Catalogo Cinquenovanta 2011 - Nel ritmo del tempo

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Nel ritmo del tempo

Schermi di animazione2011

Piccoli e grandi autori del cinema di animazione

Tra velocitĂ e lentezza. Il tempo della vita e quello della rappresentazione

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Nelritmodeltempo


schermi d’animazione 2011

Avisco Associazione per l’audiovisivo scolastico

Staff organizzativo

Fondazione PInAC Pinacoteca Internazionale dell’età evolutiva “Aldo Cibaldi” di Rezzato

Avisco Vincenzo Beschi Chiara Boffelli Carla Boglioni Sandra Cimaschi Giuliana Coccoli Gabriele Gasparetto Adriana Luppattelli Lia Mantero Maria Grazia Morandi Luigi Muzzolini Silvia Palermo Elena Pasetti Irene Tedeschi

Progetto Crescere a regola d’arte cofinanziato da Fondazione Cariplo In collaborazione con CIAS Coordinamento Italiano Audiovisivi a Scuola LABA Libera Accademia di Belle Arti Comune di Brescia, Assessorato alla Pubblica Istruzione per il concorso Your screen your eyes – Guardo Vedo Racconto Provincia di Brescia – Teatro S. Carlino Cinema Nuovo Eden Mediateca provinciale di Brescia RAI Fiction Università di Bergamo Caméra-etc, Liegi, Belgio Associazione Ottomani, Bologna Studio KROK, Kiev, Ucraina Cineteca del Comune di Bologna Città di Torino – ITER, Centro di Cultura per l’Immagine e il Cinema di animazione Scuola Nazionale di Cinema, Dipartimento di Animazione di Chieri, Torino Fedic scuola/ISCA Itinerari Educativi Comune di Venezia

nome tazione testo desiderato. Con il patrocinio di ASIFA ITALIA

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Con il contributo di

Fondazione PInAC Elena Pasetti Maria Grazia Morandi LABA Armida Gandini Anna Guzzi Valentino Ungaro Ludovico Dolzanelli Un grazie particolare a Salvatore Falci Selezione dei corti d’autore e delle scuole Chiara Boffelli Luigi Muzzolini Silvia Palermo Antologie dvd Gabriele Gasparetto

Agenzia Brescia “EST”

Comunicazione Chiara Boffelli Silvia Palermo Ada Tullo

Interprete Alina Massi

Le mostre

Catalogo

I set scenografici per la realizzazione delle serie televisive d’animazione d’autore “Polis” coprodotta con RAI e “Peo Gallery” prodotto dalla RTS – Radio Televisione Svizzera

Testi di: Vincenzo Beschi Mariella Foresti Carla Boglioni Elena Pasetti Luigi Muzzolini Sandra Cimaschi Adriana Luppattelli Mathieu Labaye Lorenzo Giusti Armida Gandini Fausto Gilberti Nicola Console Francesca Ghermandi Silvia Palermo Mariateresa Caburosso Tiziana Passarini Anna Maria Torazza Gianni Trotter Chiara Magri Yuriy Ivanov Ricerche iconografiche Elena Pasetti Sandra Cimaschi Adriana Luppattelli Silvia Palermo Progetto grafico Luisa Goglio

Morbide architetture di Fusako Yusaki

e Nel ritmo del tempo Spostarsi, comunicare, giocare, vivere tra velocità e lentezza Disegni prodotti da bambine e bambini del mondo dal 1966 al 2010 sono a cura di Elena Pasetti


Schermi di animazione2011

Piccoli e grandi autori del cinema di animazione

Nelritmodeltempo

Tra velocitĂ e lentezza. Il tempo della vita e quello della rappresentazione

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Nel ritmo improvviso del contrattempo (o controtempo)

L’improvviso e il contrattempo (o controtempo) sono elementi che rimandano a diverse modalità del comporre in musica. L’improvviso è una composizione musicale libera che si basa sulla tecnica dell’improvvisazione che ha nel non previsto, nell’inaspettato, nel repentino i suoi ingredienti. Battere e levare, battere e levare, uno/due, uno/due, TIC TAC TIC TAC. TIC

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Spesso ci capita di seguire il ritmo di un brano musicale battendo il tempo con il piede. Con questo “battito pedestre”, tracciando spontaneamente nello spazio il battere e il levare, vengono evidenziati l’accento forte (battere) e l’accento debole (levare).

Nel contrattempo, altrimenti detto controtempo, abbiamo lo spostamento degli accenti forti della battuta sui tempi deboli. Si ha contrattempo quando le note che dovrebbero essere suonate in corrispondenza di un accento forte, sono sostituite dalle pause. Il suono è emesso su un tempo debole senza prolungamento sul tempo forte successivo. TAC

TAC

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L’edizione 2011 di CinqueNovanta è un po’ così, un poco in contrattempo e un poco improvviso. Avremo tanti ospiti che si inseriranno sul ritmo di CinqueNovanta, chi a tempo e chi in controtempo, chi in battere e chi in levare. Potremo lasciarci sedurre dall’illusione della magia con la fisica presenza di Sylvain Chomet e dalla fisicità del corpo in movimento delle immagini di Mathieu Labaye. Percorrere spazi animati entrando ed uscendo dalle Morbide architetture di Fusako Yusaki, in mostra alla Laba-Libera Accademia delle arti di Brescia dove potremo anche confrontarci con l’arte che utilizza la tecnica dell’animazione e con il cinema d’animazione che diventa arte, nel convegno ARCA Animazione e Ricerca per crescere con l’arte. Discutere, tra velocità e lentezza, sul ritmo del tempo al convegno con Sylvain Chomet, Fusako Yusaki, Mathieu Labaye, Luca Cremonesi, Maria Mussi Bollini e Francesca Ghermandi con la quale si potrà anche giocare nel laboratorio La narrazione nel rapporto tra immagini e parole. Disporci con lo sguardo all’improvviso scorrere dei film proposti nella rassegna Magico corto tra grandi e piccoli autori. Potremo attraversare la galleria piena di immagini sul tempo prodotte da bambine e bambini di tutto il mondo a partire dal 1966 presso la Fondazione PinAC. Saremo guidati nell’audiovisione di CinqueNovanta dai “pulsanti” PLAY, STOP, REW, FAST, PAUSE e REC che con disinvoltura possono permettersi il lusso di giocare con il tempo. Forse saremo un po’ in levare e quindi un po’… sospesi, ma speriamo come associazione Avisco insieme a PInAC, Cias e Laba di poter offrire un confronto aperto tra piccoli e grandi autori del cinema d’animazione e gli spettatori. E come dice Rodrigo, uno dei protagonisti del video Reverse (a ritroso) che sarà presentato al festival: «Il tempo? Ehhh… ciao!»

Vincenzo Beschi presidente Avisco

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Produrre con disciplina

Siamo felici. Felici di prendere parte a CinqueNovanta. Felici che anche quest’anno bambini e ragazzi delle scuole di Rezzato possano godere delle esperienze speciali che il festival mette a disposizione: incontri con registi, laboratori, visioni guidate alle produzioni di grandi e piccoli autori. Produzione: bella e importante parola. Chiedo un minuto per abbozzare un pensiero intorno alla produzione in generale, a quella di audiovisivi e cinema d’animazione in particolare. Ha senso produrre? Certamente, soddisfa bisogni essenziali. Cosa si produce quando si produce? Non solo ciò che si consuma, ma prodotti e insieme processi, senso e consapevolezza di sé e del mondo, competenze e relazioni. Che belle le parole. Auctor in latino è chi agisce creativamente e, attraverso l’azione, cresce e fa crescere. Parlare di autori da 5 a

90 anni significa quindi dire che a 90 anni si cresce ancora, a 5 si agisce già: si è sempre non solo in grado ma in dovere di accedere a un metodo e di mediarlo. Con la produzione si cresce e si fa crescere. La produzione che la rassegna CinqueNovanta mette in mostra, e la PInAC desidera con forza e amore continuare a praticare in Via Disciplina, ha per cifra metodo e professionalità, cura della relazione e prossimità educativa. Evoca di necessità una scuola capace e abilitante, che chiede molto ai ragazzi perché molto sa dare. Con una precisa cognizione del significato della parola disciplina. Ma la PInAC abita in via Disciplina: le parole sono pietre. Un augurio per tutti, allora. Al festival CinqueNovanta, alla scuola italiana, alla PInAC da poco Fondazione, che con vecchi e nuovi amici attraversa nuovi boschi e guadi. L’avventura continua. Mariella Foresti Presidente Fondazione Pinac

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Nel ritmo del tempo, tra velocità e lentezza

piatto (esistono, oggi, ricettari organizzati esclusivamente per “tempo”: ricetta pronta in mezz’ora, dieci minuti, un’ora …). I gamberi non sopportano cotture oltre i tre/quattro minuti, pena la stopposità della carne del crostaceo. D’altro canto un tenerissimo manzo all’olio esige almeno tre ore di cottura. In cucina rapidità e lentezza scandiscono il ritmo del tempo e condizionano gli esiti nel piatto. La capacità di avvicendare velocità e lentezza permette al cuoco di padroneggiare tempo e risultati nel suo regno. Fast e slow, oggi, indicano addirittura due diverse filosofie dell’essere a tavola. In una sala danzante scegliere tra una gamma di balli e di ritmi diversi dipende dalle “gambe” della coppia. Se polka e valzer viennese possono stroncare il fiato, si può davvero volare al ritmo di un fox-trott o di un valzer lento, ma sempre la coppia condividerà la regola dello stare a tempo. Non si può rallentare su un ritmo veloce, non si può correre su un ritmo lento. La coppia che riesce a muoversi in sintonia senza perdere il ritmo condivide un’esperienza molto speciale. Osserviamo da tempo il susseguirsi di mode e scuole di pensiero che segnalano “la velocità” o “la lentezza” alternativamente (demonizzando di conseguenza l’una o l’altra) cifre capaci di dare più valore all’esperienza e, quindi, alla vita. In realtà, come abbiamo visto nelle situazioni appena accennate, velocità e lentezza non sono valori assoluti, ma esclusivamente relativi a: il tempo che ci vuole. Mi piace pensare che l’ossimoro festina lente³ (affrettati lentamente) solleciti anche l’importanza di apprezzare e saper vivere velocità e lentezza in un ritmo adatto a ciascuno di noi: a ciascuno il suo tempo.

Velocità e lentezza sono cifre che designano stili e modi diversi di vivere il ritmo del tempo e dipendono dal contesto dell’esperienza nella quale si è immersi. Prendersi cura di un orto, di un giardino, oppure cucinare, oppure muovere il proprio corpo al suono della musica sono esperienze che (come tutte le esperienze della vita) mettono la persona nelle condizioni di vivere il rapporto col tempo in modo assai differenziato. Chi ama dedicarsi all’orto sa che i lenti tempi della preparazione del terreno, della semina, della cura e dell’attesa sono gli unici possibili per un buon risultato e un buon raccolto. Nell’orto attesa e lentezza diventano virtù. “Una dozzina di anni fa Ippolito Pizzetti firmò un articolo sui mutamenti di abitudini degli italiani riguardo all’impianto di nuove alberature nei giardini delle abitazioni private. Pizzetti esordiva notando che «… al tempo nostro nessuno pianta più querce, né tassi, né noci e si capisce perché: sono piante lentissime…». Per veder crescere una quercia: venticinque anni. Le persone preferiscono piantare aceri saccarini che vengono su alla svelta e permettono una rapida copertura delle aree cortilive, piuttosto che costituire un patrimonio arboreo di essenze più nobili e durevoli a vantaggio anche delle generazioni future.” ¹ Lo “stile” italiano descritto da Ippolito Pizzetti non è certo quello di Elzéard, l’uomo che in Provenza inizia a piantare alberi nel 1910. Il suo lavoro calmo e regolare durato trent’anni realizza una foresta che “fa uscire dal deserto (anche dell’anima) la comunità tutta di Vergons”.² Chi ama cucinare sa che una voce importante che influisce sul risultato, insieme agli ingredienti, è la quantità di tempo necessaria alla realizzazione di ciascun

Carla Boglioni Avisco

¹ Stefano Bolognini, Come vento, come onda Bollati Boringhieri, 1999 ² Jean Giono, L’uomo che piantava gli alberi Salani, 1996 ³ motto attribuito all’Imperatore Augusto dallo scrittore latino Svetonio 8


Fusako Yusaki, amata artista giapponese che da quarant’anni vive e lavora nell’hinterland milanese, è un’ amica del Festival CinqueNovanta fin dalla sua prima edizione e di questo siamo molto fieri. Le sue opere aiutano a vivere la trasformazione, che sempre ha affascinato i suoi spettatori fin dai tempi delle pubblicità del Fernet-Branca (almeno per gli italiani). Nel mondo tutto si trasforma, tutto scorre, ma troppo lentamente perché la trasformazione sia percepibile e possa diventare uno spettacolo; alcune trasformazioni naturali avvengono in un tempo più breve e sono, in qualche modo, prevedibili. Ma nel cinema d’Animazione d’Autore di Fusako impera la sorpresa: tutto si può trasformare in qualcosa di totalmente diverso stravolgendo ogni regola della natura. E questa logica della trasformazione – che è alla base del cinema d’animazione stesso – non è solo pura magia ma una magia al servizio nel cinema animato: serrata, velocissima, capace di sintesi estrema. CinqueNovanta, Schermi d’animazione 2011 – grazie alla preziosa collaborazione della LABA, Libera Accademia di Belle Arti – ha come evento d’eccezione una mostra dedicata a ciò che resta dopo il divenire della forma, delle trasformazioni e delle narrazioni di Fusako: le policrome scenografie progettate per due progetti seriali. Sono infatti proposte in esposizione una ventina di architetture in plastilina che hanno costituito i set ideati e plasticamente modellati per l’animazione delle due serie ultimamente realizzate e particolarmente attente all’arte: “Polis”, coprodotto con RAI, in 13 puntate, e “Peo gallery”, prodotto da RTS, che ha raggiunto il numero di 39 appuntamenti con i protagonisti della storia dell’arte. L’occasione è decisamente rara perché non capita spesso di vedere

FusakoYusaki

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da vicino dove nasce una serie d’animazione. Oggi si pensa che tutto avvenga tramite computer e software, una sequenza infinita di 01, e che di concreto non ci sia più nulla. Ma il cinema di Fusako, che utilizza ovviamente irrinunciabili strumenti digitali per sveltire il suo lavoro, si crea e si sviluppa, scatto dopo scatto, dentro la materia plasmata e presente in tutta la sua fisicità, che teme il calore, che risponde alle mani, che stuzzica il naso. E una volta tanto il visitatore può ammirare oggetti scenici fisicamente presenti e divertirsi con la visione dei film che quegli oggetti hanno animato, seguendoli su monitor presenti all’interno dell’allestimento. Come dire: dalla scultura di morbide architetture al cinema d’animazione e ritorno.

