Nella valle dell'energia alla ricerca delle gocce perdute

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NELLA VALLE DELL’ENERGIA ALLA RICERCA DELLE GOCCE PERDUTE Daniela e Bruna Poetini Ed. Ass. P.I.R.



NELLA VALLE DELL’ENERGIA ALLA RICERCA DELLE GOCCE PERDUTE


Da un progetto di Daniela Poetini Illustrazioni di Bruna Poetini Testi di Daniela Poetini Progetto grafico di Francesca Conchieri Si ringraziano per la consulenza tecnico-scientifica Paolo Fiorini e Battista Tiberti per il contributo poetico Bortolo Regazzoli per la sperimentazione delle schede didattiche e i suggerimenti l’Istituto Comprensivo di Capo di Ponte, plesso di Sellero (BS). Un progetto a cura di Associazione Post Industriale Ruralità Con il sostegno di Unione dei Comuni dell’Alta Valle Camonica; Comune di Sellero; Fondazione Tassara; Associazione Casa Panzerini; Fondazione della Comunità Bresciana. ISBN 9788894172621 Finito di stampare in Aprile 2018 Ed. Ass. Post Industriale Ruralità www.postindustriale.it


Sommario

Introduzione

..... pag. 4

Favola “Nella Valle dell’energia…alla ricerca delle gocce perdute” ..... pag. 6 Schede didattiche n°1 - Materia, atomo e molecole ..... pag. 26 n°2 - Acqua ..... pag. 27 n°3 - Magnetismo e forza magnetica ..... pag. 31 n°4 - Elettricità statica o elettrostatica ..... pag. 33 n°5 - Pile e batterie ..... pag. 34 n°6 - Carica elettrica, conduttori e isolanti ..... pag. 35 n°7 - Turbina ..... pag. 36 n°8 - Energia elettrica e alternatore ..... pag. 39 n°9 - La Valle, la storia e il lavoro ..... pag. 41 n°10 - Storia in breve delle prime centrali ..... pag. 43 n°11 - Energie rinnovabili ..... pag. 45 n°12 - Personaggi della storia dell’energia ..... pag. 47 Poesia "Goccia d’acqua” di Bortolo Regazzoli ..... pag. 50 Biografia autrici ..... pag. 51 La Vasca SEB a Novelle di Sellero ..... pag. 52 Il gioco della turbina in fondo al libro


Introduzione Lavorare e vivere in un contesto territoriale come la Valle Camonica, considerata da anni la “Valle dell’Energia”, non può che essere un punto di partenza e di riflessione. Trasmettere ai visitatori di ogni età il patrimonio storico-culturale della Valle è per me motivo d’orgoglio e passione. Ma come comunicare la scienza ai più piccoli? In questi anni di esperienze a diretto contatto con i bambini mi sono spesso confrontata con una materia difficile da spiegare perché impossibile da toccare con mano e vedere con gli occhi. Per riuscire a conoscere i segreti dell’acqua e della sua trasformazione in energia occorre saper andare oltre la normale percezione e vedere l’invisibile... Quel che serve, insomma, è l’immaginazione! Questo scritto nasce proprio perchè voi, piccoli esploratori, possiate seguire il percorso dell’acqua e il fantastico viaggio degli Elettroni, che corrono sui cavi sostenuti dai tralicci. 4


Chi li ha mai visti? DOVE NASCONO?

DOVE VANNO COSÌ DI CORSA? Scopriamolo insieme!

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NELLA VALLE DELL’ENERGIA... ALLA RICERCA DELLE GOCCE PERDUTE La leggenda narra che quando la fata del lago Accadueo incontrò il mago delle tenebre... ...Magnetius ...una meravigliosa avventura ebbe inizio…

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C’era una volta, in tempi antichi, un tranquillo paese incastonato in una splendida vallata alpina, sovrastato da maestose cime e situato ai piedi del perenne ghiacciaio dell’Adamello. Nelle vicinanze si trovava un laghetto, in cui il sole alto nel cielo si specchiava, riscaldandone le acque: qui i bimbi sovente amavano trascorrere le loro giornate, tra tuffi, giochi e risate. Nei mesi invernali il freddo pungente trasformava la gelida acqua in ghiaccio: il lago offriva così l’opportunità di fare scivolate straordinarie e i ragazzi improvvisavano tra loro gare e sfide amichevoli. Il lago era considerato da tutti, grandi e piccini, un luogo affascinante e incantato.

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Si vociferava tra i bambini d’aver sentito i nonni narrare una storia assai curiosa: sembrava che tra le sue acque dolci e cristalline vivesse da millenni una figura magica, misteriosa, ammaliata dal sole e stregata dalla luna... Si diceva fosse l’ultima di una stirpe di Anguane, creature mitologiche ed enigmatiche. La più anziana signora del paese raccontò di averla vista camminare leggera sull’acqua per poi librarsi e volteggiare tra le nuvole e d’aver in quel momento sentito nella vallata echeggiare: “Accadueoooo, Accadueoooooooo...” Da quel giorno quel nome è per tutti un mistero, evocato con timore, è appena sussurrato... ...“Accadueo” 8


Ma ecco che la vita tranquilla del borgo di montagna venne scombussolata da una triste scoperta. Recatisi al lago, i bimbi lo trovarono prosciugato: l’acqua non c’era più, rocce e deserto avevano preso il sopravvento! I piccoli piansero, disperati e afflitti. Gli adulti, allarmati, non riuscivano a darsi una spiegazione: mai cosa simile era successa prima d’allora.

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Senza acqua la vita muore. Nessun essere vivente, vegetale o animale, avrebbe potuto sopravvivere; bisognava trovare al più presto una soluzione! Tutti gli abitanti si raccolsero in piazza, insieme si sarebbero fatti forza e avrebbero trovato l’energia necessaria per superare le avversità. Una figura esile si avvicinò al gruppo, era l’anziana signora, che con voce fievole e tranquilla rassicurava: “Non preoccupatevi, Accadueo ci aiuterà!” E ora vi racconto chi era Accadueo…

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Era un essere dalle sembianze femminili, incantato, magico, forse stregato, che non amava farsi vedere dagli esseri umani; infatti nessuno l’aveva mai incontrato da vicino. Di Accadueo si narrava che facesse parte di un’antica generazione di anguane, si credeva fosse l’ultima della sua stirpe, capace di cambiare aspetto a seconda delle stagioni! Viveva in simbiosi con la natura, parlava con il sole e le nuvole. Proteggeva tutte le goccioline che da millenni vedeva cadere dall’alto o sgorgare dalle sorgenti sotterranee. Nutriva le gocce e le coccolava come fossero figlie sue. Non si preoccupava quando le vedeva scomparire nel fiume: sapeva che, dopo un lungo tragitto verso il mare, le avrebbe viste ritornare... Il calore del sole le faceva volare lassù, nel cielo blu!

