(CON)FUSIONI - Catalogo Generale 2015

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SEZIONE PITTURA / INSTALLAZIONE/ SCULTURA / DESIGN / GIOIELLO LOCALI DEL DIOCLEZIANO / FOYER DEL TEATRO LANCIANO 2015


Patrocinio del Comune di Lanciano Assessorato alla Cultura

da un’idea di Luca Di Francescantonio

Torna, dopo l’anteprima di maggio, (Con)Fusioni, evento che trova nell’auditorium Diocleziano il luogo ideale di sperimentazione e di suggestione. Un luogo antico, testimone di una città millenaria che paradossalmente si predispone ad ospitare ed esaltare produzioni artistiche, che al contrario, colgono l’invisibile, la suggestione, l’attimo fuggente che colpisce ed emoziona lo spettatore. L’ideatore, graphic designer Luca Di Francescantonio ha visto bene, qualche anno fa, scegliendo Lanciano per attrarre artisti e performer di differenti discipline che si trovano tra loro e generano stordimento, confusione nel pubblico che cerca di cogliere cosa si nasconde nell’arte contemporanea. L’Amministrazione comunale è riconoscente a Luca e a tutto il suo gruppo per questa sua geniale intuizione che pone Lanciano sul palcoscenico nazionale per la qualità e la quantità di artisti presenti nel grande ed articolato contenitore predisposto con cura e competenza. Una riflessione mi porta a dire che l’intento è quello di generare confusione per poi trovare le certezze nella nostra esistenza. Quello che vorremmo noi amministratori da una politica che è spesso “Confusione”. Auguri e grazie. Mario Pupillo Sindaco di Lanciano --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------“(Con)Fusioni” a Lanciano, già da diversi anni, è una mostra d’arte contemporanea giovane, di livello, piena di vitalità e sorprese. Le “Feste di Settembre” a Lanciano, già da diversi anni, sono un contenitore di tradizione e innovazione, di livello, pieno di vitalità e sorprese. “(Con) Fusioni”, in questa edizione numero 182 del Settembre Lancianese, è ospitata nel cartellone delle Feste 2015. La qualità incontra la qualità, la qualità supporta la qualità. La modestia lasciamola ai modesti, noi siamo impegnati creativamente ad alzare il livello ogni santo giorno. Per i nostri luoghi. Per i nostri spazi. Per noi. Stefano Angelucci Marino Direttore Feste di Settembre 2015 --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------(Con)Fusioni è l’inusuale mostra delle opere incompiute, l’evento in cui chi partecipa decide di lasciare esposta una sua opera non finita, o indefinita, non conclusa, in fase di test o in corso d’opera, o indeterminata e per questo confusa o fusa con altri significati e percezioni. Un’opera nel suo stato di incubazione, tra contorni non ancora nitidi prima del suo pieno compimento. (Con)Fusioni è nata come mostra fotografica sette anni fa, partendo dal soggetto mosso e sfocato, tema già di provocazione, per poi evolversi anche in altri soggetti “scomodi” come l’ombra, il riflesso e, appunto, l’incompiuto. Quelle che possono essere definite foto di scarto hanno acquisito un nuovo punto di vista, indiscutibilmente più ricco di fascino e spiritualità oltre la materia tangibile. Ringrazio tutte le persone, davvero tante, che hanno supportato questo sogno in tutti questi anni. Grazie per tutte le attenzioni e, nelle nostre profonde diversità, per la immensa pazienza. Luca Di Francescantonio graphic designer ideatore / direttore artistico di (Con)Fusioni --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Solitudine spectavi (In solitudine io ho contemplato) La sezione della pittura dell’edizione 2015 di (Con)fusioni accoglie 10 artisti, tra talenti nascenti e personalità mature, che con il proprio linguaggio espressivo hanno creato inedite e persuasive relazioni tra figura e sfondo, corpo e contesto ambientale, luce e ombra, figurazione e astrazione. Il tema della non compiutezza, del non-finito, dello sfumato, è stato accolto come vera fonte d’ispirazione; non elaborato in senso strettamente tecnico, ma intrinsecamente inteso come sfumato dell’anima, come situazione intima dell’uomo. La figura umana è presente come personaggio interno alla tela o come osservatore esterno, ma partecipe e profondamente coinvolto. Ne scaturisce un contesto articolato, di opere diverse tra loro ma perfettamente dialoganti, di riflessione sulla solitudine dell’uomo che osserva e non domina il contesto urbano, che di fronte al suo simile è impossibilitato a crearne una relazione, immerso in atmosfere rarefatte e indefinite di città o di interni, che creano un senso di smarrimento, perché interpretati in


termini interiori, sfocati. Protagonista assoluto è dunque l’uomo, che si confronta con i suoi peccati, con la malattia, o con le sue paure più profonde e i suoi incubi, che prendono le sembianze di esseri subumani; e ancora l’uomo che diviene figura solitaria ed arcana, in un’opera in cui la citazione è germe di nuova creazione. Il movimento, il luogo e il tempo che nutrono le opere si identificano e risolvono nella tensione interna, quanto più esaltata dalla presenza di figure immobili, fisse, colte in visioni estatiche, nella rappresentazione liricamente ritmica di sentimenti e situazioni universali. La stessa tensione domina le opere astratte, che si inseriscono perfettamente nel contesto espositivo. Si tratta di opere cariche di forze vitali e di rimandi archetipici e simbolici, come il richiamo alla terra e all’acqua, fino alla rievocazione del luogo sospeso, germinato nell’attesa, o attraversato dall’istantanea del ricordo. Silvia Moretta Critico d’arte Coordinatrice sezione Pittura -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------“Se il pubblico non si avvicina all’arte, l’arte gli si deve avvicinare, anche costringendolo ad inciamparsi”. Ed io aggiungo “inciampare” nel silenzio e nella bellezza di un luogo, l’auditorium Diocleziano, in cui gli artisti possono esprimersi liberamente. Il fil rouge delle opere, della sezione scultura e installazione di (Con)fusioni 2015, è la materia che evoca sensazioni tattili, auditive e cinetiche. Tutti gli artisti, attraverso i loro lavori, cercano di creare quella necessaria empatia, tra l’artista stesso e chi guarda, che permette, come l’acqua nei vasi comunicanti, un continuo passaggio e scambio di emozioni. Angela Troilo Coordinatrice sezione Installazione e Scultura -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Una nuova sezione per (Con)Fusioni, il gioiello contemporaneo, che mostra, attraverso i suoi artisti, come ricerca, design e ispirazioni possano far diventare un monile una vera e propria opera d’arte da indossare. Roberta Pavone Designer Coordinatrice sezione Gioiello Contemporaneo -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------La valorizzazione del lavoro progettuale e della cultura legata a questo processo, rimane come leitmotiv delle esposizioni del settore Design nell’ambito dell’evento (con)fusioni. La sensibilizzazione a questo valore e lo stimolo culturale legato a questo, sono fondamentali per recuperare la giusta apertura mentale nell’approccio a qualsiasi opera dell’ingegno e della fantasia umana. Quest’anno il racconto, confuso (nelle sue fasi iniziali), dello sviluppo di un progetto guida il visitatore alla scoperta delle complessità progettuali. Quella parte del progetto che, di solito, resta nascosta agli occhi del committente, in questo caso diventa l’ambiente che circonda e valorizza il prodotto finale. Angelo Bucci Designer Coordinatore sezione Design --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

I supporti pubblicitari di (Con)Fusioni sono stati in parte ottenuti grazie all’appoggio dei sostenitori del “(Con)Fusioni Crowdfunding” tra cui: Fabiola Murri, Maurizio Righetti, Valeria Vizioli, Luciano De Gregorio, Arianna Grillo e tutte le persone che hanno gentilmente donato da privati un loro piccolo ma grande aiuto alla causa.


