Studi online Anno IV nn.7-8

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È quindi molto probabile che Processione sia stato dipinto, come prova e alternativa stilistica, mentre de Chirico, portando a termine Serenata verso la fine di agosto, si rendeva conto di esserne insoddisfatto e di aver fallito il proprio obiettivo. Un’opera che per il suo soggetto e per il suo scopo va considerata separatamente da tutte queste è il Ritratto del fratello (119 x 75 cm). Alberto vi è rappresentato, vestito di una guaina nera e attillata, con collo e polsi di pizzo, che la tradizione orale conservata in famiglia ha sempre indicato come un “costume di Amleto”. Lo sfondo è un paesaggio mitico dove passeggia un centauro con qualche traccia di rovine e un’ara su cui arde un fuoco per i sacrifici (sicura allusione ai temi del Poema fantastico). È un chiaro omaggio al fratello e al suo lavoro, in cui si possono cogliere, attraverso il teatrale costume amletico, allusioni a diversi temi nietzschiani relativi a realtà e finzione e alla visione consapevole dell’uomo dionisiaco (Paolo Baldacci, De Chirico 1888-1919. La metafisica, Leonardo Arte, Milano 1997, p. 64). Un’opera per un verso legata al passato (le grandi dimensioni e il tema didascalico) e per un altro verso ricca di elementi della nuova riflessione metafisica, nella quale per la prima volta compare la “finestra” destinata anche nei futuri ritratti e autoritratti a “inquadrare la figura” e a nascondere parte del fondo. Le analisi radiografiche del dipinto realizzate alla National-Galerie hanno dimostrato che i suoi tempi lunghi di lavorazione accompagnano la nascita del nuovo schema compositivo metafisico. La figura di Alberto, infatti, era all’inizio interamente circondata dal cielo e dal paesaggio, e solo nella fase finale furono aggiunti il muro e la finestra. Il tipo di modellato e la fattura del cielo e del paesaggio indicano una stretta vicinanza di stile e tecnica esecutiva con Processione su un monte ed Enigma dell’oracolo. Vista la qualità e l’impegno del quadro ritengo che esso sia stato pensato e “messo in cantiere” in un momento difficilmente precisabile dell’estate e portato avanti a varie fasi tra l’autunno e la fine dell’anno. La grande epigrafe in alto con la data “Mediolano MCMX” fu apposta quando l’opera era già finita, nei primi giorni del 1910, ma è giusto datare l’esecuzione vera e propria dell’opera tra fine estate e fine anno 1909. Siamo così giunti ai cruciali mesi di settembre e di ottobre, alle prime “rivelazioni” e alla datazione dei primi due dipinti metafisici, che dobbiamo per precisione dividere nelle due fasi dell’ideazione e dell’esecuzione, che per de Chirico sono sempre distinte e a volte anche temporalmente distanti. Prima di addentrarmi in questo aspetto devo tuttavia toccare tre punti della formazione culturale di de Chirico che procedono di pari passo con la lettura delle opere di Nietzsche. Durante l’estate i due fratelli avevano iniziato a prendere lezioni di latino dal vice direttore della Biblioteca Braidense, Domenico Fava, non certo un genio – ricorda Savinio – ma un onesto e coscienzioso erudito che grazie alla sua carica aveva procurato ai due giovani, a partire dal 3 settembre, il permesso di ottenere libri in prestito pur non essendo residenti iscritti all’Anagrafe35. Tra i primi libri richiesti proprio il 3 settembre vi è la Scienza Nuova del Vico.

35 Il fatto che i prestiti inizino il 3 settembre mi ha sempre indotto a collocare l’inizio delle lezioni di Fava a ridosso di questa data, verso la fine di agosto. Convengo con Roos che questa non è una prova ma solo un’ipotesi.

una parola (quasi) definitiva sulla cronologia 1908-1910 23


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