Vincere quasi sempre con le 3A

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Edoardo Giusti - Alberta Testi



collana Psicoterapia & Counseling diretta da Edoardo Giusti PSICOTERAPIA�

COUNSELING�

59 Centro Europeo di Ricerche per lo Studio delle Psicoterapie Integrate e Comparate



Edoardo Giusti - Alberta Testi

L’AUTOEFFICACIA Vincere quasi sempre con le 3 A

OVERA EDITORE


Š 2006 SOVERA MULTIMEDIA s.r.l. Via Vincenzo Brunacci, 55/55A - 00146 Roma Tel. (06) 5585265 - 5562429 www.soveraedizioni.com e-mail: info@soveraedizioni.com I diritti di traduzione, di riproduzione e di adattamento, totale o parziale (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i paesi.


Sommario

Introduzione

7

1.

Definizione e teorie sull’autoefficacia • La valutazione dell’autoefficacia

13 16

2.

Lo sviluppo dell’autoefficacia • Le fonti dell’autoefficacia – Le esperienze di gestione efficace – Le esperienze vicarie (modeling) – La persuasione – Il controllo degli stati emotivi e fisiologici – L’immaginazione

21 25 25 29 31 34 37

3.

Autoefficacia e ambiti di vita • Autoefficacia familiare • Autoefficacia scolastica – Autoefficacia scolastica negli studenti – Autoefficacia scolastica negli insegnanti • Autoefficacia lavorativa – Coaching e mentoring • Autoefficacia interpersonale • Autoefficacia intrapersonale

43 43 48 48 51 52 58 59 62

4.

Autoefficacia e tutela della salute • L’autoefficacia come fattore di promozione della salute – La gestione dello stress • Autoefficacia, psicopatologia e intervento clinico – Le fobie – La depressione – La dipendenza da sostanze

67 67 69 75 75 78 79

Bibliografia

81 5


ESERCIZI PER L’AUTOEFFICACIA Esercizio n. 170 Esercizio n. 171 Esercizio n. 172 Esercizio n. 173 Esercizio n. 174 Esercizio n. 175 Esercizio n. 176 Esercizio n. 177 Esercizio n. 178 Esercizio n. 179 Esercizio n. 180 Esercizio n. 181 Esercizio n. 182 Esercizio n. 183 Esercizio n. 184 Esercizio n. 185 Esercizio n. 186 Esercizio n. 187 Esercizio n. 188 Esercizio n. 189 Esercizio n. 190 Esercizio n. 191 Esercizio n. 192 Esercizio n. 193

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General Self-efficacy Le mie credenze di efficacia Le mie credenze di inefficacia Il mio stile esplicativo Il modello che ho Il modello che sono Sono stato incoraggiato quella volta che Incoraggio me stesso Rilassiamoci un po’ Il cerchio della sicurezza Incontrare il Saggio Le fonti della mia autoefficacia Le fonti della mia inefficacia Sono un genitore autoefficace? Siamo una coppia autoefficace? Scala di Autoefficacia Scolastica Percepita Sono un insegnante autoefficace? Le mie credenze di efficacia nel lavoro Le scelte professionali Autoefficacia sociale Il senso della vita Mi prendo cura di me? Lo stress Le mie strategie contro lo stress

17 18 19 28 30 31 33 34 37 38 39 41 41 46 47 51 53 54 56 61 65 69 73 74


Introduzione

Proseguendo lungo il percorso che ci ha visto prima approfondire il tema dell’autostima e poi quello dell’assertività, non può mancare un ulteriore pilastro capace, insieme alle prime due, di determinare in maniera significativa l’azione delle persone, favorire l’adattamento e, di conseguenza, migliorare la qualità dell’esistenza. Questo ulteriore pilastro è l’autoefficacia, una caratteristica della personalità di grande interesse per la comprensione della motivazione, delle reazioni emotive e del comportamento dell’individuo. Il costrutto, formulato per la prima volta da Albert Bandura, figura di spicco nel panorama attuale della psicologia, si riferisce alle aspettative che una persona ha di padroneggiare con successo alcune situazioni. Non si tratta di una generica fiducia in se stessi, ma della convinzione di poter affrontare efficacemente determinate prove, di essere all’altezza di determinati eventi, di essere in grado di cimentarsi in alcune attività o di affrontare specifici compiti. Quanto più siamo capaci di influenzare gli eventi della nostra vita, tanto più siamo in grado di far assumere ad essi la piega desiderata. Se siamo attori in ciò che ci accade, se siamo convinti di poter esercitare un controllo sugli eventi, abbiamo maggiori possibilità di determinare il corso della nostra vita. È importante mettere passione nell’influenzare il proprio destino. Essere incapaci di controllare ciò che accade non può che generare ansia, confusione, apatia o malessere. Se crediamo di poter avere controllo su ciò che ci accade, cioè se siamo autoefficaci, avremo maggiori possibilità di contribuire a determinare ciò che ci accade. Nelle attività abituali, in cui sappiamo con certezza cosa fare, non ci chiediamo se ne siamo capaci o meno, mentre nelle situazioni nuove, soprattutto se sono importanti o complesse, questa domanda si pone. Per affrontare in modo adeguato queste situazioni è importante non solo sapere cosa fare e avere le abilità adeguate, ma anche credere di saperle utilizzare correttamente. 7


