Controguida 2010

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Indice Quello che non vi hanno mai detto Pag 1 Pag 9 Pag 9 Pag 10 Pag 11 Pag 12 Pag 13 Pag 15

Lo statuto degli studenti e delle studentesse 5 in condotta… questo sconosciuto Debiti e corsi di recupero: cosa è cambiato? Per ogni problema esistiamo noi! Bene… e adesso? La normativa riguardante le assemblee Come fare un’assemblea Diritto di associazione

Gli organi della scuola Pag 16 Pag 16 Pag 17 Pag 17

Il comitato studentesco Consulta studentesca Il Consiglio di classe Consiglio d’istituto

Consigli pratici Pag 19 Pag 19 Pag 21 Pag 22 Pag 26 Pag 27

Le elezioni Soldi soldi soldi: il bilancio Proponiamo nella nostra scuola (il POF) Il DPR 567 e riferimenti normativi Cosa si può organizzare? Come si può organizzare?

Perché con la Rete degli Studenti Medi? Pag 28 Pag 29 Pag 29

I vantaggi dello stare insieme Chi siamo? Cosa vogliamo?

Se vuoi saperne di più 1


Quello che non vi hanno mai detto Lo statuto degli studenti e delle studentesse

Il 24 giugno 1998 il Presidente della Repubblica ha emanato il testo dello ”Statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria” frutto di un lungo confronto che ha coinvolto tutte le componenti della scuola, e in primo luogo gli studenti, attraverso le loro associazioni, le loro rappresentanze istituzionali e numerosissimi contributi giunti da assemblee di istituto.

I principi e il significato Vita della comunità scolastica (art. 1) Lo Statuto ha ridefinito e riformato la scuola, ora intesa come “luogo di formazione e di educazione mediante lo studio”, mettendo sul gradino più alto gli altri obiettivi e valori propri della comunità scolastica e cioè: la crescita della persona, lo sviluppo dell’autonomia individuale, il raggiungimento di obiettivi culturali e professionali.

È ispirato alla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia (che nel linguaggio giuridico internazionale comprende la fascia dagli 0 ai 18 anni), e definisce i principi di un corretto rapporto fra studenti e docenti, basato sul reciproco rispetto e sulla distinzione di ruoli, sul rispetto reciproco e sulla cooperazione volta alla realizzazione delle finalità della scuola.(quindi trattate bene i vostri prof, anche se sanno essere molto irritanti) 1.

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La scuola è luogo di formazione e di educazione mediante lo studio, l'acquisizione delle conoscenze e lo sviluppo della coscienza critica. La scuola è una comunità di dialogo, di ricerca, di esperienza sociale, informata ai valori democratici e volta alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni. In essa ognuno, con pari dignità e nella diversità dei ruoli, opera per garantire la formazione alla cittadinanza, la realizzazione del diritto allo studio, lo sviluppo delle potenzialità di ciascuno e il recupero delle situazioni di svantaggio, in armonia con i principi sanciti dalla Costituzione e dalla Convenzione internazionale

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sui diritti dell'infanzia fatta a New York il 20 novembre 1989 e con i principi generali dell'ordinamento italiano. La comunità scolastica, interagendo con la più ampia comunità civile e sociale di cui è parte, fonda il suo progetto e la sua azione educativa sulla qualità delle relazioni insegnantestudente, contribuisce allo sviluppo della personalità dei giovani, anche attraverso l'educazione alla consapevolezza e alla valorizzazione dell'identità di genere, del loro senso di responsabilità e della loro autonomia individuale e persegue il raggiungimento di obiettivi culturali e professionali adeguati all'evoluzione delle conoscenze e all'inserimento nella vita attiva. La vita della comunità scolastica si basa sulla libertà di espressione, di pensiero, di coscienza e di religione, sul rispetto reciproco di tutte le persone che la compongono, quale che sia la loro età e condizione, nel ripudio di ogni barriera ideologica, sociale e culturale.

te un dialogo con gli studenti, per comprenderne e discuterne le richieste, le opinioni e le valutazioni. 1.

Lo studente ha diritto ad una formazione culturale e professionale qualificata che rispetti e valorizzi, anche attraverso l'orientamento, l'identità di ciascuno e sia aperta alla pluralità delle idee. La scuola persegue la continuità dell'apprendimento e valorizza le inclinazioni personali degli studenti, anche attraverso un'adeguata informazione, la possibilità di formulare richieste, di sviluppare temi liberamente scelti e di realizzare iniziative autonome.

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La comunità scolastica promuove la solidarietà tra i suoi componenti e tutela il diritto dello studente alla riservatezza. Lo studente ha diritto di essere informato sulle decisioni e sulle norme che regolano la vita della scuola. Lo studente ha diritto alla partecipazione attiva e responsabile alla vita della scuola. I dirigenti scolastici e i docenti, con le modalità previste dal regolamento di istituto, attivano con gli studenti un dialogo costruttivo sulle scelte di loro competenza in tema di programmazione e definizione degli obiettivi didattici, di organizzazione della scuola, di criteri di valutazione, di scelta dei libri e del materiale didattico. Lo studente ha inoltre diritto a una valutazione trasparente e tempestiva, volta ad attivare un processo di autovalutazione che lo conduca a individuare i propri punti di forza e di debolezza e a migliorare il

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Diritti (art. 2) Lo Statuto introduce nella realtà della scuola i diritti fondamentali(e cioè tutti quei nomi altisonanti che avete già letto sui vostri libri di storia e diritto) quali la libertà di opinione e di espressione, il diritto di riunione e di associazione, il diritto all'informazione e alla riservatezza. È reso particolarmente significativo il diritto-dovere che gli insegnanti hanno nel determinare il percorso didattico trami3


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proprio rendimento. Nei casi in cui una decisione influisca in modo rilevante sull'organizzazione della scuola gli studenti della scuola secondaria superiore, anche su loro richiesta, possono essere chiamati ad esprimere la loro opinione mediante una consultazione. Analogamente negli stessi casi e con le stesse modalità possono essere consultati gli studenti della scuola media o i loro genitori. Gli studenti hanno diritto alla libertà di apprendimento ed esercitano autonomamente il diritto di scelta tra le attività curricolari integrative e tra le attività aggiuntive facoltative offerte dalla scuola. Le attività didattiche curricolari e le attività aggiuntive facoltative sono organizzate secondo tempi e modalità che tengono conto dei ritmi di apprendimento e delle esigenze di vita degli studenti. Gli studenti stranieri hanno diritto al rispetto della vita culturale e religiosa della comunità alla quale appartengono. La scuola promuove e favorisce iniziative volte all'accoglienza e alla tutela della loro lingua e cultura e alla realizzazione di attività interculturali. La scuola si impegna a porre progressivamente in essere le condizioni per assicurare: a. un ambiente favorevole alla crescita integrale della persona e un servizio educativo-didattico di qualità; b. offerte formative aggiuntive e integrative, anche mediante il sostegno di iniziative liberamente assunte dagli studenti e dalle loro associazioni c. iniziative concrete per il recupero di situazioni di ritardo e di svantaggio

nonché per la prevenzione e il recupero della dispersione scolastica; d. la salubrità e la sicurezza degli ambienti, che debbono essere adeguati a tutti gli studenti, anche con handicap; e. la disponibilità di un'adeguata strumentazione tecnologica; f. servizi di sostegno e promozione della salute e di assistenza psicologica. 9. La scuola garantisce e disciplina nel proprio regolamento l'esercizio del diritto di riunione e di assemblea degli studenti, a livello di classe, di corso e di istituto. 10. I regolamenti delle singole istituzioni garantiscono e disciplinano l'esercizio del diritto di associazione all'interno della scuola secondaria superiore, del diritto degli studenti singoli e associati a svolgere iniziative all'interno della scuola, nonché l'utilizzo di locali da parte degli studenti e delle associazioni di cui fanno parte. I regolamenti delle scuole favoriscono inoltre la continuità del legame con gli ex studenti e con le loro associazioni.

