Vicenza in collaborazione con FITAV (Federazione Italiana Tiro a Volo) presso diversi poligoni veneti, a cui prendo-

Eventi

no sempre parte un gran numero di tiratori e appassionati. L’edizione 2015 ha confermato il grande successo di HIT SHOW arrivando a totalizzare 30.000 visitatori provenienti da tutto il mondo - il 29% in più rispetto al 2014 – confermandosi ancora una volta appuntamento di riferimento per il mercato europeo. Fiera di Vicenza, infatti, favorisce l’incontro tra espositori ed addetti del settore permettendo lo sviluppo di nuovi network commerciali con un occhio attento ai player innovativi in questo ambito. La Manifestazione ha un assetto sempre più internazionale grazie al numero crescente di espositori esteri, ben 48 nell’edizione del 2015 rispetto ai 20 del 2014, provenienti da 23 Paesi tra cui Romania, Ungheria e Pakistan. Questo dato porta anche all’aumento dell’offerta merceologica, come è accaduto in particolare nei nuovi settori Individual Protection e Target Sports.

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HIT Show è quindi il contesto ideale dove informarsi sull’uso corretto delle armi e delle munizioni e nel contempo scoprire tutte le novità nel campo dell’arte venatoria! Per tenersi aggiornati sulle attività e sul calendario della Manifestazione è possibile visitare il sito www.hit-show.com.

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Eventi

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Cani da caccia

Il lepraiolo

che vorrei.. Caccia Passione 43


Il lepraiolo

che vorrei..

di Claudia Zedda

Alla scoperta delle principali qualità e capacità indispensabili al segugio nella caccia alla lepre che fanno di lui un vero lepraiolo.

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iamo tutti d’accordo che la perfezione non sia di questo mondo? Eppure quando parliamo di cani, quando parliamo di cani da caccia, quando parliamo di cani da caccia alla lepre tutti, nessuno escluso, ambiamo al segugio perfetto. Che poi è giusto così, accontentarsi non ha portato lontano mai nessun cacciatore, eppure di cani perfetti io ho sempre e solo sentito parCaccia Passione 44

lare. Sarà per via del fatto che la perfezione è variabile e dipende anche e soprattutto dai gusti del canettiere? Qualunque sia la verità, esistono dei tratti che un lepraiolo fuoriclasse nel trattare l’orecchiona dovrebbe possedere: a pensarci bene sono tutti tratti di cui dovrebbe far vanto, in un modo o nell’altro anche il cacciatore. Sono cinque e se in casa hai un cane che li possiede tutti, buon per te.


Cani da caccia Moderazione ed equilibrio Equilibrati lo devono essere entrambi, cane e canettiere. In entrambi la moderazione e l’equilibrio consentono di regolare l’azione e la reazione a qualsiasi situazione. Prendi ad esempio la voglia irrefrenabile del selvatico che molti lepraioli mettono in mostra: un cane equilibrato sarà in grado di controllare questa sensazione evitando inutili strappi, ritorni controproducenti, velocizzando e ottimizzando ogni azione di caccia. L’equilibrio torna utile anche in altre situazioni: un cane equilibrato è in grado di comportarsi sul campo in base anche al tipo di terreno e al tipo di giornata.

deve essere in grado di leggere la voce del proprio cane. Se il cacciatore ne può fare a meno, per quel che riguarda il lepraiolo una buona voce, utilizzata a dovere è tratto imprescindibile. Tutti i segugi urlano, tutti i segugi scagnano, ma solo i fuori classe lo fanno in maniera sapiente. Avere accanto un cane che sa usare la voce a dovere non è solo acusticamente piacevole, ma anche piuttosto funzionale, visto che le emissioni vocali possono dirci molto sulla condizione dell’azione di caccia. Ovviamente, che te lo dico a fare, sono completamente da bocciare le voci che non hanno alcuna giustificazione: sono fastidiose, disorientano cacciatore

Un cane equilibrato è un cane paziente, in grado di concentrarsi, non necessariamente anziano ma certamente di esperienza. Pazienza e concentrazione lo aiuteranno a dare il meglio per risolvere gli enigmi che spesso la lepre dissemina sul terreno di caccia. L’abbaio - D’accordo, forse questo non è esattamente un tratto che deve appartenere al canettiere, ma di certo un buon canettiere

e cani, e non aiutano certo a scovare prima il selvatico. Attraverso una voce usata nel migliore dei modi il canettiere che sa ascoltare potrà avere sempre in mano la situazione. Ostinazione L’ostinazione e la tenacia i cani che amano la caccia ce l’hanno tutti, eppure ognuno le mette in mostra in gradi differenti, esattamente come i canettieri. Se vuoi mettere Caccia Passione 45


alla prova il tuo grado di tenacia e quello del tuo cane non devi far altro che cimentarti in terreni di caccia difficili, nei quali la presenza della lepre scarseggia. Basta aspettare la metà della stagione, quando l’abbondanza di lepre (a patto che ci sia mai stata) è un vago ricordo, per trovare il terreno e le condizioni ideali. Le lepri rimaste, le superstiti, le super lepri ti daranno filo da torcere perché più di molti altri selvatici sono in grado di metterti in difficoltà, di capire il comportamento tuo e dei cani e di prevederlo, utilizzando le situazioni a proprio vantaggio. Proprio sui falli possiamo testare la tenacia e l’ostinazione: alcuni potrebbero chiamarla testardaggine, ma sono tratti caratteriali apprezzabili sia nel canettiere sia nel lepraiolo che spesso sono in grado di far la differenza. Esperienza ed istinto - Istinto, intuito, esperienza, chiamalo come vuoi. Ci sono cani che questo tratto comportamentale ce