Peo Gallery Autore: Fusako Yusaki Target: famiglia Versione: solo musica Durata: 39 episodi x 3’ Anno di produzione: 2009

Peo Gallery è una serie televisiva prodotta dalla tv svizzera con lo studio Yusaki. La serie utilizza come pretesto la curiosità di Peo, il simpatico cane blu già protagonista di altre avventure realizzate per scoprire la Svizzera e i suoi cantoni, per “entrare” fisicamente nel mondo di artisti che hanno fatto la storia dell’arte e muoversi nel loro ambiente visivo reale, trasformato dalla loro personalissima visione poetica. Ogni episodio della serie è dedicato a un unico autore e nel percorso-scoperta di Peo si attraverseranno più opere dell’artista a seconda dell’estro di Peo, che mantiene sempre e comunque la sua caratteristica di simpatico curioso, in questo caso esploratore della pittura. Seguendo Peo muoversi in

una serie di sorprese visive dentro opere d’arte di stili e di personalità diversi – si scopre la gioia di entrare in un mondo di colori in movimento. Lo spettatore si avventura quindi in una galleria di soggetti dell’arte molto variati: paesaggi, nature morte, ritratti, copie di interni, feste… e partecipa ai diversi stati d’animo espressi sulle tele dagli artisti, reinterpretati dalla scultura in movimento di Fusako Yusaki. Il tutto trattato in stili sorprendentemente diversi che variano dal volume e il colore plastico di Van Gogh agli enigmi di Magritte, di Dalì e di De Chirico; dai colori tropicali di Gauguin alla musicalità di Chagall e di Klee, alle spazialità impossibili di Escher, che Fusako trasforma in bassorilievi possibili e affascinanti.

Artisti: 1. Vincent Van Gogh 2. René Magritte 3. Paul Gauguin 4. Pablo Picasso 5. Paul Klee 6. Marc Chagall 7. Giorgio De Chirico 8. Claude Monet 9. Henry Rousseau 10. Roy Lichtenstein 11. Henri Matisse 12. Salvador Dalí 13. Edgar Degas 14. Mark Rothko 10

15. Amedeo Modigliani 16. August Macke 17. Francisco Goya 18. Edvard Munch 19. Katsushika Hokusai 20. Edward Hopper 21. Alberto Giacometti 22. Leonardo Da Vinci 23. Joan Mirò 24. Keith Haring 25. H enri De ToulouseLautrec 26. E rnst Ludwig Kirchner

27. Giotto 28. Michelangelo 29. Johannes Vermeer 30. Rembrandt 31. Diego Velázquez 32. Sandro Botticelli 33. Ferdinand Hodler 34. Pieter Bruegel 35. Vladimir Kandinsky 36. Frida Kahlo 37. Gustav Klimt 38. M.C. Escher 39. Lorenzo Cambin


Polis

Autore: Fusako Yusaki Target: famiglia Versione: solo musica Durata: 13 episodi x 3’ Anno di produzione: 2010-2011

In questi ultimi mesi, nel suo studio situato in una casa di ringhiera a Corsico, Fusako ha completato la realizzazione delle 13 puntate di “Polis”, serie animata in stop motion, coprodotta con Rai Fiction. Le prime sei puntate sono andate in onda qualche mese fa di domenica mattina su Rai3, le ultime sette verranno messe in programmazione nel 2011. Tutta la serie, composta da episodi della durata di 3 minuti ciascuno, è realizzata in plastilina e ha come protagonista uno scoiattolino

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blu, goloso di noccioline, che saltella qua e là divertendosi con personaggi e monumenti di storiche città europee.

 In ogni episodio, Polis va alla scoperta di una nuova città e al suo passaggio tutto intorno a lui si trasforma magicamente. A Venezia (la prima città visitata) tra i canali e piazza San Marco tutte le figure, dal Doge ai piccioni, si mascherano per il Carnevale. A Barcellona una guglia della Sagrada Familia diventa un albero carico di ghiande mentre Picasso e Polis diventano personaggi di Guernica e mangiano paella. A Reims, Giovanna d’Arco accompagna lo scoiattolo tra i vigneti di champagne all’incoronazione di Carlo VII che


ha le sembianze di Polis. Poi c’è la meravigliosa Praga con la Torre dell’Orologio, l’affascinante San Pietroburgo con i suoi scacchi e il Palazzo d’Inverno, Amsterdam con i suoi canali, i mulini, i tulipani. E ancora: Lisbona lo accoglie coi suoi ponti e dalla torre di Belem prendono vita i famosi navigatori portoghesi. A Berlino la coda di Polis diventa punk, a Oxford va in bicicletta e in biblioteca fa magie alla Harry Potter, a Roma contende a Romolo e Remo il latte della lupa. Nuota nella Laguna blu di Rejkiavik

fra un geiser e l’altro, gioca a fare la cariatide nell’Acropoli di Atene e impersona un tedoforo nell’antica Olimpia. Si perde, dopo un intenso ballo sufi nel palazzo di Topkapi, nel grande bazar di Istanbul in un tramonto magico. Una ricostruzione architettonica e urbanistica che ha richiesto circa due anni di certosina lavorazione per oltre un centinaio di piccole scenografie – alcune delle quali oggetto della nostra mostra – e parecchi quintali di materia prima (plastilina, ovviamente). Una serie unica, da non perdere.

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Sylvain Chomet Il tempo di Tati, il tempo di Chomet

generazioni, perché i gruppi di ciclisti comprendono sempre qualcuno più giovane degli altri…». Nel suo saggio intitolato Il bello della bicicletta, Marc Augé Quello che è certo è che, grazie alla condivisa descrive il suo amore per la bici: «è impossibile parlare del passione per la bicicletta, si sono incontrati bello della bicicletta senza parlare di sé. La bicicletta fa parte Jacques Tati e Sylvain Chomet. della storia di ognuno di noi. Il momento in cui impariamo In Giorno di festa, Tati (il postino François) ad andare in bici appartiene ai ricordi speciali dell’infanzia e vive a Saint Sèvère, piccolo centro dell’adolescenza». Per Augé parlare della bicicletta significa della provincia francese. La quiete richiamare alla mente dei ricordi. Non significa necessariamente del villaggio viene sconvolta dai vivere nel malinconico ricordo di un passato che non ritornerà preparativi di una festa paesana e più. La bicicletta può rappresentare una dimensione da cui dal conseguente arrivo dei carrozzoni ripartire, una prospettiva ed una promessa per il futuro: «l’uso delle giostre. François, dopo aver assistito ad un della bicicletta per un verso ci ridà lo spirito del fanciullo e per documentario (intitolato La posta in America) che un altro – insieme al senso del reale – ci restituisce la capacità esalta il servizio postale americano, straordinario di giocare». Inoltre, la bicicletta può diventare una straordinaria per efficacia e rapidità, decide di cambiare occasione per incontrarsi, per condividere il tempo: «Molte ritmo. Sceglie la velocità, e con la sua bicicletta persone di una certa età vanno in bicicletta con la scusa (che a tratti diviene incontrollabile e dotata pretestuosa di mantenersi in forma. Certo non tutti i giorni di vita autonoma) cerca di sconfiggere il e in solitaria, ma in gruppo, la domenica, ed eventualmente tempo portando ai destinatari la posta nel indossando le stesse maglie dei professionisti di oggi. Si regalano minor tempo possibile. Ma i risultati sono l’illusione consapevole di rimanere giovani e un po’ ci riescono deludenti. La velocità non è adatta al luogo anche… Questo cameratismo dei tempi andati ha qualcosa di in cui vive François, che dopo aver sorpassato amabile ed eroico, perché si impone sulla vecchiaia e sulla morte. i partecipanti ad una gara ciclistica, finisce Inoltre è un’ occasione di solidarietà attiva e di contatto tra le con la sua bicicletta nel fiume. Tra passato e 13


modernità, come sempre avviene nel cinema di Tati. Il tutto grazie, e attraverso, la bici. Pedalava Tati, e pedalano i personaggi di Chomet. Nel suo primo lungometraggio dal titolo Appuntamento a Belleville, Champion è un bambino che ha perso i genitori, genitori che ricorda grazie ad una fotografia che li ritrae in bicicletta. Champion ha una sola passione, una sola cosa lo rende felice: pedalare. Sottoposto ad un rigido programma di allenamento, sotto il controllo e la guida della nonna Madame Souza, si prepara a partecipare al Tour de France. Pedala, come il postino François. Non a caso, nel film di Chomet, le sue tre anziane triplettes (il trio canterino Les triplettes de Belleville, tre anziane glorie della rivista che aiuteranno la nonna di Champion e il suo fedele cane Bruno a ritrovare Champion stesso, rapito da una banda di malavitosi) guardano in televisione un estratto dal film di Tati…. Proprio per chiederle questo estratto da Giorno di festa, durante la lavorazione di Appuntamento a Belleville, Chomet era entrato in contatto con Sophie Tatischeff, la figlia di Jacques Tati. In quell’occasione Sophie gli parlò di una sceneggiatura che il padre scrisse tra il 1953 ed il 1959, inoltre si disse convinta del fatto che una sua eventuale realizzazione sarebbe stata possibile solo grazie al disegno animato…. Con alcuni cambiamenti rispetto alla sceneggiatura originale (nel film di Chomet la storia si svolge a Edimburgo e non a Praga; la protagonista non è una donna adulta ma un’adolescente che ricorda la figlia della portinaia di Mon Oncle) Chomet è riuscito nell’impresa, ha realizzato L’Illusionista, un film alla Tati, che ha per protagonista Tati. Tatischeff è un prestigiatore ormai senza più pubblico, come altri rappresentanti di un mondo artistico che scompare: un clown che tenta il suicidio, un ventriloquo e degli acrobati che sopravvivono come possono. Quando, per cercare di sbarcare il lunario, si avvia in una lontana isola della Scozia e si esibisce in un pub, conosce Alice. La ragazza, convinta che lui sia un

vero mago, gli si affeziona e decide di seguirlo a Edimburgo, diventando una specie di figlia adottiva. Quando Alice, ormai cresciuta e pronta per l’amore, conosce un ragazzo che la corteggia, Tatischeff decide di uscire di scena, non prima di averle lasciato un ultimo messaggio che rende definitiva la sua avvenuta crescita… L’Illusionista, vero e proprio racconto di formazione, accompagna lo spettatore in un mondo fatto di suoni e rumori, in cui le parole contano poco. Storia di due solitudini che si incontrano, campionario di esclusi dal mondo, amara riflessione sul tempo che passa. Nel suo essere fuori dal tempo, il film di Chomet prova ad afferrarlo. Giorgio Agamben, nel suo libello dal titolo Che cos’è il contemporaneo, sottolinea l’attualità che talvolta caratterizza l’elemento estraneo: «è davvero contemporaneo chi non coincide perfettamente col suo tempo né si adegua alle sue pretese ed è perciò, in questo senso, inattuale; ma, proprio attraverso questo scarto e questo anacronismo, egli è capace più degli altri di percepire ed afferrare il suo tempo». Pedalano Chomet e Tati, verso l’amara consapevolezza che i maghi non esistono. Forse… Luigi Muzzolini Avisco

Biofilmografia Sylvain Chomet nasce in Francia nel 1963. Si laurea in Arti plastiche nel 1982 e nel 1987 si diploma in animazione presso l’École Européenne Supérieure de l’image ad Angoulême. Nel 1986 pubblica il suo primo graphic novel, Il segreto delle libellule, e adatta il primo romanzo di Victor Hugo, Bug-Jargal, a fumetti. Sylvain fa il suo debutto nella produzione di cinema d’animazione nel settembre del 1988, lavorando 14

come assistente presso lo studio Richard Purdum a Londra. Poco dopo inizia una carriera come animatore indipendente e lavora per diversi studi di Londra, dove realizza molti spot televisivi. Nel 1989, pur continuando a scrivere e pubblicare romanzi a fumetti, inizia la produzione del suo primo cortometraggio animato, La vieille dame et les pigeons. Il film sarà completato nel 1996 e otterrà una nomination agli Oscar l’anno successivo. Nel 1997 Sylvain lavora brevemente negli studi di animazione Disney prima di ricevere il via dai suoi produttori per iniziare la lavorazione dello storyboard del suo primo lungometraggio d’animazione, Appuntamento a Belleville. Portato a termine in cinque anni a Montreal, il film sarà venduto in oltre 33 paesi tra cui Stati Uniti e Giappone. Nel 2004, Les triplettes de Belleville ottiene due nomination agli Oscar: miglior film d’animazione e miglior canzone originale. Più di recente, Sylvain scrive e dirige un film di cinque minuti, girato in real-time, per Parigi I love you, un’opera collettiva composta dai lavori di 20 registi riconosciuti a livello internazionale. Per la pre-produzione e la produzione di L’Illusionniste, Sylvain si trasferisce nei pressi di Edimburgo, dove si è installato il suo studio, la Django Films, e dove il film ha visto la luce. Attualmente vive e lavora in Provenza.


