Le lavandaie di Pretola e la "curta"

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Fig. 4.25 - Cròia

colazioni da portare ai contadini nei campi. . Abito Insieme al fagotto e agli zoccoli, è il terzo elemento che caratterizza la lavandaia. Non si tratta di un vero e proprio costume, ma di un abito di taglio semplice (Fig. 4.26), di prevalente foggia contadina, generalmente lungo e di cotone. Veniva indossato insieme ad un grembiule, sempre di cotone. Entrambi erano realizzati con tessuti fiorati o disegni geometrici, vivacemente colorati. Carri e carrettieri Nei primi anni del '900, nel paese di Pretola, gli uomini, per la maggior parte svolgevano un lavoro edile (muratori, manovali, carpentieri). Alcuni cavavano la sabbia e la ghiaia (renaioli) lungo le sponde e nell'alveo del Tevere, altri erano pescatori, artigiani, contadini, ecc. Altri erano carrettieri, mestiere esercitato per più generazioni, almeno fino alla diffusione 43

Fig. 4.26 - Abito di lavandaia (anni ’50-’60)

dei mezzi di trasporto motorizzati. I carrettieri potevano essere proprietari di uno o più carri (Fig. 4.27), aventi 2 o 4 ruote, trascinati da uno, o due cavalli. Il loro lavoro consisteva nel trasportare sabbia, legna, letame per lettiera, grano, panni da lavare ecc. Il giovedì e la domenica di ogni settimana, i carrettieri partivano con il loro carro per la città di Perugia. Raggiungevano il sottopasso stradale di Porta Pesa, all'inizio di Via Enrico dal Pozzo, dove avveniva il


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