1 minute read

La politica aggiunge un posto a tavola

Francia o Spagna basta che se magna», diceva Francesco Guicciardini, raffinato politico del sedicesimo secolo. Ci sono infatti dei momenti della giornata politica dove a decidere se stare a destra o a sinistra è solo il cameriere o il capotavola. Abbiamo provato a disegnare la mappa dei bar e ristoranti frequentati dal potere. La walking distance dei Palazzi trova il suo culmine martedì e mercoledì anche grazie ai parlamentari fuori sede che si fermano a mangiare assieme a colleghi per trovare consenso a tavola magari per una proposta di legge o un emendamento.

Advertisement

Iniziamo dalla colazione: i bar iconici sono due. Il primo, Giolitti, si trova di fronte agli uffici dei Gruppi parlamentari in via degli Uffici del Vicario. Lì puoi gustare una deliziosa veneziana oppure un ottimo gelato, rigorosamente nocciola e pistacchio di Bronte. È un vero e proprio crocevia, dal parlamentare che sale in ufficio al membro di governo o sottogoverno che va in audizione. Poi c’è Ciampini, dove il direttore Vincenzo fa accomodare il ministro Antonio Tajani o Matteo Salvini nel weekend con la compagna Francesca. Fino a quest’estate compariva anche, con una scorta privata molto vistosa, Giampaolo Angelucci, nuovo editore de Il Giornale con l’amico candidato alla Regione Lazio Francesco Rocca.

Oggi è sempre più in auge il Ristorante la Campana dell’on. Tracassini, fedele del Premier a pochi passi dalla sede di FdI.

Impossibile poi non citare Maxela, in piazza della Maddalena, dove si può degustare una ottima tartare di fassona e in cui si sono visti spesso anche Giorgia Meloni, Maurizio Lupi e Giuseppe Mangialavori, presidente della commissione Bilancio della Camera. Dicono che il mercoledì a pranzo sia il quartier generale di molte agenzie di lobbying con i loro giovani team.

La premier però per gli incontri più riservati preferisce il giardino dell’hotel De Russie con l’amico di sempre Marco Mezzaroma o la terrazza dell’hotel The Pantheon, a pochi passi dal Senato, dove è stata vista spesso prima delle elezioni mentre conversava con un inglese impeccabile.

L’aperitivo più esclusivo però resta quello nella terrazza dell’hotel Eden, che Mario Draghi utilizzava spesso per cene con le delegazioni estere. Oggi raccoglie ancora molti banchieri, top manager e membri del governo.

Virman Cusenza

Da gennaio 2020 con l’esplosione del Covid a oggi c’è stata una iperproduzione di documenti e norme ad hoc che hanno creato lo sgradevole effetto di aggravare l’elefantiasi di cui soffriamo da decenni. Lo stato di emergenza - durato ben 26 mesi - è finito a marzo 2022, ma l’inondazione di ordinanze, circolari, decreti e di non rimpianti Dpcm tracima ben oltre quella data. Sono stati emanati 1022 atti per contrastare l’avanzata del virus, con una media di 29 al mese, uno al giorno (fonte: Openpolis). Il picco tra febbraio e aprile del 2020. Il record è del governo Conte II con 507 atti, ma Draghi non

This article is from: