L’Unità Europea

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l’Unità Europea

Marzo -Aprile 2019

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Riunioni istituzionali

Roma, 9 marzo: i lavori del Comitato Centrale

Una lettera per l’Europa La lettera che Macron ha inviato ai cittadini europei è stata al centro dei lavori, che hanno visto una presenza numerosa di militanti (circa 80 persone, di cui 55 membri effettivi del CC) con circa 30 interventi.

L

a relazione introduttiva del Presidente Giorgio Anselmi prende le mosse dall’evoluzione del quadro mondiale che si presenta incerto e privo di una bussola. C’è l’azzardo continuo e disordinato della politica di Trump sul nucleare (denuncia il trattato INF con la Russia e poi cerca accordi con Corea, falliti) e sul commercio internazionale (con una politica basata sul debito, aumento del deficit della bilancia commerciale e di bilancio). Al contrario, per la Germania è meglio risparmiare e investire. In America Latina, ascesa del Brasile, potenziale motore d’integrazione. Anche in Europa si registra il disordine, con tendenze secessioniste all’Est. Siamo in presenza di uno sfaldamento dell’ordine atlantico, senza un’Europa politica. Molti pensano che il problema sia stato l’allargamento a Est, ma con una scelta federale non ci sarebbe stata disgregazione. Oggi c’è calo degli investimenti, ci vuole un piano per l’Europa e per l’Africa; c’è bisogno di campioni europei, manca una politica industriale, come si è

Raffaele Del Pezzo, Segretario della nuova sezione di Angri (SA)

visto con il blocco della fusione Alstom-Siemens. La legislatura si chiude con risultati importanti (i tre rapporti sulle riforme), ma Commissione e P. E. non hanno avuto la forza per andare avanti. Le previsioni elettorali non sono negative, ma i nazionalisti aumenteranno, non sappiamo che maggioranza ci sarà, dipende anche da ciò che succede nel PPE. Non si sa come si concluderà la Brexit. La lettera di Macron ai cittadini europei è senza precedenti. Nessuno sa cosa farebbero Spinelli e Albertini in questa circostanza. È questo tempo che deve decidere che fare, siamo qui per la crisi degli Stati e la soluzione è la federazione, nonostante le sconfitte siamo ancora sul campo. Con il metodo intergovernativo non si costruisce la sovranità europea, Macron lo sa, ma ha dei vincoli. Il significato della lettera è che la Francia è alla frutta. Ci sono ambiguità? Sì, ma è l’apertura di un processo. La conferenza per l’Europa ha una composizione simile ad una Convenzione, è senza tabù, inclusa la riforma dei Trattati, serve a definire la road map. In Italia ci sono segni di risveglio (manifestazione anti-razzista a Milano). Se ci propongono candidature federaliste nelle liste europeiste, vale la responsabilità personale. Volt ha chiesto aiuto per la raccolta firme, abbiamo detto No, come in passato a +Europa. Abbiamo contatti con la società civile, anche con artisti, per una manifestazione a Milano; per 21 marzo (bandiere europee alle finestre) iniziativa congiunta con AICCRE. È seguita la relazione del Segretario Luisa Trumellini. Utilizzare tutti gli strumenti che abbiamo in campagna elettorale. Sulla proposta di Macron è in ritardo il P. E. (che l’ha di fatto rifiutata), è in ritardo la Germania, di qui l’ambiguità della proposta franco-tedesca sull’eurozona. Nel quadro comunitario ogni accordo per andare avanti richiede l’unanimità, impossibile utilizzarla per sicurezza e fiscalità, che richiedono invece il metodo federale. Il bilancio eurozona era una via tattica per andare in quella direzione. Con questo governo italiano si pone il problema di un’avanguardia politica ristretta. La Francia pensa a una difesa europea autonoma, la Germania no. Devono trovare un punto di convergenza per giungere a Europa sovrana. Occorre far nascere un’azione convergente tra motore franco-tedesco e P.E. Ci sarà una leadership nella nuova legislatura? M. offre la sponda per una battaglia, la Conferenza per l’Europa è, di fatto, una Convenzione costituente,

