Il Soffio_3/2023

Page 1

numero di maggio 2023

Il Soffio

rivista informativa di AriAnuovA Organizzazione di volontariato che supporta il cambiamento e l'evoluzione in contesti di fragilità.


Le parole di AriAnuovA Altruismo

Amicizia Ascolto Autenticità Coerenza Condivisione Consapevolezza Creare Determinazione Disponibile Emotività Energia Entusiasmo Fantasia Fare Fragilità Giocare Insieme Ironia Leggerezza Mettersi in gioco Ridere Riservatezza Serenità Sincerità Sollievo Sorridere Tenacia



La copertina di maggio Amicizia, spensieratezza e mani intrecciate, legami che danno libertà.


Ed eccoci con un nuovo numero! In questo mese di maggio l’argomento scelto tra le parole di AriAnuovA è l’amicizia. Esiste l’amicizia o è solo una copertina di Linus, un escamotage per non sentirci soli? La risposta a questa domanda è proprio negli articoli di questo numero, tra le righe della poesia di Assia una ragazza che ama scrivere e che ha voluto regalarci un suo contributo letterario, tra le parole di Claudia, medico nutrizionista, persona speciale, che, tra un turno e l’altro, offre tempo prezioso per dare suggerimenti su un’alimentazione sana ed equilibrata, nella disponibilità di Elisa, psicologa e psicoterapeuta, che mette a disposizione il suo tempo per dare una mano a chi si trova in una condizione di fragilità, nella ricetta proposta da Stefania, piccola coccola culinaria, che può allietare tristi giornate, oppure nel leggere dell’organizzazione meticolosa e precisa di Sara che ha coordinato le escursioni del nostro progetto nazionale di raccolta fondi lungo la Via Francigena, per finire con la saggezza delle parole in soffio di Laura. E poi c’è il non detto tra le righe, dal quale si legge la disponibilità all’ascolto di Barbara, la presenza costante di Claudia e di Maria Grazia, che ci accompagnano in ogni iniziativa. Forse tutto questo è amicizia o lo sta diventando, giorno dopo giorno, evento dopo evento, diventiamo più unite, più forti perché lavoriamo per qualcosa in cui crediamo. In modo del tutto naturale abbiamo creato un microcosmo in cui tutti gli atomi che ne fanno parte si muovono in armonia, (anche con qualche scazzo a dire il vero!) per portare a casa il risultato: dare un sostegno alla fragilità. Per noi fragilità è un bene prezioso di cui avere cura, il suo significato non è “facile rottura” ma capacità di emozione, percettività sensibile, flessibilità, disponibilità al cambiamento. In amicizia, buona lettura!

Be brave

Together, we make a difference!

pagina 1 - Il Soffio

E D I T O R I A L E

DI LUISA FALCONE E DARIA ORFEO


S O M M A R I O

Editoriale di Luisa Falcone e Daria Orfeo, pag. 1 Un po' di storia La Via Francigena a Castel San Giovanni, di Luisa Falcone, pag. 2 Primo maggio, Festa dei lavoratori, pag. 6 News ed eventi Date da ricordare, pag. 9 Escursioni ad Aosta, pag. 10 Soffi di letteratura Maggio in letteratura, di Luisa Falcone, pag. 11 Una mela al giorno Convivialità a tavola, di Claudia Razza, pag. 16 Arianuova in cucina L'ingrediente segreto, di Stefania Ianfascia, pag. 19 Il lievito, pag. 20 Il pane dell'amicizia, pag. 21 Escursione e trekking Lascia la Tua Impronta, escursioni piacentine, pag. 22 Soffi & dintorni Pensieri in parole, parole in pensieri, di Laura Patrucco, pag. 25 Okja, di Serena Verrucciu, pag. 26 Amicizia, poesia di Assia El Btaou, pag. 28 Film e amicizia Film da guardare almeno una volta, pag. 29 Prossimi appuntamenti Calendario delle escursioni, pag. 32 Soffia con noi Come sostenerci, pag. 33 Dove trovare il Soffio, pag. 33

Numero 3 - 2023 Redattori e collaboratori di questo numero: Daria Orfeo, agronoma. daria.orfeo@gmail.com Luisa Falcone, pubbliche relazioni e comunicazione. lulu.falcone.75@gmail.com Laura Patrucco, paziente esperto, segreteria@associazionearianuova.org Claudia Razza, medico nutrizionista. claudia.razza@gmail.com Stefania Ianfascia, pasticcera amatoriale. stefanianfascia@gmail.com Con i contributi di: Serena Verrucciu e Assia El Btaou

Be brave

Together, we make a difference!


Un po' di storia La Via Francigena a Castel San Giovanni Un antico cammino proveniva da Oltralpe, prima di raggiungere Castel San Giovanni, passava da Pontecurone, Tortona, Voghera e Casteggio A cura di Luisa Falcone

L’attuale territorio di Castel San Giovanni in età medievale e moderna è stato attraversato da uno dei cammini detti romei o francigeni che dall'Europa dell'ovest, in particolare dalla Francia, portavano nella principale meta dei pellegrinaggi cristiani, Roma, ma permettevano anche di imbarcarsi per proseguire il viaggio oltremare in direzione della Terrasanta. Questo tratto di strada che attraversa il territorio di Castel San Giovanni che ricalcava la romana Postumia (poi Iulia Augusta) è documentato costantemente dal XII al XIX secolo con la denomazione di romea e risulta essere stato percorso, nell’opposta direzione, anche dai pellegrini diretti a Santiago di Compostela. Questo cammino proveniva da Oltralpe e che, prima di raggiungere Castel San Giovanni, toccava Pontecurone, Tortona, Voghera e Casteggio. Proseguiva poi verso Piacenza dove si congiungeva a un altro percorso, proveniente anch’esso dalle regioni del Nord Europa e che dopo aver attraversato l’odierna Lombardia e attraversava il Po all’altezza di Corte Sant’Andrea e Soprarivo. Quest’ultimo percorso è detto “di Sigerico”, in riferimento all’arcivescovo di Canterbury, che ne fece menzione nel suo diario di viaggio compiuto dalle isole britanniche a Roma attorno al 990. Dopo Piacenza entrambi gli itinerari si univano per proseguire verso Fiorenzuola e Borgo Donnino, l’attuale Fidenza, fino all’Appennino verso Pontremoli e la Toscana. Prima la pieve di Olubra e poi Castel San Giovanni (insediamento fortificato che dal 1290 ne ha raccolto l’eredità) hanno costitituito un importante snodo lungo il primo dei due percorsi citati. Nei secoli si è dimostrato un crocevia importante per uomini e merci anche perché era situato all’intersezione tra la romea e altre strade, una delle quali risaliva la Val Tidone e consentiva di raggiungere Bobbio e le coste tirreniche e l’altra oltrepassava invece il Po in direzione di Milano.