Giuliano Badaracco CittĂ Sfocata


Davide Civitarese Traguardi infiniti


Alessandro D’Aquila Senza sosta


Luciano Di Gregorio Untitled


Massimo Desiato 13


minus.log sala d’attesa


Fabiola Murri Confession


Francesco Nicastro Estasi


Marco Pace Figure in Berlin I


Sergio Silanos Paure, reminescenza


La Casa per le Arti Trittico dell’Anima


Giuseppe Colangelo Germinazione


Davide Cruciata EMBRIO-logica-MENTE


Armando Di Nunzio A-stasi angelica


Paolo Dongu Hypster


Daniela Giuliani La stanza bianca


Marco Massarotti Minuto n.30-variazioni sul tempo emotivo


Maurizio Righetti Fortuna


Debora Vinciguerra Le pozze


Elena Camplone Un orzo in tazza grande


Tania Chiappini Mariposa


Valentina Lamparelli Anello anticato


Maurizio Righetti Madre


Barbara Tritapepe Hors d’âge


Pierluigi Ciccotelli e Gianluca Lattuchelli Printie papillon


Manuela Di Benedetto Volevo dirti che


Concept di Rete Sistemica per creare lavoro nell’ambito delle PMI

Concept di Rete Sistemica per creare lavoro nell’ambito delle PMI

Alessandra Galloppa Olonòmia


Gianluca Lattuchelli Linea1


Amedeo Monaco (Spray)Light


Francesca Nepa e Stefania Paradiso i.Bath


Stefania Paradiso e Dario Puteo Olivia


PITTURA / Sezione a cura di Silvia Moretta Giuliano Badaracco. “Nasco come pittore informale, per un urgenza di ricerca che da un decennio mi sollecita sul mondo emozionale. Attraverso estemporanee, collettive e mostre personali, lancio con la mia pittura, una furiosa dichiarazione di guerra all’idealismo, alla credenza secondo cui al termine dell’atto percettivo/intuitivo/creativo si raggiunga soltanto un’idea e no già la cosa stessa, nella sua carne e nel suo spessore. In questo tipo di arte il senso dello spazio è invece abissale, di un’allucinata forza d’impatto. Infatti la sfida alle modalità canoniche di rappresentazione mimetica, al dogma idealistico che riconosce come finalità dell’atto artistico la reificazione depotenziata di un adamantino mondo ideale, è portata avanti dal Badaracco in maniera assolutamente personale.” La sua è una pittura evenemenenziale, per cui la produzione di una complessa e mutevole rete di significati risiede nell’ evento creativo in se. Davide Civitarese in arte Davio, nasce a Ortona, un piccolo paese Abruzzese della provincia di Chieti, nel 1989. I suoi primi studi artistici avvengono all’età di 10 anni nel laboratorio del noto artista Ortonese Franco Sciusco, che con la sua grande umanità, riesce a trasmettere non solo le tecniche grafiche, prospettiche e pittoriche ma i veri motivi che ci spingono a fare arte: “Il bisogno di raccontare il mondo come noi lo vediamo. L’arte la facciamo per noi non per gli altri”. Dopo diversi anni, una volta apprese le diverse tecniche pittoriche, sarà lo stesso Sciusco a spingere Davio ad uscire dal laboratorio per poter sviluppare la propria corrente artistica, cercando tecniche e stili più idonei alla sua visione del mondo. Da quel punto Davio, unito anche ai suoi studi scientifici, insegue svariate correnti artistiche analizzandole in maniera metodologica e con occhio critico. Un viaggio che passa dal figurismo, all’astrattismo fino ad arrivare alla Street Art, mondo che lo consacra come artista di strada. Nel 2010 inizia i suoi percorsi di studi in “Scienze e tecniche delle costruzioni” presso la facoltà di Architettura di Pescara. E a questo punto che analizza e progetta uno stile e una tecnica tutta sua, una pittura che unisce il sentimento della Street art con i giochi ottici del disegno amodale e la cura per i dettagli della “graphic illustrations”. Parallelamente il suo lavoro come illustratore e graphic designer, creando valori di notevole eleganza e qualità. Nel febbraio 2014 entra a far parte del collettivo pescarese “MixedSalad”, un gruppo composto di affermati artisti che realizzano spettacoli, mostre e attività culturali. Sinossi. Una donna che non ancora conclude la sua gara ma già alza le braccia in senso di vittoria. La forza e il coraggio vincono sempre, anche quando si perde. Dedicato a tutte le donne che lottano contro il tumore al seno. Alessandro D’Aquila. La comunicazione dei nostri giorni non dà spazio e tempo alle interpretazioni. Per questo motivo realizzo Paesaggi e Ritratti Sintetici ridotti a semplici forme di colore, ossia come descritti ad un non vedente. Viene così stabilita, mettendoli sullo stesso piano, una sorta di parità tra chi possiede un senso e chi no. Tento, inoltre, di provocare nell’osservatore un senso di smarrimento, utilizzando la lingua italiana scritta però in linguaggio braille, incomprensibile per la maggior parte delle persone vedenti, ma paradossalmente di grande impatto visivo. Il braille diventa una criptica decorazione di grande impatto visivo, a prescindere dalla sua decifrabilità. Sinossi. L’istantanea fissa un mondo in costante movimento. La velocità della realtà, incastonata in una fotografia, rivela l’uomo, il suo operato e la sua illeggibile solitudine. Massimo Desiato. “Quello che mi muove è la continua analisi e la curiosità per i materiali più disparati, sapere come nascono e quali processi riescono a trasformarli sia nella forma che nella sostanza. Le tecniche utilizzate nella ricerca spaziano tra il recupero di materiali abbandonati e l’analisi delle forme, studiandone i legami simbiotici.” Luciano Di Gregorio. Artista poliedrico in continua ed incessante sperimentazione tecnica. Definibile di formazione accademica, inizialmente egli si esprime in maniera canonica con visioni paesaggistiche, classicistiche ed oniriche. In seguito, quindi, inizia ad avvertire un’urgente necessità di sperimentazione che lo conduce ad una pittura plastica, abbandonando quasi del tutto l’ausilio del colore in favore del “bianco e nero” attraverso il quale egli rende le sue immagini con una particolare ed intensa espressività, con un lieve apparire, con un segno deciso, con un fugace ma pur vitale lirismo. Attualmente la sua produzione artistica annovera immagini tendenzialmente “mimetiche” attraverso graffi, tagli, scarabocchi, sfumature ecc. tanto da dar vita ad una sorta di dimensione immaginifica dell’artista. Sinossi. Due figure, tratteggiate col non-finito che spesso caratterizza le opere dell’artista, poste l’una di fronte all’altra, in antitesi ma colte in un non dialogo, nella difficoltà dei rapporti umani. Esse vorrebbero comunicare ma ne sono fisicamente e, quindi, psicologicamente impossibilitate. Si nascondono, si celano dietro se stesse così come accade nella vita di tutti i giorni. Il non-finito dona un’atmosfera indefinita e rarefatta che cristallizza questo stato d’animo. minus.log nasce nel 2013 dalla già sperimentata collaborazione di Giustino di Gregorio e Manuela Cappucci. Giustino è attivo fin dagli anni ’90 come compositore (Sprut, 1999, Tzadik records), videomaker e audiovisual artist (Memorie 4.0, 2011; Trapped Light, 2012). Manuela proviene dalla pittura informale, ha iniziato a dipingere alla fine degli anni ’90 (Istantanee di mondi possibili, 2011, Omaggio a Jack Kerouac, 2012). Hanno iniziato a collaborare, con altri artisti, nella creazione di installazioni audiovisive basate sull’integrazione di luce e materia (Menhir, Oblivion), per poi intraprendere il progetto minus.log. minus.log è attivo nella creazione di installazioni, video, lavori materici, accomunati da un processo di sottrazione, di riduzione dei mezzi. La sua attenzione è concentrata sullo spazio vuoto, sulla pausa che lascia spazio all’altro, su una comunicazione che può essere silenzio. Attualmente è impegnato nella realizzazione del progetto di installazioni Cure e in una serie di lavori pittorici dedicata ai “frames di memoria”. Menhir - installazione site specific (con Claudio Pilotti, Fabio Perletta, Gabriele Esposito), Palazzo Re, Giulianova, Teramo, 2012. Oblivion - progetto di installazioni audiovisive (con Claudio Pilotti, Luca D’Alberto e Pierluigi Filipponi), Alviani Artspace, Aurum, Pescara (a cura di Sibilla Panerai); Casa Ruggieri, Teramo, 2013. Palazzo di Arcevia (AN), Artcevia 2015. Sleeping beauty - video (musica di F. Giannico), Palazzo Camillotti De Marco, TE, 2014; FILE 2015, Electronic Language International Festival, Sao Paulo, Brasil. Door - installazione, door / angelo della rivelazione / franco summa project, Castelvecchio Subequo (AQ), a cura di Ivan D’Alberto; festival internazionale Artcevia 2014 (AN); nello spettacolo “3 studi su Eco” (con gruppo Alhena danza contemporanea), Spazio Matta, Pescara, 2014; nella performance Ecostrobe (con gruppo Alhena), Aurum, Pescara, 2014. Follow me - installazione audiovisiva (musica di Globster), electronicafest (con gruppo Alhena), Napoli, 2014; NEO, contemporary dance network (con gruppo Alhena), Napoli, 2014; Palazzo Camillotti De Marco, TE, 2014.