I doveri (art. 3) Il fondamentale dovere degli studenti è ovviamente quello di "frequentare regolarmente i corsi e … assolvere assiduamente agli impegni di studio". Accanto a questo sono il rispetto delle persone, l'osservanza delle norme, la cura del patrimonio della scuola. 4


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Gli studenti sono tenuti a frequentare regolarmente i corsi e ad assolvere assiduamente agli impegni di studio. Gli studenti sono tenuti ad avere nei confronti del capo d'istituto, dei docenti, del personale tutto della scuola e dei loro compagni lo stesso rispetto, anche formale, che chiedono per se stessi. Nell'esercizio dei loro diritti e nell'adempimento dei loro doveri gli studenti sono tenuti a mantenere un comportamento corretto e coerente con i principi di cui all'art.1. Gli studenti sono tenuti ad osservare le disposizioni organizzative e di sicurezza dettate dai regolamenti dei singoli istituti. Gli studenti sono tenuti a utilizzare correttamente le strutture, i macchinari e i sussidi didattici e a comportarsi nella vita scolastica in modo da non arrecare danni al patrimonio della scuola. Gli studenti condividono la responsabilità di rendere accogliente l'ambiente scolastico e averne cura come importante fattore di qualità della vita della scuola.

rano ai principi dell’ educazione tramite sanzione, della responsabilità individuale, della trasparenza e proporzionalità della sanzione, della riparazione del danno. È sempre possibile chiedere di convertire la sanzione con lo svolgimento di attività a favore della scuola. Questa parte è stata parzialmente rivista (parti sottolineate) dal DPR 235/2007 1.

I regolamenti delle singole istituzioni scolastiche individuano i comportamenti che configurano mancanze disciplinari con riferimento ai doveri elencati nell'articolo 3, al corretto svolgimento dei rapporti all'interno della comunità scolastica e alle situazioni specifiche di ogni singola scuola, le relative sanzioni, gli organi competenti ad irrogarle e il relativo procedimento, secondo i criteri di seguito indicati. I provvedimenti disciplinari hanno finalità educativa e tendono al rafforzamento del senso di responsabilità ed al ripristino di rapporti corretti all'interno della comunità scolastica, nonché al recupero dello studente attraverso attività di natura sociale, culturale ed in generale a vantaggio della comunità scolastica.

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La responsabilità disciplinare è personale. Nessuno può essere sottoposto a sanzioni disciplinari senza essere stato prima invitato ad esporre le proprie ragioni. Nessuna infrazione disciplinare connessa al comportamento può influire sulla valutazione del profitto. In nessun caso può essere sanzionata, né direttamente né indi-

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La disciplina (art. 4) Lo statuto abroga le norme del Regio Decreto n.653 del 1925 che fino al 1989 regolavano la disciplina nella scuola, benché ampiamente superate(dal 1925 ce n’è di differenza...non trovate?) e per questo di fatto non più applicate. Con le nuove norme si superano le sanzioni di espulsione. Esse chiedono alla scuola di prendersi carico dei propri studenti e si ispi5

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rettamente, la libera espressione di opinioni correttamente manifestata e non lesiva dell'altrui personalità. Le sanzioni sono sempre temporanee, proporzionate alla infrazione disciplinare e ispirate al principio di gradualità nonché, per quanto possibile, al principio della riparazione del danno. Esse tengono conto della situazione personale dello studente, della gravità del comportamento e delle conseguenze che da esso derivano. Allo studente è sempre offerta la possibilità di convertirle in attività in favore della comunità scolastica. Le sanzioni e i provvedimenti che comportano allontanamento dalla comunità scolastica sono adottati dal consiglio di classe. Le sanzioni che comportano l'allontanamento superiore a quindici giorni e quelle che implicano l'esclusione dallo scrutinio finale o la non ammissione all'esame di Stato conclusivo del corso di studi sono adottate dal consiglio di istituto. Il temporaneo allontanamento dello studente dalla comunità scolastica può essere disposto solo in caso di gravi o reiterate infrazioni disciplinari, per periodi non superiori ai quindici giorni. Nei periodi di allontanamento deve essere previsto, per quanto possibile, un rapporto con lo studente e con i suoi genitori tale da preparare il rientro nella comunità scolastica. Nei periodi di allontanamento non superiori a quindici giorni deve essere previsto un rapporto con lo studente e con i suoi genitori tale da preparare il rientro nella comunità scolastica. Nei periodi di allontanamento superiori ai quindici giorni, in coordi-

namento con la famiglia e, ove necessario, anche con i servizi sociali e l'autorità giudiziaria, la scuola promuove un percorso di recupero educativo che miri all'inclusione, alla responsabilizzazione e al reintegro, ove possibile, nella comunità scolastica. 9. L'allontanamento dello studente dalla comunità scolastica può essere disposto anche quando siano stati commessi reati che violano la dignità e il rispetto della persona umana o vi sia pericolo per l'incolumità delle persone. In tale caso, in deroga al limite generale previsto dal comma 7, la durata dell'allontanamento è commisurata alla gravità del reato ovvero al permanere della situazione di pericolo. Si applica, per quanto possibile, il disposto del comma 8. 9-bis. Con riferimento alle fattispecie di cui al comma 9, nei casi di recidiva, di atti di violenza grave, o comunque connotati da una particolare gravità tale da ingenerare un elevato allarme sociale, ove non siano esperibili interventi per un reinserimento responsabile e tempestivo dello studente nella comunità durante l'anno scolastico, la sanzione è costituita dall'allontanamento dalla comunità scolastica con l'esclusione dallo scrutinio finale o la non ammissione all'esame di Stato conclusivo del corso di studi o, nei casi meno gravi, dal solo allontanamento fino al termine dell'anno scolastico. 9-ter. Le sanzioni disciplinari di cui al comma 6 e seguenti possono essere irrogate soltanto previa verifica della sussistenza di elementi concreti e precisi dai quali si desuma che l'infrazione

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disciplinare sia stata effettivamente commessa da parte dello studente incolpato. 10. Nei casi in cui l'autorità giudiziaria, i servizi sociali o la situazione obiettiva rappresentata dalla famiglia o dallo stesso studente sconsiglino il rientro nella comunità scolastica di appartenenza, allo studente è consentito di iscriversi, anche in corso d'anno,ad altra scuola. 11. Le sanzioni per le mancanze disciplinari commesse durante le sessioni d'esame sono inflitte dalla commissione di esame e sono applicabili anche ai candidati esterni.

Impugnazioni (art.5) Questo articolo sancisce il diritto alla difesa (rispetto alle sanzioni disciplinari). Alle sanzioni può seguire un ricorso posto a un organo di garanzia interno ad ogni scuola a cui partecipano anche degli studenti. L’organo di garanzia può valutare anche la giusta applicazione dello statuto degli studenti e delle studentesse. 1.

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Contro le sanzioni disciplinari è ammesso ricorso, da parte di chiunque vi abbia interesse, entro quindici giorni dalla comunicazione della loro irrogazione, ad un apposito organo di garanzia interno alla scuola, istituito e disciplinato dai regolamenti delle singole istituzioni scolastiche, del quale fa parte almeno un rappresentante eletto dagli studenti nella scuola secondaria superiore e dai genitori nella scuola me-

dia, che decide nel termine di dieci giorni. Tale organo, di norma, è composto da un docente designato dal consiglio di istituto e, nella scuola secondaria superiore, da un rappresentante eletto dagli studenti e da un rappresentante eletto dai genitori, ovvero, nella scuola secondaria di primo grado da due rappresentanti eletti dai genitori, ed è presieduto dal dirigente scolastico. 2. L'organo di garanzia di cui al comma 1 decide, su richiesta degli studenti della scuola secondaria superiore o di chiunque vi abbia interesse, anche sui conflitti che sorgano all'interno della scuola in merito all'applicazione del presente regolamento. 3. Il Direttore dell'ufficio scolastico regionale, o un dirigente da questi delegato, decide in via definitiva sui reclami proposti dagli studenti della scuola secondaria superiore o da chiunque vi abbia interesse, contro le violazioni del presente regolamento, anche contenute nei regolamenti degli istituti. La decisione è assunta previo parere vincolante di un organo di garanzia regionale composto per la scuola secondaria superiore da due studenti designati dal coordinamento regionale delle consulte provinciali degli studenti, da tre docenti e da un genitore designati nell'ambito della comunità scolastica regionale, e presieduto dal Direttore dell'ufficio scolastico regionale o da un suo delegato. Per la scuola media in luogo degli studenti sono designati altri due genitori. 4. L'organo di garanzia regionale, nel verificare la corretta applicazione della normativa e dei regolamenti, svolge la sua attività istruttoria esclusivamente sulla base dell'esame della documentazione ac-


quisita o di eventuali memorie scritte prodotte da chi propone il reclamo o dall'Amministrazione. 5. Il parere di cui al comma 4 è reso entro il termine perentorio di trenta giorni. In caso di decorrenza del termine senza che sia stato comunicato il parere, o senza che l'organo di cui al comma 3 abbia rappresentato esigenze istruttorie, il direttore dell'ufficio scolastico regionale può decidere indipendentemente dall'acquisizione del parere. Si applica il disposto di cui all'articolo 16, comma 4, della legge 7 agosto 1990, n. 241. 6. Ciascun ufficio scolastico regionale individua, con apposito atto, le modalità più idonee di designazione delle componenti dei docenti e dei genitori all'interno dell'organo di garanzia regionale al fine di garantire un funzionamento costante ed efficiente dello stesso. 7. L'organo di garanzia di cui al comma 3 resta in carica per due anni scolastici.