Ci sono persone che pur avendo capacità e talento, non utilizzano questo patrimonio perché non sono convinte di essere in grado di poterlo fare. Quindi, non basta avere capacità per raggiungere obiettivi e traguardi, è assolutamente necessario avere fiducia in se stessi di poterle mobilitare al meglio. Essere convinti delle proprie capacità di azione promuove la capacità di iniziativa per gestire le situazioni nuove a cui la vita continuamente espone. Bandura (2000) definisce il senso di autoefficacia (self-efficacy) come le convinzioni circa le proprie capacità di organizzare ed eseguire le sequenze di azioni necessarie per produrre determinati risultati. Non dipende dal numero di competenze che la persona possiede, ma da quello che si crede di poter fare con esse. “L’autoefficacia non è, dunque, una misura delle competenze possedute, ma la credenza che la persona ha in ciò che è in grado di fare in diverse situazioni con le capacità che possiede” (Borgogni, 2001). Le convinzioni di efficacia personale giocano un ruolo cruciale nell’adattamento psicologico, nella salute psicologica e fisica come pure nella riuscita professionale e nelle strategie di cambiamento (Maddux, 2005). A parità di competenze possedute, la percezione della propria autoefficacia influenza gli obiettivi che le persone stabiliscono per se stesse e i rischi che sono disposte ad affrontare: quanto maggiore è l’autoefficacia, tanto maggiori saranno gli obiettivi che sceglieranno e tanto più intensi saranno l’impegno e la perseveranza con cui li porteranno a compimento (Bandura, 1989, 2000). Le credenze di autoefficacia incidono sulle sfide intraprese, sulla quantità di sforzo speso, sul livello di perseveranza di fronte alle difficoltà, in quanto i pattern di pensiero sottostanti possono rivelarsi di aiuto oppure di ostacolo (Wood, Bandura, 1989). Persone sicure delle proprie capacità impiegano più produttivamente le proprie abilità e scelgono obiettivi più elevati di coloro i quali sono afflitti da dubbi su di sé (Wood, Bandura, Bailey 1990). Al contrario, gli individui che vedono se stessi come scarsamente efficaci nel far fronte agli impegni della vita sono vulnerabili all’ansia e possono sviluppare dei modelli di evitamento allo scopo di ridurre le loro paure. Inoltre, le persone che vedono se stesse prive di efficacia essenziale sono inclini alla depressione; possono persino mostrare degli indebolimenti del sistema immunitario in situazioni in cui devono affrontare fattori di stress che ritengono di non essere in grado di controllare. 8


Gli individui caratterizzati da autoefficacia riguardo alle azioni che intendono compiere sono maggiormente in grado di portarle a termine. Alte aspettative di efficacia aiutano l’individuo a persistere nel conseguimento dello scopo, anche di fronte ad avversità che farebbero deragliare o deprimere gli individui che sono meno sicuri delle proprie relative competenze personali. Gli individui con bassa autoefficacia rinunciano più facilmente e spesso hanno scarsa fiducia nella propria capacità di agire in maniera autonoma. “Un individuo con alta autoeffiacia è come se dicesse: sono sicuro di potercela fare a risolvere questo problema” (Di Nuovo, Giovannini, Loiero, 1999). Il senso di autoefficacia influenza la percezione degli eventi. Le persone con alta autoefficacia tendono a vedere le difficoltà e gli ostacoli con meno preoccupazione, e in taluni casi addirittura come occasioni per mettersi alla prova, sapendo di poterli gestire efficacemente. Coloro con bassa autoefficacia si sentono in pericolo, esasperando le avversità e sottostimando potenzialità ed opportunità. Più si ha fiducia nelle proprie capacità, più si è in grado di controllare il proprio contesto, di vita o lavorativo, di costruirlo e trasformarlo secondo i propri disegni. L’autoinefficacia percepita conduce le persone ad arrendersi facilmente ed è perciò limitante. Le persone che si considerano molto efficaci agiscono, pensano e sentono differentemente da quelle che si percepiscono inefficaci: costruiscono il proprio futuro, piuttosto che predirlo solamente. Ricapitolando, chi ha un’autoefficacia alta: – persevera nei tentativi di raggiungere un obiettivo; – attribuisce l’insuccesso a scarso impegno o a condizioni avverse; – è capace di affrontare gli stressor ambientali; – ha obiettivi ambiziosi; – raddoppia l’impegno se incontra un ostacolo; – raggiunge successi personali; – ha bassi livelli di stress ed è poco vulnerabile alla depressione. Chi, invece, ha una bassa autoefficacia: – tende ad evitare compiti difficili perché vissuti come minacce; – ha basse aspirazioni; – sottostima opportunità e potenzialità; – riduce il suo impegno e rinuncia facilmente di fronte alle difficoltà; 9