No matter how many times, repeat – A.Manninen-minus.log – web art, 2015. IINTERLINEA PROJECT: arcobaleno - installazione, Ex Convento delle Clarisse, Caramanico, Pescara, 2014; virtual cage - installazione, chiostro di San Francesco, Arcevia, Ancona, 2014; in a silent way – video, INCODEC, rassegna di videoarte (a cura di Martina Lolli), galleria Inangolo, Penne (PE) 2014; INCODEC parte seconda, Museo Sperimentale Arte Contemporanea (MUSPAC), L’Aquila, 2015. corners 36 – installazione audiovisiva (musica di Circus Marcus), Palazzo Camillotti De Marco, TE, 2014; attraversando lo spazio, installazione, Palazzo Camillotti De Marco, TE, 2014; S’52 installazione – Piazzetta dei Minatori, Palazzo di Arcevia (AN), 2015. Sinossi. Sala d’attesa: un luogo sospeso nel bianco della garza. Il pensiero va alla cura e all’attesa che avvolge questo mondo fragile, delicato, profondamente umano. / QKR 01 - quello che rimane: Il ricordo è un frame che appare all’improvviso. Quello che rimane di un attimo vissuto, di un luogo attraversato… Fabiola Murri, pittrice autodidatta e poetessa, nasce ad Aarau (Svizzera), vive e lavora a Pescara. I suoi lavori raccontano un’interiorità intensa, tormentata eppure luminosa, colorata e passionale. I quadri, definiti da un astrattismo niente affatto evanescente ma estremamente intenso e materico, raccontano una duplice dimensione: sotto un’esplosione espressionistica di colori e forme a volte quasi figurate tanto sono concrete, si nasconde una texture spesso più regolare e razionale, armonica ed equilibrata, che dà ai quadri una dimensione e un respiro unitari. Rotonde emozioni quindi, viaggi nell’inconscio dell’artista ma anche nel mondo, nella natura, nella bellezza cromatica e nell’intensità narrativa di un tratto pittorico assolutamente originale e personale. Vincitrice Premio D’Annunzio 2011, ha partecipato a numerose collettive e ha all’attivo una personale dal titolo L’armadio di Pandora. Sinossi. Confession va oltre la confessione. E’ è una riflessione critica sul potere temporale della chiesa. Due sagome: una donna chiusa in un confessionale che in realtà è una gabbia, la gabbia dei pregiudizi. L’altra sagoma è un prete che rappresenta il potere temporale appunto. Il suo potere lo fa apparire spettrale e sovrannaturale. Il potere del suo giudizio sulla donna lo fa sentire una divinità in grado di lievitare. La donna, vulnerabile, colpita dai retaggi religiosi, si confessa per lavare il senso di colpa innato, il prete è la forza dell’istituzione chiesa che castiga, condanna e si erge al di sopra di tutto. Egli è da sempre un potere al maschile e questo vale per tutte le religioni. Il prete, ascenzionale, si dirige dritto verso l’onnipotente, la donna è diagonale e nella diagonalità autodefinisce il suo allontanamento dal divino. È un’opera dinamica che tende alla verticalità. A sinistra, dorati i 7 peccati capitali, l’ultimo sfumato li rappresenta tutti. La donna si genera da un volto femminile posto nella coda del suo mantello. I rami rappresentano la morte, l’azzurro la vita. Marco Pace nasce nel 1977 a Lanciano (Chieti) dove frequenta l’Istituto Statale d’Arte; si trasferisce a Firenze nel 1997 per seguire il corso di Pittura Informale dell’Accademia. Durante gli anni di studio lavora nel campo dei fumetti, nella scenografia di opere teatrali e cinematografiche, espone in numerose mostre personali e collettive, consegue il diploma nel 2003. Dopo la laurea conosce e collabora con Gianni Pettena e dal 2007 supervisiona la realizzazione delle installazioni dell’An-architetto (Manifesta7, biennale di Atene, FIAC, Artissima, PAC, UMOCA Salt Lake City, gallerie private etc. ). Pace parallelamente porta avanti la sua attività di ricerca pittorica: nei suoi dipinti sono rappresentati interni d’architetture (musee du Quai Branly, la stazione di Michelucci a Firenze, la fondazione Beyeler di Renzo Piano etcc...) e paesaggi dall’essenza primordiale, dei quali l’artista fa esperienza diretta, abitati da figure “altre” rispetto al contesto attuale, e da citazioni provenienti dal dibattito artistico contemporaneo. L’incongrua presenza di figure che non siamo abituati a incontrare nel contesto di architetture moderne o di ambienti la cui natura non è identificabile, proposti in compresenza ambientale, crea uno sfasamento, un passo dello strabismo. La categoria dell’Altro, si stempera. L’esotico è abolito. Il risultato è una scena di impostazione teatrale, un’ installazione che evidenzia la centralità del soggetto direttamente affacciata agli occhi del suo spettatore. La citazione diretta a opere contemporanee reintroduce la dimensione storicizzante della pittura. I quadri vengono realizzati dopo una ricerca fotografica, condotta dall’autore, durante i suoi viaggi e le visite a musei di arte primitiva e di storia naturale, e di arte contemporanea nonché di nuove realizzazioni d’architettura. Marco Pace vive e lavora a Firenze. Ultime mostre: Pathosformel, a cura di Alberto Mattia Martini, Galleria De Magistris, Milano; Spazio privato - galleria Giovanni Bonelli Milano; Marco Pace - solo exhibition - Casa del Mantegna Mantova; SWAB - Barcellona Art Fair - galleria Giovanni Bonelli - Milano; VII Biennale d’arte Postumia Giovani - MAM - MUSEO D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA DELL’ALTO MANTOVANO, GAZOLDO DEGLI IPPOLITI ( MN); BOLOGNA ART FIRST 2015- GALLERIA GIOVANNI BONELLI MILANO; Interferenze collettive - mostra personale di Marco Pace a cura di Arianna Baldoni - Bonelli Lab - set up art fair Bologna genn. 2015. Sinossi. Come per molti lavori di Marco Pace il soggetto/i di questo dipinto è un opera d’arte stessa. In questo caso l’artista dipinge un’installazione di Hans Schabus presente alla Berlin Biennale del 2010, il sottotetto di Schabus in questo caso viene abitato da una figura arcana che appare allo spettatore con un grido muto. Il concetto dell’Antigrazioso è presente nell’opera ancora una volta per dichiarare che la realtà non ha bisogno di trucchi e abbellimenti per essere efficace al racconto. Francesco Nicastro nasce a Matera, classe 1981. Laureando in architettura, vive a Pescara. Ha partecipato a diverse mostre presso il Comune di Penne, Spazio Pep Marchegiani a Montesilvano colle e in vari locali (Groove, Vini e Oli a Pescara e Magnolia a Ortona). Dipinge e scrive avendo frequen- tato corsi di pittura e scrittura creativa. Ama la sincerità, un’alleanza con l’interlocutore. E’ in bilico tra ragione ed emozione. E’ figlio del suo tempo. Considera l’arte la libera espressione di una sensibilità, catarsi dell’interiorità e della società. Nei suoi lavori i colori, le forme e la composizione sono meramente funzionali all’esternazione di sentimenti e concetti frutto del vissuto dell’uomo contemporaneo, le cui istituzioni e riferimenti culturali e sociali vanno disgregandosi. Ciononostante la figura umana acquista sempre una sua centralità: archetipi di uomini colti nella loro essenza e privi di identità ridotti a sagome che si confrontano con le proprie lacerazioni nella incessante lotta di liberazione salvifica. La forza delle relazioni e delle unioni interpersonali, la contemplazione mistica o l’abbandono all’energia vitale, l’auspicio alla rinascita fanno da con- trappunto al disagio della contemporaneità. Dall’espressione dei con- flitti interiori scaturisce un armonica dialettica tra opposti: dentro- fuori, individuo-società, spirito-materia, luce-buio, stasidinamismo, centrifugo-centripeto, aggregazione-disgregazione, equilibrio- squilibrio, simmetria-asimmetria, silenzio-rumore, attesa-fugacità. La natura (vento, astri, fiori, alberi, insetti) riveste un ruolo importante in grado di veicolare la poetica. Sinossi. L’opera rappresenta una visione estatica dell’energia vibran- te, indeterminata e tumultuosa della natura. L’energia risuo- na nello stato fortemente emotivo e confusionale dello spettatore, archetipo del sè, che si rispecchia nel cerchio, archetipo della totalità del sè, un vuoto incolmabile da cui s’irradia l’energia e la ciclicità del vortice travolgente. Tutta l’opera