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l’hanno e cani che non ce l’hanno e non ce l’avranno mai. Lo puoi intravedere nel cane fin dal primo momento, durante la cerca. Questo super cane ispezionerà con puntualità e cura posti da altri trascurati, dove la possibilità di incontro è scarsa… ma c’è. Non sono cani precisi e attenti, sono cani dotati di istinto, tratto che è bene possieda anche il canettiere. L’istinto non te lo spieghi, ma spesso è in grado di far la differenza. Fisicità e forma Chiudiamo con un tratto ovvio ma che non si deve mai dare per scontato. Esattamente come l’intelligenza, essenziale in un cane ed in un canettiere anche la forma fisica è un dettaglio imprescindibile. Per curarla al meglio gestisci con attenzione la sua dieta e la tua dieta e vivi la natura e il territorio il più possibile, allenandoti sempre.


Cani da caccia

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Fucili canna rigata

Sako A/7 Roughtech in .243 Win. Caccia Passione 49


Sako A/7 Roughtech in .243 Win.

di Emanuele Tabasso

Quando i tempi si fanno difficili è il momento di affinare la ricerca per innovare il prodotto con migliorie tecniche e soluzioni che consentano una quotazione adeguata alle esigenza della clientela: la Casa finlandese del Gruppo Beretta si pone sul mercato con questa soluzione

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a forza di un’azienda si misura nelle proposte adeguate ai momenti e la Casa finlandese, della Holding Beretta, realizza prima il Modello A/7, versione semplificata del classico Hunter, poi questa innovazione in chiave tecnica con la duplice finalizzazione di

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una quotazione moderata e di una notevole miglioria tecnologica in chiave di robustezza e costanza di precisone. Grazie alla cortesia dell’azienda abbiamo avuto in prova un esemplare di cui abbiamo sondato bene le possibilità: il peso di 3400 g è un poco elevato in relazione al ca-


Fucili canna rigata libro .243 Win. camerato, ma è una questione strutturale connessa alla tecnologia applicata per cui, scegliendo una cartuccia di maggior prestanza si avrà una massa entro la media. La soluzione fra meccanica e calciatura L’azione vede il castello ricavato dal pieno con base piana, fianchi verticali e raccordo a cupola con la calotta superiore, anello rotondo e ponte chiuso su cui sono presenti i grani per il montaggio delle basi di un’ottica; l’otturatore cilindrico reca le tre alette in testa dotate di sezione conica e profilo periferico ondulante per aumentare il numero dei punti di contatto col castello, diminuendone insieme le superfici in gioco con il risultato di una scorrevolezza esemplare e l’esclusione di impuntamenti. Nella faccia ribassata si trovano il foro del percussore e il nottolino a molla dell’espulsore, soluzione meno costosa della lamina fissa dei Mod. 85. L’estrattore è un blocchetto incassato fra due alette, con movimento pivotante e puntone a molla di contrasto. Il manubrio lavorato a parte viene inserito nell’apposita base sporgente dal cilindro: comoda la manovra grazie al ridotto angolo di apertura (circa 70°) e alla nocca a pera. Sotto al tappo apicale sporge il quadrello con punto rosso a indicazione di meccanica armata. Due le dimensioni

proposte per cartucce della classe .308 Win. o .30-06 Sprg. Arriviamo all’estesa struttura portante in alluminio, interna alla calciatura, con funzione non solo di classico bedding, ma di telaio portante dell’intera meccanica e della calciatura stessa: si può osservare questo interessante progetto sul sito aziendale per meglio apprezzarlo. La calciatura in sintetico è funzione della travatura interna con cui lega stabilmente realizzando rigidità e indeformabilità a tutta prova. Forme a aspetto sono ben illustrate dalle immagini e seguono lo stile statunitense con qualche gradevole nota europea: la funzione al tiro è notevole e pure la corrugazione della superficie della calciatura non reca fastidio al volto mentre se ne apprezza l’effetto antiscivolo anche con mani sporche di fango. Canna, scatto, sicura e caricatore La canna avvitata al castello presenta una misura adeguata al calibro con 62 cm di lunghezza e addirittura esuberante nelle sezioni con 29 e 17 mm fra culatta e volata: cinque scanalature esterne rendono meno pesante l’impianto con un favorevole irrigidimento e, aggiungiamo, un bellissimo aspetto e maggior dissipazione del calore in caso di serie di tiro ripetute. Viene montato in volata un tappo filettato per l’eventuale applicazione di un freno di bocca. La