– è lento a recuperare il senso di autoefficacia in seguito ai fallimenti e alle delusioni; – attribuisce alle sue scarse capacità la mancanza di risultati; – è facile preda dello stress e della depressione. Considerare in modo ottimistico le proprie possibilità, senza esagerare in modo irrealistico, aiuta nella profusione degli sforzi e nel raggiungimento di risultati sociali e personali rilevanti (Taylor, Brown, 1988; Taylor, 1991). “Poiché la realtà in cui vive l’uomo è piena di difficoltà, le valutazioni di autoefficacia ottimistiche vengono considerate effetto di distorsioni di giudizio adattive e non errori cognitivi da eliminare” (Bandura, 2000). Le ricerche in effetti rivelano che il benessere degli individui è molto legato a una visione ottimistica della vita (Testi, Gennaro, 2004). L’autoefficacia influenza

l’impegno e gli sforzi che vengono investiti

il perseguimento di obiettivi

la perseveranza e la costanza nell’applicazione

Come sottolineano Nota e Soresi (2004), prendere in considerazione le proprie credenze di efficacia aiuta: – ad approfondire la conoscenza che si ha di se stessi e delle proprie caratteristiche personali; – a cogliere i propri punti di forza in termini di credenze di efficacia; – a fare previsioni circa la comparsa di un comportamento auspicato; – a individuare obiettivi personali di cambiamento. L’autoefficacia sembra molto affine all’autostima, ma in realtà i due concetti indicano fenomeni diversi (Bandura, 2000). Abbiamo già detto che l’autostima ha a che fare con le valutazioni di valore personale, mentre l’autoefficacia riguarda i giudizi sulle capacità personali. Tra le due non è detto che vi sia una relazione definita. Gli individui possono considerarsi altamente efficaci in una attività dalla quale non ricavano alcuna stima di sé, o giudicarsi inefficaci in una attività senza subire una perdita di valore di sé. 10


Appare chiaro che una persona che ha una buona stima di sé è più probabile che si senta capace di affrontare ciò che gli accade, e allo stesso modo chi crede nelle proprie capacità è più probabile che si valuti positivamente. L’autostima può derivare da valutazioni basate sulla competenza o sul possesso di attributi culturalmente investiti di valore positivo o negativo. Nel caso della stima originata dalla competenza, le persone derivano il senso di orgoglio di sé dal soddisfacimento dei propri standard di merito. L’autostima crea il presupposto perché nella vita si possano ottenere risultati personali. Predispone all’azione che di fatto, però, richiede impegno e tenacia affinché si possa riuscire. L’impegno e la tenacia sono sostenute dall’autoefficacia.

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Capitolo 1

Definizione e teorie sull’autoefficacia

Secondo Bandura le convinzioni di autoefficacia rappresentano uno dei meccanismi fondamentali attraverso cui opera il sistema del Sé e influiscono in larga parte sulla capacità delle persone di agire efficacemente nell’ambiente in cui vivono, in quanto portano a trarre il massimo del vantaggio sia dalle proprie potenzialità sia dalle opportunità ambientali (Caprara, 1996). Tutto ciò riguarda la facoltà dell’individuo (human agency) di agire attivamente e consapevolmente nella propria vita e sul proprio contesto, di far accadere eventi desiderati e di generare azioni mirate al conseguimento di determinati obiettivi e secondo standard personali (Bandura, 2000). Certo le persone sono in parte influenzate dalle forze ambientali, ma in genere decidono come comportarsi, rispondono alle situazioni, le costruiscono e le influenzano attivamente. Nel corso delle prime due parti è emerso quanto sia necessario riuscire a comprendere, pensare e determinare la propria esperienza per poter realizzare la propria progettualità, sia dando voce alle proprie peculiarità e sia interagendo con le condizioni ambientali. Le persone scelgono le situazioni e allo stesso tempo ne sono modellate; influenzano il comportamento degli altri e ne sono a loro volta modificate. L’importante è non essere in balìa né delle proprie spinte interne né delle richieste esterne. Le convinzioni di efficacia personale, ossia sapere di poter contare sulle proprie capacità di gestione, consente di avere un sostanziale controllo di entrambi. Le convinzioni di efficacia personale possono variare in base a tre dimensioni (Bandura, 1977b, 1986): – il livello: riguarda il grado di difficoltà di un compito che si sente di poter affrontare con successo; facciamo l’esempio di una persona a dieta: può essere convinta di riuscire a smettere di 13