pagina 2 - Il Soffio


Un po' di storia A cura di Luisa Falcone

L’uso costante del termine strata romea e la presenza di ospedali e pellegrini nel tratto che corrisponde all’odierna Statale 10 Padana Inferiore tra i torrenti Bardoneggia e Tidone è stato ampiamente documentato, per i secoli XII, XIII e XIV, nell’accurato volume di Giacomo Nicelli intitolato “Alle Origini di Castel San Giovanni: la Pieve di Olubra” e pubblicato dal Bollettino Storico Piacentino nella collana Biblioteca Storica Piacentina. In particolare, Nicelli ha messo in evidenza come la Romea medievale sia perfettamente sovrapponibile con la romana Via Postumia/Iulia Augusta, che corrisponde ai due rami extraurbani dell’attuale Statale 10 Padana Inferiore. Non a caso, ha evidenziato che sul perfetto rettilineo disegnato da quest’ultima strada nel tratto compreso tra Cardazzo (Bosnasco) e Madonna del Rosario (Sarmato) si inserisce ancora oggi una strada interna all’abitato di Castel San Giovanni che ha mantenuto il nome di Romea. Più precisamente, parliamo di “Via Romea Vecchia”. Il nome, come si sa, deriva da romeus cioè coloro che imboccavano il cammino/viaggio verso Roma, più tardi il termine verrà sostituito dal generico pellegrino. La prima attestazione della romea a Castello è contenuta in un documento risalente al 1180. Si tratta di una concessione del vescovo Tedaldo che riguarda un ospedale esistente proprio lungo questa strada e precisamente in prossimità del torrente Bardoneggia. I pellegrini diretti a Piacenza, una volta oltrepassati il torrente di Bardonegga e l’omonimo hospitale, dedicato a San Giacomo, si dirigevano verso la località ad Ceresiam de Capite Auri, probabilmente l’attuale Campo d’Oro. In Via Romea Vecchia, dunque, i pellegrini attraversavano il camminamento in prossimità dell’antica Pieve, nell’originario burgus e del ponte sul torrente Olubra (oggi rio Lora), presso il quale sorgeva un altro ospedale gestito direttamente dalla peive di Olubra, e si dirigevano verso l’area a ridosso dell’altura dell’odierna Poggio Salvini (zona Villa Braghieri) nella quale si trovava il castrum di Olubra e che dagli anni ’80 del XII secolo ospiterà un “secondo” burgus di Olubra, dove fiancheggiava un appezzamento di terra casamentata (…da costruzione o costruzioni, per lo più case di contadini) presso il fossato dello stesso borgo. Poco lontano da questo insediamento si divideva, in prossimità della Romea, anche una strada che porta a Fontana. I pellegrini, proseguendo il loro cammino verso Piacenza, sempre nel territorio di Olubra, accostando località Ficta e giunti a Fontana si dirigevano non lontano da Molza (Sarmato) e da un luogo chiamato Rivus Panarius, vicino all’omonimo corso d’acqua fino ad arrivare al Burgus Tidoni, una chiesa, un altro ospedale e un ponte in riva al Tidone, presumibilmente l’attuale località di Pontetidone. Il cammino di questi pellegrini non era facile, spesso venivano attaccati da ladri. In un documento menzionato sempre da Nicelli si apprende, ad esempio, che nel 1184 alcuni romei subirono un furto, in prossimità del corso dell’Olubra, perpetrato da due uomini di San Marzano che furono poi condannati. Questo tratto della via Romea che attraversava Castel San Giovanni mantenne la sua funzione di via del pellegrinaggio anche nei secoi successivi, come si evince anche dalle note di viaggio di un mercante francese, che sostò a Castelsangiovanni durante il giubileo del 1350, e di un altro pellegrino fiorentino diretto a Santiago di Compostela nel 1477, ma anche da svariate testimonianze tardomedievali e della prima età moderna e fino al XVIII secolo.

pagina 3 - Il Soffio


Un po' di storia A cura di Luisa Falcone

I pellegrini a loro sostegno per rifocillarsi o per riposare e dormire, trovavano sulle vie Romee delle strutture ricettive, dette domus hospitalis, dal latino letteralmente case ospitali, che avevano più funzioni come, appunto, ricovero, assistenza e cura. Gli ospitali servivano, soprattutto, a dare ospitalità a chi non poteva permettersi economicamente altre soluzioni per dormire o rifocillarsi. A Castel San Giovanni nei secoli XII e XIII è attestata con certezza la presenza di almeno due ospedali, che avevano tra i loro compiti quello di dare assistenza ai pellegrini. Erano collocati entrambi, come già si è detto, nei punti in cui la Romea incrociava rispettivamente i torrenti Bardoneggia e Olubra. Ritornando all’assistenza dei pellegrini, gli ospedali avevano una triplice funzione: ricovero, distribuzione elemosina e assistenza e cura medica; funzioni che venivano assolte anche dall’ospedale della Pieve di Olubra leggendo quanto riportato in un mandato di papa Onofrio III del 1225: …devote servire peregrinis, pauperibus et infirmis. Le persone che venivano a chiedere cure nell’ospedale, pievano, erano genericamente chiamati pauperes nel 1180 dal vescovo Tedaldo e anche in uno scritto del procuratore della pieve di Olubra, nel 1226 gli assistiti venivano chiamati nello stesso modo. Gli ospedali oltre che per i pellegrini accoglievano anche i bisognosi, gli orfani, le vedove, gli infermi e tutti coloro che versavano in condizioni di indigenza. Nel XII secolo le persone povere aumentarono conseguentemente all’aumento demografico e istituzioni laiche ed ecclesiastiche, ordini ospedalieri e centri canonicali e pievani si assunsero il compito di implementare tali strutture (in precedenza erano gli ordini monastici a farlo). A Olubra, come accennato prima, è documentata la presenza di due ospedali, quello di San Giovanni (Hospitale di Olubra) sito vicino alla chiesa pievana, anch’essa dedicata al santo decollato, e al ponte Olubra e quello situato all’intersezione tra il rio Bardoneggia e la strada Romea (Ospedale di Bardoneggia). Il secondo prima di essere anch’esso assoggettato alla pieve, nel XIII secolo, conobbe diverse modalità di gestione che in modo formale lo vedevano sotto la tutela del vescovo, ma in pratica aveva ampi margini di autonomia. La casa dell’ospedale (ospedale di Bardoneggia) era preceduto dalla chiesetta di San Giacomo sulla strada romana che separava naturalmente il confine piacentino da quello pavese. L’ospedale era più defilato, rispetto alla chiesetta, racchiuso dalla campagna. Ad oggi dell’antico complesso, del tutto irriconoscibile, rimane solo un piccolo agglomerato di case rurali a sud della Romea, che prende il nome di Bardoneggia superiore. Nelle strutture vi lavoravano sia uomini che donne, nel caso dell’ospedale pievano, qualificati come converse e conversi, mentre le funzioni dirigenziali spettavano al clero. Dal 1365 è attestata l’esistenza di un ospedale anche Costola di Creta, sulle colline a sud di Castel San Giovanni che si manterrà attivo per tutto il XIV e XV secolo, aprendo successivamente un proprio punto di accoglienza anche all’interno di Castel San Giovanni, e solo alla fine del XVI secolo sarà accorpato dell’ospedale di Castelsangiovanni, l’edificio ospedaliero venne adibita ad abitazione privata, ma assieme all’oratorio e al terreno rimasero di pertinenza dell’ospedale castellano. Sulla facciata dell’oratorio sopravvivono due formelle tardomedievali raffiguranti l’agnello mistico.

pagina 4 - Il Soffio


Un po' di storia A cura di Luisa Falcone

Per l’importanza della posizione strategica dello snodo viario in cui la Romea incrociava le strade dirette a nord verso Milano e a sud verso l’Alta Valtidone, Bobbio e la Liguria, la rete di accoglienza fu ampliata e vennero fondato, si presume nel XIV secolo, un altro ospedale nel centro abitato di Castel San Giovanni, detto di San Giacomo e gestito dalla confraternita dei flagellanti, detti anche disciplinati o battuti. Era affiancato da una chiesa di cui sopravvive in parte la struttura, e sorgeva lungo l’odierna via Mazzini, poco lontano dall’attuale Corso Matteotti.

Via Mazzini, Castel San Giovanni.

