Vento di Ponente 03/2018 - Settembre

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Il Decreto Legge Dignità La nuova norma non è idonea a raggiungere gli obiettivi dichiarati Ilaria Blangetti

Paolo Della Pietra DIRETTORE CONFINDUSTRIA IMPERIA

“I

l Decreto Legge in esame non

lavoro, deve fare riflettere il fatto che i dati

sembra idoneo a cogliere l’obiet-

dimostrano come la decontribuzione totale

tivo che il Governo dichiara di

sulle assunzioni a tempo indeterminato

voler perseguire, ossia ‘introdurre misure di

applicata nel 2015 abbia aumentato il tasso

contrasto alla precarietà’ intervenendo sul-

di transizione dell’anno - aggiunge -. Dai

le attuali regole che disciplinano i contratti

dati Inps, inoltre, si desume che la soprav-

a termine, la somministrazione e l’inden-

vivenza dei contratti a tempo indetermi-

nità di licenziamento”. Paolo Della Pietra,

nato ‘incentivati’, è maggiore rispetto alla

direttore di Confindustria Imperia, critica i contenuti del Decreto Dignità, convertito in legge ad agosto. “Si riduce la flessibilità offerta alle imprese dalle precedenti regole sui contratti a termine e la somministrazione - spiega - e il ricorso a tali contratti diviene penalizzante e costoso. In particolare, il

sopravvivenza media dei rapporti a tempo indeterminato complessivamente attivati nel 2015-2016. A ciò si aggiunga che anche il tasso di licenziamento a 36 mesi dei rapporti agevolati nel corso del 2015 è assolutamente in linea rispetto alla media ed è meno dell’1%. Se poi si considerano orizzonti temporali più brevi il dato è addirittura inferiore”.

Decreto Legge individua nel La nuova legge non serve a introdurre misure di contrasto alla precarietà, intervenendo sulle attuali regole che disciplinano i contratti a termine, la somministrazione e l’indennità di licenziamento

contratto a tempo determinato e nella somministrazione, gli strumenti contrattuali attraverso i quali si realizzerebbe la cosiddetta precarizzazione dei rapporti di lavoro. I dati, tuttavia, non sembrano supportare questa conclusione”. L’Italia non ha, infatti, un’incidenza di contratti

Si riduce la flessibilità offerta alle imprese dalle precedenti regole sui contratti a termine e la somministrazione, che diventano penalizzanti e costosi

a termine (15%) superiore alla media europea. Il tasso di transizione a 12 mesi da contratti a termine a contratti a tempo indeterminato, pari a circa il

Queste considerazioni, secondo Della Pietra, sfatano due pregiudizi: “Il primo è che erano infondate le preoccupazioni secondo cui avremmo avuto licenziamenti di massa allo scadere degli incentivi. In secondo luogo, non è vero che non sia utile proseguire nel lavoro di riduzione strutturale e permanente del cuneo fiscale sui contratti a tempo indeterminato per favorire la ripresa

dell’economia e dell’occupazione, specie in anni caratterizzati ancora da prospettive incerte del mercato”. Il direttore di Confindustria Imperia è par-

20%, appare in linea con il dato medio dei

ticolarmente critico su alcune misure previ-

Paesi dell’Eurozona.

ste dal decreto che considera incoerenti con

“Ai fini delle misure da adottare per

l’obiettivo dichiarato: “La reintroduzione

favorire la stabilizzazione dei rapporti di

delle causali per i contratti a tempo deter-


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