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Scendendo a valle, le goccioline avevano un compito molto importante da svolgere: dissetare gli esseri viventi! E l'uomo aveva affidato loro fin dall’antichità un importante lavoro: irrigare i campi e far girare le grandi ruote idrauliche dei mulini, dei magli e delle segherie. Le gocce si sentivano appagate, felici di poter essere utili e di far girare le importanti ruote. Giocherellavano, cantavano e saltavano allegramente tra le grandi pale. Nei mulini le ruote idrauliche facevano girare le pesanti macine di granito che frantumavano le castagne, il grano e il frumento per farne farina, prodotti indispensabili per tanti alimenti, come il pane, la pasta, i biscotti, la polenta... 12


Nei magli mettevano in movimento enormi martelli, utilizzati per dar forma al metallo infuocato, trasformandolo cosĂŹ in utensili utili a molti lavori, come martelli, pale, zappe, secchi...

Nelle segherie, tramite l’albero di trasmissione, la ruota aveva il compito di movimentare il carro su cui venivano posizionati i tronchi che dovevano essere sezionati. I tronchi potevano cosÏ diventare tavole preziose per costruire mobili, pavimenti, soffitti... e persino case intere!

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Svolto il loro compito, le gocce d’acqua riprendevano il loro percorso naturale scendendo verso i laghi e il mare. Lì il sole ridava loro forza e vitalità: riscaldandole piano piano, le riaccompagnava in cielo a formare le nuvole. Le gocce restavano lassù per giorni, in attesa di incontrare l’aria fredda che le avrebbe aiutate a cadere nuovamente al suolo. (vedi Sch. didattica n°2)

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Anche per Accadueo la scomparsa delle goccioline fu una triste rivelazione. Le aspettò invano, per molti giorni, poi decise di intraprendere un lungo viaggio alla loro ricerca: si tuffò impavida nel torrente, lasciandosi trasportare lontano dalla poca acqua ormai rimasta nell’alveo. Viaggiò senza meta, saltando da dirupi e precipizi, attraversando territori sconosciuti e distese immense... ma delle sue amiche goccioline nessuna traccia. Fino a quando, un giorno, giunse in prossimità di un cratere: tutto attorno, solo ruderi e rovine. Si sporse per osservare il fondo della cavità, sperando di vedere l’acqua, invece trovò solo rocce. Il cielo cupo e buio non faceva presagire nulla di buono: il silenzio regnava assoluto, il nulla l’aveva assorbita, nessun essere vivente, nessuna creatura intorno a lei. L’angoscia e la paura l’assalirono.

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Poi si udì un boato e la terra tremò. Apparve un essere dalle sembianze disumane, dal fare spietato e perfido, crudele: era il mago delle tenebre, Magnetius. Aggressivo, le disse: "Vattene dalla mia terra o trasformerò anche te in pietra, come ho fatto con tutti quelli che hanno osato disturbarmi! " Ma Accadueo ormai aveva capito che quell’essere era il responsabile della scomparsa delle sue amiche e replicò “ Non me ne vado finché le mie gocce non verranno liberate! ”

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Si alzò allora da terra una lingua di fuoco che Magnetius lanciò contro l’intrusa. Ma non ci fu nessuna conseguenza. Accadueo era lì, coraggiosa e fiera, decisa a riportare a casa le sue goccioline. Magnetius non riusciva a capire perché i suoi incantesimi non avessero alcun effetto. Volle riprovare e rincarò la dose lanciandole contro la sua stessa essenza di vita, una manciata di magnetite . Sapete bambini che la magnetite è una pietra magica che ha la proprietà di attrarre il ferro ? (Scoprite le sue proprietà nella sch. didattica n°3)

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E accadde ciò che prima di quel momento non era mai successo: le rocce di magnetite, scontrandosi contro Accadueo, si misero a ruotare e con il loro movimento circolare sprigionarono una forza immensa. Le parti più piccole che costituiscono la magnetite si dispersero nell’aria: erano gli

ELETTRONI

che gli umani molti anni più tardi avrebbero usato per produrre Energia Elettrica

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Da quel giorno Accadueo diventò la Regina delle cime e del cielo, Magnetius il potente Re dell’intero pianeta Terra. E le nostre amiche gocce, dove sono finite? Il mago le ha liberate dopo aver stretto con loro un patto: ogni volta che salgono in alta montagna, scendendo, devono passare a trovarlo per poi riprendere a viaggiare! Trascorsero tanti anni dall’incontro di Accadueo con Magnetius…

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...prima che l’uomo imparasse a produrre quell’energia che Accadueo e Magnetius avevano generato nel loro combattimento! Come fece l’uomo? Costruendo le centrali idroelettriche, sperimentando come usare l’acqua per muovere i magneti, inventando il motore elettrico ed imparando a trasportare l’energia degli elettroni.... (scoprili nella sch. didattica n°5 ), in tutto il mondo, attraverso tralicci e cavi metallici. La chiamarono

ENERGIA ELETTRICA

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Ora non esiste più il buio invincibile delle tenebre. Anche quando cala la notte, noi tutti possiamo illuminare la nostra via. Ma facciamo attenzione come usiamo l’energia, perché Accadueo e Magnetius potrebbero esaurirla, per produrla chiediamo alla natura un sacrificio usando l’acqua che servirebbe per i pesci e il bosco

E della nostra Anguana si hanno notizie? Sembra che la nostra amica sia piuttosto dispettosa nei confronti di chi non osserva le regole. Ricordatevi di non lasciare il rubinetto dell’acqua aperto o la luce accesa quando uscite di casa! State attenti voi tutti, bambini e adulti, quando percorrete sentieri e boschi: siate sempre rispettosi della natura! 21


Riuscite a immaginare la nostra vita senza energia o il buio senza luce? Ma non solo... con l’avvento dell’energia elettrica i lavori faticosi, quali quello del mugnaio nei mulini, del fabbro nel maglio, del falegname nella segheria, sono stati facilitati. Il motore elettrico ha sostituito la forza meccanica manuale, consentendo di migliorare le condizioni di lavoro. La costruzione dei grandi impianti idroelettrici ha portato ad una trasformazione sociale e culturale, cambiando e modellando il territorio. Con esse sono nati nuovi mestieri e molte famiglie hanno potuto godere di maggiori opportunità di lavoro. Leggi la descrizione dei lavori che venivano svolti in quegli anni di grande trasformazione. Com’è cambiato il lavoro con le nuove tecnologie? Gioca a riconoscere gli utensili e strumenti di ogni mestiere, quelli passati e quelli impiegati oggi.

