EI FU - l'utilissimo abbecedario napoleonico

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L ’ UTILISSIMO ABBECEDARIO NAPOLEONICO


Un progetto di Équipe Arc-en-Ciel e Book On A Tree Da un’idea di Stefano Maffeo e Andrea Dalla Fontana Testi di Olimpia Medici Illustrazioni di Andrea Dalla Fontana


5 maggio 1821

5 maggio 2021

Ei fu. Siccome immobile, Dato il mortal sospiro, Stette la spoglia immemore Orba di tanto spiro, Così percossa, attonita La terra al nunzio sta, Muta pensando all’ultima Ora dell’uom fatale; Nè sa quando una simile Orma di piè mortale La sua cruenta polvere A calpestar verrà.


Il 17 luglio 1821, sulla Gazzetta di Milano, Alessandro Manzoni legge una notizia bomba, arrivata fresca fresca dalla Francia: due mesi prima, sull'Isola di Sant'Elena, è morto Napoleone Bonaparte. Manzoni è così colpito che scrive di getto un'ode, destinata a perseguit... (ehm) a commuovere generazioni e generazioni di studenti italiani.



A

Ajaccio

«Nabulio! Nabulio! A tavola!». Se vi fosse capitato di passare da Ajaccio nei primi anni ’70 del ‘700 probabilmente avreste sentito mamma Letizia che strillava per richiamare all’ordine il piccolo Napoleone (o Nabulio, come lo chiamava lei), intento a giocare da solo in qualche angolo nascosto della casa.

E ALLORA? VUOI VENIRE O NO? MA… STAVO PER CONQUISTARE LA RUSSIA! FINISCI DOMANI. A TAVOLAAA!


B

Bard

All’inizio della seconda campagna d’Italia, nel maggio 1800, N deve affrontare la resistenza inaspettata del Forte di Bard all’imbocco della Val d’Aosta. Una parte dell’esercito aggira il forte e prosegue, l’altra lo pone sotto assedio ma la guarnigione non si dà per vinta. Resisterà per una decina di giorni e quando si arrenderà riceverà l’onore delle armi. Ma N se l’è legata al dito e ordina di smontare il forte pietra su pietra.


C Nel 1804 viene promulgato il Codice Civile (che prenderà poi il nome di Codice Napoleonico). Fino a quel momento le provincie a nord di Parigi seguivano il diritto franco-germanico, quelle a sud il diritto romano.

Codice Napoleonico VOSTRO ONORE, IO VENGO DALLA NORMANDIA! CHE NE SAPEVO CHE A MARSIGLIA UN CAMEMBERT BEN STAGIONATO È CONSIDERATO UN "ATTO OSCENO IN LUOGO PUBBLICO"?


D EHM.

Digestione Il pasto di N, spesso consumato da solo, durava tra gli 8 e i 10 minuti. Questa brutta abitudine provocava all’imperatore frequenti attacchi di mal di pancia; in quelle occasioni l’eroe di mille battaglie si buttava per terra a pancia in giù, gemendo e imprecando come un granatiere ubriaco.


E

Elba NO, MA...

Dal maggio 1814 al febbraio 1815, l’isola d’Elba ospitò l’esilio di N. All’imperatore e alla sua discendenza venne concessa la piena sovranità sull’isola, che diventò un principato indipendente con tanto di stemma e motto: «Ubicumque felix» (sto bene un po’ dappertutto).

...SE STAVA COSÌ BENE, PERCHÉ SE N’È ANDATO?


F

Fratelli

Più che «nepotista», N fu «fratellista»: tre dei suoi fratelli diventarono re (in Spagna, in Vestfalia e in Olanda) e per non fare torto a nessuno, alle tre sorelle venne dato il titolo di principessa. Il quarto fratello, Luciano, a causa di un matrimonio poco gradito all’imperatore fu costretto all’esilio e si rifugiò a Roma. Qui strinse amicizia con il papa Pio VII che, per non interrompere la tradizione di famiglia, lo nominò principe di Canino.

CANINO?... CIOÈ... WOW...


G

Grande Armée

Nel 1805 N decise di mettere insieme un esercito imbattibile per conquistare l’Europa. Ovviamente ci riuscì e la Grande Armée divenne la compagine più temuta del mondo. Vinceva tutto e tutti e fu piegata solo dal Generale Inverno durante il ritorno dalla Campagna di Russia. Nel 1812 l’esercito contava 1.200.000 effettivi; 600.000 andarono in Russia, ma ne tornarono poco più di 100.000.


