Caccia Passione - Gennaio 2012

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ANNO I nr. 1 - Gennaio 2012

caccia passione Dedicato a chi ha la passione per la caccia nel sangue

Migratoria:

• Il passo migratorio della beccaccia:

Caccia Estero:

• Caccia alle marzaiole in Montenegro

Speciale unguluti:

• Caccia al cinghiale: Il rituale della braccata o cacciarella

Fucili da caccia:

• Franchi affinity anniversario, l’eccellenza italiana in 150 esemplari numerati

Setter irlandese: Eleganza nel portamento, resistenza e caparbietà nel lavoro



Editoriale

Caccia Passione Magazine La caccia sul web La nascita di un nuovo magazine dedicato alla caccia è sempre un evento positivo che dimostra quanto sia vivo il mondo venatorio e quanta passione lo circonda. Caccia Passione, vuole essere La Rivista digitale dedicata a tutti gli appassionati di casa nostra, tratterà tutti gli argomenti che più stanno a cuore ai cacciatori italiani, senza tralasciare qualche accenno alle cacce estere, che sempre più ci vedono protagonisti. Naturalmente in questo momento in cui gli attacchi alla caccia da parte dei nostri “amici” ambientalisti, che spesso con l’ambientalismo vero non hanno nulla da spartire, sono particolarmente agguerriti, lanceremo da queste pagine l’allarme e c’impegneremo per contrastarli in maniera efficace e non demagogica. La nostra attenzione sarà puntata anche sul modo armiero tenendovi aggiornati su tutte le novità in tema di armi e munizioni, settore d’eccellenza dell’industria italiana. Ormai siamo alla chiusura della stagione venatoria, e all’inizio della selezione, ci ripromettiamo di accompagnarvi con spunti stimolanti fino alla prossima apertura. Come qualcuno di voi sa, vengo dalla carta stampata e precisamente da Diana, dalla più antica rivista italiana, ormai sono due anni che abbiamo instaurato un proficuo rapporto di collaborazione e sono stato onorato quando mi è stato chiesto di contribuire al nuovo Magazine digitale Caccia Passione, che sicuramente diventerà un punto fermo nel mondo del web. Il Magazine sarà di 80 pagine con periodicità mensile, tratterà l’intero panorama venatorio, cinofilia, caccia pratica, ungulati, migratoria, gestione faunistica, caccia in azienda, legislazione, armi, munizioni, veterinaria, e naturalmente racconti di caccia. Sarà correlato in maniera indissolubile al sito www.cacciapassione.com, da cui sarà visionabile e scaricabile in maniera assolutamente gratuita.

Saverio Patrizi


Setter irlandese:

eleganza nel portamento, resistenza e caparbietà nel lavoro in Italia per scopo venatorio, in quanto gli viene preferito il “cugino” inglese. La sua eleganza nel portamento è connessa ad una grande forza e caparbietà durante le battute di caccia. La ferma statuaria è unica fra tutte le razze da caccia.

SOMMARIO Anno I - Nr. 01 - Gennaio 2012

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www.cacciapassione.com

il passo migratorio italiano della beccaccia

Pg 8

Il passo migratorio italiano della beccaccia KALARIS

Pg 12

Backingham Palace

: Le volpi di

DIEGO MASTROBERARDINO

12 19

: le volpi di Buckinghame Palace

Pg 19

La cacciarella: ruoli e tecniche per insidiare il cinghiale CLAUDIA ZEDDA

: la cacciarella: ruoli e tecniche per insidiare il cinghiale

Pg 28

Fauna selvatica e danni all’agricoltura

A CURA DELLA REDAZIONE

Pg 34

Caccia agli ungulati in Toscana da Brunelli

KALARIS Caccia Passione 2


Pg 60

: nza nel portamento, enza e caparbietà nel lavoro

Il canaio e

suoi segugi

DIEGO MASTROBERARDINO

Pg 66

confronto

Palle da cinghiale a

DOMENICO MANSUETO

Pg 72

L’otite del cane,

sintomi e cure

A CURA DELLA REDAZIONE

Pg 38

Setter Irlandese: eleganza nel portamento, resistenza e caparbietà nel lavoro

A CURA DELLA REDAZIONE

Pg 44

: Completa ed equilibrata per mantenerlo sano ed attivo PIERFILIPPO MELONI

Pg 48

44

: caccia alle marzaiole in Montenegro

52

:

Caccia alle marzaiole in Montenegro CLAUDIA ZEDDA

Pg 54

fuoco

Carta europea d’arma da

PIERFILIPPO MELONI

Pg 56

Franchi l’eccellenza Italiana in 150 esemplari numerati

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: l’otite del cane, sintomi e cure

A CURA DELLA REDAZIONE Caccia Passione 3


News venatorie

Caccia e Fauna: a Febbraio la IXa edizione della rilevazione degli uccelli acquatici in Italia

Inizia nel mese di febbraio la IXa edizione della rilevazione degli uccelli acquatici durante la migrazione pre-nuziale sulle zone umide italiane. Anche quest’anno i cacciatori che collaborano con il sito Anatidi. it saranno impegnati nella IXa edizione della rilevazione degli uccelli acquatici durante la mi-

grazione pre-nuziale sulle zone umide italiane. Potranno collaborare tutti i cacciatori italiani. Per le modalità delle rilevazioni visitare il sito Anatidi.it o scrivere una mail a: redazione@anatidi.it Le finalità di questo lavoro saranno quelle di rilevare e conteggiare gli uccelli acquatici in transito sulla penisola italiana durante la migrazione pre-nuziale che li porterà nei luoghi di nidificazione del Nord-Est europeo; evidenziare le date di maggiore presenza sul nostro territorio; verificare lo status fenologico degli uccelli acquatici.

Caccia in Sardegna: legge leggittima, via alle deroghe La Legge regionale sarda sulla caccia è legittima, lo ha deciso la Corte Costituzionale con propria sentenza; ora via alle deroghe. E’ pienamente legittima la legge regionale sulla caccia del 2011 che prevede una deroga al prelievo sottoposta al parere rilasciato da un organismo regionale anziché da quello nazionale. Lo ha deciso nei giorni scorsi la Corte costituzionale con una sentenza, nella quale viene fatta salva la scelta del Caccia Passione 4


News venatorie Accademia Faunistico Venatoria: scuola per cacciatori Nasce a Bergamo una scuola per cacciatori che contribuirà a diffondere la cultura venatoria e faunistica nonché a salvaguardare il territorio. Entro la prossima primavera la Provincia di Bergamo e l’ABF, Azienda Bergamasca per la Formazione, promuoveranno l’Accademia Faunistico Venatoria di Bergamo, un iniziativa volta a diffondere la cultura dell’arte venatoria, la cultura faunistica e contribuire ad una più efficace salvaguardia del territorio.

legislatore sardo di ritenere sufficiente il parere dell’organismo riconosciuto a livello regionale come “una legittima opzione, consentita da una piena esegesi della norma statale”. Rigettato, per la non fondatezza della questione di legittimità, il ricorso. Ora si apre un possibile nuovo scenario: prendendo spunto dal recente decreto della Regione Lazio che ha posticipo al 9 febbraio 2012 l’attività venatoria, l’assessore Oppi, ade-

Il corso sarà aperto ovviamente a tutti i cacciatori senza limiti di età e a tutti quei cittadini che siano interessati ad approfondire le loro conoscenze sui temi della caccia, della fauna, dell’ambiente e della salvaguardia del territorio con un passaggio per l’aspetto gastronomico. L’Azienda Bergamasca di Formazione organizzerà i corsi in base al numero di richieste, inoltre gli interessati potranno partecipare previo pagamento di una quota di iscrizione che l’istituto ancora non ha fissato.

rendo alle pressanti richieste del mondo venatorio sardo nonché alle esigenze manifestate da alcuni consiglieri regionali, ha richiesto all’Istituto superiore per la protezione dell’Ambiente il parere per consentire l’attività anche in Sardegna nella prima decade di febbraio. Si tratterà di cacciare alcune specie di avifauna quali il colombaccio, la cornacchia grigia, la gazza e la ghiandaia. Caccia Passione 5


Fiera di Vicenza: dal 18 al 20 Febbraio aprono le porte l’Hunting Show ed il Pescare Show A pochi giorni dall’inizio del Hunting Show e Pescare Show aumenta l’attesa di tutti gli appassionati del mondo della caccia e della pesca, che si daranno appuntamento dal 18 al 20 febbraio alla Fiera di Vicenza

na dalla quale ammirare i prodotti esposti. All’Hunting Show la parola d’ordine è interattività tra l’espositore ed il visitatore: lo scambio di informazioni e la possibilità da parte delle aziende di vendere direttamente al pubblico, sono diventati i

Mancano pochi gioni all’Hunting Show, la 6ª edizione del Salone Internazionale della Caccia, che aprirà le porte ai visitatori dal 18 al 20 di febbraio presso la Fiera di Vicenza. Un evento che sta appassionando un numero sempre crescente di visitatori, che ogni hanno si danno appuntamento per condividere ed aggiornarsi sulle novità riservate all’arte venatoria. Partito nel 2007, l’Hunting Show è diventato il punto di riferimento per tutti gli appassionati della caccia. In soli cinque anni, sono aumentati in maniera significativa gli espositori che apriranno i loro stand ai visitatori, che oramai giungono da tutta Italia. La presenza dei più importanti e prestigiosi marchi nella produzione di armi, di munizioni, di ottiche, di accessori e di articoli per la caccia offre ai visitatori un’ampia vetri-

punti cardine della manifestazione. Grazie alla preziosa collaborazione ed alla presenza degli Assessorati alla Caccia della Regione del Veneto e della Provincia di Vicenza, la Fiera darà spazio anche al tema della salvaguardia ambientale e della promozione delle attività venatorie nel territorio. Un’iniziativa quest’ultima intrapresa già nelle passate edizioni

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Eventi dell’Hunting Show, nella quale vengono illustrate ai visitatori i progetti sulla tutela e gestione del patrimonio faunistico-venatorio ed al recupero delle tradizioni ad esso legate. La promozione di un codice etico per l’attività venatoria, la caccia come anello di congiunzione tra culture diverse e la riscoperta dei piatti tradizionali veneti, sono solo alcune delle tematiche che ver-

ranno affrontate durante la Fiera. L’Hunting Show ci tiene a non essere solamente un momento per esporre prodotti, ma anche un’occasione culturale per reciproci scambi di informazioni. Non mancheranno momenti sportivi. Dallo scorso anno, infatti, è stata lanciata la “Ladies Cup”, una manifestazione di tiro sportivo la quale,

in collaborazione con la Fabbrica d’Armi Pietro Beretta, ha incentivato tante donne a mettersi alla prova in un’attività ritenuta, fino a poco tempo fa, appannaggio quasi esclusivo degli uomini. Grazie all’accoglienza riservata alla Ladies Cup, quest’anno verrà lanciata anche la Junior Cup, nella quale si confronteranno le “matricole” del tiro sportivo. Non poteva mancare anche un momento ludico e ricreativo, che verrà assicurato dal Soft air Line up. Il Softair, un’attività ludico-ricreativa di squadra basata sulla simulazione di tattiche militari, avrà a disposizione un intero padiglione, considerato il successo riscosso lo scorso anno. La Fiera di Vicenza non lascerà delusi nemmeno gli appassionati della pesca, poiché il PESCARE SHOW, il più importante punto di incontro in Italia per il mondo della pesca a mosca e dello spinning in acqua salata e dolce, offrirà sorprese a tutti gli appassionati. La Fiera di Vicenza si conferma, dunque, il punto di incontro dei cacciatori e pescatori sportivi di tutta Italia e non solo. Per maggiori informazioni, consultare i siti internet: h t t p : / / w w w. v i c e n z a f i e r a . i t / ; ht t p : / / w w w. hu nt i n g s h ow. i t / ; h t t p : / / w w w. p e s c a r e s h o w. i t / Caccia Passione 7