L’Illusionniste Animazione 2D, durata 90’ Francia, Regno Unito 2010 Produzione Django Films, Ciné B, France 3

L’Illusionniste è una lettera d’amore di un padre a sua figlia. Il padre è Jacques Tati, genio della commedia francese, che ha 15

scritto la storia de L’Illusionniste più di 50 anni fa, quando non avrebbe potuto avere successo. Lo script, archiviato sotto il nome di Tati Film n° 4 è stato a lungo custodito negli archivi del Centro Nazionale di Cinematografia, in attesa di un artista che potesse riscoprirlo e dargli vita. Sophie Tatischeff, figlia di Tati,

non si rassegnava a rinunciare a questa sceneggiatura tanto cara al suo cuore. Ma ancora non aveva trovato il cineasta capace di accettare questa sfida folle: far rivivere l’incomparabile magia di Jacques Tati e presentarlo ad una nuova generazione di spettatori. Chi ha deciso di animare – in ogni senso – l’ultimo sogno di Tati, è


stato Sylvain Chomet, investendo tutta la sua passione in questo progetto unico a cui ha dedicato più di quattro anni della sua vita. L’Illusionniste è la storia di due strade che si intersecano. La prima è quella di un artista di music-hall che sta invecchiando, costretto a viaggiare da una città all’altra, per presentare il

suo numero di magia in luoghi sempre più lontani e modesti. La seconda è quella di Alice, un’adolescente ingenua che ancora possiede la capacità di stupirsi e gioca a fare la donna senza rendersi conto che il giorno in cui lascerà l’adolescenza si avvicina a gran velocità. Toccata dalla gentilezza che

l’Illusionista le dimostra decide di non lasciarlo mai più. Alice non sa ancora che lo ama come amerebbe un padre; lui sa già di amarla come sua figlia. Dall’incontro di queste due solitudini nasceranno momenti magici e teneri, che segneranno per la vita queste due persone… 16


Mathieu Labaye

Mathieu Labaye è nato nel 1977. Laureato presso l’Ecole nationale supérieure des arts visuels La Cambre di Bruxelles nella sezione Animazione, lavora dal 2002 come coordinatore dei laboratori di animazione, montatore e musicista presso Caméra-etc a Liegi (Belgio). Oltre ai film creati insieme ad adulti e bambini negli atelier di produzione, ha realizzato diversi cortometraggi e sequenze animate.

Filmografia di Mathieu Labaye 2010 Animazioni per l’opera teatrale Il nano e il gigante di Denis Mpunga 2008 Orgesticulanismus, produzione Caméra-etc 2006 Des cailloux plein les poches, film collettivo, produzione Zorobabel Ha Bi Ba, produzione Caméra-etc 2002 Animazioni per Un pied dans la tombe di Antoine Bours, produzione IAD 2001 Porte de Hal / Hallepoort, produzione ENSAV La Cambre 2000 Je suis dans le train, produzione ENSAV La Cambre

Caméra-etc Fondata nel 1979 con il nome di Caméra Enfant Admis, Caméraetc realizza film d’animazione nell’ambito di atelier collettivi per bambini, giovani e adulti, in Belgio e non solo. A partire dal 2004 Caméra-etc produce cortometraggi d’animazione realizzati da giovani autori: La poupée cassée (La bambola rotta) di LouiseMarie Colon, Orgesticulanismus di Mathieu Labaye e L’enveloppe jaune (La busta gialla) di Delphine Hermans. Rue de Visé, 490 / B-4020 Liège-Wandre / Belgium Tel: +32 (0) 4 253 59 97 / Fax: +32 (0) 4 252 56 31 info@camera-etc.be www.camera-etc.be

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Orgesticulanismus 9’20’’, 35mm, colore Regia, sceneggiatura, montaggio e suono: Mathieu Labaye Colonna sonora: Mathieu Labaye e Fabian Fiorini Animazione: Mathieu Labaye e Sèbastien Godard Voce: Benoit Labaye (intervista RTBF, Radio Televisione Belga Francofona) Registrazione e mixage sonoro: Grègory Beaufays Produttore: Jean-Luc Slock Produzione: Caméra-etc – Wallonie Image Production, in collaborazione con Marc e Serge Umé (Digital Graphics)

«È attraverso il movimento che ci appropriamo della vita. Attraverso la libertà di andare, di venire, di avere dei gesti d’amore, di collera, poco importa. Quando si è privati del movimento come me, se si vuole sopravvivere, bisogna re-inventare i movimenti in un altro modo». Benoît Labaye «Quando ero piccolo, mio padre scoprì di soffrire di sclerosi multipla. Giorno dopo giorno l’ho osservato perdere progressivamente le sue facoltà di movimento. In seguito, per molti anni, dopo che la malattia lo ebbe definitivamente costretto su una sedia a rotelle, sono stato testimone della sua immobilità, interrogandomi al tempo stesso sulla sua condizione apparentemente insostenibile, impensabile a priori, e sulla relazione intima che esiste tra movimento e vita. È possibile vivere senza muoversi? Lui stesso diceva che era impossibile condividere questa esperienza con qualcuno che non fosse nella medesima situazione. A causa della sua immobilità, mio padre mi rimandava incessantemente al movimento, al privilegio di spostarsi, di raggiungere, di afferrare, di distendersi, di correre». Mathieu Labaye

Ha Bi Ba

Ad vitam

Regia: Mathieu Labaye Assistenti alla regia: Dominique Van Hecke & Patrick Marczewski Animazione: Anny Servais, Nicole Daiwaille, Michel Pétiniot, Luc Eyen, Samuel Cariaux & Alain Meert Colonna sonora e montaggio: Mathieu Labaye Produttore: Jean-Luc Slock Produzione: Caméra-etc

Sceneggiatura, personaggi, fondali e animazione: 12 adulti Regia e coordinamento del workshop collettivo, montaggio: Mathieu Labaye Voci: Colette Schenk, Albert Bonameau & Simon Vilenne Colonna sonora: Mathieu Labaye Tecnica: carta ritagliata Produttore: Jean-Luc Slock Produzione: Caméra-etc

Ha bi ba è un documentario in animazione che è sia opera che ritratto di personalità artistiche stupefacenti. Il cinema d’animazione infonde nuova vita ai lavori plastici di Anny Servais, Nicole Daiwaille, Michel Pétiniot, Luc Eyen, Samuel Cariaux et Alain Meert, 6 artisti sorprendenti dell’associazione Créahm di Liegi.

Un’anziana signora è terrorizzata dall’idea di perdere suo marito...

12’, minidvd/dvd, colore, sonoro

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8’40’’, 35mm, colore, sonoro


Oscar Muñoz Frame dal video Re/trato, 2003 per gentile concessione dell’artista e della Sicardi Gallery, Houston, Texas

Lorenzo Giusti

L’animazione nella scena artistica visiva contemporanea e le eredità di William Kentridge

Con il termine “arti visive” si definiscono quelle forme artistiche che hanno come esito un oggetto visibile. Secondo la tradizione rientrano in quest’area la pittura, il disegno, l’illustrazione, il fumetto, la grafica, l’arte tessile, la fotografia, la scultura. A partire soprattutto dalla seconda metà del secolo scorso, il campo si è allargato, arrivando a includere svariate forme espressive, tra le quali il video, il cinema, la performance, nelle loro diverse declinazioni. Quello che un tempo era considerato un preciso settore dell’attività umana oggi si presenta come una macroarea creativa circoscritta non tanto da una serie di generi o pratiche, quanto dalla circolazione in determinati contesti: le gallerie, le rassegne internazionali, i musei. Da ormai diversi anni – ed in particolare negli ultimi due decenni – anche le tecniche dell’animazione sono entrate a far

parte del variegato mondo delle arti visive, trovando in questo settore, legato a logiche di produzione e promozione alternative rispetto a quelle cinematografiche, un terreno quantomai fertile. Con fare sperimentale si è spaziato dalla riesamina di tecniche tradizionali del disegno animato e dello stop-motion alla sperimentazione di metodologie innovative nel campo del digitale, sia in 2D che in 3D. Tanto variegato e complesso appare il sistema delle arti visive, tanto articolati e alternativi risultano gli approcci al mondo dell’animazione e le pratiche che ne conseguono. Numerosi sono gli artisti, noti a livello internazionale, ad avere realizzato lavori animati nel corso degli ultimi anni, da Kara Walker ad Hans Op de Beeck, da Robin Rhode a David Shrigley. Molti meno sono quelli che hanno fatto dell’animazione un elemento distintivo della loro poetica. Il caso certamente più noto e influente è quello di William Kentridge (Johannesburg, 1954). I lavori dell’artista sudafricano si distinguono per l’utilizzo di un’unica superficie come base per i disegni che compongono l’animazione. Kentridge cancella e ridisegna i diversi elementi destinati al movimento, facendo emergere di volta in volta i soggetti del racconto dalle tracce lasciate sul

Lorenzo Giusti (Prato, 1977) è storico dell’arte e curatore. Autore di monografie e saggi sulla critica d’arte del XX secolo, si è occupato di arte urbana abusiva, disegno ed ecologia dell’arte. Fondatore di Spaziorazmataz, dal 2009 è curatore del Centro per l’arte contemporanea EX3 di Firenze. 19


Blu Frame dal video Big Boom Big Bang, 2010 per gentile concessione dell’artista

William Kentridge Disegno da Felix in Exile, 1994 per gentile concessione dell’artista e della Marian Goodman Gallery, New York

foglio dal carboncino o dal pastello. Le tecniche adoperate dalla fine degli anni Ottanta, insieme agli argomenti trattati – battaglie allo stesso tempo politiche e interiori, che riflettono le condizioni di vita in Sud Africa negli anni della separazione razziale – inducono a riflettere su tematiche universali, come il tempo, il deperimento, la morte. L’eredità di Kentridge è stata raccolta, nell’ultimo decennio, da alcuni artisti di diversa generazione e provenienza, tra i quali lo “street artist” Blu, conosciuto in tutto il mondo per le straordinarie animazioni ambientali. Il suo primo esperimento 20

– Fantoche – risale al 2007. Si tratta di un loop di quasi due minuti in cui una figura metamorfica, disegnata con vernice nera sulle pareti bianche di una galleria, lotta accanitamente con se stessa, sdoppiandosi e ricomponendosi innumerevoli volte. Con Muto (2007-2008) l’artista ha trasferito la tecnica della “cancellazione” direttamente nello spazio urbano. Il risultato è un incredibile gioco di interazione tra elementi immaginari ed elementi concreti del paesaggio, volto a stimolare riflessioni sull’essenza della natura umana e sulla “involuzione” della società. Gli stessi temi sono affrontati in Big Bang Boom (2010), l’ultima fatica dell’artista, della durata di quasi 10 minuti, frutto di un lungo lavoro realizzato in varie città del mondo, con migliaia di disegni di scala monumentale. Come uno sviluppo concettuale della lezione di Kentridge possono essere interpretate le “evaporazioni” dell’artista colombiano Oscar Muñoz (Popayan, 1951), esposte alla Biennale di Venezia del 2007 (Proyecto para un Memorial, 2003-05). Guardando all’Italia, Nicola Console (Palermo, 1969) ha tentato un impiego performativo della tecnica della cancellazione, utilizzando le pareti di scena come base per animazioni realizzate “dal vivo” e chiamate a interagire con la figura umana presente sul palco (La caccia, di Luigi Lo Cascio, 2008).


