L'ESPRESSO 30

Page 13

Editoriale

Lirio Abbate

Quello che Giorgia Meloni deve ancora chiarire

Illustrazione: Ivan Canu

Più che temere un ritorno del fascismo, bisognerebbe chiedere conto a Fratelli d’Italia della qualità della sua classe dirigente e dei suoi valori. Poi guardare con attenzione al programma e ai rapporti tutt’altro che facili con Salvini e Berlusconi

F

are una campagna elettorale in questa estate rovente in cui si grida al fascista, o alla fascista, ritengo sia dannoso per la politica, perché credo che non sia questo il modo più corretto per criticare Giorgia Meloni, secondo i sondaggi favorita per la vittoria finale delle urne. Occorre evitare di fare un minestrone che guarda ad ottobre, quando ricorrerà il centenario della marcia su Roma, e insinuare che avverrà qualcosa di simile dopo il 25 settembre. Gli italiani vogliono sentire i programmi elettorali, auspicano di guardare in faccia i leader, ascoltare le loro idee. E non credo ci sia spazio per aprire un dibattito sulla leader di Fratelli d’Italia, cresciuta all’ombra della fiamma che fu missina, e il fascismo. Perché penso che Meloni non instaurerà un regime fascista se dovesse vincere le elezioni. Necessita però discutere dei valori espressi nelle azioni e nelle parole di chi contribuirà con lei a fare campagna elettorale. E in particolare si deve chiedere: sono stati recisi i legami con il passato? E su questo occorre rispondere. Anzi, Meloni e i suoi tesserati devono su questo chiarire. Perché appare ancora oggi che questo legame non è stato tagliato, per una lunga serie di motivi che non sono solo questione di colore, perché il fatto che Meloni non porti il fascismo in Italia appare assodato, ma questo non significa che non ci siano problemi nel suo partito di classe dirigente. Ci sono tante figure che hanno avuto e hanno un ruolo politico e che hanno dimostrato non solo di non aver reciso quel legame, ma di avere ancora un problema di elaborazione di quegli ideali banditi dalla Costituzione. Un paese che dibatte del proprio futuro si deve porre il problema di quale classe dirigente dovrà avere. E deve chiedersi se i futuri ministri di un eventuale governo di destra guardano ai diritti, all’integrazione, alla scuola, all’accoglienza, alla solidarietà, a quale

economia, a quale politica estera e all’Europa unita, oppure guardano all’Ungheria di Orban che dice: «Non mescoliamoci con altre razze». Lui è un alleato di Matteo Salvini e Giorgia Meloni ed evoca la teoria della grande sostituzione. Il leader ungherese teme che gli stranieri prenderanno il posto della popolazione dell’Occidente e usa toni razzisti che preoccupano anche la comunità ebraica. La destra italiana lo corteggia, e intanto incontra Trump e gli ultraconservatori complottisti e antiabortisti. Su questo si deve discutere. E un problema ancora esiste per il ,partito di Giorgia Meloni. E non mi riferisco solo al candidato a Palermo arrestato alla vigilia delle elezioni comunali per aver chiesto voti alla mafia, e nemmeno alla sindaca finita ai domiciliari per una questione di appalti e indagato sempre per la stessa inchiesta un eurodeputato. Ma agli ideali non democratici che affascinano ancora molti appartenenti a Fratelli d’Italia. E poi c’è l’alleanza del centrodestra, e qui si configura qualcosa di inedito, perché sempre in passato le elezioni sono state affrontate sin dal 1994, quando nacque l’alleanza con una chiara leadership di Silvio Berlusconi. Questa volta evidentemente non sarà così. Si sarebbe pensato fino a pochi anni fa che sarebbe stato Salvini, colui che avrebbe preso il timone del comando della coalizione, ma è sempre più chiaro dai sondaggi degli ultimi anni che toccherà o dovrebbe toccare questo ruolo a Giorgia Meloni. Solo che sono tanti gli elementi di freno. La paura del Cavaliere e dei suoi, nemmeno tanto nascosta, è che con un centrodestra a guida Meloni di fatto, e con lei candidata a premier, gli elettori di Forza Italia possono essere impauriti e fare la stessa strada che hanno compiuto nei giorni scorsi i ministri del governo Draghi che, come si sa, hanno lasciato il partito. Ma tutto questo è solo l’inizio di una campagna elettorale che si annuncia calda e afosa, non solo dal punto di Q vista meteorologico. © RIPRODUZIONE RISERVATA

31 luglio 2022

13


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook

Articles inside

Noi e voi

5min
pages 120-121

Scritti al buio

3min
page 119

Svelò la Sanitopoli di Atene, la pm finisce sotto accusa Elena Kaniadakis

8min
pages 108-113

Bookmarks

2min
page 103

Nonne di Plaza de Mayo in lotta da 45 anni Sabrina Pisu

9min
pages 114-117

Black Post, il sito web dei nuovi italiani Alessandro Leone

9min
pages 104-107

Tutti invitati alla festa del secolo colloquio con Abel Ferrara di Claudia Catalli 98 Canto e suono lo sbrong colloquio con Lello Analfino di Emanuele Coen

5min
pages 100-102

Cabina 82 Viola Ardone

10min
pages 86-93

Vite da Po in secca Tommaso Giagni 62 Il Sarno ha l’acqua marrone Lorenzo Fargnoli 70 Sulle sponde di città Antonia Matarrese

15min
pages 74-81

Scuola, il concorso ha fatto flop Chiara Sgreccia 78 Spazio, la battaglia dei lanciatori Emilio Cozzi

7min
pages 82-85

Cattaneo

9min
pages 69-73

Egitto, il lungo digiuno dei diritti umani Paola Caridi

6min
pages 54-57

Ucraina, avamposto Isola dei serpenti Lorenzo Tondo

6min
pages 50-53

Uber, la lobby detta legge Paolo Biondani e Leo Sisti

8min
pages 42-45

Il latitante, l’esilio dorato di Matacena Gianfrancesco Turano

8min
pages 46-49

Se volete un programma ricominciate dalle agorà Fabrizio Barca

6min
pages 36-37

La parola

1min
page 9

Debito, il mostro può divorarci colloquio con Roberto Tamborini di Gloria Riva 30 Il reddito di cittadinanza serve contro la povertà Chiara Saraceno

6min
pages 32-33

Manfellotto

9min
pages 28-31

Panarari

3min
pages 34-35

I conti in tasca ai partiti Antonio Fraschilla e Carlo Tecce

6min
pages 18-23

Quello che Giorgia Meloni deve chiarire Lirio Abbate

3min
page 13

Percorso obbligato Massimo Cacciari

3min
pages 14-17

Taglio alto

2min
pages 24-25
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.
L'ESPRESSO 30 by BFCMedia - Issuu