I Testimoni di Geova

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LA SALVEZZA La dottrina dei Testimoni di Geova I Testimoni di Geova insegnano che quando Adamo peccò, oltre che a diventare schiavo del peccato e a trasmettere questa schiavitù ai suoi discendenti, perse pure il diritto a vivere eternamente sulla terra. Per quanto riguarda le parole che Dio gli aveva detto: “Nel giorno che tu ne mangerai, per certo morrai”,1 esse si adempirono nel giorno che Adamo disubbidì, ma questo giorno, in base alla loro interpretazione, non è un giorno di ventiquattro ore: e lo confermano facendo notare che Adamo morì fisicamente a 930 anni!2 ‘Ciò che Adamo aveva perso era la vita umana perfetta, senza peccato, con la prospettiva della vita eterna’,3 e affinché il genere umano potesse essere liberato dalla schiavitù del peccato e riacquistare ciò che di prezioso Adamo aveva perso e fatto perdere era necessario che venisse pagato un prezzo corrispondente. Era necessario in base alla legge: “Darai vita per vita”,4 che qualcuno offrisse una vita perfetta senza peccato per ricomprare il genere umano dalla schiavitù del peccato e dargli la prospettiva di vivere eternamente sulla terra. Nessun uomo nato col peccato avrebbe potuto quindi offrire questo riscatto a Dio; ma Dio mandò il suo Figliuolo (che però secondo loro non è Dio perché anch’esso è stato creato un giorno), che in virtù del fatto che era nato senza peccato e che durante la sua vita non peccò mai, mediante la sua morte poté offrire questo prezzo di riscatto. ‘Come Adamo Gesù era perfetto. A differenza di Adamo, rimase ubbidiente (...) Perciò Gesù possedeva l’unica cosa equivalente a una vita umana perfetta: un’altra vita umana perfetta (..) Quindi alla sua morte egli sacrificò qualcosa che equivaleva esattamente alla vita umana perfetta persa da Adamo’.5 Il prezzo del riscatto è dunque stato pagato, e coloro che vogliono essere liberati dal peccato e ricevere la vita eterna devono esercitare fede in Gesù Cristo: così essi dicono. Ma vediamo ora la maniera in cui si viene salvati secondo la Torre di Guardia perché da questa si capisce come per i Testimoni di Geova la salvezza si ottiene per opere e non soltanto mediante la fede in Cristo come insegna la Scrittura. Prima è necessario dire però che quando i Testimoni di Geova parlano della salvezza si riferiscono sia alla salvezza dalla schiavitù del peccato, sia alla salvezza dal

presente secolo malvagio, ed infine, e vogliamo dire soprattutto, alla salvezza dalla distruzione di Armaghedon. William Schnell nel suo libro Trent’anni schiavo della Torre di Guardia dice a proposito dei componenti della classe ‘Gionadab’, cioè delle cosiddette altre pecore destinate a vivere sulla terra, quanto segue: ‘Con cura venne loro insegnato che se fossero rimasti entro i confini dell’Organizzazione senza deviare, se avessero seguito religiosamente tutte le sue istruzioni, ascoltando attentamente l’indottrinamento della Torre di Guardia, andando fuori come Proclamatori e facendo uno scrupoloso e regolare rapporto del tempo speso per questo, allora forse ad Armaghedon sarebbero stati salvi’.6 Ma i Testimoni di Geova quando parlano di salvezza non si riferiscono mai alla salvezza dalle fiamme dell’Ades e da quelle dello stagno ardente di fuoco e di zolfo, perché per loro non esiste un luogo di tormento dove vanno le anime dei peccatori in attesa del giudizio, e neppure il fuoco eterno dove i peccatori dopo la risurrezione saranno gettati per starvi per sempre. Ma quello che si capisce leggendo le loro riviste è che la salvezza di cui essi parlano non è qualcosa che l’uomo può avere sull’istante da Dio, e perciò essere sicuro di possederla durante la sua vita, ma qualcosa proiettato sempre nel futuro, qualcosa da raggiungere operando, insomma qualcosa da potersi meritare col tempo per cui nessuno può dire di possederla adesso (ricordatevi le parole di William Schnell sopra citate). E difatti questo lo si capisce quando si parla con loro; all’affermazione che il Signore ci ha salvati dai nostri peccati reagiscono sempre citando le parole di Gesù “chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato”,7 come per dire che è presunzione affermare di essere stati salvati sin da adesso. Da ciò si capisce che essi sono ancora perduti schiavi del peccato quantunque parlino di salvezza, di prezzo del riscatto offerto da Gesù, di liberazione dal peccato ecc. Ma veniamo ora al come si ottiene la salvezza per i Testimoni di Geova. ‘Signori, che cosa devo fare per essere salvato? chiese un atterrito carceriere del primo secolo dopo avere assistito alla miracolosa liberazione di tutti i suoi prigionieri, fra i quali l’apostolo Paolo e il suo compagno Sila. La risposta fu: Credi al Signore Gesù e sarai salvato, tu e la tua casa. Cosa comportava il ‘credere al Signore Gesù ed esser salvato’? Era suffi6

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Gen. 2:17 Adamo - secondo la sacra Scrittura - morì spiritualmente nello stesso giorno in cui disubbidì a Dio e fu in quel giorno che si adempirono le parole che gli aveva rivolto Dio. Quindi la morte fisica che sperimentò a 930 anni non è la morte che Dio gli aveva detto avrebbe gustato nel giorno che gli avrebbe disubbidito. 3 La Torre di Guardia, 15 marzo 1981, pag. 9 4 Es. 21:24 5 Op. cit., pag. 9 2

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William Schnell, Trent’anni schiavo della Torre di Guardia, Napoli 1983, pag. 130. Notate in queste sue parole che la salvezza da Armaghedon non era data per certa neppure a coloro che si attenevano alle regole della società e che si affaticavano nella proclamazione del messaggio della Torre di Guardia. Ho potuto appurarmi personalmente che in realtà i Testimoni di Geova non sono sicuri di scampare ad Armaghedon parlando con un Testimone di Geova che da diversi anni è nell’organizzazione, infatti alla mia domanda se fosse certo di scampare ad Armaghedon mi ha risposto che non lo era e non ardiva dirlo per non peccare di superbia! 7 Matt. 24:13


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