L'ESPRESSO 29

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L’anticipazione

DAL MEDITERRANEO Sarà in libreria dal 19 agosto per Fandango, “Mediterranea”, il dialogo tra Dimitri Deliolanes, corrispondente in Italia della radiotelevisione greca, e Leonardo Palmisano, scrittore e dirigente del gruppo Legalità di Legacoop, sui temi della politica europea, dalla crisi dei partiti al sovranismo, della guerra e delle migrazioni. Un colloquio con al centro il Mare nostrum e il ruolo che le due sponde possono giocare nel nuovo scacchiere geopolitico. Anticipiamo qui, l’introduzione e parte del primo capitolo.

DI DIMITRI DELIOLANES E LEONARDO PALMISANO

A

guardarlo sulle carte geografiche, il Mediterraneo è un mare chiuso, un piccolo oceano circondato da terre che si allungano a Sud, a Est e a Nord. Allargando il campo di osservazione, scopriamo che è la cerniera naturale tra Africa, Asia ed Europa. Su queste acque si sono combattute battaglie tra le più cruente. Grazie a queste onde grondanti sangue sono state fondate colonie e imperi. Oggi il bacino è un nuovo cimitero, per i giovani e i disperati che lo affrontano alla ricerca di un approdo sulla riva di un’Europa vecchia e poco accogliente. Una cerniera che si trasforma in trincea, in frontiera invalicabile, in terreno da sminare dal razzismo, dal fascismo, dal fondamentalismo. L’Italia e la Grecia sono lì, all’incirca a metà, spostate a Est, tendenti a sud, incastrate timidamente nel Nord. Tutte e due in profonda crisi, come proviamo a dire in questo dialogo tra Atene e Bari. La storia multimillenaria di questo mare di pastori e pescatori è allora di attraversamenti, di migrazioni, di guerre, di tante guerre che ci hanno fatto inventare la democrazia nelle città, i politeismi e i monoteismi, i miti tragici e la commedia, lo sport e la parola come strumenti di pace. In questo Mediterraneo, insomma, è nata la civiltà occidentale, alla quale, con i suoi pregi e difetti, tutti noi apparteniamo.

irrisolte, diventate un argomento costante per accendere il dibattito politico o per spegnerlo quando gli interessi in gioco si erano ridefiniti. Come la crisi del debito pubblico, che incombe sulla scena politica come un fantasma terrificante. L’Italia ha un rapporto deficit/Pil che supera il 140 per cento. Dopo la Grecia, il secondo più alto d’Europa. Un debito che potrebbe sforare molto presto il 150 per cento. Un debito che genera mostri e che aumenterà con il Piano nazionale di ripresa e resilienza, il Pnrr. Un debito destinato a ingrandirsi ora che l’Ue ha deciso di sostenere militarmente l’Ucraina contro Putin. (…)

Leonardo Palmisano - Sai, Dimitri, c’è un modo di dire, dalle mie parti in Puglia, che suona all’incirca così “dal guasto viene l’aggiusto”. È un detto fatalistico, che rinvia a un domani senza scadenza la ricerca di soluzioni a una situazione annosa e ingarbugliata. Ho sempre trovato questa frase adatta alle tante crisi che hanno attraversato la penisola italiana. Crisi

Dimitri Deliolanes - Parliamo di mostri, allora. Locali e d’importazione. Nel bel mezzo della catastrofe provocata dalla pandemia del coronavirus i saggi leader dell’eurozona hanno giustamente pensato di adottare come rimedio un sistema economico di tipo keynesiano, permettendo deficit spettacolari e creando nuovi debiti. Ancora più radicale il

IL DEBITO DI GRECIA E ITALIA, IL RIGORE EUROPEO E LE POLITICHE COMUNITARIE. DIALOGO TRA ATENE E BARI SU MERCATI E WELFARE

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24 luglio 2022


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