La Via Francigena a Castel San Giovanni Bibliografia Per il periodo anteriore al XIV secolo: Giacomo Nicelli, Alle origini di Castel San Giovanni: la pieve di Olubra. Chiese, villaggi, castelli e ospedali in una terra di confine tra Piacenza e Pavia fino al XIII secolo, Piacenza, Tipleco, 2021 (Biblioteca Storica Piacentina, 36), pp. 91-124, 331-335, 348-349, 357-402. Per il periodo successivo: Renzo Colliva, Castel San Giovanni, Piacenza, Banca di Piacenza, 2001, pp. 155-165.

pagina 5 - Il Soffio


Un po' di storia MAGGIO Primo maggio Festa dei lavoratori, una lunga lotta perpetrata in quasi tutto il mondo A cura della redazione

Il mese di Maggio, dal 1889, ospita nel suo primo giorno la Festa dei lavoratori. Una festa che rappresenta per i lavoratori un monito per non dimenticare che per arrivare alla giornata lavorativa di otto ore e non di 12 o più, per le migliori condizioni lavorative, per la battaglia allo sfruttamento dei lavoratori stessi, ci si è arrivati con una lunga lotta perpetrata in quasi tutto il mondo. Fu detta Festa Internazionale dei Lavoratori a Parigi durante il congresso dell’Organizzazione Seconda Internazionale. La Festa in realtà veniva già celebrata come commemorazione da alcuni paesi per via di un episodio avvenuto nella città americana di Chicago in cui i sindacati lottavano per ottenere una giornata lavorativa di otto ore. L’episodio è conosciuto come Haymarket Affair ed è avvenuto nel 1886 periodo in cui negli Stati Uniti i sindacati erano ben organizzati e forti.

Illustrazione d'epoca raffigurante lo scoppio dell'ordigno a Haymarket Square.

pagina 6 - Il Soffio


Un po' di storia

Per il primo maggio, pertanto, fu indetto uno sciopero generale denominato dai sindacati “La Grande Rivolta” in cui si chiedeva, per gli operai, un orario di lavoro che non sfruttasse e sfinisse i lavoratori. Le manifestazioni andarono avanti fino al 3 maggio giorno in cui i lavoratori di una fabbrica produttrice di mietitrebbie, chiamata Mc Cormick, si scontrarono con la polizia. Agli agenti intervenuti sul posto era stato dato l’ordine di usare violenza per sedare le proteste e alcuni di loro spararono agli operai ferendone diversi e uccidendone sei. In risposta, un’associazione anarchica di lavoratori il giorno dopo organizzò una nuova manifestazione, in piazza Haymarket. Avrebbe dovuto essere una protesta pacifica a cui avrebbe presenziato anche il sindaco di Chicago, ma in ultimo quando gli agenti di polizia si accinsero per sgomberare gli operai, qualcuno tirò verso di loro una bomba. L’esplosione uccise sette agenti e ne ferì sessanta. Subito dopo, la polizia sparò sulla folla e uccise tre manifestanti. Il responsabile del lancio della bomba non fu mai accertato, e dopo quasi tutta la stampa americana accusò i lavoratori immigrati di terrorismo anti-americano, alimentando un clima già molto teso che portò all’arresto di centinaia di sospetti in tutto il paese. Dopo vari arresti, suicidi in carcere e traversie varie non fu comunque mai trovato il responsabile.

Memoriale ai martiri di Haymarket. Haymarket Martyrs Memorial, 1893, by Albert Weinert (1863-1947), granite and bronze, Forest Home/Waldheim Cemetery, Forest Park, Illinois (National Historical Landmark). Foto web pagina 7 - Il Soffio


Un po' di storia

Ma venendo in Italia la Festa del lavoro si lega anche a un altro evento storico, la strage di Portella della Ginestra, in provincia di Palermo. Il primo maggio 1947 una folla di lavoratori si trovava lì per celebrare la ricorrenza (sospesa durante il fascismo e ripristinata dopo la Seconda guerra mondiale) e per protestare contro il latifondismo. Presenti, però, c’erano anche gli uomini di Salvatore Giuliano, bandito che aveva rapporti con i monarchici e anche con la mafia. Giuliano e i suoi uomini spararono sulla folla uccidendo undici persone (un’altra morì in seguito a causa delle ferite riportate) tra cui due bambini, e altre 27 furono ferite. I mandanti della banda di Giuliano non furono mai scoperti.

Il 2 maggio 1947 l'Italia è in lutto. Il giorno prima undici persone sono state assassinate mentre si preparavano a festeggiare il lavoro. Una strage premeditata rimasta senza mandanti. La reazione del sindacato è immediata: sarà sciopero generale. Foto tratta da Collettiva, I. Romeo

pagina 8 - Il Soffio

IL PRIMO MAGGIO, DUNQUE, DI OGNI ANNO NON SOLO SI FESTEGGIA E SI PROMUOVONO RADUNI E MANIFESTAZIONI PER SOLLECITARE DIRITTI E RECLAMARNE ALTRI, MA SOPRATTUTTO PER RIBADIRE QUELLI ACQUISITI.


News ed eventi Date da ricordare Tra il fitto calendario di maggio vogliamo ricordare A cura della redazione 1 Maggio: Festa dei Lavoratori. In Europa si celebra la prima Festa dei lavoratori. Prima Esposizione Universale (EXPO). 4 Maggio: Hemingway vince il Pulitzer con "Il vecchio e il mare". Tragedia di Superga. 5 Maggio: Istituito il servizio postale nazionale (1862). 6 Maggio: Inaugurato il tunnel della Manica (1994). Penny Black, primo francobollo emesso al mondo (1840). 7 Maggio: Prima esecuzione della Nona Sinfonia di Beethoven (1824). 9 Maggio: La mafia uccide Peppino Impastato (1978). 11 Maggio: I Mille sbarcano a Marsala (1860). 13 Maggio: Parte il primo Giro d'Italia (1909). 14 Maggio: Inaugurato il primo teatro stabile italiano; il Piccolo Teatro di Milano (Teatro d'Europa per decreto ministeriale nel 1991) fu fondato il 14 maggio 1947 da Giorgio Strehler, Paolo Grassi e sua moglie Nina Vinchi Grassi. 15 Maggio: Gino Strada fonda Emergency (1994). 16 Maggio: A Venezia viene inaugurata la Fenice (1792). 17 Maggio: Giornata internazionale contro l'omofobia e la transfobia. 20 Maggio: Levi Strauss e Jacob Davis brevettano i blue jeans (1873). Viene fondata Legambiente (1980). 24 Maggio: Apre il ponte di Brooklyn (1883). Morse trasmette il primo messaggio telegrafico (1844). Le truppe italiane attaccano l'Austria, per le cosiddette “terre irredente” del Trentino, del Friuli e della Venezia Giulia che mancavano all'unificazione italiana. 28 Maggio: Nasce Amnesty International (1961). 29 Maggio: Primo uomo a scalare l'Everest (1953). 30 Maggio: Istituita l'Agenzia Spaziale Italiana (1988). È STUPIDO NON SPERARE, PENSÒ. E CREDO CHE SIA PECCATO. - IL VECCHIO E IL MARE