Il passo migratorio italiano Fra i volatili che annualmente si cimentano in lunghe migrazioni alla ricerca di climi più vantaggiosi per la sopravvivenza e la riproduzione, impossibile non citare la beccaccia. Sistematicamente in autunno ed in primavera, precisa come un orologio, si rende protagonista di importanti voli migratori per lo svernamento che la portano ad abitare regioni temperate, ideali per trascorrere i mesi più freddi. E’ fatto risaputo che migri normalmente di notte, anche se in particolarissime condizioni atmosferiche, quali ad esempio gelate improvvise, o bufere, la beccaccia sia disposta anche a spostamenti diurni. Prassi che abbandona di rado invece è lo spostamento in solitaria. I gruppi di beccacce impegnate nella migrazione stagionale, molto raramente superano il numero di 6 o 4 elementi. E’ invece molto più comune che ogni individuo si sposti singolarmente. Saranno ancora le condizioni meteo a determinare la velocità del volo e soprattutto l’altezza. In generale possiamo affermare che a notte la beccaccia vola per circa 6/8 ore percorrendo lunghi tratti del proprio Caccia Passione 8

percorso migratorio che l’allontanano dalle zone più settentrionali dell’Europa, dall’Asia e dalle isole dell’Atlantico nelle quali è abitudine che nidifichi. In base al suo luogo di provenienza il passo migratorio si dirigerà verso Sud, Sud Ovest od Ovest. Sono due i flussi migratori principali che caratterizzano gli spostamenti della beccaccia. I volatili che provengono dalle aree scandinave e dalla Norvegia normalmente si spostano verso Ovest raggiungendo le Isole Britanniche o il Nord della Francia, mentre quelli che provengono dall’Europa Occidentale, preferiscono seguire rotte che puntano verso Sud, Sud Ovest raggiungendo


Migratoria

della beccaccia Conoscere la regina dei boschi significa scoprire i segreti del suo passo e ripasso migratorio che ogni anno la vede protagonista da ottobre a marzo. Fra i luoghi di svernamento prediletti l’Italia, l’appennino e l’aspromonte

l’Europa meridionale , l’Africa e l’Italia. Ad avvisare la beccaccia che il momento per la migrazione è giunto sono principalmente gli sbalzi bruschi di temperatura. Quando queste improvvisamente scendono sotto lo zero, le condizioni per la migrazione si verificano tutte e la beccaccia parte per il proprio viaggio stagionale. L’innalzamento delle temperature ed il surriscaldamento globale che negli ultimi anni si sta verificando

ha messo in alcuni casi la beccaccia nella condizione di non migrare affatto e di svernare nei propri paesi d’origine. Si tratta comunque di situazioni anomale e rare per ora; più comunemente la beccaccia migra, e quelle che raggiungono l’Italia per lo svernamento prediligono notevolmente le zone del centro e del sud della penisola.

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Il passo migratorio italiano della beccaccia

Gli studi e l’osservazione del passo cacce che sostano da ottobre fino a migratorio delle beccacce in Italia marzo, sia a quelle che si fermano rivela che la regina dei boschi ami particolarmente la costa tirrenica e che durante l’autunno discenda ancora più verso sud attraversando l’Adriatico e l’Appennino. Solo agli esordi della primavera risaliranno verso nord, seguendo il versante Appenninico occidentale, dirigendosi ancora una volta verso la propria terra, la Slovenia, l’Ungheria o la Bielorussia. Fra le regioni particolarmente frequentate e soggette a notevoli flussi migratori delle beccacce, impossibile non nominare la Calabria. Nello specifico le beccacce amano svernare nelle catene montuose dell’Aspromonte, caratterizzate da temperature che non si presentano mai troppo basse. L’ ospitalità è garantita sia alle bec Caccia Passione 10


Migratoria per un breve periodo e ripartono presto verso i Balcani, verso la Sicilia o l’Africa. Particolarmente frequentato dalle beccacce anche l’Appennino Aretino, nel cui territorio di recente si sono inaugurati degli studi atti a determinare le caratteristiche salienti del passo migratorio di questo affascinante volatile. Questo ha inizio verso la metà di ottobre, e con una certa regolarità il flusso migratorio prosegue fina alla fine di novembre. Quando le temperature scendono

e cominciano le pesanti nevicate, la beccaccia scende di quota dirigendosi verso vallate della Maremma e zone limitrofe. Il ripasso avviene nel mese di marzo, dura non più di un paio di settimane durante le quali le beccacce ripercorreranno a ritroso la medesima rotta per far rientro verso i luoghi di nidificazione. Ovviamente una sosta (seppure breve) sulle vette dell’Appennino sarà d’obbligo prima del lungo volo di ritorno.

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Le volpi di Buckingham Palace

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Caccia alla volpe La caccia alla volpe, oggi vietata in tutto il Regno Unito, è stata una delle tradizioni piÚ conosciute al mondo dei Lords inglesi. Un evento venatorio dove ogni partecipante, persone, cavalli e cani, aveva un ruolo specifico. La storia, i riti cerimoniali, i ruoli dei partecipanti di una delle tradizioni piÚ antiche della vecchia Inghilterra: la caccia alla volpe

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Le volpi di Buckingham Palace La caccia alla volpe è stata una tipologia di caccia che affonda le proprie radici storiche nella vecchia Inghilterra, in un’epoca durante la quale era diventato necessario controllare l’aumento demografico delle volpi. Questi animali selvatici, infatti, uccidevano gli animali da cortile, costringendo i contadini a cacciarle con l’ausilio dei propri cani La prima battuta di caccia di cui si hanno notizie risale al 1534 nella contea di Norfolk. Data la necessità di controllare la popolazione delle volpi, nel XVII secolo gli allevatori inglesi avevano già selezionato delle razze canine adatte a questo tipo di caccia, dando vita al Bilsdale, selezionato nello Yorkshire. Nei secoli è andata perduta la necessità di controllare il livello demografico delle volpi presenti sul territorio, al punto che nel XX secolo quest’ultime rischiavano l’estinzione in Inghilterra, proprio a causa dell’eccessiva caccia a cui erano destinate. Fino al 2005, anno in cui è stata bandita in tutto il Regno Unito la caccia alla volpe, quest’ultima era rimasta una sorta di tradizione dei Lords inglesi, i quali desideravano conservare quest’evento poiché appannaggio esclusivo dei nobili ed elemento di distionzione dai sudditi. Caccia Passione 14


Caccia alla volpe La volpe rossa è stata la principale preda delle cacce dei Lords inglesi, che hanno soprannominato quest’animale in diversi modi : Tod (antico vocabolo per volpe), o Reynard (nome di un personaggio atropomorfico della letteratura europea del XII secolo), oppure Charlie (dal nome del politico

Whig inglese, Charles James Fox). La volpe rossa è un piccolo predatore onnivoro, il quale si rifugia in tane che si scava nella terra, ed è prevalentemente attivo al tramonto, spostandosi per un arco di 20 km dal proprio nido ed è in grado di raggiungere la velocità di 48 Km/h. L’evento della caccia alla volpe si pro-

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trae per un’intera giornata e vede la partecipazione di molte persone sia a cavallo che appiedate, ognuna delle quali indossa un abito specifico a seconda del ruolo cui è chiamato a svolgere. La squadra così composta si avvale dell’ausilio di una muta di cani che seguono le tracce della volpe o di un tampone imbevuto

dell’urina di volpe e trascinato da un uomo appiedato lungo un sentiero. Ogni partecipante alla caccia alla volpe aveva un suo specifico ruolo. Il Maestro di Caccia o Joint Master of Fox Hounds era colui il quale aveva la responsabilità finanziaria della battuta di caccia e dell’andamento dell’attività venatoria. Altra

figura era quella dei Segretari onorari volontari, solitamente due nel Regno Unito, che avevano il compito di raccogliere le quote di iscrizione tra i partecipanti alla battuta di caccia. I Kennelman o Huntsman avevano il compito di assicurarsi che i cani ritornassero al gruppo ed erano responsabili della direzione dello stesso. Questo ruolo è conosciuto a livello mediatico, poiché erano coloro che suonavano il

corno per dare inizio alla battuta di caccia. Inoltre, vi erano i Whippers-in (o “Whips”), ossia assistenti dell’Huntsman. Il loro principale compito era quello di impedire che i cani lottassero tra loro o con altri animali al di fuori della volpe. Infine, la figura dei Terrier man, ossia coloro che avevano il compito di uccidere la volpe stessa o di scavare nella tana della preda, nel caso in cui quest’ultima vi si rifugiasse.

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Caccia alla volpe I Lords si muovevano con i cavalli, quest’ultimi chiamati “field hunters” o hunters. La razza più utilizzata in questa pratica venatoria è stata quella dei Thoroughbred, che venivano cavalcati da quanti seguivano la caccia. In alcuni casi venivano condotti anche a piedi durante l’atto proprio della caccia. L’evento venatorio veniva diviso in due gruppi, proprio considerando i cavalli: il primo gruppo di cavalieri è chiamato First Field ed aveva il compito di seguire direttamente la volpe, mentre il secondo gruppo, chiamato Second Field, Hilltoppers o Gaters, percorreva sentieri più lunghi in campo aperto, al fine di braccare la preda nel caso

in cui avesse lasciato la boscaglia. Coloro che, però, braccano veramente e materialmente la volpe erano le mute di cani, che inseguivano il selvatico. Quest’ultimi venivano lasciati sciolti in un’area nella quale era alta la presenza di volpi, iniziando a trovare ed a seguire le tracce lasciate in precedenza dal selvatico. Una volta fiutata la traccia, la muta iniziava l’inseguimento seguita dai cavalieri. La caccia terminava solo quando la volpe non poteva più sfuggire ai cani, un momento quest’ultimo chiamato going to ground (ossia rifugiandosi in una tana scavata nel terreno), oppure quando veniva raggiunta dalla muta, per poi essere uccisa.

