Partiti allo sbando
IL GOVERNO DI NESSUNO DRAGHI, CONTE, MATTARELLA: L’ATTO FINALE DI UNA LEGISLATURA ALL’INSEGNA DEL CAOS. MENTRE I 5S, ENTRATI IN 300 PER SCIOGLIERE LA VECCHIA POLITICA, HANNO SBRICIOLATO SE STESSI DI SUSANNA TURCO
È
l’atto finale di una legislatura all’insegna del teatro, del Beckett mescolato alla commedia dell’arte, Godot a Pulcinella: il voto di giovedì a palazzo Madama come una mano di poker, con il governo appeso alle decisioni di Giuseppe Conte e ancor di più a quelle dei (suoi?) senatori, il balletto di chi entra e di chi esce e di chi resta sull’uscio, Salvini ringalluzzito, i gruppi parlamentari divisi per sottoinsiemi stile 1-2-X, la teoria dell’intenzionalità spuntata a un certo punto di un interminabile Consiglio nazionale M5S che avrebbe affermato l’esistenza di una misteriosa astensione «per protesta», diversa dall’astensione «per sfiducia», sono l’apoteosi e insieme la conclusione di una legislatura dove tutto è stato possibile. Una legislatura che tutto ha reso possibile: governi di segno opposto guidati dallo stesso premier, poi governi di tutti e, ormai, anche il governo di nessuno. In questi giorni difficili, Mario Draghi ha più volte spiegato nei colloqui riservati la sua volontà di non finire come il suo quasi omonimo Mario Monti, che Susanna Turco continuò a guidare l’esecutivo anche menGiornalista tre la maggioranza gli andava in pezzi. Ep-
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17 luglio 2022
EX PREMIER A capo di due governi con due diverse coalizioni, Giuseppe Conte è il leader di quel che resta dei Cinque stelle