mangiare fuori pasto in condizioni di calma e tranquillità, ma non essere altrettanto sicura di farcela se è stressata o preoccupata; – la forza: attiene a quanto si è convinti di essere efficaci; ad esempio, rappresenta quanta fiducia si possiede circa la propria capacità di seguire un regime alimentare dietetico; – la generalizzazione: si riferisce alla misura in cui le proprie convinzioni di efficacia in una certa situazione o compito influenzano quelle in altri situazioni o compiti simili; la persona a dieta che sa di poter resistere alla tentazione di alcuni cibi quando è a casa, può essere convinta di poterlo fare anche al ristorante oppure potrebbe essere convinta di riuscire a tenere sotto controllo altri comportamenti come il fumare. Le dimensioni dell’autoefficacia

LIVELLO

FORZA

GENERALIZZAZIONE

Bandura (1997) ritiene che le decisioni relative alla scelta di attività e di ambienti sociali sono in parte determinate dai giudizi di efficacia personale. Qualunque fattore che influenzi il comportamento di scelta può avere profondi effetti sul corso dello sviluppo personale. Le autopercezioni favorevoli di efficacia che incoraggiano l’impegno attivo nelle attività contribuiscono alla crescita delle competenze. Una valutazione ragionevolmente accurata delle proprie capacità svolge un ruolo importante nel funzionamento di successo. I giudizi di efficacia più funzionali sono probabilmente quelli che eccedono leggermente ciò che si è in grado di fare in un dato momento. Tali autovalutazioni conducono le persone ad intraprendere compiti realisticamente stimolanti e forniscono la motivazione per il progressivo autosviluppo delle proprie capacità. Un’accurata autovalutazione è sostenuta dal promuovere scelte d’azione con un’ampia probabilità di successo. Se non sono irrealisticamente esagerate, tali credenze sul Sé incoraggiano lo sforzo perseverante necessario per raggiungere risultati personali e sociali. Negli ultimi anni Bandura ha allargato l’indagine sui meccanismi della human agency a quelli della collective agency dei gruppi, della 14


famiglia, delle organizzazioni produttive o delle comunità di appartenenza. Ha così introdotto la nozione di autoefficacia collettiva (Bandura, 1996, 2000), che rappresenta la convinzione condivisa che il gruppo del quale si fa parte sia capace di organizzare ed eseguire le azioni necessarie per produrre determinati risultati. Scaturisce dalla condivisione delle convinzioni circa le competenze operative del gruppo nel coordinarsi e agire sinergicamente. L’autoefficacia personale e quella collettiva sono costrutti distinti ma strettamente legati, in quanto le persone dipendono in parte da altri per il raggiungimento dei propri risultati. “Gli individui non vivono isolati ed è attraverso la loro attività congiunta che si conseguono risultati che singolarmente non potrebbero essere raggiunti. Le persone in diverse occasioni, sempre più frequenti, producono azioni che rispecchiano le capacità e le sinergie del gruppo nel suo complesso. Tali azioni difficilmente possono essere distinte l’una dall’altra, mentre ne è chiaramente riconoscibile il prodotto finale che risulta dalla loro aggregazione” (Borgogni, 2001). Se da un punto di vista teorico e della ricerca si sono moltiplicati studi per comprendere il funzionamento dell’autoefficacia, sono decisamente scarsi i programmi di intervento ideati per favorire l’incremento dell’autoefficacia. Tra questi possono essere ricordati quello di Kush e Cochran (1993), quello di Warner (1999) e quello italiano messo a punto da Nota e Soresi (2000). Il primo, definito Partners Program, ha come obiettivo aiutare le persone a sentirsi artefici della propria vita, incrementando la conoscenza delle proprie capacità e attitudini, scegliendo i propri obiettivi, pianificando le azioni necessarie e monitorando i progressi ottenuti. Viene proposto anche a gruppi di genitori che vogliano aiutare i figli nella scelta scolastica accompagnandoli proprio nell’incremento dell’autoconsapevolezza. Warner propone un programma, l’Enhancing Self-Esteem, che mira a potenziare l’idea che le persone hanno di se stesse e a favorire la loro autorealizzazione. Nota e Soresi hanno messo a punto il programma Primo comandamento: credo in me stesso…anche perché mi conviene!, da utilizzarsi nell’ambito dell’orientamento e della formazione professionale. Prevede 16 sessioni da condursi in piccoli gruppi coadiuvati da un conduttore, durante le quali vengono proposte delle “piste di lavoro” finalizzate a stimolare comportamenti di ricerca attiva del lavoro e operazioni di attivazione di processi di scelta consapevoli e autonomi. 15