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rigatura a 6 principi con passo di 1/10� viene impressa per rotomartellatura a freddo, tecnica in cui la Sako vanta esperienza da primato. Lo stecher alla francese pecca leggermente per lo scarso spazio posteriore in cui inserire il dito per la messa in monta e per un rilascio

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troppo lungo e filante, pur se il peso di 303 g è perfettamente adeguato. Siamo certi che una diversa regolazione sistemerebbe questo secondo punto. La comoda e silenziosa sicura a tastino posta a destra del castello blocca sgancio, percussore e manovra dell’otturatore,


Fucili canna rigata ma una seconda levetta ne consente l’apertura mantenendo bloccate le altre due funzioni; sul fianco sinistro del ponte sporge la levetta per lo svincolo dell’otturatore a fondo corsa. Il caricatore staccabile in nylon e fibra di vetro contiene tre cartucce: solo i labbri sono in robusto acciaio e il sistema di svincolo obbliga a premere la soletta esterna insieme al tasto di sgancio evitando cadute fortuite e perdita del prezioso accessorio. A conclusione ci pare che la Casa di Riihimaki vanti un altro pezzo particolare nella sua produzione, un pezzo specifico per la caccia nelle zone difficili del pianeta, quelle dove l’azienda opera e progetta da una novantina d’anni con pieno successo. A parte tratteremo dell’ottica Steiner e dei tre tipi di munizionamento Sako con cui abbiamo effettuato le prove di tiro.

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Scheda tecnica Costruttore: Sako Oy - Tikka, Sakon Katu 2, FIN-11100 Riihimäki, Finlandia – export@ sako.fi – www.sako.fi Distributore: azienda del Gruppo Beretta che ne cura la distribuzione in Italia Modello: A/7 Roughtech Tipo: carabina a otturatore girevole scorrevole a ripetizione ordinaria Castello: anello anteriore e ponticello chiuso posteriore Otturatore: a tre alette in testa con chiusura nel castello Canna: in acciaio speciale rotomartellata profilo cilindro conico scanalato - lunga 620 mm - montata flottante Serbatoio: mobile da 3 cartucce completamente in nylon e fibra di vetro con labbri in acciaio, molla al silicio Materiali: le componenti metalliche dell’arma sono in acciaio lavorato di fresa – alcune sono microfuse

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Calciatura: in sintetico con bedding e struttura interna in alluminio – calciolo in gomma ad assorbimento di energia – due distanziali da 5 mm ciascuno Congegno di scatto: grilletto singolo con stecher alla francese Estrattore: a unghia e molla inserita nel corpo otturatore Espulsore: a nottolino elastico nella testa dell’otturatore Sicura: a tasto posto sul fianco destro del castello – blocca scatto, percussione e otturatore – tasto supplementare per scaricare l’arma a sicura inserita Mire: assenti - attacchi su basi tipo Weaver Finiture: brunitura opaca delle parti metalliche – lucida per il corpo otturatore – calciatura grigio scuro con reticolatura verdone Lunghezza: 1.125 mm (short) – 1.135 mm (long) Peso: 3.400 grammi circa senza attacchi e ottica Prezzo: 1900,00 euro (informativo)


Fucili canna rigata

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Dalla Sako

tre allestimenti in .243 Win.

di Costantino Ramolfi

Partendo dall’impianto della 7,62 NATO la Winchester aveva realizzato a suo tempo la .308 Win. per passare quasi contemporaneamente alla 6 mm denominata .243 Win. una cartuccia che a distanza di una sessantina d’anni continua a convincere molti appassionati

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arecchie sedute di tiro ci hanno permesso di provare a fondo il fucile Sako A/7 Roughtech, l’ottica Steiner Nighthunter Xtreme 3-15x56 insieme a tre varietà di cartucce originali Sako in .243 Win. allestite con tre diversi caricamenti. La dicitura pubblicitaria Cartucce Sako in armi Sako era in voga già a metà degli Anni 60 e ricor-

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diamo caricamenti di buona resa per calibri correnti come il .270 Win. o il .222 Rem. così come per impianti più sofisticati come il .222 Rem. Mag. o il .264 Win. Mag. In seguito la diffusione di tali cartucce originali era andata scemando e in pratica non le si trovava nelle armerie. L’impulso conseguente l’ingresso dell’azienda finlandese nella Hol-


Munizioni ding Beretta ha toccato alcuni anni fa anche il comparto cartucce e oggi le scatole nere e gialle fanno bella mostra di sé dagli scaffali delle armerie: fra calibri e caricamenti con palle specifiche si passa il biblico numero di dodici dozzine con una benefica insistenza su quelle cartucce di consolidato impiego dove una congrua varietà di proiettili richiama l’attenzione dei conoscitori convincendoli a soffermarsi su quella che reputano di specifico interesse per la propria caccia. La .243 Win. è nata a metà degli Anni 50 con l’intendimento molto yankee di una cartuccia multifunzionale: la magia dell’impianto balistico coniugata a canne dal passo di rigatura piuttosto corto concede un’elevata precisione intrinseca con peso di palla fra i 70 e i 105 grs e tale propensione l’ha mostrata

natori per la caccia al camoscio, quando i 250 m erano un limite posto dalla saggezza e dalla sportività; ne abbiamo ancora ultimamente verificato gli effetti con proiettili adeguati da 85 grs e capi crollati sul posto. Ora il .243 Win. è appannaggio soprattutto della caccia al capriolo, ma se si ha la possibilità di misurare bene il punto dove spedire il piccolo proiettile, l’attaccatura del collo ad esempio, si vedranno risultati sorprendenti anche su cinghiali di taglia discreta. I tre allestimenti della Sako La gamma inviataci dalla Casa è giustamente varia spaziando su tre diversi tipi e pesi di palla: si inizia con la Barnes TTSX Powerhead da 5,2 g (80 grs), quindi con l’aggiornamento tecnico per soddisfare gli obblighi di impiego delle palle prive di piombo.

come una solida evoluzione delle solite scelte del varmint quindi come sostitutiva della .222 Rem con maggior braccio operativo, ampliando insieme le possibilità venatorie fino al più classico dei selvatici nordamericani, il cervo coda bianca. Da noi questa 6 mm statunitense è stata impiegata con successo negli Anni 60 da molti bravi cammi-

La Barnes vanta in tale settore un’esperienza molto qualificata con le sue monolitiche in rame pur se non sempre i pareri degli utilizzatori si rivelano concordi sulla micidialità. Nel presente, quindi nelle prove con la A/7, questi proiettili si sono rivelati di notevole precisione con lo sfarfallamento di un solo colpo su una volée di cinque sparaCaccia Passione 57


ti a 100 m, quando le due coppie attorno al centro sono frutto della postura del tiratore. Proseguiamo con la Gamehead SP da 5,8 g (90 grs) una classica Soft Point con punta in piombo scoperta e peso molto classico per il calibro: notiamo una certa resistenza nella chiusura dell’otturatore che non influisce sulla precisione e sulla costanza di tiro. A 100 m la rosata di cinque colpi è molto buona con la dispersione in verticale data dai nostri occhiali multifocali e dalla canna calda, fattore quest’ultimo che influisce poco anche sparando in rapida successione, cioè estraendo il bossolo, osservando con tranquillità nel lungo il risultato, e ricaricando. Per terminare ecco la Deerhead Bonded SP da 6,5 g (100 grs) quindi con camiciatura e nucleo saldati per il mantenimento della massa pur nell’attraversamento di ostacoli duri: una palla per selvatici di un certo peso e con notevole resistenza per cui si rivela opportuna una forte penetrazione senza dispersione di frammenti. Anche questa cartuccia impone un po’ più di sforzo nella chiusura dell’otturatore e si notano leggerissimi segni sulla mantellatura, indizio di un rapporto assai ridotto fra posizione della palla e inizio della rigatura. Molto interessante la precisione e soprattutto la costanza: sull’abbinata dei 100 e dei 200 m è la migliore delle tre. Ancora una nota favorevole per terminare: le polveri impiegate sporcano molto poco la canna facilitandone la pulizia.

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Munizioni

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Ottica Steiner 3-15x56 Nighthunter Xtreme

di Emanuele Tabasso

In abbinamento con la carabina Sako A/7 Roughtech abbiamo provato questo cannocchiale della nota azienda tedesca prima specializzata in ottiche per impiego militare poi da qualche anno in rapida e favorevole ascesa sul mercato sportivo L’attenzione L’espansione mirata della Beretta Holding ha raggruppato sotto una stessa egida aziende già famose a cui è stato conferito un notevole impulso progettuale e commerciale: è il caso della Steiner che ha implementato il Caccia Passione 60

suo settore di azione eminentemente militare dedicandosi con attenzione al quello civile dove la classica terna composta da binocolo, lungo e cannocchiale da mira soddisfa una cospicua serie di appassionati. Abbiamo avuto in


prova uno degli ultimi prodotti, oggi già superato da un modello analogo ulteriormente perfezionato. Lo Steiner Nighthunter Xtreme 3-15x56 ha nella robustezza un fattore primario, retaggio della progettazione per impiego rude e senza troppi riguardi, avvalorata dalla garanzia di ben 10 anni. Le caratteristiche salienti vedono il tubo da 30 mm, i vetri ottici di notevole livello per garantire un’eccellente e apprezzabile trasmissione di luce, una visuale corretta con la qualifica di alta definizione (HD) in assenza di aberrazioni cromatiche e distorsioni dell’immagine anche alla periferia della visuale, contorni dei soggetti inquadrati nitidi e definiti. Il reticolo è il classico n. 4 pensato per la caccia, quindi con posizionamento sul secondo piano focale per il mantenimento degli spessori virtuali anche variando