pagina 9 - Il Soffio


News ed eventi Aosta, lascia la tua impronta Sono

partite

le

prime

escursioni,

I

ponti

di

Pontboset e le buone erbe da Etroubles ad Aosta A cura della redazione

Sono partite le prime escursioni del progetto La Via Francigena 23 – Lascia la tua impronta. Il primo cammino è stato condotto dalla guida Pietro Ruggeri che ha presentato il percorso incantevole de “I ponti di Pontboset”. I pellegrini hanno attraversato il villaggio e i boschi di Pontboset attraversando ben 6 ponti sui torrenti Ayasse, Mandaz e Brenve. I loro specchi color smeraldo hanno ammaliato i camminatori che hanno raggiunto l’Orrido di Ratus scavato dalle acque del torrente Brenve creando una gola spettacolare. La seconda tappa è stata convogliata dalla guida Roberto Giunta che ha accompagnato i peregrini verso il sentiero delle buone erbe lungo la Via Francigena alla ricerca delle piante officina sul percorso francigeno che porta da Etroubles (punto tappa storico della Via a m 1280 di quota – e scende fino ad Aosta attraverso l’antico canale irriguo Rû Neuf e i sentieri della bella collina del capoluogo, costeggiando i vigneti e i meravigliosi giardini terrazzati. Mentre andremo in stampa partiranno altri tre splendidi cammini: Pellegrini in cammino, Vercelli – Robbio 29 aprile Pellegrini in cammino, Robbio – Mortara 30 aprile Pellegrini in cammino, Mortara – Garlasco 01 maggio Tutti capitanati dalla guida Micaela Lucconi. La Via Francigena dalle verdi pianure della Lomellina a Pavia, antica capitale dei Longobardi – Garlasco 02 maggio diretto dalla guida Mirna Filippi Per info su tutti i percorsi: www.associazionearianuova.org/francigena-2023/ PICCOLI PASSI, GRANDI CONQUISTE

pagina 10 - Il Soffio


Soffi di letteratura Maggio in letteratura L’amicizia

deve

avere

delle

regole

basilari,

fondamentali come quella della reciprocità nella stima, nell’affetto disinteressato, ma ha anche un significato molto più ampio, articolato. A cura di Luisa Falcone

MAGGIO Vivo e scambievole affetto fra due o più persone, ispirato in genere da affinità di sentimenti e da reciproca stima: a. profonda, pura, disinteressata…questo recita il dizionario “Treccani” a proposito del significato di amicizia. Ed è vero, l’amicizia deve avere delle regole basilari, fondamentali come quella della reciprocità nella stima, nell’affetto disinteressato, ma ha anche un significato molto più ampio, articolato. Se pensiamo, ad esempio, nei “Promessi sposi” del Manzoni c’è una frase che, a mio avviso, racchiude tutto quello che un’amicizia dovrebbe essere. Nel romanzo, Renzo incontra un suo amico e, parlando delle proprie vicissitudini, asserisce di …certe brutte cose. L’amico gli risponde che sì sono brutte cose, ma a parlarne tra amici è un sollievo. Per superare le avversità della vita, i problemi quotidiani, una società che ci vuole sempre più veloci e perfetti, un buon amico è la valvola di sfogo con cui aiutarsi a vicenda. Aveva ragione il Manzoni, parlare con un amico dimezza le angosce e aumenta le gioie. Avere qualcuno che ti ascolta senza giudizio, ma che ti sostiene e ti capisce, che si spoglia di tutti i pregiudizi e ti vede per quello che sei, una persona sicuramente con pregi e altri valori positivi, ma anche con mancanze e fragilità. Questa è la vera amicizia. E non c’è lontananza che tenga; se hai la fortuna di trovare la vera amicizia questa, per la maggior parte delle volte, vale più di un amore. L’amico non è mosso da sentimenti amorosi, ma da affinità elettiva e stima incondizionata. Emozioni che non tradiscono col tempo, anzi nella vera amicizia si rafforzano creando così un legame familiare. Non è affatto raro che molte persone, al di fuori del contesto familiare, trovano fratelli o sorelle putativi.

pagina 11 - Il Soffio


In letteratura l’amicizia è tra i sentimenti più apprezzati fin dall’antichità e partiamo proprio da li con Marco Tullio Cicerone che ha espresso in modo molto efficace il concetto nell’opera “L’amicizia”. In essa spiega che l’amicizia rende più splendidi i successi e più lievi le avversità, perché c’è condivisione. “I successi l’amicizia li rende più splendidi, le avversità le rende più lievi, perché le condivide e le mette in comune”. Tanti autori hanno parlato di amicizia e l’hanno anche vissuta, tra i tanti, in tempi più recenti, voglio ricordare quella tra Giorgio Bassani e Mario Soldati, il primo uno dei più grandi narratori del ‘900, il secondo poliedrico regista, sceneggiatore e anche attore dal talento congenito. Si incontrano a Napoli nel 1944, entrambi letterati daranno vita a un sodalizio fruttuoso e stimolante per tutta la loro esistenza. Soldati darà la possibilità a Bassani di entrare nel mondo del cinema italiano degli anni ’50 facendogli scrivere le sceneggiature di diversi suoi film come le avventure di Mandrin (1952) soggetto e sceneggiatura con Vittorio Nino Novarese e Soldati; la provinciale (1953) dal racconto omonimo di Alberto Moravia, sceneggiatura con Sandro De Feo, Jean Ferry e Soldati, l’episodio Il ventaglino in Questa è la vita (1953), dal racconto omonimo di Luigi Pirandello, sceneggiato con Soldati. Il sodalizio intellettuale Bassani-Soldati è stata una rivelazione che ha permesso di creare un processo di contaminazione tra cinema e letteratura tra i più riusciti del ‘900. La trasposizione di “Cinque storie ferraresi” è stata una delle migliori pellicole di Soldati e una delle migliori sceneggiature del Bassani stesso. A suggellare l’amicizia tra i due c’è il primo romanzo “Gli occhiali d’oro” che Bassani dedica a Soldati. Tra i volumi che si dovrebbero leggere almeno una volta nella vita, figura “Il giardino dei Finzi Contini” proprio del Bassani; un’opera carica di sentimenti di amicizia e di amore, ma anche di paura e di sgomento per una pagina di storia che intende spazzare via vite, sogni e progetti dei giovani protagonisti in un’Italia che si allea con la Germania ed entra in guerra. La narrazione del Bassani è pulita, poetica come in tutti i suoi romanzi e la storia dei giovani protagonisti, inevitabilmente, fa traballare le certezze del lettore.

pagina 12 - Il Soffio

Il giardino dei Finzi Contini. Ferrara, foto tratta dal film di De Sica


Un’altra amicizia del Novecento italiano è degna di essere raccontata: quella tra Neri Pozza e Dino Buzzati. Neri Pozza, affermato scrittore ed editore, vuole pubblicare con la sua casa editrice un libro del già noto Buzzati. Inizia così una fitta corrispondenza tra i due che diventerà una sorta di redazione epistolare in cui aggiungere note, consigli, suggerimenti, per i libri dello scrittore ferrarese che verranno editati da Pozza. Nel 1950 per Neri Pozza editore esce “In quel preciso momento” (una seconda edizione verrà stampata nel 1955). La collaborazione lavorativa si trasforma in sincera amicizia e quando Buzzati sposa Almerina Antoniazzi, nel ’66, di molti anni più giovane, Neri e la moglie Lea sono i loro testimoni di nozze. Anche se in quell’anno Buzzati è ancora innamorato di una ballerina dalla storia travagliata…ma questa è un’altra storia. Di Buzzati bisognerebbe leggere i 60 racconti che sono strepitosi, le storie, felicemente assurde e coinvolgenti, hanno ‘anticipato’ i tanti sceneggiatori americani con narrazioni talvolta paurose da sembrare horror, altre intrise di un surrealismo fantastico da tenere il lettore incollato alla lettura nonostante il timore di sobbalzare ad ogni riga.

pagina 13 - Il Soffio Buzzati e Almerina, 1966


Di amiche donne in letteratura ce ne sono tante, ma voglio consigliare un’autrice contemporanea che adoro letteralmente: Amèlie Nothòmb che in “Petronille” uno dei suoi romanzi del 2014, racconta di essersi ispirata all’amicizia tra lei e Stèphanie Hochet anch’essa scrittrice. Le letture della Nothòmb sono per coloro che posseggono una mente brillante ed aperta, che hanno voglia di scrittura vera, ma innovativa e in questo non c’è nessuno che la possa imitare. La scrittrice, belga, ma che è nata e ha vissuto per anni in Giappone, spesso inserisce nei suoi romanzi scene della sua vita reale trascorsa in Sol Levante o in Belgio, ma sempre con quel tocco nothombiano che la contraddistingue e che ne fa una romanziera straordinaria. Un avvertimento: i finali dei suoi libri sono spesso macabri e sorprendenti, lettrici o lettori avvisati!