diviene lo specchio di una interiorità lacerata da conflitti in una continua dialettica tra opposti: razionalità-irrazionalità, stasi-dinamismo, determinatoindeterminato, geometrico-fluido, luce-buio, equilibrio- squilibrio, dentro-fuori, centripeto- centrifugo, simmetria- asimmetria. Sergio Silanos nato ad Alghero nel 1968 appartiene ad una famiglia che da tre generazioni si dedica al taglio dei capelli; la sua esperienza professionale l’ha visto imparare il mestiere tanto a bottega quanto affiancando e studiando da vicino la creatività e le tecniche di grandi maestri dell’hair styling; da anni dipinge da autodidatta, cimentandosi con passione in diverse modalità d’espressione artistica figurativa, sperimentando modalità e materiali e seguendo un’ispirazione che si caratterizza soprattutto per la grande varietà, spontaneità e libertà d’espressione. Sinossi. “L’opera riporta le mie paure, da bambino quando loro mi seguivano io non riuscivo a correre. Tutto questo avveniva la notte nei miei “incubi”.”. INSTALLAZIONE / SCULTURA / Sezione a cura di Angela Troilo La Casa per le Arti è un laboratorio di arti applicate, un’associazione culturale, una residenza creativa. Il nostro progetto, L’Arte salva il mondo, è risvegliare l’Amore per la Terra, per la Natura e per il Creato attraverso un’arte intesa come esperienza interiore. Organizziamo corsi di arti applicate, di scultura, land art, eventi per promuovere stili di vita sostenibili, l’esercizio di una manualità sensata e la conoscenza di buone pratiche utili per la vita quotidiana. Sinossi L’Angelo della Gravità/Incarnazione; L’Uomo Nuovo/Il pensare del cuore; L’Angelo della Levità/Escarnazione. (L’anima è intesa come mondo interiore dalla duplice natura e come ponte fra la dimensione terrena e quella divina, fra la materia e lo spirito. Primo pannello: il Pensare, la Creazione, la discesa nella materia, l’indurimento, l’ossificazione. Secondo pannello: il Sentire, la nuova consapevolezza dell’uomo nuovo che ha trasferito la luce della conoscenza dalla mente al cuore che, aprendosi purificato al mondo, diventa esso stesso luce. L’Uomo Nuovo è l’Essere redento dal materialismo dell’Avere, è carne che si spiritualizza, è superamento dell’ego, unione consapevole e amorevole con il Tutto. Terzo pannello: il Volere, l’azione come atto creativo di spiritualizzazione della materia, di liberazione dalle leggi del piano fisico, di levitazione, leggerezza, smaterializzazione, universalizzazione.). Giuseppe Colangelo. Nato in Svizzera nel 1968. Si è diplomato presso l’Istituto Statale d’Arte di Vasto nel 1988, in arte dei metalli e dell’oreficeria. Successivamente ha concluso gli studi presso l’Accademia delle Belle Arti di Firenze, sezione scultura (1992). E’ seguita una fase di insegnamento, come docente di Storia dell’arte e Linguaggio Visuale. Ha preso parte a numerosi Simposi Internazionali di Scultura, in particolare XV Simposio Internazionale di Scultura a Carrara. Numerose sono le sue partecipazioni a mostre personali e collettive sia in Italia che all’estero, in Svizzera, America, Australia, Spagna, Olanda, Cina, Belgio, Germania e diversi i premi e le menzioni ottenuti. Dal 1994 ha organizzato e diretto le manifestazioni come CastigliArte, il Premio Primavera presso la Galleria Artis di Basilea e al Consolato Generale d’Italia di Basilea. Dal 1998 Ha organizzato e diretto i Simposi di Scultura SCULPERE. Attualmente è docente di Discipline Plastiche e Scultoree presso il Liceo Artistico di Lanciano (Ch). Sinossi. Germinazione è un chiaro riferimento alla vita che palpita e vibra nella materia sbozzata, levigata e lucidata. Ma è anche un riferimento alle nostre tradizioni, al nostro passato, alla nostra natura, alla montagna madre, la Majella. Le sue sculture cariche di energia, creatività e concretezza sono realizzate con intensa meticolosità e passione. Davide Cruciata (Como, 1971). Dopo gli studi all’Istituto d’Arte di Cantù, si diploma nel 1993 presso l’Istituto Interior Design di Milano. In seguito ha svolto il suo praticantato in alcuni studi di architettura di Bolzano e Milano. Nel 1997 si trasferisce in Abruzzo dove comincia a occuparsi di restauro archeologico e architettonico. Designer, scultore e mosaicista, ha esposto in numerose mostre collettive a partire dal 2005. Vive e opera a Monteodorisio, dove è presidente, fra l’altro, del Circolo culturale Fermenti. Sinossi. L’installazione prende ispirazione da miei sentimenti emotivi correlati ad una fase storica legata ad eventi surreali, nascite continue di guerre e contrasti sociali di ogni tipo. L’opera da origine alla sua forma prendendo spunto e idea da labirinti rinascimentali, sintetizzato però in una forma più elementare, ma complessa per lo spirito, in cui l’idea di una chiocciola-spirale che per natura da l’idea di casa, ingresso, protezione, si collega all’idea dell’embrione che è simbolo di vita, vita che si sviluppa e cresce. L’idea vuole che ci sia all’esterno della chiocciola quest’uomo rappresentato con ventre aperto, pronto al passaggio nella vita cosmica e ultraterrena. In pratica l’installazione vuole che l’osservatore penetri al suo interno, attraverso questa spirale-labirinto, fino ad arrivare alla fine del percorso dove troverà uno specchio che deformerà il volto di chi guarda. Questo allo scopo di far entrare lo spettatore in un viaggio a ritroso della propria identità, ma non ritroverà se stesso, bensì Il suo spettro. Il percorso prevede al suo interno una serie di occhielli per osservare da più punti di vista le altre opere presenti nella galleria, in particolar modo, l’uomo morente menzionato prima. Armando Di Nunzio. La scultura e Armando Di Nunzio hanno un dialogo aperto e silenzioso da diversi anni. Nel percorso artistico che vivo ho toccato e assaporato i materiali più diversi ma la piena soddisfazione mi è arrivata con la pietra. Elemento che mi riconduce alle origine del pianeta che abito,per me di ricerca interiore attraverso il gesto del “togliere”. Oggi intento ad eliminare il superfluo. Sinossi. Il movimento come base,come partenza,come vita. Le evoluzioni interiori ed esteriori che ci portano a capire che quando arriviamo è nostro compito ripartire. A-stasi Angelica nasce con l’idea di dare molteplici direzioni e dare loro il mezzo per ricongiungersi in un punto alto, luminoso ma non definito. Paolo Dongu. La ricerca artistica di Paolo Dongu è da sempre mirata allo studio dell’uomo e delle sue emozioni, con un continuo approfondimento di quelle che sono le difficoltà della vita quotidiana fatte di gioie, dolori, rabbie e altri innumerevoli stati. Il suo percorso nato con il disegno in fase adolescenziale, ha attraversato un lungo periodo oltre che ventennale nel quale la forma espressiva era esclusivamente quella pittorica, negli ultimi anni la forma espressiva si è allargata al campo dell’installazione e della street-art, fino ad tornare di recente alla passione per il disegno di grande formato. Sinossi. Fenomeno di moda ormai in fase di declino, con quest’opera realizzo un ritratto confuso “bi-tridimensionale”. Daniela Giuliani nata a Pescara, dove si diploma in Grafica Pubblicitaria e Fotografia, prosegue gli studi orientandosi verso il design di moda. Dopo alcune esperienze in questo settore collabora per diversi anni con alcune case editrici come illustratrice per libri di testo. Nel 2013 inizia l’attività espositiva col collettivo Mixed Salad e prosegue poi individualmente, partecipando a numerosi eventi tra Lazio e Abruzzo. La sua ricerca è volta a catturare la natura nascosta di ogni cosa, spingendo il proprio sguardo verso un’intima dimensione in cui i parametri razionali sono rovesciati come in un sogno ed è il silenzio a parlare. Scenari a volte quasi surreali ed onirici in cui emergono man mano le complessità, le contraddizioni, le fragilità insite nell’animo umano. Figure sospese tra dolore e desiderio, riflessione ed istinto, luce ed ombra, che portano in sé il dualismo e la sottile inquietudine del vivere. Sinossi. La