Patto educativo di corresponsabilità (Art. 5-bis) Questo articolo, inserito con il dpr del 2007 da Fioroni, prevede l’istituzione di un patto tra scuola e studenti, redatto dal CDI dell’istituto, che però deve sottostare alle norme dello Statuto. 1. Contestualmente all'iscrizione alla singola istituzione scolastica, è richiesta la sottoscrizione da parte dei genitori e degli studenti di un Patto educativo di corresponsabilità, finalizzato a definire in maniera dettagliata e condivisa diritti e doveri nel rapporto tra istituzione scolastica autonoma,

studenti e famiglie. 2. I singoli regolamenti di istituto disciplinano le procedure di sottoscrizione nonché di elaborazione e revisione condivisa, del patto di cui al comma 1. 3. Nell'ambito delle prime due settimane di inizio delle attività didattiche, ciascuna istituzione scolastica pone in essere le iniziative più idonee per le opportune attività di accoglienza dei nuovi studenti, per la presentazione e la condivisione dello statuto delle studentesse e degli studenti, del piano dell'offerta formativa, dei regolamenti di istituto e del patto educativo di corresponsabilità.

Disposizioni finali (art.6) Si sancisce anche qui l’importanza della rappresentanza studentesca nell’approvare i regolamenti d’istituto. È sottolineata inoltre la necessità di mettere al corrente gli studenti sul contenuto dello statuto. 1. I regolamenti delle scuole e la carta dei servizi previsti dalle disposizioni vigenti in materia sono adottati o modificati previa consultazione degli studenti nella scuola secondaria superiore e dei genitori nella scuola media. 2. Del presente regolamento e dei documenti fondamentali di ogni singola istituzione scolastica è fornita copia agli studenti all'atto dell'iscrizione. 3. È abrogato il capo III del R.D. 4 maggio 1925, n. 653.

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5 in Condotta: questo sconosciuto La bocciatura per l’insufficienza in condotta viene introdotta con il DL 1 settembre 2008 come “disposizioni urgenti in materia di istruzione e università”, anche se già con il DPR 235/07 venivano aggiunte delle modifiche in tal senso allo Statuto degli studenti e delle studentesse. In quale caso si può applicare? Ebbene, il 5 in condotta può essere dato solo in alcuni casi estremi, ove lo studente in questione abbia compiuto più volte atti di violenza gravi e particolarmente lesivi, sia in senso fisico che di allarme sociale (devono essere provati con elementi concreti e precisi “art9ter dpr 235/07”).

Solo in questo caso e solo se non ci sono i tempi per attuare altri interventi di recupero o di reinserimento, si può sanzionare lo studente con la bocciatura, non ammettendolo agli scrutini o in caso sia all’ultimo anno agli esami di Stato. La decisione deve essere presa a livello collegiale, quindi non può essere di un solo insegnante. Altre applicazioni del 5 in condotta per legge non sono valide, è una misura estrema per casi estremi e non uno spauracchio con cui minacciare gli studenti, non abbiate paura, in ogni caso ci siamo noi per difendervi, proprio su questo tema abbiamo già vinto delle vertenze!

Debiti e corsi di recupero: cosa è cambiato?

Correva l’anno 2007 quando durante il governo Prodi, il Ministro alla Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, introdusse una regolamentazione per il recupero dei debiti scolastici, ripristinando degli esami obbligatori a settembre per sanare le materie insufficienti. Da allora quest’impostazione non è stata modificata ma vediamo nel dettaglio come funziona tutto il meccanismo. Innanzitutto partiamo dal mese di giugno, quando vengono comunicate agli studenti le eventuali bocciature o materie nelle quali sono stati rimandati. Nel secondo caso la scuola deve istituire dei corsi di recupero (gratuiti) estivi per permettere poi di superare gli esami di riparazione prima dell’inizio dell’anno scolastico successivo, ma cosa succede se lo studente non supera la prova? Game over, ovvero viene bocciato. Stessa sorte anche per chi deve accedere agli esami di maturità, infatti è entrato

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recentemente in vigore il divieto di ammissione agli esami di Stato per gli studenti che hanno contratto debiti durante l’anno, ergo si può fare l’esame solo se ci si presenta senza debiti. Per chi leggendo si sia detto <<Ma nella mia scuola i corsi si pagano a salati!>> Rispondiamo: dove si è inceppato il meccanismo dei corsi? Con i tagli effettuati negli ultimi anni le scuole sono state costrette a chiedere un contributo “volontario” alle famiglie, in molti casi le cifre sono davvero alte, perciò noi ci mobilitiamo per abbassarne il prezzo o dandoci da fare per sostenere un servizio di ripetizioni organizzato dagli studenti. I corsi per legge non sono a pagamento, ribadiamo che il non sovvenzionarli è un colpo al diritto allo studio che paghiamo anche con la bocciatura!

Per ogni problema esistiamo noi! La Rete degli Studenti Medi ha una lunga esperienza in vertenze di difesa dello Statuto e tutela sindacale, per questo offriamo assistenza legale gratuita e un consiglio sempre utile! Il sindacato degli studenti è al tuo servizio, in questi anni abbiamo aiutato a risolvere (e vincere) molte battaglie, aiutando dagli studenti singoli a quelli di interi istituti nelle più svariate situazioni. “Sindacato” per noi vuol dire aiuto reciproco, insomma, studenti al servizio degli studenti! Comunque è sempre bene tenere a mente alcuni passaggi fondamentali per non essere colti impreparati… Per quanto riguarda le sanzioni disciplinari è possibile far ricorso entro 15 giorni all’organo di garanzia che dovrebbe esistere all’interno di ogni scuola. Se non si riesce in questo modo è possibile presentare il problema al dirigente scola-

stico regionale allegando atti considerati illegali, prove, testimonianze. Il provveditore e l’organo di garanzia regionale (2 studenti, 3 docenti ,1 genitore, direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale o un suo delegato) decidono in via definitiva. Per questioni più gravi come le bocciature si può intentare un ricorso al TAR. Questo ha valore equivalente a quello di una causa civile ed ha per questo tempi, costi e modi di un normale processo ma per lo stesso motivo è anche molto incisivo, è in ogni caso consigliabile confrontarsi prima con i diretti interessati in modo informale. Inoltre prima di passare alle vie legali è buona norma cercare di utilizzare tutte le altre vie disponibili, l’importante è sapere come utilizzarle correttamente!

Per ogni problema è aperto il nostro sportello sindacale: scrivi a ufficiovertenze@retestudentiveneto.it

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Bene… e adesso?!? Ci sembra opportuno fare un’analisi più approfondita sul tema dello statuto analizzando alcuni dei diritti che esso sancisce Libertà di espressione: (art.1 comma 4) è la premessa per la costruzione di una scuola in cui gli studenti contino realmente qualcosa. Questo significa che nessun insegnante potrà penalizzarci in seguito all’esternazione di idee o opinioni personali e inoltre è possibile contestare una decisione dell’insegnante senza incorrere in sanzioni disciplinari. Diritto alla privacy: (art.2,comma 2) riservato è il risultato di prove orali e scritte e l’eventuale acceso a facilitazioni per reddito.