Per finire in bellezza, ma anche col pretesto di inserire al testo un’immagine d’autore, non si può non ricordare la grande amicizia tra Gauguin e Van Gogh. Pittori simbolo dell’impressionismo e dell’espressionismo, sono stati due artisti straordinari, legati da una profonda e martoriata amicizia. In un periodo della loro vita condividono anche la stessa casa ad Arles e la loro produzione è grandemente influenzata dalla loro collaborazione. Un’amicizia tormentata per via dei loro caratteri assolutamente agli antipodi, ma loro stessi sono consapevoli di queste grandi differenze caratteriali e cercano di convivere come possono mantenendo intatta la loro intesa, la visione comune della pittura. Van Gogh tra i due è quello che tenta a modo suo di tenere legata l’amicizia perché convinto dell’enorme potenziale artistico di Gauguin. Anche Gauguin ha una stima infinita nell’amico Van Gogh, ma spesso è preoccupato del carattere instabile dell’amico. E infatti la convivenza ad Arles dura poco perché Van Gogh palesa i primi tratti di follia e costringono l’amico alla fuga. Ed è proprio per questo episodio che Van Gogh si taglia l’orecchio destro senza pensarci un attimo, episodio raccontato nel suo autoritratto, oggi custodito alla Courtauld Gallery di Londra.

Van Gogh e Gauguin, 1886 pagina 14 - Il Soffio


La Berceuse di Vincent Van Gogh, un omaggio alla donna che ha gli fatto da “madre”, 1889, Due donne tahitiane sulla spiaggia, Paul Gauguin, 1891

pagina 15 - Il Soffio

DI TUTTE LE COSE CHE LA SAGGEZZA PROCURA PER OTTENERE UN’ESISTENZA FELICE, LA PIÙ GRANDE È L’AMICIZIA. (EPICURO)


Una mela al giorno Cos’e la Convivialità? Pensando all’amicizia, il tema di questo mese della nostra

rivista,

impossibile

non

parlare

di

condivisone e quindi di condivisione anche a tavola, di convivialità. A cura di Claudia Razza

Dal latino cum-vivere, ossia vivere insieme, oggi potremmo tradurlo nell’immagine del piacere che deriva dallo stare con gli altri a tavola. Il pasto conviviale è quello in cui ci si confronta assaporando gusti e alimenti che hanno una storia e un significato simbolico legato alle tradizioni etniche e riti di ogni società che le tramanda al suo interno. Un famoso proverbio dice: ”dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei” e io aggiungo: “dimmi come e con chi mangi e ti dirò se sei felice”. Eh si, oggi il cibo non è più solo un semplice atto di nutrimento, ma un importante momento di aggregazione, di condivisione, uno scambio di emozioni. Il pranzo e la cena diventano, quindi, occasione di socializzazione, momenti per conoscersi meglio e creare un legame più profondo. Stare insieme a tavola è una circostanza ricca di significato a cui molto spesso non attribuiamo il giusto valore umano. In effetti lo stare seduti a tavola insieme serve a recuperare quello spirito familiare secondo cui la tavola diviene il luogo dell’umanizzazione per eccellenza, di ascolto reciproco, di condivisione, di scambio della parola. Di conseguenza è seduti ad un tavolo che spesso si prendono le più importanti decisioni. D’altra parte a far da elemento chiave della tavola è il cibo a cui è stato attributo nel corso degli anni sempre più valore umano. In particolare secondo gli studiosi di semiotica il cibo nelle società dell’abbondanza acquisirebbe oltre al suo ovvio valore nutrizionale altri importanti significati simbolici. Facendo riferimento ad una dimensione meno biologica il cibo è “un sistema di comunicazione, un corpo di immagini, un protocollo di usi, di situazioni e di comportamenti” (R.Barthes). Dalle operazioni culinarie, della composizione dei pasti e dei menù, del loro ruolo sociale, alle forme degli strumenti con cui trasformiamo il cibo, tutto acquisisce significati precisi che molto spesso vengono persi nel quotidiano. pagina 16 - Il Soffio


Anche da un punto di vista “più biologico” la convivialità ha un ruolo fondamentale nell’alimentazione. Non a caso nella famosa piramide alimentare della Dieta Mediterranea, definita dall’UNESCO Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, la convivialità è alla base della piramide stessa, come a dire che è fondamentale per uno stile di vita sano. La Dieta Mediterranea infatti non è solo un insieme di precetti nutrizionali, ma rappresenta un vero e proprio stile di vita, un modus vivendi, un elemento relazionale e culturale che rafforza il senso di appartenenza e di condivisione tra le persone. La Dieta Mediterranea, schematizzata nella Piramide Alimentare, ha certamente una valenza nutrizionale, ma anche sociale, culturale e ambientale.

COINVOLGERE I PROPRI FIGLI SIA NELLA SCELTA E L’ACQUISTO DELLE MATERIE PRIME SIA NELLA LORO TRASFORMAZIONE. pagina 17 - Il Soffio


Inoltre, la convivialità a tavola è stata riscoperta come elemento fondante per la prevenzione dei disordini alimentari. La ricerca ha dimostrato una correlazione positiva tra consumo di pasti in famiglia e miglior benessere psicologico, e dunque un ridotto rischio di sviluppare un disturbo alimentare. Pertanto, è bene promuovere la convivialità e la socialità dei pasti. Inoltre, il pasto e la sua fase di preparazione possono diventare importanti momenti di educazione alimentare. Per questo motivo è fondamentale coinvolgere i propri figli sia nella scelta e l’acquisto delle materie prime sia nella loro trasformazione. Uno studio scientifico europeo condotto su diversi nuclei famigliari ha dimostrato che i pasti condivisi, cioè pasti consumati a tavola, senza distrazioni “digitali” (no TV, no media, ecc..) dedicando il giusto tempo alla condivisione del cibo, con conversazioni piacevoli, rappresentano utili strategie per promuovere un'alimentazione sana tra gli adolescenti.

Il cibo non soddisfa solo un bisogno energetico/nutritivo ma anche simbolico ed edonico. Il comportamento alimentare dipende, infatti, da fattori cognitivi, emotivi, sociali, economici e culturali, nonché dalle proprietà organolettiche degli alimenti, essendo regolati da meccanismi omeostatici ed edonistici. Pertanto, misure efficaci per prevenire e combattere i disturbi del comportamento alimentare (sia per eccesso che per difetto) devono partire da una visione integrativa multisensoriale del cibo sia a livello organico che a livello edonico, emozionale e di condivisione.

