Programma Lega - Salvini Premier 2018

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sempre significativo – dell’esportazione di prodotti trasformati (a vantaggio di un’industria agroalimentare non sempre attenta all’utilizzo di materia prima nazionale). Va sottolineato, a proposito, che la “coesistenza” tra le nostre indicazioni geografiche e i marchi commerciali locali su quei mercati NON protegge le prime dall’ “italian sounding” che affligge i nostri prodotti, recando un danno stimato annuo di 60mld di euro. È necessario essere chiari e determinati sulla tracciabilità degli alimenti. L’origine delle materie prime in etichetta è un atto doveroso nei confronti del consumatore e, soprattutto, una leva economica e un fattore di competitività importanti per gli operatori italiani. Le iniziative del Governo Renzi-Gentiloni rischiano di sollevare contenziosi legali da parte dell’industria o, quanto meno, essere “smontati” dalla Commissione europea (che, per motivi politici-elettorali ha lasciato fare) al termine del periodo di sperimentazione. In qualsiasi modo si tratterebbe di uno stop definitivo alle speranze di avere una norma europea in questo senso. Il Governo italiano deve mettere questa “red-line” al centro della propria azione nei confronti di Bruxelles. In conclusione serve una “nuova presenza” del Governo italiano a Bruxelles per riformare la politica agricola e, soprattutto, alcune delle regole del mercato interno, cercando di impedire che i prodotti agricoli italiani siano sempre più commodities (beni che offerti senza differenze qualitative sul mercato sono fungibili, cioè sono gli stessi indipendentemente da chi li produce).

UN NUOVO ED EFFICIENTE SVILUPPO AGROALIMENTARE Il secondo, grande, pilastro dell’azione del prossimo Governo in tema di agricoltura deve essere quello della riorganizzazione della struttura e di riforma delle società ad esso collegate. Tra le altre Agea (l’agenzia nazionale per le erogazioni in agricoltura) e il Sian (sistema informativo unificato di servizi del comparto agricolo) soffrono strutturalmente, da anni, di problemi congeniti e di enormi inefficienze, provocando clamorosi ritardi nei pagamenti, non conformità delle pratiche rispetto ai dati a sistema, causando enormi disagi burocratici agli operatori. È un intervento certamente “politico” ma, soprattutto, “tecnico” che bisogna affrontare con decisione in modo risolutivo. La Lega, per opera del Sen. Candiani, ha già presentato un DDL al Senato per l’istituzione dell’Agenzia interregionale per le erogazioni in agricoltura. Un nuovo assetto “funzionale” del Ministero delle Politiche Agricole potrebbe costituire la base per una ridefinizione delle proprie competenze al fine di intercettare l’esigenza e la spinta che sta nascendo all’interno di alcune filiere produttivi agroalimentari. La trasformazione, da un ministero prettamente “agricolo” ad uno che possa abbracciare parte degli ambiti di azione dello Sviluppo Economico (quelle legate all’agroalimentare) potrebbe svolgere un ruolo importante per la promozione della parte del settore più virtuosa, quella che sceglie – nonostante le regole del mercato interno agevolino la delocalizzazione della produzione – di produrre e trasformare completamente in Italia, prevedendo per loro incentivi (compatibilmente con le norme europee) e coordinamento nell’attività di promozione; in questo senso anche ogni nuova attività di promozione che volesse, da un punto di vista istituzionale, supportare una “certificazione made in Italy” potrebbe essere credibile, attenta ad evitare i tanti fallimenti estemporanei del passato e compatibile con le norme che regolano i prodotti di qualità.

GLI AGRICOLTORI SENTINELLE DEL TERRITORIO Dobbiamo riuscire a sviluppare l’aspetto “multifunzionale” dell’attività agricola per la tutela e la valorizzazione del paesaggio rurale, anche per frenare lo spopolamento delle aree rurali con problemi di sviluppo e tornare ad offrire una prospettiva a quegli agricoltori che possa affiancarsi alla sola attività produttiva, in un’ottica di “produzione” di un bene pubblico. I crescenti fenomeni di dissesto idrogeologico nel Paese (e destinati ad essere, per molti motivi, un fenomeno dalla presenza costante) ci impongono di tornare a manutenere il territorio, anche attraverso il coinvolgimento degli agricoltori. Il Governo Renzi, sull’onda dell’emergenza, varò tre anni fa il progetto “Italiasicura” (7,7 miliardi di euro da spendere entro il 2023 per rinforzare argini, costruire scolmatori e casse di espansione per le piene, allargare i canali tombati, erigere muri di contenimento ecc…); finora il denaro utilizzato è stato trasferito dallo Stato alle Regioni ed è servito ad aprire alcuni cantieri nelle città metropolitane.

LA RIVOLUZIONE DEL BUONSENSO

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