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Molto significativi erano i rituali sociali nella caccia alla volpe, anche se nei secoli molti di questi sono caduti in disuso. Uno dei più importanti è stato il blooding, ossia una cerimonia che vede il maestro di caccia o un cacciatore predisposto a questa cerimonia prendere un po’ di sangue ed ungere le guance di un nuovo iniziato alla caccia, solitamente un bambino, quando è stata catturata la volpe. Un’altra pratica comune era quella di tagliare la coda (brush), i piedi (‘pads’) o la testa (‘mask’), diventando quest’ultimi dei trofei. Entrambe queste antiche pratiche, in ogni caso, sono diventate ob-

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solete già a partire dal XIX secolo. Il periodo nel quale si svolgeva nel Regno Unito la caccia alla volpe era durante le stagioni autunnali, comprendenti i mesi tra agosto ed ottobre: in quel preciso periodo, infatti, la caccia assumeva il nome di cub hunting o autumn hunting e le volpi avevano raggiunto una grandezza fisica ottimale essendo nate in primavera. La scaltrezza delle volpi è ben nota, al punto che proprio in questo periodo, i selvatici sviluppavano gradualmente tecniche per sfuggire al fiuto dei cani, imparando ad arrampicarsi sugli alberi o camminando lungo delle staccionate.


Caccia alla volpe

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Speciale ungulati

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Caccia al cinghiale:

La cacciarella, ruoli e tecniche per insidiare il cinghiale Cacciarella: La caccia al cinghiale è fatta da uomini esperti, che si organizzano in gruppo per raggiungere un obbiettivo comune. Canai, poste e battitori saranno tutti organizzati dal capo caccia, esperto ed imparziale

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Caccia al cinghiale: la cacciarella, ruoli e tecniche per insidiare il cinghiale la cacciarella è una tecnica di caccia al cinghiale, la quale consiste in quell’azione combinata di uomini e cani che portano allo scovo del cinghiale ed al suo successivo abbattimento.

Quando si parla di cacciarella sta- possono rifiutare. E l’uomo cacciatene pur certi, ci si riferisce ad una tore, per catturare questo selvatico, caccia in squadra, ma soprattutto si è spesso organizzato in equipe, distribuendo compiti ad una caccia tutta ... difficile lavoro di squadra, rivolta a scovare il spetta al capocaccia organiz- e ruoli a più membri del gruppo che lavoRe del Bosco: il Cin- zarla al meglio... ra per il medesimo ghiale. Intelligente, elegante, fiero, è un ungulato che scopo. Il team deve essere collaboha movimentato i sonni di più di rativo, organico e tutto intenzionato un cacciatore perché la sfida che gli a raggiungere l’obbiettivo: la cattura lancia è di quelle che davvero non si del cinghiale. D’altronde tutti parteciperanno, a fine battuta, alla spartizione del carniere. La cacciarella è appunto una tipologia di caccia che vede l’uomo in team. Il gruppo sarà ben organizzato fra canai, battitori e poste e ben gestito dal capocaccia. Quello di canaio è un Caccia Passione 22


ruolo davvero delicato; non solamente si dovrà avere un’esperienza e una conoscenza del territorio di caccia davvero invidiabili, ma si dovrà essere anche amante e meglio ancora proprietario dei cani che al cinghiale, in grossa sostanza daranno la caccia. I periodi durante i quali la caccia è chiusa, il canaio sarà tutto preso dall’addestramento del proprio segugio, dal suo mantenimento e il canaio deve conoscere perfettadalla sua cura. Dovrà stringere con mente il territorio: la visibilità non è sempre eccellente, lui un rapporto di In Italia la cacciarella è la vera amicizia, unico tecnica di caccia al cinghiale e il rischio è quello di perdere di vista il e profondo che verrà in squadra più diffusa ... cinghiale a causa di poi messo alla prova sentieri sbagliati. Una volta deviata durante la cacciarella. Durante lo svolgimento della cac- la corsa del selvatico verso le poste, cia, lo scopo dei canai sarà quello il ruolo del canaio potrà dirsi condi trovare l’animale e metterlo in cluso. Il rischio del ruolo è quello di corsa. La cattura è scopo degli altri far uscire il cinghiale dall’area della membri del gruppo. Ecco perché battuta; capita infatti che il canaio, Caccia Passione 23


preso dalla foga della caccia, piuttosto che indirizzare il cinghiale verso le poste, tenti di sparargli, mettendo a serio rischio la riuscita della giornata. Il ruolo della posta non è di minor importanza. Viene posizionata dal capo caccia ad inizio della battuta, e lo scopo è quello di coprire ogni lembo del perimetro in precedenza scelto. Ovviamente le poste saranno collocate nei punti in cui con più probabilità il cinghiale tenterà la fuga. Il capo caccia dovrà dunque dimostrare una certa conoscenza del territorio e una indiscussa esperienza. Un elemento da tener in forte considerazione è la distanza fra le poste, Caccia Passione 24

che dipende principalmente dalla visibilità offerta dalla zona in cui si svolge la battuta di caccia. Impossibile dunque dare dati precisi senza aver visto prima il terreno. Regola assoluta, che tiene davvero poco conto della visibilità è invece quella relativa alla posizione della posta in base al vento: questo deve essere sempre fronte al cacciatore, di modo che il cinghiale, dotato non solo di intelligenza, ma anche di olfatto a cinque stelle, non percepisca l’intenso odore umano e scappi. Per lo stesso motivo un buon cacciatore sa che prima di una battuta è meglio non utilizzare profumi particolarmente intensi. Si sconsiglia addirittura di fumare.


Speciale ungulati

E’ pur sempre vero che se ben braccato dai cani, il cinghiale terrà in poco conto gli odori percepiti, preso da altri problemi contingenti. Altro elemento fondamentale è che ciascuna posta sappia la posizione di quella o di quelle vicine. In direzione dei colleghi si dovrà evitare di puntare l’arma, per la sicurezza di tutti. Le discussioni per l’assegnazione delle poste sono cosa da evitare: il capocaccia le assegnerà in maniera imparziale, tenendo conto dell’esperienza del cacciatore, e dal loro canto i cacciatori dovranno accettarla senza movimentare troppo le acque. Il più grande errore che un capo caccia potrebbe commettere è quello di lasciare porzioni di perimetro

vuoti: secondo la legge di Murphy, valida anche in caso di caccia, il cinghiale troverà via di fuga proprio nell’unico buco scoperto! Infine dobbiamo ricordare il ruolo del battitore, che pur non comparendo sempre in tutti i team, diventa praticamente indispensabile quando i membri della battuta sono numerosi. Di norma si tratta di canai che durante quella giornata poco hanno a che fare con i cani, ma coprono punti in cui non sono presenti poste. Da lì indirizzeranno i cinghiali lungo i giusti sentieri urlando e sparando. Detto questo ricordiamo che la battuta di caccia inizia molto prima della collocazione dei battitori: si dovrà prima di tutto ormare il perimetro della battuta, quindi cercare al suo Caccia Passione 25


interno le orme fresche dell’animale. Si tratta di un’operazione che certo non potranno svolgere i novellini, non semplice specie quando ha piovuto di recente e confondere le nuove con le vecchie tracce diventa davvero semplice. Solo a questo punto verranno disposte le poste e al segnale d’inizio le mute verranno sciolte dai canai. Se tutto va per il verso giusto i cani scoveranno il cinghiale immobilizzandolo con l’abbaio a fermo e i canai insieme ai battitori spingeranno il malcapitato cinghiale verso le poste. Ovviamente l’esperienza vissuta ha tutto un altro fascino.

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Speciale ungulati

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Fauna selvatica e danni all’agricoltura: mancano i dati ufficiali

La nuova emergenza per il mondo agricolo sono i danni causati dalla fauna selvatica. La mancanza di dati dati ufficiali e l’assenza di strumenti per quantificarli, ha aperto un dibattito sulle nuove opportunità di gestione del territorio da parte delle imprese agricole e l’attività venatoria.

I danni causati dalla fauna selvatica all’agricoltura, rappresentano una vera e propria emergenza. La riforma della legge 157/92 dà l’opportunità di riprendere il confronto tra caccia, agricoltura e tutela dell’ambiente, al fine di trovare un’intesa tra queste tre attività per una più efficiente gestione del territorio. La legge menzionata dovrebbe coCaccia Passione 28

noscere il miglioramento di alcuni suoi contenuti, per adeguarla alle posizioni ed orientamenti della Politica Agricola Comunitaria. Rinnovando alcuni principi della pianificazione faunistico-venatoria del territorio e la relativa programmazione della caccia, si otterrebero notevoli risultati in termini di tutela del territorio ed il suo rinnovamento della fauna selvatica.


Il mondo agricolo vorrebbe che vengano rimossi alcuni vincoli sull’attività venatoria, poiché quest’ultima è considerata un ottimo strumento per contenere i danni causati dalla fauna selvatica, evitando in tal modo il ricorso a strumenti assicurativi per il risarcimento. Le P.A., infatti, sono chiamate spesso a farsi cairco di tali risarcimenti, che sul piano finanziario pesano molto sulle tasche dei cittadini. Altro problema riguarda la quantificazione dei danni, che spesso conduce soltanto a risultati parziali, anche attraverso indagini accurate da parte della Coldiretti e del WWF. Molti sostengono che si dovrebbe partire proprio da questo aspetto, ossia la raccolta dei dati, per poter

Gestione faunistica

aver un quadro preciso sulla reale situazione circa il problema dei danni causati dalla fauna selvatica all’agricoltura, consentendo di conseguenza alle P.A. di essere sempre e costantemente aggiornate. Poter contare su indagini statistiche che forniscano dati aggiornati su scala nazionale aiuterebbe a monitorare, in maniera più efficiente, il problema. Allo stato attuale gli unici dati che abbiamo a disposizione si basa-

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no solo ed esclusivamente sulle richieste di risarcimento presentate dagli agricoltori. Una stima incompleta quest’ultima, che non riesce a quantificare pienamente i danneggiamenti alle imprese agricole da parte della fauna selvatica. La Coldiretti è l’unica che riuscita a fare stime più o meno precise negli ultimi ani, fra le quali spicca quella del 2007 che certificava a 70 milioni di euro i danni in Italia causati dalla fauna. Sempre secondo l’Istituto, negli ultimi dieci anni la popolazione dei selvatici si è decuplicata, passando da 123.000 ad 1.000.000 attuale. Le specie maggiormente dannose Caccia Passione 30

all’agricolturasono i cinghiale, i cervidi, la nutria, i lupi, i cani selvatici, gli orsi, gli storni ed i piccioni selvatici. Circoscritte le specie maggiormente dannose, resta l’esigenza di rendere operativo un controllo faunistico, il quale potrebbe essere attuato attraverso un’ordinanza di protezione civile con il ricorso a vari strumenti, tra i quali: utilizzo di strumenti sonori e visivi per l’allontanamento, cattura con gabbie e reti, abbattamenti controllati ed eradicazione della fauna selvatica. Con tali strumenti sarebbe possibile effettuare un controllo faunistico inteso come contenimento numerico.


