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In folio GIUGNO 2010 Anno 1 - Numero 0

Copia gratuita vietata la vendita

Redazione: Associazione Culturale “Nicodemo” via Matteo Boiardo, 5 - Favara (AG) tel. 3299154478 E-mail associazionenicodemo@hotmail.it

Welcome to Favara Intervista alla curatrice della mostra Samanda Virone - “Partiamo da qui”, Favara 20-24 Maggio 2010 Favara si tinge di blu. Orme colorano il paese. Partiamo da qui. Tagliente il riflesso della maxi bacheca che studenti e singoli cittadini hanno contribuito a realizzare con centinaia di foto. Favara si racconta: strade, balconi, scaffe, mercato, case popolari, immondizia, il tetto a cassettoni e gli angeli barocchi della chiesa del Rosario, la cupola della chiesa Madre che sovrasta il paese, l‟agnello pasquale e u maccicuni, i carri di carnevale e villa della Pace… Un paese contraddittorio e tradizionale -sottolinea la curatrice Samanda Virone a conclusione della mostra-. Una tavola rotonda post evento per coinvolgere il cittadino a non essere spettatore ma a vivere con pieno senso di appartenenza il luogo. Se da una parte predomina la tradizione con il suo senso di religiosità, l‟identificazione nelle feste popolari e l‟unione familiare,

dall‟altra parte il centro storico ha perso la sua identità. Uno spietato individualismo ha cancellato radici quasi millenarie continua Samanda- per lasciare spazio a quartieri distanti e alienati. Strati di cemento che non sono il progresso di una metropoli ma il sintomo dell‟incapacità di creare benessere per la comunità. La foto diviene una carta di identità, un mezzo di conoscenza. Crollano i palazzi a Favara, ma è un rumore sordo -aggiunge ancora la curatrice della mostra-. La gente muore e non c‟è nessuna presa di posizione, la miseria diventa colpa, un po‟ come a lavarsene le mani. Il favarese sembra però essere lontano da tutto ciò, un protagonista incosciente che denuncia, ma è anche il grande assente di questa esposizione fotografica. Raramente infatti fra palazzi e macerie, fra cornicioni e prospetti si incrocia lo sguardo del

cittadino. Un percorso segnato da passi e due parole chiave a condurre: conoscenza e sensibilizzazione. Diventa indispensabile alla collettività favarese la conoscenza dei luoghi perché solo viverli può dare il senso di familiarità, appartenenza, identificazione per capire, agire e migliorare. Esempio semplice e diretto -conclude Samanda- è aver ridato alla cittadinanza la chiesa del Purgatorio, sede della nostra mostra fotografica ”Partiamo da qui”. L‟associazione culturale Nicodemo soddisfatta dal successo della manifestazione e arricchita dall‟esperienza non cerca parole e o slogan per presentarsi ai cittadini ma si augura un dialogo e uno scambio aperto. Interagite con noi tramite mail e facebook, per poter continuare questo percorso. Nadia Castronovo, Rosalia Alaimo

L‟esposizione è stata concepita lungo un percorso, un labirinto, luogo in cui ci si perde per ritrovarsi. All‟uscita di questo labirinto un grande murales composto da foto che i cittadini hanno inviato dicendo la loro su Favara. Opinioni a caldo che la gente ha continuato a tracciare in pieno attivismo sui pannelli con ritmo denso si parole, propulsore tutto ciò di cambiamento.

FAVARA SOTTO LO SGUARDO ATTENTO DEGLI ARTISTI Carmelo Nicotra erge l‟animo della città come un grattacielo di prospetti infiniti e indefiniti: assemblaggi. Strati di laterizi e case fantasma; la sua è una denuncia di totale assenza di buon costume e di abuso edilizio. Un fac-simile di installazione contemporanea la v i s t a scheggiata della chiesa Madre con le antiestetiche vasche blu. Simbolo kitsch del paese. Uno schiaffo alla bellezza paesaggistica l‟immagine catturata da Salvatore Giglia. Chiude quasi una triade Gerlando Vaccaro. Scatto unico: le macerie di una casa abbattuta in pieno centro storico dopo la tragedia dei crolli. Visi-

