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dell’altezza. Alla larga. Un consiglio: i paragrafi troppo lunghi, formati da periodi complessi, ognuno dei quali contiene diverse proposizioni, sono da evitare. Se il concetto è esaurito, andate a capo. Certo, anche dopo quattro parole. Prendiamo una rubrica che ho scritto per «Io Donna», settimanale del «Corriere della Sera». Inizia così: Sono un estimatore dei miei giovani connazionali, che considero mediamente più svegli di tanti coetanei stranieri. Essere italiani è infatti un lavoro a tempo pieno. Anche se non risulta nei curriculum, battersi contro stranezze e furbizie è un’esperienza formativa, tempra lo spirito e prepara alla vita. Nessuno s’offenderà, quindi, se elenco alcuni errori al momento di cercare lavoro (passaggio difficile, che rende incerti e vulnerabili gli anni dai 25 ai 30). Ecco alcuni atteggiamenti controproducenti. Come vedete, il primo paragrafo (47 parole, tre periodi, nove proposizioni) è più lungo del secondo (26 parole, due periodi, cinque proposizioni) e del terzo, che si limita a introdurre un elenco (4 parole, unica proposizione). Ogni paragrafo serve a uno scopo ed è chiaro (mi auguro!). La lunghezza è irrilevante. ***


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