Diritto alla informazione e pubblicità degli atti: (art.2 camma 3, art.6, comma 2)(art.2 legge 11 ottobre 1977 n.748 alle sedute dei consigli di circolo e di istituto possono assistere gli elettori delle componenti rappresentate nel rispettivo consiglio… i consigli di circolo e di istituto stabiliscono nel loro regolamento le modalità di ammissione in relazione all’accertamento del titolo di elettore e alla capienza ed idoneità dei locali disponibili, nonché le altre norme atte ad assicurare la tempestiva informazione e l’ordinato svolgimento delle riunioni. ) questo diritto viene spesso ignorato: lo statuto dovrebbe essere

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consegnato a tutti gli studenti e invece spesso non si sa nemmeno che esista, non tutte le circolari vengono lette e spesso quelle lette riguardano concorsi o eventi sportivi. Gli studenti dovrebbero essere a conoscenza: -Dei lavori del consiglio d’istituto e delle delibere più importanti. Le scuole dovrebbero comunicare mezzo circolare le date e le ore e l’ordine del giorno del consiglio per dare la possibilità agli interessati di partecipare. -Della programmazione didattica della scuola, del corso e dei singoli docenti ad inizio anno. -Dei criteri di valutazione del collegio dei docenti esplicitato da ogni insegnante. -Del regolamento d’istituto -Delle nuove norme legislative -Dello statuto delle studentesse e degli studenti. La legge sulla trasparenza (art dal 21 al 25 legge 241/90) stabilisce inoltre il principio dell’accesso agli atti amministrativi da parte di chi ne abbia interesse personale o giuridico. Quindi gli studenti hanno accesso ai verbali del collegio dei docenti, ai registri dei docenti, alle verifiche scritte, ai verbali della commissione d’esame, alle verifiche scritte d’esame, ai verbali dei consigli d’istituto.

Diritto alla partecipazione attiva e


responsabile: (art.2 comma 4)questo significa che anche gli studenti possono partecipare a questioni riguardanti la programmazione didattica. Valutazione: (art.2 comma 4, art.4 comma 3) i criteri di valutazione devono essere chiari, inoltre la valutazione deve pervenire il più presto possibile. Diritto alla consultazione: (art.2 comma 5) per decisioni rilevanti, anche di carattere nazionale, che riguardino la scuola gli studenti possono esprimere le loro opinioni anche su loro richiesta Diritto di assemblea e di associazione: tutti gli studenti e le studentesse hanno diritto di assemblea ed esse costituiscono un occasione di partecipazione democratica per l’approfondimento dei problemi scolastici e in funzione di un arricchimento culturale e civile.

La normativa riguardante le assemblee (Art. 18, Costituzione della Repubblica) I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale. (Art. 2, comma 10 Statuto ) I regolamenti delle singole istituzioni garantiscono e disciplinano l'esercizio del diritto di associazione all'interno della scuola secondaria superiore, del diritto degli associati a svolgere iniziative all'interno della scuola, nonché l'utilizzo di locali da parte di studenti e delle associazioni di cui fanno parte. (Art. 2, comma 9 Statuto) La scuola garantisce e disciplina nel proprio regolamento l'esercizio del diritto di riunione e di assemblea degli studenti, a livello di classe, di corso e di istituto. (Art. 12 D.L. 297/94) Gli studenti della scuola secondaria superiore e i genitori degli alunni delle scuole di ogni

ordine e grado hanno diritto di riunirsi in assemblea nei locali della scuola, secondo le modalità previste dai succ e s s i v i a r t i c o l i . (Art. 13 D.L. 297/94) 1. Le assemblee studentesche nella scuola secondaria superiore costituiscono occasione di partecipazione democratica per l’approfondimento dei problemi della scuola e della società in funzione della formazione culturale e civile degli studenti. 2. Le assemblee studentesche possono essere di classe o di Istituto 3. In relazione al numero degli alunni ed alla disponibilità dei locali, l’assemblea d’Istituto può articolarsi in assemblea di classi parallele. 4. I rappresentanti degli studenti nei consigli di classe possono esprimere un comitato studentesco d’istituto. 5. Il comitato studentesco può esprimere pareri o formulare proposte di-

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rettamente al Consiglio d’Istituto. 6. E’ consentito lo svolgimento di un’assemblea di istituto e di una di classe al mese nel limite, la prima, delle ore di lezione di una giornata e, la seconda, di due ore. L’assemblea di classe non può essere tenuta sempre lo stesso giorno della settimana durante l’anno scolastico. Altra assemblea mensile può svolgersi fuori dall’orario delle lezioni, subordinatamente alla disponibilità dei locali. Alle assemblee di istituto svolte durante l’orario delle lezioni, ed in numero non superiore a quattro, può essere richiesta la partecipazione di esperti di problemi sociali, culturali, artistici e scientifici, indicati dagli studenti unitamente agli argomenti da inserire nell’ordine del giorno. Detta partecipazione deve essere autorizzata dal Consiglio d’Istituto. 7. A richiesta degli studenti, le ore destinate alle assemblee possono essere utilizzate per lo svolgimento di attività di ricerca, di seminario e

per lavori di gruppo. 8. Non possono avere luogo assemblee nel mese conclusivo delle lezioni. All’assemblea di classe o di istituto possono assistere, oltre al preside od un suo delegato, i docenti che lo desiderino. (Art. 14 D.L. 297/94) 1. L’assemblea di istituto deve darsi un regolamento per il proprio funzionamento che viene inviato in visione al consiglio d’istituto. 2. L’assemblea di istituto è convocata su richiesta della maggioranza del comitato studentesco di istituto o su richiesta del 10% degli studenti. 3. La data di convocazione e l’ordine del giorno dell’assemblea devono essere preventivamente presentati al preside. 4. Il comitato studentesco. ove costituito, ovvero il presidente eletto dall’assemblea, garantisce l’esercizio democratico dei diritti dei partecipanti.

Come fare un’Assemblea L’assemblea è uno dei momenti più importanti della vita scolastica. È una delle poche occasioni che permette agli studenti di prendere coscienza del mondo che li circonda, di confrontare le loro idee con altri studenti, di intervenire direttamente sulla normativa scolastica. Per questo sarebbe importante che ogni assemblea venisse programmata per tempo per fare in modo che essa sia ben organizzata e rispetti le aspettative degli studenti. Ma partiamo dall’inizio. Esse sono previste in numero di una al mese e gli istituti non possono in alcun modo limitarle. Per la convocazione si richiedono le firme del 10% degli studenti o del 50% dei rappresentanti di classe. Non si possono svolgere assemblee durante

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l’ultimo mese di scuola. Per fare un’assemblea bisogna prima di tutto scegliere un argomento che possa interessare particolarmente gli studenti. Per fare ciò è sconsigliabile consultarsi con il comitato studentesco in incontri che possono essere anche pomeridiani per fare in modo che l’argomento non sia calato dall’alto ma sia il frutto di una discussione. Come è già stato detto l’assemblea d’istituto è un luogo di approfondimento dei problemi scolastici e sociali in funzione di un arricchimento culturale e civile. Probabilmente molti studenti sarebbero interessati alla play station , ma non vedo il nesso tra arricchimento culturale e console. Deciso l’argomento è necessario cercare disperatamente persone esperte in quel campo che siano in grado di sostenere un momento di dibattito. Queste persone possono essere recuperate all’interno della scuola o meno. I relatori possono essere studenti oppure possono essere ripescati nel mondo dei docenti. Esistono molte associazioni che nel complesso sono attive praticamente in tutto lo scibile umano, queste saranno felici di offrirvi il loro tempo e di mandare un loro esperto per informare i giovani sulla problematica che sta loro a cuore La presenza di esterni esperti in problemi sociali , culturali, artistici e scientifici durante le assemblee di istituto svolte durante l’orario di lezione deve essere approvata in consigli di istituto e non può essere

richiesta più di quattro volte l’anno. (nel riquadro vi sono alcuni esempi di argomenti da proporre con alcune associazioni che si interessano di quel problema). A questo punto si sono gia trovati i relatori e l’argomento e il più grosso è fatto. Con gli oratori si possono creare vari gruppi che affrontano la tematica da punti di vista diversi. Si possono inserire anche proiezioni di film in tema o anche altre attività che non si limitano al semplice discutere poiché il relatore non è solo  Scuole nel mondo a confronto con la scuola italiana (migranti, ReDS, sindacato insegnanti)

 Guerre dimenticate (associazioni di migranti, docenti di storia, Emergency)

 Diritti dell’uomo (docenti di diritto, organizzazioni non governative [Unicef] )

 Mondo della musica (docenti di musica, gruppi, musicisti)

 Resistenza (Anpi, docenti di storia)  Terrorismo (docenti di storia e filosofia)  Consumo consapevole (mercato equo e solidale)

 Mafia (Libera, ReDS, docenti e magistrati)  Droghe (centri di recupero, ReDS, Sert)

uno che parla ma può anche eseguire uno spettacolo teatrale, brani musicali momenti di danza che si ricollegano al tema scelto. Con queste attività bisogna convincere gli studenti che l’assemblea non è un giorno di vacanza in cui si può stare a casa, ma un momento di crescita e di divertimento. Ricordiamo anche che l’assemblea è anche il momento in cui avviene in

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via ufficiale la comunicazione tra studenti e rappresentanti d’istituto. È quindi possibile votare documenti o ordini del giorno per fare in modo che le proposte degli studenti vengano presentate in consiglio di istituto Il preside è costretto a concedere l’assemblea d’istituto e non può contestarne l’ordine del giorno; è possibile modificare la data e luoghi della richiesta se sussistono problemi tecnici. L’ultima cosa da decidere sono i tempi e i luoghi in cui svolgere l’assemblea. Bisogna decidere un giorno e l’orario in cui realizzarla: si possono fare sia la mattina che il pomeriggio ma non può essere ogni mese sempre lo stesso giorno della settimana. Si decide quanto durano i

singoli gruppi e in quale locali si distribuiscono. Gli ambienti possono essere anche al di fuori della scuola. Tutte queste informazioni devono essere inserite in un ordine del giorno. L’assemblea è praticamente organizzata per renderla una realtà basta andare dal preside per approvarla. Il preside è costretto a concedere l’assemblea d’istituto e non può contestarne l’ordine del giorno; è possibile concordare la data e luoghi della richiesta se sussistono problemi tecnici. L’assemblea può essere interrotta solo nel caso di violazione del regolamento d’istituto o in caso di constatata impossibilità di ordinato svolgimento dell’assemblea.

