Brek Magazine n. 11

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C’è chi crede che, in nome del sentire “comune”, ci si possa arrogare l’indiscusso diritto di giudicare chicchessia. C’è chi crede che l’appartenenza alla collettività imponga un imbarazzante appiattimento a modelli e gusti per costruire un individuo sempre meno distinguibile e per niente capace di scegliere autonomamente. C’è chi crede di poter indirizzare le menti e colpevolizzare i dissidenti. E poi ci sono io. Ci sono io a chiedermi come mai la gente parli senza cognizione di causa. Perché piuttosto non sta zitta? Perché non prende in considerazione la variante semplice, democratica, libera del “non proferire parola alcuna”? Si chiederanno se ho voglia di ascoltarli? Un problema che non affligge nessuno. Un interrogativo che non tocca

i loro cervelli finemente levigati da luoghi comuni e sovrastrutture. Una domanda difficile da porsi. Ma la risposta è così semplice. La risposta è no. È elementare. La risposta è no. Non voglio sentire nessun suggerimento da chi non sa da dove provengo. Non voglio sentire parole inutili, proposte senza senso da chi mi tratta da ignaro utente. Voglio parlare io adesso. È chiaro? Avete capito? Ora siete voi a dovermi sentire. Aprite le orecchie e tappatevi la bocca. Ascoltate me, interessatevi alle risposte che do. Chiedetemi cosa ne penso, qual è la mia idea, la mia visione del mondo, come prospetto il mio futuro. Interrogate me sulla mia vita. Non fidatevi della verità che avete in tasca, perché resta comunque una verità acerba, di-

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storta, vista con i vostri occhi. Non alludete a esistenze già precostituite. Non inventate realtà intorno ad un singolo per renderlo confacente alla pluralità. Non illudetevi di indicare l’unica strada percorribile senza incorrere in un ragionevole e ineludibile bivio. Non fingete di aver compreso. Chiedete. Fate bella figura. Chiedete di me. Interessatevi. Questa è la mia vita. Questa è la mia scelta. È la prima. È solo la prima. Rispettate il silenzio. Come rispettate le vostre parole. Aspettate. Abbiate fede. Fidatevi della vostra pazienza. Iniziate a diffidare della mia. Ora qualcosa è davvero cambiato. E io sono qui per togliervi tutti i dubbi. Chiedete. Petite. Vista l’età. Petite… Giovanna Caivano


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