Armida Gandini nei progetti che si sviluppano mediante linguaggi diversi come la fotografia, il disegno, l’installazione e il video. Dal Bosco delle fiabe attraverso Noli me tangere fino all’ultimo Libera uscita, la figura umana è collocata in un disorientante limbo bianco, privo di coordinate spaziali e temporali: un vuoto più labirintico dei più complessi labirinti, ma anche una pagina bianca sulla quale tutto può essere scritto; un non luogo che diventa territorio dell’esperienza, della perdita e infine della scoperta di sé, come nei lavori precedenti lo erano stati il bosco (caos primordiale) o il museo, inteso come il paese delle Armida Gandini (Brescia, 1968) frequenta l’Accademia meraviglie, luogo di luce ma anche di mistero, di spaesamento di Belle Arti di Brera, dove si diploma in pittura, con una tesi e inadeguatezza. su Cinema e Architettura. È docente presso la LABA, Libera Le opere di Armida Gandini sono state presentate in mostre Accademia di Belle Arti di Brescia. Dal 2001 fa parte dello staffpersonali e rassegne in Italia e all’estero (ManifesTO, Torino artistico della Fondazione PInAc, Pinacoteca Internazionale Biennale internazionale di fotografia, Brescia - Spazio l’Ozio, dell’età evolutiva Aldo Cibaldi. Amsterdam - Nash Gallery, Minneapolis - Fest of Animation Da qualche anno il tema dell’identità in relazione con il mondoand Media - Art Linoleum, Mosca) e sono presenti in alcune è al centro della sua indagine e occupa un posto di primo pianocollezioni private e pubbliche, tra cui il MAGA di Gallarate. 21


Noli me tangere real time + computer animation anno di produzione 2007, durata 6’ 40’’ dvd pal 4:3 colore sonoro

Io dico che ci posso provare real time + computer animation anno di produzione 2009, durata 11.45 minuti dvd pal 4:3 colore sonoro

Una bimba attraversa saltellando uno spazio indefinito: niente dapprima sembra ostacolare il suo gioco; alla piccola ogni azione è permessa, così come ogni suo desiderio di entrare in relazione con il mondo che la circonda. Questa atmosfera giocosa però gradualmente si modifica; tra la bambina e quella che dovrebbe essere l’area delle sue manovre si generano degli impedimenti,

degli scogli, che intralciano fisicamente i suoi movimenti e la obbligano a trovare delle scorciatoie. Di fronte a questi intoppi, che metaforicamente rimandano a barriere mentali oltre che fisiche, la bimba, come ognuno di noi, trova delle strategie che l‘aiutino ad aggirare gli ostacoli. Burle, scherzi del destino, inconvenienti che destabilizzano il nostro equilibrio, questi

blocchi rimandano alle contrarietà che tutti dobbiamo fronteggiare e che crescono con noi, si amplificano in larghezza e in altezza, proprio quando avevamo l’illusione di essere diventati più grandi e più forti. Eppure la piccola non si dà per vinta e insiste nel trovare un’alternativa, s’intestardisce alla ricerca di una scorciatoia possibile mettendo in atto una resistenza creativa. La mancanza di coordinate spaziali rende più instabile la sua condizione, impedendole di prevenire la direzione degli eventi e di anticiparli: trovarseli davanti significherà fermarsi per escogitare un piano e cercare una soluzione, per difendersi e continuare a giocare. La bimba protagonista del video, Chiara, è l’autrice della frase che dà il titolo al video. 22

Con Noli me tangere Armida Gandini ripropone attraverso il linguaggio del video la stratificazione formale che caratterizza il suo lavoro di disegno abbinato alla fotografia, sovrapponendo immagini filmate ad immagini di animazione. La scena si colloca in un limbo asettico, pervaso da un’atmosfera sospesa e carica di presagi, che lascia intendere cambiamenti improvvisi e imprevedibili. Forse i pericoli che arrivano dal quotidiano, ma anche dalla natura (basti pensare alle catastrofiche notizie che il mondo della scienza sta diffondendo come ammonimenti), rappresentati visivamente da insetti e uccelli, che invadono lo spazio in cui si trova solitaria la protagonista femminile (un omaggio al celebre film di Hitchcock). Sono il colore nero che si insinua in campo bianco, il pieno che invade il vuoto, e, penetrandolo, lo attraversa fino a saturarlo; sono le esperienze che trascorriamo e che definiscono la nostra identità, le paure reali o immaginarie, gli incontri e le crisi che ci cambiano la vita, per ritornare ad esserci, ad agire, ogni volta con una nuova corazza inevitabilmente tracciata sulla nostra pelle. È un desiderio vano e infantile quello di non essere toccati dagli eventi? tornano in mente le parole di Oscar Wilde che nel De profundis affermava: «Respingere le proprie esperienze equivale ad arrestare il proprio sviluppo. Rifiutare le proprie esperienze significa porre una bugia sulle labbra della propria vita».


Fausto Gilberti

Vincitore del premio ACACIA 2004 e del premio CAIRO 2007, ha partecipato a numerose fiere d’arte contemporanea come: Fiac-Parigi; Volta-Basilea; ArtissimaTorino; Pulse-New york, Miami, London; Nada-Miami; Art CologneColonia; Art forum-Berlin, ArcoMadrid; Artefiera-Bologna; MacoCittà del Messico; Miart-Milano; Art Brussels-Bruxelles.

Fausto Gilberti sa cogliere e raccontare con ironia e sarcasmo gli aspetti più paradossali della società di oggi. Una narrazione, la sua, mai troppo esplicita, senza intenti didascalici, che di contro evidenzia contraddizioni e paradossi che si annidano nel quotidiano. Immagini essenziali, figure ridotte al minimo – omini esili dalle forme coniche, con occhi grandi e stralunati, corpi statici e piatti, sguardi sorpresi e interdetti, come smascherati in un momento di totale perplessità – sono stagliate su pagine bianche in cui l’ambientazione è per il più delle volte indefinita. Il colore è assente, predomina ovunque il contrasto tra il fondo chiaro e il tratto nero dei personaggi. Uno humor nero quello di Gilberti, che cita fatti di cronaca vera – come il famoso massacro di Cielo drive consumato a Los Angeles nel 1969 dai seguaci di Charles Manson, o trame di serie televisive cult come “I segreti di Twin Peaks” di David Lynch. La musica rock è l’altra costante dei lavori di Gilberti. Un interesse culminato con la pubblicazione del suo nuovo libro “Rockstars” edito da Corraini. Fausto Gilberti è nato nel 1970 a Brescia, dove vive e lavora.

Ha all’attivo più di sessanta mostre tra personali e collettive in Italia e all’estero tra le quali segnaliamo: personali

Just a little bit dark, Ronchini Arte Contemporanea, Terni Materia grigia, 1000Eventi, Milano Bizarre Show, Perugi artecontemporanea, Padova collettive

Top secret, Federico Luger, Milano 23

Selection 2007, Proje4L Elgiz contemporary art museum, Istanbul Colleccìon VAC, IVAM, Valencia, Spain Today even the drawers are winners, Klara Wallner Galerie, Berlin Drawings in action, Museo d’arte contemporanea Pecci, Prato Ap-punto, Triennale, Milano Clip’It, Fondazione Sandretto ReRebaudengo, Torino

British School, Roma Biennale di Praga On Air, Galleria Comunale d’arte contemporanea di Monfalcone (Ud) MACRO, Roma collezioni pubbliche

IVAM, Valencia Proje4L Elgiz contemporary art museum, Istanbul


10050 the psycho posse di Fausto Gilberti Animazione in Flash Durata 4’56” Formato PAL 4:3 B/N stereo

10050 era il numero civico della villa di Cielo Drive a Los Angeles nella quale vennero massacrati il 9 agosto 1969 l’attrice Sharon Tate e gli altri ospiti della casa. A commettere l’omicidio furono tre ragazze e un ragazzo che vivevano nella comune di Charles Manson: la Family. La Family viveva in un ranch che si trovava in un canyon vicino a Los Angeles. La villa dove avvenne il massacro era stata, alcuni anni prima, di proprietà di Terry Melcher, un produttore discografico. Charles Manson aveva frequentato quella casa introdotto dal batterista dei Beach Boys. Terry Melcher aveva promesso a Manson, cantante dilettante, di produrgli un disco. Il gruppo rock dei Nine Inch Nails, nel 1994, affittò la villa e vi incise il disco “Downward spiral”. Ora la villa non esiste più. È stata abbattuta. Fausto Gilberti 2004

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Nicola Console Nicola Console è nato a Palermo nel 1969, vive e lavora a Milano. Il suo lavoro è incentrato sul disegno e sulle sue variabili. Ha dedicato parte della sua ricerca ad attività di progettazione e realizzazione scenografica per il teatro e per il cinema.

Tra i lavori più significativi si segnalano: XXXII Biennale d’Arte città di Milano. Società per le belle arti ed esposizione permanente Milano 1993, “Impre--visto”, Idea Books, Milano. New York 1995 “Anche per questa volta l’ho scampata bella!” Galleria l’Affiches Milano. Libr. Del mare Palermo 1999 “Collages”, Palazzo Comitini, Palermo 1996 “La città dei balocchi”, Arengario, Milano 2002. “Intervento 1”, Kunsthaus Tacheles, Berlin 2002 Kunsthaus Zapata, Stuttgart 2002 “Orticelli oscuri”, Fondazione Mudima, Milano 2004 “Nella Tana” con Luigi Lo Cascio,

scene e disegni Nicola Console 2006/07 “Caligine”, spazio Razmataz, Prato 2007 , “Serrone” Biennale giovani Monza 2007 “Drawing Out 1” Galleria Biagiotti Firenze 2007, “Drawings in action” Museo Pecci Prato 2007 “La Caccia” con Luigi Lo Cascio, scene, disegni e animazioni Nicola Console 2007/08 “Oh Bromio” Galleria Montrasio Milano 2008, Mimmo Scognamiglio Arte contemporanea, Napoli 2008 “Full months” spazio TQ Palermo 2009 “Round Robin, girone all’italiana, round #3” Galleria Biagiotti Firenze 2010, “La caduta” film di animazione su testo di Martino Lo Cascio 2010 25


Animazioni Cortometraggi italiani contemporanei in DVD a cura di Paola Bistrot e Andrea Martignoni un progetto di Associazione OTTOmani e Associazione Vivacomix info: vivacomix@yahoo.com ottomanilaboratori@libero.it Autori: Michele Bernardi, Blu, Ericailcane, Magda Guidi, Niba&Matteo Giacchella, Igor Imhoff, Ignazio Morello, Virginia Mori, Saul Saguatti&Audrey Coianïz, Donato Sansone, Alice&Stefano Tambellini, Gianluigi Toccafondo, Virgilio Villoresi

L’Associazione culturale OTTOMANI nasce nel 2006 per sviluppare proposte didattiche, ludiche e formative nell’ambito del cinema di animazione. In questi anni OTTOMANI ha sviluppato proficue esperienze di collaborazione con le scuole e con realtà aggregative territoriali quali centri giovanili, centri di educazione ambientale, ludoteche, biblioteche, parchi naturali. I laboratori proposti da Associazione OTTOMANI si rivolgono a bambini e ragazzi dai 5 ai 18 anni e possono essere proposti sia all’utenza scolastica che in situazioni aggregative extrascolastiche. OTTOMANI realizza percorsi di formazione per docenti e operatori della didattica.

Perché realizzare un DVD raccolta di cortometraggi d’animazione italiani contemporanei? Cosa succede in Italia? Queste le domande alle quali si tenta di rispondere con la raccolta Animazioni, il primo tentativo di presentare una mappatura dei cortometraggi animati realizzati da autori con una originale visione artistica. I curatori Paola Bristot e Andrea Martignoni specificano che chi fa film d’animazione in Italia opera in quasi assoluta autonomia, senza sovvenzioni pubbliche o private e con fatica riesce a inviare copie del proprio lavoro a qualche decina di festival specializzati in giro per il mondo. La diffusione è solo in pochi casi straordinariamente capillare là dove l’autore abbia la capacità di mettere in rete il proprio film ottenendo, a volte, un effetto virale, come avviene per le opere di Blu e per un film come Videogioco di Donato Sansone. Pur in presenza di festival e rassegne tendenti a valorizzare un fenomeno sempre più diffuso e di alta qualità, solo le scuole che si sono storicamente specializzate nel cinema d’animazione, in primis l’ISA di Urbino e, più recentemente, il Centro di Cinematografia Sperimentale di Torino cercano di patrocinare e spingere giovani autori in crescita. Mancano gli incentivi alla effettiva produzione, distribuzione e quindi canalizzazione in un sistema internazionale che sta assumendo dimensioni interessanti anche come potenziale mercato.