Diritto di associazione Aula autogestita

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ilil DPR DPR 105/01 105/01 art.2 art.2 comma1 comma1 stabilisce: stabilisce: gli gli istituti di istruzione secondaria istituti di istruzione secondaria di di primo primo ee secondo secondo grado grado predispongono predispongono almeno almeno un un locale locale attrezzato attrezzato quale quale luogo luogo di di ritrovo ritrovo per per ii giovani giovani dopo dopo la la frequenza frequenza delle delle lezioni. lezioni. In In questa questa aula, aula, che che bisogna bisogna pretendere pretendere di di avere, ci possiamo organizzare avere, ci possiamo organizzare quello quello che che si si vuole:riunioni, vuole:riunioni, assemblee, assemblee, possiamo possiamo chiedere chiedere alla alla scuola scuola di di installare installare postazioni postazioni computer computer con con collegamento collegamento aa internet. internet. Per Per richiedere richiedere l’aula l’aula basta basta riunire riunire ilil comicomitato tato studentesco studentesco ee stilare stilare una una richiesta richiesta ee indirizzarla indirizzarla al al preside preside ee al al consiglio consiglio d’istituto. Nella richiesta d’istituto. Nella richiesta sintetizzate sintetizzate le le cose cose che che volete volete realizzare realizzare nell’aula… nell’aula… mamagari gari inserite inserite anche anche gli gli orari orari nei nei quali quali la la utilizzerete. utilizzerete.

Lo statuto permette di utilizzare la scuola da parte di associazioni di studenti in orari che non coincidano con orario di lezione. La legge non da al preside alcuna discrezionalità sulle associazioni stesse o sui loro programmi. Per creare una associazione basta organizzare una riunione stendere uno statuto o una carta d’intenti( perché si istituisce il collettivo, quali sono le sue finalità) per poi depositarla gratuitamente in segreteria. I regolamenti d’istituto possono prevedere la partecipazione alle riunioni di associati anche non iscritti all’istituto


Gli organi della scuola Il comitato studentesco Il comitato studentesco è formato da tutti i rappresentanti di classe degli studenti della scuola e dai rappresentanti d’istituto e di consulta. Ha un ruolo importantissimo: è uno dei momenti in cui l’informazione passa dai rappresentanti di istituto agli studenti. è fondamentale che teniate gli studenti informati su quanto succede poiché i rappresentanti sono solo rappresentanti ma la scuola è degli studenti non di 4 persone. Il comitato può essere usato anche come organo decisionale della vostra opera. Sarebbe infatti opportuno presentare agli studenti tutte le proposte e le idee che intendete portare avanti e metterle ai voti. Per esempio decisioni riguardanti le assemblee, le adesioni alle manifestazioni, cambiamenti del regolamento d’istituto devono essere comunicate e approvate in comitato. Per convocare un comitato basta presentare in presidenza un foglio con scritto l’ordine del giorno della consultazione e la firma di almeno 2 dei 4 rappresentanti. Il comitato può essere convocato in orario di lezione ma si può anche pensare di convocarne più spesso durante le ricreazioni. È impossibile che un preside vi blocchi un comitato durante la ricreazione. Questo orano ha anche poteri per quanto riguarda il DPR567(vedi pag. 20 ). Può proporre progetti e seguirne la realizzazione dopo aver presentato un preventivo di spesa e un piano di utilizzo degli spazi.

Consulta studentesca È un organo istituzionale di rappresentanza studentesca su base provinciale. È composta da due studenti per ogni istituto secondario superiore della provincia eletti da tutti gli studenti della loro scuola. Le CPS hanno una sede attrezzata e messa loro a disposizione dal provveditorato agli studi. Dispongono di fondi propri che possono essere spesi solo dagli studenti che la compongono. La quota è di almeno il 7% dei fondi provinciali destinati alle scuole per le attività degli studenti. Per una CPS di medie dimensioni sono circa 18mila euro l’anno. Ogni CPS si dota di un regolamento e si dovrebbe riunire regolarmente. Le funzioni della consulta sono assicurare il confronto tra gli studenti di tutte le scuole superiori,

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formulare proposte che vadano oltre le potenzialità del singolo istituto, istituire sportelli informativi per gli studenti con attività specialmente rivolte all’orientamento o al rispetto dello statuto degli studenti e delle studentesse. La consulta si rinnova ogni 2 anni, gli eletti per sostituzione sono in carica per un solo anno. Il rinnovo è legato ad un ciclo biennale e non dipende dalla data di elezione dei singoli membri.

Collegio docenti Composto da tutti i docenti delibera su tutto ciò che riguarda la gestione didattica in più propone il POF, propone metodi di formazione delle classi, la formulazione dell’orario, elegge i collaboratori del preside e i docenti nel Consiglio d’istituto.

Consiglio di classe Composto da tutti i docenti di una classe, da due studenti e due genitori. Hanno il compito di agevolare il dialogo tra classe e professori e di prendere decisioni riguardanti i progetti interni alla classe. Se ci sono problemi con i professori che avete già provato a risolvere sia direttamente con l’interessato sia con il coordinatore questo è il momento di tirarli fuori. In questa sede si decidono anche le valutazioni degli studenti nelle diverse materie ma questo compito spetta solo alla parte docente. Il consiglio ha durata annuale, si votano ogni anno i rappresentanti di studenti e genitori.

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Il Consiglio d’istituto È il vero organo di gestione della scuola in campo economico e finanziario. È composto da rappresentanti delle diverse componenti in numero variabile a seconda della grandezza della scuola. Più precisamente il consiglio ha poteri decisionali su: bilancio preventivo e conto consultivo, l’adozione del POF, acquisto e rinnovo delle attrezzature, adattamento del calendario scolastico, determinazione dei criteri per la programmazione delle attività di recupero delle attività extrascolastiche e dei viaggi d’istruzione, criteri geneFino a 500 alunni rali relativi alla formazione delle classi, variaPreside, 6 docenti, 3 genitori, zioni nel regolamento d’istituto. Come vede3 studenti, 1 personale ATA te la presenza studentesca è nettamente inferiore a quella docente ciò nonostante Oltre i 500 studenti potete fare delle proposte che devono poi Preside, 8 docenti, 4 genitori, passare ai voti. Si possono proporre modifiche al regolamento d’istituto, fare delle proposte di attività da inserire nel POF (esempi a pag 17), richiedere che la biblioteca scolastica compri alcuni libri. un consiglio che ci sentiamo di darvi è di non prendervi la briga di fare il verbale: è noioso e bisogna avere una capacità di sintetizzare molto sviluppata. All’interno del CdI si forma una giunta esecutiva formata da preside, coordinatore amministrativo, un docente, un genitore uno studente un rappresentante del personale ATA. La giunta ha compiti preparatori ed esecutivi: predispone il bilancio, prepara i lavori del consiglio e cura l’esecuzione delle delibere.