IL CUSTODE DELLE DIGHE - Era un buon sciatore perché doveva raggiungere gli impianti anche d’inverno con il rischio di infortuni frequenti; i controlli ed i lavori venivano effettuati manualmente; restavano isolati anche per lunghi periodi. MONTATORE DI PALI - Con abilità tecnica e fisica utilizzava le staffe monta pali per salire in verticale e montare pali e tralicci. 22


TESATORE DI CAVI - Usavano bobine di cavi elettrici in AT alta tensione trascinando i cavi a mano da un traliccio all’altro. TECNICO DI CENTRALE - Controlli e manovre su paratoie, traverse e scarichi venivano fatti manualmente, dovevano essere eseguite alla perfezione, l’errore umano poteva essere causa di grossi disguidi. IL FABBRO - Assemblava e forgiava componenti in metallo arroventandoli e poi battendoli con il maglio e a mano, aiutato da tenaglie e mazze. Era anche addetto all’affilatura e riparazione di attrezzi da lavoro. IL FERROVIERE - Addetto allo scambio di treni merci per il trasporto di macchinari necessari alla costruzione delle centrali prima e delle industrie poi, successivamente per il lo scambio di materie prime e di prodotti lavorati. LO SCALPELLINO - Colui che lavorava la pietra scavando gallerie, sbozzando elementi architettonici e liberando spazi per le centrali nelle montagne. Era un lavoro duro e pericoloso per la presenza nella pietra di silicio che faceva ammalare di silicosi, pericolo che condividevano con i minatori. Gli scalpellini della Valcamonica erano famosi per la loro abilità tecnica e vennero chiamati in tutta Italia e all’estero per prestare le loro maestranze. 23


Collega il lavoratore al suo strumento di lavoro...prima a quello antico (in fotografia) e poi a quello contemporaneo, descritto nella pagina accanto. (Trovi le combinazioni corrette a pagina 46)

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LO SCALPELLINO

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IL CUSTODE DELLE DIGHE IL FERROVIERE IL FABBRO

2

TESATORE DI CAVI TECNICO DI CENTRALE MONTATORE DI PALI

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5 24


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8

9 25

A-

maglio elettrico e tornio

B-

elicottero e sistemi di controllo computerizzati

C-

elevatore a cestello

D-

elicottero

E-

sistemi computerizzati di controllo in remoto (a distanza)

F-

motore per trazione elettrica

G-

taglierine elettriche e martello pneumatico


Scheda 1 Materia, atomo e molecole La parola materia deriva dal latino “mater” e significa “madre” in quanto è l’origine di tutti gli elementi. Sia di quelli “semplici”, come l’acqua, l’ aria e la terra, sia di oggetti complessi, prodotti dall’uomo, usati comunemente, come un libro, una gomma o un telefono cellulare. Tutte queste forme di materia hanno in comune proprietà fondamentali quali: - il volume, spazio occupato dall’oggetto che stiamo osservando; - la massa, quantità di materia necessaria per formare l’ oggetto. La materia è fatta di particelle piccolissime chiamate atomi visibili solo con potenti microscopi. L’ atomo è indivisibile, infatti gli atomi si presentano sempre legati tra loro per effetto di speciali legami chimici e formano le molecole. Gli elementi sono sistemi caratterizzati da atomi dello stesso tipo, i composti sono sistemi formati da molecole contraddistinte dalla presenza di più elementi chimici. L’acqua è un composto minuscolo formato da due atomi di idrogeno e un atomo di ossigeno. 26


Scheda didattica 2 Acqua H2O

Composizione chimica: 2 atomi di idrogeno e 1 atomo di ossigeno L’acqua esiste sulla terra sotto tre forme diverse: solida, liquida e gassosa. L’aspetto più conosciuto è quello liquido. Alla temperatura di 0 gradi centigradi l’acqua può passare dallo stato liquido a quello solido. Grazie al sole che la riscalda da solida invece diventa liquida o aerea e invisibile, trasformandosi in vapore acqueo. 27


Sul nostro pianeta l’acqua si trova sempre nella stessa quantità, ma subisce costantemente trasformazioni e movimenti tra atmosfera e terra (ciclo dell’acqua). La causa motrice di tutto è il sole, la stella madre, attorno al quale orbitano gli otto pianeti del sistema solare, tra cui la terra.

Il sole emette una gran quantità di energia sotto forma di radiazioni elettromagnetiche (o radiazioni solari); di queste la parte a noi visibile è la luce. Esse permettono di mantenere sulla terra la temperatura ideale e molti processi indispensabili per la vita di tutti gli esseri viventi. La stessa energia regola il clima e la maggior parte dei fenomeni meteorologici.

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Le previsioni meteorologiche sono molto importanti per programmare la produzione giornaliera di energia idroelettrica (energia prodotta sfruttando la caduta dall’alto dell’acqua che consente di far girare la turbina, vedi sch. didattica n°7). Fin dall’antichità l’uomo può prevedere il tempo osservando le nuvole. Impariamo a conoscere il cielo e il motore della vita sulla terra, il sole! All’osservatore il cielo può presentarsi: - sereno, sgombro di nubi - mezzo coperto, con nuvole non uniformi e spazi di sereno - coperto, con strati uniformi di nubi: in questo caso si possono avere precipitazioni sotto forma di pioggia, neve o grandine. 29


Le nubi sono ammassi di minutissime goccioline d’acqua o di cristalli di ghiaccio, che si formano nell’atmosfera ad altezze che variano tra i 500 e i 12.000 metri. Le nubi si formano per condensazione (goccioline liquide), per sublimazione (cristalli di ghiaccio) o per evaporazione dell’acqua (dell’umidità atmosferica continuamente alimentata dalla superficie terrestre), sia essa di fonte inorganica (acque superficiali – terreni) o di fonte organica (vegetali – animali). Il fenomeno di formazione delle nubi è dovuto al fatto che il vapore acqueo, salendo verso gli strati più freddi dell’atmosfera, si condensa attorno alle particelle di pulvi-

scolo presenti nell’aria. Le nuvole vengono classificate in base alla loro distanza dalla terra in - nubi superiori (o nubi alte) oltre i 6000 metri: vengono definite cirri, cirrocumuli o cirrostrati; indicano un cambiamento del tempo; - nubi medie tra i 6000 e i 2000 metri, chiamate altocumuli e altostrati; di frequente portano pioggia e neve; - nubi inferiori (o nubi basse) al di sotto dei 2000 metri, dette stratocumuli e stratonembi; le nubi a sviluppo verticale, che sono definite cumuli e cumulonembi, portano temporali. 30