LA VALUTAZIONE DELL’AUTOEFFICACIA Anche se è plausibile che il senso di autoefficacia possa estendersi da un’attività ad un’altra, ciò che lo caratterizza è la sua specificità. Lo stesso individuo può ritenere di dominare efficacemente determinate situazioni, ma non altre. Una elevata autoefficacia per un certo tipo di attività può non accompagnarsi con una elevata autoefficacia in altre attività (Hofstetter, Sallis, Hovell, 1990) Le persone, inoltre, differiscono tra loro non solo per gli ambiti in cui coltivano le proprie capacità, ma anche per i livelli di efficienza che in essi raggiungono (Bandura, 2000) Proprio perché le convinzioni di autoefficacia sono relative a specifiche situazioni, da tempo si dibatte se sia possibile ottenerne una misura attraverso asserzioni generiche come se fosse una caratteristica generale (Borgogni, 2001). Nel corso degli ultimi anni sono state costruite varie scale relative a specifiche sfere di esperienza e che rappresentano autovalutazioni (self-reports) volte a misurare le percezioni di capacità personali (Testi, Gallo, 2005). Recentemente è stato pubblicato in Italia il volume La valutazione dell’autoefficacia (Caprara, 2001), che offre un campionario di misure in grado di cogliere aspetti diversi dell’autoefficacia per diversi contesti e per diverse fasce evolutive: autoefficacia emotiva, interpersonale, collettiva, familiare, scolastica, sociale, regolatoria, genitoriale, nelle scelte di carriera, sessuale, ecc. Bandura (Bandura, 1986) ritiene che siano da preferire misure specifiche. “Le convinzioni di efficacia dovrebbero essere misurate in termini di giudizi particolareggiati su capacità, che possono variare a seconda delle sfere di attività, dei livelli di difficoltà del compito all’interno di un dato ambito di attività e delle diverse caratteristiche della situazione” (Bandura, 2000) Altri autori (Schwarzer, 1992; Sherer et al., 1982; Tipton, Wothington, 1984) sono, invece, convinti che siano plausibili valutazioni generalizzate dell’autoefficacia. Qui di seguito puoi trovare un test ed alcune attività che possono aiutarti a migliorare la conoscenza della tua autoefficacia attuale.

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General Self-efficacy (Jerusalem e Schwarzer, 1986)

Ex.170

Per ciascuna delle seguenti affermazioni indica il tuo grado di adesione scegliendo tra queste alternative: a = per nulla vero per me b = poco vero per me

c = abbastanza vero per me d = proprio vero per me

1.

Mi considero sempre in grado di risolvere, se mi impegno, problemi anche difficili. 2. Mi ritengo in grado di trovare i mezzi e le modalità per ottenere ciò che desidero anche se qualcuno mi contrasta. 3. È facile per me rimanere legato ai miei obiettivi e raggiungere i miei scopi. 4. Ho fiducia nel fatto di riuscire ad affrontare anche le situazioni impreviste. 5. Grazie alle mie capacità e risorse personali sono in grado di far fronte anche a situazioni insolite. 6. Mi considero in grado di risolvere la maggior parte dei problemi se vi dedico gli sforzi necessari. 7. Quando debbo affrontare delle difficoltà sono in grado di rimanere calmo in quanto posso fare affidamento sulle mie capacità. 8. Quando debbo affrontare un problema sono generalmente in grado di trovare soluzioni diverse. 9. Quando ho un problema sono generalmente in grado di pensare ad una sua soluzione. 10. Sono in grado di gestire qualsiasi cosa possa capitarmi. Maggiore sarà il numero delle risposte “d”, più elevata sarà la tua autoefficacia generale.

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Le mie credenze di efficacia

Ex.171

1. Completa la seguente lista: • Nel lavoro o a scuola : Mi considero capace di _____________________________________________ Mi considero capace di _____________________________________________ Mi considero capace di _____________________________________________ ecc…. • In famiglia: Mi considero capace di _____________________________________________ Mi considero capace di _____________________________________________ Mi considero capace di _____________________________________________ ecc…. • Nelle relazioni interpersonali: Mi considero capace di _____________________________________________ Mi considero capace di _____________________________________________ Mi considero capace di _____________________________________________ ecc…. 2. Per ciascuna delle credenze di efficacia che hai indicato, individua i fattori da cui sono dipese o dipendono. Puoi aiutarti utilizzando lo schema proposto nell’esercizio 181. (Es. I miei genitori mi hanno sempre incoraggiato a credere in me stesso). 3. Per ciascuna delle credenze di efficacia indicate, individua gli effetti positivi che ne conseguono.