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3. Consigli pratici Le Elezioni

Le elezioni dei rappresentanti di istituto si svolgono se- Esempio di elezioni condo il sistema proporzio- I numeri riportati rappresentano le preferenze che ogni candidato ha guadagnato nale d’Hondt. Vincente Questo sistema, in base a Lista1 Lista2 Lista3 Lista4 divisioni successive, attribuisce prima i seggi alle liste più /1 500 300 240 190 votate e va a considerare il voto di preferenza solo per /2 250 150 124 95 attribuire dei seggi già asse/3 166 100 80 63 gnati alla lista o ai candidati più votati di tale lista. I con/4 125 75 60 47 sigli per vincere le elezioni sono pochi ma semplici: prima di tutto bisogna mostrarsi preparati, competenti e avere un programma che assecondi il volere degli studenti. È importante anche avere un nome accattivante e/o simpatico che attiri l’attenzione degli studenti( es: potere allo studente). Visto il metodo secondo il quale vengono assegnati i seggi è più vantaggioso avere molti candidati all’interno della stessa lista. Si può fare una sorta di campagna elettorale che consiste nell’attaccare volantini in tutti i bagni e su tutte le finestre nei quali si spiega chiaramente cosa si vuole fare.

Soldi, soldi, soldi: il Bilancio Questo non è un corso di economia e/o ragioneria. Semplicemente abbiamo inserito delle dritte per non fare scena muta in consiglio d’istituto quando chiederanno il voto sulla questione bilancio. L’autonomia scolastica ha attribuito alle singole istituzioni scolastiche personalità

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giuridica: cioè ogni scuole ha la possibilità di decidere in modo autonomo come investire i finanziamenti che lo stato le assegna. Se non ci credete leggiamo l’articolo 1 comma 2 del regolamento sulla gestione amministrativo-contabile delle istituzioni scolastiche(decr. Interm. N44/2001) “Le risorse assegnate dallo stato, costituenti la dotazione finanziaria di istituto sono utilizzate(…) senza altro vincolo di destinazione che quello prioritario per lo svolgimento delle attività di istruzione, di formazione e di orientamento proprie dell’ istituzione interessata, come previste ed organizzate nel piano di offerta formativa(P.O.F.)” Ricapitolando alla scuola è assegnato un finanziamento, la scuola decide come meglio spenderlo. Con questo regolamento non esiste più un fondo specifico per il DPR 567 quindi non ci sono più soldi assegnati esclusivamente alle attività degli studenti. Dovete battervi in consiglio per riuscire a spuntarla e convincere la scuola ad assegnarvi una quota del finanziamento generale per le iniziative studentesche. L’attività finanziaria della scuola si svolge sulla base di un unico documento contabile annuale, denominato programma. È su questo programma che ogni anno viene stilata una “nota di spese” sulla base del POF. Ma guardiamo da vicino tutti i passaggi: 1. l’ufficio scolastico regionale

comunica alla singola scuola una previsione di quanto le sarà assegnato. Intanto nella scuola si cominciano a stilare progetti per attività di ogni genere. È importante che anche voi cominciate a pensare a qualcosa ma per questo vi rimandiamo al capitolo successivo. 2. Il preside predispone il programma che deve essere approvato in consiglio entro il 15 dicembre. Il programma dovrebbe avere una convalida anche da un organo regionale chiamato collegio dei revisori che vigila sulla regolarità dell’attività finanziaria della scuola. Se avete problemi potreste appellarvi anche a questo organo. Oltre al programma annuale ci sono molti altri documenti contabili dei quali non sempre è chiaro il significato. Essi sono: A il giornale di cassa dove si trascrivono tutte le operazioni di pagamento e di riscossione nel giorno in cui s o n o emessi i relativi mandati e riversali B) i registri paritari delle entrate e delle spese C) il conto consultivo dove si annotano tra l’altro il fondo di cassa alla chiusura dell’esercizio, il prospetto delle spese per il personale e per i contratti d’opera, il rendiconto dei singoli progetti. D) ci sono poi gli inventari, il registro

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delle minute spese, il registro del conto corrente postale, il registro dei contratti. È interessante il fatto che per legge la scuola deve catalogare tutti i beni di cui possiede ed alcuni di essi possono essere concessi in comodato d’uso( cioè prestati) agli studenti. Tra le cose concedibili ci sono anche i computer… interessante no?

Proponiamo nella nostra scuola ( il POF) Il programma contiene anche i singoli progetti e non solo le spese e ognuno di questi è sintetizzato in una scheda dove vengono stabiliti obiettivi, durata, e soldi necessari. Per presentare un progetto dovete compilare una di queste schede. E convincere il consiglio d’istituto che la vostra idea può essere realizzata e ha un fine sentito dagli studenti Abbiamo riportato di seguito 3 spunti di proposte da inserire nel POF. 1) Essendo carente all’interno del programma di storia lo spazio dedicato all’Educazione Civica e allo studio dei diritti del cittadino, e in particolare dello studente, risulta necessario un percorso di formazione relativo ai suddetti ambiti. Questo percorso verrà sviluppato su due livelli: A) Formazione studentesca, che interesserà gli studenti del primo biennio e dovrà essere possibilmente tenuto dagli studenti stessi; essendo fortemente necessario dovrà svolgersi obbligatoriamente, in orario scolastico. Per quanto riguarda le classi del triennio, non essendo necessaria una for-

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mazione completa, eventuali corsi potranno essere organizzati solo per gli interessati ( e su richiesta) in orario pomeridiano. E’ necessario che questa formazione avvenga nei primi mesi di scuola, possibilmente prima delle elezioni dei rappresentanti studenteschi. B) Difesa della Costituzione e dei diritti dei cittadini, tramite incontri con esperti (docenti universitari e d’istituto) da tenersi in orario scolastico. 2) E’ opportuno legittimizzare alcune date importanti della storia recente Limitarsi ad una semplice esposizione di avvenimenti (per quanto drammatici) riferiti ad una stessa data non ha più la risonanza necessaria al coinvolgimento della generazione studentesca: è necessario pertanto rinvigorire i valori legati a date come il 25 Aprile e il 27 Gennaio. Avvalendosi dell’esperienza di associazioni direttamente coinvolte, i docenti dovranno supportare questo lavoro con integrazioni nella proprie materie. 3) E’ opportuno avvicinare gli studen-


ti a realtà compromesse socio-politicamente: pertanto, mediante un ciclo di conferenze tenute possibilmente dagli studenti, la finalità di questo percorso sarà quella di mettere in relazione il singolo studente con l’associazione di volontariato a lui più consona. A seconda delle tematiche, che sceglieranno direttamente gli studenti stessi, i metodi per affrontarle saranno decise in consiglio d’istituto.

Il DPR 567 E’ un decreto del Presidente della Repubblica, emanato il 10 ottobre 2006 che interessa molto particolarmente noi studenti. Riguarda le attività extracurricolari e la possi-

bilità di organizzarne su richiesta degli alunni: la scuola è tenuta a mettere a nostra disposizione un locale attrezzato per riunirci in attività pomeridiane.

Riferimenti normativi Regolamento per la disciplina delle iniziative complementari e delle attività integrative nelle istituzioni scolastiche.

2.

Le iniziative complementari che tengono conto delle concrete esigenze rappresentate dagli studenti e dalle famiglie, si inseriscono negli obiettivi formativi delle scuole. La partecipazione alle relative attività può essere tenuta presente dal consiglio di classe ai fini della valutazione complessiva dello studente.

3.

Le iniziative integrative sono finalizzate ad offrire ai giovani occasioni extracurricolari per la crescita umana e civile e opportunità per un proficuo utilizzo del tempo libero e sono attivate tenendo conto delle esigenze rappresentate dagli studenti e dalle famiglie, delle loro proposte, delle opportunità esistenti sul territorio, della concreta capacità organizzativa espressa dalle associazioni studentesche, nonché, per la scuola

Art. 1 (Finalità generali) 1.

Le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, nell'ambito della propria autonomia, definiscono, promuovono e valutano, in relazione all'età e alla maturità degli studenti, iniziative complementari e integrative dell'iter formativo degli studenti, la creazione di occasioni e spazi di incontro da riservare loro, le modalità di apertura della scuola in relazione alle domande di tipo educativo e culturale provenienti dal territorio, in coerenza con le finalità formative istituzionali.

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dell'obbligo, dalle associazioni dei genitori. 4.

5.

A richiesta degli studenti la scuola può destinare, sulla base della disponibilità dei docenti, un determinato numero di ore, oltre l'orario curricolare, per l'approfondimento di argomenti anche di attualità che rivestono particolare interesse.

Consiglio di circolo o di istituto, in conformità ai criteri generali assunti dal Consiglio scolastico provinciale, nonché a quelli stabiliti nelle convenzioni con gli enti proprietari dei beni. Art. 3 (raccordi con la realtà sociale e con il territorio) 1.