bilmente svuotato di identità questo paese trova la sua forza nelle tradizioni. Il folklore del “curtigliu”, il festival delle rievocazioni siciliane. Impregnate di vita le abitudini del singolo, trasudano di significato. Dei mutandoni stesi ad asciugare. Un immagine comune del vivere quotidiano, come del resto il click scopa e mocio che sbucano da una finestrella di Ubu, ma la foto di Salvatore Giglia ci racconta anche altro: un paese in mutande? Uno sguardo a volo d‟uccello su tetti e cupole. Peppe Cumbo gioca con i colori del sud: rosso e arancio come passione e calore meridionale. La dialettica del fervore cattolico, come in antichi racconti, la festa di san Giuseppe non muore mai. La dimensione del sacro e del profano che Calogero Cassaro presenta con maestria: donne e u o m i n i ,

“ministrata e pani binidittu”, la “prummisa” che lega eternamente il fedele al santo. Un legame intimo, quasi altrettanto religioso il lavoro di Nadia Castellana. Un salone da barbiere, pareti color pastello, un salto indietro nel tempo fra antichi mestieri. La scena attiva il senso dell‟olfatto e si fa forte l‟odore di schiuma da barba e brillantina. La rivoluzione come fine. Meltin pot la chiave d‟accesso verso il futuro. Nadia Cast ronovo a f f r o nt a i l t e m a dell‟emigrazione. Non si può vivere in una società moderna s e n z a l‟integrazione fra culture. Immagini simmetriche: uomini con le coppole e giovani africani, donna araba e donna siciliana con il capo velato. Sinergia fra diversità. Pop Art pura la carrellata di insegne luminose dei bar. Giovanni Sorce e Pasquale Cucchiara fanno il verso ad un‟abitudine tipica “dell‟essere favarese”. Tra design moderno e tazzine di caffè viene fuori un‟analisi sociologica: i bar come principale attività d‟investimento, di incontro e ritrovo.


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Antonio Lupo, campione mondiale di pizza acrobatica “La tana del lupo” è una pizzeria che si trova ad Agrigento, per non far concorrenza ai pizzaioli Favaresi; ma Antonio Lupo, 30 anni, di Favara, la concorrenza l’ha sbaragliata quando dal 19 al 20 aprile scorso a Salso Maggiore si è trovato a gareggiare, in squadra con altri pizzaioli siciliani, al campionato mondiale di pizza acrobatica contro pizzaioli provenienti da più di 20 paesi diversi. Come hai iniziato il tuo percorso di pizzaiolo acrobatico e perché proprio questa disciplina? Tempo fa mi è capitato di vedere dei video di pizzaioli acrobatici e mi sono subito piaciuti, ma molto spesso le persone quando cominci a pensare di fare qualcosa che ti piace iniziano a scoraggiarti; ho iniziato ad impegnarmi seriamente come sfida nei confronti di queste persone e per dimostrare a me stesso che ero capace di superare le difficoltà che questa disciplina presenta. Quando ho iniziato ad allenarmi, 10 anni fa, non c‟erano le possibilità che ci sono adesso; io ho fatto tutto da autodidatta, adesso c‟è addirittura una scuola che ti insegna ogni cosa e ci sono pure i tutorial su internet: per me è stato veramente difficile e ho lavorato molto. Quante ore al giorno ti allenavi per il campionato? Almeno quattro ore, anche perché quando nessuno ti insegna come fare si impiega più tempo. Ho dovuto studiare gli impasti spe-

ciali per fare la base di pizza che serve per le gare, ho dovuto allenarmi fisicamente, inventare delle coreografie, vedere i filmati delle gare dei gruppi più bravi per migliorare la tecnica; mi ha aiutato molto durante l‟allenamento riprendermi con la telecamera per vedere dove sbagliavo, adesso riesco a far girare contemporaneamente tre pizze ma il mio obiettivo è arrivare almeno a quattro. Antonio, cosa hai provato nel partecipare ad una gara così importante? Una grande emozione ed ogni volta è come se fosse la prima; le gare sono importanti ci si confronta con gli altri concorrenti, bisogna porsi degli obiettivi e superare i propri limiti, è difficile e costa fatica ma alla fine si resta soddisfatti. Come mai hai deciso di gareggiare nella categoria squadre? Era da tempo che con altri pizzaioli siciliani pensavamo di metter su una squadra per il campionato, ma per questioni di lavoro non siamo mai riusciti ad allenarci insieme, adesso invece dopo molti anni di assenza, la Sicilia è riuscita a presentare una squadra e a vincere il campionato. Se dovessi dedicare una pizza alla città di Favara come la faresti? Favara ha già “ù cuddriruni”, che bisognerebbe rivalorizzare. Mi piacerebbe piuttosto organizzare una sagra per questo prodotto tipico favarese che è poco conosciuto. Gli obiettivi futuri?