Ottiche

gli ingrandimenti, la croce centrale rimane un giusto riferimento anche in condizioni di luce sfavorevoli quando il punto centrale illuminabile si rivela per molti un ausilio determinante. La lunghezza totale di 360 mm, il peso di 770 g, il diametro da 56 mm dell’obiettivo offrono un’entità ancora maneggevole con un valore di luminosità adeguato ai tiri all’aspetto nei minuti crepuscolari, quando tale caratteristica si rivela essenziale ed esiziale per il raggiungimento del risultato. L’escursione degli ingrandimenti, insieme all’ampio campo visivo, permette con il 3x ancora una buona riuscita nel tiro di movimento mentre il valore massimo di 15x non pone problemi ai tiri lunghi o su selvaggina con zona vitale di non ampie dimensioni. Ci siamo divertiti anche in poligono: un reticolo crosshair consentiCaccia Passione 61


rebbe di limare qualche mm nelle rosate, ma sarebbe decisamente fuori luogo in questo impianto fortemente e puntualmente venatorio. Le regolazioni vedono l’anello dell’oculare per la messa a fuoco del reticolo protetto da uno spessore in gomma per proteggere il sopracciglio e piccoli rilievi che ne facilitano la rotazione mentre la ghiera per la variazione degli ingrandimenti presenta rilievi assai più marcati e un movimento fluido e immediato. Le torrette con cappellotti a vite di chiusura hanno un movimento differenziato: quella per l’elevazione con scatti percepibili, anche se non sempre così distintamente, e quella in deriva con

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movimento a frizione per cui occorre leggere sull’anellino i riferimenti; con l’attenzione del caso abbiamo condotto la prova del quadrato verificando una sostanziale corrispondenza del ritorno al punto zero mentre l’entità degli scostamenti previsti sul valore per ogni scatto, o linea, pari a 1 cm a 100 metri è giusta nell’elevazione, ma quasi si dimezza nello scostamento laterale: dopo la prime prove ci si adegua facilmente. Si passa poi alla terza torretta dove è montato l’impianto di illuminazione del reticolo, variabile con gradualità secondo le necessità d’uso, e attivabile dalla posizione del fucile; con una seconda rotella coassiale si cor-


regge la parallasse secondo i valori metrici prefissi. Determinante quest’ultima funzione specie al valore massimo di ingrandimento (15x) e corretta l’efficacia sul campo. Un altro valore che torna molto comodo a chi ha il collo corto è rappresentato dalla lunga focale grazie a cui si trova con facilità la posizione esatta per abbracciare con lo sguardo tutto il campo visivo. Le prove condotte su diversi campi di tiro e in più riprese hanno permesso di verificare la validità dell’impianto tecnico per lumino-

Ottiche

sità, nitidezza e capacità di staccare un’immagine mimetica dallo sfondo meno favorevole, come un capriolo in un pomeriggio di dicembre contro un bosco di alberi spogli e ramaglie. A questo aggiungiamo un rilievo poco tecnico, ma ben percepibile specie da chi abbia l’occhio facilmente affaticabile: anche in lunghe sessioni dove si cerca di spremere il meglio dall’insieme ottico balistico queste lenti non affaticano assolutamente la vista. Per noi è un fattore di primaria importanza. Caccia Passione 63


Iniziare… dall’inizio !

Ho potuto consultare il libro “Ripensare la legge quadro sulla caccia”, di Giacomo Nicolucci...

...E siccome pare che sia ormai indispensabile e imminente (!?!) una rivisitazione della normativa nazionale di base, non posso esimermi da alcune osservazioni sulla metodica, riservandomi di entrare nel merito delle disposizioni in tempi successivi, ove del caso. Innanzi tutto mi hanno colpito le parole di presentazione dell’opera da parte dei due Presidenti U.r.c.a. ed U.n.c.z.a, là ove lamentano le “ promesse non mantenute” circa le proposte di legge, frutto di elaborazione di tanti di noi “che non hanno mai visto il sorgere

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di Goffredo Grassani

del sole”! ( Forse perché elaborate al buio, in recinti riservati, chiusi, infrequentabili…!). Al di là delle facili battute, evidentemente, sinora, nella preparazione delle bozze e/o proposte di legge si sono seguiti metodi obsoleti e, comunque, inefficaci. Probabilmente sarà il caso di invertire il sistema dei lavori : concordare un testo condivisibile tra tutti i possibili interessati; portarlo a conoscenza della popolazione con tutti i mezzi; dibatterlo in tutte le sedi; portarlo all’esame dei Parlamentari, per gruppi o specializzazioni, solo dopo