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Pubblicazioni

Francesca Ghermandi

Francesca Ghermandi è nata nel 1964 a Bologna, dove vive e lavora. Dopo il diploma classico, si iscrive alla Facoltà di Architettura di Firenze e segue un corso di fumetti tenuto dal gruppo Valvoline e da Andrea Pazienza. Partecipa alla mostra “Dr. Pencil & mr. China” presso la Gam di Bologna e alla Biennale Giovani del Mediterraneo a Salonicco. Realizza varie pubblicità. Espone ai festival di Lucca e Treviso Comics. Disegna il personaggio dello spot Fallo protetto per PositivsSaatchi & Saatchi. Realizza per Swatch l’orologio Pop Swatch. Riceve il premio Signor Bonaventura a Treviso Comics per il libro “Hiawata Pete”. Sempre per la Swatch realizza l’orologio Swatch Loomy. Partecipa a varie mostre collettive e riceve i premi: Lo Straniero a Roma, Miglior autore completo al festival di Lucca Comics e il premio Jacovitti/Lisca di Pesce a Expocartoon a Roma. Espone alla Biennale dell’Illustrazione di Bratislava e al festival Fumetto di Lucerna. Realizza la sigla animata per la 62a Biennale Cinema di Venezia. A Bologna, per la Biblioteca Sala Borsa ragazzi disegna i pannelli murali della sala 0/4 e realizza il logo della rassegna Schermi e Lavagne per la Cineteca. Del 2006 è la sua mostra personale “Un’estate a Tombstone” alla galleria D406 di Modena e nel 2010 è autrice del manifesto ufficiale “Estate Rimini 2010” .

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Le prime pubblicazioni di fumetti avvengono sul quotidiano Reporter e sulla rivista Frigidaire e di illustrazioni, sul quotidiano Il Manifesto con cui lavorerà per molti anni. Esce per Tusitala il libro illustrato “Naufraghi a Granconia”, scritto da G. Baldassarri. Nel 1987/89 inizia a collaborare con illustrazioni per diverse riviste: Il Gambero Rosso, Lei, Marie Claire, Per Lui, Il Giornale dei Commercianti, Uomo Vogue, Vanity, Teleramà, Pubblicov Pubblicità Domani, Accaparlante e La Nuova Ecologia. Pubblica brevi storie a fumetti su Frigidaire, Sortiez la Chienne ed Echo des Savannes in Francia, El Vibora in Spagna e su La Dolce vita, dove nasce il personaggio di Hiawata Pete. Sulla rivista Cyborg nasce il personaggio di Helter Skelter e su Comic Art, Joe Indiana. Collaborazioni con fumetti per Strapazin (Svizzera), Il Grifo, Kitchen Sink Press (Usa), Rubber Blanket (Usa). Su quest’ultima pubblica la prima puntata di “Suburbia” scritta da M. Semerano. Esce la raccolta delle striscie “Hiawata Pete” per l’editore Granata Press e il libro “Joe Indiana-Il segno dei cinque” per Comic Art. collabora con fumetti per Streepburger (Slovenia), Mano, Comic Art, Comix, Mtv (UK) e Linus. Escono per l’editore Phoenix gli albi “Mondo Gomma” n.1, 2, 3 che raccolgono piccole storie pubblicate negli anni ‘80. Dal 1997/2000 iniziano le collaborazioni con fumetti e illustrazioni per Zero Zero (USA), Black, L’Unità, Alias, Telèma, Internazionale, Marco Tropea, Einaudi, Garzanti, Salani, Giunti, Ed. Riuniti, Sossella, Il Saggiatore. Escono i libri a fumetti “Helter Skelter”, “Pastil”, “Pastil 2”, “Rebo” per l’editore Phoenix e il libro illustrato “Le Avventure di Cipollino”, scritto da G. Rodari per Ed. Riuniti. Esce il terzo libro di “Pastil” (Pastille/ Pastilla) per Editions du Seuil (Francia) nel 2001/03 – e per Sinsentido (Spagna). È pubblicato per gli stessi editori e per Fantagraphics Books (Usa) il libro “Bang! Sei morto” e in Italia esce per Einaudi “Pasticca”. Con il testo di R. Piumini, esce per Ed. Riuniti il libro “Le Avventure di Ulisse”. Collabora con fumetti per le riviste Strapazin, Graphic Classic (Usa), Comic Journal (Usa). Per Fantagraphics Books esce il primo albo (di una serie di sei) “Grenuord”, con il personaggio del teschio George Henderson. Nel 2006 esce “Un’estate a Tombstone”, catalogo della mostra tenuta alla galleria D406 di Modena e l’anno successivo esce “Grenuord” per Coconino.


Maria Mussi Bollini

Maria Mussi Bollini, milanese di nascita, abita a Roma dove si laurea in pedagogia all’Università La Sapienza mentre a Milano si diploma animatrice teatrale alla Scuola d’arte drammatica P. Grassi – Piccolo Teatro. Dal 1981 a Rai Uno si occupa di programmi per ragazzi, quali Happy Circuì, Happy Magic, BIG, Big News, Solletico, Tg Ragazzi. Capostruttura di Raitre per i programmi per bambini e ragazzi e per il coordinamento dei cartoni, insieme ai suoi collaboratori inventa la Melevisione, Screensaver, È Domenica Papà. È premio UNICEF 2004 «per aver promosso programmi televisivi di alta qualità con e per i bambini e i ragazzi, dimostrando con impegno e dedizione che la tv intelligente può essere una realtà e non soltanto un’utopia». Ha promosso la realizzazione dei siti web dei programmi televisivi Melevisione e Screensaver. In collaborazione con RAI Trade ha curato lo sviluppo del merchandising della Melevisione nonché lo spettacolo teatrale tratto dal medesimo programma; per le edizioni RAI Eri ha curato la realizzazione di sei libri ispirati alla Melevisione. La decisione della Rai di ‘tagliare’ i programmi di Raitre destinati ai più piccoli, sembra accantonare tutta l’esperienza di Rai 3 ragazzi e viene giustificata dalla nuova strategia dell’azienda della tv pubblica, finalizzata al trasferimento dei programmi per ragazzi sulla piattaforma digitale, dove già troviamo i canali RaiGulp! e Yoyo, interamente dedicati alla visione della tv da parte del pubblico dei giovanissimi. Molti genitori ma anche molti ragazzi, tramite il web si stanno battendo perché la ricca programmazione di Raitre, l’unica rete Rai che nel corso del pomeriggio manda in onda trasmissioni dedicate ai piccoli, non rinunci agli spazi occupati dalla Melevisione, ma anche ad altri programmi come il GTRagazzi, Trebisonda, Gran Concerto (con musica per ragazzi), il videogiornale del Fantabosco, Mamme in blog.

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Questo non è un paese per piccoli

In una recente intervista al Corriere della Sera, Maria Mussi Bollini, spiega che non ci sono sicurezze sulla ricollocazione dei programmi di Raitre sul digitale. “Il pericolo – afferma la Mussi Bollini – è che la Rai disperda il lavoro di anni, in cui è riuscita a dare un’identità di qualità ai programmi per bambini, intesi come tali, e non come mini-divi che partecipano ad una gara di canto o di ballo”. È chiaro che il passaggio alla


tv digitale obbliga la Rai a riorganizzare contenuti e palinsesti delle tre reti generaliste. “Il fatto che esistono canali tematici per bambini, però, non vuol dire che i programmi per l’infanzia debbano sparire dalla tv generalista. L’esistenza di un canale tematico sullo sport non significa che i programmi di sport debbano essere cancellati dalle altre reti, così come l’esistenza di un canale all-news non spinge la Rai a eliminare i tg”. “È vero che i programmi per i più piccoli hanno perso ascolti proprio a causa della ridistribuzione dei telespettatori tra i vari canali digitali tematici, ma è anche vero che la programmazione per l’infanzia di RaiTre non è sostenuta: né con spot o promozione, né con un posizionamento orario adeguato”. Anche sulle fasce orarie c’è infatti molto da ridire: “Spesso capita che per una diretta dal Parlamento si facciano saltare proprio le trasmissioni dirette ai bambini. E questo atteggiamento purtroppo rispecchia una verità: il mondo dell’infanzia in Italia non è considerato con il

merito con cui dovrebbe essere valutato”. “L’esperienza dei programmi per l’infanzia di RaiTre è unica nel suo genere anche perché è quella che fornisce contenuti per i due canali digitali tematici della Rai: Raigulp e Raisatyoyo come le serie in cartoni animati e la Melevisione.” E aggiunge: “Spero che l’azienda non dimentichi che l’esperienza e la professionalità di RaiTrebambini, sia nelle figure degli autori che dei registi e dei redattori, è riconosciuto nel merito delle professionalità un punto di eccellenza della tv europea”. “Non è un caso – conclude la dirigente Rai – se per la cultura dell’infanzia siamo gli ultimi al mondo. L’infanzia nel nostro paese è vissuta come problematicità e non come opportunità. Anche se tutti sappiamo che i bambini di oggi sono gli adulti di domani, poi nella pratica si fa molto poco per rimanere coerenti al principio che loro saranno l’Italia di domani”. Adattamento da un’intervista di Umberto Folena per “Scuola Italiana Moderna “

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Produzioni Avisco

Gli autori

Facce di pongo + backstage Animazione in plastilina, 2010 Educatori: Alessandro Cerizza, Luca Mezzera Coordinamento laboratorio: Vincenzo Beschi, Silvia Palermo, Irene Tedeschi Coordinamento generale: Mario Cocchi Progetto promosso e realizzato dall’Associazione La nostra Famiglia di Bosisio Parini Durata: 4’29’’ Durante la SummerArtSchool che si è svolta presso La nostra Famiglia di Bosisio Parini nell’estate 2010,

un gruppo di ragazze e ragazzi ha partecipato ad un workshop fotografico e successivamente di animazione in stop motion. Nella prima parte del percorso le fotografie di mani, braccia, facce, occhi, bocche, nasi e orecchie – ritagliate e incollate – sono diventate frutti “carnosi” e alcuni alberi hanno ospitato una piccola mostra fotografica accogliendo pazienti e visitatori del centro. Facce di pongo – lo dice il titolo – è la raccolta dei video-autoritratti che gli autori hanno realizzato a partire dalla fotografia del proprio viso, curando il progetto, la costruzione dei materiali, l’animazione e la sonorizzazione. Ognuno racconta un poco di se stesso, del proprio mondo interiore, senza la necessità di usare le parole. Quello che amo, che desidero, che temo – quello che ho dentro – è fatto di pongo, si muove e suona. Progetto realizzato con il contributo della Regione Lombardia.

Esseri u-mani Tecnica mista, 2010 Classe 5A Scuola Primaria di Manerbio (Bs) Insegnanti: R. Pancera, A. Ruocco, C. Moscariello, A. Albini, C. Gervasi, D. Di Carlo Coordinamento: Vinz Beschi Durata: 4’ Spot pubblicitario a tutela dell’ambiente: se trascurando il nostro mondo gli abbiamo tolto i

bambini 30


suoi colori più belli, allora perché non restituirglieli rendendolo nuovamente un posto bello e pulito in cui vivere.

Solo da noi dipende il futuro 2010 Classe 5B Scuola Primaria di Manerbio (Bs) Insegnanti: R. Pancera, A. Ruocco, C. Moscariello, A. Albini, C. Gervasi, D. Di Carlo Coordinamento: Vinz Beschi Durata: 4’ Due bambini, di cui vediamo unicamente le mani, si impegnano in una partita a carte. La regola è che il nero prende tutto: il verde di un prato, l’azzurro dell’acqua, il blu del cielo. Uno spot pubblicitario a tutela dell’ambiente che invita a cambiare le regole del gioco.

Palloncino blu Animazione in plastilina, 2010 Bambini di 5 anni della scuola dell’infanzia di Molinetto di Mazzano (Bs) con le loro insegnanti Coordinamento: Vinz Beschi, Irene Tedeschi Durata: 3’ Se vi capitasse di trovare un palloncino blu, tenetelo ben stretto perché non si sa mai quale avventura ha in serbo per voi. Libera interpretazione di un racconto di Mick Inkpen.

Palloncino rosso Animazione in plastilina, 2010 Bambini di 5 anni della scuola dell’infanzia di Molinetto di Mazzano (Bs) con le loro insegnanti Coordinamento: Vinz Beschi, Irene Tedeschi, Silvia Palermo Durata: 3’ Un semplice palloncino rosso, realizzato con la gomma da masticare vola via e si trasforma in tantissime forme: una mela, una farfalla, un fiore… Dall’omonimo racconto di Maria Iela, una libera interpretazione animata con il pongo.

Reverse

Il piccolo principe

2009 Prodotto durante la Learning week del Liceo psicopedagogico Canossa di Brescia Coordinamento: Vinz Beschi, Irene Tedeschi Durata: 10’ È possibile modificare il tempo? Nella realtà forse no, ma nel video lo si può modificare a piacere. Ad esempio ricostruire una scena andando all’indietro.