Innanzi tutto i prossimi campionati mondiali, poi sto per fondare una associazione con Giuseppe Cuffaro, voglio fare qualcosa per la mia terra e insegnare ai giovani pizzaioli quello che io so fare per dar loro una opportunità lavorativa in più. A me non interessano i soldi, se c‟è qualcuno che ha voglia di imparare può venire a trovarmi in pizzeria. Samanda Virone

Antonio Lupo

Il depuratore funziona? Lunedì 24 Maggio ha avuto luogo presso il comune di Favara una riunione fra il dirigente dell‟ufficio tecnico ing. Alberto Avenia, il vice presidente di “Girgenti Acque s.p.a.”, ing. Giuseppe Carlino e alcuni rappresentanti dei cittadini che hanno manifestato la volontà di intentare una class action per il rimborso dei canoni di depurazione pagati nelle bollette idriche. Ma facciamo un passo indietro. Nel novembre del 2009 l‟ing. Rosanna Pecoraro, per motivi di studio, si reca nel vallone Cicchillo e constata che a causa di una frana, il collettore che porta la fogna da piazza della Libertà al depuratore è rotto e versa liquami nel vallone stesso. Così il sig. Calogero Pecoraro, avendo avuto notizia di una sentenza della corte costituzionale e precisamente la 335/08, che sanciva il diritto al rimborso del canone di depurazione nel caso in cui “manchino impianti di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi”, invia una lettera al comune di Favara, nella quale chiede il rimborso del canone di depurazione degli ultimi 10 anni. L‟esempio viene seguito da altri favaresi, ad alcuni dei quali l‟ufficio idrico risponde dicendo che nel

caso in cui l‟ente competente debba erogare il rimborso, questo deve essere quantificato per gli ultimi cinque anni (e non per dieci anni come da loro richiesto) dato che si applica l‟art. 2948 c. civ. A questo punto il

Fognatura rotta in contrada Cicchillo sig. Pecoraro e altri cittadini danno mandato a tre avvocati per studiare il caso e intentare un ricorso contro il comune. Nel frattempo arriva la bolletta relativa alla fornitura idrica con scadenza al 31 maggio 2010 e

alcuni cittadini, venuti a conoscenza dell‟iniziativa, pagano l‟importo della bolletta decurtato della quota di tariffa riferita alla depurazione di acque reflue. Arriviamo così alla riunione del 24 maggio voluta dal sindaco di Favara, avv. Domenico Russello per dare chiarimenti in merito alla questione del depuratore. La domanda che i cittadini hanno posto al sindaco e più precisamente ai dirigenti, rispettivamente dell‟ufficio tecnico e di “Girgenti Acque s.p.a.” è: ”Il depuratore funziona e se si, da quando? “ L‟ing. Avenia responsabile del servizio di depurazione fino al novembre 2008, in quanto dirigente dell‟ufficio tecnico, e l‟ing. Carlino, responsabile dal novembre del 2008 ad oggi, rispondono che il depuratore funziona a pieno regime dal dicembre 2003, ma i due tengono a precisare che è stato costruito secondo la normativa del 1985, vigente al tempo della costruzione, e che adesso non è conforme con l‟attuale normativa europea dettata dalla legge 152/06. Nella stessa situazione si trovano molti altri depuratori siciliani, motivo per cui la Regione Sicilia ha ottenuto una deroga fino al 2013 per