Attualità che il testo è stato metabolizzato, divulgato, discusso, in una parola divenuto di pubblico dominio e sinanco indigesto per assuefazione ( come avviene per la pubblicità !), di modo che l’impatto ufficiale con il Parlamento non sia trasversalmente di immediata ripulsa. Quanto sopra è in linea con la constatazione dei sopra nominati Presidenti circa la sensibilità dei politici, che facilmente “sfruttano demagogicamente le esigenze della compagine venatoria”, sino alla repulsione “dalle aule parlamentari”di “ogni argomento che riguardi la caccia”. Pertanto, se il comportamento dei politici è questo, bisognerà forse arrivare in Parlamento ( e poi nelle Regioni), con un testo già metabolizzato nell’opinione pubblica e, quindi, non facilmente rigettabile sic et simpliciter. Altra considerazione emergente da una prima lettura dell’opera è “l’importanza che riveste la fauna selvatica quale grande risorsa culturale, prima ancora che economica”: questa osservazione va approfondita . Cominciando con il togliere la fauna selvatica dal limbo del patrimonio indisponibile dello Stato, in modo da poterla gestire come una risorsa economica e culturale, nel rispetto di regole condivise e in linea con la normativa europea. Infatti i beni patrimoniali dello Stato rappresentano una sorta di proprietà fiscale, mentre quelli demaniali per natura o per legge servono, direttamente, alla soddisfazione di bisogni collettivi: se inserita tra le proprietà demaniali dello Stato, la fauna selvatica potrebbe trovare diversa gestione anche nelle aree protette, oggi vincolate alla natura patrimoniale e indisponibile della fauna stessa. Sempre restando nell’ambito delle considerazioni preliminari, non sono d’accordo che la L.157/92 sia una norma di riforma economico-sociale, per cui le Regioni a Statuto speciale e le Province autonome hanno competenze specifiche: competenze che, tra l’altro, oggi

sono estese a tutte le Regioni. So per certo che certa letteratura giuridica ( es. Gorlani,“ Caccia programmata”, pag. XIX ) sostiene il contrario, pur senza dimostrarlo in modo inequivocabile. Io stesso consegnai personalmente all’Avvocato Gorlani a Brescia, il parere ( 17 luglio 1991) della”Commissione parlamentare per le questioni regionali” sul Disegno di Legge n. 2854 ( poi divenuto L.157/92 ), “parere favorevole sul d.d.l. stesso in quanto ..non costituisce norma di riforma economico-sociale”. Interessante al riguardo anche la sentenza della Corte Costituzionale n.366 del 27.7.92 ( G.U. 33 – I^ serie speciale 5.8.92), che in buona sostanza ha precisato che sono norme di riforma economico/sociale solamente “ i principi relativi alla partecipazione degli enti locali alla istituzione e alla gestione delle aree protette”. Vale qualcosa questa Commissione parlamentare o la rottamiamo? Un tale riconoscimento permetterebbe, ad esempio, alle Regioni, almeno in caso di emergenza come attualmente nel problema gestione cinghiali, di consentire l’attività di prelievo nei giorni tabù, martedì e venerdì, invece che invocare esercito (Confagricoltura), lanciafiamme (Regione Marche) o commercio, pardon : lancio, di lupi (WWF). Un’ultima considerazione generale : il tanto decantato rispetto delle consuetudini e tradizioni locali ( non c’è norma che non lo preveda!) sia effettivo e non solo parziale e per lo più riferito alla maggiorazione della protezione attraverso l’aumento dei divieti, come giustamente riferisce il Professor Nicolucci a pagina 28 : “ il mero divieto, antitetico alla gestione, appare infecondo e certamente nocivo”. Anche sotto questo profilo si impone come necessaria la modifica dell’art.1 della L.157/92 : la fauna selvatica, quale patrimonio indisponibile dello Stato, non può avere altra configurazione e destinazione nemmeno nelle aree protette. Se la fauna selvatica sarà dichiarata semplicemente “proprietà dello Stato”, si Caccia Passione 65


renderanno possibili i necessari adattamen- lo. Voce dispersa nel deserto! E sulla sabbia ti agli usi e consuetudini locali, oggi enfatiz- , oggi, le carcasse di circa 400 stambecchi. E zate ma sempre relegate nel limbo dei sogni. quanti camosci? E se si fosse intervenuti prima? Sarebbe stato almeno meno drammatico In conclusione, diamo un reale valore eco- l’evento, in proporzione all’intervento sulla nomico e culturale alla fauna selvatica ed densità delle popolazioni dei selvatici, semalla selvaggina in particolare. Sarà più ra- pre portata in campo dai tecnici come primo zionale la gestione e immediata la reazione fattore negativo se in eccesso; si sarebbero ad eventi eccezionali. Senza sperare che sia potute rimpinguare le casse del Parco;.il Parla natura a risolvere i problemi ( come all’e- co delle Dolomiti friulane, non si sarebbe trapoca dei dinosauri!). Un esempio recente? sformato da patrimonio dell’umanità (UneTempo addietro, con largo anticipo,in Val Tra- sco), a lazzaretto di manzoniana memoria. montina (Udine) si è levato un grido di terrore : rogna sarcoptica in avvicinamento, 3/400 Weidmannsheil! camosci in esubero nel Parco delle Dolomiti friulane, 4/500 stambecchi fuori controlCaccia Passione 66


Cucina

Salsicce di cinghiale con fagioli e cotiche di prosciutto

di Adelmo Giacomini

Presentiamo une delle ricette classiche dell’ottima cucina popolare. Un piatto unico dal gusto avvolgente e ricco che soddisfa lo spirito ed il corpo. Vi consigliamo per raggiungere il massimo del piacere di associare un buon vino rosso e di mangiarlo in buona compagnia. Dosi per preparare 1 kg di salsicce;

PREPARAZIONE SALCICCE:

(sarebbe meglio preparare le salsicce il giorno prima) Prima di tutto mettere a bagno il budello per qual700 g di carne magra di cinghiale; 300 g di pancettone di maiale fresco suffi- che ora in acqua calda e aceto per farlo rinvenire e renderlo elastico. Tritare la carne con il disco a fori cientemente grasso; grandi una sola volta. Far sciogliere il sale nel vino, 22 g di sale; aggiungere l’aglio, (granulare o fresco pestato) il pepe, 4 g di pepe macinato fresco; il peperoncino e condire il trito mescolando per bene Peperoncino q.b.; meglio se con le mani. Lasciare riposare il tutto per ½ cucchiaino di aglio granulare (oppure ½ almeno un’ora. Sciacquare bene il budello dentro e fuori ed insaccare le salsicce. Se non si possiede una spicchio di aglio fresco pestato) insaccatrice si può utilizzare un imbuto con il becco ½ bicchiere di vino rosso grande. Legare le salsicce della misura desiderata con Budello sotto sale per insaccare dello spago da cucina precedentemente ammollato in acqua calda. (questa accortezza permetterà allo spago di scorrere meglio e facilitare il compito della legatura).

LA RICETTA: ingredienti per 4 persone 4/6 salsicce di cinghiale (dipende dalla grandezza delle salsicce); 250 g di fagioli secchi borlotti di buona qualità; cotiche e gambuccio di prosciutto; 300 g di passata di pomodoro rustica o pomodori pelati; 1 cipolla di Tropea di medie dimensioni; sedano e carota per il trito; ½ bicchiere di vino bianco; 6 bacche di ginepro; 3 foglie di alloro; pepe in grani e peperoncino q.b.; olio extravergine di oliva e sale q.b. Caccia Passione 67


PREPARAZIONE:

1 - L’insaccaggio delle nostre salcicce.

Mettere a mollo i fagioli in acqua la sera prima. Mettere le cotiche di prosciutto ed il gambuccio in un pentolino con acqua fredda e portarle ad ebollizione. Farle bollire per 5 minuti e ripetere l’operazione per tre volte cambiando sempre l’acqua. Per comodità in questa preparazione useremo la pentola a pressione.

2- Ecco le nostre salcicce di cinghiale.

Sopra: l’esperto di cucina Adelmo Giacomini Caccia Passione 68

Affettare finemente le cipolle, preparare un po’ di trito con sedano e carota e soffriggere il tutto in abbondante olio extravergine di oliva insieme alle spezie, le cotiche ed il gambuccio tagliati a strisce. Aggiungere le salsicce ed una volta rosolate per bene sfumare con il vino bianco. A questo punto togliere le salsicce e


Cucina

tenerle da parte, unire i fagioli ammollati e la passata di pomodoro al soffritto, mescolare bene e aggiungere acqua calda fino a coprire i fagioli. Salare, chiudere la pentola a pressione e cuocere per circa ½ ora dal fischio (si consiglia dopo circa 20 minuti di controllare la preparazione e se necessario aggiungere acqua per continuare la cottura). Trascorsa ½ ora assaggiare i fagioli e se sono sufficientemente cotti (dovranno risultare al dente ma non duri) unire le salsicce, richiudere la pentola 3 - Gli ingredienti pronti per la nostra ricetta.

4 - Rosolatura del soffritto con le salcicce.

5 - Aggiungere i fagioli e il pomodoro e terminare la cottura.

a pressione e continuare la cottura per circa Ÿ d’ora sempre dal fischio (i tempi di cottura sono indicativi). Terminata la cottura controllare la preparazione e se del caso aggiungere liquido o far addensare. Terminare il piatto con un filo di olio extravergine di oliva e del pepe nero macinato fresco. Buon appetito Caccia Passione 69


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Veterinaria

Il tumore mammario

prevenzione, dignosi e cura Caccia Passione 71


Il tumore mammario

prevenzione, diagnosi e cura

di Kalaris

Il tumore mammario è una malattia che colpisce soprattutto i cani di taglia adulta di sesso femminile ma che può manifestarsi anche in esemplari giovani.

L

’insorgenza del tumore mammario comporta complicazioni al cane. Al fine di scongiurare l’insorgenza dello stesso, la prevenzione è la chiave di tutto. In questo articolo affronteremo una tematica scottante per tutti i proprietari di cani: la differenza tra tumore benigno e maligno, e le diverse modalità di trattamento della paCaccia Passione 72

tologia. Dopo il tumore cutaneo che colpisce il cane, al secondo posto troviamo il tumore mammario, patologia che interessa soprattutto le cagne anziane, con un’età media di 10-12 anni. I tumori mammari possono colpire anche gli esemplari maschi, anche se raramente, ma in questo caso si tratta di tumori maligni. L’evoluzione della medicina


