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dell’Ambiente della Campania (Arpac)... PAG

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Intervista ad Antimo Piccirillo Ammistratore Unico di Arpac Multiservizi

di Ester Andreotti

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L’Arpac Multiservizi Srl è una Società a totale partecipazione dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Campania (Arpac). Nasce nel 2004 e incorpora nel 2007 la società PAN – Protezione Ambiente e Natura Spa. La Società opera esclusivamente per il suo socio fornendo supporto tecnico, amministrativo e logistico per le sue attività istituzionali. Per questa sua peculiarità gli affidamenti vengono effettuati di volta in volta secondo la modalità in house. L’ARPAC Multiservizi realizza i suoi obiettivi attraverso gli Organi sociali e la sua struttura aziendale, in conformità alla legislazione vigente ed allo Statuto. L’attività di supporto ad ARPAC si concretizza nell’affiancamento dei tecnici e degli operatori dell’Agenzia ed anche nella gestione in autonomia di alcuni servizi sempre direttamente funzionali alle attività istituzionali dell’Agenzia. Le principali Aree tematiche di cui si occupa sono: vigilanza antiroghi, trasporto campioni, riqualificazione fasce spondali Regi Lagni, terra dei fuochi, monitoraggio Regi Lagni e corsi d’acqua. Abbiamo incontrato il dr. Antimo Piccirillo, amministratore unico di Arpac Multiservizi, al quale abbiamo rivolto alcune domande. La sua esperienza professionale l’ha portata a ricoprire un ruolo di grande responsabilità in un momento difficile per il nostro territorio. Ci descrive come si concretizzano le attività di supporto tecnico, amministrativo e logistico della società in House dell’Arpac? L’attività di supporto ad ARPA CAMPANIA si realizza attraverso un costante e professionale affiancamento delle nostre risorse umane a funzionari, tecnici ed operatori dell’ente pubblico. Le linee di attività sono diverse. Alcune attengono a compiti esclusivamente amministrativi; altri invece ad attività da campo (terra dei fuochi, vigilanza, manutenzione, trasporto campioni etc). Ci poniamo pertanto, anche se in forma esclusiva per il nostro unico socio/committente, nella veste di una vera e propria multiutility con una struttura snella e flessibile in grado di rispondere in tempi ridotti e con adeguata professionalità alle esigenze del nostro riferimento aziendale. Ci sono progetti particolari in cantiere per il nuovo anno? In linea con quella che è la mission aziendale, faremo ulteriori sforzi per migliorare il servizio di vigilanza ambientale sul territorio. L’obiettivo è di monitorare, anche a scopo preventivo, con dotazioni tecnologiche avanzate, i fenomeni di inquinamento che attanagliano la nostra regione. Attraverso questa costante attività di controllo saremo in grado di fornire all’agenzia una serie di dati utili necessari a contrastare l’insorgere di nuove emergenze. Inoltre è nostra intenzione acquisire altre competenze e requisiti per ampliare il range dei servizi offerti. Penso, per esempio, alla possibilità di rilasciare certificati di sanificazione per la nostra sede e quelle dell’Arpa Campania.

ERUZIONE TONGA:

anche la strumentazione Arpac ha rilevato l'impatto

di Jolanda Autorino, Piero Cau

Lo Hunga Tonga-Hunga Ha’apai è una grande montagna sommersa, con un’elevazione dal fondale marino di circa 2000 metri ed una caldera del diametro di circa 5 chilometri, quasi completamente sommersa dalle acque; aveva cominciato a manifestare attività eruttiva già nella seconda metà del mese di Dicembre, attività che è andata man mano intensificandosi. Il 15 Gennaio, ora locale 17.15 (in Italia ore 5.15) , il vulcano sottomarino ha prodotto repentinamente un’alta colonna di fumo; migliaia di fulmini, tipici delle tempeste elettriche associate al fenomeno vulcanico, hanno illuminato la colonna convettiva, fino ad una gigantesca eruzione con nube eruttiva che ha raggiunto circa 30mila m di altitudine. Tale eruzione è stata seguita da uno tsunami, le onde più grandi hanno causato danni lungo le coste dell’arcipelago di Tonga, mentre altre di minori dimensioni sono state rilevate a migliaia di chilometri di distanza, sia nel Nord che nel Sud dell’ America. L’eruzione ha indotto una potentissima onda d’urto, irradiata verso l’esterno quasi alla velocità del suono e che ha fatto il giro dell’intero pianeta, raggiungendo l’Italia approssimativamente alle ore 21 del 15 Gennaio. L’onda d’urto ha determinato un’oscillazione della pressione atmosferica rilevata da numerose stazioni meteorologiche. Anche i sensori meteo, di cui sono dotate le centraline della Rete Regionale di qualità dell’aria di proprietà della Regione Campania e gestita da Arpac, hanno rilevato la repentina variazione di pressione atmosferica. Per rilevare il segnale si è proceduto ad estrapolare il valore di pressione atmosferica massimo orario, espresso in hPa, in questo modo risulta visibile il “salto” di circa 2 hPa rilevato da quasi tutte le centraline ed in maniera più evidente nelle centraline di Napoli, Caserta e Salerno, che non sarebbe emerso in maniera così evidente visualizzando graficamente i valori in media oraria. Abbiamo così individuato il picco massimo della pressione atmosferica in corrispondenza del passaggio dell'onda, senza però avere indicazioni coerenti sull’andamento del parametro. In legenda vengono identificate le centraline della Rete Regionale i cui massimi orari di pressione sono riportati in grafico. La variazione di pressione è stata comunque minima e non ha comportato alcuna conseguenza. Restano da valutare possibili impatti dell’eruzione sul clima, analogamente alla vicenda eruttiva che ha visto protagonista il vulcano Pinatubo e che ha indotto un abbassamento della temperatura media globale, anche questo evento eruttivo potrebbe determinare una flessione della temperatura globale causata dell’immissione di gas che, permanendo in stratosfera, potrebbero ingenerare un effetto riflettente della radiazione solare, riducendo di fatto i valori di temperatura.

