Biancoscuro Art Magazine #47

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rmai era il 14 agosto 2012, erano passati 23 giorni di viaggio a Nord della Mongolia e, passando dal vulcano Khorgo sul versante Nord dei Monti Hangaj, ci stavamo spostando verso il centro di quella Nazione di libero passaggio. Eravamo alla ricerca di tavolette trasportate anticamente dall’India e che narravano dell’ancestrale popolo “00”. Ma purtroppo qualcosa stava per rallentare questo lungo viaggio alla ricerca delle nostre comuni origini. L’Asia Centrale, nel Paleolitico superiore (tra i 70 ed i 50 mila anni fa), era un paesaggio tropicale ricco di alberi, adatto alla pesca ed alla caccia: un territorio di transizione per svariate direzioni di ondate migratorie e fucina per diversità genetiche rilevanti. Il basamento della Mongolia è formato da rocce di età Precambiana, con una successione di sedimenti di età Paleozoica che, dopo la sua orogenesi del Meso-Cenozoico, ne hanno delineato i confini montuosi, oltre alla sua megasutura tettonica. La sua struttura territoriale, per carenza di piogge, l’ha portata alla lenta desertificazione. Tratti estesi del territorio presentano Tectiti, ovvero formazioni vetrose segnate da spirali circolari che testimoniano impatti di roccia ad altissime temperature, eventi rari e non terrestri, come negli attigui Monti Altai a nord del deserto di Gobi. In sintesi, un paesaggio dalla storia misteriosa, come i popoli che l’hanno vissuto. Passando per Terklin Tssagan Nuur, poi lungo le strade sterrate di Tsetserleg sino a Tsenkher, attraverso la steppa

O

96 Mongolia Centro © Photo by Adele Arati

Chi era il Popolo “00”, quello da cui è partita la nostra comune storia? Questo mi domandavo, appoggiata al finestrino dell’ultimo sedile, della vecchia jeep. E mentre osservavo sfilare le lunghe lande del Nord della Mongolia, meditavo sulla quantità di coraggio e volontà che ci vuole per attuare la perseveranza. Quell’idea, segno di una maturità intellettiva e dote indispensabile per la continuità della ricerca delle tracce della vita. Sapevo, dentro di me, che l'origine dell'anima della vita era ed è l’ancestrale segreto scolpito nella pietra, luogo dell'anima e delle sue intrinseche geometrie. Non dovevo farmi influenzare dal pensiero altrui, dovevo solo ascoltarlo e ricollocarlo rispetto ad una mia visione d'insieme culturale. Sul tavolo vedevo tanti elementi tra loro simili, ma separati. Slegati da temporalità errate, preassegnate, convivevano in una sorta di confusione. Riuscivo ad immaginare i fili che li collegavano, ma per ora erano solo le tracce di memorie “altrimenti perdute” di Popoli Ancestrali ...

[24ª puntata]

Le terre di mezzo, i percorsi del mito, il cammino piramidale dell’essere

Mongolia Centro: sulle tracce della memoria perduta

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