H

Hotel des Invalides

Nel 1840 il corpo di N fece ritorno in Francia e ora riposa all’Hôtel des Invalides, a Parigi. È chiuso in una cassa di latta, chiusa a sua volta in una cassa di mogano, due casse di piombo e una di ebano. Il tutto ricoperto da un pesantissimo sarcofago in quarzite rossa. NO, VISTO CHE GIÀ UNA VOLTA ERA SCAPPATO...


I

Imperatore

Nel novembre 1804, tre milioni e mezzo di francesi andarono alle urne per un referendum costituzionale. La domanda era di quelle facili: “Volete che Napoleone diventi imperatore?”. Il 99,93% dei votanti rispose sì. Il restante 0,03% giurò di aver fatto lo stesso. TUTTI I TITOLI DELL'IMPERATORE NAPOLEONE I Imperatore Re

dei francesi

d'Italia

Presidente della Repubblica Italiana Mediatore della Confederazione svizzera Protettore della Confederazione del Reno Coprincipe di Andorra Principe dell'Isola d'Elba Primo console della Repubblica Francese


Josephine de Beaurhanais nacque in Martinica (cioè, presente dov’è la Martinica?!) e arrivò in Francia a 15 anni. Sposò Napoleone in seconde nozze, dopo un matrimonio piuttosto infelice interrotto provvidenzialmente dalla ghigliottina. Ebbe due figli dal primo marito ma nessuno da N, un grosso problema per chi voleva un erede per il suo impero. E così, al grido di “Mi serve un ventre!” (alla faccia del politicamente corretto) N divorziò e si risposò con Maria Luigia, figlia nientemeno che dell’imperatore d’Austria. Josephine si consolò con la coltivazione delle rose nello splendido giardino della Malmaison, la sua villa nei dintorni di Parigi.


K Il generale russo Kutuzov è passato alla storia per aver sconfitto la Grande Armée al termine della Campagna di Russia. Mentre combatteva contro i Turchi, alla fine del ‘700, si prese due pallottole in testa. A rimetterlo in sesto fu il chirurgo Jean Massot; indovinate da dove arrivava? Sì, sì, era proprio un francese!


Louvre Il Museo del Louvre è figlio della Rivoluzione francese. Inaugurato nel 1793, si rempì di opere d’arte provenienti da tutta Europa (ok, in effetti non ci arrivarono da sole: furono arraffate un po’ qua e un po’ là). Manco a dirlo, fu presto ribattezzato “Musée Napoleon”. Tra le opere preferite da Napoleone c’era la Gioconda (che però era arrivata in Francia con Leonardo all’inizio del ‘500); gli piaceva così tanto che per qualche anno la tenne appesa negli appartamenti di Josephine alle Tuileries.


M

Marengo

Il cavallo bianco di Napoleone in verità era uno stallone arabo dal mantello grigio e si chiamava Marengo (come la famosa battaglia contro gli austriaci avvenuta nel 1800 vicino ad Alessandria). Fu ferito otto volte in battaglia e, dopo la sconfitta di Waterloo, fu portato in Inghilterra. Il suo scheletro è esposto nel museo militare di Chelsea (se guardate bene gli manca uno zoccolo; pare che ne abbiano fatto una tabacchiera...).



O

Orazio Nelson

A capo Trafalgar, in Spagna, l’ammiraglio inglese Orazio Nelson inflisse a N una delle più memorabili sconfitte. Purtroppo non ebbe tempo di godersi la gloria perché venne ferito a morte. Per riportarlo in patria si decise di conservarlo sotto spirito, infilandolo in una botte di rum. Narra la leggenda che, una volta arrivata in Inghilterra, la botte risultò vuota. Pare che i marinai ci avessero fatto un buco per scolarsi il contenuto, incuranti del celebre ospite.


P

Pizzicotti AH! VEDERE UN SOLDATO COMMOSSO MI RIEMPIE IL CUORE DI ORGOGLIO E TENEREZZA!