Nuova sede ARPAC a Benevento

A inizio anno il Sindaco Mastella e il Direttore Generale Sorvino hanno visitato i locali dell’Area Analitica

A cura della REDAZIONE

Inaugurati a Benevento i nuovi laboratori dell'Arpac. Si tratta di laboratori che svolgono importanti funzioni a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, in alcuni casi anche a favore di altri territori campani, dato che le competenze di alcuni di questi presìdi travalicano i confini della provincia sannita. «L’area analitica della struttura provinciale Arpac», ha ricordato il direttore del dipartimento di Benevento Elina Barricella in occasione del sopralluogo del sindaco Clemente Mastella avvenuto lo scorso 5 gennaio, «è un articolato contenitore di servizi a favore della comunità, servizi che spaziano dal supporto alle Forze dell’ordine per l’analisi delle sostanze stupefacenti alle prestazioni analitiche rese all’Azienda sanitaria locale per il controllo degli alimenti, fino all’analisi delle acque distribuite attraverso la rete idrica e delle acque di scarico, solo per citare alcune sfere di attività. Si tratta di servizi che, in alcuni casi, il dipartimento di Benevento fornisce per un ambito multizonale, a favore dunque anche di altre province della Campania». Perché una nuova sede per questi laboratori? L’operazione è frutto di una collaborazione tra l’Agenzia ambientale e il Comune di Benevento, grazie alla quale Arpac risparmia sull’affitto della precedente sede dell’Area analitica, potendo contare su questi locali di proprietà comunale in comodato d’uso gratuito, e si impegna a contribuire a un processo di rigenerazione di un quartiere del capoluogo sannita, il Rione Libertà, mediante la rifunzionalizzazione di questi spazi in precedenza inutilizzati e purtroppo oggetto di atti di vandalismo. L’Agenzia contribuisce anche alla manutenzione degli spazi esterni, che comprendono aiuole e fontane, rivitalizzando dunque un’area, quella della cosiddetta “Spina Verde”, in precedenza destinata ad accogliere una Mediateca e invece diventato nel tempo simbolo di un processo di trasformazione urbana incompiuto. Nel ringraziare il personale dell’Arpa Campania, il sindaco di Benevento, nel corso della sua visita istituzionale, ha sottolineato come una struttura da tempo degradata rappresenti oggi un momento di ripresa della vita di comunità. La nuova sede infatti, pur essendo essenzialmente un sito dedito a funzioni tecniche, si propone di favorire forme di partecipazione dei cittadini, soprattutto sul piano della promozione della cultura della sostenibilità, anche mediante momenti di incontro. La sede si compone di uno spazio seminterrato, nel quale vengono ospitati i laboratori e i locali tecnici, e di un’area superiore che comprende, oltre agli uffici amministrativi e al front office, anche uno spazio utilizzabile per momenti di partecipazione. Un evento convegnistico di presentazione della struttura sarà calendarizzato in primavera, in base all’evoluzione dell’emergenza sanitaria. «Abbiamo colto questa occasione», ha commentato il direttore generale Arpac Stefano Sorvino nel corso del sopralluogo istituzionale, «per rinnovare il rapporto di collaborazione con le autorità locali, già attualmente in corso su diverse tematiche, ad esempio quella della qualità dell’aria che stiamo approfondendo attraverso una serie di campagne effettuate con un mezzo mobile, a integrazione del monitoraggio già normalmente operato con le tre stazioni fisse presenti sul territorio comunale. L’immobile messo a disposizione dal Comune consente ad Arpac, oltre a un’ottimale organizzazione logistica, una sensibile riduzione dei costi nel contesto più ampio della razionalizzazione dell’assetto dell’Agenzia con l’adeguamento delle sedi su tutto il territorio regionale».

