Una supposta di ArcheoloGGia - Ma quale Capovolto?

Page 4

E’ vero invece che in alcune rappresentazioni antropomorfe riconducibili alle statue‐steli, sono raffigurati oggetti che si pensano quasi esclusivamente di uso simbolico, come le ben note “alabarde” (ad esempio la composizione pseudo antropomorfa del ‘Capitello dei due Pini’ a Paspardo – Valcamonica, fig 4; si notino anche cinque pugnali di tipo Remedello nella rappresentazione classica). Le alabarde non avevano (si pensa) un uso pratico ma rappresentavano piuttosto il simbolo di un elevato status sociale (sul tipo degli stendardi medievali). Ritengo insomma che varrebbe la pena considerare il ‘tridente’ da questo punto di vista, anche alla luce del graffito tipo 3 (fig 2, parte 1/2) che consiste (nella mia ipotesi) di due protomi taurine sovrapposte, unite dal tratto verticale. Tale rappresentazione si ritrova nei menhir antropomorfi sardi (ad es. Genna Arrele II, pag 15 in (1)) e le doppie protomi sovrapposte sono assai comuni come segno di rinascita nelle Domus de Janas (non sto a citare: da Villaperuccio in poi). Per riassumere: • ritengo debole l’attribuzione al graffito 1 del significato di ‘defunto in viaggio verso l’al di là’; • credo che nei graffiti della Tomba dell’emiciclo siano rappresentati un simbolo femminile di rinascita ed altri simboli di ‘status sociale’ della famiglia di cui accoglieva i morti (tridenti singoli e doppi); • ipotizzo che gli stessi simboli di ‘status sociale’ siano rappresentati sui menhir antropomorfi assieme ai coltelli, all’interno di un sistema simbolico che presenta evidenti analogie con quello coevo del Nord Italia, salvo le ovvie differenziazioni locali, con il quale sono attestati scambi culturali. In conclusione, vorrei sottolineare ancora una volta come si tratti di suggestioni da non addetta (e visto che le suggestioni le hanno anche gli addetti ai lavori vorrei prendermi la stessa libertà). Poiché scrivo in un blog che si chiama Archeoattack, e intitolo l’intervento Supposta di ArcheoloGGia, mi pare ovvio che si parla tra amici e non si ha alcuna pretesa di gridare alla verità offesa o all’untore che nasconde i menhir. Che sono tutti esposti museo di Laconi e raccomando caldamente di andare a vedere: avendone ammirati molti un po’ ovunque per l’Europa, posso assicurare che si tratta di un’espressione simbolica assai intrigante ed unica (gli unici che reggano il confronto per bellezza e capacità di coinvolgimento emotivo, sono quelli di S. Martin de Corleans ad Aosta e quelli di Sion). Tra l’altro un’espressione simbolica “nostra” e “vera”; per dirla con una sola parola: “Sarda”. Per commenti/domande: desi.satta2@virgilio.it (1) http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_4_20060403120123.pdf


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.