Scheda 3 Magneti e forza magnetica La magnetite ha la proprietà di attrarre il ferro e alcuni tipi di metalli che lo contengono, detti ferromagnetici, tramite una forza detta magnetica. Ci sono varie ipotesi sulla scoperta della magnetite, una di queste narra che i Greci rintracciarono nella località di Magnesia in Asia Minore un minerale dalle capacità attrattive. Decisero di chiamarlo “Magnes lithos” o pietra di Magnesia da noi conosciuta come magnetite e dalla quale si ottengono i magneti. I magneti possono avere forme e misure diverse ma tutti possiedono due estremità chiamate poli, il Polo Sud e all’opposto il Polo Nord, esattamente come i poli della terra. Se avviciniamo il Polo Nord di un magnete al Polo Sud di un altro si attraggono. Viceversa se avviciniamo due poli dello stesso tipo si respingono. 31


Avete mai visto una bussola e osservato il suo ago? É magnetico! Serve per orientarsi e per indicare il nord. L'ago che indica il nord torna sempre nella stessa posizione per seguire il campo magnetico terrestre. Infatti il nostro pianeta grazie al proprio nucleo metallico, alla crosta terrestre e all’atmosfera crea una forza magnetica. Per questo motivo si parla di campo magnetico terreste e ha due estremità: il Polo Nord e il Polo Sud. Potete provare anche voi a costruire una bussola galleggiante. Prendete un pezzetto di ferro ad esempio un chiodo e strofinatelo su un magnete (calamita). Prendete il chiodo e appoggiatelo su un tappo di sughero tagliato, ponetelo in una bacinella d'acqua: galleggiando il chiodo si orienta, seguendo il campo magnetico della terra. E come per magia è diventato magnetico! Ora provate ad appoggiare lo stesso chiodo su una foglia e fatelo galleggiare su una pozza d’acqua ferma, si orienterà sempre verso il nord. Questo esperimento vi consente di verificare la presenza del magnetismo naturale, che permette di trasferire le proprietà magnetiche ad altri oggetti metallici. 32


Scheda 4 Elettricità statica o elettrostastica Provate un simpatico esperimento: prendete una penna di plastica o un palloncino gonfiato e strofinateli con un panno di lana. La penna e il palloncino acquistano così una carica elettrica; avvicinandoli ad alcuni pezzetti di carta, noterete che questi vengono attirati, questo fenomeno viene definito elettrizzazione per strofinio. Tutte le cose sono costituite da particelle (atomi) formate da cariche positive e negative. Lo strofinamento consente di separare i due tipi di cariche e indurre i fenomeni sopra descritti generando campi elettrici. Questi campi elettrici sono costituiti da elettricità statica cioè con cariche ferme. L’elettricità con cariche ferme non è quella che corre sui fili metallici e viene usata nelle case. Questa infatti, a differenza della prima, ha cariche in moto. È possibile costruire dispositivi che mettano in evidenza la presenza di corpi carichi elettricamente: questi dispositivi sono detti elettroscopi. Potete realizzare un elettroscopio rudimentale chiamato versorio. Prendete uno stuzzicadenti e fissatelo su un tappo di sughero. Piegate un foglio di carta o di alluminio in modo che possa ruotare liberamente e mettetelo sulla cannuccia verticale: esso si mette in rotazione quando lo si avvicina a un palloncino elettrizzato. 33


Scheda 5 Pile e batterie elettriche Le pile elettriche sono dispositivi in grado di generare correnti elettriche. La pila è costituita da una singola cella. La batteria è costituita da una serie di celle. Nella pila si forma energia grazie ad una reazione chimica, per questo viene detta energia chimica. Il dislivello energetico dato dalla diversa carica di due metalli mette in movimento gli elettroni. Gli elettroni (simbolo e-) possono cosĂŹ muoversi dallo zinco (polo -) al rame (polo+) spostandosi lungo un filo metallico, che se viene unito alle due estremitĂ della pila, forma un circuito chiuso. Proviamo a costruire una pila molto simile a quella inventata nell’800 da Alessandro Volta, facendo 1 2 particolare attenzione alla sequenza, utilizzando: (1) dischi di rame, (2) dischi di zinco, facilmente reperibili in ferramenta; (3) dischi di feltro (possiamo 3 farli utilizzando la lana di pecora); (4) una soluzione umida (succo di limone, arancia, aceto, acqua e 4 sale). Per sostenere la nostra pila possiamo usare dei materiali riciclati, come un pezzo di polistirolo e dei 5 (5) bastoncini di legno dei ghiaccioli. 34


Scheda 6 Carica elettrica, conduttori e isolanti Un campo elettrico è un campo di forze prodotto da cariche elettriche, si crea attorno ai cavi e agli apparecchi elettrici accesi. In presenza di barriere artificiali (come muri o edifici) e naturali (come alberi o montagne) il campo elettrico si indebolisce. Le cariche elettriche sono di due tipi, positive e negative: cariche dello stesso tipo si respingono, cariche di tipo opposto si attraggono. La carica elettrica è composta da atomi con neutroni (elettricamente neutri), protoni (dotati di carica elettrica positiva), ed elettroni (dotati di carica elettrica negativa). Gli atomi hanno lo stesso numero di elettroni e di protoni; sono elettricamente neutri. La corrente elettrica è costituita da un flusso di elettroni che sono liberi di muoversi e corrono su un filo metallico. Per questo motivo i conduttori dei cavi elettrici sono realizzati in metallo, generalmente rame o alluminio, mentre il rivestimento isolante è di plastica o gomma, un materiale che non disperde le cariche elettriche. Esistono due fonti di campi elettromagnetici: - naturale, derivante da sole, stelle e fenomeni metereologici; - artificiale, come gli elettrodomestici, i computer , gli utensili elettrici che utilizziamo tutti i giorni. È importante fare attenzione all’uso eccessivo di apparecchi elettrici (computer, radio, televisore, asciugacapelli, forno, lavatrice…); impariamo ad usarli tenendoli alla massima distanza utile e a non lasciarli accesi inutilmente! 35


Schede didattica 7 Turbina Una turbina è una macchina che trasforma l’energia cinetica e di pressione dell’acqua in energia meccanica. Una turbina è costituita da una parte fissa detta distributore (ha il compito di indirizzare l’acqua verso la turbina), e da una parte mobile, detta girante (il cuore della turbina). L’acqua in movimento entra nella turbina, viene regolata mediante il distributore e agisce sulle pale del rotore mettendolo in rapido movimento. Nel caso della produzione elettrica, il movimento rotatorio del rotore viene quindi trasferito mediante un albero di trasmissione ad un alternatore, che produce energia elettrica. Distributore