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adeguarsi a tale normativa. La “Girgenti Acque s.p.a.” progetta di rispettare tale normativa costruendo un nuovo depuratore al Villaggio Mosè al quale confluiranno le acque reflue provenienti dal depuratore favarese, che continuerà ad essere utilizzato e varrà da prima sgrigliatura. Altra domanda venuta fuori durante il dibattito è se effettivamente la fogna arrivi al depuratore, vista la rottura del collettore ipresso il vallone Cicchillo. A questa domanda risponde l‟ing. Carlino dicendo che quel collettore non è l‟unico a portare le acque reflue al depuratore e che non si è ancora provveduto a ripararlo solo perché Girgenti Acque prima di intervenire deve

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ottenere l‟autorizzazione dall‟A.T.O. (Ambito territoriale Ottimale). La riunione si conclude con la richiesta del sig. Pecoraro di poter visionare le analisi attestanti il corretto funzionamento del depuratore e che i dirigenti si dicono disponibili a mostrare, previa presentazione di un‟istanza. Il 15 giugno noi di In folio siamo andati a chiedere notizie al sig. Pecoraro, il quale ci ha detto che nonostante la presentazione dell‟istanza il 28 maggio, non ha ricevuto ancora nessuna risposta, ma che comunque attende il tempo limite previsto di 15 giorni per poter andare a visionare legittimamente la documentazione. Inoltre ci informa che qualora gli avvocati riconosceranno gli

estremi per ricorrere, costituirà un comitato cittadino, soprattutto perché ancora si chiede: “Può ritenersi perfettamente funzionante un depuratore non a norma?” Anna Lisa Agrò, Nadia Castellana

“in folio” è anche on line potete leggerlo visitando il sito: www.associazionenicodemo.org

Rubrica “Il libro del mese”: Il conto delle minne di Torregrossa La protagonista del romanzo è Agata, una donna che racconta la propria vita riportandola in scena a t t r a ve r so un audace flashback che rimanda a quando, bambina, i m p a s t a va con la nonna le minne di Sant‟Agata, un dolce che è anche un amuleto, perché la preparazione serve a compiacere la Santuzza, che ricambia con la salute le devote figlie che osservano il rito della preparazione votiva del dolce. Le minne e le donne sono le protagoniste di un racconto che scava nella storia e nella mentalità della Sicilia di tutto un secolo, dove odori, sapori, sensazioni tattili, sono memoria dell‟infanzia, dove i desideri delle donne non contano niente, mentre quelli degli uomini diventano destino. Vengono narrate le vicende della famiglia Badalamenti e dell‟io narrante: cresciuta a

Un film, una storia vera Parte il 25 giugno ai ‘Sette Cortili’ il progetto Farm Cultural-Park del notaio Andrea Bartoli Fitzcarraldo è un film del 1982 del regista tedesco Werner Herzog, narra la storia di un ricco proprietario inglese che sogna di costruire un teatro dell‟opera nel pieno della foresta amazzonica. Il progetto, da molti bistrattato, incontra molti ostacoli; Fitzcarraldo si trova anche costretto a valicare una collina a bordo della sua nave. Anche se non riesce a realizzare la sua impresa nel modo previsto, il finale del film celebra

Malavacata, allegoria di un paese che nasce dalla collatio di luoghi che richiamano alla memoria quelli della nostra infanzia, la protagonista lo abbandonerà quando andrà a Roma a studiare medicina. Nel racconto le digressioni che raccontano dei nonni e bisnonni della protagonista risultano a volte dispersivi, ma mai noiosi. Anzi, probabilmente rappresentano il punto di forza del romanzo. In un linguaggio originale, pastiche tra siciliano e italiano, viene disegnata, spesso con punte di ironia, una società matriarcale, in cui gli uomini sono sempre traditori ed egoisti, e in cui trovano posto la malattia e il dolore, ma anche il sesso e la vita. Gli insegnamenti della nonna sono, per Agata, punti di riferimento cui si ricorderà di ricorrere troppo tardi. Palermo, diceva la nonna, è un posto dal quale si può solo provenire, ma quando la nostalgia diventa struggente, Agata non può non assecondare il suo desiderio di tornare a casa. Un amore adulterino, violento, la annienterà. Durante la sua perdizione, Agata smarrisce anche la ricetta delle minne, eredità dalla nonna, che ritrova quando decide di liberarsi del passionale e violento amante e tornare padrona della sua vita. Ecco che rientra in scena la Santuzza. I dolci votivi preparati quell‟anno da Agata riescono male, presagio di un tumore che la trasfor-