Gestione faunistica Ciò sopra descritto, però, non dice nulla riguardo la prevenzione. Infatti sarebbe importante prevedere quali siano le misure di prevenzione che le imprese agricole dovrebbero adottare, stabilendo anche quali misure finanziarie le Regioni decidono di adottare nel caso in cui si verifichino danni all’agricoltura. Le Regioni e gli enti preposti a risolvere questo problema, dovrebbero anche occuparsi delle aree contigue a quelle protette nelle quali è vietata l’attività venatoria, ma che sfuggono ad una pianificazione in termini quantitativi della fauna selvatica. Riguardo gli ungulati ed in particolare ai cinghiali, sarebbe utile individuare le aree maggiormente popolate da questo selvatico, le aree destinate interamente all’agricol-

tura nelle quali non è ammessa la presenza di ungulati, e le aree dove è tollerata una bassa presenza di selvatici. Individuate tutte queste aree, sarebbe possibile portare avanti un discorso sulla densità ottimale delle singole specie che le aree stesse dovrebbero raggiungere, al fine di trovare un equilibrio tra la presenza della fauna selvatica ed aree agricole. Circa il rapporto tra caccia ed agricoltura, va detto che si dovrebbe valorizzare il ruolo multifunzionale delle aziende agricole, promuovendo l’attuazione di misure di recupero e ricostruzione degli habitat naturali da parte degli imprenditori agricoli professionali, con le quali è possibile ripopolare la fauna selvatica. A tal fine, occorrerebbe prevede-

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re che tutto il territorio agro-silvopastorale, incluse le aree della rete Natura 2000, sia soggetto ad una pianificazione faunistico-venatoria, indirizzata alla conservazione della fauna selvatica, anche attraverso una nuova regolamentazione del prelievo venatorio e la riqualificazione delle risorse ambientali. In sostanza, ciò che si dovrebbe reaggiungere, è una concertazione tra attività venatoria, agricoltura e tutle ambintale, poiché tutte e tre compatibili tra loro. Esercitare l’attività venatoria in modo sostenibile, sia dal punto di vista culturale, sociale ed economico, darebbe un notevole contributo alla valorizzazione del patrimonio naturale, poiché essa Caccia Passione 32

contribuirebbe alla ricerca dell’equilibrio tra fauna ed antropizzazione del territorio. La ricerca e l’individuazione di nuovi strumenti di programmazione atti alla conservazione del territorio, consentirebbe la realizzazione di un circuito vistruoso tra imprese agricole ed attività venatoria, le quali insieme contribuirebbero, ad esempio, alla creazione di nuove opportunità dal punto di vista turistico. Senza fare voli pindarici, potremmo immaginare nuovi pacchetti turistici con i quali sarebbe possibile esercitare l’attività venatoria, in quelle aree dove servirebbe un prelievo della fauna selvatica in modo razionale ed equilibrato. Per poter


Gestione faunistica attuare un piano di questo tipo, di nuovo, servirebbero dati aggiornati sulla reale situazione ambintale del territorio nazionale. Da qui anche il richiamo non solo al contributo proveniente dall’attività venatoria, ma anche alla multifunzionalità delle imprese agricole, alle quali dovrebbe essere concesso una maggiore partecipazione alla realizzazione di nuovi piani atti alla tutela ambientale. Infine, tutto ciò apporterebbe un notevole risparmio economico alle Province ed alle Regione, che ogni

anno devono risarcire gli agricoltori vittime di danni causati dalla fauna selvatica. La crisi economico-finanziaria che il nostro Paese sta vivendo, dovrebbe indurre tutti noi a ricercare nuove strategie con le quali porre fine all’assistenza alle imprese agricole, ma rendere partecipe quest’ultime alla ricerca di una programmazione finalizzata alla tutela ambientale. Oltre al desiderio, ci vuole il coraggio di risolvere e vincere le nuove sfide.

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Caccia agli ungulati in Toscana da Brunelli

Il fascino della caccia in Toscana, fra ungulati, buona tavola e ottima compagnia.

I viaggi venatori sono sempre apprezzabili: consentono di scoprire realtà nuove, e aiutano il cacciatore a vivere esperienze indimenticabili. Ma quando si possono organizzare queste fughe dalla realtà di tutti i giorni verso le meravigliose periferie toscane, tutto assume un fascino diverso. Probabilmente è proprio per questo che l’Azienda Agricola Brunelli ha deciso di sorgere a ridosso delle belle colline fiorentine, in località Caccia Passione 34

Marciola. Si tratta di una bella tenuta ampia 597 ettari, gestita a conduzione familiare e con attenzione per le tradizioni e per i luoghi. Tutta abbracciata e punteggiata da boschi di querce, di pini, da vigne e da oliveti, il territorio è armonicamente umanizzato, ma si dimostra ideale anche per la sopravvivenza di numerosi selvatici che vivono a pochi passi dai terreni agricoli. Frequentata in ogni periodo dell’anno dagli estimatori della Toscana,


Azienda agrituristica venatoria l’Azienda Agricola è ben conosciuta dai cacciatori, per i quali sono messi a disposizione ampi terreni ospitati dall’Azienda Agrituristica Venatoria Roveta, in collaborazione con quella Brunelli. All’interno di questa riserva venatoria il cacciatore potrà dare battaglia a cinghiali e a daini, e su richiesta si potranno organizzare battute di caccia per altri tipi di ungulati. Fra le particolarità degne di nota dell’azienda venatoria, c’è la possibilità di richiedere, a seconda delle proprie potenzialità fisiche, territorio più o meno impegnativi che pur

comunque immergono il cacciatore in ambienti selvatici e attraenti, esattamente come piacciono al cinghiale. Questi territorio infatti sono tutti abitati da grossi gruppi di cinghiali, che hanno trovato un territorio ed un habitat perfetto per la loro sopravvivenza. I cacciatori ospiti dell’azienda venatoria, saranno in tutto e per tutto, dall’arrivo alla partenza, seguiti dal responsabile del settore venatorio che guiderà nella scoperta della tenuta, ma soprattutto accompagnerà durante la battuta al cinghiale, vero fiore all’occhiello dell’azienda.

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Le battute potranno essere organizzate in gruppo, ma si potrà pensare anche a battute di caccia in solitaria, e immergendosi nella macchia boschiva, non sarà improbabile incontrare daini, cervi e mufloni. Non solo si potrà praticare la caccia stanziale e al fagiano, ma per gli appassionati, si potranno organizzare anche delle belle e divertenti giornate di caccia con l’arco. Per questo genere di attività è messo a disposizione un particolare territorio, dove si potrà dare la caccia ai cinghiali o ai daini con particolare soddisfazione, protagonisti di una sfida davvero eccitante. L’azienda venatoria sarà inoltre capace di dare ospitalità anche per la notte ai frequentatori della riserva. La casa di caccia della Roveta è stata infatti ristrutturata di recente, dotata di tutti i comfort utili per una permanenza a cinque stelle. Stanze accoglienti, ma specialmente un bel ristorantino interno alla struttura, renderanno al vostra vacanza davvero indimenticabile: i piatti serviti saranno tipici della tradizione contadina locale, e i vini, secondo la buona tradizione toscana, saranno corposi e profumati. Inoltre, per il pernotto sarà possibile scegliere di alloggiare in agriturismo, in residence o in hotel. Caccia Passione 36

Non meno importante la possibilità offerta, durante la chiusura della caccia, di addestrare il proprio cane all’interno della riserva. In 4 recinti si potrà insegnare al cane la seguita del cinghiale, grazie alla presenza di mute ormai esperte, mentre in altri 6 recinti si potrà iniziare il proprio cane alla seguita della lepre.


Azienda agrituristica venatoria Per informazioni relative all’attivita’ venatoria: Telefonare al seguente numero 338 8781172 - 368 3288203 oppure info@agricolabrunelli.it.

Per informazioni e prenotazioni addestramento cani:

recinti per cani seguita (lepre-cinghiale) e per i permessi relativi ai Per informazioni e prenotazioni alla cani da ferma vi preghiamo di contattare 055 7309070 - 368 3288203. Casa di caccia “Roveta”: Contattate il numero telefonico 055 769022 - FAX 055 769991 oppure 339 5455290

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Cani da caccia

IL SETTER IRLANDESE È UNA RAZZA POCO DIFFUSA IN ITALIA PER SCOPO VENATORIO, IN QUANTO GLI VIENE PREFERITO IL “CUGINO” INGLESE. LA SUA ELEGANZA NEL PORTAMENTO È CONNESSA AD UNA GRANDE FORZA E CAPARBIETÀ DURANTE LE BATTUTE DI CACCIA. LA FERMA STATUARIA È UNICA FRA TUTTE LE RAZZE DA CACCIA

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Setter irlandese:

eleganza nel portamento, resistenza e caparbietĂ nel lavoro

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Setter irlandese: eleganza nel portamento, resistenza e caparbietà nel lavoro

Il Setter Irlandese è una razza originaria dell’Irlanda, venne selezionato come cane da caccia. Esso appartiene al gruppo 7 dei cani da ferma, secondo la classificazione del F.C.I.

La razza è frutto dell’incrocio del Setter Irlandese Rosso e Bianco e un cane sconosciuto di un colore rosso. Lo standard è stato riconosciuto nel 18° secolo e nel 1882 venne fondato per la promozione della razza l' Irish Red Setter Club. Questa associazione pubblicò lo Standard di Razza ufficiale nel 1886, una data che diede il via ad organizzare prove di lavoro e esposizioni, al fine di determinare maggiormente e con più sicurezza lo standard di razza. Caccia Passione 40

Le origini del Setter Irlandese Rosso (Irish red setter) sono in comune con quelle del “Setter Irlandese rosso-bianco”. Alcuni esperti ritengono che questa razza derivi dall’antico Epagneul, il cosiddetto “Bracco da quaglie” o “Chien d’oysel”. Il Setter Irlandese è una razza molto diffusa in tutta Europa, tranne che nostro paese, dove negli ultimi tempi gli è stato preferito il “Setter inglese” in ambito venatorio. A livello caratteriale il setter irlan-