Girante

Alternatore

Trasformatore

Esistono diverse tipologie di turbine, a seconda del salto utile (dislivello tra la diga e la centrale); il dislivello determina la pressione dell’acqua e quindi la potenza erogata dalla turbina: turbine idrauliche ad azione e a reazione. Nelle turbine ad azione l’energia di pressione viene trasformata tutta in energia cinetica nel distributore; in seguito l’acqua attraversando la girante trasformerà la sua energia cinetica in energia meccanica mettendo in movimento l’albero di trasmissione. Albero di trasmissione

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La turbina Pelton è solitamente impiegata per dislivelli di oltre 400 metri, in alcuni casi può essere impiegata anche per salti inferiori, comunque maggiori di 150 metri. Il suo principio di funzionamento rispecchia quello della classica ruota a pale dei vecchi mulini. L’acqua viene incanalata in una condotta forzata, al termine della quale è presente il distributore dove si ha un restringimento della sezione e qui avviene la trasformazione dell’energia di pressione in energia cinetica. L’ugello del distributore ha la funzione di regolare la quantità di acqua (o portata) e quindi la potenza erogata dalla turbina.

Girante Nelle turbine a reazione, quali la Francis e la Kaplan, l’energia cinetica di velocità dell’acqua viene incrementata nel rotore. La turbina a reazione Francis sfrutta dislivelli medi (fino a 400 metri). Il suo aspetto esterno è quello di un grosso tubo a forma di spirale chiamato “chiocciola”, che ha il compito di indirizzare l’acqua sulle pale del distributore; tali pale possono essere movimentate, così da permettere di regolare la quantità di acqua in ingresso e, di conseguenza, la potenza elettrica prodotta. Dopo aver attraversato il distributore, l’acqua giunge nella girante mettendola in rotazione. 37

Chiocciola Distributore


Alternatore La turbina Kaplan e la turbina di nuova generazione detta a bulbo vengono utilizzate per dislivelli bassi e limitati a pochi metri. La turbina Kaplan è sommersa direttamente nell’acqua e il suo funzionamento è molto simile alle pale dell’elica di una nave.

Turbina

La turbina a bulbo è simile alla Kaplan e può essere introdotta direttamente nella condotta forzata; il Bulbo contiene anche la parte elettrica dell’alternatore. Solitamente questo tipo di turbine vengono impiegate nelle centrali mareomotrici (centrali che sfruttano il moto ondoso delle maree). Gli impianti che vengono costruiti in prossimità della foce dei fiumi possono così sfruttare la corrente d’acqua in entrambe le direzioni.

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Scheda didattica 8 Energia elettrica e alternatore

Albero di trasmissione Alternatore

L’energia viene definita come la capacità di svolgere un lavoro: può essere meccanica, termica, nucleare, chimica ed elettrica. Se l’acqua, così come un qualsiasi altro oggetto, si trova in alto rispetto al centro di gravità della terra, possiede un’energia potenziale: grazie alla forza gravitazionale* e alla sua caduta, può svolgere un lavoro. Si parla, infatti, di trasformazione dell’energia dell’acqua che, scendendo all’interno delle condotte forzate si trasforma da energia potenziale a energia di pressione che a sua volta verrà convertita in energia cinetica.

* Tale forza fu scoperta da Newton nel 1687: la leggenda narra che si sedette sotto un melo, una mela cadde dall’albero colpendo la sua testa e questo evento lo fece riflettere su quella che sarebbe diventata “legge di gravitazione universale” 39

Turbina


All’interno della centrale, l’energia cinetica viene trasformata attraverso la turbina in energia meccanica ed infine, grazie all’alternatore, in energia elettrica. L’energia meccanica della turbina mette in moto l’alternatore. L’alternatore è composto da due parti: rotore e statore. Sul rotore ci sono gli elettromagneti che sono liberi di ruotare. I conduttori sullo statore sono soggetti ad un campo magnetico variabile (dato dalla rotazione degli elettromagneti) qui vengono indotte delle differenze di potenziale e se il circuito alimentato dall’alternatore è chiuso farà circolare una corrente elettrica (vedi sch. didattica n°5). La legge fisica determinata da Faraday-Neumann nella prima metà dell’Ottocento enuncia che “conduttori quali il ferro, l’oro il rame e l’argento- immersi in un campo magnetico variabile inducono una corrente elettrica”. Grazie a queste intuizioni si vedrà un notevole sviluppo nel campo dell’energia elettrica, della produzione e della distribuzione. È grazie al trasformatore che l’energia “alternata” può essere trasportata a lunghe distanze sui tralicci, attraverso i cavi metallici. Il trasformatore ha il compito di alzare la tensione (volt) e abbassare la corrente (ampère), mantenendo così inalterata la potenza e riducendo le perdite. Quando arriva nelle vicinanze delle abitazioni, la tensione viene abbassata a 220v, così da consentirne l’utilizzo per uso domestico. La potenza dell’energia elettrica viene espressa in watt (= volt x ampere).

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Scheda didattica 9 La Valle Camonica, la storia e il lavoro Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento l’uomo intuì come sfruttare al meglio l’energia dell’acqua per trasformarla in energia elettrica e si dedicò alla costruzione di complicate opere di presa per catturare l’acqua e convogliarla verso le centrali, utilizzando dei sistemi meccanici. In Valle Camonica (vallata alpina della provincia di Brescia) si verificò un fenomeno denominato “febbre idroelettrica”: sempre più aziende chiedevano il diritto di utilizzare le acque del bacino imbrifero (terreno o zona nei quali si raccolgono le acque piovane) del ghiacciaio dell’Adamello. Centinaia di uomini hanno lavorato in questi grandi cantieri, alcuni sacrificando la propria vita. Con sudore e fatica hanno spaccato pietre, esposti alle intemperie della montagna, hanno scavato gallerie nelle viscere della terra, immersi nell’oscurità, hanno visto giorno dopo giorno nascere la diga e la centrale idroelettrica. L’acqua che scorre verso valle viene trattenuta in montagna da una diga o sul fiume da una traversa fluviale, sbarramenti artificiali che consentono di captare l’acqua e convogliarla, attraverso le gallerie ed enormi tubi (condotte forzate), verso la centrale idroelettrica. Le dighe vengono costruite dopo attente valutazioni e accurati studi ingegneristici; sono ancorate a rocce solide e costruite in calcestruzzo a gravità alleggerita, gravità ad arco e gravità massiccia. 41


Dalla diga l’acqua viene canalizzata in gallerie di derivazione, sino a giungere all’imbocco delle condotte forzate, costruite e saldate in lamiera d’acciaio, le quali hanno il compito di indirizzarla verso le pale della turbina. Scendendo l’acqua acquista velocità, trasforma la sua energia potenziale in energia di pressione ed energia cinetica. Raggiunta l’estremità delle condotte forzate, l’acqua entra in centrale dove si trovano i macchinari idraulici, le turbine trasformano l’energia cinetica e di pressione in energia meccanica; sono poi Alternatore

Condotte forzate

gli alternatori che trasformano l’energia meccanica fornita dalle turbine in energia elettrica. È compito infine dei trasformatori modificare le caratteristiche di tensione e corrente, in modo da rendere più efficiente il trasporto dell’energia elettrica. Dopo aver svolto l’importante compito di far girare la turbina, l’acqua viene rilasciata nell’alveo naturale del fiume, così che possa continuare il suo viaggio verso il mare.