Legge di Bilancio 2022 quali novità per l’ambiente?

di Giovanni Esposito

Una pioggia di investimenti per l’ambiente. La manovra economica per il 2022 (Legge n 234/21), pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 31 dicembre 2021, porta in dote un piatto piuttosto ricco sul capitolo ambientale, finalizzato a guidare quel processo di transizione di cui tanto si parla. Le aree di intervento, infatti, destinano parecchie pagine, e altrettanti incentivi, al tema della riconversione in chiave verde della nostra economica. Basti pensare che una delle novità più importanti introdotte è l’istituzione di un Fondo italiano per il clima (gestito da Cassa depositi e prestiti) che 840 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026 e di 40 milioni di euro a decorrere dall’anno 2027, per un totale di oltre 4,2 miliardi di euro, finanzierà interventi, anche a fondo perduto, a favore di soggetti privati e pubblici per contribuire al raggiungimento degli obiettivi stabiliti negli accordi internazionali in materia di clima e tutela ambientale ai quali l’Italia ha aderito. Tra le attività consentite (assunzione di capitale di rischio ed erogazione di finanziamenti, diretti o indiretti), ci sono l’erogazione di garanzie su finanziamenti concessi da soggetti terzi autorizzati all’esercizio del credito, assistite dalla garanzia dello Stato quale garanzia di ultima istanza che opera in caso di insolvenza del fondo. Saranno, poi, i decreti attuativi del Ministero della transizione ecologica a definirne i criteri per il riparto. A fianco di questa novità la manovra ha poi introdotto il fondo per l’attuazione del programma nazionale di controllo dell’inquinamento atmosferico, che entrerà in vigore solo nel 2023 con una dotazione di 50 milioni di euro, che raddoppierà l’anno successivo, raggiungendo i 200 milioni a disposizione nel 2026. Sarà poi il Ministero per la transizione ecologica con appositi decreti a stabilire la modalità di utilizzo del fondo. Altri 15 sono i milioni, spalmati sul prossimo triennio, per “interventi di ripristino delle opere di collettamento o depurazione delle acque, nonché di impianti di monitoraggio delle acque, in casi di urgenza correlati ad eventi calamitosi”. La Legge di Bilancio prevede inoltre il “finanziamento per le emergenze ambientali e per la semplificazione del Fondo nazionale per l’efficienza energetica”, con ulteriori 15 milioni. La manovra dedica un’attenzione particolare anche ai temi dell’economia circolare, destinando 6 milioni di euro per “incentivare l’apertura dei centri per la preparazione per il riutilizzo dei rifiuti, centri che, come si legge nel provvedimento, “dovranno gestire rifiuti idonei ad essere preparati per il loro reimpiego mediante operazioni di controllo, pulizia, smontaggio e riparazione”. A far capo dal 2022 saranno invece 150 i milioni di euro in dotazione al nuovo fondo per il sostegno alla transizione industriale, che dovranno favorire l’adeguamento del sistema produttivo nazionale alle politiche europee in materia di lotta ai cambiamenti climatici. A valere sulle risorse del fondo potranno essere concesse agevolazioni alle imprese, soprattutto quelle che operano in settori ad alta intensità energetica, per la realizzazione di investimenti mirati alla riduzione dell’impronta di carbonio, compresi interventi “per il riutilizzo per impie¬ghi produttivi di materie prime e di materie riciclate“. Nel calderone dei finanziamenti anche un credito d’imposta per l’installazione e messa in funzione di impianti di compostaggio presso i Centri agroalimentari presenti nella Regioni Campania, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. Per questo capitolo è riconosciuto un contributo, nel limite massimo di 1 milione di euro per l’anno 2023, sotto forma di credito d’imposta, pari al 70% degli importi rimasti a carico del contribuente. L’agevolazione è richiesta dal gestore del centro agroalimentare purché l’impianto di compostaggio possa smaltire almeno il 70 % dei rifiuti organici prodotti dal medesimo centro agroalimentare. Sarà poi un provvedimento dell’Agenzia delle entrate, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, a stabilire le modalità di applicazione e di fruizione del credito d’imposta. Infine per il supporto tecnico alle attività istruttorie svolte dal Ministero della transizione ecologica, con particolare riferimento alle esigenze di valutazione di impatto ambientale e di valutazione ambientale strategica, nonché per l’attuazione del PNRR, è assegnato un contributo di 1 milione di euro per l’anno 2022 a favore dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.

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