Veterinaria

veterinaria, negli ultimi anni, ha consentito il raggiungimento di un’efficace prevenzione, anche attraverso la sterilizzazione (ossia l’asportazione delle ovaie): se quest’ultima viene effettuata prima del primo calore, tale intervento ridurrà praticamente a zero il rischio di insorgenza del tumore mammario. A generare tale patologia concorrono gli ormoni prodotti dalle ovaie durante i calori i quali, agendo sul tessuto delle mammelle, danno il via alla trasformazione in tumore. Se la sterilizzazione viene praticata prima del secondo calore, in questo caso diminuirà l’efficacia nella prevenzione, e dopo i due anni e mezzo di vita del cane non ha più nessun effetto preventivo contro i tumori mammari. Inoltre, la somministrazione di farmaci progestinici, utilizzati per prevenire il calore, accresce il rischio di comparsa dei tumori mammari. Anche l’obesità viene considerato un fattore di rischio. I tumori mammari si rivelano con l’apparizione nel tessuto mammario di noduli, singoli o multipli, sia su una sola mammella, sia su più mammelle, le quali aumentano gradualmente di volume. Attraverso la visita veterinaria delle mammelle si potrà appurare la presenza di nodu-

li: il veterinario con la sola palpazione non potrà contraddistinguere i tumori mammari benigni da quelli maligni, quindi per avere una diagnosi certa sarà necessario l’esame dei noduli al microscopio (ossia l’esame istologico) conseguente la loro asportazione chirurgica. Alcune statistiche dicono che il 50% circa sono benigni e il 50% maligni. Gli esemplari di razza sono più soggetti ai tumori mammari, rispetto alle cagne meticcie. Nel caso in cui fossimo in presenza di tumori benigni, questi aumentano di volume con il passare del tempo, ma in genere ciò accade molto lentamente, e tendono a rimanere stabili in quella zona, quindi non c’è rischio di metastasi. Al contrario, i tumori maligni cresceranno molto più velocemente e si infiltrano nei tessuti circostanti, con alto rischio di metastasi. Infatti, in questo caso si verificherà un distacco delle cellule tumorali che circoleranno nei vasi sanguigni e saranno trasportati agli altri organi. I polmoni sono gli organi più colpiti dalle metastasi, poiché vengono progressivamente occupati dal tessuto tumorale, il quale andrà a sostituire quello polmonare. Purtroppo, nella maggioranza dei casi l’asportazione chirurgica Caccia Passione 73


il 50% dei tumori maligni ha già generato metastasi. Se non trattati e scoperti in tempo, i tumori maligni conducono alla morte per insufficienza respiratoria nel caso in cui siano stati i polmoni ad essere colpiti dalle cellule tumorali; generalmente si assisterà ad un grave e triste dimagramento del cane (chiamato cachessia tumorale), poiché il tumore nel crescere si nutre a scapito dell’organismo. Anche i tumori benigni con il passare del tempo, provocano la morte dell’animale, perché aumentando di volume stendono eccessivamente la pelle che li ricopre, la quale sarà soggetta ad ulcere ed infezioni gravi. Purtroppo, se la cagna avesse contratto tutte queste complicazioni, si dovrà prendere in considerazione anche la triste ipotesi di sopprimere il cane per la presenza di piaghe croniche che trasudano pus. La prevenzione è la chiave di tutto. Se durante la visita viene accertata la presenza dei noduli mammari è indispensabile intervenire il più velocemente possibile attraverso la loro asportazione chirurgica: più si procrastina il trattamento, più si riducono le possibilità di una guarigione completa. La prognosi è tanto efficace quanto minore è il diametro del tumore: tumori di diametro superiore a 5 cm hanno una prognosi peggiore. Prima di arrivare all’intervento chirurgico è fondamentale effettuare alcuni test, come l’esame del base del sangue e delle urine, al fine di valutare lo stato di salute generale e la funzionalità degli organi interni, e la valutazione dei parametri

Caccia Passione 74

della coagulazione del sangue, quest’ultima vantaggiosa per prevedere eventuali problemi di emorragie durante l’intervento chirurgico. Inoltre, si eseguono delle radiografie del torace per stabilire la presenza di eventuali metastasi polmonari (in questo caso sarebbe inutile l’intervento chirurgico), anche se con questo sistema non è possibile determinare con certezza i tumori di dimensione ridotte. L’intervento chirurgico è diversificato a seconda dei casi. Se vi è la presenza di piccoli noduli su una sola mammella si potrà asportare solo la mammella interessata, ma ci sono tumori multipli si asporteranno più mammelle, o anche tutta la fila di mammelle di un lato. Il tessuto tumorale verrà in seguito sottoposto ad esame istologico, al fine di determinare il tipo di tumore (benigno o maligno) e per verificare che sia stato interamente asportato. Successivamente la cagna dovrà essere sottoposta a visite periodiche per stabilire l’eventuale ricomparsa di neoplasie mammarie. In conclusione, così come avviene per gli essere umani, anche nel caso di animali la prevenzione è la chiave di tutto. Scoprire in tempo un tumore, ci saranno buone percentuali di salvare la vita alla nostra amica/o a quattro zampe. Chi decide di prendere una cane, dovrà essere consapevole che si dovranno affrontare anche costi per le visite dal veterinario. Coloro che ritengono che ciò possa essere un onere troppo gravoso per le proprie tasche, farà meglio a non prendere un cane.


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