Disordini Temporo-Mandibolari (DTM)

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Attestazione di Idoneità al Sistema di Qualità della Regione Veneto Sistema di Gestione per la Qualità certificato secondo la Norma UNI EN ISO 9001 Sistema di Gestione per la Responsabilità Sociale conforme alla Norma SA 8000

che il miglioramento della sintomatologia, quindi il successo della procedura, non è dipendente dall’eventuale ricattura del disco o meno. I limiti dell’artrocentesi sono dovuti al fatto che si tratta di una procedura eseguita a cielo coperto e che quindi non dà al clinico informazioni sull’anatomia patologica dell’articolazione. Tecnica chirurgica Il primo e fondamentale momento della procedura è la palpazione dell’articolazione, facendo fare al paziente movimenti di apertura e chiusura della mandibola e movimenti di lateralità. Si procede con l’anestesia locoregionale eseguendo il blocco del nervo auricolotemporale e infiltrando i tessuti periarticolari, cercando di evitare una iniezione intrarticolare del farmaco. Classicamente l’entrata posteriore, a livello della fossa glenoidea, è localizzata circa 2 mm sotto la linea tragocantale a una distanza di 10 mm dal trago; l’entrata anteriore, a livello dell’eminenza, è localizzata circa 10 mm anteriormente alla prima porta e 10 mm inferiormente rispetto a tale linea. In considerazione della variabilità anatomica dell’articolazione temporomandibolare, i punti di repere su descritti ofrono soltanto un’idea approssimativa della posizione articolare, che deve essere valutata con una corretta palpazione. Si inserisce un ago da 20 gauge, connesso a una siringa con circa 2 ml di soluzione isiologica, nello spazio articolare superiore dalla porta d’entrata posteriore. La soluzione viene iniettata e immediatamente aspirata; questa procedura, detta pumping articolare, è ripetuta più volte in modo da ottenere una distensione idraulica della camera superiore e la certezza di essere in camera articolare superiore. È opportuno avere a disposizione dell’anestetico locale che può essere iniettato all’interno dello spazio articolare superiore cambiando solo la siringa e non l’ago, per una maggiore anestesia nel caso il paziente ne avvertisse la necessità, in quanto la distensione articolare è una manovra che può provocare una sintomatologia algica. Un altro ago da 20 gauge viene inserito all’interno dello spazio articolare, ora disteso, nella zona dell’eminenza articolare attraverso la porta anteriore, in modo tale da permettere il lusso di soluzione isiologia attraverso il compartimento superiore.

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