Cani da caccia dese è considerato un cane molto attivo, particolarmente nei primi anni di vita. Le femmine tendono diventano più miti dopo il primo calore, anche se conservano nel tempo energia e vitalità. Questa razza necessita di fare lunghe passeggiate e di correre in spazi aperti, considerata la sue specializzazione, ossia la caccia. È un cane che non si adatta a vivere solo in appartamento, poiché ha bisogno di uno spazio aperto, anche piccolo, per dare sfogo alle proprie energie. Il setter irlandese è un cane molto affettuoso in costante ricerca del contatto umano. fidabile. Generalmente è molto soLa sua educazione risulta essere ab- cievole con gli altri cani ed animali, bastanza semplice, vista la sua in- ad eccezione della selvaggina, verso telligenza, anche se durante la fase cui nutre una naturale tendenza ad di addestramento ci si accorge del- incalzarla. Se non utilizzato in amla sua simpatica testardaggine. Una bito venatorio, il setter irlandese è particolarità di que- ... è un cane da caccia molto adatto a vivere tranquillamente in famista razza è ascrivibile sensibile e socievole ... glia e con i bambini. al suo sistema nervoso molto sensibile, necessita quindi Dal punto di vista morfologico, i di molta calma, pazienza e cono- maschi hanno una statura comscenza della razza nell'educazione presa tra i 61-66 cm, mentre le ed addestramento del soggetto: è femmine tra i 58-65. Il peso degli importante sottolineare che l’adde- esemplari maschi è di circa 27-34 stramento del setter irlandese deve chilogrammi e quello delle femmiessere condotto senza utilizzare le ne di 25-32 Kg. È un cane magro di maniere forti ed evitando nervosi- costituzione, al punto che è consismi da parte del padrone. Una volta gliabile misurare con precisione la che il cane conquista la fiducia nel giusta razione di alimenti e pesare padrone, si dimostra altamente af- costantemente il cane per controllaCaccia Passione 41


re il peso, poiché gli esemplari che vivono in appartamento tendono ad ingrassare, portandosi dietro vari problemi di natura ossea. Il tronco rimane inscritto nel quadrato, con il petto stretto, il torace ben disceso ed il garrese molto elevato. La testa è leggera, asciutta, scarna e si sviluppa maggiormente in lunghezza. Lo stop è poco accentuato. Tartufo: con narici ben aperte. La dentatura del setter irlandese è particolarmente forte, completa e corretta, con chiusura a forbice. Il collo è di moderata lunghezza, leggermente arcuato, muscoloso e senza giogaia. Le orecchie sono pendenti, sottili e piatte. Gli occhi denotano una dolcezza unica tra tutte le razze da caccia e sono di colore marrone o nocciola scuCaccia Passione 42

ro. Gli arti sono in perfetto appiombo, con la spalla ben inclinata. Essendo una cane molto tonico, presenta una muscolatura molto sviluppata. La coda è attaccata bassa, portata orizzontalmente o in basso. Il pelo, il quale conferisce molta eleganza a questa razza, è lungo da 5 a 6


Cani da caccia

cm, sericeo, ben striato, con frange ricche ma leggere e mai folte. Il colore del manto è monocolore rosso mogano dorato e brillante senza la minima traccia di nero. Dal punto di vista venatorio il set-

ter irlandese presenta eccellenti qualità, eccellente temperamento, elevata velocità d'azione e buona resistenza al lavoro, che può compiere su ogni tipo di terreno, anche i più accidentati e con qualsiasi condizione climatica. I setter irlandesi sono molto avidi nella cerca sono seriamente impegnati su ciò che fanno e credibili sulla ferma che porta sempre all’incontro. Gli irlandesi vengono considerati “incontristi” eccezionali, di gran fondo e smisurata passione, poiché lavorano usando tutte le loro doti per soddisfare ed accontentare il loro padrone, dimostrando prontezza e capacità di intelletto durante la caccia e non solo. Il galoppo è particolarmente sciolto; sono molto belli da vedere durante la ferma statuaria col corpo teso e naso sul vento, anche se sono pur sempre setter e nel caso in cui capita una ferma non proprio come quella descritta, ossia leggermente flessa, non gli deve essere preclusa la possibilità di continuare la prova. Un’altra caratteristica di questa razza, che può ulteriormente convincere i lettori, è la longevità del setter irlandese: sono cani che possono arrivare anche sopra i quindici anni di vita. Caccia Passione 43


Alimentazione del cane da caccia: completa ed equilibrata per mantenerlo sano ed attivo

L’alimentazione del cane, come per gli esseri umani, è fondamentale per conservare una buona forma fisica. Fare attenzione alla e giuste proporzioni di cibo degli alimenti, può aiutare non solo la qualità di vita dell’animale, ma può al tempo stesso aumentere la vita media dello stesso.

Il cane ha bisogno di proteine, zuccheri, grassi, vitamine e minerali. Sapere le giuste proporzioni lo aiuterà a vivere meglio ed in modo sano. Importante, però, è la corretta informazione. Lo scopo di questo articolo è proprio quello di informare i padroni dei nostri amici a quattro zampe, per far conoscere loro cosa e Caccia Passione 44

quanto deve mangiare il cane. Il cane ha bisogno di proteine, la materia prima del suo organismo. In un pasto giornaliero è sufficiente somministrarne una dose di cibo che ne contenga almeno il 20%. Anche gli zuccheri sono importanti, ma non tutti vengono assimiliati con facilità dall’animale. Quest’ul-


Alimentazione del cane da caccia

timo tollerra glucosio e saccarosio, ma ha difficoltà a digerire il lattosio. L’apporto di zuccheri è importante sia come fonte d’energia, sia come regolatore dell’attività della flora batterica. Grassi si, ma nella giusta misura. Questi non devono superare il 10% nel pasto giornaliero : gli eccessi portano ad un aumento di peso ed anche ad una maggiore predisposizione alla malattia ed alla vecchiaia precoce. Fondamenatli sono le vitamine, soprattutto per il cucciolo e per le femmine in gravidanza e allattamento : rappesentano la prima fonte di immunizzazione contro le malattie. Infine nel pasto ci devono essere i minerali, presenti in di-

versa quantità in tutti gli alimenti. Elencati gli tutti questi importanti e fondamentali elementi nella dieta del cane, vediamo ora quali sono gli alimenti che li contengono. La dieta del cane varia in relazione a diversi fattori, quali l’età dell’animale, il suo stile di vita e la razza cui appartiene. La carne rappresenta l’alimento principe della razione giornaliera. Attraverso la carne il cane assume proteine, grassi e vitamine necesserie per la crescita ed il mantenimento. Un’altra importante fonte di proteine animali è il pesce : rispetto alla carne, esso contiene meno grassi, ma è meno energetico. Tale alimento deve essere cotto e, ovviamente, privo di senza lische.

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Un’altra fonte di proteine sono le uova. Se scegliamo di dar da amngiare solo l’albume, occorre cuocerlo perché in questo modo viene neutralizzata la sostanza antivitaminica in esso contenuta. Il tuorlo, invece, può essere “servito” anche crudo ed è ricco di grassi e vitamine. Anche il latte rappresenta una fonte proteica, ricco di grassi, zuccheri, minerali e vitamine. Anche se il cane lo gradisce, in alcuni casi non è sempre assimilabile e può causare disturbi intestinali, perché il cane non possiede l’enzima che digerisce il lattosio. Verdure e cereali devono essere presenti nella dieta del cane, a patto che vengano cotti per molto tempo. Infine, evitare grassi di rogine vegetale come l’olio d’oliva e di semi, poiché il cane non è in grado di sintetizzarli. Importante sono le raccomandazioni che vanno oltre la dieta in per se, come abituare il cane a mangiare alla stessa ora, evitare spuntini fuori pasto, prestare attenzioni agli ossi, niente dolci e tanta acqua. In particolare, occorre soffermarsi sugli ossi el l’acqua. Per quanto riguarda i primi, bisogna evitare di dare al cane ossa lunghe, che si possono scheggiare e provocare ferite alla bocca e all’esofago. Caccia Passione 46

Un osso grande, che non si possa rompere, (come l’osso del ginocchio) è invece un buon passatempo per il cane e rinforza e pulisce la dentatura. Il discorso dell’acqua è fondamentale. Il cane soffre più per una prolungata mancanza d’acqua


Alimentazione del cane da caccia

che per un digiuno : accanto alla ciotola del pasto ci deve essere sempre una per l’acqua. Buona usanza è cambiarla spesso, per fare in modo che sia sempre fresca e pulita. Equilibrio e bilanciamento sono i requisiti essenziali per mantenere

il cane in forma e scongiurare malattie. Sapere cosa dar da mangiare al cane significa soddisfare un buon 50% delle esigenze del nostro amico a quattro zampe.

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Caccia all’estero:

Caccia alle marzaiole in Montenegro

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Caccia all’estero

Selvatico migratore furbo e diffidente, la marzaiola proprio per questo è la passione di molti cacciatori che amano la sfida e le battute impegnative. Piccolo paradiso per questo genere di caccia è il Montenegro, ricco di spiagge, saline e suggestivi boschi che immergeranno a capofitto in una natura selvaggia e da scoprire.

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Caccia alle marzaiole in Montenegro

Appartiene all’ordine degli anseriformi e fa parte della categoria degli uccelli migratori.

E’ una creatura affascinante la mar- superfice le cui dimensioni superazaiola, il cui nome scientifico, anas no di poco i 40 cm ed i 400 grammi querquedula, risulta ben meno fa- di peso. Il maschio è caratterizzamiliare di quanto ci si aspetterebbe. to dal sopracciglio bianco e da una colorazione bruno In Italia la si può E’ per passione di caccia che in screziato sul petto, incontrare di pasmolti chiudono il fucile in vamentre la femmina so fra il mese di ligia e corrono alla sua ricerca. è facilmente ricoagosto e quello di ottobre, e dalla prima metà di noscibile per via del suo piumaggio febbraio sino alla metà inoltrata di bruno e bianco. aprile. Durante i restanti periodi ni- Le tecniche di caccia sono normaldifica nel cuore dell’Europa centrale mente quella in appostamento o la e orientale, nell’Asia Centrale e nel caccia in forma vagante, in compasud della Penisola Scandinava. gnia o meno del cane. Il fucile che Riconoscerla è davvero semplice, si consiglia è a canna liscia con cardato che la marzaiola è un’anatra di tucce a pallini numero 5 – 6 – 7. Caccia Passione 50


Caccia all’estero In Italia è cacciabile fino al 31 gennaio, e per questo i viaggi alla volta del Montenegro sono tanto gettonati. Il Montenegro oltre ad offrire paesaggi da sogno, lunghe distese campestri poco battute e ricche di selvaggina, consentirà al cacciatore di vivere un’esperienza lontana da quelle che comunemente vive, dando la caccia, in compagnia di un gruppo o in solitaria a questo meraviglioso volatile. La caccia viene organizzata normalmente lungo il litorale o in prossimità di famose saline, predisposta selvaggina, ed il territorio in genere. da uno staff di persone che ben co- Si dovrà tener conto infatti del fatto noscono i luoghi, le abitudini della che la marzaiola possiede abitudini

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Caccia alle marzaiole in Montenegro crepuscolari e per questo trascorre le ore diurne a vivacchiare, riposandosi, mentre la sera va alla ricerca di che sfamarsi: foglie, germogli, radici, insetti, larve, rane, molluschi, girini etc. Ama particolarmente gli habitat ricchi di vegetazione, aspetto che rende difficoltosa la sua caccia. Naturalmente ci si dovrà rivolgere ad un’associazione venatoria operante sul territorio, se non per il viaggio, almeno per le giornate di caccia. Sono molti comunque i cacciatori che preferiscono affidarsi totalemente a queste associazioni che penseranno al volo, agli spostamenti, ai documenti ed agli alloggi che non a caso verranno scelti a poca strada dai punti di caccia. Questa di norma viene svolta grazie all’uso di specifici stampi, e si potrà scegliere di svolgerla dall’alba al tramonto. Naturalmente per non sprecare nemmeno un attimo della giornata che si ha a disposizione si opterà per un pranzo al sacco eppure, nonostante le lunghe ore di caccia a disposizione, sono pochissime le associazioni che garantiscono un minimo di abbattimento. La spiegazione è davvero semplice: la marzaiola è un volatile migratorio particolarmente furbo che ha messo in Caccia Passione 52

difficoltà più di un cacciatore. Ecco perché la sfida è tanto eccitante. Prima di prenotare il vostro viaggio abbiate cura di verificare che nel pacchetto sia compresa l’assistenza in porto o in aeroporto con tanto di trasporti, sistemazione in appartamenti o residence possibilmente con pensione completa (saranno gli organizzatori così a dover pensa-


Caccia all’estero re ai pranzi al sacco), permesso di caccia montenegrino che non potrà mancare, accesso alle zone di caccia riservate e possibilmente un accompagnatore che conosca la lingua italiana. Da verificare anche la possibilità di tener per se tutta la selvaggina abbattuta (che non potrà comunque essere importata) e la possibilità di usare stampi o barche durante le

battute. Il consiglio è quello di portare con se alcuni strumenti indispensabili come ad esempio il binocolo, e nel caso in cui non vengano fornite sedie da pic nic, e pale. Utili anche chiodi, tenaglie, martello, fil di ferro e celophan per migliorare eventualmente la postazione.