merà in un‟amazzone. Agata apre un piccolo forno, dove le donne si incontrano e si raccontano, e dove le cassatelle si vendono solo a due a due, perché la nonna diceva che il conto delle minne deve sempre essere pari. Gli uomini fuggono disgustati e spaventati dalla sua deformità, finchè la protagonista non incontra Maria, donna materna e sensuale, che la coinvolgerà in una rassicurante relazione saffica. Dell‟amore rovinoso con l‟amante che aveva abbandonato rimane un ricordo gioioso. Agata, incinta di Santino, va a vivere in Spagna e tramanda la salvifica ricetta delle minne al figlio che, nato dall‟annullamento di Agata per un uomo che non la meritava, sembra poter sanare la distanza tra donne abituate a piegarsi e uomini abbrutiti da millenni di supremazia. Il romanzo risulta, a tratti, piacevole. La struttura dell‟opera, però, si incrina quando la scrittrice mette da parte la narrazione delle vicende legate all‟infanzia della protagonista e ai personaggi che costellano il suo albero genealogico e si dedica alla narrazione della sua maturità. Una forma un po‟ scontata di redenzione si rintraccia sul finire del racconto, ma nel complesso le due parti dell‟opera appaiono slegate e incongruenti.

ugualmente la vittoria dell‟arte: vedere (il film) per credere. La realizzazione del film fu disperata quanto la vicenda che racconta, eppure anch‟essa ebbe buon esito, segno (forse) che i progetti che hanno per fine l‟arte vanno sempre a buon fine. Andrea Bartoli è un notaio che nel 2010 compie a Favara qualcosa di simile. Nel nucleo più intimo del centro storico di Favara, nei finora dimenticati e abbandonati Setti Curtiglia apre - il 25 giugno - la sua Farm Cultural-Park, un progetto che racchiude e celebra la sua passione per l‟arte contemporanea. L‟ambizioso progetto coinvolge artisti di varia ispirazione e provenienza che espor-

ranno le loro opere nelle strutture della Farm. Di riflesso a Favara ne trarranno vantaggio il commercio, le strutture alberghiere presenti e la città stessa. Certo, i problemi a Favara rimarranno, discuteremo ancora di strade dissestate, pulizia insufficiente e di altre realtà ancor più gravi, ma intanto avremo una grossa fetta di centro storico recuperata e rifunzionalizzata, cosa che in altro modo difficilmente sarebbe avvenuta. Nell‟attesa di assistere alla „prima‟ di questo evento, rivolgiamo al notaio Bartoli, ai suoi progetti, e alla sua squadra di collaboratori, progettisti e artisti, i nostri migliori auguri.

Calogero Sorce

Filippo Bosco


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ASSOCIAZIONE CULTURALE “NICODEMO” via Matteo Boiardo, 5 - 92026 Favara (AG) tel.: 3881907152 E-mail: associazionenicodemo@hotmail.it Pagina web: www.associazionenicodemo.org

Club Letterario Il quarto incontro del Club Letterario sarà sul libro di Josè Saramago “Cecità” e si terrà il 19 Giugno presso il chiostro del convento S. Antonio, presso il Belvedere S. Francesco a Favara.

Una proteina contro il tumore al seno Una proteina può vincere il tumore della mammella. A dimostrarlo è uno studio condotto da un gruppo di scienziati americani del Cleveland Clinic Lerner Research Institute e apparso sulle pagine del numero di maggio del Nature Medicine. La proteina in questione è l‟alfalattoalbumina, antigene normalmente assente sulle cellule delle donne sane, se non su quelle epiteliali mammarie nel periodo dell‟allattamento, ed espressa invece dalla maggior parte delle neoplasie al seno. Gli studiosi sono giunti a tali conclusioni dopo aver testato il siero vaccinale su un gruppo di topi da laboratorio modificati geneticamente per sviluppare il cancro alla mammella. Durante la sperimentazione, il campione di topi è stato diviso in due; un gruppo è stato vaccinato con una sostanza che conteneva l‟alfa-lattoalbumina, l‟altro con un vaccino non contenente l'antigene. Fra i topi a cui era stata somministrata l'alfa-lattoabulmina, nessuno ha sviluppato il cancro, poiché la proteina è in grado di stimolare la risposta immunitaria contro le cellule tumorali, le uniche appunto ad esprimere la proteina in questione, risparmiando quelle sane; i topi appartenenti invece al secondo gruppo si sono ammalati tutti. I risultati hanno dimostrato che questa proteina, oltre a arrestare lo sviluppo della malattia, è anche in grado di impedirne la comparsa. Quindi potrebbe essere una strategia alternativa a misure drastiche, come la mastectomia preventiva, anche per le donne più giovani ad altissimo rischio. Il tumore del seno infatti colpisce ancora una donna su dieci, 35mila all'anno. È il più frequente nel sesso femminile e

