avviando. Negli anni Settanta e Ottanta, diversi paesi africani imposero restrizioni di mercato e controlli sui capitali come politica di sostituzione alle importazioni, mirata a proteggere le imprese domestiche e a conservare i pochi scambi con l’estero di cui l’Africa godeva. Uno sviluppo che rivolgeva lo sguardo verso l’interno del pese, senza proiettarsi verso l’esterno, scoraggiava il mercato africano così come gli investimenti diretti esteri. Tutto questo aveva effetti deleteri sulla crescita economica e sulle condizioni di vita della Regione. La difficile performance economica dei paesi africani, cominciata intorno agli
anni
Settanta
e
proseguita
fino
a
metà
degli
anni
Novanta,
contemporaneamente alla comparsa della globalizzazione nell’economia mondiale, ha portato ad un cambiamento di regime in favore di una strategia di sviluppo verso l’esterno. Come risultato di un cambiamento nella struttura politica del continente, nella metà degli anni Novanta, si è osservato un relativo miglioramento delle performance economiche in un certo numero di paesi africani. Comunque, un miglioramento negli investimenti rimaneva un punto cruciale al fine di poter sostenere una crescita e uno sviluppo in tutto il paese. Gli investimenti diretti esteri non furono abbracciati totalmente dai leader africani come elemento essenziale per lo sviluppo, questi potevano portare a una perdita della sovranità politica, potevano essere mezzo attraverso cui schiacciare le imprese domestiche portandole alla bancarotta, causata da un aumento della competizione, infine, si pensava che l’ingresso di questi investitori fosse stato prevalentemente nel settore delle risorse naturali (di cui l’Africa è molto ricca), e questo avrebbe accelerato il ritmo del degrado ambientale. Distribution of World FDI Inflows, 1986-2003 (%)
Region
1986-
1991-
1993-
1999-
2002-
1990
1992
1998
2000
2003
Developed countries
82.4
66.5
61.2
80.0
68
Developing countries
17.5
31.2
35.3
17.9
27
2.2
3.5
2.0
5
Central and Eastern 0.1
82