Animazione in decoupage, 2010 Scuola primaria S. Gnutti di Serle (Bs) Coordinamento: Vinz Beschi, Irene Tedeschi, Silvia Palermo Durata: 10’ Un breve adattamento in cartone animato della storia del Piccolo principe disegnato, animato e raccontato dalle bambine e dai bambini di tutte le classi della scuola.

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Bandiera

Che mondo sarebbe senza colori Real time, 2010 Scuola primaria di Verolanuova (Bs) Coordinamento: Vinz Beschi Durata: 4’ Bambini mascherati si esprimono in una serie di semplici coreografie. A spiegare la tristezza che incombe nelle diverse immagini che scorrono sullo schermo, accorre il cambiamento delle riprese dal bianco nero al colore. Quando infatti un bambino viene smascherato, tutto intorno a lui si fa variopinto e felice…

Microbi all’attacco Animazione materiali vari, 2010 Bambini di 5 anni della Scuola dell’infanzia di Botticino Mattina (Bs) Insegnanti: N. Apostoli, C. Merighetti, M. Moioli, G. Prati, R. Truglia, C. Zanola Coordinamento: Vinz Beschi Durata: 3’ Come fanno i poveri microbi ad avere vita felice se tutti si lavano bene le mani e usano le medicine per curare le malattie? Ad una azione di protesta, i batteri decidono di coalizzarsi per infettare tutti i bambini di una scuola…

Animazione in plastilina, 2010 Classi 3A e 3B Scuola primaria “Gianni Rodari” di Brescia Insegnanti: Adriana Luppattelli, Enrica Zucchi, Cristina Massardi, Alessandra Andreoli, Silvana Pedrini Coordinamento: Adriana Luppattelli Durata: 3’ L’animazione è una riduzione del libro di Mario Lodi. Il primo raggio di sole primaverile buca la grigia coperta dell’inverno e risveglia un vecchio ciliegio, che riprende il suo ciclo, dà vita alle nuove foglioline: Bandiera, Capriola, Ombretta, i teneri personaggi che vivono insieme all’albero le emozioni di un anno di avvenimenti e trasformazioni, fino all’arrivo dell’inverno, quando il vecchio ciliegio, concluso il suo lavoro, può tornare a riposare.

sul tavolo. Iniziano distinguendo il poco dal tanto, l’uguale dal diverso e il piccolo dal grande, ma imparano anche a contare e a raggruppare gli insiemi.

Sport in rima – lo sport che mi piace Animazione in plastilina, 2010 Bambine/i di 5 anni della scuola dell’infanzia di Botticino Sera (Bs) Insegnanti: Paola Gottardi, Barbara Braccali Coordinamento: Vinz Beschi Durata: 3’+3’ Gli sport che piacciono ai bambini, il nuoto, la ginnastica, lo sci, la corsa, il calcio, il tennis, etc… rappresentati attraverso la tecnica dell’animazione del pongo.

Il brutto anatroccolo Animazione in plastilina, 2009 Classi 3A 3B 3C 3D Scuola primaria IC “Vittorio Bachelet” di Lumezzane S.A., Brescia Insegnanti: Annamaria Palermo, Teresa Alberti Coordinamento: Gabriele Gasparetto Durata: 9’ L’animazione è fedelmente tratta dalla storia originale di H.C. Andersen. È costituita da 7 sequenze: 1. m amma anatra che cova vicino al lago 2. gli animali nella fattoria 3. i cacciatori 4. a casa di una vecchia signora 5. l ’anatroccolo nella neve e nel lago ghiacciato 6. alla casa di un contadino 7. n el laghetto finale, dove l’anatroccolo si specchia e si ritrova cigno.

Ci vuole… Impariamo e giochiamo con la frutta Animazione materiali vari, 2010 Bambini di 5 anni della Scuola dell’infanzia di Botticino Sera (Bs) Insegnanti: Daniela Quecchia, Consuelo Capra Coordinamento: Vinz Beschi Durata: 4’ I bambini ci spiegano gli elementi di base della matematica, creando una allegra animazione di frutti colorati disposti scenograficamente 32

Animazione di carta ritagliata, 2010 Bambine di 5 anni della Scuola dell’infanzia di Botticino Sera (Bs) Insegnante: Giusy Apostoli Coordinamento: Vinz Beschi Durata: 2’30” Ci vuole un fiore profumato… per fare un regalo apprezzato, ci vuole una nonna con l’uncinetto… per fare una sciarpa ed un berretto, ci vuole un bel sonnellino… per fare un sogno carino…


Umanimati Un video fatto con i piedi e non solo + backstage 2011 Classe IB della Scuola secondaria di I grado “Giacomo Perlasca” di Rezzato (Bs) Coordinamento: Vinz Beschi, Irene Tedeschi Backstage: Silvia Palermo Durata: 7’ Progetto “Interfacce” a cura di Avisco in collaborazione con PinAC e sostenuto da Provincia di Brescia – Bando Associazionismo 2010/2011. Ognuno ha la sua faccia, il suo corpo, la sua storia. L’identità si definisce e costruisce nel tempo. Come un componimento musicale ognuno ha il suo andamento. Larghetto, andante, presto, prestissimo… le possibilità sono infinite. Il cuore, come il metronomo, definisce il ritmo. 33


Produzioni PInAC

Voci dal pianeta Terra

O atleta - L’ atleta Animazione in plastilina, 2010 Coordinamento del laboratorio: Elena Pasetti, Vincenzo Beschi, Irene Tedeschi Coordinamento generale: Rodrigo Francisco – Cineclube di Viseu Rapporti internazionali: Lìgia Parodi – Apdes Durata: 4’20’’ Questo film di animazione nasce all’interno del progetto internazionale Aprender em filmes promosso e organizzato dal Cineclube di Viseu (Portogallo). Avisco è stata invitata a tenere un workshop di animazione che si è svolto nel luglio 2010 e ha visto la partecipazione di 15 ragazze e ragazzi tra i 13 e i 17 anni che hanno dato vita al piccolo e valoroso atleta blu che saltando, correndo, nuotando e anche un po’ volando, attraversa i continenti per entrare finalmente – con anima e corpo! – dentro lo spirito olimpico. Il progetto è nato anche grazie alla collaborazione di APDES – Agenzia Piaget per lo sviluppo (Porto) che ha curato i rapporti internazionali e il Teatro Viriato (Viseu) che ha messo a disposizione i suoi spazi.

Geografia futurista 2010 Classe 3E della Scuola secondaria di I° grado A. Zammarchi di Manerbio (Bs) Insegnante: Roberto Di Filippo Coordinamento: Vinz Beschi Durata: 5’ 28” Voci dal pianeta Terra è un gioco ispirato ad alcune forme di poesia futurista che prende spunto dal nome di alcuni paesi del mondo. Le ragazze e i ragazzi si sono cimentati con la voce interpretando in maniera personale il suono delle parole delle città ed animando con lettere ritagliate le stesse parole. Il montaggio ha scandito un ritmo originato dalla frammentazione delle parole.

Reverse (a ritroso) 2007 Classe 3C Scuola secondaria di I° grado “G. Perlasca” di Rezzato (Bs) Coordinamento: Vinz Beschi, Irene Tedeschi Durata: 13’ Il video nasce all’interno di un’esperienza di laboratorio dal titolo “reverse”. Gli alunni hanno espresso le loro opinioni riguardo i concetti di tempo e “a ritroso” nel tempo, all’interno di una specie di videobox. Hanno poi costruito una sequenza che è stata ripresa partendo dall’ultima scena e interpretando tutte le azioni al contrario. Utilizzando la funzione “reverse” in fase di montaggio tutto sembra scorrere naturalmente in avanti. 34

La valigia della memoria Disegno in fase, 2010 Classe 2E Scuola secondaria di I° grado “G. Perlasca” di Rezzato (Bs) Insegnante: Mariella Foresti Coordinamento: Vinz Beschi, Irene Tedeschi Durata: 3’+12’ backstage Sulle note della musica Yiddish Folk Song i ricordi affiorano aprendo una vecchia valigia. Un pigiama a righe, un filo spinato, una cancello, una scritta: Arbeit macht frei.


Sound in a frame 2010 Classe 2B Scuola secondaria di I° grado “G. Perlasca” di Rezzato Coordinamento: Vinz Beschi con Sandra Cimaschi, Silvia Palermo e Irene Tedeschi Durata: 5’ È possibile animare il suono frame by frame (fotogramma per fotogramma) così come si fa per le immagini, “i cartoni” ? Abbiamo provato con la voce, con il corpo e con gli oggetti. Registrando frammenti scomposti di suoni e immagini attraverso la “magia” della tecnica dell’animazione abbiamo cercato di dare vita a una cassetta di attrezzi dove al suo interno martelli, pinze, chiodi… si sono animati realizzando un piccolo “concerto” danzato.

Piccolo bruco Animazione in plastilina, 2010 Bambini di 5 anni della Scuola dell’infanzia “Aldo Moro” di Rezzato (Bs) Coordinamento: Vinz Beschi, Sandra Cimaschi, Silvia Palermo Durata: 5’ Da un breve racconto di Mario Lodi, la piccola storia di un bruco che con il passare del tempo si trasforma in farfalla. 35


Produzioni nazionali

Itinerari educativi del Comune di Venezia Tante storie… una storia Animazione in decoupage, 1999 Classi II B e C scuola elementare Virgilio di Mestre Venezia Insegnanti di riferimento: Daniele Zuccato e Roberta Bertocco Coordinatore del laboratorio: Gianni Trotter Durata: 4’ 12’’ Cartone animato realizzato con la tecnica del decoupage che intende rappresentare in modo sintetico la storia della vita dei bambini dal primo incontro dei genitori all’inserimento nella scuola elementare. Dalle tante storie personali sono stati scelti alcuni episodi significativi dei loro percorsi di vita da raccontare con leggerezza ed ironia. Ne risulta un racconto unitario con messaggio finale… ai genitori. Primo premio al videofestival di Pordenone nel 2000.

Cineteca del Comune di Bologna Suggestioni

Il diario di Piera

Animazione in stop motion, 2010 Classe IV A scuola primara Zamboni - Bologna Insegnante di riferimento: Angela Ferranti Coordinatore del laboratorio: Tiziana Passarini Durata: 3’ 23” La pittura orientale di Ando (Ando Hiroshige) e di Katsushika Hokusai messa a confronto con la pop art di Andy Warhol. Nonostante la distanza di oltre un secolo e l’appartenenza a mondi culturali assai differenti, tra questi artisti emergono numerose affinità.

Animazione in decoupage e inserto di documenti, 2010 Classe I A scuola sec. di 1° grado ex-Dante Alighieri Bologna Insegnanti di riferimento: Valeria Mannelli Coordinatore del laboratorio: Tiziana Passarini Durata: 4’ Piera è una ragazzina ebrea che vive a Roma negli anni ’40 e la sua famiglia deve nascondersi a causa delle leggi razziali. I suoi pensieri, la solitudine, il bisogno di amicizia vengono rappresentati insieme a materiali d’epoca, che ci restituiscono il contesto. La storia è tratta dal romanzo “Il segreto della finestra sul cortile” di Lia Levi e l’idea del film è nata dall’incontro con l’autrice.

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Centro Sperimentale di Cinematografia Scuola Nazionale di Cinema Dipartimento Animazione – Sede del Piemonte

Arithmetique

Dall’Oriente con sapore Animazione in stop motion, 2007 Classe IV A scuola primaria Mattiuzzi-Casali - Bologna Insegnanti di riferimento: Maria Chiara Cocci Coordinatore del laboratorio: Tiziana Passarini Durata: 1’ 30” Il mitico tempo antico dell’oriente, con le vicende dei Mongoli e dei Tartari, affascina i bambini, che Città di torino - ITER ne hanno dato un’interpretazione Centro di Cultura per l’Immagine e il Cinema di animazione molto ironica. Con l’augurio che tutte le guerre finiscano così: mangiando insieme e superando i I traslochi di Rosa Dao conflitti. Decoupage, 2010 Laboratorio Immagine 2 e Scuola dell’infanzia di C.so Duca 25 bambini di 5 anni della Scuola dell’infanzia Borgo Crocetta Coordinatori del laboratorio: Anna Torazza, M. Grazia Destefanis Durata: 2’20” I bambini alla mostra “Messico famigliare “ di O. Moncellin e N. Pellegrini, alla fondazione Merz, sono stati coinvolti attivamente alla realizzazione dell’opera d’arte come un work in progress. I bambini sono stati invitati a riflettere sull’idea di casa, sul rapporto con lo spazio domestico, sul diritto ad avere una famiglia e così hanno raccontato storie e dinamiche di relazioni. Al laboratorio Immagine 2, attraverso un percorso ludico sull’animazione, il racconto di questa esperienza è diventato un cartone che affronta il tema della nascita e degli affetti familiari. 37

di Giovanni Munari e Dalila Rovazzani Animazione 2d, 2010 Durata: 4’ Il ritmo del tempo diventa un incubo per il bimbo che dovrebbe terminare il compito di matematica e invece si addormenta. L’ottima prova d’esame dei due giovani autori offre un disegno animato che, in perfetto accordo con la musica di L’enfant et les sortilèges di Maurice Ravel, piomba in un attimo oltre lo specchio di Alice, in un paese di meraviglie fatto di algoritmi, numeri e rimandi archetipici che lasciano con il fiato sospeso, offrendo spazio alle domande solo verso la fine. E se il bimbo non stesse solo sognando? E se i numeri avessero davvero una vita propria e

riuscissero a catturarci più di quanto possa esser percepibile dai nostri occhi, ormai non più complici in quel gioco che tende a reinterpretare la vita in chiave fantasiosa?