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AMATO Dott. ssa Lilly CENTRALE s.a.s ARCURI Dott. Rosario BONGIORNO Dott. Antonio BONGIORNO Dott. Paolo MARATTA Dott. PENNINO Dott. Angelo SAJEVA Dott. Gaetano AMATO Dott. ssa Lilly CENTRALE s.a.s ARCURI Dott. Rosario BONGIORNO Dott. Antonio BONGIORNO Dott. Paolo MARATTA Dott. PENNINO Dott. Angelo

rappresenta il 25 per cento di tutti i tumori che colpiscono le donne. Sulla base degli ottimi risultati ottenuti, i ricercatori hanno subito avviato le procedure per la sperimentazione umana che partirà nel 2011, le cui candidate ideali saranno le donne con più di 40 anni, cioè quelle con più rischio di ammalarsi ma anche con meno possibilità di restare incinta, dato che il vaccino interferisce gravemente con la produzione di latte materno. Attualmente in commercio ci sono due vaccini efficaci per la prevenzione di neoplasie: uno per il cancro del collo dell'utero, l'altro per il tumore al fegato. Ma entrambi prendono di mira i due virus principali responsabili nello sviluppo delle due neoplasie in questione, ovvero il Papillomavirus (Hpv) e il virus dell’epatite B (HBV). Quello testato dai ricercatori della Cleveland Clinic sarebbe il primo ad agire direttamente contro il tumore. Il coordinatore della ricerca, l‟immunologo Vincent Tuohy, spiega: “Noi pensiamo che questo vaccino sarà usato un giorno per prevenire il cancro al seno nelle donne adulte nello stesso modo con cui i vaccini, oggi, prevengono molte malattie dell'infanzia. Se funziona negli esseri umani come ha funzionato nei topi, sarà un progresso monumentale. Potremmo eliminare il tumore al seno”. Va però precisato che la sperimentazione sull‟uomo può durare anche molti anni e quindi per arrivare a un vaccino ci vorrà ancora del tempo. Simona Castellana

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SAJEVA Dott. Gaetano AMATO Dott. ssa Lilly CENTRALE s.a.s ARCURI Dott. Rosario BONGIORNO Dott. Antonio BONGIORNO Dott. Paolo MARATTA Dott. PENNINO Dott. Angelo SAJEVA Dott. Gaetano AMATO Dott. ssa Lilly CENTRALE s.a.s ARCURI Dott. Rosario BONGIORNO Dott. Antonio BONGIORNO Dott. Paolo MARATTA Dott.

CUCINA: Insalata Rucola e Surimi La ricetta che vi propongo questo mese è una fresca insalata da utilizzare sia come antipasto che come piatto forte, è molto veloce da realizzare, tenuto conto che col caldo estivo a nessuno piace stare davanti ai fornelli, e il risultato è garantito. Ingredienti per 6 persone: Parmigiano a scaglie grosse 200g Surimi 500g 1 mazzolino di rucola fresca Olio, sale, limone q.b.

Preparazione: Mettete a bollire dell‟acqua per cuocere i surimi, nel frattempo mondate la rucola, lavatela, sgocciolatela per bene e mettetela in un‟insalatiera. Appena l‟acqua bolle, versate i surimi e fate cuocere per 2 minuti, scolateli, tagliateli a piccoli tranci e uniteli alla rucola. Condite il tutto con sale, olio e qualche goccia di limone, secondo i vostri gusti, mescolate e unite le scaglie di parmigiano … Buon appetito! Anna Lisa Agrò


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