confusione tra anima (bianco) e materia ( corpo): l’incompiutezza nell’essere umano è rappresentata proprio dall’apparente conflitto tra le due cose. L’individuo a tu per tu con sé stesso, immerso nello spazio della propria coscienza. Una riflessione sulla continua ricerca di una dimensione più alta e di una completezza e sul dolore che accompagna questa continua mancanza. La ferita simbolica rappresentata dal proprio essere corpo, dominato dalle passioni, dalle paure, dall’incomunicabilità. Marco Massarotti nasce alle 5.55 del 1982 in quel di Montagnana. Fino alla maggiore età vive in Abruzzo coltivando la passione per la musica ed il disegno. A Forlì si laurea in Ingegneria Aerospaziale, frequenta l’Accademia di Belle Arti di Bologna in Discipline e Tecniche dello spettacolo dal vivo e partecipa a numerosi stage con maestri come Albertazzi, Hartman e Alschitz. Nel 2009 diventa attore professionista. Nel 2014 realizza la sua prima serie di sculture e di istallazioni denominata Minuti. Sinossi. Il Minuto n.30 è un’installazione audio-visiva che vuole mettere in luce le dilatazioni e le distorsioni del tempo che percepiamo in ogni istante. Queste alterazioni sono provocate dall’incontro con una profonda emozione che non sempre siamo in grado di riconoscere in qualcosa di noto, ma che rende la nostra esistenza continuamente sul bilico della possibilità di emozionarci ed emozionare. Maurizio Righetti vive e lavora a Santa Maria Imbaro (Ch). Negli ultimi 18 anni ha esposto in personali e collettive in varie località abruzzesi (Chieti, Lanciano, Vasto, Pescara) e all’estero (Germania e Olanda). I suoi lavori sono in terracotta, legno e dipinti realizzati in tecnica mista su legno. Sinossi. La fortuna fatta a pezzi. Anelli di fortuna sparsi sul terreno. Debora Vinciguerra. “Sono nata a Lanciano il 28·9·’73. Ho frequentato l’ ISA G.Palizzi della mia città, con scarsi risultati. Lavoro un anno . Poi decido di frequentare l’ Accademia di Belle Arti di Macerata e la concludo. Cinque anni indimenticabili. Mi avvicino alla ceramica già dai tempi degli studi superiori, piuttosto per pecunia. Con il tempo è diventata una passione. Attualmente vivo a Lanciano e lavoro l’ argilla per realizzare i miei manufatti in terracotta e ceramica. Mi occupo inoltre di laboratori rivolti ai bambini in cui mi diverto a stuzzicare la loro curiosità e ad osservare il loro stupore nel vedere quante cose si possono realizzare con un pò di terra e le proprie mani. Ho partecipato all’ edizione 2014 di Art in The Dunes , alla manifestazione “La terra degli Esploranote”, sempre nel 2014, ed alla collettiva “ Inadeguato “ del 2015.” Sinossi. Abbandona, nell’occhio stagnante, tra ciglia d’alghe i pesci grigi e secchi. L’acqua ferma romperà e sgretolerà, scioglierà e trasformerà, in fango fecondo. Raccogli, nell’occhio stagnante, tra ciglia d’alghe i pesci colorati e luccicanti. Con un guizzo, da una lingua di fuoco, rievocati alla vita. Trattienilo, Donalo, Abbandonalo. Come i pensieri sanno Restare, Andare, Tornare. GIOIELLI / Sezione a cura di Roberta Pavone Elena Camplone. Tania Chiappini. Comincia la sua attività da orafa appena vent’enne, dopo essersi formata con un grande maestro pugliese. Partecipa a numerose sfilate e mostre collaborando con vari artisti e continua ad operare nel settore, concentrando le sue creazioni nell’ambito dell’artigianato artistico di alta qualità e impiegando con scrupolosa cura minerali e fossili esclusivamente naturali. Si specializza col tempo nella micro scultura e nel taglio delle pietre preziose. Porta parallelamente avanti la sua passione per la pittura e la scultura partecipando ad innumerevoli mostre e collaborando sempre col tessuto creativo sociale locale. Sinossi. Gioiello in argento eseguito a mana con tormalina, labradorite e opale, raffigurante una farfallla. Valentina Lamparelli. Maurizio Righetti vive e lavora a Santa Maria Imbaro (Ch). Negli ultimi 18 anni ha esposto in personali e collettive in varie località abruzzesi (Chieti, Lanciano, Vasto, Pescara) e all’estero (Germania e Olanda). I suoi lavori sono in terracotta, legno e dipinti realizzati in tecnica mista su legno. Sinossi. “Madre”. Direttamente dal neolitico una figura ancestrale che si mostra nella sua potenza e universalità. Barbara Tritapepe, 30 anni, lancianese. Coltivo da sempre la passione per i gioielli, approfondendo, principalmente da autodidatta, le tecniche base dell’oreficeria. Amo i metalli e da cinque anni progetto e realizzo gioielli in modo costante e sistematico. Il rame e l’ottone sono la mia fonte d’ispirazione, metalli poveri, ma versatili ed estremamente ricchi di potenzialità. Sinossi. Hors d’âge è rame, è argento 925, è doussié. Sono anelli irregolari, formati e deformati a mano, indissolubilmente legati tra loro; è catena spezzata, interrotta o forse solo incompiuta. E’ legno appena sbozzato, maltrattato. Hors