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Le mie credenze di inefficacia

Ex.172

1. Completa la seguente lista: • Nel lavoro o a scuola : Non mi considero in grado di ________________________________________ Non mi considero in grado di ________________________________________ Non mi considero in grado di ________________________________________ ecc…. • In famiglia: Non mi considero in grado di ________________________________________ Non mi considero in grado di ________________________________________ Non mi considero in grado di ________________________________________ ecc…. • Nelle relazioni interpersonali: Non mi considero in grado di ________________________________________ Non mi considero in grado di ________________________________________ Non mi considero in grado di ________________________________________ ecc…. 2. Per ciascuna delle credenze di inefficacia che hai indicato, individua le cause che le hanno determinato o le determinano. 3. Per ciascuna delle credenze di inefficacia indicate, individua gli effetti negativi che ne conseguono.

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Benson J., Gruppi. Organizzazione e conduzione per lo sviluppo personale e la psicoterapia, 20001, pp. 272 Beutler L.E. - Harwood T.M., Psicoterapia prescrittiva elettiva. La scelta del trattamento sistematico fondata sull’evidenza, 2002, pp. 224 Bozarth J.D., La terapia centrata sulla persona. Un paradigma rivoluzionario, 2001, pp. 240 Campanella V. - Fiori M. - Santoriello D., Disturbi mentali gravi. Modelli d’intervento pluralistico integrato dall’autismo alle psicosi, 2003, pp. 272 Chambon O. - Marie-Cardine M., Le basi della psicoterapia eclettica e integrata, 2002, pp. 288 Clarkson P., Gestalt - Counseling, 1999 II ediz., pp. 192 Clarkson P., La Relazione Psicoterapeutica integrata, 1996, pp. 392 Delisle G., I disturbi della personalità, 20001, pp. 224 Feltham C. - Dryden W. (a cura di E. Giusti), Dizionario di counseling, 1995, pp. 320 Fontana D., Stress Counseling. Come gestire gli stati personali di tensione, 1996, pp. 160 Frisch M.B., Psicoterapia integrata della qualità della vita, 2001, pp. 352 Giannella E., Palumbo M., Vigliar G., Mediazione familiare e affido condiviso. Come separarsi insieme, 2007, pp. 240 Giusti E. - Calzone T., Promozione e visibilità clinica. Motivare i pazienti ai trattamenti psicologici, 2006, pp. 288 Giusti E. - Carolei F., Terapie transpersonali. L’integrazione della spiritualità e della meditazione nei trattamenti pluralistici, 2005, pp. 336 Giusti E. - Chiacchio A., Ossessioni e compulsioni. Valutazione e trattamento della Psicoterapia Pluralistica Integrata, 2002, pp. 176 Giusti E. - Ciotta A., Metafore nella relazione d’aiuto e nei settori formativi, 2005, pp. 256 Giusti E. - Corte B., La terapia del per-dono, 2008, pp. 304 Giusti E. - Di Fazio T., Psicoterapia integrata dello stress. Il burn-out professionale, 2005, pp. 256 Giusti E. - Di Francesco G., L’autoerotismo. L’alba del piacere sessuale: dall’identità verso la relazione, 2006, pp. 208 Giusti E. - Di Nardo G., Silenzio e solitudine. L’integrazione della quiete nel trattamento terapeutico, 2006, pp. 240 Giusti E. - Frandina M., Terapia della gelosia e dell’invidia. Trattamenti psicologici integrati, 2007, pp. 224 Giusti E. - Fusco L., Uomini. Psicologia e psicoterapia della maschilità, 2002, pp. 464