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Cacciatori in viaggio con le armi: Carta Europea d’arma da fuoco Con la Carta Europea d’arma da fuoco (C.E.A.F) si potranno trasportare e portare tutte le armi (uso sportivo) iscritte nella carta.

Prima di mettersi in viaggio verso mete di caccia europee, è bene che il cacciatore controlli che tutti i documenti per il trasporto della propria arma siano in regola. A semplificare i viaggi venatori ci ha pensato la Carta Europea d’arma da fuoco. Parliamo spesso di viaggi venatori all’interno del territorio italiano ed europeo. Si ma come è gestita la materia relativa al trasporto delle armi da fuoco? In maniera Caccia Passione 54

particolarmente semplice, grazie a quel documento che comunemente è conosciuto come Carta Europea d’arma da fuoco (C.E.A.F.) viene concessa a tutti i cacciatori che ne facciano richiesta, ovviamente se già in possesso di porto d’armi al quale dovrà essere necessariamente allegata. La Carta europea d’arma da fuoco ha una validità di 5 anni, scaduti i quali la documentazione dovrà essere rinnovata.


Caccia all’estero Caso particolare è quello delle armi da fuoco appartenenti alla categoria “d”; in quel caso la validità del documento potrà essere estesa fino ai 10 anni e prorogabile. Ottenere la Carta è davvero un gioco da ragazzi. Sarà sufficiente inviare la propria richiesta al Questore, recandosi direttamente presso gli uffici del Commissariato di Zona, in Questura, o presso la stazione dell’Arma dei Carabinieri, in caso di mancanza di un Commissariato. La richiesta non verrà redatta in carta libera, ma dovrà essere realizzata compilando un modulo che è possibile prelevare direttamente presso gli uffici preposti. Completato in maniera chiara ed in tutte le sue parti, al documento dovranno essere allegati: - due contrassegni telematici da 14,62 euro, che dovranno essere applicati sia sulla richiesta che sulla Carta; - una dichiarazione sostitutiva che attesti il possesso di tutte le autorizzazioni necessarie per la detenzione di un arma, per il porto e trasporto di armi per il territorio italiano, insieme a tutta la documentazione che gli organi competenti hanno rilasciato;

- i dati che permetteranno l’identificazione dell’arma o delle armi fino ad un massimo di dieci, che andranno inscritte sulla carta. Per ciascuna dovrà comparire il tipo, il modello e marchio, il calibro e la matricola, per intenderci tutti i dati già presenti nella denuncia; - inoltre dovrà essere allegato il versamento effettuato per il costo della carta, pari a 0,80 euro che diventano 2,00 nel caso in cui si intenda richiedere la carta bilingue. Il versamento dovrà essere effettuato verso la Tesoreria Provinciale dello Stato. Tutti gli estremi saranno forniti senza difficoltà dall’Ufficio Territoriale Competente; - infine non dovranno mancare due foto tessere, a mezzo busto e a capo scoperto. Una volta ottenuta la Carta, tutte le autorizzazioni concesse per l’Italia verranno estese ai paesi della Comunità Europea, nei quali si potranno trasportare e portare tutte le armi iscritte nella carta, ovviamente che abbiano un uso venatorio o più in generale sportivo. Buon viaggio!

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Franchi Affinity anniversario: l’eccellenza italiana in 150 esemplari numerati

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Fucili da caccia

Franchi Affinity Annivesario: L’Italia è ancora nel suo 150° anno e Franchi, per ricordare questo speciale anniversario, ha deciso di lanciare una prestigiosa serie limitata proprio a dicembre, quando ormai tutte le ricorrenze sembravano finite.

L’Affinity Annivesario offerto esclusivamente al mercato italiano in 150 esemplari numerati, è un fucile calibro 20 inerziale. Cosa cambia rispetto al modello già introdotto a partire da Giugno 2011? Innanzitutto la carcassa non è più anodizzata nera, ma è nichelata e riporta tre eleganti, ma sobrie linee che rappresentano il tricolore, quasi come se fossero le scie rilasciate dalle Frecce Tricolore durante le loro famosissime esibizioni. Nella parte bassa è invece riportato il logo ufficiale della ricorrenza. Tutte le incisioni e decorazioni sono state realizzate da GiovannellinellasuaBottegaIncisioni. I legni sono di noce Europeo grado IV, quindi veramente affascinanti con una radica di primo ordine.

Gli zigrini rimangono quelli della versione non numerata che hanno riscosso molto successo, così come i disegni dell’astina e del calcio. Anche con l’Affinity cal. 20 Anniversario Franchi rimane fedele ai suoi principi di ergonomia: il fucile “viene veramente bene”, così come piace dire ai cacciatori. Il sistema di riduzione del rinculo, il TSA, è presente nella sua versione più attuale, senza inserto in gel, ma con un insieme di schiume poliuretaniche, che al momento dello sparo, si modificano espandendosi, e assicurando l’assorbimento della maggior parte del rinculo. Inoltre queste schiume, permettono al calciolo di rimanere indeformabile a qualsiasi temperatura sia sopra sia Caccia Passione 57


sotto lo zero e resistente a qualsiasi condizione meteo. I calcioli sono disponibili in misurazioni diverse per soddisfare qualsiasi esigenza. Il mirino è in fibra ottica rossa. Abbiamo già scritto che il sistema di funzionamento è quello classico dei fucili semiautomatici della Franchi: il “Front Inertia”. La particolarità di questo sistema è che la molla di recupero non è alloggiata nel calcio, ma davanti, alloggiata intorno al tubo serbatoio. Ciò permetta un migliore bilanciamento, un impennamento ridotto ai minimi termini. Caratteristica ultima, ma non per questo meno importante, è la bassa manutenzione richiesta dai fucili a sistema inerziale, che non avendo gas di recupero, non si sporcano. L’otturatore ha la testina rotante con due alette e portaotturatore collegato, con un gruppo di rinvio con doppia asta di connessione, a un mani-

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cotto investito sul tubo serbatoio e caricato elasticamente da una molla anch’essa coassiale al tubo serbatoio. La canna dell’Affinity Anniversario è di 66 cm (con strozzatore *** montato), perfettamente intercambiabile con la canna da 71 cm disponibile come accessorio. Il peso è di 2.680 grammi. Il fucile viene offerto in una valigetta di ottima fattura e realizzazione, con doppia chiusura a combinazione. Internamente è foderata di materiale protettivo arancione. Nell’anta superiore è proposto il marchio Franchi, mentre nell’anta inferiore è alloggiato il fucile smontato e gli accessori: flacone d’olio, kit pieghe (50, 55, 65, mentre montata è la 60), magliette per il porta bretella e due strozzatori (*,*****) e la chiave per montarli e smontarli. La canna con le strozzature tre e cinque stelle è adatta a sparare car-


tucce con pallini d’acciaio. Il fucile ha garanzie 7 anni per le parti meccaniche. Il prezzo è di € 1.949. Il Franchi Affinity cal. 20 è un fucile moderno, sobrio ma elegante e dal carattere sportivo, adatto a tutti coloro che vogliono dimostrare di essere cacciatori veri e che allo stesso tempo vogliono avere in rastrelliera un fucile celebrativo di un pezzo di storia della nostra cara Italia.

Fucili da caccia

Caratteristiche Calibro: 20/76 Lunghezza Canna: 66, 72 Calcio: Legno Noce europeo grado 2 Piega: 50, 55, (60), 65 Calciolo: TSA-ADV Peso: 2.68 Kg (+/- 50gr)

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Il canaio e i suoi segugi: l’anima della squadra Spesso, quando dico che vado a caccia ed assolvo il compito del canaio la gente mi dice: “Ma non spari nemmeno un colpo, che gusto ci provi?”. Sorrido e non mi offendo, perché non sanno cosa significhi veramente fare il canaio.

Andare a caccia non è sempre sinonimo di fucile e colpi sparati. Il canaio è colui che cerca, segue, conduce la muta dei cani e permette ad altri di sparare al cinghiale. Senza di me ed i miei fedeli segugi non sarebbe possibile sparare nemmeno un colpo. Senza di noi, non sarebbe possibile braccare il cinghiale. Mi preparo durante tutto l’anno per questo compito, addestro costantemente i miei segugi per farli diventare sempre più bravi ed arrivare pronti Caccia Passione 60

all’apertura della stagione venatoria. Mi chiamo Silvano e sono un canaio. I miei segugi si chiamano Scaltro, Mia e Jenna. Noi scoviamo il cinghiale e lo conduciamo verso i fucili. Da pochi giorni era iniziata la stagione venatoria, quando squillò il telefono. Era Giovanni, che disse: “Ciao Silvano, quest’anno quanto sono bravi i tuoi cani?”. Risposi sorridendo: “Sono i migliori della zona, lo sai. Quando è prevista la battuta di caccia?”. Giovanni esitò e rispo-


Racconti venatori se: “Tra quattro giorni. Siete pronti?. Ed io: “Noi siamo pronti tutto l’anno!!”. Affianco a me c’era Scaltro. Ascoltò tutta la telefonata e sembrava avesse capito che doveva prepararsi. Non per niente l’ho chiamato Scaltro. Terminata la conversazione con Giovanni, misi giù la cornetta e guardai il fedele amico e gli dissi: “Tra quattro giorni andiamo a caccia”. Scaltro iniziò ad abbaiare chiamando a raccolta Mia e Jenna. Sembrava stesse loro dicendo: “Tra quattro giorni si parte, tenetevi pronte!!”. I tre giorni successivi portai i cani a fare lunghe passeggiate nella macchia circostante il mio casolare. Volevo tenerli in allenamento senza

sfiancarli troppo. Arrivò il giorno della battuta di caccia. La sveglia suonò molto presto, prima dell’alba. Mia era già in piedi, mentre Scaltro e Jenna erano ancora distesi sul pavimento di casa, ma con gli occhi aperti. Erano pronti ed io ero emozionato. Una volta preparato, misi il guinzaglio ai cani e li feci salire il macchina. Erano silenziosi, concentrati. Dopo un po’ arrivammo all’appuntamento. Giovanni ed il resto della squadra ci aspettavano. Ci salutammo tutti e dopo esserci organizzati assegnando a ricordano ad ognuno il proprio compito, partimmo e ci addentrammo nel bosco. L’odore, i colori ed i rumori del bo-

