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La Posta del CUORE

Cara Posta del Cuore, la storia che ti devo raccontare affonda le sue radici nel passato e perché tu la capisca è necessario prenderla un po’ alla lontana… qualche anno fa, ai tempi del liceo avevo una ragazza di nome Francesca, una deliziosa fanciulla con cui condividevo le gioie della tarda adolescenza. Con lei sono stato dolcemente bene per molti mesi, abbiamo condiviso esperienze meravigliosamente tenere e ci siamo stati affettuosamente vicini fino al momento del distacco… insomma, come avrai capito non me la dava neanche dietro minacce di suicidio e così, non senza un certo dolore (in particolare ai polsi) il nostro rapporto è naufragato con la fine degli studi. Ovviamente non ho mai pensato che la causa del nostro allontanamento si potesse ricondurre a qualcosa di così squallido, in generale mi piace pensare che “incompatibilità di carattere” sia una definizione molto più saggia. Naturalmente essersene accorti dopo 18 mesi non si può definire altrettanto saggio… Fortuna ha voluto che all’università ci ritrovassimo a studiare in città diverse, perdendoci per un po’ di vista e guadagnando così il tempo di riflettere sugli errori fatti, riscoprendo nel nostro intimo la nostalgia per tutte le cose belle del nostro rapporto di cui negli ultimi tempi non ci rendevamo più conto. Come potevo essermi dimenticato di tutta quella dolcezza? Era come se qualcosa mi avesse fatto diventare cieco… Così è iniziata la seconda fase del nostro rapporto: visto che fondamentalmente ci volevamo bene ma che qualcosa impediva al “rapporto” di prendere il volo, ci siamo riciclati come buoni amici. In effetti posso confermare a chiunque legga questa lettera che quando una tua amica, fosse anche la migliore che hai, ti vede grosso modo ogni due mesi per mangiare un gelato insieme e NON te la vuole dare, la cosa crea molti meno problemi di quando a farlo è la tua ragazza. L’unica preoccupazione, a questo punto, è riuscire a far convivere la grande Amicizia della tua vita con il grande Amore, evitando confronti e gelosie. Io, per non sbagliare, nel frattempo mi sono trovato una ragazza che non me la da lo stesso, tanto ormai ho una certa esperienza ed ho capito che non è poi la fine del mondo.

Questo comunque ci introduce al tema clou della questione. In ogni amicizia uomo-donna che si rispetti prima o poi si deve affrontare la questione della presenza degli “altri”. Gli intrusi. Gli invasori. Insomma, i legittimi partner. È l’ago della bilancia, il vero indicatore della sincerità e della maturità del rapporto, l’unica cosa che può finalmente fugare ogni dubbio circa le buone intenzioni di entrambi. Dev’essere come per un’ex alcolista andare all’Oktober Fest, sicuro delle Diet Coke che ha nello zainetto. Perché, mi sembra inutile precisarlo, le buone intenzioni quasi sempre si limitano a: 1) Quando usciamo insieme riesco a non saltarle addosso perché rovinerei una bellissima amicizia; 2) Quando usciamo insieme riesco a non saltarle addosso perché so come andrebbe a finire; 3) Quando usciamo insieme riesco a non saltarle addosso perché passa abbastanza tempo tra una volta e l’altra da ricaricare le mie buone intenzioni; 4) Quando usciamo insieme riesco a non saltarle addosso perché siamo sempre in luoghi piuttosto affollati. In ordine di importanza, per l’esattezza. Insomma, prima per me e poi per lei il grande momento della confessione è giunto. Nelle nostre lunghe chiacchierate, quando lo spauracchio del partner era pura fantascienza, avevamo subito messo in chiaro che ci saremmo sempre detti tutto, perché anche se l’Amore è eterno si sa che l’Amicizia dura molto di più. E come si può progettare un’Amicizia senza pretendere di essere sinceri, leali e complici? Infatti, dopo circa un anno di sottintesi, indizi e mezze frasi ho finalmente intuito che qualcosa doveva essere successo e così, dietro tortura sono riuscito ad estorcerle di avere trovato qualcuno. In casi come questo in genere è bene mettere “in pause” la mente, leggera pressione dei polpastrelli sulle tempie, prego silenzio in aula, ripetersi con calma la rivelazione e stare ad aspettare. “ F r a n c e sca ha un ragazzo” “Francesca ha un ALTRO ragazzo” “Francesca ha un altro ragazzo, diverso da TE” È importante girare un po’ la frase in modi diversi, si rischia sempre di non averla interpretata bene. Nessuna tachicardia? No… Respiro? Regolare… Senso di fastidio? Sotto controllo… Bene. Davvero. Sembra tutto a posto. Un altro respiro profondo… “Un altro ragazzo tocca le tette di Fr…” Ok, bene così, meglio non pretendere troppo alla prima seduta. Penso di potermi ritenere soddisfatto. Non che io abbia mai avuto dubbi, ci mancherebbe, ero assolutamente sicuro della purezza del sentimento che ho per lei. Era solo un controllo, una conferma assolutamente superflua. Ora diamo un limite al libero pensiero e comportiamoci come ci si aspetta da un vero amico come me. Chissà, sarà simpatico? Magari potremmo diventare amici… Ma Francesca ci tiene a precisare che “In realtà non gli ho detto di te, perché lui è molto geloso, cioè, gliene avevo parlato tempo fa, ma lui sa solo che siamo stati insieme al liceo, pensa che da allora non ci siamo più visti, anche perché già allora quando gliene parlavo diventava nervoso e iniziava a urlarmi contro e così in realtà lui pensa che io sia a casa a studiare, anzi, aspetti un attimo che gli devo scrivere che ho quasi finito e che fra un po’ vado a dormire”.

