Apparati Effimeri Press Release

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PRESS RELEASE


50 Places | ITALY

Ask this architectural cartographical duo exactly what they do and you might find the answer as dazzling and hard to grasp as their art. In short, they paint buildings with light and music to produce phantasmagorical facades…

ITALIAN GRAFFITI W

hile most young artists would be happy building a hotel or opera house, Apparati Effimeri aren’t content unless they’re tearing one down. But that’s the benefit of working in architectural mapping and visual design – you can be as creative or destructive as you like, blowing holes in the most beautiful of monuments and then at the end of the night pack up your projector and head home leaving the original building unscathed. In 2007, Marco Grassivaro and Federico Bigi were working as visual jockeys (projecting often-ignored images onto large screens in nightclubs to accompany DJs’ sets) on Bologna’s

underground dance scene. But within a year of working together they’d decided that screens and indeed the walls of nightclubs were too limiting, and they broke free to start a new kind of project where visuals came first and ancient buildings were their canvasses.

Ephemeral job descriptions Inspired by Baroque artists who used to create temporary decorations for monuments and buildings to celebrate particular events, the duo wanted to recreate the, “movements, sounds, lights and images that were specifically created by great artists to change the city streets for a few days.” In

September 2008 they performed their first outdoor architectural mapping projection under the name Apparati Effimeri (ephemeral apparatus) at Bologna’s Festival of Contemporary Art. Describing what they do to the previously clueless is familiar and tricky ground for them. “It’s a hard question,” says Bigi. “We tell people that we virtually reproduce architecture by collaborating with the art history of the building and projecting onto it in 3D.” While that’s probably the most concise way of putting it, it’s still quite difficult for their mothers to brag about their latest work, so if you’ve never seen architectural mapping take a look at some of

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1 Pessione, a Bacardi commission at a Turin convention 2 Antica Illusione, a museum opening in Sassuolo, Italy 3 Urban Reflex, at the Glow Festival, Netherlands

the performances on their website, you’ll be quite amazed and probably wonder whether it looks as good live, something Grassivaro is happy to clear up: “They look even better!”

Projecting into the future While the project began in the humble (though no less critical) circles of digital arts festivals, it wasn’t long before Apparati Effimeri started to receive commissions from big clients and they’ve since staged successful performances for Dunhill and Bacardi, wowing audiences both at home and as far away as Hong Kong. “Working with big brands is very stimulating,” explains Bigi. “Their

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creative departments often contribute great ideas about the content.” Although the projects are mainly concerned with images, the music that accompanies each projection is another crucial element and the team often enlists the services of Be Invisible Now to provide the soundtracks to their work. Their latest project was a collaboration for the opera Parsifal, which ran from January to February this year at the Theatre de la Monnaie of Brussels. Apparati Effimeri created a 3D projection that provided depth to the perimeter of the wooden set and enhanced each scene of the opera’s first act. “It was inspiring to work

with the event director, Romeo Castellucci,” says Grassivaro. “He took a very experimental approach to the opera and we really felt we could explore our creativity in collaboration with him.” Each projection takes between one and three months from conception to completion and involves meticulous analysis of the location, although, thanks to advances in technology, the need for on-site rehearsals has decreased, as Grassivaro explains. “We used to have to test each projection many times but now we only need one rehearsal the night before the performance.” And the search for new kit to aid the flow of the creative process is an ongoing affair for the two unashamed technophiles. “We met with a researcher from Bologna University today,” gushes Bigi. “We’re helping them develop some sensors, a touch table and a new screen for controlling the projections.” For future projects the world and its iconic buildings are Apparati Effimeri’s blank canvas. Perhaps you’d expect two young Italians to want to (virtually) prop the Leaning Tower of Pisa back up, but naturally they wouldn’t dream of anything so boring. “We went travelling in Brazil and there are some amazing structures there,” says Bigi. “Our dream location would be the Unique Hotel in São Paolo. It’s built in the shape of a giant boat.” S apparatieffimeri.com