Traliccio

Trasformatore

Turbina

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Scheda didattica 10 Storia in breve delle prime centrali Nel 1883 entrò in funzione a Milano “Santa Radegonda”, la prima centrale termoelettrica in Europa: era in grado di illuminare 1200 lampade (lampada a 16 candele con filamento a carbone). L’energia prodotta fu utilizzata inizialmente per l’illuminazione pubblica di strade e locali. In Italia il settore idroelettrico ebbe un ruolo importante e fondamentale per l’industrializzazione, soprattutto nel settore tessile e siderurgico. Grazie all’abbondanza d’acqua e alle forti pendenze, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento in Valle Camonica si assistette alla nascita e allo sviluppo del sistema idroelettrico. Nell’arco di un secolo, lo sfruttamento delle risorse idriche del ghiacciaio dell’Adamello e la costruzione degli impianti idroelettrici hanno profondamente modificato il paesaggio che ci circonda, garantendo però, al contempo, una fonte di reddito a molte persone. Nel 1886 venne costruita a Gratacasolo, nel Comune di Pisogne, la prima centrale idroelettrica della Valle Camonica. A Brescia l’illuminazione pubblica venne invece introdotta circa dieci anni più tardi, nel 1894. Nacquero così le prime Società Cooperative e le grandi Società elettrocommerciali: 1890 Breno Società Cooperativa Brenese 1904 Borno Società Elettrica di Borno 1906 Gratacasolo SEB – Società Elettrica Bresciana 1907 Fresine SGEA Società Generale Elettrica Adamello 43


1907-11 Cedegolo SEB Società Elettrica Bresciana (dal 2008 di proprietà del Comune e sede del museo dell’energia idroelettrica) 1909 Darfo Ferriere di Voltri 1910 Cedegolo SGEA Società Generale Elettrica Adamello 1913 Isola SGEA Società Generale Elettrica Adamello 1917 Valle Adamè SGEA Società Generale Elettrica Adamello 1919 Campellio SGEA Società Generale Elettrica Adamello 1922 Temù SGEA Società Generale Elettrica Adamello 1928 Baitone SGEA Società Generale Elettrica Adamello 1925-29 Sonico SGEA Società Generale Elettrica Adamello 1940 Salarno Cisalpina SGEA Società Generale Elettrica Adamello 1940 Cividate Cisalpina SGEA Società Generale Elettrica Adamello 1950 Cedegolo Edison Nel 1962, con il decreto n.1643 del 6 dicembre, il settore elettrico venne nazionalizzato: nacque ENEL, Ente Nazionale per l’Energia Elettrica. Entrano in funzione 1974 S.Fiorano Cedegolo ENEL (Ente Nazionale Energia Elettrica) 1983 Edolo ENEL (Ente Nazionale Energia Elettrica) 44


Scheda didattica 11 Energie rinnovabili Negli ultimi anni le nuove tecnologie hanno permesso un notevole sviluppo dei materiali utilizzati e le energie rinnovabili assumono oggi un ruolo fondamentale; possono soddisfare il fabbisogno energetico preservando e tutelando l’ambiente in cui viviamo. L’uso dell’energia rinnovabile quale è quella prodotta con l’acqua, (che abbiamo imparato a conoscere attraverso le schede di approfondimento) ha un legame profondo con il territorio della Valle Camonica. Partiamo dal presupposto che per energia rinnovabile si intende l’utilizzo, lo sfruttamento e la trasformazione di un’energia che non consuma le risorse naturali! L’energia rinnovabile viene prodotta da - centrali idroelettriche, sfruttano l’energia di pressione 1 dell’acqua, dovuta alla caduta, per far girare le ruote idrauliche collegate ad un generatore di corrente elettrica; - centrali solari/termiche: le centrali solari con pannelli fotovoltaici (2) convertono diretta2 mente le radiazioni solari in energia elettrica; le centrali solari termiche (1) utilizzano le radiazioni solari per produrre vapore ad alta pressione, grazie al quale si aziona una 45


turbina che è collegata a sua volta ad un generatore elettrico; - centrali a biomassa, usano combustibili legnosi e vegetali, recuperati dalla pulizia dei boschi, dagli scarti di lavorazione del legname delle segherie, o da scarti vegetali quali possono essere noccioli di oliva, scarti di mais e granoturco ecc.; - centrali geotermiche, sfruttano il calore naturale delle profondità terrestri (3). In questo caso ci viene “regalato” dalla terra. Il vapore viene portato in superficie attraverso tubazioni e inviato alla turbina. Come per gli altri tipi di centrali che abbiamo visto l’energia viene trasformata in energia meccanica di rotazione, trascinando l’asse che è collegato al rotore dell’alternatore; - centrali eoliche, l’energia eolica si avvale del vento per generare energia elettrica. Le centrali utilizzano delle grandi pale (4), dette aeromotori eolici, che possono però essere installati solo in zone molto ventose. In Italia la zona più indicata sembra essere quella della dorsale degli Appennini.

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Le combinazioni corrette del gioco a pagina 25 TESATORE DI CAVI 3 - D e C TECNICO DI CENTRALE 5 - E MONTATORE DI PALI - 6 - D 46

LO SCALPELLINO 1, 2 - G IL CUSTODE DELLE DIGHE 5 - B IL FERROVIERE 9 - F IL FABBRO 4, 8 - A

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Scheda didattica 12

noto a tutti per aver inventato la pila, che permise un uso sempre più diffuso dell’energia elettrica. Da lui prende il nome l’unità di misura della tensione nel Sistema Internazionale: volt (V).