DIMMI COSA MANGI E TI DIRÒ CHI SEI” E IO AGGIUNGO: “DIMMI COME E CON CHI MANGI E TI DIRÒ SE SEI FELICE

pagina 18 - Il Soffio


Arianuova in cucina Un dono che va dritto al cuore, come fa sempre la gentilezza inaspettata. E così, uno dopo l'altro, gli abitanti di un'intera città s'improvvisano pasticcieri. A cura di Stefania Ianfascia

Molto spesso di una ricetta si dice “l’ingrediente segreto è l’amore”, nella torta che vorrei proporvi l’ingrediente segreto è uno strato lievito di cui occuparsi per 10 giorni prima di poter realizzare una torta che si può fare in molte varianti. L’idea di questo dolce mi è venuta leggendo un romanzo di Darien Gee intitolato “La cucina dei desideri”. Il romanzo comincia proprio con un regalo a sorpresa trovato sull’uscio di casa di una delle protagoniste, un dolce, chiamato “pane dell’amicizia”, insieme a un biglietto anonimo - Spero che vi piaccia - e a uno strano lievito da usare secondo le istruzioni fornite e poi condividere con amici e vicini. Un dono che va dritto al cuore, come fa sempre la gentilezza inaspettata. E così, uno dopo l'altro, gli abitanti di un'intera città s'improvvisano pasticcieri, conquistati da quell'insolita "catena" avviata da chissà chi. Spezzarla non porta sfortuna, se non quella di perdersi l'opportunità di nuove amicizie: perché dietro ogni porta si nasconde una storia da scoprire. Certo, non sempre cuori infranti e occasioni perdute si possono aggiustare come un piatto a cui manca un po' di sale: a volte, nella vita è necessario ripartire da zero. Ma imparare ad aprire il proprio cuore è già un ottimo inizio. Ma veniamo alla ricetta! Il lievito madre per il pane dell’amicizia va condiviso con amici o vicini di casa, di solito in un sacchetto a chiusura ermetica. Si può usare per torte, brownie, muffin … Se nessuno vi ha regalato un sacchetto di lievito e volete farlo voi, ecco la ricetta. È importante evitare ciotole e cucchiai in metallo per evitare di danneggiare il lievito.

pagina 19 - Il Soffio


Arianuova in cucina RICETTA DEL LIEVITO 4 g di lievito di birra secco 60 g acqua tiepida 125 g farina 00 200 g zucchero semolato 245 g latte intero Procedimento Sciogliere il lievito nell’acqua e lasciar riposare per 10 minuti. In un contenitore di vetro o plastica mescolare farina e zucchero, aggiungere lentamente il latte e il lievito sciolto. Coprire la ciotola e lasciare riposare a temperatura ambiente finché non fa le bolle. Trasferite il tutto in un sacchetto ermetico abbastanza grande (tipo quello dell’ikea da 4 litri 😊) Questo è il primo giorno di 10. Per i successivi 9 giorni curare il lievito secondo queste istruzioni: Giorno 2: manipolare il lievito senza toglierlo dal sacchetto Giorno 3: idem Giorno 4: idem Giorno 5: idem Giorno 6: aggiungere 125 g Farina, 200 g zucchero, 245 g latte e impastare Giorno 7: manipolare il lievito senza togliere dal sacchetto Giorno 8: idem Giorno 9: idem Giorno 10: versare il contenuto del sacchetto in una ciotola che NON sia di metallo. Aggiungere 190 g di farina, 300 g di zucchero, 360 g di latte. Dividere l’impasto in 4 parti e mettere in 4 sacchetti. Tenere 1 busta per preparare il dolce e regalare le altre ad amici con il procedimento, che partirà dal giorno 2.

pagina 20 - Il Soffio


Arianuova in cucina RICETTA DEL PANE DELL’AMICIZIA Accendere il forno a 160 gradi. Mettere il lievito in una ciotola e aggiungere: 3 uova 220 g olio di semi 120 g latte 200 g zucchero 1 cucchiaino di estratto di vaniglia 2 cucchiaini di cannella 6 g Lievito per dolci 1 pizzico di sale ½ cucchiaino di bicarbonato di sodio 250 g Farina 00 1 busta di preparato per budino (gusto a scelta) Facoltativo: frutta secca e uvetta Procedimento Prendere 100 g di zucchero semolato e unirli a mezzo cucchiaino di cannella e spolverare due stampi da muffin già imburrati. Distribuire l’impasto e spolverare con il restante composto di zucchero e cannella. Infornare per 1 ora (controllare con uno stuzzicadenti la cottura). La cucina dei desideri, di Dorien Geen, 2013, Piemme editore

ESISTONO TANTISSIME VARIANTI DI QUESTA RICETTA, LE POTETE TROVARE SUL LIBRO OPPURE POTETE CONTATTARMI! CHISSÀ CHE NON ABBIA ANCHE UNA BUSTA DI LIEVITO DA REGALARVI! pagina 21 - Il Soffio


Escursioni e trekking Lascia la Tua Impronta - Lungo la Via Francigena Le tappe piacentine del progetto partono da Castel San Giovanni, da Creta, sede di AriAnuovA. Tre escursioni e una cena a fare da supporto alla raccolta fondi per la ricerca scientifica sul tumore al seno. A cura della Redazione

Le tappe piacentine del progetto partono il 5 maggio da Castel San Giovanni, da Creta per l’esattezza sede di AriAnuovA. Francigena in Val Tidone è il titolo dell’escursione che sarà guidata da Sara Botteri guida e coordinatrice delle escursioni del progetto. Il percorso sarà ad anello e partirà da Creta e costeggerà i suoi dintorni per arrivare a Castello attraversando la Via Romea (oggi via Romea Vecchia) per poi ritornare alla partenza presso la sede Ex ACLI dove ci attenderà un aperitivo con Marisa, Franca e altri volontari. Dopo tappa al castello di Luzzano ed excursus storico della via Francigena in val Tidone. Verso sera, sempre a Castello nelle cucine della Proloco che ce ne ha concesso generosamente l’uso, in via Romagnosi nell’ex Salone Sant’Agnese, prepareremo l’impiattamento per la cena che verrà servita nel bel cortile retrostante. Cercando di ricreare l’atmosfera medioevale, porteremo sulla tavola conviviale, piatti antichi ricchi di sapore. Consapevoli che sarà una rivisitazione “personalizzata”, presenteremo ricette con uva, prugne, erbe aromatiche, per esaltare il gusto delle carni. Senza dimenticare salumi e formaggi tipici della nostra tradizione locale. Serata aperta ai soci di AriAnuovA. L’iscrizione all’associazione potrà essere fatta anche la sera stessa.

pagina 22 - Il Soffio

5 MAGGIO


La seconda tappa piacentina: Via Francigena tra Pontenure e Fiorenzuola, il 6 maggio, sarà guidata da Barbara Vascelli, Rossana Rossi e Sara Sichel. Su questo camminamento si calcheranno le orme degli antichi pellegrini percorrendo metà della tappa N° 17 della Via Francigena! Il percorso è impegnativo perché lungo e in parte su asfalto, ma si verrà ripagati dal bel paesaggio ricco di storia. Ci sarà un possibile guado da affrontare.

6 MAGGIO

Paola Bondani guiderà la terza tappa piacentina, il 7 maggio, con il cammino da Fiorenzuola d’Arda a Fidenza: la pianura delle abbazie in una tappa semplice dove lo sguardo spazierà tra le catene alpine lasciate alle spalle a quelle appenniniche della tappa successiva. Il pellegrinaggio inizierà verso l’Abbazia di Chiaravalle della Colomba con visita. Si proseguirà attraverso la campagna in piena fioritura primaverile con altre due soste significative per rifocillarsi e conoscere il territorio attraversato, ricco di storia e umanità. Si farà poi una sosta presso una famiglia di Castione Marchesi “amica dei pellegrini” testimone di racconti ed esperienze raccolte in tanti anni di ospitalità sulla via. Seguirà una breve visita alla Abbazia di Castione Marchesi custode di una storia antica risalente all’età del bronzo con le sue “terramare” e oggetto di ritrovamento di mosaici romanici, unico esempio di questo tipo in tutta l’area parmense. Seguirà la visita alla cattedrale di Fidenza, importante snodo della Via Francigena come testimoniano gli iconici e preziosi bassorilievi. Timbro delle credenziali per chi ne è in possesso e tradizionale brindisi di fine tappa.