Le istituzioni scolastiche favoriscono tutte le iniziative che realizzano la funzione della scuola come centro di promozione culturale, sociale e civile del territorio, coordinandosi con le altre iniziative presenti nel territorio anche per favorire rientri scolastici e creare occasioni di formazione permanente e ricorrente. A tal fine collaborano con gli enti locali, con le associazioni degli studenti e degli ex studenti, con quelle dei genitori, con le associazioni culturali e di volontariato, anche stipulando con esse apposite convenzioni.

2.

La collaborazione con le associazioni culturali e di volontariato, che può comportare oneri solo nei limiti del rimborso delle spese vive, può riguardare attività educative, culturali, ricreative, sportive, anche nei confronti di studenti di altre scuole e di giovani in età scolare.

3.

Le Regioni, gli Enti locali, gli enti pubblici, gli enti o soggetti privati possono offrire alle scuole progetti finalizzati per la realizzazione di iniziative rientranti nelle finalità di cui al presente regolamento, con relativi contributi. Per la realizzazione di tali progetti nell'ambito delle istituzioni scolastiche si applicano le disposizioni di cui all'articolo 4.

4.

Le amministrazioni statali nei limiti delle disponibilità, di bilancio, le

E’ compito del Ministro avvalersi dei suoi poteri programmatici e direttivi per individuare, di tempo in tempo e sulla base delle esperienze maturate, le specifiche finalità e tipologie delle iniziative da assumere nell’ambito del presente regolamento.

Art. 2 (spazi e tempi per la realizzazione delle iniziative) 1.

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Gli istituti di istruzione secondaria di primo e secondo grado predispongono almeno un locale attrezzato quale luogo di ritrovo per i giovani dopo la frequenza delle lezioni.

2.

I servizi di mensa o di caffetteria o snack a prezzi controllati, eventualmente esistenti, possono funzionare nel periodo di apertura del locale attrezzato, senza oneri aggiuntivi a carico dell’istituzione scolastica.

3.

Le iniziative di cui al presente regolamento si svolgono in orari non coincidenti con quelli delle lezioni e, ove possibile, nei giorni festivi e nel periodo di interruzione estiva.

4.

Per la realizzazione delle iniziative previste dal presente regolamento gli edifici e le attrezzature scolastiche sono utilizzati, anche in orari non coincidenti con quelli delle lezioni, nel pomeriggio e nei giorni festivi, secondo le modalità previste dal


Regioni, gli Enti locali, istituzioni pubbliche e private possono assegnare somme alle scuole per la realizzazione di tutte le iniziative previste dal presente regolamento. 5.

L'accettazione di somme provenienti da privati, deliberata dal Consiglio d’istituto, è subordinata al parere favorevole del comitato studentesco.

studentesco di cui all'articolo 13, comma 4 del decreto legislativo 16 febbraio 1994, n. 297, integrato con i rappresentanti degli studenti nel Consiglio di istituto, formula proposte ed esprime pareri per tutte le attività disciplinate dal presente regolamento. 5.

Il Comitato di cui al comma 4 adotta un regolamento interno di organizzazione dei propri lavori, anche per commissioni e gruppi, ed esprime un gruppo di gestione, coordinato da uno studente maggiorenne, che può assumere la responsabilità della realizzazione e del regolare svolgimento di talune iniziative.

6.

Le iniziative di cui al presente regolamento, da realizzare o direttamente dalla scuola o+ mediante convenzioni con associazioni di studenti, devono favorire la familiarizzazione operativa dei giovani nei procedimenti relativi alla gestione e al controllo delle attività

7.

Nelle iniziative gestite direttamente dalla scuola il Comitato studentesco elabora un piano di realizzazione e gestione delle attività, con preventivo di spesa da determinare nei limiti delle disponibilità indicate dal Consiglio di istituto e delle somme eventualmente raccolte con destinazione e con indicazione degli interventi necessari per l'attuazione del piano.

8.

Per la realizzazione delle iniziative il Comitato studentesco può anche realizzare, previa autorizzazione del Consiglio di Istituto, attività di autofinanziamento, consistenti nella promozione di iniziative che non contrastino con le finalità formative della scuola e non determinino inopportune forme di commercializzazio-

Art. 4 (organizzazione e gestione) 1.

2.

3.

4.

Le iniziative di cui al presente regolamento sono deliberate dal Consiglio di circolo o di istituto che ne valuta la compatibilità finanziaria e la coerenza con le finalità formative dell'istituzione scolastica. Le iniziative complementari dell'iter formativo, che negli istituti o scuole di istruzione secondaria superiore possono essere proposte anche da gruppi di almeno 20 studenti e da associazioni studentesche, sono sottoposte al previo esame del Collegio dei docenti per il necessario coordinamento con le attività curricolari e per l'eventuale adattamento della programmazione didatticoeducativa. Tutte le proposte, complementari o integrative, debbono indicare le risorse finanziarie e il personale eventualmente necessario per la loro realizzazione. Alle iniziative possono essere destinate risorse disponibili nel bilancio delle istituzioni scolastiche, anche provenienti da contributi volontari e finalizzati delle famiglie. Questi ultimi sono iscritti nel bilancio dell’istituto, con vincolo di destinazione. Negli istituti e scuole di istruzione secondaria superiore il Comitato

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ne. Le somme ricavate da tali attività sono iscritte nel bilancio dell’istituto, con vincolo di destinazione. 9.

2.

Nelle iniziative in convenzione con associazioni studentesche la gestione delle attività è svolta secondo le norme del diritto vigente che regolano le attività delle associazioni di diritto privato e le disposizioni contenute nelle convenzioni. La responsabilità dell'ordinata gestione delle attività e della relativa vigilanza ricade sugli organi dell'associazione nominativamente individuati nella convenzione stessa, senza pregiudizio dei poteri di vigilanza ed intervento dell'autorità scolastica e del personale della scuola. Analogamente sono disciplinate le iniziative in convenzione con associazioni dei genitori nella scuola dell'obbligo.

3.

L'Amministrazione scolastica centrale e periferica può stipulare accordi quadro per lo svolgimento delle iniziative previste dal presente regolamento, ferma restando la libertà delle singole istituzioni scolastiche di aderirvi o meno.

Alla eventuale partecipazione dei docenti e del personale A.T.A. alle iniziative di cui al presente regolamento si applicano rispettivamente le disposizioni di cui agli articoli 43 e 54 del CCNL del comparto scuola, secondo quanto previsto dal progetto dell'iniziativa, ovvero dalla convenzione.

10. Le iniziative di cui al presente regolamento possono sempre essere sospese, in caso di urgenza, dal Capo d'Istituto, salva tempestiva ratifica del Consiglio di circolo o d'istituto. Art. 5 (convenzioni) 1.

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Per le iniziative non gestite direttamente dalla scuola, la convenzione che ne costituisce strumento formale di attuazione prevede esplicitamente la durata massima della concessione in uso dei locali; le principali modalità d'uso; i vincoli nell'uso dei locali e delle attrezzature da destinare esclusivamente alle finalità dell'iniziativa; le misure da adottare in ordine alla vigilanza, alla sicurezza, all'igiene, nonché alla salvaguardia dei beni patrimoniali e strumentali; il regime delle spese di pulizia dei locali e di altre spese connesse all'uso e al prolungamento dell'orario di apertura della scuola; il regime delle responsabilità per danni correlati all'uso dei locali e allo svolgimento delle attività; la eventuale sospensione delle iniziative da parte del Capo d'istituto ai sensi del comma 10 articolo 4.

Art. 6 (consulta provinciale) 1.

Due rappresentanti degli studenti per ciascun istituto o scuola d'istruzione secondaria superiore, designati dal comitato studentesco eletto per l'anno in corso si riuniscono in consulta provinciale in una sede appositamente attrezzata e messa a disposizione dal Provveditorato agli Studi. La consulta è convocata dal Provveditore agli studi entro 20 giorni dallo svolgimento delle elezioni dei rappresentanti degli studenti nei consigli di classe.

2.

La Consulta provinciale degli studenti ha il compito di assicurare il più ampio confronto fra gli studenti di tutte le istituzioni di istruzione secondaria superiore della provincia, anche al fine di ottimizzare ed integrare in rete


le iniziative di cui al presente regolamento e formulare proposte di intervento che superino la dimensione del singolo istituto, anche sulla base di accordi quadro da stipularsi tra il Provveditore agli studi, gli enti locali, la Regione, le associazioni degli studenti e degli ex studenti, dell'utenza e del volontariato, le organizzazioni del mondo del lavoro e della produzione. 3.

La Consulta formula proposte ed esprime pareri al provveditorato e agli enti locali competenti. Può collaborare, su richiesta del provveditorato agli studi, all'istituzione di uno sportello informativo per gli studenti, con particolare riferimento all'attuazione del presente regolamento. La Consulta provinciale può promuovere anche iniziative di carattere transnazionale.