Dream ‘n bass di Galileo Disperati, Marta Romani e Giorgia L. Velluso Animazione 2d, digital cut-outs, 2011 Durata: 5’50’’ Micro-musical psichedelico animato da misteriose creature danzanti. È il sogno ad occhi aperti di una vecchina che lavora ai ferri in un parco di periferia; è il ritmo che genera sogni, l’elemento primitivo della musica che può cominciare da qualunque cosa – anche dal noioso sferruzzare di una vecchia signora – per diventare invenzione, divertimento, movimento.


Produzioni internazionali Studio dei cartoni animati dei bambini Krok (Kiev, Ucraina) Lo Studio dei cartoni animati dei bambini “Krok” nasce nel 1984 per iniziativa di Yuriy Ivanov, insegnante, critico cinematografico, esperto nel campo dell’animazione. Altri insegnanti sono Svitlana Ivanova – educatrice, critica cinematografica, docente di regia cinematogafica – e le due giovani Olga Mazina (animatrice) and Olga Shevchenko (giornalista televisiva). Lo studio Krok è una sorta di Accademia dell’Animazione dove si insegna ai ragazzi a realizzare cartoni animati utilizzando materiali inusuali, ma c’è tempo anche per la pittura ad olio, la danza, il canto, per tenere dispute filosofiche e giocare a scacchi! Insomma ci si diverte e si fanno cose interessanti. Qui i bambini dai 5-6 anni muovono i loro primi passi nell’arte. Durante la sua storia Krok è stata la seconda casa di più di 3.000 bambini e giovani dai 5 ai 18 anni. Dal 2000 i bambini dello studio Krok partecipano accanto a registi professionisti a festival internazionali dove hanno ricevuto prestigiosi premi e riconoscimenti. I loro cartoni animati sono stati proiettati in Austria, Belgio, Estonia, Finalndia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Polonia, Russia, Repubblica Ceca, Moldavia, Georgia, Giappone. Studio Krok migliora e affina costantemente i suoi approcci all’arte e le conoscenze sulle tecniche di base, scambiando la propria esperienza con realtà che operano nello stesso ambito sparse in vari paesi del mondo, cosicché i ragazzi possano incontrare nuovi amici con cui condividere la passione per l’animazione. www.krok-studio.kiev.ua paulkrok@ukr.net

Balletto delle 147 foglie di Kostya and Maxim Boyko, gruppo di bambini di 11-12 anni Animazione in stop-motion, 2005/2006 Durata: 5 ‘20’ Danza di foglie in autunno. Le foglie cadono, il vento comincia a giocare con loro e questo gioco dà vita ad una favola.

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La danza ucraina

Tango tibetano

di Yulya Stankevich, Alex Voznyuk, gruppo di bambini. Animazione in stop-motion, 2006 Durata: 5 ‘25’ Comuni rasoi usa e getta. La loro vita è ordinaria, monotona. Ma nel profondo del cuore ogni rasoio ha un Sogno. E questo sogno sta per realizzarsi! Il campionato del mondo di pattinaggio artistico tra rasoi da barba. Alti e bassi della coppia ucraina.

di Yulya Stankevich, Alina Khazanovich, gruppo di bambini. Animatione in stop-motion, 2008 Durata: 7 ‘15’ C’è qualcosa che avanza, avanza, avanza. Chi è che avanza? Questo non è importante. Chiunque sia ama molto muoversi a tempo di musica.


Cortometraggi d’animazione d’autore Simon’s cat dinner La cena del gatto di Simon

di Simon Tofield Animazione 2d, Gran Bretagna, 2008 Durata: 3’ I tempi della vita quotidiana sono dettati da tante condizioni, Simon non ha fatto i conti con la fame del suo gatto.

Bath time

Log jam (The log – The rain – The moon – The snake – Kjfg n. 5)

di Alexey Alexeev Animazione 2d, 2008 Durata: 5’ In un bosco fuori dal comune un orso un lupo e un leprotto danno vita ad una simpatica jam session.

Storia del mondo per chi ha fretta

Corti

d’autore

di Bruno Bozzetto Animazione 2d, 2001 Durata: 2’ Si può raccontare la storia del mondo in due minuti?

Overdose di Claude Cloutier Animazione 2d, Canada, 1994 Durata: 5’25’’ Con la scuola, le lezioni di tennis, il corso di nuoto, di arte, i compiti e gli esercizi di pianoforte un ragazzino non ha più tempo per essere un bambino.

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Il momento del bagnetto

Carlos Fernandez Puertolas Animazione 3d, Usa, 2004 Durata: 2’ Un cagnetto non ha nessuna intenzione di farsi il bagno, invece il suo padrone ha deciso che è proprio arrivato il momento. Chi la spunterà?

Runaway di Cordell Barker Animazione 2d, Canada, 2007 Durata: 9’10” Passeggeri a bordo di un treno affollato si divertono ignari di quello che li aspetta. I problemi che emergono durante il viaggio portano ad una lotta di classe spietata e divertente. Ma tutti alla fine si trovano nelle stesse condizioni.


Get in the car Entra in macchina

di Greg Holfeld Animazione 2d, Australia, 005 Durata: 5’43’’ Un cartone autobiografico nel quale l’autore si ricorda dei viaggi in auto con la famiglia quando era piccolo.

78 tours

La maison en petits cubes

Morir de amor

di Georges Schwizgebel Pittura acrilica su carta e cellulosa, animazione 2d, Svizzera, 1985 Durata: 4’ La musica di un vecchio disco innesca un breve racconto sul passare del tempo che si svolge e gioca sulla forma del cerchio: il tempo fa tanti e tanti giri…

di Kunio Katô Disegno su carta, animazione 2d, Giappone, 2008 Durata: 12’ Un vecchietto vive in una città continuamente invasa dall’acqua: per questo periodicamente aggiunge un piano alla sua casa. Un giorno accidentalmente gli cade la pipa al piano di sotto, già invaso dall’acqua. Per recuperarla compirà un viaggio a ritroso nel tempo della sua vita.

di Gil Alkabetz Animazione di disegno su carta, colorato a mano su computer (compositing 2d), Germania, 2004 Durata: 13’ Due pappagalli in una gabbia rievocano il passato amoroso poco felice del loro padrone mentre aspettano, forse invano, di mangiare.

La casa in piccoli cubi

Morire d’amore

The breath Il respiro

di Jimmy T. Murakami Pittura su vetro, animazione, Gran Bretagna, 1967 Durata: 4’ Il respiro scandisce e governa il tempo della vita e con le emozioni e le esperienze ne cambia ritmo e velocità.

The train of thoughts Il treno dei pensieri

di Leo Bridle e Ben Thomas Gran Bretagna, 2008 Durata: 3’50’’’ In un mondo fatto interamente di carta, i disegni in un blocchetto di schizzi di un passeggero si animano seguendo il ritmo del viaggio in treno… Il tempo del viaggio e quello dei pensieri vanno a velocità diverse o in direzioni opposte. 40


The hill farm

Coeur de secour

di Mark Baker Animazioni di disegni su carta e acetato con matite e pastelli, Gran Bretagna, 1989 Durata: 18’ Un una coppia di contadini e il loro vicino pastore affrontano un orso mostruoso, dei turisti venuti dalla città, un’alluvione e il passaggio di alcuni cacciatori. La vita in campagna continua inesorabile con i suoi ritmi.

di Piotr Kamler Animazione in stop motion, Francia, 1973 Durata: 9’ L’amore disperato di un clown lunare per una ragazza, all’interno di un orologio fermo. Il cuore e l’orologio, due strumenti di misurazione e scansione del tempo.

La fattoria in collina

What light (through yonder windows breaks) Quale luce (appare da quella finestra)

di Sarah Wickens Time lapse/stop frame, Gran Bretagna, 2009 Durata: 4’15’’ La luce del sole che filtra attraverso la finestra di una camera da letto si libera e dà vita a nuove forme facendo un inusuale giro della stanza.

comune. Il tempo delle loro giornate scorre parallelo con ritmi ed elementi propri, finché un problema imprevisto interrompe e varia il ritmo delle loro vite.

Cuore di soccorso

Le coeur est un métronome Il cuore è un metronomo

di Jean-Charles Mbotti Malolo Disegno su carta, animazione 2d, Francia, 2007 Durata: 4’30’’ Un padre nervoso litiga con suo figlio che decide di andarsene da casa. La danza rimane il punto di scambio e contatto più alto e profondo tra i due, di fatto il loro unico mezzo di comunicazione.

Eletvonal

La linea della vita

di Tomek Ducky Animazione 2d, Ungheria, 2006 Durata: 6’30’’ Creaturine fatte di ingranaggi scivolano su linee che si incontrano o vanno parallele, ad ognuno la sua.

Un gioco con i sassi di Jan Švankmajer Animazione in stop-motion, Austria, 1965 Durata: 9’9’’ ca Un orologio a muro piuttosto particolare batte le ore. Si alternano suoni dolci di carillon e xilofono a pietre che cadono facendo un gran baccano. Il tempo che scivola lento e leggero a volte diventa veloce e pesante come una valanga di pietre.

Flux

Flusso

Chris Hinton Animazione 2d, Canada, 2002 Durata: 7’31’’ Avanti e indietro, su e giù, veloce e poi lento. L’altalena segna il tempo del gioco e della vita, di generazione in generazione.

Strings Corde

Le temps d’aspirer Il tempo di aspirare

di Jean Gillet Disegno in fase, Francia, 1980 Durata: 2’30’’ Un simpatico signore subisce dal suo risveglio le aggressioni della vita in città.

di Wendy Tilby Animazione, pittura su vetro, Canada, 1991 Durata: 8’50’’ Due anziani signori abitano lo stesso palazzo senza conoscersi. I pavimenti, i soffitti e le tubature dei loro appartamenti sono tutto quello che hanno in

Nibbles Morsettini

Chris Hinton Animazione 2d, Canada, 2003 Durata: 4’30’’ Nibbles (morsettini) è il nome di un famoso videogioco: un serpente virtuale mangia vari oggetti muovendosi 41


nello spazio sempre più velocemente. Succede così anche ad un padre e figlio durante una gita di pesca: il consumo alimentare continuo e sfrenato governa il tempo e lo consuma.

Dots Punti

di Norman Mac Laren Pittura su pellicola, Canada, 1940 Durata: 1’38’’ Si può scrivere una musica da vedere e ascoltare allo stesso tempo? Norman Mac Laren ci ha provato.

Two bagatelles Due bagatelle

di Norman Mac Laren Pixillation, Canada, 1952 Durata: 2’22’’ Due brevi film realizzati in pixillation, tecnica d’animazione a passo uno con attori dal vivo. Movimenti inusuali a tempo di musica.

Rhytmetic Ritmetica

di Norman Mac Laren Animazione in découpage, Canada, 1956 Durata: 8’41’’ La musica e la matematica, il ritmo dell’aritmetica. Composizione matematica con ritmo.

Tim Tom di Romain Segaud e Christel Pougeoise Animazione 2d, 2002 Durata: 4’ A volte la velocità è tutto. Per Tim e Tom, per esempio, rappresenta la possibilità di incontrarsi.

Wolves Lupi

di Rafael Sommerhalder Animazione 2d, Gran Bretagna/Svizzera, 2009 Durata: 6’ Una giornata normale: i tempi della città, dell’incontrarsi o del perdersi, per caso. L’amore è anche una questione di tempismo.

3 a.m.

3 del mattino

di Leon Estrin Animazione 2d, Russia, 1999 Durata: 1’ Alle tre del mattino anche le lancette dell’orologio sentono il peso del tempo.

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Evolution di Mike Mills Canada, 1971 durata: 9’17” In meno di dieci minuti il tempo scorre vertiginoso iniziando dall’acqua nella quale appaiono dapprima organismi semplici, poi derivati sempre più complessi. Fa parte della Cineteca ISCA.