d’âge è semplicità. E’ armonia. Di forme, di materiali, di colori. DESIGN / Sezione a cura di Angelo Bucci Pierluigi Ciccotelli / Gianluca Lattuchelli. Pierluigi nasce a Scafa,e nel 2011 si trasferisce a Pescara, dove comincia a lavorare in sala mostra come consulente. La passione per la moda lo porta, dopo 3 anni nel mondo degli interni, a frequentare l’Università Europea del Design, indirizzo di Fashion Design e corona il suo sogno. Gianluca, di origini pugliesi, si trasferisce nel 2011 a Pescara, per frequentare l’Università Europea del Design dove si laureerà nel Luglio 2014, all’indirizzo di Design con una tesi sulla poesia della Luce. Nel Settembre 2014 lavora a Milano, per i grandi nomi della moda internazionale, curando gli allestimenti dei concept store all’interno de LaRinascente. Attualmente, si dedica totalmente al design e all’architettura d’interni. Sinossi. Printie nasce dall’idea del classico papillon, accessorio elegante ed immortale, rivisitato in chiava futurista e di tendenza. Printie è “Il papillon”, in PVC trasparente. Non più destinato solo ad un target adulto, Printie, diviene l’accessorio che dona un tocco glamour, eccentrico ma raffinato. Ideale per infiniti outfit, da uno smoking total black ad un casual look. La creatività e la manifattura artigianale, insieme per creare un accessorio allo stesso tempo mai visto prima, ma con un forte passato stilistico. Un vero e proprio prodotto dal design made in italy. Infinite texture, infiniti abbinamenti e infinite modalità d’uso dimenticando il fastidioso collarino. Il nodo, realizzato in ecopelle, è dotato di asola posteriore che permette l’aggancio di Printie, direttamente al primo bottone della camicia. Manuela Di Benedetto. Nata nel 1990, cresce a Lanciano tra karate, un breve ma intenso rapporto con la scuola di musica (dove comprende in tempo che non fa per lei, e da allora si limita ad ascoltarla), e tanti anni di danza. Dopo un momento di appannamento (durato meno di quello di Steve Zissou, per fortuna) in cui credeva che sarebbe finita a studiare Giurisprudenza, vede la luce alla fine del tunnel di fronte al Teatro Greco di Siracusa, dove rimane affascinata da una ristampa di una vecchia locandina per la rappresentazione teatrale della Medea di Euripide: se ne appropria dando fondo ai suoi risparmi (un euro). La sua vita è segnata. Terminato il Liceo Classico approda alla Scuola Internazionale di Comics di Pescara, dove si diploma in Grafica Pubblicitaria ed Editoriale. Sinossi. Volevo dirti che nasce come una sorta di esperimento comunicativo, dal sapore infantile. Gli adulti a volte fanno fatica - più di quanto vogliano ammettere a loro stessi - ad esprimersi, ad esternare pensieri e sentimenti, di qual- siasi natura essi siano: alora perché non prendere esempio da chi è molto più bravo di noi? Rubando gli occhi e gli strumenti dei bambini, Volevo dirti che permette a tutti gli spettatori di diventare parte integrante della mostra attraverso le proprie idee e i propri pensieri, proiettandoli su carta sotto forma di parole o immagini (proprio come farebbe un bambino), siano essi rivolti ad una o più persone: tutto ciò che occorre fare è prendere un pennarello, riempire un balloon e applicarlo nell’apposito spazio sulla tela, fotografarlo (e fotografarsi insieme ad esso), e condividere la foto sui social network, affinché il messaggio possa girare. Una volta inviato il messaggio, questo potrà essere consegnato al destinatario, oppure tentuto per sé, staccando il balloon e lasciando quindi libero lo spazio per chiunque volesse partecipare e allo stesso tempo rendere partecipi gli altri del proprio messaggio. Per i meno coraggiosi (o più coraggiosi dipende dai punti di vista), per coloro che non hanno intenzione di esporsi o più semplicemente non trovano le parole adatte, basterà tentare la fortuna infilando una mano nella scatola con il punto di domanda, che conterrà balloon già riempiti, pronti per essere incollati, ma non per questo meno efficaci. Alessandra Galloppa. “Mi sono laureata presso l’ISIA di Roma, per la quale oggi insegno Product Design nella sede di Pescara. Ho lavorato per diversi anni in un’azienda di moda, la Sixty spa, dove ho progettato vetrine materiale POS e grafiche di prodotto per le linee junior Miss Sixty, Energie e Killa. Oggi faccio consulenza e contemporaneamente sviluppo dei miei progetti come Blow Up Studio. La cosa che mi piace di più del mio lavoro è il cambiamento: la continua evoluzione, la diversità di problemi da risolvere, le persone, le richieste simili, ma mai uguali. La crescita lavorativa e di vita la intendo come una ricerca di conoscenza, un percorso che non ha un preciso punto d’arrivo, ma che ti permette di ripartire ogni volta da un livello sempre più alto di consapevolezza, insomma una specie di videogioco nel quale ogni quadro non si ripete mai allo stesso modo. É così che affronto ogni progetto, cercando di ricordare le cose fatte bene e quelle sbagliate, ma soprattutto con l’entusiasmo della prima volta.”. Sinossi. “Olonòmia: concept di rete sistemica per le imprese”. Olonòmia è una tesi di secondo livello in Design dei sistemi, biennio specialistico dell’Isia Roma Design, nata nell’ambito della ricerca progettuale denominata “Design per la condivisione” del corso di Analisi dei sistemi della Prof. V.Carrino. Olonòmia, insieme ad altri concepts sviluppati nella suddetta ricerca, è uno strumento per facilitare correlazioni tra il modo del design e dell’impresa e di tutti gli altri attori che posso apportare contributi al progetto. La complessità della nostra epoca infatti esige un approccio sistemico nel design che non è più solo processo che conduce al prodotto, ma nodo strategico per la risoluzione di problematiche in ambiti lontani dalla progettazione in senso stretto. Il design quindi assume una connotazione più complessa offrendo la sua creatività per generare Valore, oltre i confini del profitto, dando origine a circoli virtuosi che coinvolgano quanti piu protagonisti possibili nella creazione di lavoro. Olonòmia, concept di rete sistemica, è un progetto di ricerca volto ad individuare nuovi spazi progettuali per il design dei sistemi che rivolto alle reti d’impresa ha funzione di strumento per lo sviluppo e la gestione delle reti rendendole strategiche e sostenibili. Gli strumenti proposti operano su tre livelli: • Introduzione di complessità nella determinazione di Macro obiettivi valoriali condivisi che operano in dialogica sia sull’impresa (individuale/collettivo) che sul territorio (locale/globale) • Determinazione di obiettivi strategici condivisi in termini di qualità, innovazione e design. • Facilitazioni di nessi proficui tra i componenti del sistema al fine di creare evoluzioni del sistema stesso con nuove filiere e prodotti. La dimensione territoriale di partenza su cui si è svolta la ricerca è la manifattura tessile abruzzese con riferimento iniziale a due reti distribuite a cavallo dei due distretti del settore moda regionale. L’analisi basata sulla somministrazione di un questionario on line, volto ad individuare punti di forza, debolezza, criticità e nuove possibilità in relazione alle singole imprese e alle reti, ha poi portato alla formalizzazione di tre strumenti attraverso i quali il design dei sistemi può operare per il territorio impresa: Visualizzare la rete: attraverso la proposizione di un portale/web-app che faciliti la conoscenza e la partecipazione. .AbruzzoNet: vetrina/mappa che guida alle peculiarità del territorio dove opera la rete. Supportare la rete attraverso: un centro ricerche universitario e favorire la formazione e la cultura d’impresa attraverso la proposizione e gestione di un questionario periodico on-line. Fare rete nella rete: Concept di rete sistemica Maja a gravità multipla, per la creazione, attraverso la co-innovazione, di nuove tipologie di prodotti, che nasce da sinergie proficue all’interno delle rete Italian Life Style (rete di internazionalizzazione e co-market). Olonòmia è dunque per sua natura una rete collaborativa,