Art. 7 (giornata nazionale della scuola) 1.

E' istituita la giornata nazionale della scuola. Il Ministro della Pubblica Istruzione, annualmente, d'intesa con la Conferenza dei

Presidenti delle Regioni e delle Province autonome, ne individua la data. 2.

Durante la manifestazione le istituzioni scolastiche sono aperte al pubblico e svolgono manifestazioni e iniziative atte a sottolineare il valore dell'attività educativa e formativa. Sono organizzati incontri di carattere nazionale e locale per l'approfondimento di tematiche di interesse formativo.

3.

Il Ministro della pubblica istruzione, su richiesta di associazioni o rappresentanti degli studenti della scuola secondaria superiore può promuovere appuntamenti nazionali a sostegno delle attività integrative svolte nell'ambito del presente regolamento, fatto salvo il numero di giornate di lezione previsto dalla legge.

Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sarà inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

Cosa si può organizzare? Si possono organizzare numerose attività: concerti, rappresentazioni teatrali, mostre, cineforum, insomma tutto ciò che possa essere momento di incontro tra culture e di dibattito. I gruppi teatrali, musicali, e in genere tutte le associazioni che promuovono iniziative culturali, anche se non “interne” alla scuola, possono partecipare. Laddove momenti di autogestione

delle attività scolastiche non siano concessi dal Consiglio d’Istituto, come spesso accade, si può optare per l’organizzazione delle stesse attività in orario pomeridiano. E’ questa una grande opportunità per gli studenti: l’autogestione è un momento di scambio culturale che può avere risvolti positivi nel percorso di formazione dello studente, se ben organizzata. Vi sarebbe la possibilità per gli

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studenti di tenere delle lezioni su argomenti di vario tipo, come la musica, l’arte, o di trattare svariati temi che riguardano i giovani, come le droghe, l’alcool, il sesso. Lo svolgimento di diverse lezioni contemporanee garantirebbe ad ogni alunno la possibilità di assistere a lezioni in cui si discutono temi che realmente lo interessano, o di organizzare da sé una lezione su un argomento che egli conosce e vuole diffondere. Sebbene sia necessario insistere per poter autogestire un paio di giornate di lezione in orario scolastico, qualora tale possibilità non

sia concessa, si può ricorrere, grazie al DPR 567, all’autogestione in orario extrascolastico. Infatti, solitamente, il motivo per cui un’autogestione non viene concessa è la bassa considerazione della qualità (in senso didattico) di simili iniziative, che sono ritenute in pratica una perdita di tempo. A quel punto, noi studenti dobbiamo quantomeno far valere il nostro diritto ad usufruire dei locali dell’Istituto in orario pomeridiano, cosa che non sottrarrebbe tempo al regolare svolgimento delle lezioni.

Come si può organizzare? Il comitato studentesco può utilizzare i fondi del DPR567 in completa autonomia purché i progetti presentati non siano in netto contrasto con le finalità educative dell’istituto. Come per il POF anche in questo caso bisogna presentare un progetto dell’attività possibilmente prima di natale per garantirne l’effettiva realizzazione. Il progetto deve contenere gli obiettivi (quali conoscenze pensa di incrementare tale iniziativa), destinatari (chi usufruirà? Tutta la scuola solo, un indirizzo…), modalità di svolgimento (in quali giorni della settimana e in quali orari si svolge? Da chi sono tenuti i dibattiti , i gruppi di lavoro? All’interno dell’iniziativa è importante che ci sia sempre una parte produttiva che può essere una relazione su ciò che è accaduto, un giornalino, o qualsiasi altra idea anche elaborati non cartacei. Quali associazioni aiuteranno a svolgere il progetto?), tempi (quante ore richiederà il progetto?), crediti (dovete richiedere espressamente dei crediti formativi.questa parte riconosce legalmente il ruolo formativo dei vostri progetti), costi (fare un preventivo il più dettagliato possibile in modo che venga approvato in consiglio d’istituto).Tutti i progetti che fanno capo al DPR 567 sono coperti da assicurazione INAIL non è quindi necessario stipularne un’altra. 27


Perché con la Rete degli Studenti Medi? I vantaggi dello stare insieme La Rete degli Studenti ha creato questa piccola guida perché crede che un corso di formazione per i rappresentanti d’istituto sia importante visto che spesso le scuole non riescono a supplire a questo bisogno. Capita così che a volte i rappresentanti debbano imparare il loro lavoro con l’esperienza e così facendo si lasciano scappare molte opportunità e imparino tutte le potenzialità del rappresentante solo a fine mandato. Crediamo che un rappresentante preparato sia quello che serve alla scuola per renderla veramente a misura di studente e non solo un luogo di scambio di nozioni fine a se stesso. Prendete coscienza del vostro importantissimo ruolo: siete gli ambasciatori del volere degli studenti e non potete deluderli. Crediamo inoltre che un programma comune tra le varie liste delle varie scuole sia di un’importanza strategica. Per questo da qualche anno abbiamo lanciato il progetto Speak Out, un iniziativa con la quale mettiamo in

comunicazione tutti i rappresentanti del Veneto per fare sì che si scambino idee e proposte per lavorare al meglio. In secondo luogo ciò permette di analizzare le problematiche di tutte le scuole e di dare delle soluzioni comuni. Questo dà la possibilità di risolvere faccende che si verificano improvvisamente in una scuola ma che si erano già presentate in un’altra. In fine la presenza di molte liste con lo stesso programma da la possibilità a una scuola di essere appoggiata da altre scuole nelle battaglie quali manifestazioni occupazioni poiché l’obiettivo non è più della scuola ma degli studenti. Se volete candidarvi direttamente con la nostra associazione a rappresentanti noi ti daremo aiuto e consigli su come gestire la campagna e il possibile incarico. (per ulteriori informazioni su Speak Out, visita il sito www.retestudentiveneto.it o la pagina su Facebook). Se ti serve aiuto, chiedi a noi, lavoriamo tutti assieme per un futuro migliore per gli studenti.

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Chi siamo? La Rete degli Studenti Medi è un’ associazione studentesca di ispirazione sindacale diffusa in tutta Italia con migliaia di iscritti che si impegnano nel valorizzare e migliorare le varie realtà locali oltre a quella nazionale. La nostra associazione non fa riferimento ad alcun partito ed è indipendente da organi istituzionali. Ci poniamo nell’interesse di ogni studente difendendone i diritti, al fine di ren-

derlo cosciente delle proprie potenzialità. Possono aderire all’associazione tutti gli studenti indipendentemente dalla loro nazionalità, religione, opinione politica, condizione sociale, orientamento sessuale. La Rete collabora con l’OBESSU, l’organizzazione europea che riunisce tutte le principali associazioni studentesche europee.

Cosa vogliamo? La Rete degli Studenti si batte per veder riconosciuti i diritti sanciti dallo statuto degli studenti e delle studentesse e promuoverne di nuovi. Vogliamo una scuola democratica dove gli studenti siano rappresentati in organi collegiali paritetici cioè dove il numero di insegnanti e il numero di studenti sia uguale in consiglio d’istituto. Vogliamo anche più poteri per il comitato studentesco. Pretendiamo che la scuola pubblica sia realmente un diritto gratuito e quindi alla portata di tutti istituendo un sistema di diritto allo studio che smonti le barriere economiche e permetta a tutti l’accesso al sapere e alla formazione. Chiediamo una scuola che sappia accogliere le richieste e le domande degli studenti e che non sia basata

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sul profitto, una didattica in cui siano rispettate le inclinazioni, le aspettative e le capacità di tutti, dove le lezioni non siano più mero passaggio di nozioni da chi sta al di là a chi sta al di qua della cattedra, ma chi siano il frutto di un lavoro comune. Vogliamo delle scuole attrezzate e con strutture a norma e non fatiscenti come spesso accade. Siamo contrari ai buoni scuola regionali e ai finanziamenti alle scuole private che danno soldi a pochi ignorando la moltitudine di studenti che frequentano la scuola pubblica. Vogliamo il rispetto del D.P.R. 567 (consente apertura pomeridiana delle scuole per attività extra curricolari) e quindi una scuola che sia sempre aperta e che rappresenti il polo culturale della città con la presenza di mostre, cineforum, attività teatrali...

Partecipa alle nostre iniziative, contattaci e fai valere i tuoi diritti all’interno della scuola!


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Rete degli Studenti Medi Veneto Mail:

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