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SATIRA:LA MATURITA'
lo sai che menti, perché puoi fare quante simulazioni vuoi, ma il tuo esame di maturità e quello dei tuoi studenti non lo dimenticherai mai e ti verrà a trovare di notte, soprattutto la notte prima degli esami e lì non potrai simulare

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“Caccia il cartellino giallo! Ma lo hai visto, si è tuffato! Vai alla Var che sta facendo finta!” Ecco se fossimo su un campo di calcio e uno dei partecipanti simulasse un qualunque comportamento per ottenere un rigore e andare in rete a colpo quasi sicuro verrebbe, nel migliore dei casi, riempito di parolacce, invece questo non accade per gli studenti delle quinte classi della scuola superiore che durante il mese di maggio vengono invitati dal Ministero della pubblica istruzione, complici i loro professori a “simulare l’esame di maturità” . Non è la stessa cosa mi direte voi, lo so, ma ogni volta che mi arriva la mail in cui leggo date per la simulazione, mi guardo attorno sicura di trovarmi un presidente di commissione che agita il cartellino rosso perché non ho preparato adeguatamente i miei alunni a sostenere l’esame di stato. Procediamo sempre per gradi, soprattutto per spiegare ai non addetti ai lavori, ma ci sarà qualcuno che non ha ancora espresso un parere sulla scuola e sui docenti e che quindi non è un addetto ai lavori? Sta cosa la vedo difficile; comunque non divaghiamo, dicevo cerchiamo di spiegare cosa ha voluto dire quest’anno per alunni e docenti prepararsi a sostenere l’esame di maturità. Chiedo in primis all’alunno tipo: diciottenne, reduce da due anni di didattica a distanza, didattica mista, didattica integrata: DAD,DID e quant’altro ha potuto coniare la mente umana, si è trovato quest’anno, finalmente in presenza a guardare gli occhi di compagni e docenti, gli occhi solo, chiaramente, perché ha indossato la mascherina tutto l’anno, che dal primo giorno di scuola si è sentito ripetere la parola, lei quella incriminata “ quest’anno abbiamo l’esame, dovete studiare, così parlerai di Verga all’esame? Non va bene, ragazzi ma che figura mi farete fare all’esame se non sapete nemmeno fare un calcolo semplice? Io all’ esame non ti ammetto se non sei più attenta” E via così fino ad avere istinti omicidi ogni volta che questa veniva pronunciata “Sei pronto per l’esame? “Pronto? Quest’anno abbiamo di nuovo gli scritti e io non metto penna su carta da due anni, ma proprio a noi doveva capitare? Non potevano aspettare l’anno prossimo, speriamo nella simulazione” Scelgo di porre la stessa domanda ad un professore, uno tra tanti, uno di quelli che puoi incontrare nei corridoi di una scuola superiore e che, fortunato lui ha almeno una classe da accompagnare alla maturità (io ne ho due, ho fatto ambo quest’anno!) che è carico di libri, ne porta più lui dei suoi studenti che usano Google per tutto e quindi del libro non hanno bisogno “Sei pronto per l’esame?” “Pronto? Dopo due anni ho dovuto rimettere la penna in mano ai ragazzi e anche io non è che la stavo usando molto, sono oberato da documenti da compilare, interrogazioni da fare, vediamo come va la simulazione” .Un non addetto ai lavori alla seconda volta che sente pronunciare la parola simulazione si aspetterebbe il cartellino rosso, espulsione diretta e almeno due giornate di squalifica, ma siamo a scuola e la simulazione è ammessa, anzi si deve fare e così eccoci qui, in un’aula trasformata in aula d’esame con i banchi spostati, la sedia posta dinanzi ai sei docenti più fortunati di tutti nominati membri della commissione che, per evitare fughe di massa a Timbuctu, quest’anno, sarà ancora formata solo da commissari interni e un presidente esterno, a fare finta di sostenere l’esame orale. Si segue tutta la liturgia, si invita uno degli alunni estratti in precedenza che al” facciamo accomodare il candidato” detto non senza una vena sadica dalla prof di italiano, perde 10 anni di vita, gli si presenta un progetto, un’immagine da cui prendere spunto per la sua discussione e questo parte, veloce come un treno, acquistando man mano fiducia in sé e donandola anche agli altri compagni che assistono alla simulazione, si fa qualche domanda, ci si consulta, si fa finta di cercare qualcosa tra le carte sul banco, insomma si simula tutto tutto, in modo tale che il 22 giugno, data di inizio degli esami non ci siano sorprese. li vedi tutti tranquilli ed esclami “Vedete? Niente di spaventoso, basta impegnarsi e studiare” ,