7 MAGGIO

Si potrà supportare l’iniziativa secondo due modalità: -con una donazione accedendo direttamente alla pagina di donazione della Fondazione IEO-MONZINO www.partecipa.fondazioneieomonzino.it -e/o partecipando attivamente alle attività e alle escursioni, iscrivendosi e versando il contributo di partecipazione tramite la pagina dedicata sul sito www.associazionearianuova.org

pagina 23 - Il Soffio


Lascia la tua Impronta - Lungo la via Francigena 2023 In cammino per la ricerca scientifica sui tumori al seno

pagina 24 - Il Soffio


Soffi & dintorni Pensieri in parole, parole in pensieri. AriaAnuovA, Aria in Amicizia. A cura di Laura Patrucco

Nella consapevolezza che vi sia un tempo per tutto, quante volte ci chiediamo quale sia questo tempo giusto e sartoriale per ognuno di noi? E’ tempo di amicizia.. I vissuti, quelli che ci ricordiamo come fosse ieri, richiamano identità declinata a persona, ricordi che vorremmo conservare per ricordarci di guardare avanti, trasformando quello che un tempo non comprendevamo, in momenti di aria nuova, di emozioni rivisitate, di valori ripensati. Esiste il tempo dell’amicizia, ogni giorno, con le sue mille e una sfaccettatura, come un universo nel quale puoi solo desiderare di esserci, per respirare la brezza di un benessere oltre la fisicità di un sorriso, una carezza, un abbraccio. Gesti che richiamano un microcosmo che vuole riemergere. Il nostro piccolo, grande cosmo. Forse un tempo sarebbe stato un atto di coraggio scegliere di credere nell’amicizia come un dono per la cura dell’anima e della mente, perché certi vissuti imbrigliano in bolle asettiche; ma oggi non è più quel tempo, è tempo di scegliere quale aria respirare, quale nutrimento darci, quale universo vivere. L’universo della semplicità di vita, dei valori ancestrali, ma costanti, perché reali, di essenzialità come la relazione, l’alleanza, l’empatia, che donano e realizzano autenticità. La grandezza di un’amicizia può essere infinita, nel parlarsi, nel condividere per riscoprire la vicinanza per somiglianza, perché quando ascolti un amico, ti ritrovi immedesimato nell’essere il suo interlocutore, perché nulla gli nascondi, tutto gli apri. La bellezza di specchiarsi in uno sguardo amico e riscoprire vicinanza, complicità, certezza di potersi affiancare prima ancora di essere affiancati. La meraviglia è crederci innanzi al realizzarlo, viaggiare con l’amicizia come una compagna fidata, che non giudica, ma ti rende speciale nel tuo quotidiano. La vorrei chiamare cura della persona non per perimetrare il suo valore, ma per conferirle l’universalità

Scriveteci se volete raccontarci qualcosa di voi, una storia di fantasia, oppure condividere una poesia, una foto o avete un libro o film da consigliare. Pubblicheremo i vostri contributi in questo spazio. Accorciamo le distanze, stiamo nei dintorni! redazione@associazionearianuova.org

AMICIZIA, COME UNA CAREGIVER DI VITA. EBBENE, DEDICHIAMOLE TEMPO. pagina 25 - Il Soffio


Soffi & dintorni Dolce, malinconico, a tratti brutale, Okja è un film che permette allo spettatore di meditare Contributo condiviso da Serena Verrucciu

La storia del cinema è ricca di narrazioni che hanno come tema quello dell’amicizia, espressa in molteplici sfumature e varianti: tra persone di sesso opposto, tra quelle dello stesso sesso, tra cane e gatto, oppure ancora tra esseri umani e animali. Riguardo quest’ultimo tipo di amicizia il regista sudcoreano Bong Joon Ho (vincitore di quattro premi Oscar nel 2019 con il suo ultimo lavoro, Parasite) ci ha offerto la sua personalissima visione in Okja, film da lui scritto e diretto uscito nel 2017 e prodotto da Netflix. Okja, di Bong Joon-ho Locandina

pagina 26 - Il Soffio


Soffi & dintorni

Okja è il nome di uno dei ventisei supermaiali geneticamente modificati creati da un’industria alimentare, la Mirando Corporation, come prototipi di una fantomatica “nuova razza” che, a detta dell’amministratrice dell’azienda, la bambinesca Lucy Mirando, permetterebbe di risolvere il problema della fame nel mondo. I supermaiali sono stati spediti in differenti parti del mondo per essere allevati nell’arco di dieci anni, terminati i quali verrà selezionato il supermaiale migliore per essere riportato negli Stati Uniti e lì dare vita ad un nuovo tipo di allevamento intensivo.

Okja e Mija in una scena del film

Okja cresce sulle colline della Corea del Sud nella fattoria di Mija (Ahn Seo-hyun) e del nonno (Byun Hee-bong). Nei dieci anni trascorsi assieme nasce e si fortifica un’amicizia tra la bambina e Okja, che passano il proprio tempo a girare per la foresta e a procacciarsi il cibo, conducendo assieme una vita felice e serena. Il legame che li unisce è talmente forte e indissolubile che, quando il rappresentante della Mirando Corp. (Jake Gyllenhaal) seleziona Okja come vincitore e lo preleva per spedirlo negli Stati Uniti, Mija scappa da casa e s’imbarca in un’avventura solitaria e pericolosa che la porterà dalla sua casa in collina fino ai grattacieli di New York allo scopo di riprendersi il suo migliore amico. Sola, incapace di parlare l’inglese, Mija si ritrova suo malgrado invischiata in una lotta tra la potenza della Mirando, desiderosa di arricchirsi con la vendita della carne proveniente dagli allevamenti intensivi, e il Fronte Liberazione Animali, un’organizzazione animalista che vuole rivelare al mondo gli orrori perpetrati dalla Mirando nei confronti dei supermaiali. Dolce, malinconico, a tratti brutale, Okja è un film che permette allo spettatore di meditare a fondo sui disastri che la sete di denaro e potere può provocare non solo alle creature più indifese, ma all’intera umanità. pagina 27 - Il Soffio


Soffi & dintorni Amicizia Poesia di Assia El Btaouri

Amicizia Che cos’è In effetti L’amicizia? E’ il mare Più profondo, più bello; è l’orizzonte su cui sorge il sole che illumina il mio cuore; è la luna che rischiara la notte del mio cuore; è l’aurora dei miei giorni più belli.

ASSIA EL BTAOURI, CASTELLANA DI ADOZIONE È UNA APPASSIONATA SCRITTRICE DI POESIE. TRA LE SUE RACCOLTE SEGNALIAMO “UNA SCUOLA…SENTIERI DI VITA”.

pagina 28 - Il Soffio


Film e amicizia i film più belli sull’amicizia A cura della redazione

Dallo spunto di Serena, che ci ha inviato le recensione del film Okja, ne approfittiamo per segnalare i film più belli sull’amicizia, secondo la redazione. Il primo film che vogliano consigliare è La pazza gioia di Paolo Virzì che racconta l’amicizia di due donne, totalmente diverse per carattere e per cultura, che si incontrano in una comunità per donne con problemi psichici. Un film bellissimo che spiega quanto un’amicizia anche nata da pochi giorni, possa diventare un’ancora di salvezza, un rifugio per mettersi al sicuro. Il genere del film è quella della commedia drammatica, una commedia dolceamara che farà emozionare, ma anche riflettere. “Dove stiamo andando? A cercare un po’ di felicità Dove si trova? Nei posti belli, nelle tovaglie di fiandra, nei vini buoni, nei bicchieri di cristallo, nelle persone gentili”. Dialogo tratto dal film La Pazza Gioia La Pazza gioia Regista: Paolo Virzì Genere: Commedia, Drammatico Anno: 2016 Paese: Italia, Francia Durata: 118 min Data di uscita: 17 maggio 2016 Distribuzione: 01 Distribution La Pazza Gioia è un film di genere commedia, drammatico del 2016, diretto da Paolo Virzì, con Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti. Uscita al cinema il 17 maggio 2016. Durata 118 minuti. Distribuito da 01 Distribution

pagina 29 - Il Soffio


Film e amicizia

Amici miei, invece, è il primo della serie cinematografica di Mario Monicelli, nata da un’idea di Pietro Germi che avrebbe dovuto esserne anche il regista, ma dovette rinunciare per una malattia, è uno dei film più belli della commedia italiana e racconta di cinque amici fiorentini inseparabili che faranno della goliardia il collante della loro vita. E’ un film datato, di una comicità sagace e, talvolta, bisogna guardarlo due volte per essere sicuri che non ci sia sfuggito nulla. Amici miei Regista: Mario Monicelli Genere: Commedia Anno: 1975 Paese: Italia Durata: 140 min Data di uscita: 16 novembre 2015 Distribuzione: Filmauro (Riedizione 2015) - Cineriz - Domovideo, Nuova Eri, Multigram

