L'estate in bilico
A fianco: veduta aerea delle Saline di Marsala. Sopra: l’isola di Favignana. In basso: Tim Parks
Così ho scoperto la libertà Lo choc della pandemia, la ripartenza, la paura che divide. Lo scrittore britannico: “Tornare a viaggiare è un atto di fede” di Tim Parks
84
17 luglio 2022
Non sai quello che hai finché non lo perdi. A marzo 2020 stavo giusto scrivendo le ultime pagine del mio libro “garibaldino” quando Conte ha chiuso l’Italia. Pagine che parlavano di partenze all’alba, zaino in spalla, io e mia moglie Eleonora, giorno dopo giorno, scampagnata dopo scampagnata, sulle orme dell’eroe dei due mondi nel 1849. Sceglievamo noi i sentieri, da Roma a Cesenatico; ci fermavamo dove volevamo, senza prenotare; chiacchieravamo con tutti, per strada, nei locali. Poi, a un tratto, ecco l’autocertificazione, la mascherina, i guanti di gomma, un blindato dell’esercito all’angolo della strada. E ho scoperto la libertà; ormai persa. Viaggiare, o almeno viaggiare per piacere, è l’espressione più schietta della libertà individuale. Parti per le vacanze e non sei più prigioniero di casa tua, del capoufficio pignolo, dei parenti e degli amici. Ti liberi pure della tua routine, le tue abitudini. Per forza: a Delhi o a Glasgow è inutile aspettarsi un buon cappuccino; non si sfoglia la Gazzetta sulle spiagge cubane. Anche per questo a qualcuno viaggiare fa un po’ paura. Ci si può perdere. E così sceglie viaggi organizzati, durante i quali tutto è già deciso e ogni pericolo debellato. Magari con un gruppo di amici. Controllando regolarmente sul cellulare le tappe del Tour de France tra le varie