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sco sono qualcosa di inconfondibile: le foglie secche che scricchiolano quando le calpesti, l’odore di muschio ed il marrone che domina tutto mi infonde sempre sensazioni nuove. I cani fremevano dalla voglia di iniziare. Una volta che tutti avevano preso posizione, il capocaccia, ossia Giovanni, suona il corno: la braccata era iniziata. Scaltro, Mia e Jenna iniziarono il loro lavoro a testa bassa, fiutando il terreno in cerca della traccia del cinghiale. Erano veloci nei movimenti come se non volessero perdere nemmeno un secondo e trovare subito una scia di odore da seguire. Per tutto il bosco si diffondevano voci che spronavano i cani a trovare la traccia e spaventare il cinghiale per condurlo verso i fucili. Trascorsero più di venti minuti, quando Mia trovò una traccia e gli altri iniziarono ad abbaiare in canizza. Ogni volta che andavo a caccia il mio unico pensiero era la loro sicurezza: capita che il cinghiale, sentendosi braccato, attacchi i cani provocando loro ferite alquanto serie. Sapevo che erano in grado di difendersi, ma un cinghiale infuriato diventa molto pericoloso. I cani seguivano la passata del cinghiale ed in quel momento capì che non era molto distante da noi, anche se non ero ancora riuscito a vederlo. Caccia Passione 62

Ad un tratto lo vidi in lontananza, ad una distanza di circa venti metri. Si giro verso di noi ed il cuore iniziò a battere forte: poteva caricare i cani e questo mi preoccupava. Invece, il cinghiale iniziò a corre in direzione opposta, verso i fucili. I cani lo inseguivano abbaiando freneticamente. Il cinghiale era più veloce dei cani, ma stava andando nella direzione giusta, ver-


so il fucile di Giovanni. Dopo un breve inseguimento il cinghiale era sparito dalla mia visuale, non ero più in grado di vederlo. Sentivo i cani che lo inseguivano. Aspettavo in ansia il colpo del fucile. Sentì guaire uno dei miei cani e pensai che fosse stato attaccato dal cinghiale, ma non era così. Si era leggermente ferito calpestando dei rovi, ma non ci pensò tan-

Racconti venatori

to e continuò l’inseguimento. Senti lo sparo in lontananza: il fucile di Giovanni aveva fatto centro. Un colpo al fianco del cinghiale, che dopo pochi metri era caduto a terra. I cani capirono che il loro lavoro era terminato e che lo avevano svolto alla perfezione. Si voltarono tutti e tre verso di me, come se aspettassero i miei complimenti. Mi fermai a guardarli sorridendo. Li chiamai aprendo le braccia e si tuffarono sul mio petto. Mi congratulai con loro, accarezzandoli e dicendogli: “Bravi!! Ce l’avete fatta!!”. Scaltro fece un abbaio molto lungo, come a dire: “Abbiamo vinto!!”

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Caccia al Cinghiale: Palle da Cinghiale a confronto

Caccia al Cinghiale: Le diverse scuole di pensiero e le opinioni che si hanno sull’efficacia delle cartucce da cinghiale, portano i cacciatori a prediligere marche diverse. L’intento di molti è quello di trovare la cartuccia perfetta. Attraverso questo articolo cercheremo di fare un po’ di luce su questo argomento, che interessa molti cacciatore del Re della macchia

Oltre alle già conosciute cartucce italiane per la caccia al cinghiale, dove spiccano le geniali Gualandi, le ottime Baschieri e Pellagri e le Fier della Maionchi, e di caricamenti americani e tedeschi, si sono aggiunti delle ottime palle francesi, spagnole ed anche inglesi, come le buone Eley Anglia. I pesi variano dagli 11,83 grammi delle piccole Dolomiti’s Ball ai 40 e più grammi delle grosse palle Brenneke,Gualandi e Slugger Magnum. Le velocità raggiunte da questi proiettili, ad eccezione di alcuni casi, molto spesso raggiungono e superano la velocità di 450 metri al Caccia Passione 64

secondo. Entro i fondamentali cinquanta metri, se ben indirizzate, queste cartucce sparate in zone vitali abbattono il “rapido della macchia” al primo colpo. Si sa che il cinghiale è un forte incassatore, ma questa fama se l’è guadagnata proprio contro i fucili a canna liscia, perché quando al “Re della macchia” gli viene puntato un calibro medio rigato, il discorso cambia e parecchio. La maggior parte dei cacciatori, si sono convinti ormai da anni che la canna rigata ha molteplici doti ed è più efficace contro il cinghiale. Per la caccia in battuta le armi migliori sono nell’ordine: le carabine semi automatiche, gli express, i ba-


Munizioni sculanti misti o due o più canne e le carabine con funzionamento a leva e a pompa. Le carabine semi auto, ad eccezione delle Heckler & Koch che hanno una chiusura a rulli, funzionano tutte con il classico sistema del recupero di gas e dell’otturatore rotante. Se trent’anni fa esistevano soltanto le Browning BAR, le Remington 742 Woodmaster, le Ruger Deerstalking e qualche raro esemplare di Winchester mod.100 e di Harrington & Richardson, alcuni anni dopo si sono aggiunte alla lista le meravigliose H. & K. 770 e 940, le Valmet Petra ed Hunter e la Voere 2295. Oggi sono scese in campo anche la Benelli con la sua Argo, la Verney e Carron, i nuovi modelli Browning Long e Short Trac, l’ultima H. & K. SLB ed una infinità di nuovi modelli provenienti dall’Est Europa spesso di derivazione militare. Tutte le suddette armi vengono generalmente camerate in calibri che variano dal 243 Winchester al potentissimo 9,3 x 64 Brenneke, anche se è necessario ammettere che anche le carabine automatiche non sono esenti da alcuni difetti, il più importante purtroppo è lo scarso bilanciamento. Molti cacciatori dimostrano una netta predilezione per le palle leggere e veloci, piuttosto che per quelle

lente e pesanti. Uno dei principali motivi che hanno fatto diventare la canna rigata più usata rispetto a quella liscia, è proprio la velocità dei proiettili. Se viene usata una palla troppo dura, c’è il rischio che, attraversando tessuti molli senza incontrare ossa, provochi pochi danni, mentre invece se impiegheremo una palla marcatamente espansiva, specialmente sugli esemplari di grossa taglia, è possibile che non raggiunga alla perfezione le zone vitali. Fortunatamente esistono delle ottime “vie di mezzo”, cioè quelle palle ad espansione controllata come le Nosler Solid Base, le Scirocco, le Trophy Bonded Bear Claw, le RWS TIG, le Hornady SST, le Norma Oryx, TXP e Alaska e molte altre, che sembrano proprio concepite per questa bellissima caccia.

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Una palla tipo Gualandi o Brenneke del peso di 28 gr sviluppa una velocità iniziale di 500 ms. Con azzeramento a 70 metri, la traiettoria del proiettile sarà sopra la linea di mira di 3 cm a 50 metri, a 90 metri sarà al di sotto di essa di una diecina di cm, più che accettabili per una tale distanza, senza cannocchiale. Se invece l’arma viene azzerata a 35 metri, il proiettile a 75 metri si troverebbe più in basso del punto mirato di una diecina di cm che, a 100 metri, sarebbero diventati una ventina. La palla Sauvestre, più leggera e più aerodinamica da parte sua, con velocità iniziale di 580 ms, può essere azzerata a 107 metri così che a 120 metri lo scarto rispetto alla linea di mira è di soli 5 cm. Se essa viene sparata con arma azzerata a 35 metri, lo scarto a 100 metri è di circa 10 cm e a 75 m di circa 5 cm. Quindi con un fucile sovrapposto o semiautomatico a canna liscia, che non è stato azzerato opportunamente, si possono sparare slug con sufficiente precisione purché il bersaglio non si trovi oltre i 60 metri: ciò significa che queste armi vanno benissimo nella stragrande maggioranza delle situazioni che si presentano nella caccia in battuta. Discorso diverso se invece di palle Caccia Passione 66

di peso inferiore ai 30 gr, si sparano cartucce magnum con palla di circa 40 gr. In questo caso si guadagna in energia iniziale, ma la traiettoria è più o meno la stessa. Tutte le prove eseguite concordano nel ritenere praticamente equivalenti le palle Brenneke, Gualandi e Blondeau; le palle Solengo e quelle con sabot della Federal e Winchester sono risultate molto meno precise: a 50 metri rosata di 8-10 cm, contro i 4-5 cm delle precedenti. Da questo si evince che nel fucile a canna liscia il sabot è controproducente, salvo che nel caso della Sauvestre con impennatura a freccia. Le palle per canne rigate disponi-


bili sono: la palla Golden Slug della Brenneke che però è considerata da molti addetti ai lavori solo un ripiego, poiché è in piombo nudo, sia pure dorato, ha il profilo anteriore che è ben poco aerodinamico e non può quindi sfruttare i vantaggi della canna rigata. La palla Remington Copper Solid in lega di rame con sabot, la quale però non è la più adatta per essere sparata in canne lisce e non offre alcun vantaggio aerodinamico. Nessuna delle due è perciò in grado di offrire consistenti vantaggi rispetto al loro impiego nella canna liscia. Una recentissima produzione della Brenneke, però, sembra poter offrire qualche cosa di nuovo: si trat-

Munizioni

ta della palla Super Sabot sottocalibrata (16 mm). La palla di 31,8 gr con sabot di ottone dovrebbe espandersi fino a 25 mm e, sparata con canna rigata, dovrebbe avere una rosata di 60 mm. a 100 metri. Unico neo il suo prezzo: 4 Euro ogni cartuccia. Infine, riteniamo parlare anche delle Baby Magnum. La particolarità di queste cartucce è che esercitando pressioni non superiori a 740 bar; se caricate in bossoli da 70 mm, possono essere sparate anche da armi standard, mentre per quanto riguarda tutte le magnum con bossolo di, 76 occorrono fucili magnum. Le baby magnum potenziano la portata in media di 4 m, le magnum di 6 e le supermagnum di 9. Con questo articolo, ci auguriamo di aver fatto chiarezza su questo delicato argomento. La caccia al Re della macchia è una delle più considerate tra i cacciatori ed una delle più complesse. Trovare la cartuccia perfetta, connessa ad un buon fucile, è un’operazione ardua, ma non impossibile. La cosa importante da tenere a mente, è che saranno fondamentali le sensazioni personali che si proveranno all’atto dello sparo: esiste la cartuccia perfetta per ogni cacciatore, ma non esisterà mai quella per tutti i cacciatori. Caccia Passione 67