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PINA di Wim Wenders

LUCI ALTA POTENZA APPARATI EFFIMERI LOUDNESS REVOLUTION

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A di Simona Braga

Apparati Effimeri Mappare lo spazio

Uno spettacolo di projection-mapping crea un’illusione tridimensionale che riveste di effetti palazzi o luoghi adatti a questo tipo di installazione. Per molti è la rivoluzione negli spettacoli da strada, in grado di sorprendere il pubblico con grafica quadrimensionale accompagnata da colonne sonore che sottolineano il susseguirsi di quadri in movimento.

Fra i lavori di Apparati Effimeri anche “Effimero Permanente” una riflessione sul museo della Galleria degli Uffizi di Firenze con rimandi alla tradizione delle superfici smaltate dei Della Robbia e dei marmi bicromi toscani.

In “Parhelic”, andato in scena ad Hong Kong, il gruppo bolognese ha ripercorso, attraverso le immagini, le tappe dello storico marchio Dunhill.

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Parliamo della nuova frontiera dello spettacolo con Marco Grassivaro e Federico Bigi, componenti di un gruppo italiano che si sta facendo molto conoscere anche all’estero: gli Apparati Effimeri. Il loro modo d’interpretare la Visual Art nasce dall’osservazione della realtà e da un successivo distacco che permette l’immersione in un mondo virtuale. Il loro esempio rappresenta anche una valida dimostrazione dell’incentivazione all’innovazione sostenuta dal comune di Bologna, dato che il gruppo è stato selezionato, insieme ad altri 12 soggetti, attraverso il bando di concorso “Incredibol” promosso per sostenere le professioni creative nascenti. Come inizia la vostra esperienza e qual è la filosofia dei lavori che proponete? AE Apparati Effimeri è un collettivo nato a Bologna nel 2008 che si occupa di visual design. L’unicità del nostro lavoro consiste nello studio approfondito degli spazi sia dal punto di vista tecnico, sia da quello della spettacolarizzazione. I contenuti tridimensionali, sincronizzati all’audio, sono realizzati seguendo le prospettive ed i limiti degli spazi di proiezione per creare degli effetti scenici. L’idea di costruire dei nuovi “apparati effimeri” nasce dall’esigenza di attualizzare un medium/modus di intendere la festa e lo spazio urbano proveniente dal passato.

obiettivo è quello di sensibilizzare coloro che partecipano all’evento. Le architetture diventano schermi attivi per le proiezioni anche grazie al fatto che abbiamo la fortuna di non partire da una tavolozza bianca, ma da una traccia precisa di ciò che è reale. Il resto è immaginazione. Come organizzate il processo di mapping e quali software impiegate? AE La prima fase è l’analisi degli spazi, poi procediamo con la mappatura delle superfici. Per far questo ci serviamo di fotografie o planimetrie, altre volte partiamo dai file in CAD. Per la modellazione delle geometrie architetturali o degli oggetti proiettati ci serviamo di software specifici come come Maya. La 3D motion graphic viene fatta in Cinema 4D. Poi passiamo ad Adobe After Effects e Premiere per la finalizzazione e la sincronizzazione con l’audio curato come sound designer da “Be Invisible Now”. Per la trasmissione ci serviamo generalmente di video-proiettori Christie e dei MediaServer Pandora.