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Nella stessa collana Giusti E. - Germano F., Etica del con-tatto fisico in psicoterapia e nel counseling, 2003, pp. 160 Giusti E. - Germano F., Terapia della rabbia. Capire e trattare emozioni violente d’ira, collera e furia, 2003, pp. 224 Giusti E. - Giordani B. Il formatore di successo, 2002, pp. 224 Giusti E. - Harman R. (a cura di), La psicoterapia della Gestalt, 1996, pp. 224 Giusti E. - La Fata S., Quando il mio terapeuta è un cane, 2004, pp. 448 Giusti E. - Lazzari A., Psicoterapia Interpersonale Integrata, 2003, pp. 160 Giusti E. - Lazzari A., Narrazione e autosvelamento nella clinica. La rivelazione del Sé reciproco nella relazione di sostegno, 2005, pp. 160 Giusti E. - Locatelli M., L’empatia integrata, 2007 (Nuova edizione), pp. 320 Giusti E. - Mancinelli L., Il counseling domiciliare, 2008, pp. 160 Giusti E. - Minonne G., L’interpretazione dei significati nelle varie fasi evolutive dei trattamenti psicologici, 2004, pp. 396 Giusti E. - Minonne G., Ricerca scientifica e tesi di specializzazione in psicoterapia, 2005, pp. 368 Giusti E. - Montanari C., Trattamenti psicologici in emergenza con EMDR per profughi, rifugiati e vittime di traumi, 2000, pp. 192 Giusti E. - Montanari C., La CoPsicoterapia. Due è meglio e più di uno in efficacia ed efficienza, 2005, pp. 320 Giusti E. - Nardini M.C., Gruppi pluralistici. Guida transteorica alle terapie collettive integrate, 2004, pp. 304 Giusti E. - Ornelli C., Role play. Teoria e pratica nella Clinica e nella Formazione, 1999, pp. 144 Giusti E. - Palomba M., L’attività psicoterapeutica. Etica ed estetica promozionale del libero professionista, 1993, pp. 128 Giusti E. - Perfetti E., Ricerche sulla felicità. Come accrescere il benEssere psicologico per una vita più soddisfacente, 2004, pp. 192 Giusti E. - Pitrone A., Essere insieme. Terapia integrata della coppia amorosa, 2004, pp. 240 Giusti E. - Pizzo M., La selezione professionale. Intervista e valutazione delle risorse umane con il modello pluralistico integrato, 2003, pp. 208 Giusti E. - Proietti M.C., La delega direzionale, 1996, pp. 112 Giusti E. - Proietti M.C., Qualità e formazione. Manuale per operatori sanitari e psicosociali, 1999, pp. 184 Giusti E. - Rapanà L., Narcisismo. Valutazione pluralistica e trattamento clinico integrato del Disturbo Narcisistico di Personalità, 2002, pp. 176 Giusti E. - Romero R., L’accoglienza. I primi momenti di una relazione psicoterapeutica, 2005, pp. 176 Giusti E. - Sica A., L’epilogo della cura terapeutica. I colloqui conclusivi dei trattamenti psicologici, 2005, pp. 160 Giusti E. - Surdo V., Affezione da Alzheimer. Il trattamento psicologico complementare per le demenze, 2004, pp. 144 Giusti E. - Taranto R., Super Coaching tra Counseling e Mentoring, 2004, pp. 352

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Nella stessa collana Giusti E. - Testi A., L’Autostima. Vincere quasi sempre con le 3 A, 2006, pp. 224 Giusti E. - Testi A., L’Assertività. Vincere quasi sempre con le 3 A, 2006, pp. 224 Giusti E. - Testi A., L’Autoefficacia. Vincere quasi sempre con le 3 A, 2006, pp. 96 Giusti E., Essere in divenendo. Integrazione pluralistica dell’identità del Sé, 2001, pp. 144 Giusti E., Autostima, psicologia della sicurezza in Sé, 20055, pp. 200 Giusti E., Videoterapia. Un ausilio al Counseling e alle Arti-Terapie, 1999, pp. 176 Giusti E., Tecniche immaginative. Il teatro interiore nelle relazioni d’aiuto, 2007, pp. 272 Gold J.R., Concetti chiave in psicoterapia integrata, 2000, pp. 268 Goldfried M.R., Dalla terapia cognitivo-comportamentale all’integrazione delle psicoterapie, 2000, pp. 288 Greenberg L.S. (et al.), Manuale di psicoterapia esperienziale integrata, 2000, pp. 576 Greenberg L.S. - Paivio S.C., Lavorare con le emozioni in psicoterapia integrata, 2000, pp. 368 Manucci C. - Di Matteo L., Come gestire un caso clinico, 2004 Murgatroyd S., Il Counseling nella relazione d’aiuto, 20001, pp. 192 Perls F., Qui & ora. Psicoterapia autobiografica, 1991, pp. 256 Persons J.B. - Davidson J. - Tompkins M.A., Depressione. Terapia cognitivo-comportamentale. Componenti essenziali, 2002, pp. 288 Preston J., Psicoterapia breve integrata, 2001, pp. 256 Reddy M., Il Counseling aziendale. Il Manager come Counselor, 1994, pp. 176 Santostefano S., Psicoterapia integrata. Per bambini e adolescenti. Vol. I: “Metateoria pluralistica”, 2002, pp. 400 Santostefano S., Psicoterapia integrata. Per bambini e adolescenti. Vol. II: “Tecnologia applicativa”, 2003, pp. 384 Spalletta E. - Quaranta C., Counseling scolastico integrato, 2002, pp. 352

Videodidattica per le psicoterapie scientifiche dell’American Psychological Association • Video Psicoterapia Psicodinamica Breve D.K. Freedheim + Libro Psicoterapia breve integrata di J. Preston € 120,00 • Video Psicoterapia Cognitiva-Affettiva Comportamentale Prof. M.R. Goldfried + Libro Dalla Terapia cognitivo-comportamentale all’Integrazione delle Psicoterapie € 120,00 • Video Psicoterapia Processuale Esperienziale L.S. Greenberg + Libro Manuale di Psicoterapia Esperienziale Integrata € 132,00 • Video La Terapia Centrata sul Cliente N.J. Raskin + Libro La Terapia Centrata sulla Persona di J.D. Bozarth € 120,00