VIENI QUI, CHE TI DO Se l’Imperatore era di UN’ALTRA STRIZZATINA! buon umore, quello che vi aspettava era una bella strizzata al lobo dell’orecchio, accompagnata da un coppino ben assestato. Anche se pare che quei pizzicotti facessero venire le lacrime agli occhi, i soldati lo consideravano come uno dei più alti riconoscimenti, che non a caso accompagnava la consegna delle medaglie al valore.


Q

Quadro

Il quadro più famoso di N è sicuramente quello che lo ritrae durante il passaggio del Colle del Gran San Bernardo. Il suo autore, JacquesLouis David, ne dipinse cinque versioni, ognuna leggermente diversa dalle altre (cambiano ad esempio il colore del mantello e quello del cavallo). Le diverse copie finirono in giro per l’Europa, ma l’ultima restò nella camera da letto del pittore fino al giorno della sua morte.


R

Rosetta

La celeberrima stele fu scoperta durante la campagna d’Egitto. Quando i francesi dovettero arrendersi agli inglesi, il generale Menou cercò di nasconderla tra i propri effetti personali, ma venne scoperto. Gli inglesi la requisirono (adesso è al British Museum) ma permisero ai francesi di riportare in patria i disegni dettagliati della grande lastra di pietra scura. Basandosi su quei disegni, l’egittologo Jean François Champollion riuscì per primo a decifrare i geroglifici.


S

Sant'Elena

Altro che Elba! L’isola che ospitò l’esilio definitivo di N è il luogo remoto per antonomasia. Sola in mezzo all’Atlantico, dista 1850 km dalla terraferma più vicina, l’accogliente Angola, mentre per arrivare in Brasile ci sono più di 3000 km. I suoi abitanti, circa 6000, si chiamano Saints e, come ai tempi di N, sono cittadini britannici. Per raggiungerla la nave che trasportava N ci mise due mesi e una settimana ma ora le cose sono cambiate e dal 2017 Sant’Elena ha perfino un suo aeroporto.


T

Teorema

I baricentri dei triangoli equilateri, costruiti tutti esternamente o tutti internamente sui lati di un triangolo qualsiasi, formano un triangolo equilatero. Pare che, dopo aver enunciato questo teorema, N fosse così confuso che preferì farlo dimostrare al famoso matematico Joseph-Louis Lagrange.


U

Uniforme

Anche una volta diventato imperatore, N ha sempre preferito l'uniforme militare agli abiti di gala. Di solito si presentava in società indossando la divisa da chasseur à cheval: pantaloni bianchi, stivali, giacca blu e panciotto (nel quale spesso infilava la mano). Ma il pezzo più importante era sicuramente il bicorno nero che lo accompagnava ovunque e che veniva sostituito solo quando cominciava a cadere a pezzi.


Napoleone fu il primo a promuovere la vaccinazione di massa. Per evitare che il vaiolo gli sterminasse le truppe nel 1805 rese obbligatorio il vaccino per tutti i soldati che non avevano ancora contratto la malattia. Poi, alla faccia dei no vax dell’epoca (ce n’erano parecchi), fece vaccinare tutta la popolazione francese, suo figlio compreso. FUCILATELO!

IO VERAMENTE...

NO! NO! DICEVO... IO, VERAMENTE, CI FOSSE LA POSSIBILITÀ, FAREI ANCHE IL TRIVALENTE...


Il duca di Wellington, duca di ferro per gli amici, è passato alla storia per avere sconfitto definitivamente N a Waterloo. Ma non solo. Il nome Wellington spunta dappertutto. Mai sentito parlare di filetto alla Wellington? È un arrosto in crosta che gli piaceva particolarmente. Poi ci sono gli stivali Wellington, i classici stivali da pioggia, ideati da lui in persona. E la capitale della Nuova Zelanda? Si chiama Wellington, naturalmente in onore del duca.


X

vy vx

vy vx

Y Come dimostrò fin dall’assedio di Tolone, N era un vero asso della balistica. A suon di X e Y riuscì a sgominare anche gli amici più agguerriti!


Zucchero 1806: N emana il blocco continentale per cui le navi inglesi non possono più attraccare nei paesi soggetti alla Francia (in pratica in quasi tutta Europa). Per il commercio è un disastro. In Francia lo zucchero, proveniente dalle piantagioni di canna delle colonie britanniche, sparisce quasi del tutto. Ma N ha la soluzione pronta: dà fiducia al chimico Achard e fa coltivare a tappeto barbabietole da zucchero. È un successo che dura ancora oggi.



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