Avete sperimentato il tool VVVV? AE Lo abbiamo provato nel passato, ma cercavamo un’alta qualità dell’immagine che è difficile da ottenere con programmi che lavorano in realtime. Ultimamente stiamo studiando varie game-engines per rendere i nostri lavori interattivi mantenendo Le vostre installazioni sono caratteriz- una buona risoluzione. zate da un approccio molto architetturale. In che modo vi fate influenza- In che aree preferite applicare la vore dalla location? stra creatività? AE Il lavoro di mappatura rispetta la su- AE Le nostre installazioni sono una sorta perficie architettonica senza travalicarla e di continua prototipazione di soluzioni che la racconta in un modo inatteso. Il nostro continuiamo a testare per scoprire nuovi


A sinistra: Antica Illusione, Corona a Sassuolo (MO), Architectural Mapping, Sound Design di Simone Pelliconi

modi di proiettare aumentando la percezione dei luoghi e degli oggetti che contengono. Tra le ultime cose realizzate, siamo stati molto soddisfatti del lavoro per Dunhill ad Hong Kong. Per la prima volta abbiamo realizzato tutta la videoproiezione da Bologna perché l’esplosione del vulcano islandese ci ha impedito di raggiungere la location. Un’altra collaborazione importante è quella con il team creativo di Bacardi con cui abbiamo in programma una serie di progetti. Una delle vostre ultime performance è stata per il Parsifal di Richard Wagner, al teatro la Monnaie di Bruxelles. Potete descriverci quali richieste avete ricevuto ed in che cosa è consistito il vostro intervento? AE La richiesta del regista Romeo Castellucci è stata quella di animare l’ambientazione boschiva del primo atto attraverso una video-proiezione che non fosse invasiva come quelle che purtroppo si vedono fare, in modo sconsiderato, in alcune messe in scena. Il regista e scenografo ha voluto dare maggiore profondità alle scene reali dove non si palesassero pienamente gli inganni ottici. Lo scopo era quello di dare allo spettatore una sensazione di spaesamento e, soprattutto durante la nostra elaborazione, di vertigine. Per ottenere tutto ciò abbiamo ricostruito in 3D l’intero impianto scenico del primo atto, costituito da un bosco di 15 m2. Successivamente abbiamo lavorato con luci e dinamiche su circa 10.000 foglie creando dei rendering che venivano finalizzati man mano che maturava la produzione dell’opera. Il risultato è stato entusiasmante per gli spettatori, ma anche per noi dato che era

la prima volta che lavoravamo sulle piante. Arricchiti da quest’esperienza abbiamo in cantiere altri due progetti su alberi secolari. Nel 2010 avete realizzato lo spettacolo “Antica Illusione” che ha riportato agli antichi fasti l’interno del palazzo ducale di Sassuolo. AE Questo progetto nasce dalla volontà di uno sponsor che ha commissionato uno studio approfondito delle architetture dipinte del palazzo ducale che nel Seicento divenne la dimora estiva della corte estense e che fu chiamato per la sua bellezza: la “Delizia”. La reggia fu affrescata da artisti che crearono un apparato decorativo di finte architetture in prospettiva, allo scopo di superare e modificare i limiti dell’ambiente reale, ingannando l’occhio, sfondando pareti e moltiplicando in modo illusorio gli spazi. La nostra proiezione ha riportato alla luce questo antico genere artistico, denominato Quadraturismo, in cui pittura ed architettura si fondono per dar vita a suggestivi effetti. A proposito di esperienze all’estero, voi siete stati anche invitati a partecipare al Glow Festival di Eindhoven. AE Questa rassegna internazionale dal 2006 propone performers di diversi paesi che si misurano con la luce. Per quest’occasione abbiamo realizzato “Urban Reflex”, un architectural visual mapping sul NRE Building di Eindhoven. La performance esprime una riflessione sul movimento di una città in costante crescita, rappresentata sull’edificio e sullo specchio d’acqua ai suoi piedi. Il ritmo dello show cresce in contemporanea con i cantieri e con le va-

One Bacardi Meeting - Pessione alla Reggia di Venaria, Torino, Sound Design di Giampiero Stramaccia

Urban Reflex - Glow Festival, International Forum of Light in Art and Architecture. Eindhoven, Netherlands. Sound Design di BeInvisibleNow!

rie forme di una città che sale, creando interruzioni visive e giocando con la presenza dell’acqua, un elemento chiave per il carattere nazionale olandese. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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