Personaggi della storia dell’energia elettrica Tàlete di Milèto - Astronomo, matematico e filosofo dell’antica Grecia (600 a.C). A lui vengono attribuite le prime ricerche e scoperte sui fenomeni dell’elettricità statica. Isaac Newton (1642-1727) inglese, è stato un matematico, fisico, filosofo naturale, astronomo, teologo e alchimista. Sua è la legge gravitazionale. Alessandro Volta (17451827) - Fisico di fama mondiale, 47

Andrè Marie Ampère (17751836) - Fisico francese noto per aver scoperto le relazioni tra elttricità e magnetismo. Porta il suo nome l’unità di misura della corrente elettrica “Ampère” Franz Ernst Neumann (17981893) - Fisico tedesco, ha espresso in forma matematica la legge dell’induzione elettromagnetica. Michael Faraday (1791-1867) Fisico e chimico britannico. Faraday ha contribuito in maniera determinante alla conoscenza dei


fenomeni elettrici con una serie di esperimenti in cui scoprì l’induzione elettromagnetica.

Antonio Pacinotti (18411912) - Fisico italiano, celebre per aver inventato la dinamo, prima macchina per convertire l’energia meccanica in elettrica.

Antonio Meucci (1808-1889) - È l’inventore del telefono: purtroppo l’invenzione non gli venne inizialmente riconosciuta, essendo attribuita all’americano Bell.

Thomas Alva Edison (18471931) - Inventore nordamericano, celebre per l’invenzione della lampada ad incandescenza.

Nikola Tesla (1857-1943) - Fisico statunitense di origine jugoslava, famoso per i suoi studi sulle correnti alternate ad altissima frequenza, dette “Correnti di Tesla”, e per le teorie e i brevetti di motori asincroni. Realizzò il primo motore elettrico a induzione a corrente alternata. Nel 1895 progettò la grande centrale idroelettrica della Cascate del Niagara (USA)

Galileo Ferraris (1847-1897) - Fisico italiano di fama mondiale, celebre per i suoi studi sul campo magnetico rotante e sulla teoria del motore asincrono. Guglielmo Marconi (18741937) - Scienziato italiano, celebre per aver inventato la radio. Realizzò e perfezionò il telegrafo senza fili. Iniziò le sue esperienze sulle onde elettromagne48


tiche come mezzo per stabilire comunicazioni a distanza senza il collegamento di fili. Albert Einstein (1879-1955) Fisico e filosofo tedesco, naturalizzato svizzero e statunitense. E = mc2 è l’equazione che esprime l’energia nucleare: E indica l’energia contenuta o emessa da un corpo, m la sua massa e c la costante velocità della luce nel vuoto. Russell Ohl (1898-1987), intorno al 1940 scoprì la formazione di una corrente elettrica quando un campione di silicio, che presentava alcune discontinuità e impurità, era esposto alla luce solare. L’invenzione fu perfezionata negli anni suc49

cessivi ad opera di Daryl Chapin (1906-1995), Calvin Fuller (1902-1994) e Gerald Pearson (1905-1987). La scoperta dei semiconduttori a base di silicio hanno reso possibili, oltre alle celle fotovoltaiche, anche i transistor per i calcolatori elettronici. Giovanni Francia (1911-1960), matematico ed ingegnere italiano, noto nel mondo come pioniere delle centrali solari termiche. Martin Cooper (1973) - Ingegnere che lavorava per Motorola, usò per la prima volta un cellulare per chiamare un potenziale concorrente nel mercato della telefonia mobile. Dieci anni dopo, nel 1983, furono venduti sul mercato, i primi cellulari.


Goccia d’acqua

di Bortolo Regazzoli

Goccia d’acqua quanti prati hai irrigato quanti chicchi di grano hai dissetato quante valli hai modellato quante guance hai solcato. Scendi, ti riscaldi, evapori, diventi leggera, ti fai cullare risali scompari il vento ti rapisce e paesi lontani ti porta a visitare. Quando vuoi farti notare atterri leggera danzando imbiancando piante, prati, tetti, strade.

A valle velocemente corri accumuli forza la liberi facendo girare turbine di centrali per illuminare ruote di mulini per macinare. Ti avvii calma verso il mare dove incontrerai le correnti del vento per tornare. Goccia d’acqua in te è riposta la memoria il segreto della vita. 50


Daniela Poetini

Bruna Poetini

Nata a Breno nel 1971 risiede a Sellero. Co-fondatrice dell’associazione Post Industriale Ruralità (dal 2012) per la quale è responsabile delle visite guidate e percorsi escursionistici sul territorio di Valle Camonica ha progettato e mappato i percorsi del Sistema Idroelettrico Minerario di media Valle. Atleta della Federazione Ciclistica Italiana nel 2016 è diventata Guida dell’Accademia Nazionale di Mountain Bike. Svolge attività di operatore culturale in progetti didattici sulla tecnologia industriale e la storia del territorio, ha collaborato con l’Università degli studi di Bergamo e il Sistema Musei di Valle Camonica per Comunità Montana di Valle Camonica. Per anni ha lavorato come guida presso la Centrale Idroelettrica ENEL di Edolo (BS) e presso il museo dell’energia idroelettrica di Cedegolo (BS) nel ruolo di responsabile organizzativa delle attività didattiche.

Nata nel 1988 è laureata in Giurisprudenza e diplomata in Illustrazione, coltiva le sue passioni, il Diritto e l’illustrazione tra la Valle Camonica e Brescia dove vive e lavora come avvocato. La sua più alta ambizione è stimolare la fantasia dei bambini attraverso i suoi disegni. Tra le pubblicazioni: copertina del libro “Guida per viaggiatori della Terra di Mezzo”, di R. Fontana, edizioni. L’Età dell’Acquario (2010); “La Seduta”, del Prof. E.Anati, edizioni Associazione Culturale Atelier (2013); un suo contributo appare sull’opera dedicata alla memoria dell’artista Robin Williams: ROBIN: Fan & Art Tribute to Robin Williams – Mad Artist Publishing (USA) (2014). Calendario Naturalistico 2016 per l’Ente Parco Dell’Adamello . Opuscolo ASL BS, Il latte materno (2016). www.brunapoetini.it 51


