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nuova biblioteca civica di verona: il progetto esecutivo Ugo Camerino

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La scelta di presentare l’intervento dell’Arch. Camerino per la Biblioteca Civica deriva dal convincimento che questa sia una tappa importante per la storia della biblioteca stessa e di riflesso per la città. Il recente progetto costituisce anche uno strumento critico per la conoscenza dell’“archeologia” degli edifici e della stratigrafia urbana, che arricchisce il recupero e la valorizzazione della Biblioteca.

Lavori 2005 / 2007 Importo dell’opera 7 12.000.000,00 Dimensione compl. dell’intervento: mq 12.700 RUP e progettazione definitiva: Arch. Costanzo Tovo Direttore dei lavori: Arch. Ugo Camerino Impresa Costruttrice: A.T.I. Cooperativa di Costruzioni Soc. Coop. / Cooperativa Archeologia/ Gelmini Cav. Nello S.p.A.

Committente: Comune di Verona Finanziamento: Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona Progetto architettonico esecutivo e coordinamento generale della progettazione: Arch. Ugo Camerino Progettazione architettonica: Arch. Ugo Camerino, Arch. Pasquale Fontanarosa, Arch. Lara La Rosa, Arch. Andrea Renier Progettisti delle strutture: Prof. Ing. Giorgio Croci, Ing. Giuseppe Carluccio Progettista degli Impianti: Prof. Ing. Mauro Strada (Steam S.r.l.) Progettazione impianti: P.I. Andrea Del Puppo, P.I. Federico Guerra Prevenzione Incendi: Prof. Ing. Mauro Strada (Steam S.r.l.) Coordinatore per la sicurezza: Arch. Benedetto Tedeschi Progetto di restauro delle parti lignee: Dott. Carlo Mancinelli Biblioteconomia: Dott.ssa Antonella Agnoli Grafica: Giorgio Camuffo Cronologia degli interventi: Progettazione esecutiva marzo-dicembre 2003

La presentazione del progetto della nuova Biblioteca Civica di Verona si presta a diversi tipi di letture: certamente quelle che sono proprie della sua progettazione architettonica e realizzazione, ma anche quelle che riguardano il modo di concepire una biblioteca moderna in un organismo antico. La biblioteca precedente è stata smontata, non solo materialmente ma anche figurativamente, ed è stata rimpaginata seguendo un disegno organizzativo che ha rivoluzionato le abitudini e il modo di utilizzazione tradizionale di quel complesso glorioso. Sono stati ridisegnati i percorsi e i collegamenti. Spazi consolidati sono stati scompaginati per introdurre nuove funzioni. La mia ambizione era di realizzare nel centro della città, di fronte ai luoghi commerciali più popolari, un “attrezzo” che sapesse attrarre un numero di utenti analogo a quello delle nuove biblioteche e mediateche. Volevo che da questo restauro nascesse una nuova biblioteca, poiché penso che il recupero di un organismo storico così complesso non si può limitare al solo restauro statico e a quello degli ap-

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parati decorativi. Penso che, dove è possibile, si debba naturalmente realizzare il recupero filologico di tutte le sue componenti, ma ritengo che il successo dell’intervento si misuri anche nel modo in cui il complesso monumentale viene riutilizzato e, terminati i lavori di restauro, riprende, coerentemente con la sua identità, il ruolo che gli è stato affidato, recuperando l’efficienza funzionale che rimane, comunque, uno dei parametri per misurare la qualità di un progetto. La Biblioteca Civica di Verona era già in origine il risultato della aggregazione di tre importanti edifici, l’ex Collegio Gesuita, il Palazzetto Sebastiani e la Casa Perini, trasformati dall’architetto Barbieri nella prima metà dell’Ottocento. A questo primo nucleo, dopo la demolizione della chiesa di San Sebastiano, era stato aggiunto alla fine degli anni Settanta del Novecento un quarto edificio, il deposito dei libri, progettato dallo Studio Nervi di Roma. Dopo una lunghissima vicenda amministrativa cominciata negli anni Settanta con lo spostamento della facciata della chiesa e la realizzazione del deposito librario, l’arch. Costanzo Tovo, dirigente del servizio di progettazione del Comune di Verona, con la consulenza per la progettazione statica del professor Modena, aveva realizzato un progetto organico per il recupero della biblioteca. Il nostro incarico, che derivava da una gara internazionale vinta assieme al prof. Giorgio Croci, all’ing. Giuseppe Carluccio, al prof. Mauro Strada, agli architetti B. Tedeschi e P. Fontanarosa, riguardava quindi la stesura dell’esecutivo di


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