opera con le logiche proprie del sistema, e cioè con le modalità di progetto partecipato da tutti gli attori e di condivisione, dove il design dei sistemi è chiave di restituzione delle specificità territoriali come via di sviluppo, non solo da un punto di vista economico, ma di sostenibilità ambientale, sociale e in termini di capitale umano. Gianluca Lattuchelli. Di origini pugliesi, si trasferisce nel 2011 a Pescara, per frequentare l’Università Europea del Design dove si laureerà nel Luglio 2014, all’indirizzo di Design con una tesi sulla poesia della Luce. Nel Settembre 2014 lavora a Milano, per i grandi nomi della moda internazionale, curando gli allestimenti dei concept store all’interno de LaRinascente. Attualmente, si dedica totalmente al design e all’architettura d’interni. Sinossi. LINEA1 è un mensolone da installare in uno studio, ingresso o in zone di passaggio, interamente in Corian. Il Corian permette l’incisione, colorazione, termoformatura, ondulazione, giunture impercettibili, forme organiche, effetti di colore e traslucenza di grande impatto. Un’unica linea, che grazie ai tagli al suo interno, diventa portariviste, portacellulare, portalibri, svuotasche, appendiabiti/ombrelli e portafoto/quadro; inoltre quando gli spazi sono inutilizzati, una collezione di complementi d’arredo riempiono i vuoti. AD&o (Amedeo Monaco) nasce e vive in Abruzzo nel 1986, dopo la maturità si trafesferisce a Milano prima e poi a Venezia per laurearsi in Architettura nel 2013. Dopo gli studi ritorna nella sua città natale, dove si ristabilisce e collabora come Architetto con diversi studi e privati. Coltiva per anni la passione per il disegno e il design, nel 2013 inizia a partecipare ad esposizioni collettive, partecipa a ConFusioni nel 2014 con CoffèLight e attualmente cura simultaneamente Architettura, Design e Illustrazione. Sinossi. L’unione di rifiuti speciali riconvertiti, parti metalliche recuperate in discariche e pezzi nuove danno vita a (SPRAY)LAMP. L’idea base nasce dall’esigenza di smaltire vecchie bombolette spray esauste, che come si sa in fase di discarica sono considerate rifiuti speciali per via dei gas e residui di vernice presenti all’interno. La carcassa della bomboletta ripulita, svuotata dei residui interni e riconvertita diventa un oggetto di riuso come portalampada, la valvola che una volta spruzzava colore ora accende e spegne la luce posta sul fondo della bomboletta. Il modulo base è composto dal portalampada riconvertito e un tubo di tipo flex per illuminazioni della lunghezza di 30cm. Per ConFusioni viene assemblato insieme a pezzi meccanici di auto e moto da smaltire e recuperati in una discarica abusiva lungo il territorio del Vastese, che formeranno una base solida per dargli un’identità complessiva di lampada da tavolo o abat jour. Francesca Nepa e Stefania Paradiso si conoscono alla facoltà di architettura di Pescara dove nasce una stretta amicizia e condividono la forte passione per l’ARCHITETTURA. Dopo gli esami e l’esperienza di studi Erasmus per la prima in Germania e per la seconda in Spagna, workshop e collaborazioni con il dipartimento di progettazione architettonica, si laureano con il massimo dei voti con il prof. Barbieri. Due aree distinte per la stessa ricerca IN-FRA, programma di ricerca universitario di interesse nazionale “Lineare – Trasversale : forme insediative e infrastrutture. Procedure criteri e metodi per il progetto”. Segue l’esperienza del programma Leonardo per Francesca in uno studio di Barcellona e per Stefania ad Amsterdam. Il confronto e la collaborazione continua le porta nel 2002 a fondare a Pescara, con altri amici-soci, lo studio Spaziosettezero. In seguito le strade, solo fisicamente, si dividono: Francesca diventa membro dello studio Marco Volpe_architetto a Montesilvano e Stefania fonda lo studio Architecture nella sua Lucera. Sinossi. Linee semplici ed essenziali per un mobile da bagno su pilotis dal sapore contemporaneo. Le gambe slanciate in metallo verniciato lo staccano da terra e diventano basamento per lo schermo-contenitore realizzabile in diversi materiali, come il legno, il metallo o il cristalplant.Come le due antenne porta teli. Composto da diversi piani di appoggio e da un vassoio portasapone mobile, da poter spostare anche in doccia. Stefania Paradiso e Dario Puteo. Lei architetto, lui designer. Lavorano insieme al progetto OLIVIA durante lo stage che Dario svolge presso lo studio Architecture di Stefania Paradiso. In poco tempo nasce una profonda intesa che li porta a condividere idee, progetti e concorsi. Sinossi. La libreria diventa scrivania. La scrivania diventa libreria. I due oggetti si aggregano, si innestano e diventano l’uno parte dell’altro. L’elemento che li rende riconoscibili è la materia di cui sono fatti: il corian per la libreria ed il legno di ulivo per la scrivania. MUSICA / Sezione a cura di Gae Campana Gae Campana. Si avvicina allo studio musicale da adolescente, comincia con la fisarmonica, prosegue con la chitarra acustica e l’elettrica fino a scoprire, quando è vicino ai trent’anni, lo strumento più trasportabile che ci sia…la voce. Gae Campana, cantautore abruzzese, 46 anni. Dopo anni e anni di esperienze in varie formazioni musicali, nel 2013, esce il suo primo disco solista intitolato “Mondo Matrioska” per l’etichetta Music Force. Nel corso del ‘2014 presenta il disco presso prestigiose emittenti nazionali estere come: Radio Nacional de Argentina – Viedma!, Conduttrice Magalí Pizarro, Oid Radio Cantabria! Conduttrice Patricia Prida all’interno del programma “La Radiografía Oid radio Cantabria”, Belgio su Radio Radio-Hitalia!, emittente di stato slovena Radio Capodistria, Radio Nacional de España – Radio 3 condotta da Pilar Sampietro, Radio Vaticano. Per (Con) Fusioni 2015 presenterà i nuovi brani del disco in lavorazione con la sua nuova formazione. Marco De Archangelis. Nato a Lanciano, diplomato come programmatore informatico presso l’istituto Tecniche Nuove di Pescara, specializzandosi nel corso degli anni in arti grafiche, disegno, illustrazione, grafica 3D. Come musicista compositore, negli anni, ha sperimentato tecniche e tecnologie musicali, continuando il suo percorso artistico con la fotografia, partecipando a diverse mostre e concorsi, anche con video e corti. Nel 2012, con la fotografia, ha collaborato con Alta Moda Roma. Di recente, come sviluppatore di applicazioni per Smartphone su piattaforma Apple OS ed Android. Il duo acustico Le Maschere Di Gelso nasce nel 2014 dalla collaborazione artistica tra il pianoforte di Teresa Caporale e la chitarra di Federico Spinelli. La commistione di generi di provenienza ha fatto sì che il repertorio spazi dal jazz alla musica da film, al cantautorato italiano. Attualmente il gruppo è impegnato in un tributo a Fabrizio De Andrè attraverso una serie di progetti, tra i quali “Le Maschere Di Gelso”, da cui il duo prende il nome, e “Dormono Sulla Collina”, una sinossi teatral-musicale tra l’ “Antologia Di Spoon River” di Edgar Lee Masters e il disco “Non al denaro non all’amore nè al cielo” di Fabrizio De Andrè, avvalendosi per quest’ultimo anche dell’inserimento di una voce recitante che da vita ai personaggi dello spettacolo. Francesco Verì. Scopre la passione per la musica con il prof. Remo Vinciguerra. Inizia gli studi di pianoforte all’età di 10 anni, sotto la guida del prof. Donatello Gammaraccio. Nell’anno 2003/2004, viene ammesso al corso di pianoforte principale presso il “Conservatorio Luisa D’Annunzio” di Pescara che frequenta, sotto la guida del Prof. Silvio Feliciani e del prof. Paolo Di Monte. Dal 2008 al 2010 e allievo della Prof.ssa Lucia Passaglia. In data 07.10.2010 si diploma in Pianoforte Principale presso l’Istituto Pareggiato “Gaetano Braga “ di Teramo. Nell’anno 2013 consegue il diploma accademico di “POPULAR MUSIC” presso il “Conservatorio Luisa D’Annunzio” di Pescara. Nel concerto finale di diploma presenta brani inediti di sua