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Il suo diteggio sulla tastiera del cellulare mi lascia il tempo di riflettere su quello che ha detto. Vabbè, è geloso, e allora? Si vede che le vuole bene. Non c’è niente di male, e cosa c’entra che lei ha detto “urlare”, immagino che sia solo un modo di dire. In fondo potrebbe essere un bravo ragazzo, a cui probabilmente piace saperla al sicuro. Chi non sarebbe in pensiero sapendola da sola in una città lontana? Ma quanto ci mette a scrivere questo SMS? “Scusa sai, ma voglio essere sicura che lo abbia letto: stasera usciva con delle sue colleghe, una cosa fra vecchi amici, non vorrei che fosse in un locale rumoroso…” Ok, più di tanto in pensiero non è, ma se lei si fida cosa c’è di male? Non sono forse anch’io fuori con una vecchia amica? È vero che fra un’oretta rientro, ma questo non toglie che uno si possa conquistare la fiducia della propria amata in qualsiasi situazione. Io ho faticato molto per arrivare a questo, ma adesso sono felice di potermi godere i frutti di un premio così faticoso… “Io in realtà sono un po’ in pensiero perché con una di quelle colleghe ci è andato a letto sei mesi fa, in un periodo in cui la nostra storia era abbastanza in crisi. Io ci sono stata così male che ho perso tre chili in una settimana…”

Hai capito lo stronzo! Altro che fedeltà conquistata. Ma questa chi si è andato a pescare? La mia piccola Francesca… lo capisco solo un po’ per quel piccolo problema di cui vi parlavo prima, ma non credo che questa possa essere una giustificazione. “…ma alla fine ho capito che era stata tutta colpa mia” La guardo perplesso “Sì, non ero riuscita a dargli abbastanza! Guardami, secondo te sono sexy?” A prescindere dal fatto che non sono mai riuscito a mettere in dubbio il sex appeal di Francesca,questa è una domanda che conosco bene. È dalla notte dei tempi che una paranoica sindrome da culo grosso la perseguita e una buona occasione per farle un complimento di sicuro effetto non può essere trascurata.“Ma certo che lo sei, ti trovo anche dimagrita!” “Ecco, vedi? È quello che intendevo, anche tu lo dici!” Il mio sorriso compiaciuto lascia il posto ad una seconda smorfia di perplessità. Dove ho sbagliato? Ho capito male la domanda? “La ragazza con cui è andato sei mesi fa, quella troia della sua collega insomma…” ho i miei dubbi su chi dei due fosse più colpevole, comunque “…è una ragazza che di faccia fa abbastanza pena, però ha le tette grosse e un bel culo sporgente. Ecco, secondo me è stato questo ad attirare la sua attenzione…” immagino che la sua conoscenza della letteratura inglese non fosse rilevante. Chissà come avrà fatto a farsi perdonare dopo questo “…io invece ho capito di non essere abbastanza femminile e così ho cercato di riconquistarlo in tutti i modi…” mi sembra giusto “…e così ho cercato di essere migliore a letto, anche facendo cose che prima non amavo fare. Ammetto di aver fatto un po’ di fatica all’inizio, pensavo sempre solo al suo piacere e per mesi non mi sono neppure chiesta che cosa cercavo per me, ma ho capito di averci azzeccato perché alla fine lui è ritornato da me. Solo che adesso ho tanta paura di perderlo di nuovo.” A questo punto lei si è fermata, colpita dal fatto che mi stesse uscendo la Coca Cola dal naso al ritmo di un implacabile attacco di tosse. L’anidride carbonica ha fatto il resto, procurandomi dei lacrimoni degni di una platea di adolescenti alla decima visione di Titanic, ma permettendomi al tempo stesso di dissimulare i singhiozzi. Accecato dalle lacrime ho colpito il tavolino, rovesciandomi addosso anche il bicchiere di lei. Al contatto con il ghiaccio sono scattato in piedi, rovesciando rumorosamente la sedia sul docile Dobermann della stizzosa signora che mi stava passando dietro. Ho tentato di chiederle scusa, ma scosso ancora dalla tosse tutto ciò che sono riuscito ad ottenere è stato di gocciolarle un po’ di muco dolciastro sulle scarpe,cosa che non l’ha affatto calmata, ma che quantomeno ha distratto il cane.

Quando mi sono riappoggiato al tavolo con entrambe le palme per riprendere fiato Francesca stava di nuovo diteggiando sulla tastiera. “Scusami ma mi ha risposto. Come va, meglio? Dice che gli manco e che senza di me si sta annoiando. Pensi che dovrei dirgli che mi annoio anch’io oppure dovrei farlo stare sulle spine un po’?” Vedi, cara Posta del Cuore, non è che io volessi ferirla, sono convinto che riflettendo meglio avrei potuto trovare risposte più esaustive, ma penso anche che a volte la sintesi, pur richiedendo maggiori sforzi di elaborazione riesca a donare la massima dignità ad ogni singola parola. D’altro canto, MAVAFFANCULO si può ritenere una sola parola? Credo che quella dell’omosessualità sia una fase passeggera. I miei parenti non l’hanno presa bene e dopotutto non credo che riuscirò mai a superare del tutto la mia avversione per il fruscio che fanno quat- tro gambe pelose quando si avvinghiano fra loro. La mia ragazza non mai ha capito fino in fondo quello che mi è successo. Forse fra qualche anno ritroverò le energie per provare a spiegarle meglio… ma forse non ne vale la pena. Guardando al futuro stavo pensando di cercare solo rapporti con donne straniere, fregandomene delle loro esigenze e tagliando i ponti appena la lingua iniziasse a diventarmi familiare: pensi che come idea possa funzionare? In realtà la domanda che mi stava a cuore è questa: che tu sappia, nei monasteri ti prendono a qualunque età?

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