con la partecipazione d’istituzioni e società civile. Sfruttiamola, forse sfugge di mano, molte proposte possono essere cambiate, la nostra campagna è ora più forte. La discriminante è: quale battaglia serve all’Europa. L’UEF è rilanciata da Gozi che sta facendo un grande lavoro per portare la voce federalista negli ambiti politici europei, siamo ricercati da forze sociali e politiche. Puntare su Milano come città europea. Appuntamento del 21 marzo: coinvolgere Intergruppo federalista, GFE con flashmob; mettere assieme governi, partiti, associazioni, movimenti. Il Tesoriere Claudio Filippi comunica la nascita della sezione di Angri (Salerno), formata da giovani (segue breve intervento del neo-segretario che illustra le motivazioni del loro impegno). Il tesseramento non è ancora chiuso, ci sono ritardi dalle sezioni, siamo sui numeri del 2017 (3337 alla data). Ricorda le scadenze per i rinnovi 2019, sollecita le sezioni a rispettarle. Federico Butti fa il punto sulla Campagna, ricorda action-week, iniziative, slogan e strumenti; il sito della Campagna avrà un restyling. Federico Brunelli illustra la campagna sui social. Raimondo Cagiano presenta i temi del prossimo Ufficio del dibattito (“Federalismo e crisi di civiltà” – Napoli, 6-7 aprile, cfr. report a pag 10). Gli abstract di ogni relazione verranno diffusi. Ricorda impegno di Draghi per l’Europa e per il mondo. Macron mi/ci ha mandato una lettera personale; nessun altro politico europeo l’ha fatto; tutti i cittadini europei dovrebbero rispondergli; proposte e linguaggio sono intergovernativi; su certi argomenti ci aiuta (democrazia, ambiente) mentre c’è una rozza trama sulla sussidiarietà. Gli risponderà, indicando gli obiettivi giusti. DIBATTITO Antonio Longo (la copertina dell’Unità Europea è già una risposta alla lettera di Macron, l’UE è cattedrale in costruzione, da completare, non siamo all’anno zero, è già sovrana in alcuni campi e lì funziona; dobbiamo indicare quali sono i campi dove non c’è sovranità - migrazioni, sviluppo, sicurezza –, lì c’è l’epicentro della crisi, lì va fatta la battaglia, con proposte concrete; la lettera di M. apre la campagna elettorale, ma rimanda tutto a fine anno, con la Conferenza sull’Europa; i cittadini non votano sulla riforma dei Trattati; l’idea della sovranità europea va riempita di proposte politiche, altrimenti è sterile); Marco Zecchinelli (cosa

facciamo il 27 maggio? Propone di comprare mezza pagina dei giornali locali, per far conoscere il Movimento, per parlare di politica senza i partiti; il problema non sono le crisi, in cui si decide, ma il rilassamento fino alla crisi successiva; i ministri delle Finanze Le Maire (F) e Altmeier (D) vogliono riportare al metodo intergovernativo anche i poteri della Commissione sull’anti-trust; cosa vuole davvero Macron?); Jacopo Di Cocco (chiedere a M. di rinunciare al seggio francese nel Consiglio di Sicurezza ONU a favore UE; tenere conto delle religioni, stanno prendendo posizione; certi vescovi pensano di lanciare messaggi nelle diocesi; tenere conto dei contributi apparsi sulle liste federaliste, su temi come immigrazione e altro); Mario Leone (la campagna è anche italiana; nella lettera di M. occorre vedere gli strumenti, se si dice di riformare i Trattati con visione intergovernativa, allora non c’è visione costituente; non va bene che il presidente UEF parli sia come federalista sia come esponente di partito; mantenere autonomia); Guido Montani (lettera di M. importantissima, è primo tentativo di costruire l’opinione pubblica europea; ma M. è Giano bifronte, si rivolge ai cittadini, ma le proposte sono intergovernative, ad es. su seggio tedesco all’ONU, su riduzione del ruolo della Commissione, su anti-trust e mercato unico; la crisi è imputabile al Consiglio e al P. E. che non ha preso iniziativa costituente; usare il metodo monnetiano parola ai governi – per arrivare a Spinelli costituente e costruzione dal basso; spronare il P. E, altrimenti c’è solo iniziativa dei governi, per definizione intergovernativa; il P. E può chiedere le passerelle su fiscalità, migrazioni e politica estera; ricorda Brandt sul P. E. come assemblea permanente costituente; chiediamo un governo democratico europeo); Alcide Scarabino (due aspetti della globalizzazione spostano a destra la politica: migrazioni e commercio internazionale; non tutti elettori della Lega sono diventati fascisti; c’è crisi fiscale del welfare state; proposte del documento UEF sono buone, ma la nostra forma organizzativa è inadeguata, non siamo incisivi; rafforzare collegamento con altre forze europeiste e con partiti dichiaratamente federalisti, come +Europa); Domenico Moro (M. importante, ma lo aiutiamo solo se identifichiamo il punto su cui è possibile avanzare, superando le proposte intergovernative; la Conferenza a fine anno è difficile: in autunno c’è un nuovo P. E, nomine istituzioni, megamanovra finanziaria in ITA, economia USA probabilmente in crisi; la lettera è un passo indietro rispetto a Meseberg, non si parla più di voto a maggioranza qualificata su politica estera; sulla difesa l’ostacolo è ancora la Francia, non la Germania; non ha senso rimettere in gioco tutta l’architettura UE, perderemmo, come avvenne sulla Costituzione, perché non è chiaro su cosa si fa il passaggio di potere; occorre individuare il punto su cui può avvenire questo passaggio: è la difesa, puntando sulla dual army,


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