composizione e si presenta anche nella veste di autore. Nel 2012 si iscrive alla S.I.A.E. in qualità di autore e compositore. Parallelamente al repertorio classico e popolare manifesta particolare attenzione anche per la musica jazz, che coltiva con grande passione e interpreta con estrema naturalezza e spiccata personalità. Per un breve periodo è stato allievo del prof. Mauro Grossi. SCRITTURA / Sezione a cura di Alessio Romano e Luca Di Francescantonio Dante Castellano, un biondino con gli occhi azzurri che non incarna affatto la figura del principe azzurro. Nato in una bella città d’arte non troppi anni fa, sono cresciuto con la convinzione di poter diventare un giorno qualcuno. Ciò che mi circonda mi ha plasmato: mamma mi ha donato l’amore per le parole; papà la passione per la fotografia; architettura la capacità di saper leggere il mondo; il mio Abruzzo mi ha insegnato a conoscere il linguaggio silenzioso della natura. Gabriele Di Camillo scrive testi teatrali in dialetto abruzzese ed in lingua italiana. Nel corso della sua attività da autore ha scritto e rappresentato più di venti commedie, tutte rappresentate. Alcune premiate e segnalate. Vittoria D’Incecco,48 anni ma ancora alle prime esperienze live.Scrivo da quando riesco a tenere in mano una penna, raccogliendo pensieri,emozioni e sensazioni che aleggiano imperterrite nella mia mente, in prosa. Il mio essere “incompiuta” si esprime attraverso la nascita di racconti sempre in continua evoluzione,mai finiti, mai uguali a se stessi. Esprimere le mie emozioni con la scrittura mi aiuta a superare stati d’animo spesso tormentati. Roberta D’Intinosante. Critico d’arte contemporanea. Tra le esperienze professionali più significative annoveriamo la curatela della Mostra Personale di Max Papeschi, “Learning to cheat/ Sound True”; le due Mostre-evento “ConversAZIONI” incentrate sul fumettista Andrea Pazienza e l’Anti-artista performativo Flavio Sciolè; la conferenza inerente i fenomeni del Cosplay e le Mode di Harajuku all’interno del progetto Art Experencies - Japanese Art, tra tradizione, manga e cosplay a cura di Cappa Arte – Performing Art. E’ inoltre intervenuta nella Collettiva Stereotipop e nella brossura “Corpo Estraneo/Straniero – Storia delle Arti performative in Abruzzo” - Verdone Editore. Ha pubblicato Cataloghi d’Arte con la Palladino Editore (CB) ed è intervenuta nel Catalogo della 5ABiennale di Ferrara edito da Mondadori. Alessandra Diodoro è un’attrice pescarese e comincia ad appassionarsi al teatro a Londra frequentando alcuni laboratori. In Italia approfondisce vari stili e metodi e conosce differenti realtà teatrali seguendo seminari e percorsi di ogni genere. Dal 2002 collabora con alcune compagnie del territorio abruzzese come il Teatro del Krak di Ortona e la compagnia teatrale I Guasconi di Pescara. Le sue attività spaziano dal teatro alla radio fino alla scrittura Ha partecipato a documentari e cortometraggi e scritto per svariate riviste. E’ laureata in legge. Michele Montanaro. Nato a Palagianello (TA), ha vissuto infanzia e adolescenza nella provincia torinese. Nel 1986 si diploma al I Liceo Artistico di Torino. Dopo aver frequentato per un anno la Facoltà di Lettere e Filosofia (1988), si iscrive alla Scuola del Restauro del Mosaico di Ravenna dove si diploma nel 1992. Comincia così la sua attività di restauratore. Nel frattempo mantiene viva la sua passione per il disegno, la pittura e la scultura e partecipa ad alcune esposizioni collettive. Dopo un periodo nel viterbese, nel 1996 è in Abruzzo, a Vasto. Qui lavora ed espone dal 1998 e organizza e partecipa dal 1999, con altri artisti del territorio, a numerose mostre collettive ed eventi (Castigliarte, Incontrarti al borgo, M’Arte, (Con)Fusioni, Art in the Dunes, ecc.). Nel 1992, nel 1996 e nel 2010 pubblica rispettivamente le raccolte di poesie: Dionea e altre poesie, I giardini interiori e Anguillaia. Dal 2011-2012 è docente di Restauro del mosaico e dei rivestimenti lapidei presso l’Accademia di Brera a Milano. Dal 2004 vive a Monteodorisio (CH). Lavora attualmente a Pompei. Maximiliano Sanvitale. Classe: 1983. Macinatore di libri, scrittore, libraio. Ha operato con la Libreria K ora sta curando lancio e rinnovamento della Libreria Qui Abruzzo. Dal 2009 ha prodotto e pubblicato Syncroniric [Opera Editrice], Corpi [storie illustrate da Danny Jorket], Survived [ebook seguito di Syncroniric) e Ossidiana [storie illustrate da FAB.]. Vive e forgia a Pescara, ma sta cercando di trasferirsi nel settore di Sirio. DANZA / Sezione a cura di Alessandra Bequadro La danza proposta a (Con)Fusioni è quella più all’avanguardia, urbana e sperimentale dal modern all’hip hop dei giorni nostri grazie alla partecipazione di alcuni gruppi di danza presenti nel nostro territorio. VIDEO / Sezione a cura di Enzo Francesco Testa e con la partnership dell’International Film Festival Settimo Senso, direzione artistica di Arianna Di Tomasso BAULL Daniele Campea ITALIA EL LADO FRIO DE LA ALMOHADA Herminio Cardiel SPAGNA MATRIOCHKA di Quentin Kwiatowski FRANCIA IO PARLO di Marco Gianfreda ITALIA L’ATTIMO DI VENTO Nicola Sorcinelli ITALIA PRE-CARITA’ Flavio Costa ITALIA BAHAR IN WONDERLAND Behrooz Karamizade (IRAN) GERMANIA LIKE ME Cortometraggio realizzato con gli allievi del Corso di Filmmaking 2014 dell’Istituto Massimo di Roma L’HANDICAP PIU’ GRANDE Enzo Bossio ITALIA ---------------ALBA - iBerlino / Enzo Francesco Testa / Luca Di Francescantonio STILL di Enzo Francesco Testa SENZA TITOLO del Collettivo aMare


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