Victory Diarange 2.5-10x50 ed il 3-12x56 T: ottiche da colpo sicuro

La Zeiss lancia sul mercato i nuovi cannocchiali Victory Diarange 2.5-10x50 ed il 3-12x56 T. Entrambe le versioni beneficiano di nuovi ed unici accorgimenti tecnologici che anticipano i tempi , rispetto ai modelli di altre aziende. Con questi modelli, ora è possibile conoscere la distanza che separa il cacciatore dal bersaglio che sta puntando. La caccia in ambiente sconosciuti, in paesi stranieri o in montagna, tutti luoghi che richiedono tiri a lunghe distanze, denotano chiaramente particolari esigenze per la riuscita di una battuta di caccia. Le munizioni utilizzate e la resa balistica necessitano, ovviamente, di una buona ottica di puntaCaccia Passione 68

mento. In alcuni casi come quelli sopracitati, è di particolare aiuto conoscere la distanza che separa il cacciatore dal bersaglio, al fine di centrare la preda al primo colpo. Il Victory Diarange 2.5-10x50 ed il 3-12x56 T sono ottiche di mira della Casa tedesca Zeiss che offrono la possibilità al cacciatore di conoscere la distanza tra lui ed il bersaglio. Questi due modelli del Victory Diarange fanno parte della nuova generazione di ottiche di puntamento, destinate all’utilizzo in ambito venatorio. Sono cannocchiali dalle alte performance grazie agli innovativi accorgimenti tecnologici di cui sono composti e molto facili da utilizzare. Attraverso la pressione di un pulsante posto alla fine del cannocchiale in direzione della punta del fucile, in meno di due secondi comparirà, sotto il reticolo, la distanza che separa il cacciatore dal bersaglio, per un massimo di 999 mt, a seconda della grandezza della preda. Vediamo come funziona. Un telemetro laser invia degli impulsi in direzione del bersaglio, i quali tornano indietro al cannocchiale trasmessi da un microprocessore, che


Ottiche a sua volta ci indicherà la distanza espressa in metri. Entrambe le versioni del Victory Diarange dispongono di 5 diversi reticoli, ognuno da utilizzare a seconda delle condizio-

ni di luce o della grandezza dell’animale. Le lenti vengono trattate con il rivestimento LotuTec. Quest’ultimo consiste in un principio di natura: l’effetto del fiore del loto. Quan-

do una foglia di questo fiore viene bagnata, se il contatto tra quest’ultima e l’acqua determina un anglo di massimo 95° si andrà a formare una goccia d’acqua appiattita, la quale occuperà una superficie della foglia abbastanza grande. Se , al contrario, il contatto tra foglia ed acqua avviene con un anglo superiore ai 110°, si andrà a formare un goccia d’acqua dalla forma perfettamente sferica, la quale scivolerà via senza occupare la superficie della foglia.

Il sistema LotuTec viene adottato per tutti le lenti delle ottiche Zeiss. Un altro sistema adottato per il Victory Diarange è il Bullet Drop Compensator (BDC): attraverso la rotazione della torretta balistica, si potrà aggiustare il tiro in pochi secondi, fino ad una distanza massima di 400 metri. In sostanza, con il BDC si andrà ad ingrandire il bersaglio, mirando la preda nel punto in cui si vuole colpirla. La Zeiss, come suo solito, propo-

ne sul mercato prodotti innovativi e all’avanguardia, anticipando i tempi rispetto alle case costruttrici di ottiche, in fatto di nuove tecnologie che assicurano puntamen-

to e tiri precisi e sicuri. Le ottiche Victory Diarange 2.5-10x50 ed il 3-12x56 T assicurano massima precisione, comfort e facilità di utilizzo. Caccia Passione 69


Fox River : un coltello pratico e comodo da usare durante le battute di caccia

Il Fox River è un buon coltello da caccia, che può essere utile per pulire le prede di grosse dimensioni.

La Bark River Knife & Tool Co. è un’azienda statunitense specializzata nella produzione di coltelli. Gli obiettivi della Bark River Knife & Tool Co. consistono nella produzione di eccezionali strumenti da taglio. La specializzazione di quest’azienda è fortemente cresciuta negli ultimi 20 anni, cosa che ha consentito alla Bark-River Knife di offrire prodotti di alta qualità. Bark River Knife and Tool impiega, Caccia Passione 70

nella realizzazione dei suoi coltelli, acciaio A2. questa sigla sta a significare che questo tipo di acciaio si differenzia dagli tipi al carbonio alto, grazie all’aggiunta di notevoli quantità di cromo e molibdeno. L’acciaio A2 facilita l’affilatura, mantenendo la stessa qualità dei soliti acciai, poiché viene sottoposto ad un particolare trattamento termico, quest’ultimo molto complesso al punto da essere eseguito in


Accessori per la caccia due diverse aziende metallurgiche. Il Fox River è un coltello da caccia di grande taglia, progettato comuqnue come un coltello per un uso generale. Ha tutte le caratteristiche di rapida movimentazione dei coltelli più piccoli di questa serie, con una maggiore circonferenza del manico ed una maggiore altezza e lunghezza della lama. Troverete di essere compagno del cacciatore perfetto. Il Fox River, con il suo stile lama drop point, ha una lunghezza totale di 8,25 pollici. La lunghezza della lama è di 4,25 pollici, il cui spessore è di 0,170 pollici. Il peso è di 165

a scelta, una vasta gamma di personalizzazione del manico, per il quale si può scegliere il matyeriale micarta oppure il legno di varie colorazioni. Per quest’ultimo, sono disponibili anche legni di tipo esotico. Questo coltello può tornare molto utile durante le battute di caccia, dimostrandosi un comagno affidabile quanto il nostro fucile.

gr ed ha una durezza espressa con il sistema HRC di Rockwell, pari a 5960. La prova di durezza Rockwell avviene collocando il penetratore sulla superficie del pezzo di cui misurare la durezza, applicando un carico iniziale (precarico) da 10kgp o da 3kgp e quindi applicando un carico superiore per alcuni secondi. Quando il penetratore raggiunge la penetrazione massima si toglie il carico aggiuntivo lasciando il precarico che agisce ancora sul pezzo. La misura della profondità raggiunta è correlata con la misura di durezza. Per il Fox River sono disponibili,

Caratteristiche:

lunghezza totale: 8,25 pollici lunghezza lama: 4,25 pollici spessore: 0,170 pollici peso: 165 grammi durezza: 59/60 HRC

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Otite del cane: sintomi e cure Il vostro cane si gratta insistentemente le orecchie e scuote nervosamente la testa? E’ probabile sia stato colpito da una fastidiosa otite. Niente paura la cura e semplice e definitiva Con le piogge, il freddo, il mal tem- no, composto da padiglione auripo, torna il pericolo otite, che colpi- colare e condotto uditivo esterno, sce ogni anno milioni di cani. I sin- dall’orecchio medio, in cui è pretomi che rendono chiara la presenza sente la membrana timpanica e della malattia sono numerosi. A causa dell’infiammazione dell’orecchio il cane è spesso portato a scuotere la testa, a grattarsi violentemente le orecchie tanto che in alcuni casi si procura anche delle lesioni esterne, inoltre dalle orecchie del vostro fido compagno non è raro fuoriesca del materiale scuro e dall’odore sgradevole. Sono tutti sintomi che vi dovrebbero mettere in allerta. Per complicare leggermente la situazione, esistono diverse tipologie di otite, tutte ugualmente fastidiose, ma alcune più dolorose e preoccupanti di altre. La veterinaria oggi riconosce principalmente tre tipi di otite: • Otite esterna • Otite media • Otite interna Ciascuna di queste coinvolge una zona particolare dell’orecchio del cane, costituito da quello che tecnicamente è definito orecchio esterCaccia Passione 72


la cavità all’interno della quale si trovano gli ossicini dell’udito. Infine la parte più profonda dell’orecchio è detta interna, formata dalla coclea e i canali semicircolari. La parte interna dell’orecchio svolge sostanzialmente la funzione di ascolto e regala equilibrio all’animale, mentre le parti media ed esterna

Veterinaria

non solo raccolgono le informazioni ma convogliano anche i suoni percepiti dal cane nella zona interna. Generalmente l’otite più frequente è quella esterna, che se trascurata e degenerata si può trasformare in media e successivamente interna. Seppure questo fastidioso problema può colpire qualsiasi razza di cane,

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vero è ne esistono alcune naturalmente predisposte. In linea di massima si tratta di tutti quei cani che possiedono le orecchie tipicamente pendule, come ad esempio i spaniel, basset hund, labrador o golden. A rischio anche le specie con abbondante peluria nel condotto uditivo e pastori tedeschi, che possiedono le caratteristiche orecchie erette. Nel caso della prima tipologia di otite, quella esterna, a provocare l’infiammazione è l’eccessiva pro-

La malattia inoltre potrà essere causata o peggiorata da numerosi microorganismi, funghi, batteri, parassiti e corpi estranei particolarmente pericolosi. Possono dimostrarsi particolarmente fastidiose ad esempio le piccole spighe, che si infilano ovunque. Infine l’otite potrà essere causata e peggiorata da patologie dermatologiche. Nel caso in cui il vostro cane abbia mostrato i sintomi precedentemente elencati è sempre meglio portarlo

duzione di cerume, causata da un disequilibrio delle ghiandole che lo secernono. La causa principale che determina questo genere di disequilibrio è purtroppo la struttura stessa dell’orecchio. Nelle razze con orecchie pendule la situazione facilmente si aggrava in quanto il padiglione cadente non consente una buona areazione e ventilazione del condotto uditivo intasato dal cerume.

dal veterinario che eventualmente diagnosticherà. Anche la fase diagnostica può dimostrarsi in alcuni casi particolarmente complicata a seconda della gravità dell’infezione. Non sarà complicato attestare la presenza della malattia, piuttosto si dimostrerà difficoltoso ritrovarne la causa, elemento fondamentale per una efficace e definitiva terapia. L’otite media presenta sintomi iden-

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tici a quelli descritti in precedenza. Purtroppo è molto frequente e viene causata dalla perforazione della membrana timpanica che causa un importante processo infiammatorio del timpano. Ben più grave è l’infiammazione del labirinto, zona più profonda dell’orecchio. In questo caso saremo difronte ad un’otite interna, che nel cane si dimostra particolarmente rara, e di norma è causata da un’otite media degenerata. Nessuna novità a livello di sintomatologia, ma fra gli elementi che faranno immaginare la presenza di un’otite interna c’è sicuramente il movimento anomalo e la posizione insolita della testa del cane. Si tratta di una patologia particolarmente grave, che se trascurata può portare ad-

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dirittura alla sordità, seppure si tratta di un evento del tutto eccezionale. Una cura efficace dovrà tener conto principalmente delle cause che hanno condotto all’infiammazione dell’orecchio del cane. L’uso generico di antibiotici o antinfiammatori che nel breve periodo determinano un miglioramento temporaneo, nel lungo periodo consentono la ricomparsa dei sintomi e conducono alla cronicizzazione dell’infiammazione. Il consiglio è dunque quello di non affidarsi alle cure fai da te e di contattare il proprio veterinario. La prevenzione rimane comunque la miglior cura. Pulire periodicamente le orecchie del nostro amico a quattro zampe lo metterà probabilmente al riparo dal rischio otite.

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La migrazione del colombaccio

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A caccia di anatre e beccaccini in Argentina

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