L'ESPRESSO 28

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LE, LEI VECCHIA I soliti social diventano illeggibili nel periodo di Sanremo, presidiati come sono da gruppi di signore, anche colte e raffinate, che spettegolano sul botox delle altre. Non sulle canzoni, figurarsi, ma sul grado di decenza dei ritocchi estetici. Alda Merini posò nuda, ma è stato un raro atto di libertà, in questa sotterranea denigrazione dove, peraltro, la consapevolezza del cambiamento dei corpi portata dalla vecchiaia viene chiesta quasi esclusivamente alle donne. Non esiste il corrispettivo femminile di José Saramago che sosteneva che più si diventa vecchi, più si diventa liberi, e più si diventa liberi, più si diventa radicali (e lo dimostrò eccome, sul suo blog). Le donne over 60 sono consapevoli, come disse Imre Kertész a proposito del Novecento - e perdonate quella che sembra un’irriverenza - che sono esposte, e chiunque può prenderle a fucilate. Non esiste la vecchia competente e saggia: esiste la vecchia. Se questo è l’immaginario, non ci si stupisca della mancanza di donne ai vertici della politica e delle istituzioni. Facciamo un passo indietro, fino al dicembre 2007. Sempre per gli smemorati, sarà bene ricordare il primissimo piano di Hillary Clinton nel pieno della campagna per le primarie americane. Il commento dell’ultraconservatore Rush Limbaugh sottolineò che esibire i segni del tempo in un corpo di donna non è piacevole, e non è soprattutto conveniente: «La politica è apparenza, sei quello che appari e Hillary come donna invecchierà peggio di un uomo,

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in quel lavoro alla Casa Bianca che logora chiunque, e noi americani passeremo quattro anni davanti allo spettacolo deprimente di una vecchia signora che perde ogni giorno la propria battaglia con il proprio aspetto. Un uomo anziano appare decisivo, autorevole, serio, una donna anziana è soltanto una vecchia». La vecchiaia maschile - quella dei potenti, almeno - ha dalla sua l’esperienza. La vecchiaia femminile no. Gli uomini diventano padri della patria, o almeno padri nobili. Le donne invecchiano e basta. In quello stesso dicembre, mentre Hillary mostrava le sue rughe, in Italia partiva una campagna pubblicitaria contro la burocrazia: i manifesti proponevano la caricatura di un’anziana signora con gli occhialini a farfalla, le labbra a cuore, un ridicolo cappellino rosa. Lo slogan era: ammazza la vecchia. Le conclusioni sono semplicissime: quando bisogna decidere un incarico di responsabilità e visibilità non conta neanche la regola del “ci vuole una donna” (che nei fatti non è una regola: è uno specchietto per le allodole che molto spesso ci si dimentica di usare). In quei casi, si passa direttamente a un uomo. In altri termini: se l’incarico viene dato a una donna, si prende in esame la sua immagine e la conformità del suo aspetto a come ci si immagina debba essere una persona che ha pubblica visibilità. Se viene dato a un uomo, conta la competenza. O almeno così ci vien detto. Q © RIPRODUZIONE RISERVATA

MAURO BIANI

17 luglio 2022

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