AN 042015 issuu

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IL TEMPO NUOVO Giovanni Furlan

Una profonda analogia mette in relazione i modelli sociali e le forme di organizzazione collettive di questo inizio secolo con lo scenario metropolitano: l’ansia del nuovo trova una perfetta rispondenza con il frenetico mondo della grande città. La struttura primaria della metropoli, con gli incontri casuali e la sfuggevole bellezza di cui parla Charles Baudelaire, influenza i procedimenti dell’arte contemporanea che cerca di rappresentare la sua energia attraverso le tecniche del collage o del montaggio di frammenti. Nella città contemporanea viviamo assillati dal rumore, sottomessi al ritmo convulso di un’attualità che lancia effimeri segnali sul mondo per suscitare immagini istantanee che scompaiono prima che le si possano afferrare, immersi in una cultura mediatica dove per farsi sentire non resta altro che gridare. Ma il bagliore della metropoli con il tempo sta subendo un perverso mutamento mostrando le ferite più profonde e generando una massificazione che annulla ogni differenza. Il continuo movimento della novità conduce al caos ed alla paralisi della collettività, l’informazione assume il ruolo dell’inganno e della manipolazione e la tecnologia mostra il suo occulto potere distruttivo. Le avanguardie dell’arte contemporanee, che avrebbero voluto essere l’espressione più vera dei valori della nostra epoca, si sono viste trasformate in un riflesso dei propri valori più accidentali, entrando nel territorio della cosmesi e della moda per diventare 6

una stonata esibizione del deforme. Ogni arte vera è l’immediata manifestazione dello spirito dell’epoca che la produce: per questo conviene distinguere tra quanti praticano l’idolatria dell’attuale, e coloro che concepiscono il tentativo di collegarsi con la realtà come una ricerca che non garantisce in anticipo il valore dei risultati. Adolf Loos, nei suoi scritti, discrimina quelli che proclamano di essere moderni attraverso l’adesione agli aspetti più superficiali dell’attualità e quelli che, senza pretenderlo, riescono ad essere moderni includendo nella loro lavoro di ricerca le esigenze che l’epoca esprime. Per Loos l’unico atteggiamento in grado di opporsi all’inutile rumore è il silenzio che genera ed apre una cavità e uno spazio vuoto che ci protegge dal vortice dell’attualità. In una conferenza del 1930 Ludwig Mies van der Rohe si esprimeva così su questi temi: “Il tempo nuovo è una realtà; esso esiste indipendentemente dal fatto che noi lo accettiamo o lo rifiutiamo. Ma esso non è né migliore né peggiore di qualsiasi altro tempo. Esso è semplicemente un dato di fatto (…). Decisivo sarà solo il modo in cui noi ci faremo valere in questa situazione. Solo a questo punto cominciano i problemi spirituali. Quel che importa non è il che cosa, ma unicamente e solo il come. Il fatto che produciamo dei beni, e quali mezzi usiamo per produrre, non significa nulla da un punto di vista spirituale,. Che costruiamo edifici alti o bassi, con acciaio o vetro, non ha importanza dal punto di vista del


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