Il Gioco della turbina

Questo gioco ha lo scopo di scoprire e svelare le parti della turbina, promuovendo al contempo azioni eco-sostenibili applicabili nella vita quotidiana. Per giocare occorrono 1 dado, pedine segnaposto che puoi ritagliare nelle pagine successive. Regole del gioco Giocatori - possono partecipare da 2 a 4 giocatori Inizio del gioco - si avanza di tante caselle secondo il numero ottenuto con il lancio del dado. Attenzione controlla il colore della casella, se VERDE o NERA sei in una situazione particolare, può succedere qualcosa! Se arrivi in una casella con il solo numero o con colore blu, rosso, giallo, non ha nessuna importanza. Partenza - Il gioco inizia con l’ingresso dell’acqua sulla parte esterna della turbina chiamata distributore fisso o “chiocciola” Traguardo - I l vincitore è chi arriva prima sulla casella 63 Colori caselle Giallo: Lampadina, Energia elettrica; Blu: Goccia, Acqua; Rosso: Magnete, Magnetismo; Nero: Inquinamento, spreco; Verde: Risparmio, energetico. Situazioni particolari N° 3 nero: Hai lasciato la luce accesa di giorno e hai assorbito troppa energia! STAI FERMO 1 GIRO N° 5 verde: Mentre spazzoli i denti ti sei ricordato di chiudere l’acqua, BRAVO! Tu risparmi e l’ecosistema ringrazia. Ricorda che il rubinetto aperto per solo 1 minuto comporta uno spreco di acqua da 2 a 6 litri. TIRA ANCORA IL DADO N° 9 nero: La mamma ha dimenticato il carica batterie del telefono

attaccato alla presa, sta continuando ad assorbire energia! STAI FERMO UN GIRO N° 11 verde: Tuo papà è andato in bici al lavoro, la tua famiglia risparmia e l’aria che respiriamo ringrazia! AVANZA DI 5 CASELLE N° 15 nero: La mamma ha usato troppo detersivo per lavare i piatti, i pesci soffrono! TORNA INDIETRO DI 7 CASELLE N° 18 verde: Hai raccolto le carta da terra e le hai buttate nei contenitori della raccolta differenziata, BRAVO! TIRA ANCORA IL DADO N° 20 nero: Hai lasciato il frigorifero aperto e sprecato energia inutilmente! TORNA INDIETRO DI 3 CASELLE N° 22 verde: Ora l’acqua entra sulle pale del distributore mobile, la quantità di acqua può variare a seconda dell’apertura di esse, ora può mettere in movimento la girante. AVANZA VELOCEMENTE DI 5 CASELLE N° 27 verde: Sei stato veloce a fare la doccia e non hai sprecato l’acqua, BRAVO! AVANZA DI 4 CASELLE N°36 verde: Fuori fa freddo e ti sei ricordato di chiudere porte e finestre, BRAVO! TIRA ANCORA I L DADO N° 38 verde: L’acqua entra nel cuore della turbina “la girante Francis, è la parte rotante sulla quale è fissato l’albero di trasmissione. TIRA ANCORA IL DADO N° 42 nero: in questo momento l’acqua è ancora prigioniera della turbina! SARAI LI BERO SOLO QUANDO USCIRA’ UN 4 N° 45 verde: Hai ricordato al papà di spegnere la macchina quando siete in coda! TIRA ANCORA IL DADO N° 54 verde: L’acqua non è ancora giunta nello scarico ed ha fretta di ritornare libera nel fiume. TIRA ANCORA IL DADO N° 57 nero: L’acqua è stanca, ha ceduta tutta la sua energia cinetica e di pressione alla turbina, ha bisogno di riposare. STAI FERMO 1 GIRO

N° 63 HAI VINTO Sei arrivato allo scarico della turbina, l’acqua ha svolto il suo compito: far girare la turbina e l’albero di trasmissione! Ora può tornare finalmente libera nel corso naturale del torrente e può scendere verso il mare!!!


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Associazione Post Industriale Ruralità si occupa di ricerca e divulgazione del patrimonio industriale, nuove strategie per una nuova ruralità, arte contemporanea. La sua sede sono le ex fornaci da calce della ditta SEFE divenute il Centro 3T (Sellero, Bs). L’associazione da alcuni anni sta curando l’allestimento di un sito nato come vasca di accumulo dell’acqua per l’alimentazione di una centrale idroelettrica. La Vasca SEB in Novelle di Sellero, belvedere sui terrazzamenti della media Valcamonica, è diventata un percorso museale fruibile con congegni ottici storici; un sistema di passerelle che con caschetti permette di addentrarsi in condotte forzate e pozzi; un centro di orto terapia e percorso multisensoriale. Qui attraverso il verde si abilita e riabilita ad un nuovo benessere psicologico e fisico; si sperimenta l’ascolto attraverso un allestimento di sound design e si impara a comprendere le dinaminche socio economiche che hanno determinato il nostro tempo in questo territorio montano. Dalla Vasca SEB partono suggestivi sentieri, percorribili a piedi e in Mountain Bike sui quali ci si può avvalere dell’accompagnamento della guida che li ha tracciati e mappati in gps. A dieci minuti di cammino dalla stazione ferroviaria di Cedegolo, a ridosso della suggestiva frazione di Novelle, la Vasca SEB è attrezzata anche per pick nick, giornate di attività didattiche ed educative alla scoperta del patrimonio ambientale e storico industriale, sede di eventi, corsi e incontri per tutta la primavera ed estate. Il restauro del sito è avvenuto nel 2012 ad opera del Comune di Sellero; in gestione ad Associazione PIR dal 2016, nel 2018 grazie al doppio sostegno di Fondazione della Comunità Bresciana e Associazione Enel cuore Onlus, vedrà nuovi lavori di allestimento orticolturale, florovivaistico e di strutture di servizio per le attività del centro denominato “Giardino del se”. Tutte le informazioni storiche e il programma annuale di aperture ed eventi sono disponibili sul sito internet dell’associazione P.I.R. mentre le informazioni sulle attività di orto terapia sono reperibili su www.coltivareinlana.it


Un libro nato come strumento di divulgazione tecnico scientifica per le scuole primarie e secondarie di primo grado, dedicato alla tematica dell’idroelettrico e i suoi risvolti ambientali, storici e sociali. Parte di un progetto più ampio che si articola in visite guidate, laboratori nelle scuole, appuntamenti in altre strutture pubbliche, sta coinvolgendo la cittadinanza nell’avventura che l’idroelettrico ha rappresentato e rappresenta per la Valcamonica, un tassello importante dell’industrializzazione italiana. Il testo è stato impaginato con caratteri facilitanti la lettura per dislessici.

Il testo non è in vendita; viene ceduto come ringraziamento per donazioni a sostegno delle spese vive dei laboratori didattici e incontri pubblici gratuiti del progetto. Parte delle donazioni verranno devolute alla ristrutturazione e riqualificazione degli spazi destinati alle attività della Neuropsichiatria Infantile dell’Ospedale del Bambini ASST Spedali Civili di Brescia. Tutti i materiali integrativi e il diario dell’iniziativa sono consultabili sul sito internet www.postindustriale.it

Un progetto a cura di

con la collaborazione di

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