Gli Avventisti del Settimo Giorno

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L’anima e il dopo la morte rinnegherai tre volte”.1 Notate che Gesù non gli disse: ‘In verità io ti dico questa notte che prima che il gallo canti tu mi rinnegherai tre volte’, perché era scontato che Gesù quelle parole gliele diceva in quella notte, ma gli disse che in quella stessa notte lui lo avrebbe rinnegato tre volte. Dunque il fatto che Gesù abbia detto al ladrone “oggi” significa non che la promessa gliela faceva quel giorno - perché questo era scontato - ma che quella promessa per il ladrone si sarebbe adempiuta quel giorno stesso. Strani e fallaci ragionamenti davvero quelli degli Avventisti! Ma d’altronde che cosa ci si può aspettare da persone che negano che quando un credente muore va subito in paradiso in attesa della risurrezione? Solo vani ragionamenti. E l’esempio appena citato lo dimostra. Ma a confermare che la vita dopo la morte continua c’è anche l’esempio di Samuele che dopo morto, quantunque tramite una evocatrice di spiriti, con il permesso di Dio salì dal soggiorno dei morti dov’era e apparve prima alla evocatrice di En-Dor e poi parlò a Saul.2 In questo caso gli Avventisti affrontano l’insormontabile ostacolo dicendo che quello non era Samuele ma uno spirito maligno.3 Ma noi diciamo loro: ‘Non è così, quantunque noi rigettiamo lo spiritismo, perché in quel caso la Scrittura stessa chiama quello spirito Samuele per diverse volte, essa dice che Saul riconobbe che quello era Samuele e poi bisogna dire che quello che Samuele disse a Saul si adempì’. Ma non sono queste prove sufficienti a dimostrare che quello spirito era veramente Samuele? Passiamo ora ad alcune parole degli apostoli che confermano che la morte di un credente rappresenta una dipartenza verso il paradiso di Dio dove è cosa di gran lunga migliore stare. Paolo dice ai Filippesi: “Poiché per me il vivere è Cristo, e il morire guadagno… Io sono stretto dai due lati: ho il desiderio di partire e d’esser con Cristo, perché è cosa di gran lunga migliore; ma il mio rimanere nella carne è più necessario per voi”.4 Gli Avventisti dicono in questo caso: ‘Certamente sarà meglio essere con Cristo, ma perché, ci si deve domandare, dovremmo concludere da questa osservazione che l’apostolo si aspetta, immediatamente dopo la morte, di andare subito nella presenza di Cristo? La Bibbia non dice questo. Essa semplicemente attesta il suo desiderio di dipartirsi ed essere con Cristo (...) In questo particolare passaggio

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Matt. 26:34 Cfr. 1 Sam. 28: 6-20 3 Ellen White ebbe ad affermare: ‘In realtà non era il santo profeta di Dio ad apparire e parlare attraverso l’incantesimo; Samuele non era tra gli spiriti maligni. Quella apparizione sovrannaturale era prodotta unicamente dalla potenza di Satana, che poteva facilmente assumere le sembianze di Samuele. (…) Lo spirito maligno che impersonificava il profeta aveva per prima cosa avvertito in segreto la donna malvagia dell’inganno che le veniva fatto’ (Ellen G. White, Conquistatori di pace, pag. 538). 4 Fil. 1:21,23-24 2

Paolo non ci dice quando egli sarà con il Signore...’.5 Ora, gli Avventisti domandano il perché noi dovremmo concludere dalle parole di Paolo che egli si aspettava dopo la morte di andare subito alla presenza di Cristo; e noi gli rispondiamo. Ma dov’era Cristo quando Paolo diceva quelle cose? Non era forse su nel cielo alla destra di Dio? Quindi Paolo quando diceva che desiderava partire dal corpo per essere con Cristo voleva dire che lui credeva che quando sarebbe morto avrebbe lasciato il suo corpo mortale per andare con la sua anima ad abitare con Gesù Cristo su nel cielo. E tutto ciò conferma queste parole di Gesù: “Là dove son io, quivi sarà anche il mio servitore”,6 ed anche quest’altre: “Chi crede in me, anche se muoia, vivrà..”.7 Ma riflettete: che cosa è un guadagno? Non è forse un vantaggio? Quindi se Paolo chiamava il suo morire un guadagno vuole dire che lui dalla sua morte avrebbe ricavato un vantaggio. E quale vantaggio se non quello di andare ad abitare subito col Signore su nel cielo, dove non ci sono dolori, tribolazioni e persecuzioni da subire? E’ chiaro quindi che se per Paolo con la morte sarebbe iniziato un periodo di incoscienza in attesa della risurrezione egli non avrebbe definito la morte un guadagno. Perché cosa avrebbe guadagnato nell’immediato futuro che non poteva godere sulla terra? Niente. Ma andando subito con Cristo là nella gloria, avrebbe potuto contemplare il suo viso, la sua gloria, avrebbe smesso di camminare per fede perché avrebbe visto faccia a faccia colui che lo aveva salvato. E poi si sarebbe finalmente riposato da tutte le sue fatiche compiute per amore degli eletti. Quindi Paolo con le sue parole ai Filippesi espresse la sua ferma fiducia che quando sarebbe morto avrebbe lasciato il suo corpo per andare subito ad abitare in cielo con Cristo, e non che si sarebbe addormentato e sarebbe rimasto in uno stato di incoscienza fino alla risurrezione perché solo allora sarebbe andato con Cristo come invece affermano gli Avventisti in Questions on Doctrine dicendo: ‘C’è un tempo quando Paolo poteva andare ad essere con il suo Signore (...) Questo sarà al tempo della Sua seconda gloriosa apparizione per i Suoi santi’.8 Paolo disse ai Corinzi: “Abbiamo molto più caro di partire dal corpo e d’abitare col Signore”.9 Quanta chiarezza ancora una volta in Paolo a riguardo della sua fiducia di essere subito con il Signore alla sua dipartenza dal corpo! Ma gli Avventisti dicono a riguardo di queste parole di Paolo: ‘Non c’è nulla in questo testo che giustifica il nostro venire alla conclusione che l’essere “presente con il Signore” si verificherà immediatamente dopo essere ‘assenti dal corpo’ (...) Il testo non indica quando queste esperienze avranno luogo (...) l’intero passaggio, quando attentamente considerato, rende chiaro che cosa l’apostolo ha in mente. Egli sta 5

Questions on Doctrine, pag. 527 Giov. 12:26 7 Giov. 11:25 8 Questions on Doctrine, pag. 528 9 2 Cor. 5:8 6

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