Amici miei è un film di genere commedia del 1975, diretto da Mario Monicelli, con Ugo Tognazzi e Gastone Moschin. Uscita al cinema il 16 novembre 2015. Durata 140 minuti. Distribuito da Filmauro (Riedizione 2015) - Cineriz - Domovideo, Nuova Eri, Multigram.

Un altro bellissimo film è intitolato “Nemiche amiche” in cui Susan Sarandon e Julia Roberts ci faranno arrabbiare, ridere e piangere per una storia che inizia con tutte le cattive premesse del mondo, ma che ci lascerà con una profonda riflessione sulla vita. Ci insegnerà che non serve arrabbiarsi per ogni singola cosa anche se ci appare inaccettabile, l’unica via è quella di vivere senza che il rancore e la cattiveria ci offuschino la vista e il cuore. E che l’odio può trasformarsi in bene… in una delle amicizie più belle. Nemiche Regista: Chris Columbus Genere: Drammatico Anno: 1998 Paese: USA Durata: 124 min Distribuzione: Columbia TriStar Films Italia - Columbia Video Nemiche amiche è un film di genere drammatico del 1998, diretto da Chris Columbus, con Julia Roberts e Susan Sarandon. Durata 124 minuti. Distribuito da Columbia TriStar Films Italia -

pagina 30 - Il Soffio

Columbia Video. Visibile su PrimeVideo


Film e amicizia

Terminiamo con The green book che è stato il film degli ultimi anni che ha fatto incetta di premi e riconoscimenti grazie alla trama, tratta da una storia vera, che subito si rivela accattivante nel presentare l’amicizia che nascerà trail pianista di colore Don Shirley e il buttafuori Frank “Tony Lip” Vallelong. Curiosità: Il titolo Green Book è stato preso dalla Negro Motorist Green Book, scritta nel 1936 da Victor Hugo Green. Era una sorta di guida di dove le persone di colore potevano soggiornare o avere informazioni sui servizi di cui avrebbero potuto usufruire. Una vera lista di dove poter avere accesso e dove fosse vietato. Ricordando che, purtroppo, nella prima metà del ‘900 le persone afroamericane erano interdette in numerosi luoghi e quindi questa guida risparmiava loro spiacevoli situazioni in cui si sarebbero potuti trovare.

Green Book Regista: Peter Farrelly Genere: Drammatico, commedia Anno: 2018 Paese: USA Durata: 130 min Data di uscita: 31 gennaio 2019 Distribuzione: Eagle Pictures Green Book è un film di genere drammatico, commedia del 2018, diretto da Peter Farrelly, con Viggo Mortensen e Mahershala Ali. Uscita al cinema il 31 gennaio 2019. Durata 130 minuti. Distribuito da Eagle Pictures.

pagina 31 - Il Soffio


Prossimi appuntamenti Calendario delleescursioni Francigena A cura della redazione

Sabato 29 aprile – Pellegrini in cammino: Vercelli – Robbio, Micaela Lucconi Domenica 30 aprile – Pellegrini in cammino: Robbio – Mortara, Micaela Lucconi Lunedì 1 maggio – Pellegrini in cammino: Mortara – Garlasco, Micaela Lucconi Martedì 2 maggio – La Via Francigena dalle verdi pianure della Lomellina a Pavia, Mirna Filippi Venerdì 5 maggio – La Via Francigena in Val Tidone tra Creta e Castel S Giovanni, Sara Botteri Venerdì 5 maggio – Cena Medioevale a Castel San Giovanni, AriAnuovA Sabato 6 maggio – VF tra Pontenure e Fiorenzuola, Barbara Vascelli, Rossana Rossi, Sara Sichel Domenica 7 maggio – Da Fiorenzuola d’Arda a Fidenza: la pianura delle abbazie, Paola Bondani Lunedì 8 maggio – SCUOLA IN CAMMINO, Marika Sacchi Giovedì 11 maggio – Cassio, la scuola degli scalpellini, Team building Venerdì 12 maggio – La Via Francigena tra Pontremoli e Aulla, Aura Moia, Lorenzo Concari Sabato 13 maggio – In cammino per la ricerca, tra Aulla e Sarzana, Agnese Bertone Domenica 14 maggio – L’antica Luni, Susanna Selici Domenica 14 maggio – L’arte del Pellegrino tra Santa Cristina e Orio Litta, Annalisa Riboli Giovedì 18 maggio – Altopascio, San Miniato, Mariangela Milanesi Sabato 20 maggio – Gambassi Terme, San Gimignano, Susanna Selici Domenica 21 maggio – San Gimignano, Monteriggioni, Gabriele Giorgio Lunedì 22 maggio – Monteriggioni, Siena, Astrid Degli Esposti Domenica 28 maggio – Camaiore, Lucca, Laura Roth Giovedì 1 giugno – Sutri, Campagnano di Roma, Pamela Bartolomei Venerdì 2 giugno – Campagnano, La Storta, Fabio Sandonnini Punzi Sabato 3 giugno – La Storta, Roma, Lanfranco Giorgi

CAMMINA CON NOI, SCOPRI IL TERRITORIO, DIVERTITI CON LEGGEREZZA, SOSTIENI LA RICERCA SCIENTIFICA

A supporto di

pagina 32 - Il Soffio


Soffia con noi Come sostenerci Insieme si può fare la differenza Diventa Socio E’ possibile diventare Soci richiedendo il modulo di iscrizione all’indirizzo e-mail segreteria@associazionearianuova.org La quota annuale associativa è di € 10,00 E’ possibile fare una donazione Tramite bonifico bancario intestato a ARIANUOVA – ODV Banca: EMIL BANCA Credito Cooperativo, filiale di Castel San Giovanni IBAN: IT59S0707265260000000725867 Ai fini della deducibilità è necessario indicare nella causale: - Erogazione liberale a favore di ARIANUOVA – ODV Tramite il 5x1000 della dichiarazione dei redditi inserendo il codice fiscale 91129460332

Il Soffio Dove trovare la rivista di AriAnuovA

La rivista il Soffio è disponibile alla libreria PUMA, corso Giacomo Matteotti, 43, Castel San Giovanni

pagina 33 - Il Soffio


Il significato delle parole

AMICIZIA Vivo e scambievole affetto fra due o più persone, ispirato in genere da affinità di sentimenti e da reciproca stima: a. profonda, pura, disinteressata…questo recita il dizionario “Treccani” a proposito del significato di amicizia.


Arianuova - ODV arianuova_odv www.associazionearianuova.org

AriAnuoVA - ODV Strada delle Case Bruciate - Castel San Giovanni PC segreteria@associazionearianuova.org


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.