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Nella stessa collana • Video EMDR per Traumi: Movimento oculare Desensibilizzante e Rielaborazione F. Shapiro + Libro Trattamenti Psicologici in Emergenza di E. Giusti, C. Montanari € 118,00 • Video La Terapia Eclettica Prescrittiva J.C. Norcross + Libro Psicoterapia Prescrittiva Elettiva, fondata sull’evidenza di Beutler/Harwood € 120,00 • Video Psicoterapia Multimodale A.A. Lazarus + Libro Le basi della Psicoterapia Eclettica ed Integrata di Chambon - Cardine € 125,50 • Video Psicoterapia Infantile J. Annunziata + Libro Counseling Scolastico Integrato di E. Spalletta, C. Quaranta € 122,00 • Video Ipnoterapia Ericksoniana J.K. Zeig + Libro Ipnosi e Psicoanalisi, collisioni e collusioni di L. Chertok € 120,00 • 2 Video Il Counseling breve in azione J.M. Littrell + Libro Il Counseling breve in Azione di J.M. Littrell € 122,00 • Video Psicoterapia Esperienziale A. Mahrer + Libro Lavorare con le emozioni in Psicoterapia Integrata di Greenberg/Paivio € 127,50 • 5 Videocassette Terapia Cognitivo-Comportamentale per la Depressione per l’autoformazione didattica, libro di G.B. Persons, Costo complessivo: € 275,00 • Video Psicoterapia Comportamentale con paziente ossessivo-compulsivo S.M. Turner + Libro Ossessione e Compulsioni, Valutazione e Trattamento di Edoardo Giusti, Antonio Chiacchio € 127,50 • Video Psicoterapia Pratica con Adolescenti A.K. Rubenstein + Due Libri Psicoterapia Integrata per bambini e adolescenti di Sebastiano Santostefano € 155,00 • Video Psicoanalisi con paziente schizofrenico B. Karon + libro Disturbi mentali gravi di V. Campanella - M. Fiori - D. Santoriello € 120,00 • Video Come gestire il transfert erotico in psicoterapia AA.VV. + libro Etica del contatto fisico di E. Giusti - F. Germano € 115,00 • Video Psicoterapia Interpersonale Ricostruttiva Lorna Smith Benjamin + libro Psicoterapia Interpersonale Integrata di E. Giusti - A. Lazzari € 118,00 • Video Come gestire la rabbia dei pazienti in psicoterapia AA.VV. + libro Terapia della rabbia di E. Giusti - F. Germano € 118,00

Edizioni ASPIC • Video Terapia della Gestalt individuale in gruppo Ginger/Masquelier + libro Psicoterapia della Gestalt di E. Giusti - V. Rosa € 130,00

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Nella stessa collana

EDIZIONE SOVERA STRUMENTI Elliott R. - Watson J.C. - Goldman R.N. - Greenberg L.S., Apprendere la terapia focalizzata sulle emozioni. L’approccio esperienziale orientato al processo per il cambiamento, in corso di stampa, pp. 368 Giusti E., Montanari C., Iannazzo A., Psicodiagnosi integrata. Valutazione transitiva e progressiva del processo qualitativo e degli esiti nella psicoterapia pluralistica fondata sull’evidenza obiettiva, 2006, pp. 580 Giusti E., Bonessi A., Garda V., Salute e malattia psicosomatica. Significato, diagnosi e cura, 2006, pp. 240 Giusti E., Germano F.., Psicoterapeuti generalisti. Competenze essenziali di base: dall’adeguatezza verso l’eccellenza, 2006, pp. 256 Giusti E., Pacifico M., Staffa T., L’intelligenza multidimensionale per le psicoterapie innovative, 2007, pp. 400 Giusti E. - Tridici D., Smoking. Basta davvero, 2009, pp. 224 Goodheart C.D. - Kazdin A.E. - Sternberg R.J., Psicoterapia a prova di evidenza. Dove la pratica e la ricerca si incontrano, in corso di stampa Norcross J.C., Beutler L.E., Levant R.F., Salute mentale: trattamenti basati sull’evidenza. Dibattiti e dialoghi sulle questioni fondamentali, 2006, pp. 464 Spalletta E., Germano F., MicroCounseling e MicroCoaching. Manuale operativo di strategie brevi per la motivazione al cambiamento, 2006, pp. 480 Wolfe B.E., Trattamenti integrati per disturbi d’ansia. La cura del Sé ferito, 2007, pp. 304

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