Il musicista e la morte di Lubomir Benes Cecoslovacchia, 1984 durata: 8’ ll ritmo del tempo è scandito all’inizio dalle candele che vanno consumandosi a poco a poco. Poi compare la Morte: la dama velata giunge da lontano, leggera e implacabile, con la clessidra che segna il passare del tempo dalla vita alla fine. Fa parte della Cineteca ISCA.


ritmo tempo

RezzatoBs

Fondazione

Nel del

Pinacoteca Internazionale dell’età evolutiva Aldo Cibaldi Via Disciplina, 60 • 25086 Rezzato (Bs) Italia Chiuso il lunedì. Da martedì a domenica, aperto il mattino dalle 9,30 alle 12. Sabato e domenica pomeriggio, dalle 15 alle 18. In altri orari su appuntamento. tel./fax 030 2792086 pinacoteca@comune.rezzato.bs.it www.pinac.it

La Fondazione PInAC – Pinacoteca internazionale dell’Età evolutiva del Comune di Rezzato – è la casa dei disegni dei bambini e delle bambine del mondo. In cinquant’anni di attività ha conservato e valorizzato le 6.000 opere espressive dell’infanzia provenienti da 54 Paesi del mondo realizzate con matite, colori e pennelli. In questi ultimi anni si è anche qualificata come centro per la creatività con l’obiettivo di tener conto delle molteplici forme espressivocomunicative a disposizione, quindi anche dei ‘pennelli elettronici’ offerti dalle tecnologie video-multimediali. PInAC realizza esperienze e promuove riflessioni, insieme al suo staff di artisti e con l’associazione Avisco.

Spostarsi comunicare giocare, vivere tra velocità e lentezza Disegni prodotti da bambine e bambini del mondo dal 1966 al 2010

Il tempo per crescere Frugando curiosi nei cassetti dell’archivio abbiamo trovato molti dei tempi che la vita prevede. Quali ritmi abbiamo ascoltato? Tutti i ritmi che orecchie e cuore, corpi e pensieri sanno danzare, Per scegliere fra seimila opere le quarantanove da esporre ci siamo lasciati chiamare dai lavori che più intensamente si sono proposti alla nostra ricerca. Eccone un elenco. Tempo dell’attesa sicura, dei giorni di vita, della corsa sfrenata. Tempo di essere malati e annoiati, di dare un calcio al pallone, della nonna che dorme, del pensiero e della concentrazione, del gioco d’azione. Tempo del giorno di festa, della banda che suona, della semina in risaia, dell’inverno nevoso, del grigio e del vuoto. della tempesta marina, del tramonto del sole, di una sera d’estate, della notte stellata. Tempo degli astri celesti, del racconto biblico e della liturgia quaresimale, tempo del cavaliere nero, di mettersi in maschera, del ritmo danzato, dei Mohai dell’Isla cilena. Tempo d’aspettare che abbocchi o di correre per non perdere il viaggio. Tempo della leggenda narrata, della storia lontana, del futuro sognato, del futuro temuto, della guerra subita, della cronaca e della storia. Tempo della bandiera tricolore, tempo per coltivare l’Europa. Tempo del grande orologio che fa tic tac… Elena Pasetti direttrice PInAC 43


Quanti tempi si incrociano in via Disciplina, nella bella casa della Pinac? Qual è la caratteristica del tempo della pinacoteca, la sua qualità particolare? Abbozzo un catalogo-elenco dei tempi che ho visto scorrere nella nostra Pinac. C’è il tempo lungo della storia. I cinquanta e più anni di vita dell’Istituzione, dalla raccolta avviata dal fondatore Aldo Cibaldi, all’inserimento organico nella struttura dei servizi culturali del Comune di Rezzato, fino all’attuale assetto di fondazione. La raccolta storica documenta anche i fili del tempo, conservando le tracce di alcuni importanti momenti della storia del Paese (con maiuscola e minuscola): dall’avvio della Comunità Europea ai 700 anni del Comune di Rezzato.

non solo accanto. Di insegnanti e genitori che, con gli artisti, si regalano il lusso di rivitalizzare dentro sé gli spazi di quell’autentica opera d’arte che è la relazione educativa. Rende possibile questo la qualità del luogo e l’esperienza del laboratorio. Un tempo e uno spazio esclusivo, ovattato, concentrato. Ecco la speciale scommessa della Pinacoteca: mettere in relazione i tempi della vita con quelli del pensiero e della creatività. Si cresce concentrandosi su se stessi, affondando le radici e uscendo verso gli altri e il mondo. Il tempo della PInAC accompagna il tempo per crescere. Mariella Foresti Presidente Fondazione PInAC

C’è il tempo delle vite degli autori bambini e bambine che, spesso inconsapevoli, qui hanno lasciato tracce di sé attraverso i loro disegni. C’è soprattutto – si chiama Pinacoteca internazionale – il tempo degli altri: popoli, culture, religioni, perché – don Lorenzo Milani lo scriveva per spronare i suoi ragazzi e tutti a studiare molte lingue straniere – al mondo non ci siamo solo noi. Ci sono i tempi che nell’operatività della PInAC felicemente si incrociano. Di adulti e bambini che lavorano insieme,

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AVISCO Associazione per l’audiovisivo scolastico

AVISCO, Associazione per la ricerca, la sperimentazione e l’aggiornamento sugli audiovisivi in ambito scolastico/ educativo, nasce nel 1986 a Brescia per volontà di un gruppo di insegnanti e direttori didattici. Realizza da allora percorsi con bambini e ragazzi all’interno di progetti assistiti che scuole, agenzie educative, enti ed istituzioni organizzano sul fronte dell’educazione ai mass-media e organizza eventi culturali, mostre, convegni sul tema dell’alfabetizzazione mediatica e del cinema d’animazione. Le attività dell’associazione spaziano dalla formazione di insegnanti ed educatori nel campo dei linguaggi

audiovisivi, alla ricerca sull’uso creativo e consapevole della videocamera, alla proposta di percorsi guidati di lettura cinematografica per giovani e adulti. Produce video a carattere educativo-didattico in collaborazione con istituti scientifici e istituzioni pubbliche. Gestisce dal 1992 la Mediateca provinciale di Brescia. Nel 1997 è socio fondatore del CIAS, Coordinamento italiano Audiovisivi a Scuola. Nel 2008 è socio fondatore di EAN - European Animation Network.

Lo staff Avisco. Quando?… Prima!

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Sede legale: via Tosio 11 - 25121 Brescia tel/fax  030 3753893 aviscobs@tin.it www.avisco.org Sede operativa: Mediateca Provinciale di Brescia via Fontane 29, 25133 Brescia Tel. 030 3748922 mediateca@provincia.brescia.it


CIAS Coordinamento Italiano Audiovisivo a Scuola

Il Cias nasce a Pisa nel 1997 all’interno della Biennale del Cinema dei Ragazzi per coordinare le diverse realtà di produzione audiovisiva a scuola operative sul territorio nazionale. Finalità del CIAS è favorire la presa di coscienza dell’idea di bambino, di scuola e di contenuti che prefigurano il fare audiovisivo e multimediale in ambito educativo-scolastico.
CIAS mira alla qualità e all’efficacia delle scelte metodologiche, che pongano al centro dell’attività la ricerca e la sperimentazione nella didattica degli audiovisivi.

 Gli obiettivi del Cias sono: • Valorizzare le diverse esperienze italiane di produzione audiovisiva di qualità da promuove su tutto il territorio nazionale • Promuovere e sostenere i progetti territoriali volti allo sviluppo e alla diffusione della didattica audiovisiva in ambito educativo in collaborazione con Enti Locali, organismi di cultura, Istituti scolastici • Sviluppare e sostenere la ricerca e l’innovazione scolastica, attraverso la diffusione di esperienze e percorsi sperimentali dei diversi linguaggi audiovisivi

Sede legale: piazza Capitaneo 48, 70128 Bari Palese Tel. 080 5304745 Fax 080 5305948 ciasbs@tin.it www.ciasit.org

I soci del CIAS sono: Accademia del Cinema dei Ragazzi Enziteto/Bari Animarci Sarzana (Sp) Associazione Cinema Ragazzi Pisa Associazione Culturale Progetto Giovani Guidonia-Montecelio (Rm) Associazione Immagine per Immagine Padova Avisco Brescia Cineteca del Comune di Bologna Comune di Nichelino Torino Comune di Torino Didattica Audiovisivi e Multimedia Mestre-Venezia Fedic Milano Get Cooperativa Sociale Bari Istituto Superiore “Leonardo Da Vinci” Carate Brianza (Mb) Liceo Scientifico “Michele Cipolla” Festival Efebocorto Castelvetrano-Selinunte (Tp) Multimagine Bergamo Fondazione Pinac, Pinacoteca Internazionale dell’età Evolutiva Rezzato (Bs) e inoltre: Carlo Baruffi Patrizia Cattaneo

• Organizzare eventi formativi e rassegne di cinematografia scolastica

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Laba Libera Accademia di Belle Arti

Alta formazione artistica L’arte risulta, soprattutto oggi, determinante per la qualità della vita, per l’occupazione, per la gestione del tempo libero. Le nuove professioni e il marketing richiedono un’attenzione costante al fattore estetico e una competenza particolare nell’applicazione delle nuove tecnologie. La Libera Accademia offre agli allievi una preparazione specifica ma duttile, attraverso la sollecitazione e la valorizzazione della creatività come elemento espressivo importante e come mezzo di affermazione nel mondo del lavoro.

Il Cinema Nuovo Eden

Via Nino Bixio, 9 25100 Brescia Info: Ufficio Nuovo Eden, tel. 030 8379403 fax 030 8379404 info@nuovoeden.it Visita il sito per conoscere tutta la programmazione: www.nuovoeden.it

La Libera Accademia di Belle Arti, con il Dipartimento di Arti Visive con le scuole in Arti Visive, in Decorazione indirizzo Arredamento d’interni; con i Dipartimenti di Progettazione e Arti Applicate nelle scuole di Restauro, di Scenografia indirizzo Arte Drammatica, di Scenografia indirizzo Elementi di Architettura e di Progettazione Artistica per l’Impresa in Design indirizzo Fashion, in Graphic Design e Multimedia, in Design, in Fotografia; con i bienni specialistici di Arti Visive e Discipline dello Spettacolo in Arti Visive, in Decorazione, in Scenografia, in Graphic Design e Multimedia, in Fotografia, in Design indirizzo Design dell’Innovazione; in Design indirizzo Industrial Design e Progettazione Cad; in Design indirizzo Design dell’Abitare e dell’Esporre si qualifica come Istituto di Alta Formazione Artistica, capace di fondere la solidità della tradizione e la forza innovativa delle ricerche artistiche più avanzate.

Polo culturale del Comune di Brescia posto nel quartiere del Carmine, il Nuovo Eden è nato per dare vita a dinamiche sociali positive attraverso l’esperienza aggregante del cinema e non solo in una tra le zone più belle del centro città. Un cartellone dedicato al cinema di qualità, realizzato attingendo alle produzioni indipendenti, a quelle pellicole che – pur meritando la visione del pubblico – rimangono fuori dalla grande distribuzione, o più semplicemente riprendendo quei titoli che sono rimasti nelle altre sale cittadine per un periodo di tempo troppo breve per essere apprezzati dai bresciani. Cinema contemporaneo d’autore quindi, ma anche incontri con i protagonisti della cinematografia, rassegne tematiche, preziose pellicole restaurate provenienti dalle varie cineteche d’Italia, film muti musicati dal vivo, opere di registi emergenti del territorio, i festival Cannes > Brescia e Venezia > Brescia, Filmlabfestival… Cinema e non solo. Anche la musica, reading, poesia, letteratura, convegni trovano spazio al Nuovo Eden, come momenti di confronto, cultura, socialità e aggregazione.

via Don G. Vender 66 25127 Brescia tel. 030 380894 fax 030 3391503 info@laba.edu www.laba.edu 47


Indice

4 Nel ritmo improvviso del contrattempo (o

Gli autori bambini

29 Produzioni Avisco

controtempo)

Vincenzo Beschi, Presidente Avisco

6 Produrre con disciplina

33 Produzioni PInAC

35 Produzioni nazionali

Mariella Foresti, Presidente Fondazione PInAC

7 Nel ritmo del tempo, tra velocità e lentezza

Carla Boglioni, Avisco

8 Fusako Yusaki

12 Sylvain Chomet

16 Mathieu Labaye

18 Lorenzo Giusti

20 Armida Gandini

22 Fausto Gilberti

24 Nicola Console

25 Animazioni. Cortometraggi italiani contemporanei in DVD

26 Francesca Ghermandi

27 Maria Mussi Bollini

37 Produzioni internazionali Corti d’autore 38 Cortometraggi d’animazione d’autore

42 Fondazione PInAC Nel ritmo del tempo. Spostarsi, comunicare, giocare, vivere tra velocità e lentezza 44 AVISCO 45 CIAS 46 LABA Il Cinema Nuovo Eden

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Finito di stampare nel marzo 2011 da Color Art, Rodengo Saiano, Bs

49


RezzatoBs

Fondazione

AVISCO Associazione per l’audiovisivo scolastico

Fondazione PInAC Pinacoteca Internazionale dell’età evolutiva Aldo Cibaldi

CIAS Coordinamento Italiano Audiovisivi a Scuola

LABA Libera Accademia di Belle Arti

e desiderato.

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Con il contributo di

Agenzia Brescia “EST”


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